CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 giugno 2021
603.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza
COMUNICATO
Pag. 310

  Mercoledì 9 giugno 2021.Presidenza del vicepresidente PILLON.Interviene, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, il presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali, dottor Gian Mario Gazzi.

  La seduta comincia alle 8.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Il PRESIDENTE avverte che, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato, è stata richiesta l'attivazione dell'impianto audiovisivo, con contestuale registrazione audio, e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso. I lavori della Commissione, che saranno oggetto di registrazione, potranno essere quindi seguiti in diretta – dall'esterno – sia sulla web tv Camera che su quella del Senato.
  Non essendovi osservazioni contrarie neanche da parte dell'audita, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.

PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'indagine conoscitiva sul funzionamento e la gestione dei servizi sociali con particolare riferimento all'emergenza epidemiologica da COVID-19: audizione del Presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali.

  Prosegue la procedura informativa sospesa nella seduta del 27 maggio.

  Il PRESIDENTE informa con la seduta odierna prosegue l'indagine conoscitiva attraverso la quale si intende affrontare il tema del funzionamento e della gestione dei servizi sociali con particolare riferimento all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Dopo aver ringraziato il dottor Gian Mario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali per la disponibilità a partecipare, di persona, ai lavori della Commissione e a fornire il suo autorevole contributo sulle questioni oggetto della indagine. Precisa inoltre che, secondo quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento del Senato, in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica in corso, per l'audizione odierna è consentita la partecipazione con collegamento in videoconferenza ai lavori anche dei componenti della Commissione.
  Dà quindi la parola al dottor Gazzi, invitandolo a contenere il proprio intervento in una decina di minuti, al fine di consentire ai commissari di porre alcuni Pag. 311quesiti. Avverte fin da ora che la seduta si dovrà concludere per le ore 8,30.

  Il dottor GAZZI sottolinea come i problemi portati dall'emergenza sanitaria si siano inseriti in una già complessa situazione della nostra società che nell'ultimo decennio ha rilevato una drastica riduzione degli investimenti sia nei servizi, che nelle risorse professionali.
  La gestione dell'emergenza ha coinvolto l'intera comunità professionale su tutto il territorio nazionale: la risposta dei servizi sociali alle nuove sfide da affrontare è stata influenzata dalle strutture organizzative di appartenenza dei professionisti e dai modelli preesistenti per farvi fronte. Il Consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali, e la Fondazione nazionale hanno promosso verso l'intera comunità professionale una ricerca per monitorare la risposta dei servizi alla crisi in corso, dando voce alle esperienze degli assistenti sociali impegnati in prima linea nella gestione dell'emergenza. Sulla totalità della popolazione degli assistenti sociali, il 48 per cento dei professionisti ha partecipato alla rilevazione (circa 20 mila professionisti).
  Attraverso il questionario è stata rilevata la capacità degli enti di garantire la tutela dei professionisti e delle persone che accedevano ai servizi sociali, la preparazione delle organizzazioni di far fronte all'emergenza e le condizioni contrattuali degli assistenti sociali. Tre quarti dei rispondenti hanno dichiarato di essere impiegati come assistenti sociali nel lavoro diretto con le persone, distribuendosi in percentuali simili nelle varie aree dedicate: nella ricerca si rileva come la percentuale più elevata sia collocata nell'area dedicata al sostegno di minori e famiglie. Dalla ricerca è emerso come alcuni professionisti siano stati più esposti al rischio di contagio durante l'epidemia: circa la metà del campione ha svolto attività a contatto diretto con le persone, il 49,6 per cento dei professionisti ha dichiarato che i dispositivi di protezione non erano sufficienti. Dallo studio emerge inoltre come nell'area centro-settentrionale sia stata offerta ai professionisti una maggiore dotazione dei dispositivi di protezione, si rileva inoltre che il fatto di avere un contratto stabile o meno non ha influito sulla possibilità di accedere alle tutele di sicurezza per i lavoratori. In merito alle forme di lavoro, la maggior parte dei professionisti, il 41,5 per cento si è alternato tra il lavoro in presenza e lavoro da remoto, il 22 per cento ha lavorato esclusivamente da remoto, solo l'8,1 per cento ha dichiarato che il proprio datore di lavoro non ha concesso lo smart-working. Le visite domiciliari sono state drasticamente ridotte e previste soltanto per le situazioni estremamente necessarie, al fine di cercare di ridurre per il professionista e per la persona il rischio di contagio.
  Il dato significativo che emerge è che le strutture organizzative non erano affatto attrezzate per far fronte all'emergenza sanitaria e non erano previsti dei modelli organizzativi per rispondere tempestivamente alla complessità dei bisogni emergenti.
  Un esempio significativo è la strategia adottata dal Governo italiano con il decreto-legge n. 34 del 19 maggio 2020 (cosiddetto decreto rilancio) che ha previsto una notevole quantità di interventi per affrontare l'emergenza sanitaria e sociale. Tra le varie misure, dal potenziamento del Servizio sanitario nazionale al reddito di emergenza per citarne due, segnaliamo che è stata prevista anche la presenza degli assistenti sociali all'interno delle costituite Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA).
  Più in generale la condizione di distanziamento fisico, le limitazioni agli spostamenti, hanno configurato immediatamente una circostanza eccezionale e molto diversa dalle condizioni consuete di esercizio professionale, sia per il rischio sanitario sia per la necessità di reinventare velocemente strategie e pratiche operative adeguate a mantenere il contatto, nonché a prestare attenzione alla tutela dei diritti di chi si trova in maggiori difficoltà.
  Sottolinea inoltre come siano state le donne ad aver pagato il peso maggiore delle difficoltà economiche legate all'emergenza sanitaria, sia perché inserite in numerose attività lavorative maggiormente colpite dall'interruzione imposta dallo Stato per il rischio di contagio, sia perché, con la chiusura Pag. 312 dei servizi educativi e la limitazione dei rapporti con la rete familiare hanno dovuto farsi carico da sole dell'accudimento dei figli.
  La ricerca nazionale condotta con la Fondazione nazionale degli assistenti sociali ha confermato che la crisi pandemica ha fatto emergere l'inadeguatezza del sistema dei servizi. La pandemia e le condizioni emergenziali che ne sono derivate hanno aperto scenari nuovi, complessi e a differenti livelli nel sistema di welfare complessivo.
  È indispensabile il potenziamento e la riorganizzazione dei servizi a livello locale, per ricostruire un sistema dei servizi che possa intercettare bisogni vecchie nuovi e attivare risorse, promuovere reti, accogliere le istanze della comunità, promuovere l'integrazione tra servizi e professionisti, tra sistema pubblico, risorse del Terzo Settore e volontariato informale.
  Sono apprezzabili gli stanziamenti previsti nei diversi provvedimenti emergenziali che si sono succeduti, ma occorre che divengano strutturali e integrati in un disegno complessivo di diritti sociali.
  L'assenza di un sistema complessivo di livelli essenziali e dei relativi investimenti non permette il rinforzo dei servizi locali necessari a garantire l'integrazione reale tra i comparti sociale, sociosanitario ed educativo. In molte Regioni, come certificato dall'ISTAT, mancano le condizioni minime per mettere a sistema i servizi e i percorsi di supporto, assistenza e cura per famiglie e minorenni, ma non solo, anche per sviluppare adeguatamente e in modo diffuso il lavoro di comunità.

  Il PRESIDENTE, dopo una breve richiesta di chiarimento, alla quale risponde l'audito, dichiara aperto il dibattito.

  La senatrice Tiziana Carmela Rosaria DRAGO (FdI), nel prendere atto delle criticità rappresentate e in particolare della mancanza di un piano strutturato di emergenza, chiede all'audito se ritenga necessaria una revisione della formazione degli operatori dei servizi sociali. Pone poi quesiti in ordine agli interventi in favore dei nuclei familiari con situazioni economiche difficili. Chiede infine in che modo, a suo parere, si possa assicurare una maggiore omogeneità nella qualità dei servizi sociali su tutto il territorio nazionale.

  La senatrice Maria Laura MANTOVANI (M5S) pone quesiti sul rapporto tra servizi sociali e scuola, con particolare riguardo al problema dell'abbandono scolastico dei ragazzi di età superiore ai sedici anni.

  Il PRESIDENTE invita i componenti della Commissione che non sono potuti intervenire a far pervenire per iscritto i quesiti al dottor Gazzi. All'audito chiede quindi la disponibilità a intervenire nuovamente in Commissione per le repliche.

  Il PRESIDENTE, nel prendere atto della disponibilità del dottor Gazzi a intervenire nuovamente in Commissione, rinvia il seguito dell'audizione e dell'indagine conoscitiva.

  La seduta termina alle 8.32.