CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 10 febbraio 2022
739.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 35

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Giovedì 10 febbraio 2022. — Presidenza del presidente Fabio MELILLI.

  La seduta comincia alle 14.05.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni – L'economia dell'UE dopo la COVID-19: implicazioni per la governance economica.
COM(2021)662 final.
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio/conclusione – Approvazione di un documento finale).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Fabio MELILLI (PD), presidente e relatore, fa presente che, con la comunicazione «L'economia dell'UE dopo la COVID-19: implicazioni per la governance economica» (COM(2021)662), la Commissione europea ha rilanciato il dibattito pubblico sulla revisione del quadro della governance economica dell'UE, che era stato avviato con la presentazione di un'altra comunicazione nel febbraio 2020 e successivamente sospeso a motivo dell'urgenza di affrontare le sfide conseguenti allo scoppio della crisi pandemica.
  Evidenzia che l'iniziativa della Commissione europea si inserisce pertanto in una discussione, che si è sviluppata già da qualche anno, sull'opportunità di riformare la governance economica dell'UE e su quali modifiche o integrazioni eventualmente apportare ai fini di un suo miglioramento e rafforzamento.
  Rileva, inoltre, che l'esame della comunicazione presentata il 22 ottobre 2021 rappresenta per la Commissione l'occasione di avviare un'istruttoria su un tema di carattere strategico, sul quale si registrano contributi di discussione autorevoli e che si inserisce nel più ampio dibattito in corso sulle prospettive dell'Europa a fronte delle future e complesse sfide globali.
  Ricorda che il dibattito si svolge in un contesto fortemente segnato dalla crisi pandemica e interessa, tra l'altro, il Patto di stabilità e crescita, il principale insieme di regole della governance economica europea. Rammenta che, nel 2020, è stata attivata, per la prima volta dalla sua introduzione,Pag. 36 la clausola di salvaguardia generale del Patto, che, sebbene non sospenda le procedure del Patto stesso, consente agli Stati membri di adottare misure di bilancio adeguate in caso di grave recessione economica della zona euro o dell'intera Unione. La clausola dovrebbe presumibilmente essere disattivata a partire dal 2023.
  Nel rinviare alla documentazione predisposta dagli uffici per un approfondimento sui contenuti della comunicazione all'esame della Commissione e sul dibattito in corso, segnala che nella sua analisi la Commissione europea valuta, innanzitutto, l'impatto della crisi pandemica, sottolineando in modo particolare come essa abbia, tra l'altro, comportato un aumento delle divergenze economiche, sociali e territoriali preesistenti, nonché determinato una crescita dei disavanzi e soprattutto dei livelli di debito in tutti gli Stati membri. Al riguardo, segnala che, secondo le ultime stime della Commissione, nel 2023 dieci Paesi (tra cui Spagna, Francia e Italia) avranno ancora un deficit superiore al 3 per cento del PIL e quattordici Paesi un debito superiore al 60 per cento (sei dei quali – Belgio, Grecia, Spagna, Francia, Italia e Portogallo – al di sopra del 100 per cento del PIL).
  Sottolinea, tuttavia, come la risposta alla crisi, nazionale e dell'UE, abbia attenuato gli effetti negativi e promosso la ripresa, in particolare grazie alla citata attivazione della clausola di salvaguardia generale del Patto, alla flessibilità concessa in materia di aiuti di Stato e di utilizzo dei fondi della coesione, al lancio di nuovi strumenti europei, come lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza (SURE) e il Piano per la ripresa Next Generation EU, ma anche ad altre iniziative, come il Programma temporaneo di acquisto di titoli del settore privato e pubblico per l'emergenza pandemica della BCE o il Fondo di garanzia paneuropeo della BEI per mobilitare finanziamenti aggiuntivi a sostegno delle PMI.
  Ciò evidenziato, riferisce quanto segue. La Commissione afferma che la crisi pandemica ha messo in ulteriore risalto le sfide cui deve far fronte il quadro di governance economica e che, al fine di un suo riesame, è pertanto necessario tenere in considerazione alcuni elementi quali:

   la sfida di una riduzione graduale, duratura e favorevole alla crescita verso livelli prudenti del debito;

   la necessità di mantenere gli investimenti pubblici a livelli elevati per gli anni a venire;

   l'importanza di creare un margine di manovra a livello di bilancio in tempi normali, da utilizzare in tempi di crisi;

   il valore di un forte coordinamento delle politiche tra l'UE e gli Stati membri, in particolare tra diversi strumenti politici e di finanziamento;

   l'interruzione nella correzione degli squilibri macroeconomici e l'emersione di nuove vulnerabilità, le quali evidenziano quanto sia importante prevenire e affrontare tempestivamente i rischi e le divergenze;

   le difficoltà associate all'utilizzo di indicatori che non siano osservabili e all'elaborazione di norme che tentino di rispondere a tutte le circostanze possibili.

  Inoltre, a giudizio della Commissione, gli insegnamenti tratti dal successo della risposta politica dell'UE alla crisi, e in particolare dal Dispositivo per la ripresa e la resilienza, possono essere utili per il riesame del quadro di governance economica.
  Grazie alla sua natura basata sui risultati e ai rigorosi meccanismi di monitoraggio e controllo, il Dispositivo fornisce, infatti, una strategia coerente per sostenere le riforme e gli investimenti pubblici e stimolare la crescita potenziale per rispondere alle esigenze della duplice transizione.
  Gli elementi evidenziati dalla Commissione incrociano taluni aspetti oggetto di riflessione già prima del Covid-19, concernenti la complessità del modello di governancePag. 37 e il modo di calcolare alcuni indicatori, tra cui l'output gap, che misura la differenza tra PIL effettivo e PIL potenziale e che è un indicatore non osservabile e da molti ritenuto anche incerto. Si avverte inoltre l'esigenza di una revisione delle regole che assicuri margini di azione più ampi alla politica di bilancio in funzione anticiclica, anche considerato che le misure adottate negli ultimi mesi, insieme agli strumenti messi in campo dall'UE, si sono dimostrati molto efficaci nell'attenuare gli effetti della crisi.
  La pandemia ha aggiunto nuovi elementi alla discussione, in quanto è aumentata la consapevolezza che sarà essenziale promuovere e incrementare gli investimenti pubblici per favorire la ripresa. Per tali finalità sono state avanzate le proposte di considerare a carattere permanente strumenti comuni a livello europeo, sulla base dell'esperienza maturata con Next Generation EU e con SURE, nonché di valutare l'introduzione di una golden rule per lo scorporo degli investimenti, in particolare quelli «verdi», dal calcolo del deficit, o ancora di trasferire una quota dei debiti pubblici nazionali accumulati durante la pandemia ad un'agenzia europea di gestione del debito di nuova creazione.
  Il Commissario per l'economia, Paolo Gentiloni, ha sottolineato l'esigenza di regole fiscali che siano in grado di promuovere gli investimenti pubblici, specie per le transizioni ecologica e digitale.
  Ricorda che la comunicazione in esame ha rilanciato una consultazione pubblica che si è chiusa alla fine dell'anno scorso e che si è basata su undici domande chiave formulate nella comunicazione del 2020 e integrate da quella del 2021.
  In merito, il Commissario Gentiloni ha affermato che la Commissione ha ricevuto più di 250 contributi.
  La Commissione europea si impegna – tenendo conto di tutte le opinioni espresse durante il dibattito pubblico, a cui sono stati invitati a partecipare istituzioni dell'Unione e nazionali (banche centrali, Governi, Parlamenti) ma anche cittadini e portatori di interessi – a fornire, nel primo trimestre del 2022, orientamenti per la futura politica di bilancio. La Commissione, inoltre, annuncia che fornirà orientamenti su eventuali modifiche del quadro di governance economica con l'obiettivo di raggiungere un ampio consenso sulla via da seguire in tempo utile per il 2023.
  La revisione delle regole di governance è oggetto di discussione nelle riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin.
  Segnala che, a margine del Consiglio Ecofin del 18 gennaio scorso, il Vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha preannunciato la presentazione di proposte legislative verso la metà dell'anno in corso, nonché di linee guida orientative per le politiche economiche e fiscali degli Stati membri per il 2023, le quali potrebbero fornire una soluzione ponte nell'attesa di completare la riforma, tenuto conto per un verso dei tempi che potrebbero essere necessari per l'approvazione delle proposte della Commissione da parte dei colegislatori e per l'altro della probabile disattivazione della clausola di salvaguardia generale del patto nel 2023.
  D'altronde, sul tema della revisione delle regole di governance economica si confrontano da tempo posizioni diverse tra gli Stati membri, specie con riguardo al tema di un allentamento ovvero di una modifica degli attuali vincoli di bilancio fissati dal Trattato di Maastricht. Come segnalato dal Vicepresidente della Commissione europea, sembra comunque registrarsi una possibile convergenza sull'esigenza di procedere a una maggiore trasparenza e semplificazione delle regole e sulla revisione della regola del debito, al fine di introdurre percorsi di riduzione credibili, graduali e favorevoli alla crescita.
  La discussione comunque proseguirà nelle prossime riunioni di febbraio e marzo.
  Il dibattito sulla riforma delle regole di governance economica è entrato nel vivo e negli scorsi mesi sono stati presentati contributi alla discussione, alcuni dei quali di particolare rilievo. Segnala tra questi: la proposta dell'European Fiscal Board, in cui si propone un quadro normativo basato su un valore di riferimento per il debito, un percorso di riduzione del debito verso il valore di riferimento a un ritmo adattato Pag. 38alle circostanze del Paese e la fissazione di indicatori osservabili per la crescita della spesa; uno studio, pubblicato sul sito del Meccanismo europeo di stabilità (MES), che propone tra l'altro l'innalzamento del valore di riferimento per il debito pubblico al 100 per cento del PIL; un comunicato della Banca centrale europea, che si esprime in favore di regole più semplici, più trasparenti e più prevedibili per garantire un percorso di aggiustamento realistico, graduale e duraturo del debito pubblico. Ricordo che anche il Parlamento europeo si è espresso, lo scorso luglio, a favore di una revisione del quadro di governance, auspicabilmente prima di disattivare la clausola di salvaguardia generale del Patto.
  Da ultimo, nel dibattito in corso si è inserito l'intervento congiunto dei Presidenti Draghi e Macron in cui si rileva la necessità di riformare le regole di bilancio, attraverso più spazio di manovra e margini di spesa sufficienti per prepararci al futuro e per garantire la nostra piena sovranità. Il debito per finanziare tali investimenti dovrà essere favorito dalle regole di bilancio, dato che questo tipo di spesa pubblica contribuisce alla sostenibilità di lungo termine del debito. Il programma Next Generation EU viene indicato come un «utile modello per il futuro» sia per i meccanismi che ha introdotto per la valutazione della qualità della spesa pubblica che per le sue modalità di finanziamento.
  In conclusione, ribadisce che l'esame della comunicazione rappresenta per la Commissione l'occasione di un approfondimento su tematiche di assoluto rilievo nel dibattito in corso. In tale discussione risulterà utile acquisire elementi di valutazione attraverso lo svolgimento di audizioni di interlocutori qualificati.
  In esito all'istruttoria la Commissione potrà valutare se adottare un documento finale.
  Segnala infine che l'esame parlamentare della comunicazione è stato avviato soltanto in quattro Parlamenti e non risultano adottati documenti a conclusione dell'esame.
  Nessuno chiedendo di parlare, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.10 alle 14.15.