CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 2 dicembre 2021
707.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 8.30 alle 8.55.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 2 dicembre 2021. — Presidenza del presidente Luigi MARATTIN, indi del vicepresidente Giovanni CURRÒ. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni.

  La seduta comincia alle 8.55.

Delega al Governo per la riforma fiscale.
C. 3343 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 1° dicembre scorso.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, avverte che per la seduta odierna, non essendo previsto che la Commissione svolga votazioni, è consentita la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati e del rappresentante del Governo, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (Lega) osserva che con il provvedimento in esame non si realizzerà una riforma epocale come quella degli anni Settanta. Allora il lavoro durò anni e si cambiò completamente il sistema fiscale, sostituendo un vecchio insieme di imposte con uno completamente diverso. In questo momento invece, poiché si tratta solo di rivedere la disciplina delle imposte che già esistono, al massimo si può parlare di restyling, non certo di riforma.
  Quindi, entrando nel merito, esprime dubbi sull'effettiva realizzazione di un intervento relativamente semplice come la soppressione delle micro-imposte, prevista dall'articolo 1, lettera b), n. 2, in relazione al quale osserva che si sarebbe potuto scegliere un mezzo decisamente più rapido ed efficace, come l'inserimento nel decreto-legge n. 146 del 2021, in materia fiscale, o nel disegno di legge di bilancio per l'anno 2022, provvedimenti che sono attualmente all'esame del Senato.

  Raffaele TOPO (PD) ritiene che il Governo abbia trasfuso nel presente provvedimento il contenuto del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva e si augura che in Commissione Finanze, nel corso dell'esame del disegno di legge, possa essere Pag. 39mantenuto quel clima di condivisione e collaborazione che ha condotto all'approvazione del citato documento.
  Ricordando poi che i tempi a disposizione della Commissione per la conclusione dell'esame saranno ridotti per la necessità di esaminare la legge di conversione del decreto-legge n. 146 del 2021 e il disegno di legge di bilancio, per le festività natalizie e per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, invita tutti i colleghi a adoperarsi per giungere a una rapida approvazione del provvedimento; preannuncia quindi la volontà del suo gruppo di offrire un contributo costruttivo, ferma restando l'esigenza di una adeguata discussione degli elementi del provvedimento non già presenti nel documento conclusivo dell'indagine.

  Galeazzo BIGNAMI (FdI) ritiene improprio definire «riforma» il presente provvedimento, che si limita a un minimo aggiornamento, che si potrebbe definire un mero maquillage dell'attuale sistema fiscale. Evidenzia che per poter affrontare una seria riforma strutturale occorrerebbe maggior tempo a disposizione, anche per esaminare le proposte emendative che saranno presentate; ricorda peraltro che la riforma degli anni Settanta fu frutto di un processo assai più ampio, che vide il coinvolgimento di tecnici e anche di soggetti che avevano la possibilità di interagire con il legislatore, mentre oggi il Parlamento impone ai propri lavori tempi e modalità nettamente più limitati.
  Osserva quindi come occorra mettere in luce e valutare anche le tematiche che sono assenti dal provvedimento in esame, con particolare riferimento alle richieste che erano state formulate dal gruppo Fratelli d'Italia nel corso dell'indagine conoscitiva. Si riferisce innanzitutto ad un tema essenziale per il suo gruppo, ovvero la costituzionalizzazione dello Statuto del contribuente, Statuto che ha subito 600 violazioni in vent'anni e che risulta una delle norme più violate dell'ordinamento. In proposito, pur comprendendo la difficoltà tecnica di operare la costituzionalizzazione nell'ambito di una legge delega, rileva come non si sia registrata alcuna volontà in tal senso, eventualmente anche attraverso l'utilizzo di altri strumenti. Ulteriori misure affrontate nel corso dell'indagine e care a Fratelli d'Italia sono del tutto assenti dal provvedimento in esame.
  Segnala che un Governo di così elevato livello tecnico avrebbe potuto fare di meglio, presentando una proposta più organica e strutturata, anziché limitarsi a un intervento legislativo di piccolo cabotaggio, senza alcun respiro, che sembra avere più una funzione propagandistica che obiettivi concreti. Tale impostazione pare confermata anche da quanto evidenziato dal collega Gusmeroli circa l'inserimento nel provvedimento di misure per l'abrogazione delle micro-imposte, che più opportunamente avrebbero dovute essere inserite in un veicolo normativo più rapido, quali ad esempio sono i disegni di legge in materia fiscale e di bilancio, all'esame del Senato, che dovrebbero essere approvati nel corrente mese di dicembre.
  È con queste preoccupazioni che il suo gruppo si accinge ad affrontare l'esame del provvedimento, che auspica non si traduca in un vincolo rispetto a futuri interventi più strutturali, completi e organici, dei quali il Paese ha bisogno e che mancano nel disegno di legge, che appare dettato da esigenze contingenti e che viene a torto enfatizzato e caricato di retorica, senza avere nessuna caratteristica che lo possa distinguere da una ordinaria legge in materia tributaria.
  Ricorda poi che il gruppo Fratelli d'Italia ha espresso un voto contrario sul documento conclusivo della più volte richiamata indagine conoscitiva, oltre che per la ristrettezza del tempo riservato al suo esame, anche per la genericità del documento stesso, dovuta alla necessità di evitare argomenti divisivi all'interno dell'attuale eterogenea maggioranza. Analoga genericità contraddistingue il disegno di legge di delega e il fatto che l'eterogeneità politica della maggioranza precluda interventi strutturali è stato segnalato, oltre che dal suo gruppo, anche dall'Ufficio parlamentare di bilancio, nella memoria di recente trasmessa. Conclude auspicando che nella prossima legislatura una maggioranza più compatta possa realizzare una riforma fiscale Pag. 40 davvero strutturale, organica e completa.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, concordando con i colleghi sul fatto che probabilmente i componenti della Commissione Finanze non saranno ricordati nei libri di storia economica, invita i colleghi a definire i criteri in base ai quali è lecito parlare di riforma fiscale. Se si ritiene di poter utilizzare il termine «riforma» solo quando si cambia nome e filosofia delle imposte, solo in caso di interventi radicali come quello del 1972-1973, che – ricorda – ha cancellato il precedente sistema impositivo su base reale, sostituendolo con un sistema personale, e che ha introdotto l'IVA, è ovvio che il presente provvedimento non possa essere definito una riforma, né vi saranno probabilmente riforme fiscali di tale portata nei prossimi anni.
  A suo avviso, tuttavia, si può senz'altro parlare di riforma anche in caso di modifiche di alcuni aspetti strutturali di imposte già esistenti. Evidenzia in proposito che il preannunciato emendamento che destina diversi miliardi alla revisione dell'IRPEF, che dovrebbe essere inserito nella legge di bilancio per il 2022, opera certamente una riforma fiscale, poiché cambia la struttura dell'imposta, intervenendo sul profilo delle aliquote medie effettive, sul profilo delle aliquote effettive marginali, su scaglioni e aliquote, detrazioni e no tax area. Al di là delle risorse stanziate, e al di là di quanto si riuscirà concretamente ad ottenere, quanto scritto nel disegno di legge di delega e nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sono indubbiamente interventi relativi alla struttura del sistema impositivo.
  Esprime quindi perplessità sulla posizione di coloro che riducono il provvedimento in esame ad un mero intervento di ritocco delle norme vigenti, soprattutto nel caso di forze politiche che hanno criticato l'accordo sullo stanziamento di 8 miliardi ritenendo più opportuno concedere bonus ad hoc anziché operare una revisione ben più strutturale dell'imposta sul reddito delle persone fisiche.
  Invita in conclusione i colleghi a non sottovalutare o sminuire il lavoro che la Commissione si accinge a svolgere.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (Lega) non condivide le critiche del collega di Fratelli d'Italia sul documento conclusivo, che il suo gruppo ha invece votato convintamente.
  Segnala poi che la Lega giudica ottimo l'accordo raggiunto sull'utilizzo delle risorse stanziate dalla legge di bilancio per il 2022 per la riduzione delle imposte, che rappresenta un primo step per la realizzazione di quanto previsto nel documento conclusivo dell'indagine e che, se tutto andrà come auspica, entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio. Prosegue evidenziando che il gruppo Lega, per il suo pragmatismo, indirizza il proprio operato al varo di leggi che entrino effettivamente in vigore e dispieghino rapidamente i loro effetti nella società.
  Il presente disegno di legge, come evidenziato dall'Ufficio parlamentare di bilancio e come segnalato immediatamente anche dal gruppo Lega, è troppo generico. Né è corretto sostenere, come affermato dal Presidente Marattin, che il disegno di legge in esame corrisponda pienamente alle indicazioni contenute nel documento conclusivo dell'indagine. In realtà, il disegno di legge di delega è talmente generico da garantire al Governo la massima libertà nella redazione dei decreti delegati, e consentirà di fare tutto e il contrario di tutto. Su questo aspetto invita quindi tutti i commissari a una profonda riflessione, per evitare che dai decreti legislativi emergano soluzioni inaspettate, sulle quali poi sarà difficile intervenire in sede di parere parlamentare. Al riguardo cita l'esempio dell'aliquota continua sul modello tedesco, sulla quale la maggioranza della Commissione, in sede di indagine conoscitiva, ha molto dibattuto, indicando tale opzione – stante la netta contrarietà di alcuni gruppi, tra i quali la Lega – come extrema ratio. Eppure, data la genericità del provvedimento in esame, una simile soluzione potrebbe a suo avviso senz'altro trovare attuazione nei decreti delegati. Pag. 41
  Prosegue segnalando alcune misure contenute nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva che, analogamente a quanto si sta facendo per la riduzione dell'IRPEF, potrebbero essere inserite in un provvedimento già in corso di esame, al fine di consentirne l'entrata in vigore in tempi rapidi, soprattutto se si tratta di misure che non necessitano di copertura. Tra queste ricorda l'eliminazione delle microimposte, l'abolizione dell'IRAP, la rateizzazione del secondo acconto di novembre, la riduzione della ritenuta d'acconto e lo scivolo per l'uscita dalla mini flat tax, proposto dal MoVimento 5 Stelle.
  Evidenzia che sarebbe sicuramente meglio, se si vuole effettivamente agire nell'interesse dei contribuenti, operare in questo modo e cercare di far approvare in tempi brevi le menzionate misure, piuttosto che passare settimane in Commissione a discutere delle singole parole da inserire nel presente provvedimento, che verranno comunque liberamente interpretate dal Governo nell'esercizio della delega.
  Invita quindi i colleghi ad una riflessione circa l'opportunità di abbandonare sterili dibattiti e lavorare piuttosto su alcune specifiche misure che, mediante uno strumento che esiste già, il disegno di Legge di bilancio, potrebbero entrare in vigore già il prossimo 1° gennaio 2022. Solo così si potrà essere certi che il lavoro concluso il 30 giugno scorso si tradurrà in effettivi benefici per i cittadini.

  Galeazzo BIGNAMI (FdI) esprime il timore che la Commissione passi alla storia per aver compiuto disastri, anziché per la validità del proprio lavoro.
  Ricorda poi che il proprio gruppo, all'indomani dell'approvazione del documento conclusivo, aveva già segnalato l'estrema genericità di tale documento, che avrebbe consentito al Governo di essere libero di legiferare a suo piacimento. Oggi rileva che quanto evidenziato dall'onorevole Gusmeroli in merito alla genericità del disegno di legge delega non sia altro che la logica conseguenza della genericità del documento conclusivo, effetto inevitabile data l'eterogeneità della maggioranza che l'ha approvato.
  Ribadisce inoltre l'assenza delle tematiche segnalate dal gruppo Fratelli d'Italia, quali la già ricorda necessità di dare rilievo costituzionale allo Statuto del contribuente, lo scivolo per l'uscita dal regime forfettario e il quoziente familiare. Pur comprendendo quanto sottolineato dal presidente Marattin in merito all'esistenza di diversi livelli di riforma, osserva comunque come non si sia fatto nulla per impostare la riforma ponendo al centro la famiglia, la tutela del contribuente e il superamento di misure divisive a carico dei lavoratori autonomi.
  Nel documento si è invece sostanzialmente scelto di non fare nulla e lasciare libertà al Governo, il quale probabilmente voleva proprio questo, per seguitare la propria azione di esautoramento del Parlamento. Appare infatti chiaro a chi esamina con attenzione l'andamento recente dell'attività legislativa che il Parlamento è del tutto escluso dagli interventi più importanti. Il Governo lascia alla maggioranza temi quali la proposta di legge Zan (C. 569), la revisione minima di alcuni aspetti della disciplina degli enti locali o la proposta di legge, certamente nobilissima, per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona (C. 1813). Ma gli interventi destinati ad avere una duratura strutturalità, che costituiscono gli architravi tecnici sui quali costruire il futuro del Paese, restano invece nelle mani del Governo, che decide autonomamente, senza che la maggioranza, per non rendere manifeste le proprie divisioni interne e nell'incapacità di assumere le proprie responsabilità, sollevi alcuna obiezione.
  Prevede pertanto che la proposta dell'onorevole Gusmeroli di inserire alcune misure previste dal documento conclusivo dell'indagine conoscitiva in provvedimenti di prossima approvazione, sebbene audace negli obiettivi, sia destinata a cadere nel vuoto. Così come è certo che non avranno alcun seguito le proposte, che pure il suo gruppo è disponibile a sostenere, rientranti negli obiettivi politici del centrodestra e alle quali gli esponenti di questa parte politica, che ora fanno parte della maggioranza, non dovrebbero rinunciare. Pag. 42
  Auspica che tali punti essenziali del programma di centrodestra possano essere realizzati nella prossima legislatura.

  Raffaele TRANO (Misto-A) ritiene che non spetti alla Commissione decidere se questo disegno di legge realizzerà una vera riforma fiscale o meno; sarà il Paese e il sistema economico a formulare valutazioni in relazione ai risultati che si raggiungeranno in termini di semplificazione, sburocratizzazione e alleggerimento della pressione fiscale.
  Osserva comunque come non sia possibile fare paragoni con l'operato di Cosciani e Visentini, che hanno lavorato con esperti per anni, non per un solo semestre, al fine di predisporre una radicale riforma del sistema fiscale. Nel caso attuale manca inoltre qualsiasi indicazione sulle coperture finanziarie, che rappresentano un aspetto fondamentale per qualsiasi progetto di riforma, come è stato dimostrato con la proposta di legge Ruocco sulla semplificazione fiscale (C. 1074), considerevolmente ridimensionata per mancanza di idonee coperture.
  Si associa quindi alle osservazioni critiche sulla mancanza di una previsione di rafforzamento dello Statuto del contribuente, che deve a suo parere essere ricondotta allo strapotere esercitato dall'Agenzia delle entrate, rispetto al quale il Parlamento non riesce ad intervenire. Si tratta di un vero peccato e di una occasione sprecata, anche in considerazione del fatto che eventuali proposte emendative in questa direzione rischierebbero di essere considerate estranee per materia rispetto ai contenuti propri del provvedimento.
  Infine auspica che la Commissione saprà definire indirizzi più precisi che tendano a porre alcuni paletti al Governo, riducendo, se possibile, la genericità del provvedimento. In ogni caso osserva che il meccanismo di approvazione dei decreti delegati, previsto dall'articolo 1, consentirà di fatto al Governo, se lo vorrà, di ignorare eventuali pareri contrari espressi dalla Commissione sugli schemi dei decreti legislativi presentati.

  Giovanni CURRÒ, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.30.