CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 settembre 2021
661.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 124

COMITATO RISTRETTO

  Mercoledì 22 settembre 2021.

Disciplina dei Comitati degli italiani all'estero.
Esame C. 2790-terdecies Governo, C. 2920 Ungaro, C. 3193 Quartapelle Procopio e C. 3212 Fitzgerald Nissoli.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 13.55 alle 14.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 22 settembre 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.05.

Sui lavori della Commissione.

  Piero FASSINO, presidente, in attesa che i relatori sui provvedimenti calendarizzati in sede consultiva raggiungano la Commissione, tenuto conto dell'intensa agenda odierna della Commissione, propone un'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di procedere dapprima all'esame in sede di atti del Governo e successivamente in sede consultiva.

  La Commissione concorda.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante modifiche ai regolamenti di cui ai decreti del Presidente della Repubblica 19 maggio 2010, n. 95, e 1° febbraio 2010, n. 54.
Atto n. 300.
(Seguito esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in oggetto, rinviato nella seduta del 15 settembre scorso.

  Piero FASSINO, presidente, ricorda che la Commissione è chiamata a esprimere il previsto parere entro il 7 ottobre prossimo.

  Mirella EMILIOZZI (M5S), relatrice, formula una proposta di parere favorevole con condizioni, di cui dà lettura (vedi allegato 1).

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA conviene con quanto testé rappresentato dalla relatrice.

  Paolo FORMENTINI (LEGA) sottolinea l'opportunità di approfondire ulteriormente la materia oggetto del provvedimento – assai più complessa dell'apparente trasferimento di funzioni – attraverso l'audizione dei vertici amministrativi della Farnesina.

  Simone BILLI (LEGA), esprimendo complessivamente pieno sostegno al provvedimento in esame, evidenzia l'importanza della promozione della lingua e cultura italiana come mezzo per rafforzare il legame tra la madrepatria e la comunità di italiani all'estero, fondamentali per promuovere il Made in Italy e contrastare l'odioso fenomeno dell'Italian sounding.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) si associa alla richiesta del collega Formentini di un breve ciclo istruttorio per approfondire la materia nell'esigenza di un approccio politico e non burocratico al provvedimento in esame.

  Piero FASSINO, presidente, nel ritenere che la figura più indicata per un'audizione sul provvedimento sia lo stesso Segretario Generale della Farnesina, che interverrà domattina su altro tema in audizione presso le Commissioni riunite Affari esteri e Difesa della Camera e del Senato, auspica che gli elementi informativi possano essere acquisiti anche in via informale, nell'esigenza di esprimere il parere entro il termine del 7 ottobre, a ridosso delle elezioni amministrative.

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  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si associa alla proposta del presidente Fassino, ribadendo l'importanza di rispettare la scadenza del 7 ottobre. Nel confermare comunque piena collaborazione rispetto alle richieste della Commissione, ricorda, altresì, che la riorganizzazione del Ministero degli Affari esteri si è resa necessaria anche in conseguenza delle nuove crescenti competenze assunte dalla Direzione Generale per la promozione del Sistema Paese, trasferite dal Ministero dello Sviluppo economico alla Farnesina, e della necessità di individuare una nuova Direzione generale più focalizzata su specifiche tematiche.

  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.20.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 22 settembre 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.20.

DL 117/21: Disposizioni urgenti concernenti modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto nelle consultazioni elettorali dell'anno 2021.
C. 3269 Governo.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Francesca LA MARCA (PD), relatrice, in premessa, ricorda che tra la fine del mese di settembre ed il mese di ottobre, oltre alle elezioni suppletive della Camera dei deputati – in due collegi uninominali, a Siena e a Roma – e alle elezioni regionali nella regione Calabria, si svolgeranno una serie di consultazioni amministrative che coinvolgono complessivamente 1.363 comuni, per un totale di elettori chiamati alle urne pari ad oltre 15 milioni.
  Ebbene, il provvedimento in esame mira ad assicurare, limitatamente a tali consultazioni elettorali, il pieno esercizio del diritto al voto da parte di tutti i cittadini attraverso modalità operative che garantiscano, individuando apposite misure precauzionali di ulteriore prevenzione dei rischi di contagio, la piena garanzia dello svolgimento del procedimento elettorale e della raccolta del voto. Inoltre, si prevedono anche per gli elettori positivi al COVID-19, sottoposti a trattamento ospedaliero o domiciliare, e di tutti coloro che si trovano in condizioni di quarantena o di isolamento fiduciario, esplicite modalità operative e di sicurezza che consentano di poter prendere parte attiva alle consultazioni.
  In particolare, sottolinea la previsione che nelle strutture sanitarie con un numero di posti letto compresi tra 100 e 199 siano costituite apposite sezioni elettorali, che in base alla normativa ordinaria sono previste solo per gli ospedali con un numero di posti-letto superiore a 200. Tali sezioni elettorali sono incaricate di raccogliere anche i voti dei pazienti affetti da COVID-19 ricoverati nelle strutture sanitarie con meno di 100 posti-letto, nonché i voti effettuati presso il proprio domicilio dagli elettori sottoposti a trattamento domiciliare o in condizioni di quarantena o di isolamento fiduciario.
  Evidenzia che nei Comuni nei quali non sono ubicate strutture sanitarie che ospitano reparti COVID-19, il decreto consente l'istituzione di seggi speciali – già previsti dalla legge n. 136 del 1976 – che provvedono alla raccolta del voto degli elettori e, successivamente, all'inserimento delle schede votate nelle urne degli uffici elettorali di sezione di riferimento, ai fini dello scrutinio.
  Tra le disposizioni di competenza della III Commissione segnala l'articolo 5, che disciplina le sottoscrizioni delle liste dei candidati per le elezioni dei Comitati degli italiani all'estero (Com.It.Es) per l'anno 2021 che, in base alle norme contenute nel decreto-legge n. 162 del 2019 – convertito Pag. 126con modificazioni dalla legge n. 8 del 2020 devono aver luogo entro il 31 dicembre 2021.
  Ricorda che in base alla disciplina vigente (legge n. 286 del 2003) le liste dei candidati devono essere sottoscritte da un numero di elettori non inferiore a l00 per le collettività composte da un numero di cittadini italiani fino a 50 mila, e non inferiore a 200 per quelle composte da un numero di cittadini italiani maggiore di 50 mila. La firma di ogni sottoscrittore deve inoltre essere autenticata dall'ufficio consolare. Ogni lista è presentata da uno dei candidati o da uno dei sottoscrittori all'ufficio elettorale, istituito all'interno degli uffici consolari, dal ventesimo al trentesimo giorno successivo alla data di indizione delle elezioni.
  Osserva che nel contesto dell'attuale situazione pandemica, che in alcune aree del mondo in cui risiedono numerose comunità di cittadini italiani si presenta ancora critica, vi sono rilevanti difficoltà di spostamento nell'ambito di circoscrizioni consolari anche molto ampie. In ogni caso, è indispensabile rispettare le disposizioni emanate dalle competenti autorità locali volte ad evitare assembramenti. Pertanto, la lettera a) dell'articolo 5 dispone la riduzione al 50 per cento del numero minimo di firme richieste per la presentazione delle liste: dunque, limitatamente alle prossime elezioni per il rinnovo dei Com.It.Es, il numero minimo di sottoscrizioni richieste per la presentazione delle liste e candidature scende a 50 nelle circoscrizioni in cui risiede un numero di cittadini italiani fino a 50 mila e a 100 nelle circoscrizioni in cui risiede un numero di cittadini italiani superiore.
  Sottolinea che la lettera b) del medesimo articolo stabilisce, altresì, che non è richiesta l'autenticazione delle firme dei sottoscrittori delle liste dei candidati, purché le dichiarazioni di presentazione delle liste siano sottoscritte e presentate unitamente alla copia fotostatica non autenticata di un documento di identità o di riconoscimento del sottoscrittore.
  Evidenzia che si tratta di modifiche normative che recepiscono gli indirizzi contenuti nella risoluzione n. 8-00131 Fassino, approvata dalla III Commissione il 4 agosto scorso, nella quale si chiedeva al Governo, tra le altre cose, di valutare le opportune iniziative per semplificare la procedura di sottoscrizione delle liste elettorali delle sopracitate elezioni, anche verificando l'ipotesi di soluzioni telematiche, in considerazione delle situazioni di particolare difficoltà nelle quali si terrà la tornata elettorale per il rinnovo dei Com.It.Es.
  Ricorda, altresì, che un ordine del giorno contenente le stesse richieste, presentato da lei stessa e dalle colleghe Quartapelle Procopio e Schirò in occasione dell'approvazione del decreto legge n. 77 del 2021 (cosiddetto «decreto semplificazioni 2»), è stato accolto dal Governo in data 23 luglio 2021.
  Segnala, infine, che tali disposizioni, essendo di natura ordinamentale, non comportano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
  Alla luce di queste considerazioni, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA conviene con quanto testé rappresentato dalla relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti normativi dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2021.
C. 3208 Governo.
(Relazione alla XIV Commissione).
Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2020.
Doc. LXXXVII, n. 4.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 126-ter del Regolamento e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Piero FASSINO, presidente, dal punto di vista procedurale, ricorda che l'esame del Pag. 127disegno di legge di delegazione europea si concluderà con l'approvazione di una relazione e con la nomina di un relatore che potrà partecipare, per riferirvi, alle sedute della Commissione XIV, competente in sede referente.
  In tale contesto sono trasmesse alla XIV Commissione, oltre alla relazione e ai possibili emendamenti approvati, anche le eventuali relazioni di minoranza presentate, per le quali ciascun proponente può partecipare per riferirvi alle sedute della stessa XIV Commissione.
  Segnala che entro lo stesso termine, la Commissione esamina anche la Relazione consuntiva, sulle parti di competenza, e ne conclude l'esame con l'approvazione di un parere.
  In considerazione della facoltà riconosciuta alle Commissioni di settore di presentare emendamenti anche presso la XIV Commissione, propone che la Commissione rinunci al termine per la presentazione di emendamenti al disegno di legge di delegazione europea, anche in base a quanto potrà essere valutato in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, convocato oggi.

  La Commissione prende atto.

  Andrea ORSINI (FI), relatore, analizzando in primo luogo il disegno di legge di delegazione europea, ricorda che, ai sensi dell'articolo 30 della legge n. 234 del 2012, esso reca disposizioni volte, essenzialmente, a delegare il Governo per il recepimento delle direttive, l'attuazione degli altri atti dell'UE o la modifica o abrogazione di disposizioni vigenti limitatamente a quanto necessario per garantire la conformità dell'ordinamento ai pareri motivati o alle sentenze di condanna della Corte di giustizia.
  Segnala che il disegno di legge consta di tredici articoli, che recano disposizioni di delega riguardanti il recepimento di nove direttive europee inserite nell'allegato A.
  L'articolato contiene, inoltre, princìpi e criteri direttivi specifici per l'esercizio della delega relativa a 3 direttive, nonché per l'adeguamento della normativa nazionale a 12 regolamenti europei.
  Osserva che nel relazione illustrativa al disegno di legge, tra le altre cose, il Governo: a) precisa che nel disegno di legge è presente un solo allegato poiché tutte le direttive europee contenute nel disegno di legge saranno attuate con decreti legislativi sottoposti all'esame delle competenti Commissioni parlamentari per l'espressione del prescritto parere; b) riferisce sullo stato di conformità dell'ordinamento interno al diritto dell'Unione europea e sullo stato delle eventuali procedure d'infrazione, dando conto, in particolare, della giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea relativa alle eventuali inadempienze e violazioni da parte della Repubblica italiana di obblighi derivanti dal diritto dell'UE.
  Al riguardo, sottolinea che il numero delle procedure d'infrazione a carico dell'Italia alla data del 5 maggio 2021 ammontava a 82, di cui 63 per violazione del diritto dell'Unione e 19 per mancato recepimento di direttive.
  In base agli ultimi dati disponibili sulla piattaforma banca dati EUR-Infra del Dipartimento per le politiche europee, alla data del 17 settembre 2021 le procedure di infrazione aperte a carico dell'Italia ammontano a 89, di cui 63 per violazione del diritto dell'Unione e 26 per mancato recepimento di direttive.
  Segnala che tra le disposizioni dell'articolato e le direttive elencate nell'allegato A non figurano le materie di specifico interesse per la Commissione Affari esteri.
  A suo avviso, tuttavia, merita menzionare l'articolo 3, che definisce princìpi e criteri direttivi specifici che il Governo deve osservare per l'attuazione della direttiva (UE) 2019/2121.
  Osserva che, in estrema sintesi, tale direttiva mira a facilitare le trasformazioni, fusioni e scissioni transfrontaliere delle aziende dell'Unione europea, al fine di assicurarne una maggiore mobilità eliminando barriere ingiustificate alla libertà di stabilimento nel mercato unico.
  Tra le altre cose, nel recepire la direttiva il Governo dovrà disciplinare il trasferimento all'estero della sede sociale da parte di una società regolata dalla legge italiana senza mutamento della legge regolatrice, Pag. 128con integrazione delle relative disposizioni del codice civile e dell'articolo 25 della legge n. 218 del 1995, precisando se e a quali condizioni l'operazione sia ammissibile, prevedendo opportuni controlli di legalità e tutele equivalenti a quelle previste dalla citata direttiva 2019/2121 e stabilendo un regime transitorio, prima dell'entrata in vigore delle nuove disposizioni, per le società che hanno trasferito la sede all'estero mantenendo la legge italiana.
  Al riguardo, ricorda che la legge n. 218 del 1995 reca la riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato. L'articolo 25, in particolare, riguarda le società ed enti e stabilisce, al comma 1, che le società, le associazioni, le fondazioni ed ogni altro ente, pubblico o privato, anche se privo di natura associativa, sono disciplinati dalla legge dello Stato nel cui territorio è stato perfezionato il procedimento di costituzione. Si applica, tuttavia, la legge italiana se la sede dell'amministrazione è situata in Italia, ovvero se in Italia si trova l'oggetto principale di tali enti.
  Evidenzia che il comma 2 specifica che sono disciplinati dalla legge regolatrice dell'ente: a) la natura giuridica; b) la denominazione o ragione sociale; c) la costituzione, la trasformazione e l'estinzione; d) la capacità; e) la formazione, i poteri e le modalità di funzionamento degli organi; f) la rappresentanza dell'ente; g) le modalità di acquisto e di perdita della qualità di associato o socio nonché i diritti e gli obblighi inerenti a tale qualità; h) la responsabilità per le obbligazioni dell'ente; i) le conseguenze delle violazioni della legge o dell'atto costitutivo.
  Rileva che il comma 3, infine, prevede che i trasferimenti della sede statutaria in altro Stato e le fusioni di enti con sede in Stati diversi hanno efficacia soltanto se posti in essere conformemente alle leggi di detti Stati interessati.
  Segnala, inoltre, nell'Allegato A la direttiva (UE) 2019/2177 che, tra le altre cose, modifica la direttiva (UE) 2015/849, relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo: l'articolo 3 di detta direttiva, infatti, introduce norme volte a favorire lo scambio di informazioni tra l'Autorità Bancaria Europea (ABE), le Autorità nazionali, gli Stati membri e la Commissione in merito ai rischi di riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.
  Sottolinea che, a tal fine, sono messe a disposizione anche dell'ABE la relazione della Commissione che identifica, analizza e valuta i rischi di riciclaggio e del finanziamento del terrorismo che gravano sul mercato interno e relativi alle attività transfrontaliere, così come i risultati delle valutazioni del rischio, compresi i relativi aggiornamenti, eseguiti dagli Stati membri. Si prevede, inoltre, che l'ABE emani ogni due anni un parere relativo ai presìdi contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo.
  Osserva che è previsto, altresì, che gli Stati membri e l'ABE si scambino informazioni sui casi in cui l'ordinamento di un Paese terzo non consente l'attuazione delle politiche e delle procedure di lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, in modo da intraprendere azioni coordinate per giungere a una soluzione.
  Infine, si stabilisce che l'ABE elabori progetti di norme tecniche di regolamentazione che specificano il tipo di misure supplementari e l'azione minima che gli enti creditizi e gli istituti finanziari devono intraprendere laddove l'ordinamento di un Paese terzo non consenta l'attuazione delle misure richiamate.
  Passando all'esame della relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2020, segnala che è stata trasmessa al Parlamento il 24 giugno 2021, quindi con un ritardo significativo rispetto al termine di presentazione – 28 febbraio – previsto dall'articolo 13 della citata legge n. 234 del 2012.
  Evidenzia che il rispetto della tempistica, oltre a rendere più efficace la valutazione dell'azione svolta dal Governo a livello europeo nell'anno di riferimento, è strumentale ad una corretta articolazione temporale delle due fasi, quella programmatica – che infatti alla Camera si svolge congiuntamente con l'esame del Programma di lavoro della Commissione europea – e Pag. 129quella dell'attuazione degli orientamenti nel quadro delle procedure definite dalla legge n. 234.
  Precisa che, analogamente alle precedenti, la relazione è articolata in cinque parti e in cinque allegati. La prima parte è dedicata agli sviluppi del processo di integrazione europea e alle questioni istituzionali: in questo ambito, si dà conto, tra le altre cose, dell'impegno profuso dal Governo italiano per la conclusione del negoziato sul nuovo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, in linea con gli indirizzi parlamentari espressi al riguardo. Tra i risultati conseguiti, si evidenzia, in particolare, il volume delle risorse impegnate che, sebbene ridotto rispetto alle proposte iniziali della Commissione, non è sceso al di sotto della soglia dell'1 per cento del Reddito nazionale lordo (RNL) europeo ed è compensato dalle risorse di Next Generation EU.
  Tra l'altro, la Relazione precisa che il saldo italiano relativo al QFP, pur restando negativo, migliora rispetto al QFP 2014-2020, passando da –0,24 per cento a –0,17 per cento del PIL (in termini assoluti, da –4,11 a –2,9 miliardi di euro in media all'anno), determinando così una contrazione del contributo nazionale al bilancio europeo.
  Rileva che la relazione sottolinea, inoltre, che l'Italia si è spesa stata a favore del finanziamento di Next generation EU attraverso emissioni di titoli comuni: la sfida, ora, è rendere permanenti e strutturali i programmi di investimento comune, e dunque anche la condivisione del relativo debito, un risultato di eccezionale rilevanza raggiunto grazie all'iniziativa di diverse forze politiche italiane, che hanno saputo superare forti resistenze in sede europea.
  Con riguardo alla Brexit, segnala che la relazione, nel ricordare la conclusione dei negoziati per l'Accordo sulle future relazioni alla fine di dicembre 2020, indica la necessità da parte italiana di vigilare con attenzione sulla correttezza della sua applicazione.
  Evidenzia che nella terza parte della relazione, con riferimento alle attività condotte nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune, si sottolinea che nel corso del 2020 l'Italia ha sostenuto le iniziative in materia di peacebuilding e stabilizzazione, in particolare il rafforzamento delle missioni e delle operazioni condotte dall'UE, nonché tutti gli strumenti volti ad incrementare l'efficacia dell'azione dell'UE, obiettivo quanto mai urgente anche alla luce della recente crisi afgana. Tra questi, ad esempio, la nuova European Peace Facility per le misure di assistenza a Paesi ed organizzazioni partner; l'avvio dei lavori per la Bussola strategica (Strategic Compass) per la definizione degli obiettivi strategici dell'EU in materia di difesa comune; il Fondo europeo per la difesa, volto a promuovere il finanziamento dei progetti di cooperazione industriale in ambito militare; la cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa (PESCO) e l'attuazione del partenariato strategico NATO-UE, al fine di conseguire un maggiore coordinamento preventivo nell'affrontare le crisi.
  Con particolare riferimento alle aree di interesse strategico regionale, osserva che il documento indica il rilievo centrale dell'area mediterranea, anzitutto della questione libica, attraverso lo svolgimento di un ruolo propulsivo per assicurare un più stretto coordinamento a livello europeo, a livello bilaterale e nell'ambito della comune appartenenza di Italia, Francia e Germania – a cui si sono aggiunti i Paesi Bassi – al formato di Berlino, a guida ONU. Il Governo ha sostenuto l'azione delle Nazioni Unite e gli sforzi di dialogo intra-libico condotti dalla Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) nelle dimensioni politica, militare ed economica. A livello europeo, l'Italia è stata tra i promotori dell'Operazione EUNAVFOR MED Irini, di cui assicura il comando, ospitandone anche il quartier generale, e alla quale contribuisce con propri assetti navali per garantire il rispetto dell'embargo ONU sugli armamenti e sulle esportazioni illegali di petrolio da e verso la Libia. Ricorda che nel corso del 2020, l'Italia ha inoltre promosso la riflessione strategica e il rilancio delle relazioni con la regione del Mediterraneo meridionale. A sostegno di tale azione, Pag. 130è stato elaborato un non-paper, trasmesso alle Istituzioni UE e agli Stati membri nel settembre 2020, di cui molte raccomandazioni sono poi state assorbite nella nuova Agenda per il Mediterraneo, presentata dalla Commissione e dall'Alto Rappresentante il 9 febbraio 2021, su cui segnala che la III Commissione ha approvato un documento finale il 3 agosto scorso.
  Rileva che nel corso del 2020 l'Italia ha continuato a prestare massima attenzione alla lotta al terrorismo e al traffico di esseri umani, rafforzando a tal fine la cooperazione in materia con i Paesi del Maghreb ed ha perseguito un approccio multidimensionale per l'area del Nord Africa, affiancando alla dimensione securitaria le componenti socio-economiche e di cooperazione allo sviluppo.
  In riferimento al processo di allargamento dell'UE ai Paesi dei Balcani occidentali, evidenzia che il Governo ribadisce l'impegno dell'Italia per mantenere la centralità del processo di allargamento nell'agenda europea e per preservarne credibilità e influenza – anche a fronte dei potenziali rischi di destabilizzazione derivanti dall'emergenza pandemica –, sottolineando, altresì, l'importanza del risultato dei negoziati relativi allo strumento finanziario di preadesione (IPA III) nell'ambito del Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027, che ha previsto risorse finanziarie per un importo di circa 14 miliardi euro, con un incremento di circa 1 miliardo di euro rispetto al QFP precedente. L'Italia si è inoltre, adoperata, all'interno e insieme all'UE, al fine di mitigare gli effetti negativi a livello socio- economico generati dalla pandemia nei Paesi candidati e potenziali candidati. A tal fine, a favore della regione balcanica sono stati ri-orientati fondi europei per circa 3,3 miliardi di euro, sia per i bisogni immediati sia per il sostegno alla ripresa socio-economica nel medio-lungo periodo. In aggiunta a tale pacchetto, sono stati attivati programmi di assistenza macro finanziaria per un valore complessivo di circa 750 milioni di euro.
  In merito alle relazioni tra l'UE e gli Stati Uniti, rileva che la relazione ribadisce l'impegno del Governo italiano a lavorare per l'ulteriore approfondimento delle relazioni transatlantiche – coerentemente con le grandi linee di fondo della politica estera italiana –, cogliendo le opportunità che la nuova Amministrazione Biden potrà rappresentare per l'Europa e l'UE.
  Per quanto riguarda le relazioni tra l'UE e la Russia, il Governo segnala che nel corso del 2020 ha ottenuto l'avvio di una riflessione strategica sull'attuazione di cinque princìpi guida nei rapporti euro-russi, al fine di riequilibrarne l'attuazione a favore del principio del dialogo selettivo su questioni di interesse europeo che richiedono un coinvolgimento della Russia (salute umana, lotta al cambiamento climatico, al terrorismo e al crimine transnazionale, commercio internazionale, ricerca di soluzioni condivise alle crisi regionali). Nel segnalare che continuano a pesare sul potenziale di cooperazione effettiva una serie di elementi, la relazione indica che l'obiettivo centrale resta quello della promozione del dialogo con la Russia, che andrà incoraggiata a mantenere un atteggiamento costruttivo per scongiurare un approfondirsi del solco tra Occidente e Russia che risulterebbe pregiudizievole per entrambi.
  Infine, per quanto concerne la presenza italiana nel Servizio europeo di azione esterna (SEAE), evidenzia che nel 2020 è proseguita l'azione volta a consolidare e accrescere le posizioni acquisite nei gradi apicali del Servizio, tra cui spicca la nomina di un italiano a Segretario Generale (l'Ambasciatore Stefano Sannino). La relazione evidenzia che l'Italia detiene rilevanti posizioni di senior management e, se dal punto di vista strettamente numerico la quota dei funzionari italiani è sostanzialmente in linea con quanto spetterebbe al Paese (tra il 10 e il 12 per cento del totale), vi è margine per rafforzare il numero dei funzionari diplomatici in servizio a Bruxelles e nelle delegazioni.
  Conclusivamente, auspica la rapida approvazione della legge di delegazione europea in esame, al fine di garantire quanto prima l'adeguamento del nostro ordinamento nazionale al quadro normativo europeo, anche in un'ottica di definizione e soprattutto di prevenzione di procedure di Pag. 131contenzioso, considerato che – come già accennato – sono 26 (su un totale di 89) le procedure di infrazione in corso per mancato recepimento di direttive.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA, concordando sulle considerazioni del relatore, si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Piero FASSINO, presidente, segnala che nella parte finale della relazione appena illustrata dal collega Orsini sono evocati temi che sono al centro dell'attività della Commissione: i Balcani Occidentali, il Mediterraneo o la politica transatlantica. Pertanto, auspica che nella relazione e nel parere da approvare in esito all'esame dei due provvedimenti, la Commissione esprima una posizione incisiva ed articolata, che tenga conto degli orientamenti emersi nel corso dell'intensa attività degli ultimi mesi.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame congiunto ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.40.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 22 settembre 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.40.

7-00722 Fassino: Sulla strategia di integrazione europea dei Balcani occidentali.
(Discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00136).

  La Commissione inizia l'esame della risoluzione in titolo.

  Piero FASSINO, presidente, auspica che la Commissione pervenga nella seduta odierna alla approvazione della risoluzione in titolo, tenuto conto che il 6 ottobre prossimo, sotto presidenza slovena, avrà luogo il vertice dei Capi di stato e di Governo UE –Balcani occidentali. Tale summit si svolgerà in un contesto assai complicato: persiste, infatti il veto bulgaro sull'apertura dei negoziati con Albania e Macedonia del Nord e, considerata la fase di impasse politica che sta vivendo la Bulgaria – con nuove elezioni parlamentari a novembre, le terze in un anno e mezzo – è del tutto probabile che non ci saranno progressi nei negoziati sull'allargamento. A medio termine, con il semestre di presidenza francese dell'UE – dal 1° gennaio 2022 – ed il successivo semestre di presidenza ceca – due Paesi notoriamente molto cauti sull'adesione dei Balcani occidentali all'Unione – c'è il serio rischio di un definitivo stallo delle trattative, i cui effetti sarebbero disastrosi: da un lato, crescerebbe l'influenza nella regione balcanica di attori terzi – Russia, Cina, Turchia ed Emirati Arabi Uniti –, dall'altro il processo di riforme sollecitato dall'UE subirebbe una brusca frenata. In questo quadro potrebbero altresì riemergere antiche pulsioni nazionalistiche, le stesse che hanno portato ai tragici conflitti degli anni Novanta. Tra l'altro, segnala che a gennaio scorso è stato diffuso un documento – di cui nessuno ha rivendicato la paternità – nel quale si evoca uno stravolgimento degli equilibri raggiunti con gli Accordi di Dayton, sulla scia del progetto nazionalistico a suo tempo sostenuto da Milosevic.
  Alla luce di questi sviluppi preoccupanti la risoluzione in titolo, sulla scorta di quelle approvate nel 2019 e nel 2020, sollecita il Governo ad adottare iniziative di competenza affinché il Consiglio europeo imprima una accelerazione della strategia di integrazione dei Balcani occidentali, ma anche affinché la Commissione europea promuova politiche volte a: includere i Balcani occidentali nei programmi europei di approvvigionamento dei vaccini contro il COVID-19; coinvolgerli nella elaborazione del «Nuovo Patto per l'asilo e l'immigrazione» proposto dalla Presidente Von der Leyen; orientare risorse finanziarie europee erogate ai Balcani verso programmi di investimento e di sviluppo in sintonia con gli indirizzi del Recovery Fund; coinvolgere Pag. 132delle opinioni pubbliche dei Balcani – in particolare i giovani – nella Conferenza sul futuro dell'Europa.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA esprime parere favorevole sulla proposta di risoluzione in titolo.

  Laura BOLDRINI (PD), ringraziando il Presidente Fassino per l'iniziativa assunta, evidenzia che gli obiettivi previsti dagli Accordi di Dayton – finalizzati alla stabilizzazione della regione balcanica – sono, di fatto, falliti, come dimostrano le mancate riforme e il fragile assetto istituzionale in particolare della Bosnia Erzegovina. A suo avviso, sarebbe opportuno inserire nella proposta di risoluzione un apposito passaggio sulla esigenza di un consistente piano europeo di investimenti nei Balcani, in grado di risollevare le economie di quei Paesi e fornire una concreta prospettiva ai tanti giovani balcanici che oggi sono invece costretti ad emigrare.

  Piero FASSINO, presidente, segnala alla collega Boldrini che la proposta di risoluzione contiene in premessa uno specifico riferimento ai programmi di investimento e di sviluppo.

  Laura BOLDRINI (PD) sottolinea, tuttavia, che i programmi di sostegno economico non hanno fin qui sortito gli effetti sperati sul piano dell'occupazione giovanile: occorre, invece, puntare con decisione sulle nuove generazioni, meno soggette al rischio farsi condizionare dal riemergere di pulsioni nazionalistiche.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), ringraziando il Presidente Fassino per l'impegno profuso e condividendo le ragioni di fondo dell'iniziativa, rileva la necessità di approfondire alcuni profili della proposta di risoluzione e di non poter quindi accedere alla richiesta di approvare l'atto di indirizzo nella seduta odierna. Ove la Commissione intendesse procedere oggi con voto preannuncia il voto di astensione del suo gruppo.

  Piero FASSINO, presidente, precisa che la proposta in esame riproduce gli stessi elementi contenuti nelle due risoluzioni già approvate all'unanimità nel 2019 e nel 2020; tiene conto, pertanto, delle diverse sensibilità rappresentate dalle forze politiche, essendo stata predisposta nella fedele considerazione dei testi già approvati.

  Iolanda DI STASIO (M5S), a nome del Movimento 5 Stelle, esprime pieno sostegno alla proposta di risoluzione presentata dal Presidente Fassino.

  Andrea ORSINI (FI) condivide il giudizio critico sui ritardi e le incertezze dell'Unione europea, che già in passato ha commesso un errore analogo con la Turchia: gli ostacoli nel processo di adesione di Ankara hanno infatti alimentato la deriva islamista di Erdoğan, con tutte le conseguenze negative che ne sono derivate.
  Preannuncia, dunque, il convinto sostegno all'atto di indirizzo in titolo, suggerendo tuttavia di mitigare il passaggio relativo alla rimozione del veto bulgaro e di venire il più possibile incontro alle richieste della Lega entro la seduta odierna, in modo da favorire l'approvazione unanime della risoluzione in tempo per la scadenza del vertice di inizio ottobre.

  Piero FASSINO, presidente, chiede la disponibilità del gruppo Lega ad elaborare una proposta di riformulazione dei punti sui quali si registrano divergenze entro la seduta odierna, nel tempo ancora a disposizione prima della ripresa delle votazioni presso l'Assemblea.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), concordando con la proposta del collega Orsini sul veto della Bulgaria per scongiurare un approccio frontale con tale importante Paese, esprime riserve sul coinvolgimento dei Balcani nella elaborazione del «Nuovo Patto per l'asilo e l'immigrazione», stante che per la Lega è essenziale garantire il controllo delle frontiere e dei flussi migratori.

  Piero FASSINO, presidente, propone di rinviare l'approvazione ad altra seduta, da Pag. 133tenere in serata o nella mattinata di domani, in attesa di ricevere le proposte di riformulazione da parte dei gruppi.

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA esprime la disponibilità del Governo ad accogliere eventuali proposte che potranno emergere dal dibattito, a partire dall'esigenza di un focus più mirato sui giovani. Al riguardo, segnala l'iniziativa del Ministro Di Maio sulla organizzazione di un Forum dei giovani balcanici, che avrà luogo in novembre, per riunire i giovani da tutta l'area e discutere di proposte per il futuro dell'Europa e per il percorso di avvicinamento di tutti i Paesi balcanici all'UE.

  Piero FASSINO, presidente, riformula la risoluzione presentata al fine di inserire un punto in premessa che richiami la pregevole iniziativa della Farnesina per un Forum dei giovani UE-Balcani per riunire i giovani da tutta l'area e discutere di proposte per il futuro dell'Europa e per il percorso di avvicinamento di tutti i Paesi balcanici all'UE. Propone, inoltre, di riformulare il punto relativo al voto bulgaro nel senso di prevedere «la promozione di un confronto con le autorità bulgare che consenta la convocazione delle Conferenze intergovernative per l'avvio dei negoziati di adesione con Albania e Macedonia». Sulla base di una segnalazione pervenuta da parte della Farnesina riformula il punto relativo alla liberalizzazione dei visti al fine di menzionare più correttamente la considerazione favorevole della proposta della Commissione europea di liberalizzare i visti.

  Laura BOLDRINI (PD) chiede di inserire un esplicito riferimento alla promozione di politiche occupazionali rivolte ai giovani.

  Paolo FORMENTINI (LEGA) chiede di sopprimere il punto d) del primo punto del dispositivo, relativo alla la concessione della liberalizzazione dei visti di ingresso per i cittadini del Kosovo.

  Piero FASSINO, presidente, evidenzia che si tratta dell'unico elemento di integrazione che, per il momento, la Commissione europea prospetta a Pristina. Accoglie la proposta della collega Boldrini in merito alle politiche occupazionali giovanili, per le quali occorre un incremento di risorse.

  Paolo FORMENTINI (LEGA) segnala che la liberalizzazione dei visti potrebbe implicare il rischio di infiltrazioni di foreign fighters, presenti in numero significativo sul territorio kosovaro.

  Piero FASSINO, presidente, propone di integrare il testo con una ulteriore clausola che preveda l'adozione di misure di tutela e prevenzione contro il rischio di infiltrazioni che attentino alla sicurezza dell'Unione.

  Laura BOLDRINI (PD) segnala la necessità di conservare il passaggio sulla liberalizzazione dei visti per i kosovari, che rivendicano tale diritto in quanto già concesso ai serbi e di non evocare la minaccia terroristica con riferimento al Kosovo, potendo un simile riferimento destare percezioni sbagliate e discriminatorie.

  Piero FASSINO, presidente, ribadisce il proprio impegno a trovare una soluzione di compromesso che consenta l'approvazione unanime della risoluzione. Conferma l'intenzione di non rimuovere il punto sulla liberalizzazione dei visti per i cittadini kosovari.

  Paolo FORMENTINI (LEGA) ricorda che la presenza di foreign fighters in Kosovo è confermata da autorevoli fonti dell'intelligence.

  Laura BOLDRINI (PD), replicando, ribadisce il rischio di urtare la sensibilità dei kosovari.

  Andrea ORSINI (FI), a titolo di compromesso, propone di aggiungere, nel primo paragrafo del dispositivo, un riferimento più generale alla prevenzione dei flussi migratori illegali e alla tutela degli aspetti di sicurezza.

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  Piero FASSINO, presidente, accogliendo il suggerimento del collega Orsini, propone di inserirlo nel passaggio sul Patto per le migrazioni, in modo da ricomprendere tutti i Paesi, e non solo il Kosovo.

  Paolo FORMENTINI (LEGA) chiede che sia comunque esplicitato il riferimento al rischio di infiltrazioni terroristiche.

  Piero FASSINO, presidente, rileva l'opportunità di non enfatizzare troppo la questione, limitandosi a menzionare il rischio di «infiltrazioni che attentano alla sicurezza».

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si associa alla considerazione del Presidente Fassino.

  Paolo FORMENTINI (LEGA) segnala che anche la Bosnia Erzegovina registra preoccupazioni analoghe a quelle del Kosovo.

  Piero FASSINO, presidente, propone di inserire un nuovo punto, così formulato: «ad assumere le iniziative di governo e contrasto a flussi migratori irregolari, nonché a infiltrazioni che attentino alla sicurezza dell'Unione;».

  Laura BOLDRINI (PD) sottolinea l'opportunità di menzionare nell'atto di indirizzo anche le condizioni drammatiche in cui vivono i migranti e richiedenti asilo in molti campi di accoglienza dislocati nei Paesi balcanici, come attestato da alcune missioni effettuate da deputati del Parlamento europeo e da risoluzioni approvate dalla medesima Assemblea parlamentare.

  Piero FASSINO, presidente, ribadendo che la situazione di campi profughi come quello di Lipa, in Bosnia, rappresenta una vergogna per l'Europa, concorda sulla opportunità di aggiungere anche un esplicito richiamo alla necessità di garantire condizioni dignitose e tutela dei diritti umani per i migranti mediante l'inserimento di un punto ulteriori che reciti: «a sollecitare le autorità dei Paesi balcanici a garantire a profughi e rifugiati condizioni di accoglienza rispettose dei diritti umani;».

  Paolo FORMENTINI (LEGA) rileva che sarebbe altresì opportuno sopprimere la definizione «pulsioni nazionalistiche ed etnocentriche», che rischia di suscitare un pregiudizio negativo contro le scelte autonome di uno Stato sovrano che decidesse di non proseguire il percorso di adesione all'UE.

  Piero FASSINO, presidente, propone di sostituire le espressioni evocate dal collega Formentini con l'espressione «nostalgie del passato».

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA esprime parere favorevole sulle proposta di riformulazioni emerse nel corso del dibattito.

  Pino CABRAS (MISTO-L'A.C'È) preannuncia il voto di astensione della componente L'Alternativa c'è.

  La Commissione approva all'unanimità la proposta di risoluzione n. 7-00722 Fassino, che assume il n. 8-00136 (vedi allegato 2).

7-00681 Boldrini: Sul rilancio del processo di pace in Medio Oriente.
7-00712 Ermellino: Sul rilancio del processo di pace in Medio Oriente.
7-00721 Di Stasio: Sul rilancio del processo di pace in Medio Oriente.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto delle risoluzioni in titolo, rinviato nella seduta del 4 agosto scorso

  Piero FASSINO, presidente, avverte che sono state presentate le risoluzioni nn. 7-00712 Ermellino e 7-00721 Di Stasio. Trattandosi di atti di indirizzo vertenti tutti sulla medesima materia, in assenza di obiezioni, Pag. 135 la discussione avrà luogo in modo congiunto.

  Alessandra ERMELLINO (MISTO-CD) segnala che la proposta di risoluzione a sua firma tiene conto degli elementi emersi nel corso del ciclo istruttorio sui recenti sviluppi della crisi israelo-palestinese, nonché delle posizioni espresse dal nuovo Governo israeliano, che lasciano intravedere spiragli di ripresa del processo negoziale. Sottolinea, inoltre, l'opportunità di avviare una riflessione sul principio «due popoli, due Stati» come unica soluzione per una pace duratura, prendendo atto della crescente influenza di un'intera generazione di arabi-israeliani (ormai il 20 per cento della popolazione) che hanno accettato di diventare cittadini dello Stato ebraico.

  Iolanda DI STASIO (M5S), ringraziando la collega Boldrini per l'iniziativa assunta, evidenzia che l'atto di indirizzo a sua firma prende le mosse dall'importante incontro del 29 agosto scorso tra il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas e il Ministro della difesa d'Israele Benny Gantz: si tratta del primo segnale di riavvicinamento tra le Parti dal lontano 2010, che occorre valorizzare promuovendo ogni sforzo diplomatico per un concreto riavvio del processo di pace.

  Laura BOLDRINI (PD), ringraziando le colleghe per i significativi contributi al dibattito, sottolinea l'intenzione di aggiornare il testo della propria risoluzione con un riferimento al citato incontro tra Abu Mazen e Ganzt, nonché al piano di ricostruzione di Gaza elaborato dal Ministro degli Esteri israeliano Lapid.
  Esprime profonda preoccupazione per la scomparsa di Nazir Banat, attivista per i diritti umani morto mentre era sotto la custodia delle forze di sicurezza palestinesi: si tratta di un episodio inquietante, che getta ulteriore discredito sulla leadership di Abu Mazen proprio nel momento in cui aspira ad accreditarsi come interlocutore autorevole.

  Andrea ORSINI (FI), preannunciando la presentazione di una proposta di risoluzione a nome di Forza Italia, auspica che il nostro Paese possa esercitare un ruolo di impulso alla ripresa del processo di pace, nello spirito degli Accordi di Abramo, ai quali dovrebbero essere associati anche i palestinesi.

  Paolo FORMENTINI (LEGA) sottoscrive l'analisi del collega Orsini, precisando che anche il testo di risoluzione della Lega – di prossima pubblicazione – parte proprio da una valorizzazione degli Accordi di Abramo.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito, rimettendosi alle iniziative che i gruppi potranno assumere, a sostegno di un auspicabile ripresa del negoziato di pace.

  Piero FASSINO, presidente, si dichiara disponibile a concorrere alla stesura di un testo unitario, sul quale far convergere la maggior parte delle forze politiche, laddove possibile.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.40 alle 15.50.

COMITATO PERMANENTE SULL'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENTE

  Mercoledì 22 settembre 2021. — Presidenza della presidente Maria Edera SPADONI.

  La seduta comincia alle 15.50.

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Sui lavori del Comitato permanente.

  Maria Edera SPADONI, presidente, esprime un ringraziamento ai Gruppi per l'assenso unanimemente prestato al suo insediamento quale presidente del Comitato. Coglie l'occasione per rivolgere un ringraziamento alla collega Emanuela Del Re, già presidente del Comitato e oggi Inviata Speciale dell'UE per il Sahel. Il nuovo ruolo istituzionale della collega si pone in continuità con l'impegno parlamentare da lei assolto con competenza e prestigio anche in questa sede. Auspica, pertanto, di potere individuare le modalità per collaborare con l'onorevole Del Re e potere mettere a frutto la speciale competenza che lei esprime in sede europea. Ribadisce la propria soddisfazione nel subentrarle, tornando peraltro a presiedere un Comitato dopo l'esperienza svolta nella scorsa legislatura.
  Quanto ai lavori del Comitato, facendo seguito a quanto già convenuto nell'Ufficio di Presidenza svolto a maggio, evidenzia la necessità di dare nuovo slancio all'impegno del Comitato e della stessa Commissione sui temi dell'Agenda 2030 e della politica di cooperazione allo sviluppo.
  Ricorda che i recenti tragici avvenimenti in Afghanistan e il dibattito internazionale sull'efficacia delle missioni internazionali convergono sull'esigenza di dare nuova centralità alle politiche di aiuto allo sviluppo, quale leva di lungo periodo efficace e duratura per la buona riuscita dei processi di pacificazione e di stabilizzazione delle crisi.
  Rileva che l'Agenda 2030 ha correttamente assunto il dovuto protagonismo come concept di base per l'azione della Comunità internazionale nelle sue varie articolazioni e anche per gli Stati Nazionali. Gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile rappresentano oggi le linee direttrici di fondo per tutte le politiche pubbliche per gli organismi internazionali e regionali. L'ONU, l'UE, la NATO – per citare i pilastri della politica estera italiana – hanno dato avvio ad un nuovo corso riorientando i propri target di base sull'Agenda 2030.
  Evidenzia che l'Italia nel corso di questa legislatura ha assicurato attenzione crescente alla tematica, anche se soltanto l'implodere della crisi afghana ha fatto emergere nuova consapevolezza sull'esigenza di invertire la tendenza, assicurando congrui e più consistenti fondi alle politiche di aiuto internazionale allo sviluppo, come ha affermato il Ministro Di Maio nel suo intervento alla Camera il 24 agosto scorso.
  Segnala che in questa materia nella scorsa legislatura l'Italia si è attrezzata con due strumenti legislativi innovativi: la legge di riforma della cooperazione n. 125 del 2014 e la cosiddetta legge quadro delle missioni internazionali n. 145 del 2016.
  Si tratta di strumenti tra di loro connessi, nell'ottica di un approccio onnicomprensivo alle crisi internazionali, basato su un corretto dosaggio tra strumento militare e interventi di cooperazione, in conformità con l'impostazione europea dell'impegno nelle missioni internazionali.
  In questo contesto, rileva l'opportunità che le attività del Comitato ripartano da una ricognizione del settore con il contributo della Viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni, peraltro già componente della III Commissione, oltre che Vicepresidente della Camera dei deputati.
  Il Comitato dovrà intensificare la propria interazione anche con il Direttore dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo e con gli esponenti delle organizzazioni internazionali. competenti, a partire dall'OCSE/DAC.
  Osserva che i componenti del Comitato dovranno inoltre essere politicamente attivi nelle sedi più opportune a presidio dell'incremento dei fondi per la cooperazione allo sviluppo, soprattutto nella prospettiva della prossima manovra di finanza pubblica e dell'esame del disegno di legge di bilancio per l'anno 2022.
  Segnala che con il necessario avallo della Presidenza della Commissione e l'autorizzazione della Presidenza della Camera, si potranno valutare missioni all'estero per valorizzare e assumere maggiore conoscenza in merito all'impegno italiano nella cooperazione allo sviluppo nelle regioni di Pag. 137maggior importanza strategica per il nostro Paese.
  Evidenzia che eventuali iniziative in tal senso da parte del Parlamento italiano potranno essere corroborate dalla sinergia con gli organi parlamentari omologhi presso i Parlamenti degli Stati membri UE e del Parlamento europeo.
  Il Comitato non potrà inoltre fare a meno di svolgere un ruolo di monitoraggio e advocacy in occasione dell'esame di provvedimenti in materia di cooperazione allo sviluppo, a partire dall'esame del Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo, su cui la III Commissione si è espressa da ultimo nel 2020 rispetto al Documento relativo al 2019. Analogamente il Comitato potrà esaminare in sede istruttoria le relazioni governative al Parlamento nelle materie di competenza.
  Da ultimo, ricorda che l'Ufficio di presidenza della Commissione ha deliberato di affidare al Comitato l'esame istruttorio della Relazione sui rapporti tra l'Italia e il Fondo monetario internazionale, riferita al periodo dal 1° maggio 2019 al 30 aprile 2020 (Doc. LXVIII, n. 3), trasmessa dal Governo il 9 settembre scorso.
  Inoltre, come richiesto in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, della Commissione il 7 settembre scorso, si potranno audire i protagonisti della società civile ancora presente in Afghanistan ed impegnate in attività di carattere umanitario e cooperativo.
  Segnala, infine, l'opportunità di valorizzare maggiormente le politiche di aiuto allo sviluppo e sostegno ai processi di pacificazione stabilizzazione in occasione dell'esame delle Deliberazioni sulle missioni internazionali ai sensi degli articoli 2 e 3 della legge 145 del 2016.
  A tal fine, sarà in futuro opportuno promuovere con regolarità l'audizione del Direttore Generale della cooperazione allo sviluppo, al fine di meglio cogliere la natura e l'impatto degli interventi di cooperazione allo sviluppo nei teatri in cui sono attivate missioni militari.

  Piero FASSINO (PD) auspica una considerazione favorevole di quanto qui prospettato dalla Presidente Spadoni da parte dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Maria Edera SPADONI, presidente, si associa all'auspicio del Presidente Fassino e, nessuno chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 15.55.