CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 novembre 2021
700.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
Pag. 235

DELIBERAZIONE DI RILIEVI
SU ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 23 novembre 2021. — Presidenza del presidente Filippo GALLINELLA.

  La seduta comincia alle 13.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Filippo GALLINELLA, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Proposta di piano per la transizione ecologica.
Atto n. 297.
(Rilievi alla VIII Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4 del Regolamento, e conclusione – Deliberazione di rilievi).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Filippo GALLINELLA, presidente e relatore, ricorda che la Commissione è stata autorizzata ad esprimere rilievi sull'atto in esame, attualmente assegnato in sede primaria alla Commissione Ambiente, in quanto contenente alcune disposizioni di specifico interesse della Commissione Agricoltura.
  Nel ricordare che la Commissione è chiamata ad esprimere i rilievi entro la giornata odierna, illustra quindi i contenuti del documento in titolo.
  A tale riguardo, riferisce che la proposta di Piano per la transizione ecologica è previsto dall'articolo 4 del decreto-legge n. 22 del 2021, che ne affida la redazione all'apposito Comitato interministeriale (CITE), al fine di coordinare le politiche in materia di: a) riduzione delle emissioni di gas climalteranti; b) mobilità sostenibile; c) contrasto del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo; c-bis) mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici; d) risorse idriche e relative infrastrutture; e) qualità dell'aria; f) economia circolare; f-bis) bioeconomia circolare e fiscalità ambientale, ivi compresi i sussidi ambientali e la finanza climatica e sostenibile.
  Il Piano individua le azioni, le misure, le fonti di finanziamento, il relativo cronoprogramma, nonché le amministrazioni Pag. 236competenti all'attuazione delle singole misure e si articola in quattro parti – di cui il paragrafo 3 è denominato «proposta per il piano per la transizione ecologica» – e un'appendice con 4 allegati. La premessa evidenzia che tale piano «intende fornire informazioni di base e un inquadramento generale sulla strategia per la transizione ecologica, dare un quadro concettuale che accompagni gli interventi del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e promuovere una riflessione su questi temi».
  Nel primo paragrafo – in funzione di sommario – si richiama il contesto internazionale, che vede come riferimento l'Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile e il Green Deal lanciato dall'UE e i suoi 5 macro-obiettivi (neutralità climatica, azzeramento dell'inquinamento, adattamento ai cambiamenti climatici, ripristino della biodiversità e degli ecosistemi, transizione verso l'economia circolare e la bioeconomia).
  I predetti macro-obiettivi sono articolati nella proposta di Piano in otto aree di intervento, che riguardano: la decarbonizzazione; la mobilità sostenibile; il miglioramento della qualità dell'aria; il contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico; il miglioramento delle risorse idriche e delle relative infrastrutture; il ripristino e rafforzamento della biodiversità; la tutela del mare; la promozione dell'economia circolare, della bioeconomia e dell'agricoltura sostenibile.
  Dal punto di vista degli investimenti necessari, nel PTE si evidenzia che «ai fondi del PNRR dovranno affiancarsi, per le misure di competenza, i fondi della coesione europea e nazionale e i fondi di bilancio ordinario gestiti dalla pubblica amministrazione centrale e dagli enti territoriali e contemporaneamente, dovrà essere promossa l'attivazione di ulteriori investimenti da parte degli operatori privati e pubblico-privati».
  Il Piano è frutto del lavoro collettivo del Comitato interministeriale della transizione ecologica (CITE) e che si sviluppa a partire dalle linee già delineate dal PNRR proiettandole al completo raggiungimento degli obiettivi al 2050. Viene inoltre sottolineato che il Comitato interministeriale per la transizione ecologica avrà la responsabilità della programmazione e del monitoraggio del processo fino al raggiungimento del suo fine. Nel documento sono quindi evidenziati alcuni profili rilevanti per la governance e il monitoraggio del Piano, riguardanti la legalità e la fiscalità. Oltre ai contenuti illustrati, che sono approfonditi nell'allegato 1 al piano, il PTE fornisce (nell'allegato 2) una sintesi delle principali politiche internazionali, europee e nazionali nelle materie della transizione ecologica e (nell'allegato 3) il cronoprogramma di implementazione del PTE nel quadro delle misure previste dal PNRR. Infine nell'allegato 4 sono proposti alcuni indicatori da utilizzare per il monitoraggio.
  Il secondo paragrafo – «Il futuro che vogliamo» – intende tracciare le tappe per la trasformazione ambientale, economica e socio-politica ritenuta necessaria per avviare mutamenti di lungo periodo. Questi hanno la finalità di determinare la radicale trasformazione degli assetti economici, industriali e sociali necessari a scongiurare il pericolo che i cambiamenti climatici in corso e la riduzione della biodiversità compromettano i progressi e i benefici raggiunti dal genere umano. Tale paragrafo si articola in una prima sezione dedicata ai documenti internazionali. Oltre che sul Green Deal, il piano è basato sui seguenti documenti internazionali: 1) l'Accordo di Parigi, sottoscritto nel dicembre 2015 sui cambiamenti climatici e il contenimento del riscaldamento globale; 2) l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che ingloba 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile.
  Principalmente il Piano si inserisce comunque all'interno del Green Deal, il programma europeo per una nuova crescita sostenibile dell'Unione europea, finalizzato a rendere l'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Al riguardo ricordo che per il finanziamento del Green Deal sono state messe a disposizione specifiche risorse all'interno di «Next Generation EU» (NGEU). In particolare, il 37 per cento delle risorse complessivamente richieste dagli Stati membri nei rispettivi PNRR è dedicato a interventi di contrasto al cambiamento climatico. Il documento Pag. 237 richiama quindi uno scenario globale in cui si individuano le sfide legate: 1) al cambiamento climatico e inquinamento, determinati in primis dalla diffusione delle fonti fossili in virtù della loro densità energetica e versatilità; 2) alla trasformazione dei processi energetici; 3) alla sovrappopolazione, malnutrizione e spreco di cibo; 4) alle minacce alla biodiversità.
  Il paragrafo 4 è dedicato ad illustrare sinteticamente il previsto sistema di governance della transizione ecologica che si baserà in particolare su una forte cooperazione e coordinamento tra i ministeri coinvolti e le istituzioni locali. Sul versante del monitoraggio si prevede che dopo l'approvazione definitiva del Piano da parte del CITE, entro il 31 maggio di ogni anno sarà trasmessa alle Camere una relazione annuale sullo stato di attuazione, dando conto altresì delle azioni, delle misure e delle fonti di finanziamento adottate. Gli indicatori di monitoraggio sono presentati nell'allegato 4.
  Per i profili di interesse della Commissione si sofferma sui principali contenuti delle aree di intervento che rientrano negli ambiti di competenza.
  Nell'ambito delle azioni per la decarbonizzazione, il PTE segnala come la strategia Farm to Fork – con la sostituzione dei mezzi agricoli più inquinanti e l'avvento di pratiche agricole e zootecniche più sostenibili (agroecologia, agricoltura di precisione) – consentirà un maggiore assorbimento di carbonio nei terreni e un potenziamento delle bioenergie. Un programma di riforestazione e una gestione sostenibile delle foreste ottimizzerà la loro capacità di assorbire più del 10 per cento delle emissioni nazionali. A tale fine il PTE richiama la necessità di aumentare stabilmente il «sink» di carbonio al di sopra dei livelli attribuiti dall'UE o attualmente previsti dal Piano nazionale di contabilizzazione forestale.
  Nell'ambito delle azioni per il miglioramento della qualità dell'aria, il PTE sottolinea come un'attenzione particolare andrà riservata all'impiego di biomasse e bioenergie, neutre dal punto di vista climatico ma potenzialmente dannose per la salute, e a una progressiva riduzione delle emissioni del settore agricolo (come l'ammoniaca). Il Piano evidenzia come tale settore rappresenta la quasi totalità delle emissioni nazionali di ammoniaca, legate all'uso dei fertilizzanti sintetici, precisando che l'ammoniaca è un gas che contribuisce all'acidificazione dei suoli, all'eutrofizzazione delle acque e ha effetti sull'alterazione delle biodiversità, oltre a intervenire nella formazione del particolato atmosferico.
  Le azioni di riduzione vanno dagli interventi sull'alimentazione degli animali a quelle sui ricoveri e al trattamento delle deiezioni, oltre all'espansione degli impianti per la produzione di biogas, che consentiranno – prosegue il PTE – una riduzione a 22-23 milioni di tonnellate di CO2 equivalente al 2050. Anche campagne ben congegnate per promuovere un'alimentazione di tipo mediterraneo con prevalenza di vegetali comporteranno il doppio beneficio di minori emissioni e di un miglioramento dello stato di salute della popolazione. Al settore agricoltura sarà quindi richiesto uno sforzo ulteriore al fine di superare gli attuali obiettivi, incentivando anche il sistema di allevamento biologico. Per le emissioni dal settore agricolo (ammoniaca in primo luogo), la riduzione del 16 per cento prevista al 2030 dalla direttiva (UE) 2284/2016 (NEC – National Emission Ceilings) dovrà essere più ambiziosa se si vuole limitare la concentrazione in aria di particolato fine. L'Italia si sta già muovendo in questo senso attraverso la redazione di un Codice nazionale indicativo di buone pratiche agricole per il controllo delle emissioni di ammoniaca, predisposto dal MIPAAF. Ricordo, tuttavia, l'agricoltura italiana si colloca in posizioni di avanguardia in termini di sostenibilità ambientale, rappresentando, come emerge dai dati raccolti e analizzati dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), appena il 7 per cento delle emissioni nazionali di gas serra, contro il 44,7 dell'industria e il 24,5 dei trasporti.
  Nell'ambito delle azioni per il contrasto al consumo di suolo, il PTE evidenzia come entro il 2030 almeno il 10 per cento delle superfici agricole dovrà assicurare la presenza Pag. 238 di elementi caratteristici del paesaggio ad elevata biodiversità, al fine di rendere più resistenti il suolo e le foreste ai fenomeni erosivi, agli incendi e alla desertificazione. Il Piano prospetta la necessità di ripristinare gli elementi marginali e seminaturali, quali siepi, filari di alberi, piccole pozze e muretti a secco, conseguendo una maggiore diversificazione del paesaggio agricolo.
  Nell'ambito delle azioni per la tutela delle risorse idriche, il Piano ricorda come le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici riguardano anche l'ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse idriche (a scopo civile, industriale e agricolo), caratterizzato da elevata frammentazione gestionale e sprechi di risorse.
  Relativamente alle azioni per il rafforzamento della biodiversità, con riferimento alla difesa delle foreste l'obiettivo è quello di promuoverne la tutela – considerato che le foreste coprono il 40 per cento della superficie del Paese e contribuiscono in modo cruciale alla decarbonizzazione e allo stato della biodiversità – aumentandone la resistenza a eventi climatici avversi ed alla diffusione di specie invasive e parassitarie. Nel PTE si prevede altresì di valorizzare il legname nazionale quale duraturo stoccaggio di carbonio, nell'ottica della riduzione delle emissioni di CO2 e di una bioeconomia circolare.
  L'obiettivo della Tutela del mare è declinato nel PTE partendo da quanto previsto, in termini di investimenti, nel PNRR nelle attività di ricerca e osservazione dei fondali e degli habitat marini, anche attraverso il potenziamento di una flotta dedicata, e che l'obiettivo delle ricerche è avere il 90 per cento dei sistemi marini e costieri mappati e monitorati, e il 20 per cento restaurati.
  Gli obiettivi di conservazione prevedono di portare al 30 per cento l'estensione delle aree marine protette, di cui il 10 per cento con forme rigorosa di protezione entro il 2030. Nell'ambito delle azioni per la tutela e lo sviluppo del mare il PTE segnala, tra le linee di intervento, l'azione di contrasto alla pesca illegale, limitando al contempo i metodi di pesca pericolosi per la biodiversità e la cattura accessoria di specie in via di estinzione.
  Nell'ambito delle azioni per la promozione dell'economia circolare, della bioeconomia e dell'agricoltura sostenibile il PTE rileva come anche l'agricoltura gioca un ruolo cruciale nello sviluppo di un'economia circolare. I principi dell'economia circolare e quelli della bioeconomia, infatti, sono complementari riguardo ai temi del risparmio delle materie prime adoperate, della valorizzazione dei rifiuti e dei residui biologici attraverso la produzione di bioprodotti innovativi come bio-based chimici, plastiche e fertilizzanti, della riduzione dell'inquinamento ambientale e dello sviluppo sociale ed economico. La bioeconomia, che opera entro i limiti delle risorse naturali, può rappresentare uno strumento strategico in grado di rigenerare i territori fondandosi sul mantenimento e rafforzamento della fertilità dei suoli, sul ripristino della materia organica, sull'aggiunta di carbonio organico e nutrienti nei suoli, sulla riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera, sulla costruzione di un nuovo rapporto tra città ed aree agricole, tra modelli di produzione, di consumo ed abitudini alimentari più sostenibili; inoltre, i prodotti della bioeconomia sono in grado di ridurre le pressioni sull'ambiente in quanto sostituiscono le sostanze inquinanti con bioprodotti circolari che non si disperdono e non si accumulano nelle matrici ambientali. Per questo motivo il Piano ritiene fondamentale incentivare l'aggregazione tra imprese agricole, anche in forma cooperativa, per l'efficace gestione di rifiuti organici urbani, di scarti e sottoprodotti agricoli e agroalimentari da impiegare nei cicli energetici o produttivi. Si fa riferimento, in particolare, alle opportunità di bioeconomia circolare derivanti dalla valorizzazione delle biomasse di scarto, delle colture non alimentari e delle colture in secondo raccolto per la produzione di energia e di biocarburanti da biogas prodotto dalla digestione anaerobica di sottoprodotti in impianti integrati nel ciclo produttivo di una impresa agricola e/o di allevamento o realizzati da più soggetti organizzati in forma consortile. Il PTE rileva inoltre la necessità di incrementare Pag. 239le pratiche agricole sostenibili come quelle inerenti l'agroecologia, l'agricoltura biologica, l'agricoltura di precisione, l'agricoltura integrata, i sistemi di riuso della sostanza organica agricola (come deiezioni zootecniche, digestato da fermentazione anaerobica, sottoprodotti e scarti), la consulenza aziendale e l'utilizzo di tecniche di fertilizzazione e distribuzione del materiale organico (effluenti, digestato, compost, e altro) più efficienti ed efficaci, come, tra le altre, l'iniezione diretta del digestato, la fertirrigazione di precisione e le tecniche a rateo variabile.
  Sospende, quindi, brevemente la seduta al fine di svolgere alcuni approfondimenti in ordine ad alcuni suggerimenti pervenuti dai gruppi in vista dell'approvazione dei rilievi.

  La seduta, sospesa alle 13.20, è ripresa alle 13.55.

  Filippo GALLINELLA, presidente e relatore, illustra quindi una proposta di deliberazione di rilievi che tiene altresì conto di ulteriori sollecitazioni provenienti da alcuni gruppi soffermandosi in particolare sulla parte dispositiva della proposta.
  In merito all'area di intervento relativa al miglioramento della qualità dell'aria, rileva come le politiche di contenimento e stoccaggio delle emissioni di anidride carbonica dovrebbero essere programmate e condivise il settore agricolo e con quello della pesca, in modo da evitare eventuali conseguenze negative che possano mettere a rischio la capacità produttiva e la sicurezza alimentare; in particolare, il tema delle emissioni nazionali di ammoniaca da parte del settore dell'allevamento dovrebbe, a suo avviso, essere affrontato con la creazione di impianti di trattamento delle deiezioni e di produzione di biogas e biometano.
  Nell'ambito delle linee di intervento concernenti l'agricoltura sostenibile, in conformità agli obiettivi del PNRR, ritiene che dovrebbero essere messe in atto iniziative dirette a: incentivare il rinnovo del parco delle macchine agricole circolanti, attraverso l'immissione di macchinari di nuova generazione, nonché il rinnovo della flotta peschereccia; promuovere lo sviluppo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nel settore agricolo diverse dagli impianti fotovoltaici con moduli a terra, come, ad esempio, mini impianti idroelettrici e/o a biomassa, unitamente ad azioni dirette a scongiurare il consumo di suolo agricolo; potenziare ulteriormente le linee di investimento dedicate allo sviluppo degli impianti di biogas e di biometano; incentivare lo smaltimento delle coperture di amianto utilizzate dalle aziende agricole e le relative attività di bonifica.
  Relativamente agli ambiti di intervento inerenti la tutela delle foreste, evidenzia come dovrebbe essere sostenuta una completa revisione del patrimonio forestale esistente, completando l'inventario forestale e procedendo con urgenza a predisporre i decreti mancanti del Testo unico delle foreste per il rilancio della gestione forestale e delle filiere; inoltre dovrebbe, a suo giudizio, essere previsto il potenziamento dei vivai forestali, al fine di garantire la capacità produttiva necessaria all'eventuale rinnovamento delle superfici boscate con piante autoctone; dovrebbe, al tempo stesso, essere delineata una strategia multisettoriale per la gestione delle foreste come chiave principale per lo stoccaggio della CO2, in modo da garantire la tutela della biodiversità e la sicurezza fitosanitaria per la sopravvivenza della filiera delle foreste e del legno.
  Con specifico riguardo alla prevenzione, al monitoraggio e al rilevamento degli incendi boschivi, rileva come occorrerebbe incrementare l'utilizzo della tecnologia digitale disponibile nonché dei sistemi satellitari per l'integrazione dei sistemi previsionali attualmente in uso; al fine di aumentare la capacità di contenimento degli incendi, ritiene inoltre necessario provvedere sia al potenziamento delle flotte aeree, dei mezzi terrestri, delle attrezzature, delle strumentazioni e dei dispositivi di protezione individuale sia incrementare la formazione del personale addetto, comprese le attività di messa in salvo degli animali.
  Con riferimento alla tutela delle risorse idriche, sottolinea la necessità di prevedere Pag. 240interventi di manutenzione dei canali irrigui e incrementare la capacità di stoccaggio della risorsa idrica; reputa altresì necessario, al fine di aumentare l'efficienza delle infrastrutture idriche, prevedere interventi per la realizzazione di piccoli e medi invasi multiobiettivo e per il completamento di invasi già realizzati, attraverso un piano straordinario riferito al quinquennio 2022-2027, che preveda anche interventi diretti al miglioramento tecnologico della gestione.
  Infine, raccomanda il coinvolgimento degli operatori del settore florovivaistico per il raggiungimento degli obiettivi del PNRR connessi al processo di transizione ecologica e alla transizione verde.

  Lorenzo VIVIANI (LEGA) ringrazia la presidenza per il prezioso lavoro svolto e per aver consentito alla Commissione Agricoltura di potersi esprimere sulla proposta di Piano per la transizione ecologica, che, in tutta evidenza, coinvolge il settore dell'agricoltura in numerose sfide connesse alla riduzione delle emissioni e nella transizione ecologica del Paese.
  Al riguardo, auspica che la Commissione XIII possa essere coinvolta, in prospettiva, nell'esame di analoghi documenti sulla materia.

  Maria SPENA (FI) esprime apprezzamento per il lavoro svolto dalla presidenza, sottolineando come il settore dell'agricoltura sia chiamato a dare un importante e decisivo contributo al processo di transizione ecologica del Paese. Auspica, pertanto, che la Commissione XIII possa continuare a svolgere un ruolo di stimolo e sede privilegiata di discussione per le importanti prossime sfide che attendono il settore agricolo.

  La Commissione approva la proposta di rilievi formulata dal relatore (vedi allegato).

  La seduta termina alle 14.