CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 ottobre 2021
675.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 43

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 13 ottobre 2021.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.05 alle 9.35.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 13 ottobre 2021. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per la giustizia, Anna Macina.

  La seduta comincia alle 13.45.

Sui lavori della Commissione.

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che, poiché nella seduta odierna in sede consultiva non sono previste votazioni, ai deputati è consentita la partecipazione da remoto, in videoconferenza, secondo le modalità Pag. 44 stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020.

DL 132/2021: Misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP.
C. 3298 Governo.
(Parere alla I Commissione).
(Rinvio dell'esame).

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che la Commissione avrebbe dovuto avviare oggi l'esame del DL 132/2021 recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP. Avverte che, a seguito di un impedimento della relatrice, impossibilitata a partecipare alla seduta odierna, l'avvio dell'esame del provvedimento è rinviato ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.50.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 13 ottobre 2021. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Intervengono il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D'INCÀ, e i sottosegretari di Stato per la giustizia, Anna Macina e Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 14.30.

Accesso ai benefici penitenziari per i condannati per reati c.d. ostativi, di cui all'articolo 4-bis della legge sull'ordinamento penitenziario.
C. 1951 Bruno Bossio, C. 3106 Ferraresi e C. 3184 Delmastro Delle Vedove.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 5 ottobre 2021.

  Mario PERANTONI, presidente e relatore, ricorda che – secondo quanto convenuto nella precedente seduta – oggi la Commissione procederà all'adozione del testo base. In qualità di relatore, come già preannunciato, propone di adottare come testo base la proposta di legge C. 3106 Ferraresi.

  Ciro MASCHIO (FDI) sottolinea preliminarmente che quello all'esame della Commissione è un tema molto delicato e particolarmente sensibile sia per i cittadini sia per tutti coloro che hanno a cuore un più efficace contrasto al fenomeno mafioso nonché per le persone che con il loro lavoro contribuiscono alla lotta alla criminalità organizzata. Nel sottolineare che sull'argomento intervengono diverse proposte di legge, che si differenziano tra loro per ispirazione di fondo e background culturale, esprime anche a nome del suo gruppo la convinzione che il provvedimento più idoneo a costituire il testo base per il prosieguo esame sia quello presentato dal collega Delmastro Delle Vedove. Formalizza pertanto tale richiesta, ritenendo che la proposta di legge C. 3184 sia la più equilibrata e la più rispondente alle esigenze poste dal tema.

  Lucia ANNIBALI (IV), come già anticipato nella riunione dell'Ufficio di presidenza, a nome del suo gruppo fa presente di non ritenere accettabile la proposta avanzata dal presidente e relatore, dal momento che il testo del collega Ferraresi si configura piuttosto come «reazionaria» rispetto alle pronunce della Corte costituzionale. Nel sottolineare che sul tema dell'ergastolo ostativo intervengono diverse proposte di legge, ritiene preferibile affidare ad un Comitato ristretto il compito di predisporre un testo più unitario possibile, che favorisca la collaborazione di tutti i gruppi. Nel caso in cui in questa sede sia indispensabile esprimere una chiara intenzione di voto, preannuncia che il gruppo di Italia viva si esprimerà in senso contrario sull'adozione come testo base della proposta di legge del collega Ferraresi, alla quale ritiene comunque preferibile quella presentata dalla deputata Bruno Bossio, che, oltre ad essere stata presentata, ha un carattere di maggiore neutralità.

  Pierantonio ZANETTIN (FI), nel condividere i contenuti dell'intervento della collega Pag. 45 Annibali, fa presente come anche a parere di Forza Italia non ci si possa esprimere in senso favorevole sulla proposta avanzata dal relatore. In considerazione della delicatezza del tema, ritiene che, con spirito di collaborazione, si debba lavorare alla predisposizione di un testo unificato volto a smussare le divergenze delle diverse proposte di legge. Pertanto, sul piano del metodo, si dichiara favorevole alla costituzione di un Comitato ristretto.

  Eugenio SAITTA (M5S) ricorda in primo luogo che la proposta di legge del collega Ferraresi muove dalle pronunce della Corte costituzionale, la quale ha richiesto al Parlamento entro maggio 2022 una soluzione legislativa volta a sanare il potenziale vulnus della nostra normativa in materia di ergastolo ostativo. Rammenta inoltre che gran parte dei soggetti auditi nelle loro riflessioni si sono concentrati in particolare sul testo del collega Ferraresi in ragione della sua ampiezza e del trattamento complessivo riservato all'intera tematica. Fa altresì presente come in sede di audizione non sia stato mai oggetto di critica l'impianto del testo, che si inserisce nella cornice costituzionale. Nell'ammettere che alcuni profili critici sono stati rilevati, rammenta a tale proposito che, già nel corso della conferenza stampa di presentazione della proposta di legge, il Movimento 5 Stelle aveva preannunciato la massima disponibilità al miglioramento del testo. Nel sottolineare la necessità di addivenire, in tempi molto limitati, ad un lavoro di sintesi in tema di ergastolo ostativo, ritiene che l'adozione come testo base della proposta di legge del collega Ferraresi rappresenti un buon punto di partenza affinché, con la collaborazione di tutti, si possa fornire la risposta del Parlamento. Ritiene che la proposta di legge Ferraresi non costituisce in alcun modo una risposta «reazionaria» all'intervento della Corte costituzionale e ribadisce la piena disponibilità a un intervento migliorativo del testo attuale.

  Roberto TURRI (LEGA), nel rifarsi alle considerazioni svolte dai colleghi che lo hanno preceduto, con l'eccezione dell'onorevole Saitta di cui tuttavia comprende le motivazioni politiche, dichiara che anche la Lega non è favorevole all'adozione della proposta di legge Ferraresi come testo base per il prosieguo dell'esame. Fa presente inoltre, proprio in ragione della scadenza fissata dalla Corte costituzionale per maggio 2022, l'esigenza di procedere con un testo base condiviso, ritenendo che ciò possa consentire una rapida conclusione dell'esame.

  Andrea COLLETTI (MISTO-L'A.C'È) preannuncia il voto favorevole della sua componente alla proposta avanzata dal relatore di adottare come testo base la proposta di legge del collega Ferraresi.

  Alfredo BAZOLI (PD) fa presente che il Partito Democratico condivide l'esigenza di fare presto, che è alla base della proposta del presidente di adottare come testo base la proposta di legge del collega Ferraresi. Rileva infatti come il Parlamento non possa tergiversare su un tema così delicato, sul quale è intervenuta anche la sollecitazione della Corte costituzionale. Nel rammentare altresì di aver proposto nel corso della precedente seduta la costituzione di un Comitato ristretto volto a predisporre un testo condiviso, dichiara la disponibilità del Partito democratico a soluzioni diverse, ritenendo doveroso prendere atto degli orientamenti espressi dai gruppi. Rileva inoltre l'importanza di addivenire sul tema dell'ergastolo ostativo ad un bilanciamento degli interessi in gioco, salvaguardando da un lato i diritti dei detenuti e dall'altro le esigenze di sicurezza della comunità, in relazione al pericolo rappresentato dalla criminalità organizzata. Nel ritenere che sulla lotta alla mafia non ci siano posizioni differenti tra i vari gruppi, rileva l'importanza di raggiungere sul tema un'unità vera e non formale, mettendo a punto un testo che sia il più possibile condiviso.

  Fabio BERARDINI (CI) condivide a nome del gruppo di Coraggio Italia la proposta della collega Annibali, ritenendo opportuno costituire un comitato ristretto volto ad accogliere e sintetizzare le specifiche sensibilità Pag. 46 di ogni gruppo. Ritiene al contrario che non sia utile adottare come testo base per il prosieguo dell'esame la proposta di legge del collega Ferraresi.

  Alfonso BONAFEDE (M5S), nel prendere atto degli interventi di esponenti di alcune forze politiche, sottolinea che si tratta di un passo indietro rispetto a tutte le occasioni in cui la Commissione Giustizia ha manifestato la propria unità con riguardo alla lotta alla mafia. Sottolinea che l'adozione della proposta di legge Ferraresi come testo base non vincola in alcun modo le forze politiche, considerata la possibilità di intervenire in fase emendativa e l'ampia disponibilità del Movimento 5 Stelle ad accogliere miglioramenti al testo. Rammenta inoltre che, nell'ambito delle proposte di legge presentate dalla maggioranza, quella del collega Ferraresi è stata considerata, in sede di audizioni, il punto di riferimento in ragione della sua complessità. Esprime pertanto la propria delusione per il fatto che oggi si stia perdendo l'occasione di mandare al Paese un segnale di unità che prescinda dalle diverse posizioni politiche. Nell'evidenziare inoltre che la proposta di legge Ferraresi affronta l'intero spettro della procedura relativa all'ergastolo ostativo, fa presente che oggi il Paese si sarebbe aspettato un segnale forte dal Parlamento.

  Cosimo Maria FERRI (IV), riferendosi in particolare all'intervento del collega Bonafede, precisa che l'interesse del Paese è quello che venga approvata una norma rispettosa delle pronunce della Corte costituzionale e che in quest'ottica nella seduta odierna è comunque possibile convergere su un testo base diverso da quello proposto dal relatore. Nel rilevare pertanto l'esigenza di uniformare il nostro ordinamento ai principi dettati dalla Corte costituzionale, evidenzia il rischio che si voglia politicizzare la questione piuttosto che individuare soluzioni condivise. Nell'eventualità che si ritenga indispensabile procedere comunque nella seduta odierna all'adozione di un testo base, propone di dedicare tutto il tempo necessario all'individuazione di un testo condiviso. Invita pertanto il collega Bonafede, il quale ritiene che il Paese stia aspettando un segnale forte, a votare in senso favorevole un testo diverso da quello del collega Ferraresi, posto che esso sarebbe comunque emendabile nel prosieguo dell'esame. Nel sottolineare infine che tutti hanno a cuore la lotta alla mafia e la certezza della pena, rileva l'esigenza di introdurre norme conformi al dettato costituzionale.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), ad integrazione dell'intervento del collega Turri, in qualità di cultore della lotta alla mafia, che considera un'emergenza permanente del Paese, rileva come l'intervento del Parlamento non sia completamento libero, dovendo introdursi nel nostro ordinamento un temperamento nel rispetto delle pronunce della Corte costituzionale e della Corte europea dei diritti dell'uomo. Fa presente pertanto che a suo giudizio adottare come testo base la proposta di legge del collega Ferraresi, votata ad escludere «con certezza» l'attualità di collegamenti con la criminalità organizzata per l'accesso alla liberazione condizionale, sia nella sostanza un modo per aggirare le pronunce della Corte costituzionale. Nel considerare verosimile una sentenza della Corte costituzionale destinata ad abbattere il sistema che il Parlamento avrà costruito entro maggio 2022, ritiene che, dal punto di vista del metodo, si debba evitare di partire dal testo di uno dei componenti della Commissione senza aver preventivamente valutato se esso sia in grado o meno di superare il vaglio costituzionale. Nel rammentare che la Corte costituzionale ha sollecitato il Parlamento a concedere anche ai condannati all'ergastolo per reati di mafia la possibilità di accedere alla liberazione condizionale, ritiene che subordinare tale eventualità alla certezza dell'assenza di legami con la criminalità organizzata equivalga a dimostrare l'incapacità del Parlamento ad intervenire in materia.

  Mario PERANTONI, presidente, evidenzia come dagli interventi svolti dai colleghi sia emersa l'esigenza di arrivare ad un testo Pag. 47il più possibile condiviso e di concludere l'esame in tempi rapidi, tanto più che il provvedimento è iscritto nel calendario dell'Assemblea per il mese di novembre e che anche il Senato dovrà esprimersi sulla materia, ritenendo peraltro verosimile una ulteriore lettura da parte della Camera. Con riguardo alla proposta di adozione del testo base avanzata, fa presente che il testo del collega Ferraresi è il più articolato fra le proposte di legge in esame e che sia da parte del Movimento 5 Stelle sia da parte del proponente è stata manifestata la più ampia disponibilità a interventi migliorativi. Nel ritenere che la costituzione di un Comitato ristretto non consenta il rispetto dei tempi, avanza la proposta di affidare al relatore, attraverso l'interlocuzione informale di tutti i gruppi, il lavoro di sintesi delle diverse posizioni, quale punto di partenza per l'adozione di un testo base il più possibile condiviso. Pertanto manifesta l'intenzione di prendere sollecitamente contatto con i rappresentanti dei gruppi, i quali potranno indicare le modalità del confronto o individuare un diverso esponente cui fare riferimento. Ritiene che in tal modo si possa redigere entro pochi giorni un testo che sia il più possibile condiviso.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) senza nulla togliere alle capacità di sintesi del presidente e relatore, chiede che sia costituito un formale Comitato ristretto, atteso che il ricorso agli strumenti tecnologici consente di lavorare anche nei giorni in cui non sono previste sedute di Assemblea e di Commissione. In ragione della delicatezza del tema, ribadisce l'esigenza che il Comitato ristretto abbia carattere formale.

  Walter VERINI (PD), nel rilevare l'esistenza di posizioni di merito diverse tra le forze politiche, ritiene tuttavia si possa dichiarare con sufficiente attendibilità che tutti i gruppi sono concordi, da un lato, sull'esigenza di rispettare le pronunce della Corte costituzionale e, dall'altro, sulla necessità di individuare modalità sostenibili per evitare che i detenuti tuttora collegati alla criminalità organizzata possano uscire dal carcere. Sottolinea inoltre la necessità che sia il Parlamento a fissare con chiarezza i criteri per l'accesso alla liberazione condizionale, al fine di non lasciare soli i magistrati di sorveglianza e di non esporli a rischi per la loro incolumità. Nel dichiarare il proprio apprezzamento per la proposta di adottare come testo base la proposta di legge del collega Ferraresi, ritiene tuttavia che si debba prendere atto della volontà di collaborazione dei gruppi rispetto alla quale il presidente ha appena offerto una soluzione. Propone pertanto che si ricorra ad un Comitato ristretto formalmente costituito, a condizione che sia fissato un tempo limitato per la conclusione dei lavori.

  Mario PERANTONI, presidente, propone quindi di svolgere una prima interlocuzione informale con i diversi gruppi, rinviando al prossimo Ufficio di Presidenza la valutazione, anche sulla base degli esiti di tale interlocuzione, dell'opportunità o meno di costituire un Comitato ristretto a tempo limitato. Fa presente a tale proposito che necessariamente il Comitato ristretto comporterà una sovrapposizione con i lavori della Commissione e un allungamento dei tempi di esame.

  La Commissione consente.

  Mario PERANTONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 13 ottobre 2021. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Anna Macina.

  La seduta comincia alle 15.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni per il compiuto adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della direttiva (UE) 2016/343 sul Pag. 48rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali.
Atto n. 285.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 5 ottobre 2021.

  Mario PERANTONI, presidente, ricorda che il Governo ha dato disponibilità ad attendere l'espressione del parere entro il prossimo 14 ottobre.
  Ricorda altresì che nella seduta del 6 ottobre il relatore, onorevole Costa, aveva formulato una proposta di parere favorevole con condizioni.
  Avverte che è pervenuta la proposta di parere alternativa del deputato Colletti (vedi allegato 1).

  Enrico COSTA (MISTO-A+E-RI), relatore, conferma la proposta di parere favorevole con condizioni già formulata nella precedente seduta.

  Andrea COLLETTI (MISTO-L'A.C'È), nel motivare la proposta alternativa di parere da lui presentata, sottolinea come con il provvedimento in discussione, che prevede l'introduzione di subprocedimenti di correzione che non permetterebbero lo svolgimento dei lavori dei pubblici ministeri, si potrebbe appesantire il carico dei tribunali e delle procure. A suo avviso, la maggioranza, aumentando i procedimenti connessi ad altri procedimenti, mira a bloccare il lavoro dei tribunali e delle procure. Per quanto attiene, inoltre, alla disposizione relativa ai rapporti del Procuratore della Repubblica con gli organi di informazione, ritiene che tale normativa vada a detrimento degli indagati in quanto, a suo avviso, piuttosto che le conferenze stampa si avrà il passaggio di «veline» e che quindi i giornalisti potranno motivare le informazioni senza dover seguire il filo logico del lavoro svolto delle procure. Per tale ragione, preannuncia il voto contrario della sua componente politica alla proposta di parere formulata dal relatore.

  Pierantonio ZANETTIN (FI) preannuncia il voto convintamente favorevole di Forza Italia alla proposta di parere del relatore e ritiene che il paradosso espresso dal collega Colletti in merito al rischio che i magistrati passino le veline ai giornalisti non sia accettabile, sottolineando come in tale ipotesi ci si troverebbe in presenza di un reato e come una patologia non possa giustificare le scelte del legislatore.

  Vittorio FERRARESI (M5S) sottolinea come il suo gruppo non ritenesse necessari ulteriori interventi sulla materia oggetto della direttiva, rilevando come le disposizioni in essa contenute fossero state già oggetto di precedenti interventi e come l'ordinamento italiano già garantisca i profili di presunzione di innocenza. Evidenzia che, nonostante tale convincimento, il Movimento Cinque Stelle ha comunque manifestato la propria disponibilità nei confronti del provvedimento, perché i profili in esso contenuti rimanevano entro un certo limite. Rileva inoltre che il provvedimento, seppure apprezzato a livello generale, è criticabile sotto due importanti profili: quello relativo al condizionamento del libero convincimento del giudice su atti interni, evitando l'aggravamento a livello burocratico delle cancellerie e quello relativo alla garanzia per i cittadini di conoscere importanti provvedimenti che riguardano la vita pubblica del Paese. Fa presente che il suo gruppo aveva sottoposto al relatore alcune limitate osservazioni in tal senso, che non sono state recepite nella proposta di parere da lui predisposta e sottolinea come, in ragione delle differenti posizioni all'interno della maggioranza, il Movimento Cinque Stelle avesse tuttavia ritenuto di poter convergere su un parere favorevole senza osservazioni né condizioni. Rileva invece che la proposta di parere formulata dal relatore in due punti eccede rispetto al contenuto della delega – specificatamente con riferimento al comma 5 dell'articolo 2 e alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 3 – ed in altri formula condizioni che sono Pag. 49addirittura contrarie ai contenuti della direttiva, per la cui attuazione il Governo ha esercitato la delega. Per tale ragione, sottolineando come il suo gruppo sia favorevole ai principi di base della presunzione di innocenza, seppur contrario per alcuni profili in ragione dell'esigenza di tutelare la rilevanza pubblica delle informazioni, evidenzia come il Movimento 5 Stelle non possa votare favorevolmente la proposta di parere del relatore che va oltre la delega e che intacca la libertà di stampa, di informazione e di conoscenza da parte dei cittadini nonché l'attività dei magistrati.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), a seguito dell'intervento del collega Ferraresi, ritiene necessario intervenire per formulare alcune precisazioni. In primo luogo rileva come il collega abbia affermato l'importanza del principio in base al quale ai cittadini non deve essere negato il diritto di conoscere i fatti che riguardano importanti procedimenti. Osserva come nessuno voglia negare tale diritto ed evidenzia che l'unico punto sul quale è necessario fare chiarezza è quello relativo alla modalità con cui tale diritto venga esercitato. Ritiene che il collega Costa con la sua proposta di parere abbia perfettamente bilanciato l'esigenza di rispettare il diritto del terzo alla conoscenza con quello dell'indagato a non essere travolto da un processo spettacolarizzato. A suo avviso, è palese l'intendimento del Movimento 5 Stelle, che è quello di esasperare un principio giusto affermando che lo si voglia restringere. Sottolinea come invece con la proposta di parere in discussione si voglia soltanto negare la strumentalizzazione delle informazioni. Per quanto attiene alla questione sollevata dal collega Colletti dell'appesantimento del lavoro degli uffici, ritiene che non sia fondata e che al massimo ci si debba porre un problema relativo ai costi. Sottolinea infatti come per il cittadino sia importante potersi confrontare con un ufficio e non con una persona fisica che potrebbe essere anche trasferita. A suo avviso, sarà quindi utile prevedere lo stanziamento delle risorse necessarie per incrementare gli organici. Ritiene quindi che la proposta di parere formulata dal relatore sia apprezzabile, Rammenta quindi che nel corso dell'esame del disegno di legge in materia di delega penale aveva presentato alcuni emendamenti che, andando nella medesima direzione della proposta di parere, erano volti a prevedere che le comunicazioni non fossero effettuate in conferenza stampa ma con atti scritti provenienti dalle procure o dal giudice. Evidenzia che il Governo in quell'occasione le aveva chiesto di ritirare le Ritiene quindi che non vi sia alcun eccesso di delega e, ribadendo l'esigenza di contemperare la necessità di garantire il diritto alla conoscenza con quello dell'indagato a non vedere la propria vita massacrata da una strumentalizzazione delle indagini al fine di una spettacolarizzazione delle stesse, preannuncia il voto favorevole sulla proposta di parere formulata dal relatore.

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che è altresì pervenuta la proposta alternativa di parere del deputato Bazoli (vedi allegato 2).

  Alfredo BAZOLI (PD) ritiene che il Governo, nel redigere lo schema di decreto legislativo in esame, abbia fatto un buon lavoro. Sottolinea come il provvedimento sia opportuno, utile e necessario perché su alcuni aspetti era necessario introdurre una disciplina più stringente. Si riferisce in particolare alle comunicazioni del pubblico ministero, ai contenuti degli atti dei magistrati e ad alcuni degli aspetti dei procedimenti penali, in relazione ai quali si è spesso assistito ad eccessi. Evidenzia quindi come sarebbe buon costume che all'interno della maggioranza si cercasse un massimo comune divisore su situazioni divisive. Fa presente che per il suo gruppo sarebbe pertanto possibile raggiungere un'intesa convergendo su una proposta di parere favorevole senza condizioni e senza osservazioni, la quale non introdurrebbe frizioni all'interno della maggioranza e che partirebbe quindi dalla condivisione del lavoro del Governo. A suo avviso, qualora la Commissione approvasse oggi un parere favorevole senza condizioni né osservazioni, si potrebbe rivendicare come un grande successo l'introduzione, con l'accordo della Pag. 50maggioranza, dei principi contenuti nel provvedimento Sottolinea quindi come, sebbene non si debbano ingigantire le conseguenze politiche delle scelte fatte, sarebbe tuttavia giusto evitare inutili frizioni ed auspica che si possa convergere sulla proposta di parere favorevole testé da lui presentata.

  Catello VITIELLO (IV), per dirimere la controversia sull'ipotizzato eccesso di delega, rammenta che è stato accolto dal Governo l'ordine del giorno a sua firma 9/2435-A/61 – nel quale si impegnava il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, anche in successivi provvedimenti, misure dirette a incentivare la garanzia della segretezza delle indagini tutelando l'indagato in attuazione della direttiva 2016/343. Sottolinea che in tale atto di sindacato ispettivo si fa riferimento alla necessità di individuare nel rapporto fra giustizia e media un punto di equilibrio tra le necessità investigative e le esigenze di pubblica informazione in occasione di vicende giudiziarie di pubblico interesse, da un lato, e il diritto dei cittadini alla tutela della loro riservatezza, soprattutto quando risultano estranei al procedimento. Ricorda ancora che in tale atto di sindacato ispettivo si sottolineava che un bilanciamento tra il diritto di cronaca giudiziaria e la reputazione può essere raggiunto solo in concreto, ma il vero nodo problematico è la rivelazione dei segreti d'ufficio da parte dei loro autentici custodi, il cui contrasto può essere rafforzato non solo incrementando la repressione penale ma, più efficacemente, rompendo i rapporti opachi che si instaurano tra la magistratura e la stampa. Fa presente di essere stato tentato pertanto di presentare una proposta alternativa di parere sebbene desideri ringraziare il collega Costa per aver accolto due sue condizioni riferite all'uso del silenzio e alla pubblicazione dei nomi dei magistrati. Evidenzia che aveva inoltre proposto di inserire nel parere anche alcuni passaggi fondamentali in merito alla presunzione di innocenza e alla distinzione tra segreto interno ed esterno, al divieto di pubblicazione delle intercettazioni e alla previsione di uno specifico segreto d'ufficio per gli atti giudiziari. Rileva inoltre che la stampa non dà mai la medesima rilevanza alle notizie di rettifica rispetto a quelle di reato e ritiene che sarebbe necessario intervenire sull'articolo 8 della legge sulla stampa. Osserva inoltre che il provvedimento in esame costituisce per il Parlamento una cornice da riempire di contenuti e reputa che esprimere un parere favorevole senza condizioni né osservazioni costituirebbe la rinuncia a tale possibilità. Preannuncia quindi il suo voto favorevole alla proposta di parere del relatore e invita tutti coloro che credono nel rispetto dell'articolo 27, secondo comma, della Costituzione, a fare altrettanto.

  Fabio BERARDINI (CI) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole del relatore. Sottolinea infatti come lo schema in esame e la proposta di parere in discussione rafforzino la sicurezza delle indagini e al contempo tutelino l'indagato. Ritiene che non sia compito della Commissione affermare se vi sia un eccesso di delega e condivide le osservazioni della collega Bartolozzi. Evidenziando la necessità di evitare la spettacolarizzazione dei processi, ribadisce quindi il voto favorevole del suo gruppo alla proposta di parere formulata dal relatore.

  Roberto TURRI (LEGA), nel sottolineare come a suo avviso non ci si trovi in presenza di un eccesso di delega, evidenzia come la proposta di parere formulata dal relatore costituisca già un compromesso in quanto il suo gruppo non avrebbe mai sostenuto un'eventuale proposta di parere formulata nei termini testé indicati dal collega Vitiello. Ciò premesso, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo alla proposta di parere del relatore.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo alla proposta di parere formulata dal relatore.

  Manfredi POTENTI (LEGA) interviene per arricchire il dibattito in corso con alcuni ulteriori spunti di riflessione, evidenziando come la spettacolarizzazione dei Pag. 51procedimenti giudiziari rischi di comportare anche conseguenze non volute, relativamente all'illegittimità di talune limitazioni della libertà personale. A tale proposito cita un recente articolo de Il Sole 24 ore in cui si riporta l'analisi della Corte dei conti relativamente ai risarcimenti pagati dallo Stato come equa riparazione di errori giudiziari e detenzioni ingiuste. Evidenzia come, secondo quanto riportato nell'articolo, manchino quasi del tutto informazioni sulle azioni di recupero delle somme pagate dallo Stato per l'ingiusta detenzione nei confronti dei giudici a cui gli errori sono imputabili, rilevando che la Corte dei conti, tramite le sue sezioni giurisdizionali, avrebbe ricostruito per l'anno 2016 un unico procedimento avviato contro un magistrato campano e concluso con il pagamento di parte della somma. Rileva altresì come mancherebbe, a giudizio della magistratura contabile, un coordinamento tra gli indennizzi per l'ingiusta detenzione previsti dagli articoli 314 e 315 del codice di procedura penale e il risarcimento dei danni causati nell'esercizio delle funzioni giudiziarie. Ritiene pertanto che lo schema di decreto in esame costituisca l'occasione per interrompere la spirale perversa che trasferisce gli effetti del processo anche su aspetti sui quali non ci sarebbe motivo di incidere.

  Walter VERINI (PD), nell'evidenziare che i parlamentari quando discutono di provvedimenti che hanno ad oggetto le attività professionali da loro svolte possono essere indicati come portatori di conflitti di interessi, evidenzia come da giornalista ciò che sta per affermare non debba risuonare come una difesa della categoria. Rileva che la Commissione è chiamata a garantire due diversi diritti costituzionali. In primo luogo sottolinea come sia necessario abbandonare l'idea che l'avviso di garanzia equivalga già ad una condanna di colpevolezza. In proposito ritiene che sarebbe opportuno precisare tale concetto in tutti gli articoli ed in tutte le trasmissioni in cui si trattano vicende relative a indagini e pertanto sottolinea l'importanza di garantire il principio di civiltà contro le barbarie mediatiche che portano gli indagati ad essere considerati colpevoli. In secondo luogo evidenzia l'importanza di garantire ai cittadini e a chi lavora la libertà di informazione, impedendo ogni spettacolarizzazione della notizia. A suo avviso, tenere insieme questi due diritti costituisce un equilibrio difficile ma invita tutti i colleghi a fare uno sforzo proprio per individuare tale equilibrio. Rileva quindi che in Italia 28 giornalisti sono attualmente sotto scorta a seguito di intimidazioni da parte di organizzazioni criminali mentre 700 giornalisti sono vittime di querele temerarie costruite a scopo intimidatorio. Evidenzia come questi 700 giornalisti spesso non siano editori bensì dei giovani precari che – soprattutto in certe zone del Paese – svolgono un lavoro d'inchiesta anche mettendo a rischio la loro incolumità. Rileva quindi che al Senato è attualmente fermo l'esame di un provvedimento recante norme disincentivanti la querela temeraria. Si domanda quindi per quale ragione non ci si indegni con la medesima veemenza quando ci si trovi di fronte alle minacce nei confronti di giornalisti di trincea. Sottolinea quindi come sia necessario che insieme alla garanzia della presunzione di innocenza si tenga in considerazione la garanzia dalle liti temerarie. Nel condividere le riflessioni del collega Bazoli, ritiene che, se oggi la Commissione approvasse all'unanimità la proposta di parere favorevole senza osservazioni né condizioni, si fornirebbe un contributo di civiltà politico. Precisa quindi che, sebbene avesse preferito un provvedimento con maggiori garanzie in merito alla libertà di informazione, è disponibile a rinunciare a tale aspirazione pur di coniugare i due importanti valori richiamati. Auspica quindi che si possa compiere uno sforzo collettivo al fine di individuare un terreno comune.

  Mario PERANTONI, presidente, constatato che ancora vi sono numerose richieste di intervento e considerato che occorre necessariamente consentire al Comitato dei nove di riunirsi per esaminare gli emendamenti presentati al provvedimento in materia di equo compenso, iscritto all'ordine del giorno odierno dell'Assemblea, chiede al rappresentante del Governo la disponibilità ad attendere l'espressione del parere sul provvedimento in esame nonché sull'atto Pag. 52 del Governo n. 296 per un'ulteriore settimana.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) (fuori microfono) chiede di conoscere quanti ancora siano i deputati iscritti a parlare.

  Enrico COSTA (MISTO-A+E-RI), relatore (fuori microfono), ritiene che, essendo la Commissione in fase di dichiarazione di voto non sia possibile sospenderne i lavori.

  Mario PERANTONI, presidente, ribadendo che vi sono ancora diversi deputati che hanno chiesto di intervenire e che è necessario svolgere immediatamente la riunione del Comitato dei Nove sul provvedimento in materia di equo compenso, acquisita la disponibilità dell'Esecutivo ad attendere l'espressione del parere sul provvedimento in esame nonché sull'atto del Governo n. 296 per una ulteriore settimana, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.50.

COMITATO DEI NOVE

  Mercoledì 13 ottobre 2021.

Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali.
C. 3179 e abb.- A/R.

  Il Comitato si è riunito dalle 15.55 alle 16.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/1673 sulla lotta al riciclaggio mediante il diritto penale.
Atto n. 286.