CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 settembre 2021
657.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 64

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 15 settembre 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.35.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Piero FASSINO, presidente, comunica che, per il gruppo Lega-Salvini Premier, a far data dal 6 agosto 2021, è rientrato a far parte della Commissione l'onorevole Simone Billi. Pag. 65
  Dà il benvenuto al collega, formulando gli auspici per la ripresa di una proficua collaborazione con la Commissione, anche nella sua qualità di Presidente del Comitato permanente sugli italiani nel mondo e la promozione del Sistema Paese.

  La Commissione prende atto.

Programma di lavoro della Commissione per il 2021 – Un'Unione vitale in un mondo fragile (COM (2020) 690 final).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2021 (Doc. LXXXVI, n. 4).
(Seguito esame congiunto e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato nella seduta del 3 agosto 2021.

  Piero FASSINO, presidente, ricorda che nella seduta dello scorso 3 agosto il relatore, onorevole Orsini, aveva illustrato i contenuti degli atti in titolo e aveva preannunciato la presentazione di una proposta di parere favorevole.

  Andrea ORSINI (FI), relatore, presenta e illustra una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1), di cui evidenzia quale elemento innovativo rispetto al dibattito svoltosi nella precedente seduta la menzione della crisi afghana, scoppiata in tutta la sua gravita nel corso del mese di agosto.
  Sottolinea che il Programma di lavoro della Commissione europea per la restante parte dell'anno è stato condizionato dall'irrompere di tale crisi nello scenario internazionale, con pesanti ripercussioni sull'attività dell'Alto Rappresentante e del SEAE, e con decisioni prima non prevedibili sull'avvio di nuovi filoni di cooperazione con gli Stati confinanti e sulla prospettiva di revisione dell'intero impianto dell'azione esterna dell'UE e della politica di difesa comune. In tale contesto, ravvede davvero la necessità di una riflessione per individuare forme più incisive di cooperazione nell'ambito della politica di sicurezza e difesa comune, con l'obiettivo – a lungo termine – di creare un esercito europeo in grado di cooperare ed integrarsi con le strutture NATO. Evidenzia, altresì, l'impegno per l'aggiornamento della politica dell'UE nella regione artica, particolarmente esposta ai cambiamenti climatici e al conseguente impatto sull'economia. Con riferimento alla Relazione programmatica del Governo, sottolinea il sostegno del Governo italiano all'integrazione europea dei Balcani Occidentali, decisiva per evitare il riemergere di pericolosi nazionalismi e ridimensionare la crescente influenza di attori terzi come Cina, Russia e Turchia, nonché l'impegno dell'Esecutivo a coinvolgere nelle attività della Conferenza sul futuro dell'Europa una rappresentanza il più possibile diversificata di esponenti del mondo accademico, delle istituzioni – incluso il Parlamento – e della società civile. Da ultimo, segnala l'opportunità di proseguire il monitoraggio della gestione ordinata della Brexit, cercando di contenere il più possibile gli effetti negativi sui rapporti economico-commerciali tra Italia e Regno Unito e assicurando la tutela dei diritti dei cittadini italiani residenti nel Regno Unito, nonché assicurando il massimo sostegno alla candidatura di Milano ad ospitare la nuova sezione della divisione centrale del Tribunale di primo grado del costituendo Tribunale unificato dei brevetti.

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si associa alle considerazioni del relatore.

  Laura BOLDRINI (PD) stigmatizza il ritardo con il quale il Parlamento si trova ad esaminare gli atti in titolo, con grave pregiudizio della capacità di stabilire una proficua interlocuzione con le Istituzioni europee e di esprimere indirizzi in grado di orientare in maniera incisiva l'attività negoziale del Governo in sede UE. Al riguardo, segnala che proprio oggi la Presidente della Commissione europea, von de Leyen, ha illustrato alla plenaria del Parlamento europeo l'annuale discorso sullo «stato dell'Unione», che delinea le prospettive Pag. 66 dell'azione europea, indicando le nuove priorità dell'azione comune, tra cui spiccano l'accoglienza dei rifugiati e l'esigenza di costruire una prospettiva di difesa europea. Sono questi i temi dell'attualità europea su cui il Parlamento dovrebbe confrontarsi invece di esaminare provvedimenti riferiti ad una situazione risalente ad un anno fa.
  Chiede, dunque, che il Governo si impegni a trasmettere con tempestività la Relazione programmatica, auspicabilmente entro il primo trimestre dell'anno, in modo da assicurare che il Parlamento possa esercitare efficacemente la propria attività di indirizzo.

  Simone BILLI (LEGA) evidenzia l'esigenza di assicurare pieno sostegno alla candidatura di Milano come sede per ospitare la nuova sezione della divisione centrale del Tribunale di primo grado del costituendo Tribunale unificato dei brevetti, auspicando che il Governo rafforzi il proprio impegno affiancandosi agli sforzi intrapresi dalla Regione Lombardia e dal Comune di Milano e contrastando le azioni di disturbo messe in atti da alcuni partner europei, in primis Belgio e Paesi Bassi.
  Riguardo alla tutela dei cittadini italiani residenti nel Regno Unito, ribadisce l'esigenza di rafforzare la rete-diplomatico consolare in territorio britannico – che patisce il disastroso effetto combinato del taglio di risorse, delle conseguenze della pandemia e della stessa Brexit –, accelerando l'apertura del nuovo consolato a Manchester, dal momento che la nomina di nuovi consoli onorari a Londra si è dimostrata una misura non sufficiente a far fronte agli enormi carichi di lavoro.

  Silvana SNIDER (LEGA) richiama l'opportunità di affrontare in sede europea il problema dell'armonizzazione delle normative in materia di movimentazione della selvaggina: le attuali disparità, infatti, penalizzano gli operatori economici e minano la biodiversità e gli equilibri ambientali.

  Andrea ORSINI (FI), relatore, si associa alle considerazioni della collega Boldrini circa la necessità che il Parlamento sia messo in condizione di esaminare tempestivamente gli atti programmatici in questione, sottolineando che tale rilievo è contenuto sia nella relazione illustrativa sia nella proposta di parere. Si tratta certamente di un rilievo che non è mosso in particolare al Governo in carica ma all'intero meccanismo stratificato, preposto alla elaborazione e trasmissione di questi atti. Si associa naturalmente all'auspicio per un'azione congiunta del sistema Paese per agevolare la candidatura di Milano a sede della sezione del Tribunale di primo grado.

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA, accogliendo con favore la sollecitazione al Governo a rispettare i termini per la presentazione della Relazione programmatica, evidenzia che l'intero Esecutivo, ed il MAECI in particolare, segue con grande attenzione l'evoluzione del negoziato sulla nuova sede del Tribunale dei brevetti, sebbene la fase elettorale in Germania abbia un po' rallentato il processo. Precisa che egli stesso si impegna a sostenere la candidatura di Milano in tutti i colloqui bilaterali con i propri omologhi europei.
  Riguardo al potenziamento della rete diplomatico-consolare nel Regno Unito, conferma che l'apertura del nuovo consolato a Manchester è ormai imminente, essendo già stata individuata la sede, che deve tuttavia essere opportunamente ristrutturata.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  Nessuno altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole presentata dal relatore.

  La seduta termina alle 14.50.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 15 settembre 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli Pag. 67affari esteri e la cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.50.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020.
C. 3258 Governo, approvato dal Senato.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021.
C. 3259 Governo, approvato dal Senato.
Tabella n. 6: Stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno finanziario 2021.
(Relazioni alla V Commissione)
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del regolamento e conclusione – Relazione favorevole sul disegno di legge C. 3258 e relazione favorevole con osservazioni sul disegno di legge C. 3259).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che, conformemente alle intese informali raggiunte in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentante dei Gruppi, si ritiene rinunciato il termine per la presentazione di emendamenti con riferimento al disegno di legge di assestamento, tenuto conto che l'esame dei provvedimenti in sede consultiva deve concludersi entro la giornata di oggi.
  Ritiene, inoltre, opportuno evidenziare che al disegno di legge di rendiconto, come da previsione legislativa, è allegata anche la Relazione sull'utilizzo degli stanziamenti per le politiche di cooperazione allo sviluppo, ai sensi dell'articolo 14, comma 2, della legge n. 125 del 2014.

  Graziano DELRIO (PD), relatore, ricorda che il rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura dell'anno finanziario, adempie al fondamentale obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria.
  Segnala che la disciplina del rendiconto è dettata dalla legge di contabilità e finanza pubblica del 31 dicembre 2009, n. 196, che, all'articolo 35, dispone che il rendiconto relativo al 31 dicembre dell'anno precedente sia presentato entro il successivo mese di giugno alle Camere con apposito disegno di legge, dopo esser stato previamente sottoposto alla Corte dei Conti per il giudizio di parificazione.
  Rileva che per quanto riguarda il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il suo stato di previsione per l'anno finanziario trascorso, di cui alla legge di bilancio 27 dicembre 2019, n. 160, prevedeva spese in conto competenza pari a 2.978 milioni di euro. Per effetto delle variazioni intervenute nel corso della gestione, gli stanziamenti definitivi di competenza relativi al medesimo Ministero ammontano a complessivi 4.261,7 milioni di euro, con un incremento del 43,1 per cento rispetto al 2019.
  Osserva che, come puntualmente rilevato dalla Corte dei Conti nella relazione annuale sul Rendiconto generale dello Stato, le priorità della politica estera del nostro Paese nel 2020 si sono poste in linea di sostanziale continuità rispetto al 2019: in ambito europeo, l'impegno del Dicastero è stato rivolto al tema delle migrazioni per superare l'approccio frammentario seguito dall'Unione europea fino ad ora.
  In tal senso l'Amministrazione attribuisce grande priorità al negoziato con l'UE per il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027(QFP) al fine di includere in esso la priorità rappresentata dalla gestione dei flussi migratori e il rafforzamento, in tale ottica, della collaborazione con i Paesi di origine, temi sui quali si è soffermata anche la Presidente von der Leyen in occasione dell'odierno discorso sullo «Stato dell'Unione».
  La costruzione di una difesa comune, l'integrazione europea dei Paesi dei Balcani occidentali e la gestione ordinata della Brexit rappresentano anch'essi obiettivi prioritari, mentre continuano ad essere aree prioritarie il Mediterraneo, l'Africa e il Medio Oriente, la stabilizzazione della Libia, l'America Latina e l'Asia, che rappresentano Pag. 68 terreni di azione fondamentali della politica estera nazionale, attraverso le azioni di cooperazione allo sviluppo dell'UE e nazionale e le iniziative diplomatiche e umanitarie per la prevenzione e risoluzione delle crisi in atto nel vicinato meridionale, orientale e in Africa, anche in ambito multilaterale.
  Evidenzia che l'azione del Ministero è stata orientata alla crescita dell'economia nazionale e dell'occupazione, favorendo esportazioni, internazionalizzazione e tutela della proprietà intellettuale e del Made in Italy e promuovendo le imprese italiane anche attraverso un approccio basato sulla promozione integrata istituzionale.
  Rileva che promuovere la cultura e la lingua italiane nel mondo attraverso la rete diplomatico-consolare e gli Istituti di cultura si è confermata inoltre una delle missioni principali del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Il Ministero è stato inoltre impegnato dal 1° dicembre 2020 nel mandato della Presidenza di turno del G20.
  Osserva che gli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile hanno continuato ad ispirare la strategia nazionale di cooperazione allo sviluppo, attraverso il coordinamento con le altre Amministrazioni, con l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, con Cassa depositi e prestiti e con tutti i soggetti, pubblici e privati, operanti in tale settore, non solo al fine di perseguire obiettivi di solidarietà, ma anche obiettivi strategici di prevenzione dei conflitti, di consolidamento delle istituzioni democratiche e di stabilizzazione delle aree di crisi.
  Ricorda che l'insorgere della pandemia nel marzo 2020 ha prodotto un impatto rilevante sulla rete estera del Ministero in termini di azioni straordinarie da adottare per far fronte all'emergenza, al rimpatrio di molti connazionali, alla necessità di dare assistenza agli italiani all'estero, alla messa a disposizione di dispositivi di protezione individuale e di materiale sanitario, alla riconversione in modalità digitale di molte attività di servizio delle strutture diplomatiche.
  Segnala, inoltre, che il MAECI è stato impegnato per la costruzione della risposta europea alla pandemia, attraverso il contributo alla definizione del Next Generation EU, al coordinamento in ambito europeo sul tema dei vaccini, e al sostegno alle imprese.
  Con riferimento ai nuovi assetti organizzativi e funzionali dell'Amministrazione, sottolinea che nel corso del 2020 le dotazioni organiche dei dirigenti di seconda fascia e delle aree funzionali sono state oggetto di rimodulazioni conseguenti al trasferimento di competenze in materia di commercio internazionale al MAECI.
  Rileva che le risorse finanziarie assegnate al MAECI in termini di stanziamenti iniziali ammontano nel 2020 a circa 3 miliardi, che sono divenuti in corso di gestione 4,3 miliardi di stanziamento definitivo (con un incremento di 1,3 miliardi, pari al 43 per cento dello stanziamento iniziale).
  Di tale aumento, circa 881 milioni (il 20,7 per cento dello stanziamento definitivo) sono stati destinati all'emergenza COVID-19.
  Osserva che il MAECI gestisce attualmente tre missioni: la numero 4 «Italia in Europa e nel mondo», la numero 16 «Commercio internazionale ed internazionalizzazione del sistema produttivo» e la numero 32 «Servizi istituzionali e generali», trasversale a tutte le amministrazioni.
  Segnala che la funzione istituzionale del Ministero si realizza prevalentemente attraverso i 12 programmi della missione «Italia in Europa e nel mondo». A tale missione, nel 2020, sono state attribuite risorse per stanziamenti iniziali pari a 2,6 miliardi, incrementate a 3 miliardi in sede di stanziamenti definitivi.
  Alla missione «Commercio internazionale ed internazionalizzazione del sistema produttivo» e al relativo programma «Sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e promozione del Made in Italy», sono state attribuite, nel 2020, risorse in termini di stanziamenti iniziali pari a 286 milioni, incrementate in sede di stanziamenti definitivi a 1,1 miliardi. Pag. 69
  Osserva che per la missione 32 «Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche» il MAECI riceve uno stanziamento iniziale di 82 milioni che è diventato di circa 109 milioni a fine esercizio.
  Si conferma, anche nel 2020, la prevalenza delle voci di trasferimento (67 per cento sugli stanziamenti iniziali, 73 per cento sui definitivi). La percentuale è in lieve aumento rispetto al 2019 (in cui era del 65,4 per cento sui definitivi).
  Evidenziando il dato numerico, rileva che gli stanziamenti definitivi del 2020 ammontano a poco più di 3,1 miliardi (2 miliardi di stanziamento iniziale). L'aumento si registra prevalentemente nella categoria dei trasferimenti correnti a imprese e in quella dei contributi agli investimenti ad imprese, a causa dell'incremento degli stanziamenti per l'emergenza COVID-19.
  Segnala che il programma 2 – Cooperazione allo sviluppo – ha registrato un incremento del 10 per cento delle risorse ad esso dedicate. Dagli 1,2 miliardi stanziati nel 2019 si è infatti passati agli 1,3 miliardi del 2020, il 31 per cento circa degli stanziamenti dell'intero Ministero.
  Precisa che la variazione in aumento si registra esclusivamente nelle spese correnti, in quanto quelle in conto capitale restano pressoché invariate e più precisamente nella categoria dei «Trasferimenti correnti ad Amministrazioni pubbliche». Sul totale trasferito di 650,7 milioni a chiusura esercizio – erano 530 milioni nel 2019 –, la quasi totalità delle risorse è stanziata sui tre capitoli che attribuiscono risorse all'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS), per un totale di 641,4 milioni.
  Se a tale cifra si aggiungono anche i 2,5 milioni stanziati per la ristrutturazione della sede istituzionale, l'Agenzia ha ricevuto nel 2020 dal Ministero 643,9 milioni.
  Sottolinea che l'incremento rispetto all'esercizio precedente si registra prevalentemente sul capitolo dedicato all'attuazione da parte dell'Agenzia delle iniziative di cooperazione internazionale. Lo stanziamento di tale capitolo passa, infatti, in corso di gestione, dai 525,9 milioni ai 596 milioni di stanziamento definitivo. Nel 2019 tale ultimo valore si attestava sui 513,6 milioni.
  Evidenzia che un'altra parte consistente di risorse del programma 2 è dedicata ai «Trasferimenti correnti all'estero», che si sostanziano nel conferimento ad organismi internazionali di contributi obbligatori e volontari. Nel 2020 su tale categoria sono stati stanziati a questo scopo 654,8 milioni, in leggero aumento rispetto ai 652,8 milioni del 2019.
  Rileva che il programma «Promozione della pace e sicurezza internazionale» rappresenta il quarto programma in termini di entità delle risorse stanziate (circa il 12,4 per cento delle risorse di tutto il Ministero). Con i fondi assegnati sono state finanziate le iniziative a sostegno del processo di soluzione di crisi in atto all'estero, in particolare nel Nord Africa e nel Medio Oriente, soprattutto in Libia. Lo stanziamento definitivo per il 2020 di tale programma è di 529 milioni, in leggero calo rispetto al 2019 in cui era di circa 533,5 milioni. Lo stanziamento è quasi interamente destinato alla categoria dei «Trasferimenti correnti all'estero» per circa 516 milioni (erano 517 milioni nel 2019).
  Segnala che il programma 8 «Italiani nel mondo e politiche migratorie» ha visto un decremento delle sue risorse che passano da poco più di 87,5 milioni del 2019 a 68,2 milioni nel 2020. Lo stanziamento sul c.d. Fondo Africa, «Fondo per interventi straordinari volti a rilanciare il dialogo e la cooperazione con i paesi africani e con altri paesi d'importanza prioritaria per i movimenti migratori», si è infatti ridotto passando dai 50 milioni stanziati nel 2019 ai circa 31,85 milioni del 2020. Ricorda che non sono più stati iscritti in bilancio i 2 milioni che nel 2019 erano stati stanziati sul Fondo di premialità per le politiche di rimpatrio (capitolo 3110).
  Osserva che il programma 9 «Promozione del sistema Paese», ora denominato «Promozione della lingua e della cultura italiana all'estero», presenta uno stanziamento definitivo di 182 milioni. Il calo delle risorse dedicate a tale programma (erano infatti 220,9 milioni nel 2019) è legato al trasferimento di una parte delle sue competenze Pag. 70 al «Sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e promozione del Made in Italy», nuova competenza acquisita dal MAECI.
  Precisa che leggendo il dato di bilancio del 2019 in base ad una riclassificazione che consenta di purificarlo dalle competenze poi trasferite alla nuova missione, lo stanziamento del programma subisce in realtà un certo incremento, passando dai 161 milioni del 2019 ai 182 milioni del 2020.
  Sottolinea che la nuova missione «Commercio internazionale ed internazionalizzazione del sistema produttivo» riceve nel 2020, come già accennato, risorse in termini di stanziamenti definitivi pari a 1,1 miliardi. Per quanto riguarda il programma «Rappresentanza all'estero e servizi ai cittadini e alle imprese» lo stanziamento è pari a 611 milioni (erano 596,6 milioni nel 2019), mentre quello del programma «Presenza dello Stato all'estero tramite le strutture diplomatico-consolari» ammonta a 210,8 milioni (erano 128,3 milioni nel 2019).
  Evidenzia che l'incremento che si registra su tale programma riguarda le risorse, sia in conto corrente sia in conto capitale, stanziate per le rappresentanze diplomatiche ed uffici consolari di prima categoria, che aumentano dai 94,6 milioni del 2019 ai 173,3 del 2020.
  Di tale incremento 24 milioni sono le risorse destinate alle rappresentanze estere per gestire l'emergenza COVID-19 (capitolo 1613) ed in particolare: 6 milioni sono per l'assistenza ai cittadini all'estero in condizioni di indigenza o di necessità e 18 milioni per il «Potenziamento delle attività di promozione del sistema Paese all'estero – riparto Fondo promozione integrata».
  Rileva che rispetto al dato dei residui finali, che nel 2019 ammontavano a 158,86 milioni, si registra un notevole incremento che li porta a 708,6 milioni nel 2020. Anche in questo caso l'incremento è avvenuto sul programma 5 della missione 16 dedicata al Commercio internazionale ed all'internazionalizzazione del sistema produttivo. Su tale programma si registravano a inizio esercizio residui iniziali per 235,9 milioni e si sono creati residui di nuova formazione per 366,9 milioni (di cui 318 milioni formatisi sulle risorse stanziate per far fronte all'emergenza COVID-19).
  Segnala che i pagamenti totali, comprensivi dei pagamenti sui residui, ammontano a circa 3,8 miliardi (erano 3 miliardi nel 2019). Nel complesso la gestione evidenzia, sulla base del dato dell'impegno di competenza che ammonta a 3,8 miliardi, una capacità di impegno del 90,06 per cento, in leggera diminuzione rispetto all'esercizio precedente (in cui era del 91,36 per cento), e una capacità di pagamento del 94,33 per cento, anch'essa in diminuzione rispetto al dato del 2019, anno nel quale l'indicatore segnava il 99,23 per cento.
  Osserva che il Ministero, nel 2021, riceve stanziamenti iniziali per 3,587 miliardi, in aumento rispetto ai 2,978 miliardi stanziati nel 2020. Di questi, 955,6 milioni sono assegnati per far fronte all'emergenza COVID-19 tuttora in atto. Ricorda che anche nel 2021 la maggior parte delle risorse stanziate per far fronte alle conseguenze della pandemia confluisce nel programma «Sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e promozione del Made in Italy» che riceve a tale scopo 681,8 milioni su un totale di stanziamento iniziale di 871,8 milioni. Ulteriori risorse COVID-19 sono assegnate ai programmi «Servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza» della missione 32 (15 milioni), al «Coordinamento dell'Amministrazione in ambito internazionale» (1,9 milioni) e alla «Rappresentanza all'estero e servizi ai cittadini e alle imprese» (920 mila euro).
  Segnala che particolare rilievo assume, ai fini dell'attività di controllo e di indirizzo svolta dalla nostra Commissione, la relazione sull'utilizzo degli stanziamenti per le politiche di cooperazione allo sviluppo, prevista dall'articolo 14, comma 2, della legge n. 125 del 2014, allegata al Rendiconto generale dello Stato, che consente una lettura complessiva delle politiche di cooperazione allo sviluppo adottate dal nostro Paese nel corso dell'esercizio finanziario trascorso.
  Ricorda che la Parte illustrativa della Relazione dà conto sinteticamente delle Pag. 71spese per l'aiuto pubblico allo sviluppo (APS).
  Evidenzia che l'Italia è tradizionalmente un Paese convinto sostenitore del sistema multilaterale, a cui fornisce oltre la metà del suo aiuto pubblico allo sviluppo, destinando alle spese generali degli organismi internazionale, quelle che gli operatori chiamano «contributi core», una percentuale particolarmente elevata rispetto agli altri donatori del Comitato di aiuto allo sviluppo dell'OCSE.
  Osserva che il valore preliminare (stimato da OCSE/DAC) dell'APS italiano 2020 è stato determinato sulla base delle erogazioni notificate da cinquanta enti, di cui nove Amministrazioni centrali, compreso il MAECI, l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), cinque Regioni, la Provincia Autonoma di Bolzano, nove Enti Locali, ventitré Università statali e Istituti di ricerca e due soggetti beneficiari di quota parte del gettito fiscale.
  Precisa che l'APS comunicato finora dalle Amministrazioni pubbliche italiane per l'anno 2020 è pari a 3.673,31 milioni di Euro, corrispondente allo 0,22% del Reddito nazionale lordo (RNL). Evidenzia che tale dato è ancora parziale, continuando a pervenire dati di competenza di alcuni soggetti pubblici. Nel documento si sottolinea che tale cifra – trasmessa dall'OCES/DAC nel mese di marzo 2021 – è frutto di una trasmissione dei dati parziale ed incompleta, mancando dei dati di competenza di alcuni importanti soggetti pubblici, non ancora pervenuti per via dell'emergenza causata dalla pandemia COVID-19.
  Segnala che il maggiore contribuente dell'APS italiano si conferma, anche per il 2020, il Ministero dell'economia e delle finanze. Con erogazioni pari a 1,94 miliardi di euro, il MEF determina al momento il 52,83 per cento dell'APS complessivo, dato che comprende gli importi di competenza di Cassa Depositi e Prestiti e di SACE. In particolare, le erogazioni del MEF includono la quota parte del contributo al Bilancio dell'Unione Europea destinato a interventi di cooperazione allo sviluppo e i contributi a Banche e Fondi di Sviluppo notificabili come APS.
  Segnala che il MAECI si colloca in seconda posizione destinando, insieme all'AICS, 1,29 miliardi di euro alla cooperazione allo sviluppo, pari al momento 35,14 per cento dell'APS.
  Menziona come significativa, anche se in forte calo rispetto agli anni precedenti, la quota del Ministero dell'Interno, pari al 5,62 per cento dell'APS totale. Ricorda che i 206,4 milioni di euro notificati dal Ministero dell'Interno sono destinati, in misura prevalente, all'assistenza temporanea in Italia dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Il restante 6,41 per cento dell'APS italiano, equivalente 442 milioni di euro circa, è diviso tra le altre Amministrazioni, centrali e locali, nonché tra i soggetti beneficiari di quota parte del gettito fiscale (destinatari dell'8 per mille) ove lo destinino a interventi di cooperazione allo sviluppo.
  Con riferimento ai canali di intervento, osserva che il multilaterale rappresenta al momento il 73 per cento dell'APS complessivo. In particolare, i contributi multilaterali sono pari a circa 2,695 miliardi di euro, ivi inclusi i contributi al bilancio dell'Unione europea (la quota notificabile come APS) e al Fondo Europeo di Sviluppo (FES). L'aiuto bilaterale è pari a circa 978,6 milioni di euro, di cui oltre 835,4 milioni di euro a dono e 143,2 milioni di euro in crediti di aiuto.
  Quanto alla distribuzione geografica dell'aiuto bilaterale, evidenzia che le erogazioni lorde effettuate nel 2020, al momento pari a 724,4 milioni di euro, confermano la priorità che la cooperazione italiana attribuisce all'Africa, area che assorbe il 55 per cento delle erogazioni bilaterali lorde ripartibili geograficamente, seguita dalla regione dei Balcani e del Medio Oriente (24 per cento), dall'Asia e Oceania (14 per cento) e dalle Americhe (7 per cento).
  Ulteriori 481,4 milioni di euro sono stati destinati a progetti e iniziative non allocabili geograficamente o realizzate su più aree geografiche, compresi i costi per i rifugiati che ammontano a 200,89 milioni di euro.
  Quanto al posizionamento dell'Italia sul piano internazionale, segnala che secondo i dati pubblicati dall'OCSE/DAC sul proprio Pag. 72sito internet, l'Italia si colloca al decimo posto nella classifica dei donatori del DAC per ammontare di APS ed al ventesimo posto con riferimento al rapporto APS/RNL.
  Limitatamente ai Paesi G7, l'Italia si posiziona sesta, in termini percentuali, dietro alla Germania (0,73 per cento), al Regno Unito (0,7 per cento), alla Francia (0,53 per cento), al Giappone (0,31 per cento) e al Canada (0,31 per cento). Gli Stati Uniti si confermano all'ultimo posto con lo 0,17 per cento del RNL. Al riguardo, segnala, dunque, che l'Italia non ha conseguito l'obiettivo intermedio che si era prefissata per il 2020, ovvero di raggiungere una quota di APS pari allo 0,30 per cento del RNL.
  Rileva che nel corso del 2020, nel settore della cooperazione allo sviluppo europea, il Governo ha dedicato particolare attenzione al proseguimento del negoziato per i nuovi strumenti di finanziamento dell'azione esterna dell'Unione Europea per il settennato finanziario 2021–2027. Fra questi, il principale è lo Strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI – Global Europe) con una dotazione finanziaria complessiva di 79.462.000.000 euro a prezzi correnti.
  Per quanto riguarda la cd. cooperazione delegata, osserva che il MAECI ha continuato a svolgere il proprio ruolo di coordinamento, ai sensi della legge n. 125 del 2014, assistendo e coordinando i diversi enti certificati per la gestione dei fondi della Commissione europea per attività di cooperazione allo sviluppo, ossia l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, il Ministero dell'Ambiente, il Ministero dell'Interno, Cassa Depositi e Prestiti e l'Istituto Italo–Latino Americano.
  In relazione alla cooperazione bilaterale (DGCS-AICS), osserva che la Relazione dà diffusamente conto delle diverse aree geografiche di intervento e dei relativi settori di priorità in cui si è concentrata l'azione della cooperazione italiana.
  Nel corso del 2020, sono stati deliberati interventi umanitari per un ammontare complessivo pari a 128.281.735 euro. Con riferimento alla Programmazione del 2020 sono stati deliberati interventi per un importo complessivo pari a 82.281.735 euro, che corrisponde al 62 per cento dello stanziamento totale previsto per l'aiuto umanitario; di questi il 55 per cento (pari a 45.091.002 euro) è stato erogato nel corso dello stesso anno.
  Segnala che nel 2020 sono stati lanciati diciannove bandi rivolti alle organizzazioni della società civile relativi ad interventi di aiuto umanitario a valere su iniziative bilaterali, deliberate nel corso di annualità precedenti, per un valore complessivo di circa 36 milioni di euro. I suddetti bandi hanno aggiudicato progetti ad OSC per un importo complessivo di circa 14 milioni di euro, mentre i restanti fondi fanno riferimento a call for proposal lanciate, ma non ancora aggiudicate.
  Quanto alla ripartizione geografica degli interventi, rileva che particolare attenzione è stata dedicata all'Africa ed al Medio Oriente a cui sono stati destinati rispettivamente il 42 ed il 31 per cento degli stanziamenti deliberati. Le due aree hanno assorbito collettivamente il 73 per cento dei fondi, mentre il restante importo è stato ripartito tra Asia (6 per cento), America Latina e Centrale (2 per cento) ed Europa (1 per cento).
  In aggiunta, una quota non trascurabile di fondi, pari al 18 per cento, è stata utilizzata per il finanziamento di iniziative «non geograficamente ripartibili», quali ad esempio il sostegno finanziario al funzionamento della Base di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite (UNHRD) di Brindisi, al Fondo delle Nazioni Unite per le emergenze (CERF) ed alle attività di advocacy del Centro internazionale per lo sminamento umanitario di Ginevra.
  Sottolinea che nel 2020 l'Italia ha inoltre aumentato il suo sostegno diretto ai cosiddetti «First Responders», ossia gli operatori locali dei Paesi beneficiari degli interventi, capaci di rispondere alle crisi in maniera più tempestiva ed in linea con i bisogni locali.
  Venendo sinteticamente ai contenuti del disegno di legge di assestamento, ricorda che tale istituto è previsto per consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio, anche sulla scorta Pag. 73della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente.
  Segnala che la disciplina dell'istituto dell'assestamento del bilancio dello Stato è contenuta all'articolo 33 della citata legge di contabilità e finanza pubblica del 2009, che ne prevede la presentazione entro il mese di giugno di ciascun anno.
  Rileva che lo stato di previsione del MAECI per il 2021, approvato con la legge n. 178 del 2020, reca spese in competenza per un totale di 3.587,18 milioni di euro, di cui 3.398,35 milioni di parte corrente e 188,82 milioni in conto capitale.
  Per quanto concerne le autorizzazioni di cassa, queste, identiche alla competenza, ammontano pertanto a 3.587,18 milioni di euro, dei quali 3.398,35 milioni di parte corrente e 188,82 milioni in conto capitale.
  Segnala che la consistenza dei residui presunti risulta valutata, al 1° gennaio 2021, in 57,8 milioni, dei quali 4,24 milioni di parte corrente, e 53,56 milioni ascrivibili al conto capitale. La massa spendibile – competenza più residui – ammonta quindi a 3.644,98 milioni, con un coefficiente di realizzazione – rapporto tra autorizzazioni di cassa e massa spendibile – che si attesta intorno al 98,41 per cento.
  Ricorda che il coefficiente di realizzazione esprime la capacità di spesa di un dato Ministero: quanto più la percentuale si avvicina al 100 per cento, tanto maggiore è la quota di fondi impegnati effettivamente spendibile.
  Osserva in proposito che le autorizzazioni di cassa, anziché costituire una percentuale più o meno elevata della massa spendibile, potrebbero anche superarla quantitativamente. Ciò tuttavia, ancorché non frequente, non costituirebbe violazione del limite posto alle autorizzazioni di cassa: va infatti osservato che, nelle previsioni iniziali della legge di bilancio di ogni anno, i residui – ovvero una delle due componenti della massa spendibile – sono soltanto presunti. A riprova di ciò precisa che il coefficiente di realizzazione nelle previsioni assestate rientra comunque nel limite massimo del 100 per cento.
  Osserva che, rispetto a tali previsioni iniziali, il disegno di legge di assestamento 2021 reca talune modifiche dovute in parte all'adozione, nel periodo gennaio-maggio 2021, di atti amministrativi che hanno già comportato variazioni di bilancio, e per il resto alle variazioni proposte dallo stesso disegno di legge di assestamento.
  Sottolinea che le variazioni complessivamente apportate al bilancio per atti amministrativi hanno determinato un aumento di 294,6 milioni di euro delle dotazioni di competenza e di 594,6 milioni delle autorizzazioni di cassa, dovuti ad atti intercorsi nel periodo gennaio-maggio 2021, in relazione a provvedimenti legislativi e a norme di carattere generale nel frattempo adottate. In particolare, segnala che 300 milioni di euro di sola cassa derivano da prelevamento dall'apposito Fondo.
  Evidenzia che, pertanto le previsioni per il 2021 risultano assestate a 3.881,79 milioni per la competenza, dei quali 3.622,86 milioni di parte corrente e 258,92 milioni di conto capitale. Per quanto concerne le autorizzazioni di cassa le previsioni si assestano a 4.193,69 milioni (3.936,55 di parte corrente e 257,13 di conto capitale).
  Osserva che, infine, i residui si assestano a 716,81 milioni di euro: di tale importo 381,53 milioni ricadono nella parte corrente e 335,27 milioni nel conto capitale.
  Precisa che per effetto delle predette variazioni, la massa spendibile risulta pari a 4.598,6 milioni, e il coefficiente di realizzazione si attesta al 91,19 per cento circa.
  Conclusivamente, presenta una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge recante Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020 (vedi allegato 2) ed una proposta di relazione favorevole con osservazioni sul disegno di legge recante Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021 (vedi allegato 3).

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si associa alle considerazioni del relatore, proponendo di sostituire nella terza osservazione, la parola «riducendo» con le parole «anche al fine di ridurre».

Pag. 74

  Alberto RIBOLLA (LEGA) esprime apprezzamento per il consistente incremento delle risorse in materia di internazionalizzazione delle imprese e promozione del Made in Italy, che il Gruppo Lega considera essenziali per rilanciare l'economia del Paese e che determinano la convinta determinazione ad approvare la proposta di parere. Esprime, invece, riserve, circa la riduzione degli stanziamenti destinati al «Fondo Africa» – passato dai 50 milioni stanziati nel 2019 ai circa 31,85 milioni del 2020 –, uno strumento essenziale per promuovere lo sviluppo del continente africano e prevenire, in tal modo, i flussi di migranti economici, che l'Italia non è più in grado di assorbire.

  Laura BOLDRINI (PD), sia pure da un punto di vista opposto rispetto a quello del collega Ribolla, condivide le critiche sulla riduzione del «Fondo Africa», necessario per rilanciare il dialogo e la cooperazione con i Paesi africani e porre le basi per la loro crescita economica: solo la creazione di nuova occupazione, infatti, può offrire ai giovani africani una valida alternativa alla migrazione ed evitare che siano irretiti nei processi di radicalizzazione.
  Esprime, altresì, rammarico per il mancato obiettivo dello 0,30 per cento di risorse destinate all'aiuto pubblico allo sviluppo, risultato che pone l'Italia in grave ritardo rispetto ad altri partner europei, in primis la Germania e il Regno Unito, che hanno già raggiunto il target dello 0,7 per cento stabilito dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

  Graziano DELRIO (PD), relatore, ringraziando i colleghi per i puntuali rilievi, propone di integrare il testo del parere con una osservazione sul «Fondo Africa». Tra l'altro, ricorda che tale Fondo fu istituito nel 2017, quando ricopriva un incarico di Governo, e dunque ne condivide pienamente le finalità.

  Piero FASSINO, presidente, dispone una breve sospensione dei lavori per procedere all'integrazione del testo della proposta di parere.

  La seduta, sospesa alle 15.20, è ripresa alle 15.25.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva all'unanimità la proposta di relazione favorevole con riferimento al disegno di legge recante Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020 e la proposta di relazione favorevole con osservazioni relativa al disegno di legge recante Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021, come da ultimo riformulata (vedi allegato 4).
  Nomina, altresì, il deputato Graziano Delrio quale relatore, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, affinché possa partecipare, per riferirvi, alle sedute della Commissione Bilancio.

  La seduta termina alle 15.30.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 15 settembre 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 15.30.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante modifiche ai regolamenti di cui ai decreti del Presidente della Repubblica 19 maggio 2010, n. 95, e 1° febbraio 2010, n. 54.
Atto n. 300.
(Esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto in oggetto.

  Mirella EMILIOZZI (M5S), relatrice, segnala che il Regolamento in esame, che si compone di cinque articoli, aggiorna alcune disposizioni sull'organizzazione del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, alla luce dell'evoluzione Pag. 75 normativa e delle esigenze emerse dalla prassi.
  In particolare, l'articolo 1 modifica il regolamento relativo all'organizzazione dell'amministrazione centrale del MAECI – di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 95 del 2010 – al fine di renderla più adatta ad affrontare le nuove sfide per la diplomazia italiana, tenendo conto dell'accresciuto ruolo nelle relazioni internazionali della diplomazia pubblica e culturale, nonché delle competenze in materia di commercio internazionale attribuite al MAECI con il decreto-legge n. 104 del 2019, convertito dalla legge 132 del 2019.
  Sottolinea che la principale innovazione consiste nella soppressione di un ufficio dirigenziale generale – il Servizio per la stampa e la comunicazione istituzionale – e nell'istituzione di un diverso ufficio del medesimo livello – la Direzione Generale per la diplomazia pubblica e culturale – cui vengono conferite competenze da parte di altre strutture: la Segreteria Generale, la Direzione generale per la promozione del sistema Paese, la Direzione generale per le risorse e rinnovazione e il Servizio Stampa.
  Rileva che la nuova Direzione Generale nasce con l'obiettivo di raggiungere con maggiore efficacia la società civile nazionale e internazionale, coinvolgendola nella riflessione sulla politica estera e valorizzando le sinergie con uno dei fattori chiave del soft power italiano nel mondo, cioè la diplomazia culturale.
  La costituzione della nuova Direzione risponde quindi all'esigenza di fornire una regia unica, che permetta un armonico potenziamento dei diversi strumenti di diplomazia pubblica e culturale.
  Osserva che gli assi portanti nei quali si articolerà l'attività della nuova Direzione saranno pertanto la comunicazione – mezzi di comunicazione tradizionali e reti sociali –, la promozione culturale in senso stretto – rete degli Istituti italiani di cultura, scuole italiane all'estero, programmi di scambio accademico –, la programmazione strategica – mondo accademico, think tank, riviste specializzate – e la presenza italiana nelle organizzazioni internazionali.
  Segnala che nel parere approvato il 20 luglio scorso il Consiglio di Stato rileva che risulta ampiamente invalso nella prassi, almeno amministrativa, un diverso e più ristretto uso della locuzione «diplomazia culturale», riferita più specificamente all'intensa attività, condotta soprattutto nell'ultimo trentennio, volta al recupero dei beni culturali nazionali trafugati all'estero, attività che ha visto spesso la regia del Ministero della Cultura, con la partecipazione attiva delle rappresentanze diplomatiche italiane nei Paesi esteri di illecita esportazione (oltre che del Nucleo tutela del patrimonio culturale dell'Arma dei Carabinieri e dell'Avvocatura dello Stato). Al fine di prevenire talune ambiguità che potrebbero ingenerarsi in relazione ai citati aspetti semantici, il Consiglio di Stato suggerisce di valutare l'opportunità di inserire, alla lettera n) dell'articolo 1, la seguente precisazione: «ferme restando le competenze di tutela del Ministero della Cultura nell'azione di recupero di beni culturali appartenenti al patrimonio culturale nazionale illecitamente esportati all'estero
  Evidenzia che le ulteriori disposizioni di cui all'articolo 1 costituiscono adeguamenti formali del regolamento di organizzazione del Ministero a modifiche normative già intervenute, ovvero apportano modifiche ordinamentali resesi opportune alla luce dell'esperienza.
  Tra le altre cose, il numero 1) della lettera c) modifica la denominazione dell'attuale Direzione Generale per l'Unione europea in Direzione Generale per l'Europa e la politica commerciale internazionale, per dare l'opportuna evidenza all'attribuzione delle competenze in materia di politica commerciale internazionale. Al riguardo, ricorda che la Direzione Generale per l'UE esercita fin dal 2010 le competenze del MAECI per la definizione della posizione italiana nei temi di politica commerciale internazionale, che è competenza esclusiva dell'UE. La modifica, oltre ad esplicitare la competenza, contribuisce a valorizzare una responsabilità che ha acquisito crescente rilevanza per l'Amministrazione degli Affari esteri e per il Paese in generale. Pag. 76
  Segnala, inoltre, la lettera e), che prevede che all'interno della nuova Direzione Generale per la diplomazia pubblica e culturale sia istituita una posizione di Vicedirettore generale, con il titolo di «Capo del Servizio per la stampa e la comunicazione istituzionale», incaricato di gestire la comunicazione del Ministro e del Ministero, nella sua accezione più ampia: rapporti con i giornalisti, rapporti con il pubblico, reti sociali, eventi. Tale funzione, anche in linea con la prassi dei servizi diplomatici degli altri Paesi, assicura la disponibilità di una unica figura investita di rappresentare al mondo mediatico le posizioni del MAECI sui vari temi. Segnala che, in base al DPR n. 18 del 1967, l'incarico sarà attribuibile con decreto del Ministro ad un ministro plenipotenziario.
  Rileva che la lettera l) ribadisce la competenza primaria e un conseguente ruolo di coordinamento in capo al Direttore Generale per la promozione del Sistema Paese relativamente alle attività di promozione economica condotte dal Ministero e dalle amministrazioni vigilate, come l'Agenzia ICE. Tale disposizione risponde all'esigenza di mantenere un forte coordinamento delle iniziative di promozione all'estero, che negli ultimi anni si sono svolte, con successo, in forma integrata con la piena valorizzazione delle varie componenti del Sistema Paese.
  Osserva che il provvedimento, nel rimodulare le competenze della Direzione Generale, mantiene la competenza sulla promozione della diffusione della scienza (termine visibilmente da ripristinare nel testo del provvedimento), della tecnologia e della creatività italiane all'estero, anche attraverso il coordinamento e la gestione della rete degli addetti scientifici e spaziali e tratta le questioni attinenti alle organizzazioni internazionali competente in ambito scientifico e tecnologico. Sottolinea la menzione della figura di addetti spaziali, a testimonianza di una competenza su cui la Farnesina è assiduamente impegnata anche grazie ad un ufficio già operante presso la Direzione Generale per la promozione del sistema Paese.
  Segnala che nel sopra citato parere, il Consiglio di Stato raccomanda all'Amministrazione del MAECI di monitorare nella pratica il funzionamento coerente del nuovo modello organizzativo, valutando la possibilità di introdurre, se del caso, forme di raccordo in via di prassi, allo scopo di evitare anche in concreto, e non solo nella norma generale, la frammentazione e la dispersione dell'azione della rappresentanza del Sistema Paese all'estero, anche considerando le importanti competenze facenti capo al neocostituito Ministero del Turismo e all'ENIT, ma anche l'importantissima filiera economico-culturale del food italiano.
  Precisa che la lettera m) conferisce maggiore evidenza alle attribuzioni in materia di visti di ingresso e di politiche migratorie alla Direzione Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie, ferme restando le competenze delle altre amministrazioni, e in particolare del Ministero dell'Interno.
  Segnala, altresì, la lettera q), che incrementa il grado di rappresentatività del Consiglio di Amministrazione del Ministero.
  Sottolinea, infine, che le lettere t) ed u) inseriscono nel Regolamento di organizzazione del MAECI un'unica tabella, che riunisce le dotazioni organiche delle varie categorie di personale del Ministero, contenute in diversi provvedimenti, al netto degli impiegati locali a contratto degli uffici all'estero, disciplinati da una normativa speciale e il cui specifico contingente è stabilito da una disposizione di rango primario (l'articolo 152 del decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967). Resta in ogni caso fermo che la tabella potrà essere rimodulata nelle forme e con i vincoli di cui all'articolo 6, commi 3 e 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001, garantendo, in particolare, la neutralità finanziaria della rimodulazione.
  Evidenzia che, quanto alla carriera diplomatica, la dotazione attuale è di 1.149 unità, su un totale di 4.512 dipendenti, per una rete diplomatica comprensiva – al 1° gennaio 2021 – di 303 uffici all'estero articolati in 129 ambasciate, 8 rappresentanze permanenti presso gli Organismi Internazionali, Pag. 77 1 delegazione diplomatica speciale, 81 uffici consolari, 511 consolati onorari, 84 istituti italiani di cultura. Sottolinea che nel valutare l'adeguatezza di questa dotazione occorre considerare che nel 2020 risultavano oltre 6 milioni gli italiani iscritti in anagrafe consolare, oltre 2 milioni i visti di ingresso rilasciati, oltre 47 mila gli interventi a favore di connazionali all'estero, oltre 405 mila i passaporti emessi e oltre 60 mila gli iscritti a corsi di lingua italiana presso gli istituti italiani di cultura.
  Rileva che tali dati, comparati con quelli dei maggiori Paesi europei, attestano in ogni caso un sottodimensionamento della dotazione organica del nostro Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale rispetto alle esigenze di rappresentanza del nostro Paese all'estero, tanto più a fronte di un quadro internazionale aggravato da nuove crisi e sfide che evidenziano la nuova centralità dello strumento diplomatico.
  Rileva che l'articolo 2 contiene alcune disposizioni in materia di organizzazione degli uffici all'estero – le missioni diplomatiche, gli uffici consolari di prima categoria, le scuole statali all'estero e le delegazioni diplomatiche speciali –, modificando l'attribuzione delle funzioni in materia di gestione amministrativa e contabile degli stessi: in particolare, si promuove la partecipazione dei dirigenti scolastici delle scuole statali all'estero nella gestione del bilancio. Precisa che, trattandosi di materia di organizzazione degli uffici e di conferimento di funzioni all'estero, la materia è sottratta alla contrattazione collettiva anche in relazione al personale contrattualizzato, ai sensi dell'articolo 45, comma 5, del decreto legislativo n. 165 del 2001. La gestione amministrativa e contabile degli Istituti italiani di cultura resta invece disciplinata dal regolamento di cui al Decreto ministeriale n. 392 del 1995, il cui aggiornamento è stato peraltro effettuato di recente con il Decreto ministeriale n. 211 del 2015 e non richiede, al momento, ulteriori interventi.
  Segnala, inoltre, che la lettera d) sopprime i riferimenti alla competenza per la gestione dei fondi della cooperazione allo sviluppo, ora disciplinati dalla legge n. 125 del 2014, mentre la lettera e) definisce le responsabilità amministrativo-contabili del titolare dell'ufficio all'estero, del coordinatore del settore amministrativo-contabile, del dirigente preposto a un centro interservizi, dell'agente contabile e del consegnatario. La disposizione definisce anche le modalità di attribuzione dei citati incarichi e regola in maniera puntuale l'individuazione di sostituti in caso di assenza o impedimento, ipotesi che sovente si presentano a causa della mancanza di qualifiche appropriate dovuta sia alla generale carenza di personale, sia alle ridotte dimensioni delle piante organiche di alcuni uffici.
  Osserva che l'articolo 3 contiene le disposizioni transitorie e finali, allo scopo di assicurare la necessaria continuità delle funzioni nella fase di definizione degli uffici di livello dirigenziale non generale, successiva all'entrata in vigore del provvedimento in esame.
  Rileva che l'articolo 4 contiene le abrogazioni. In particolare, la lettera a) abroga il decreto del Presidente della Repubblica n. 1824 del 1960, che disciplina la procedura di apposizione della formula esecutiva «sulle sentenze della Corte di giustizia unica per le Comunità europee e sulle decisioni degli organi delle Comunità europee». Tale abrogazione è correlata all'articolo l, comma l, lettera p), numero 3) del provvedimento in esame, che attribuisce al Servizio per gli affari giuridici, del contenzioso diplomatico e dei trattati la competenza ad apporre tale formula esecutiva.
  Evidenzia che la lettera b) abroga il Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri n. 45 del 2019, che ha rideterminato la dotazione organica della carriera diplomatica: il contenuto di tale provvedimento, infatti, come integrato dall'articolo l, comma 922, della legge di bilancio 2021, è stato trasfuso nella tabella introdotta dal regolamento in esame.
  Sottolinea che l'articolo 5, infine, contiene la clausola di invarianza finanziaria, in base alla quale dall'attuazione del regolamento in esame non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Pag. 78
  Sul piano finanziario rilevare, peraltro, che, come evidenziato nella relazione tecnica, conseguentemente alle modifiche introdotte nell'organizzazione del MAECI, si rendono necessarie modifiche alla struttura del relativo stato di previsione. Pertanto, la nuova Direzione Generale per la diplomazia pubblica e culturale sarà dotata di un nuovo programma all'interno della missione «L'Italia in Europa e nel mondo», in cui confluiranno i programmi «Promozione della cultura e della lingua italiana all'estero» e «Comunicazione in ambito internazionale». In un'azione di nuova istituzione denominata «Attività di pianificazione delle politiche» saranno invece trasferiti i capitoli di bilancio attualmente gestiti dall'Unità analisi, programmazione e documentazione storica della Segreteria Generale. Gli stanziamenti relativi alle spese di personale saranno quantificati in sede di previsioni per la legge di bilancio 2022-2024, sulla base delle unità di personale che si prevede transiteranno nella Direzione Generale per la diplomazia pubblica e culturale.
  Alla luce di quanto esposto, preannuncia una proposta di parere favorevole che potrà essere presentata nel prosieguo, in vista di prossima seduta di esame del provvedimento e anche alla luce del parere che potrà essere nel frattempo formulato dalla Commissione bilancio.

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Iolanda DI STASIO (M5S) sottolinea l'importanza della novità normativa che attribuisce alla Farnesina competenze in materia di spazio, di fatto già esercitate dalla competente Direzione Generale, a conferma dell'importanza che tale tema riveste negli equilibri geopolitici presenti e futuri e dunque nella politica estera; pertanto, auspica che la Commissione possa dedicare la giusta attenzione alla materia.

  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 15 settembre 2021.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.40 alle 15.55.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 640 del 4 agosto 2021:

   a pagina 58, prima colonna, ottava riga, dopo la parola «di» sostituire la parola «occupazione» con le seguenti: «presenza militare internazionale»;

  a pagina 60, seconda colonna:

   alla ventottesima e ventinovesima riga, dopo la parola «a» sostituire le parole «impegnarsi, con massimo sforzo, a proseguire» con le seguenti «a proseguire nell'impegno, con massimo sforzo,»;

   alla trentatreesima riga, dopo la parola «coalizione» aggiungere le seguenti: «, accelerando le pratiche relative alle domande di asilo;».