CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 febbraio 2022
743.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 135

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 17 febbraio 2022. — Presidenza della vicepresidente Emanuela ROSSINI.

  La seduta comincia alle 13.50.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021.
C. 3418 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Nulla osta).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Filippo SENSI (PD), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata oggi a esaminare, ai fini del parere da rendere alla III Commissione, il disegno di legge di Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021.
  Rammenta che l'accordo in esame sostituirà il vigente Memorandum d'intesa tra i due Paesi in materia di scambi giovanili per motivi di vacanza e lavoro, firmato ad Ottawa il 18 ottobre 2006, che si è dimostrato uno strumento efficace per offrire ai giovani cittadini italiani e canadesi l'opportunità di conoscere la cultura, la lingua e i costumi dell'altro Paese, agevolando esperienzePag. 136 di viaggio, lavoro e vita all'estero. L'Accordo in esame mira pertanto ad ampliare e rafforzare ulteriormente i rapporti tra i due Paesi, estendendo per la parte italiana il permesso di lavoro a dodici mesi, rinnovabili una sola volta, ed inserendo due nuove categorie di partecipanti: 1) la categoria Young Professionals, dedicata a coloro i quali, essendo già in possesso di un titolo di studio post-secondario (equivalente a una nostra laurea triennale), intendano acquisire un'esperienza lavorativa professionale nel Paese ospite; 2) la categoria International Co-op, rivolta a studenti che, al fine di completare il proprio corso di studi post-secondario, intendano effettuare un tirocinio curricolare presso un'azienda operante nel Paese ospite. Evidenzia che l'inserimento di tali due categorie nell'ambito del nuovo Accordo consentirà al nostro Paese di sfruttare tutte le opportunità offerte dal programma «International Experience Canada», ampliando l'offerta per i giovani italiani che desiderino trascorrere limitati periodi in Canada per acquisirvi esperienza lavorativa.
  Passando a descrivere l'Accordo, evidenzia che esso si compone di un preambolo e nove articoli, il primo dei quali ne descrive le finalità, mentre gli articoli 2, 3 e 4, ne indicano, rispettivamente, le categorie dei cittadini beneficiari, con l'ampliamento alle due categorie sopra citate, i requisiti di idoneità, tra cui rientra l'età compresa tra i 18 e i 35 anni, e la durata temporale di 12 mesi per un massimo di due partecipazioni autorizzate.
  L'articolo 5, nel disciplinare il rilascio dei documenti, prevede che, in caso di permesso di lavoro, l'intero periodo di permanenza possa riferirsi anche ad un unico datore di lavoro, mentre attualmente sono previsti limiti temporali più ristretti. Ricorda che la relazione illustrativa sottolinea che, sulla base della normativa italiana vigente, il rilascio del visto per lavoro per i giovani laureati che intendano svolgere attività lavorativa in Italia è subordinato al nulla osta al lavoro dello Sportello unico per l'immigrazione, in modo da consentire i necessari controlli da parte dei soggetti preposti (questura e ispettorato territoriale del lavoro) in un momento antecedente all'ingresso.
  Gli articoli da 6 a 8 definiscono le disposizioni generali inerenti all'Accordo, le relative modalità di attuazione – nel rispetto, per quanto riguarda l'Italia, della normativa comunitaria –, i criteri per diffondere informazioni sull'Accordo stesso e promuoverne l'utilizzo da parte dei beneficiari. L'articolo 9 contiene infine le disposizioni necessarie a disciplinare l'efficacia dell'Accordo (entrata in vigore, emendabilità, estinzione, risoluzione delle controversie e sospensione).
  Quanto al disegno di legge di ratifica, evidenzia che esso si compone di 4 articoli volti ad autorizzare la ratifica e a darne esecuzione in condizioni di invarianza finanziaria.
  In conclusione, nell'esprimere un apprezzamento per l'Accordo in esame, che potrà consentire ai giovani dei due Paesi di migliorare le proprie competenze attraverso un'esperienza di vita all'estero, concorrendo al contempo a rafforzare le relazioni del nostro Paese con il Canada, dove vive una nutrita comunità di connazionali, propone di esprimere già nella seduta odierna un parere di nulla osta.

  La Commissione approva la proposta di nulla osta formulata dal relatore.

Disciplina del volo da diporto o sportivo.
Nuovo testo C. 2493 Bendinelli e C. 2804 Maschio.
(Parere alla IX Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Antonella PAPIRO (M5S), relatrice, ricorda che la Commissione è chiamata a esaminare il testo unificato della proposta di legge in titolo, recante la disciplina del volo da diporto o sportivo (VDS), composto, in esito alle modifiche apportate in sede referente dalla IX Commissione, di 15 articoli, suddivisi in tre Capi, e da 2 allegati.
  In particolare, il Capo I riguarda le prescrizioni generali e di sicurezza, le norme Pag. 137di circolazione e l'accertamento d'idoneità al volo, il Capo II reca la disciplina sanzionatoria, mentre il Capo III è composto del solo articolo 15, contenente le abrogazioni espresse.
  Per quanto riguarda l'impostazione dell'intero provvedimento, segnala che l'articolo 1 prescrive, in via generale, l'osservanza del principio di sicurezza nell'ambito delle attività di VDS, abbandonando, ai fini di una maggiore flessibilità del testo legislativo, l'impostazione originaria della proposta che indicava in termini analitici le prescrizioni tecniche volte a dare concreta attuazione a tale principio.
  Preannuncia che, nel descrivere sinteticamente il contenuto del provvedimento, si soffermerà sulle disposizioni di interesse per la Commissione, ravvisabili negli articoli 2, 5 e 12.
  Nell'ambito dell'articolo 2 – che individua quale oggetto della proposta di legge le attività attinenti al VDS, incluso l'addestramento e la regolamentazione degli aeromobili impiegati, e attribuisce al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili il potere di aggiornare e modificare le prescrizioni tecniche contenute negli allegati in funzione dell'evoluzione tecnologica – reputa di particolare interesse il comma 3. Tale disposizione prevede infatti la non applicabilità alle attività di progettazione, produzione e manutenzione degli aeromobili da impiegare per il VDS delle disposizioni del regolamento UE 2018/1139, relativo alle norme sull'aviazione civile, in conformità a quanto previsto nell'articolo 2, paragrafo 8, e dall'allegato I del medesimo regolamento, in ragione del basso rischio per il traffico aereo derivante dalla circolazione di tali velivoli.
  L'articolo 3 definisce le competenze dell'Aero Club d'Italia, organo deputato al rilascio delle varie abilitazioni, attestati e licenze richiesti per la conduzione di aeromobili da impiegare per il VDS, nonché per le relative attività di addestramento o immatricolazione dei velivoli. Il comma 2 prevede che l'Aero Club d'Italia istituisca una Commissione permanente per la sicurezza di volo, per la promozione della cultura sulla sicurezza, l'organizzazione di corsi di formazione e l'eventuale cooperazione nell'attività investigativa in caso di sinistri aeronautici.
  L'articolo 4 interviene con riferimento all'attività sportiva di volo libero effettuata con aeromobili privi di motore, chiarendo che tale attività deve essere svolta secondo le regole del volo a vista diurno e nel rispetto dei limiti e dei divieti applicabili agli spazi aerei impegnati.
  Nell'ambito dell'articolo 5 – che disciplina l'uso delle aree di decollo, atterraggio e rimessaggio, nonché delle aree di attracco, ormeggio e flottaggio degli idrovolanti e anfibi, prevedendo la preventiva autorizzazione dell'ENAC o del Ministero della difesa nel caso di operazioni che intervengano in spazi aerei controllati o presso aeroporti militari – segnala come di particolare interesse per la Commissione il comma 5. Tale disposizione disciplina i requisiti che devono possedere e le condizioni che debbono rispettare i velivoli da impiegare per il VDS che arrivino o transitino sul territorio nazionale e che provengano da altri Paesi Ue. È in particolare previsto che i velivoli dispongano di valida certificazione rilasciata ai sensi della normativa vigente nel Paese di registrazione dell'aeromobile, siano regolarmente assicurati ai sensi del regolamento (CE) n. 785/2004, siano utilizzati per scopi non commerciali e siano pilotati da soggetti in possesso delle licenze di pilotaggio prescritte dal Paese di registrazione dell'aeromobile.
  L'articolo 6 sancisce la necessità di attestati, licenze e abilitazioni per lo svolgimento professionale, ancorché non esclusivo, di attività di formazione di volo o di accompagnamento di persone con aeromobili, il cui rilascio e gestione del relativo registro spetta ad Aero Club d'Italia, in conformità ai requisiti tecnici e professionali definiti dal regolamento di cui all'articolo 7.
  Gli articoli 7 e 8 demandano al Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili l'adozione dei regolamenti attuativi della disciplina delle attività di VDS con riferimento, rispettivamente, all'attività di volo libero e ai velivoli a motore, incluse le relative coperture assicurative.Pag. 138
  L'articolo 9, sostituendo il comma 4 dell'articolo 743 del Codice della navigazione, esclude gli aeromobili VDS in possesso delle caratteristiche tecniche individuate dalla legislazione vigente dalle disposizioni del libro del medesimo Codice relativo all'ordinamento amministrativo della navigazione.
  Gli articoli 10, 11, 12, 13 e 14 stabiliscono le sanzioni applicabili in caso di violazione della normativa illustrata. In particolare, gli articoli 10 e 11 contemplano un regime di sanzioni amministrative pecuniarie diversamente graduato a seconda della gravità dell'illecito commesso, con una cornice edittale che va da 200 a 5 mila euro, mentre gli articoli 12, 13 e 14 disciplinano invece le sanzioni amministrative interdittive, comminabili in caso di inosservanza della normativa vigente, ricollegando ai casi meno gravi la sanzione della sospensione dei titoli abilitanti e ai casi più gravi quella della revoca.
  Per quanto di competenza della Commissione, sottolinea in particolare che il comma 6 dell'articolo 12 specifica che le sanzioni oggetto dell'articolo hanno lo scopo di favorire il rispetto della regolamentazione aeronautica, secondo i princìpi della just culture (ovvero cultura della prevenzione) in base a quanto previsto dal regolamento (CE) n. 376/2014, in materia di segnalazione, analisi e monitoraggio di eventi nel settore dell'aviazione civile, al fine di prevenire i comportamenti che possano compromettere la sicurezza della navigazione aerea e dissuadendo dalla loro reiterazione.
  In conclusione, si riserva di formulare una proposta di parere in esito al dibattito in Commissione.

  Emanuela ROSSINI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Giovedì 17 febbraio 2022. — Presidenza della vicepresidente Emanuela ROSSINI.

  La seduta comincia alle 14.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni – L'economia dell'UE dopo la COVID-19: implicazioni per la governance economica.
COM(2021)662 final.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Emanuela ROSSINI, presidente, nell'introdurre il documento in esame, ne sottolinea la rilevanza, trattandosi di un'iniziativa della Commissione europea volta a rilanciare il dibattito tra i Paesi dell'Unione sulle regole comuni di governance economica. Informa che presso la V Commissione, incaricata dell'esame in sede primaria, verrà svolto un ciclo di audizioni cui reputa opportuno partecipino anche i componenti della Commissione politiche dell'Unione europea, la quale è chiamata a esprimere il proprio parere in sede consultiva.

  Francesco BERTI (M5S), relatore, nell'introdurre il documento in esame, ricorda in premessa che l'iniziativa della Commissione non costituisce un atto vincolante ma una comunicazione volta a definire una strategia sulla base della quale delineare la riforma della governance economica europea, obiettivo ambizioso cui i Parlamenti degli Stati membri sono chiamati a dare un contributo. Reputando utile ricordare alcuni dati per dare la misura dei riflessi della pandemia sulle finanze pubbliche, ricorda che il disavanzo pubblico dei paesi UE nel periodo di pandemia è stato in media del 7 per cento annuo, paragonato allo 0,5 per cento in media negli anni precedenti, con una crescita quindi di 14 volte. Il rapporto debito PIL di tutta l'eurozona è salito del 13 per cento, con un livello medio del 92 per cento, ben superiore quindi al parametro del 60 per cento previsto dal trattato di Maastricht, con previsioni della Commissione europea che non prevedono un ritorno ai livelli di pre-Pag. 139pandemia. Nel contempo si è avuto un forte intervento dello Stato, che include un ammontare di garanzie pubbliche a sostegno della liquidità di famiglie e imprese per un importo pari al 20 per cento del PIL.
  In tale contesto, osserva che il documento in esame intende avviare un ragionamento sulle linee future della politica monetaria e fiscale europea. L'indicazione per il nostro Paese, che arriva non solo dalla Commissione europea, ma anche da analisti e istituzioni economico finanziarie, è quella di coniugare politiche di controllo del debito con politiche di sostegno alla crescita. Rileva quindi come il nostro Paese abbia la necessità di ridurre il rapporto tra debito e PIL, che è tra i più elevati d'Europa, pur a fronte del fatto che l'attuale fase di transizione ecologica e digitale richiede una enorme mole di investimenti. La sfida pertanto è quella di trovare una modalità di coniugare tali opposte esigenze.
  Ricorda poi che la Comunicazione della Commissione europea, come già quella del febbraio 2020 sul medesimo tema, riconosce i limiti delle attuali regole di governance economica, quali la mancanza di una differenziazione delle regole tra i vari Stati, l'intonazione, di fatto, pro-ciclica delle politiche di bilancio indotte dalle regole vigenti, la scarsa attitudine di queste ultime a stimolare gli investimenti pubblici. Auspica quindi un lavoro approfondito della Commissione sul documento in esame, al fine di far pervenire in sede europea indicazioni chiare volte a difendere gli interessi e la sensibilità nazionale sul tema della governance economica.
  Passando, in dettaglio, a descrivere il documento in esame, ricorda che la comunicazione «L'economia dell'UE dopo la COVID-19: implicazioni per la governance economica» (COM(2021)662), presentata dalla Commissione europea il 22 ottobre 2021, ha lo scopo di rilanciare il dibattito pubblico – che era stato avviato nel febbraio 2020, ma sospeso a causa dello scoppio della crisi pandemica – sulla riforma delle regole della governance economica dell'Unione, le principali delle quali sono contenute nel Patto di stabilità e crescita, che ha l'obiettivo di far rispettare i vincoli di bilancio fissati dal Trattato di Maastricht.

  La Commissione europea intende valutare l'efficacia del quadro di governance economica dell'Unione nel conseguimento dei suoi obiettivi fondamentali, vale a dire: garantire finanze pubbliche sostenibili e una crescita sostenibile; evitare gli squilibri macroeconomici; creare un quadro di sorveglianza integrato che consenta un più stretto coordinamento delle politiche economiche, in particolare nella zona euro; promuovere la convergenza dei risultati economici tra gli Stati membri.
  Sottolinea che l'iniziativa della Commissione è particolarmente rilevante poiché riguarda un tema centrale e strategico per il futuro dell'Unione europea, che ha ricadute significative sulle prospettive di ripresa economica dell'Unione, nonché sulle sue principali politiche, in primis sulle strategie climatica e digitale.
  Nel rinviare per approfondimenti alla documentazione predisposta dagli uffici, rileva che l'analisi della Commissione tiene in considerazione sia il contenuto della discussione che si è sviluppata, ormai da qualche anno, sull'opportunità di riformare le regole fiscali comuni, sia l'impatto e le implicazioni che la crisi pandemica ha avuto sulla medesima discussione.
  La crisi ha avuto un drammatico impatto sociale ed economico, determinando, tra l'altro, un aumento delle divergenze economiche, sociali e territoriali preesistenti, non solo tra gli Stati, ma anche al loro interno, nonché una crescita dei livelli dei deficit e soprattutto dei debiti degli Stati membri.
  Secondo le stime della Commissione, nel 2023, quando, con tutta probabilità, la clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita sarà disattivata, dieci Paesi avranno ancora un deficit superiore al 3 per cento del PIL e quattordici un debito superiore al 60 per cento del PIL, sei dei quali tra cui l'Italia al di sopra del 100 per cento.
  Ricorda che le istituzioni europee e gli Stati membri hanno fronteggiato la crisi con una serie di iniziative importanti, che ne hanno attenuato le conseguenze negative,Pag. 140 alcune delle quali innovative e che potrebbero rappresentare utili modelli per il futuro, come lo Strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza (SURE) e Next Generation EU, specie il suo principale programma: il Dispositivo per la ripresa e la resilienza.

  La Commissione rileva che la crisi pandemica ha reso ancora più evidenti alcune sfide che il quadro di governance economica dell'Unione deve fronteggiare e afferma che, nell'ottica di una sua riforma, è essenziale considerare pertanto alcuni elementi, quali: la sfida di una riduzione graduale, duratura e favorevole alla crescita verso livelli prudenti del debito; la necessità di mantenere gli investimenti pubblici a livelli elevati per gli anni a venire; l'importanza di creare un margine di manovra a livello di bilancio in tempi normali, da utilizzare in tempi di crisi; il valore di un forte coordinamento delle politiche tra l'UE e gli Stati membri, in particolare tra diversi strumenti politici e di finanziamento; l'interruzione nella correzione degli squilibri macroeconomici e l'emersione di nuove vulnerabilità, le quali evidenziano quanto sia importante prevenire e affrontare tempestivamente i rischi e le divergenze; le difficoltà associate all'utilizzo di indicatori che non siano osservabili e all'elaborazione di norme che tentino di rispondere a tutte le circostanze possibili.
  Ricorda che, ai fini del rilancio del dibattito, la comunicazione all'esame affiancava anche una consultazione pubblica, che si è chiusa alla fine dello scorso anno e che era basata su undici domande chiave formulate dalla Commissione europea. La Commissione stessa ha annunciato che terrà conto dei circa 250 contributi pervenuti per elaborare le sue prossime iniziative.
  A tal riguardo, dalle ultime indicazioni fornite dal Vicepresidente Dombrovkis e dal Commissario Gentiloni, risulta che la Commissione avanzerà delle proposte legislative verso la metà di quest'anno, ma precedentemente, nelle prossime settimane, presenterà delle linee guida orientative per le politiche economiche e fiscali degli Stati membri per il 2023 che dovrebbero fornire una soluzione transitoria per il medesimo anno. Ciò si rende necessario, a giudizio della Commissione, in quanto i colegislatori non dovrebbero approvare le proposte legislative prima dell'anno prossimo.
  Ricorda che sulla riforma delle regole fiscali comuni, specie sulla revisione dei vincoli di bilancio fissati dal Trattato di Maastricht, si registrano da tempo orientamenti differenti tra gli Stati membri. Nonostante ciò, una possibile convergenza, favorita dagli insegnamenti che si possono trarre dalla crisi pandemica e dalla risposta che ne è derivata, sembra registrarsi su alcune questioni. Innanzitutto, sull'esigenza di elaborare regole più semplici, più trasparenti e maggiormente prevedibili e, quindi, anche più comprensibili dai cittadini, nonché sulla necessità di incoraggiare e accrescere gli investimenti pubblici per favorire la ripresa e promuovere le transizioni verde e digitale. Infine, sulla revisione della regola del debito, allo scopo di introdurre percorsi di riduzione graduali e favorevoli alla crescita.
  Segnala inoltre che nella Relazione programmatica del Governo sulla partecipazione dell'Italia all'UE per l'anno 2021, presentata a giugno scorso, si affermava l'intendimento di continuare ad evidenziare i limiti dell'attuale metodologia di calcolo del prodotto potenziale e dell'output gap, che misura il divario tra il PIL effettivo e il PIL potenziale.
  Prima di avviarsi alla conclusione, segnala che importanti contributi al dibattito sono stati già elaborati e avanzati, in cui si è inserito da ultimo anche l'intervento congiunto dei Presidenti Draghi e Macron. La maggior parte delle proposte di riforma concorda sull'esigenza di semplificare le regole e, in tale ottica, di abbandonare indicatori particolarmente complessi, difficilmente osservabili e poco comprensibili. Osserva, inoltre, che si è tornati da più parti a fare anche riferimento all'introduzione di una cosiddetta «golden rule» per escludere dalle regole determinati investimenti pubblici, in particolare quelli «verdi». Si è suggerito di considerare strumenti comuni a livello europeo a carattere permanente,Pag. 141 sulla base di quanto fatto con Next Generation EU e con SURE.
  Segnala infine come la questione tema all'esame sia oggetto di discussione anche nell'ambito della Conferenza sul futuro dell'Europa. Tra i temi più importanti discussi vi sono infatti la ripresa economica, comprese le preoccupazioni per l'aumento del debito pubblico nell'UE, le discussioni sul ruolo della Banca centrale europea, gli appelli a rivedere il Patto di stabilità e crescita e ad espandere il fondo per la ripresa Next Generation EU. Tali tematiche sono oggetto di discussione nell'ambito del Panel dei cittadini n. 1, le cui raccomandazioni dovrebbero essere presentate in occasione della plenaria della Conferenza dell'11 e 12 marzo 2022, e di uno dei gruppi di lavoro.
  Ricorda altresì che la Commissione sta svolgendo un'indagine conoscitiva sulla Conferenza e che la Banca d'Italia ha depositato una memoria che invita a ripensare in modo organico il quadro della governance economica dell'Unione, con lo scopo di renderlo meno complesso, più realistico negli obiettivi di riduzione del debito pubblico e più orientato alla crescita economica, anche evitando politiche pro-cicliche. Richiama infine il lavoro svolto nel 2020 sull'esame del programma di lavoro della Commissione e della relazione programmatica del Governo, dal quale sono emersi spunti interessanti di riflessione anche sulle questioni riguardanti la governance macroeconomica.
  In conclusione, ritiene che l'esame della comunicazione rappresenti l'occasione di un approfondimento su tematiche di assoluto rilievo nel dibattito in corso la cui evoluzione occorrerà monitorare nei prossimi mesi.

  Emanuela ROSSINI, presidente, fa presente che, assieme al presidente Battelli, ha formulato una richiesta alla Commissione bilancio volta a consentire la partecipazione dei membri della Commissione al ciclo di audizioni che verrà svolto sul documento in esame, al fine di consentire la migliore istruttoria per la formulazione del parere di competenza in sede consultiva. Auspica che in esito al processo di riforma delle regole di governance, attualmente al centro della discussione tra gli Stati membri dell'Unione, si perverrà alla definizione di regole trasparenti, basate su parametri non incerti.

  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.10.

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Giovedì 17 febbraio 2022. — Presidenza della vicepresidente Emanuela ROSSINI.

  La seduta comincia alle 14.10.

Prima relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021.
Doc. CCLXIII, n. 1.
(Seguito dell'esame, limitatamente alle parti di competenza, ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del Regolamento e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 9 febbraio 2022.

  Emanuela ROSSINI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.10 alle 14.15.