CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 maggio 2021
596.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 72

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Giovedì 27 maggio 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 9.

Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Consiglio europeo sullo stato delle relazioni politiche, economiche e commerciali tra l'UE e la Turchia.
(JOIN(2021) 8 final).
(Esame ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Piero FASSINO, presidente e relatore, in via preliminare, segnala che l'atto è stato trasmesso dalla Commissione europea in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali, allegato al Trattato sull'Unione europea. Lo stesso provvedimento è assegnato alla XIV Commissione per l'espressione del parere.
  Ricorda che, in base al Regolamento, a conclusione dell'esame del suddetto atto, la Commissione potrà adottare un documento finale per esporre il proprio avviso su possibili iniziative da assumere.
  Passando ad illustrare l'atto in esame, presentato congiuntamente dalla Commissione europea e dall'Alto Rappresentante il 20 marzo 2021, sottolinea che la relazione era stata richiesta dal Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020 ed è stata la base della discussione svolta dallo stesso Consiglio europeo nella riunione dello scorso 25 marzo e delle ulteriori decisioni che il Pag. 73Consiglio europeo potrà eventualmente prendere in occasione della sua riunione del 24 e 25 giugno prossimo, quando tornerà a discutere sulla situazione in Turchia.
  Sempre in premessa, evidenzia che la Turchia – al pari di Russia e Iran – è un Paese che, in ragione della sua storia, tende ad avere un'alta considerazione del proprio ruolo nel mondo e chiede di essere riconosciuta come interlocutore autorevole ed influente in ogni scacchiere geopolitico dove si trova ad operare. Pertanto, nel definire il quadro di relazioni con Ankara occorre tener presente non solo categorie di tipo razionale, ma anche le percezioni e le sensibilità specifiche. Peraltro, collocandosi in un'area di cerniera tra Europa ed Asia, tra cristianità ed Islam, circondata da situazioni di crisi – Siria, Iraq e Caucaso – la Turchia di Erdoğan sviluppare da tempo una strategia definita «neo-ottomana» segnata da una marcata assertività e provando ad imporre il suo ruolo di leadership su tutto il mondo musulmano. In questo contesto si inserisce anche il sostegno ad Hamas nell'ambito del conflitto israelo-palestinese, con l'assai discutibile scelta di avere conferito la cittadinanza turca a tredici dirigenti dell'organizzazione.
  Segnala, inoltre, che nella Comunicazione si esaminano lo stato delle relazioni politiche, economiche e commerciali tra l'UE e la Turchia; si forniscono alcune valutazioni sui profili più critici e si prospetta una strategia dell'UE nei confronti della Turchia, che prevede da un lato, misure per rafforzare la cooperazione sulla base di un approccio progressivo, proporzionato e reversibile, ma a condizione che gli sforzi costruttivi della Turchia siano sostenuti e rafforzati nei prossimi mesi. Dall'altro, la Comunicazione prospetta eventuali possibili contromisure da parte dell'UE nel caso in cui, invece, la Turchia ritorni a compiere azioni unilaterali volte a violare il diritto internazionale, causando pregiudizio agli interessi dell'UE e dei suoi Stati membri, in particolare nel Mediterraneo orientale.
  Ricorda che la Turchia è formalmente tra i Paesi candidati all'Unione europea, essendole stato riconosciuto tale status nel 1999 ed avendo pure avviato nel 2005 i negoziati di adesione, negoziati che però sono stati interrotti a partire dal 2018 a causa di un marcato deterioramento della situazione interna della Turchia, in particolare per quanto riguarda una involuzione relativamente alla tutela dei princìpi dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali, a fronte di una grave tendenza regressiva rispetto alle riforme previste, messa in atto dal Governo turco anche come reazione al tentativo di colpo di Stato del 2016.
  Per quanto riguarda le relazioni politiche, osserva che il contesto delle relazioni UE-Turchia si è andato progressivamente deteriorando negli ultimi anni, portando all'arresto dei vari capitoli e processi di interazione e cooperazione bilaterali.
  Rileva che le tensioni prodotte da una maggiore e più decisa proiezione esterna della Turchia sono particolarmente evidenti nel Mediterraneo orientale, dove la Turchia ha intrapreso, sin dal 2018, una disputa prima con Cipro e poi con la Grecia per quanto riguarda attività di trivellazione di giacimenti di gas nelle acque territoriali di Cipro – in particolare all'interno della zona economica esclusiva a sud ovest di Cipro – e attività di esplorazione sismica nelle acque territoriali del mar Egeo, in particolare nelle acque a sud ovest dell'isola di Kastellorizo, delle quali la Turchia rivendica il controllo.
  Evidenzia, inoltre, che la Turchia ha siglato, il 27 novembre 2019, un Memorandum di intesa con il Governo libico del tempo, che attribuirebbe alla Turchia il controllo su un'ampia porzione del Mediterraneo orientale, rivendicata però anche da Grecia, Cipro ed Egitto, ed estenderebbe di circa un terzo i confini della piattaforma continentale turca.
  Segnala che la Comunicazione evidenzia come la politica estera sempre più assertiva della Turchia sia entrata in rotta di collisione con le priorità dell'UE nel quadro della politica estera e di sicurezza comune (PESC). Con l'intervento militare attivo in Siria e in Libia, la Turchia ha perseguito obiettivi di politica estera propria che non tengono conto degli interessi dell'Unione europea ed in particolare contrastano con Pag. 74il ruolo dell'Italia. Rileva che la Comunicazione indica che è al momento in corso un dialogo diplomatico tra l'UE e la Turchia al fine di giungere a una comprensione più profonda dei rispettivi interessi e a possibili soluzioni durature reciprocamente vantaggiose, in particolare per la Libia e la Siria.
  Con riferimento al Mediterraneo orientale, segnala l'importanza della proposta del Consiglio europeo, sostenuta anche dal presidente Erdoğan, di organizzare una Conferenza regionale multilaterale con tutti gli attori coinvolti. A suo avviso, si tratta di una proposta che ovviamente necessita di una ampia ed approfondita valutazione, resa complessa da tutta una serie di variabili, ma che tuttavia merita di essere esplorata nel contesto della ricerca di strumenti innovativi di governance multilaterale nel Mediterraneo. Nella Comunicazione si indica che l'Alto Rappresentante ha proseguito i lavori preparatori in vista di una sua eventuale organizzazione, attraverso colloqui iniziali per studiarne le modalità e i potenziali argomenti, senza pregiudicare la decisione dell'UE sull'opportunità di tenerla o no. Rileva però che, al momento, le reazioni degli altri potenziali partecipanti dimostrano che, a meno di un cambiamento sostanziale della situazione nella regione, è improbabile che una Conferenza di questo tipo possa tenersi a breve termine.
  Per quanto riguarda la Siria, sottolinea che la Turchia ha compiuto notevoli sforzi per mantenere il cessate il fuoco nella parte nord-occidentale, presso Idlib, e per facilitare la distribuzione di aiuti umanitari transfrontalieri. La Turchia continua ad accogliere almeno 3,6 milioni di rifugiati provenienti dalla Siria. Tuttavia, le azioni militari della Turchia, anche attraverso milizie da essa sostenute, in particolare nel nord-est della Siria, hanno causato sfollamenti su vasta scala e sono all'origine di segnalazioni di violazioni dei diritti umani nei confronti della popolazione civile. Osserva che resta problematico il reinsediamento da parte della Turchia dei rifugiati siriani in zone precedentemente curde.
  Evidenzia che anche la situazione interna in Turchia desta molte preoccupazioni. La comunicazione indica che continua a persistere una grave tendenza regressiva rispetto alle riforme previste. In particolare, a seguito del tentativo di colpo di Stato del 2016, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e l'indipendenza della magistratura hanno manifestato un deterioramento costante, contestualmente ad una crescente centralizzazione del potere. Questa tendenza si è ulteriormente intensificata a seguito dell'entrata in vigore, nel 2018, di un nuovo regime presidenziale.
  Ricorda che negli ultimi mesi il Governo turco ha intrapreso ulteriori gravi passi simbolici, quali, nel luglio del 2020, la riconversione della basilica di Santa Sofia di Istanbul in una moschea, e più recentemente, il ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul del Consiglio d'Europa, sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, l'avvio da parte del Procuratore capo della Corte suprema di appello della Turchia di una causa presso la Corte costituzionale di Ankara per chiedere lo scioglimento del Partito democratico dei popoli (Hdp), la rimozione con decreto presidenziale del Governatore della Banca Centrale Turca.
  Segnala che le relazioni UE-Turchia hanno un altro versante scottante e controverso in materia di migrazione. La dichiarazione UE-Turchia del marzo 2016 prevede in particolare: il rinvio in Turchia di tutti i nuovi migranti irregolari e i richiedenti asilo le cui domande sono state dichiarate inammissibili e che hanno compiuto la traversata dalla Turchia alle isole greche nel pieno rispetto del diritto dell'UE e internazionale; l'impegno UE a reinsediare un cittadino siriano dalla Turchia per ogni siriano rinviato in Turchia dalle isole greche, impegno di cui le cifre accertano l'inadempimento da parte turca.
  Osserva che la Comunicazione evidenzia come dall'inizio dell'applicazione della dichiarazione UE-Turchia si sia registrato un calo sostanziale del numero di attraversamenti irregolari dalla Turchia verso la Grecia. Pag. 75
  Tuttavia, il numero dei reinsediamenti nell'UE continua a superare quello dei rimpatri verso la Turchia. Solo 2.140 migranti irregolari e richiedenti asilo provenienti dalla Turchia, le cui domande sono state dichiarate inammissibili in una delle isole greche, sono stati rimpatriati in Turchia, a fronte di 28.300 rifugiati siriani provenienti dalla Turchia che sono stati reinsediati nell'UE.
  Sottolinea che l'UE ha istituito lo Strumento per i rifugiati in Turchia, con una dotazione complessiva di 6 miliardi di euro in due tranche, di cui 3 miliardi di euro provenienti dal bilancio dell'UE e 3 miliardi di euro dagli Stati membri e che sulla base di tale sostegno più di 1,8 milioni di rifugiati beneficiano della rete di sicurezza sociale di emergenza e circa 670 mila bambini rifugiati frequentano la scuola.
  La Comunicazione rileva, tuttavia, che la situazione dei rifugiati in Turchia continua a deteriorarsi, aggravata dalla pandemia di COVID-19 e dalla recessione economica, che nei prossimi anni sarà comunque necessario il sostegno costante dell'UE e che la Commissione europea intende presentare a breve proposte concrete in materia.
  Evidenzia, altresì, che la Turchia ha ripetutamente chiesto l'attuazione di alcuni ulteriori impegni previsti dalla dichiarazione del 2016 per gli aspetti che non riguardano la migrazione quali il rilancio dei negoziati di adesione, la modernizzazione dell'Unione doganale e la liberalizzazione dei visti. Tuttavia nella comunicazione si osserva che la Turchia ancora non soddisfa le condizioni per compiere progressi in tali ambiti.
  Venendo alle proposte concrete sulle quali strutturare il quadro delle relazioni tra l'UE e la Turchia, rileva che la Comunicazione congiunta propone le seguenti misure: attuare in modo più efficace e reciprocamente vantaggioso la Dichiarazione UE-Turchia del 2016; rafforzare i legami economici, attraverso la modernizzazione dell'attuale unione doganale UE-Turchia; mantenere aperti i canali di comunicazione, attraverso il rilancio di dialoghi ad alto livello, attualmente sospesi; aumentare i contatti tra le persone, facilitando la partecipazione dei cittadini turchi alla nuova generazione dei programmi Erasmus+, in materia di istruzione superiore e Horizon, in materia di ricerca.
  Segnala che, nel caso in cui, invece, la Turchia persista nella violazione del diritto internazionale, la Commissione e l'Alto Rappresentante propongono le seguenti contromisure: ulteriori inserimenti nella lista di persone destinatarie di misure restrittive in quanto coinvolte in attività di trivellazione illegale nel Mediterraneo orientale da parte della Turchia; restrizioni alla cooperazione economica UE-Turchia, ed alle operazioni della Banca europea per gli investimenti e di altre istituzioni finanziarie; misure volte a colpire altri settori importanti per l'economia turca, come il divieto di fornitura di servizi turistici e consigli di viaggio negativi da parte degli Stati membri; misure dell'UE nel settore energetico e nei settori correlati, come ad esempio l'introduzione di divieti d'importazione e esportazione su determinati beni e tecnologie.
  Osserva che, se questo è il contesto complessivo in cui si collocano le relazioni tra l'UE e la Turchia, il Consiglio europeo negli ultimi mesi ha più volte discusso ed adottato conclusioni sulla situazione nel Mediterraneo orientale e sulle relazioni con la Turchia.
  In particolare da ultimo, nella riunione in video conferenza dei membri del Consiglio europeo dello scorso 25 marzo, i leader dell'UE: hanno convenuto che se proseguirà l'attuale allentamento delle tensioni e la Turchia dialogherà in modo costruttivo, l'UE è pronta a dialogare con la Turchia in modo graduale, proporzionato e reversibile per intensificare la cooperazione e adottare ulteriori decisioni nella riunione del Consiglio europeo del giugno 2021; hanno invitato la Turchia ad astenersi da nuove provocazioni o azioni in violazione del diritto internazionale. In caso contrario, l'UE è pronta a utilizzare gli strumenti e le opzioni a sua disposizione per difendere gli interessi suoi e dei suoi Stati membri e sostenere la stabilità regionale. Pag. 76
  Ricorda che il Presidente del Consiglio europeo, Michel, e la Presidente della Commissione europea, von der Leyen, a seguito del Consiglio europeo, si sono poi recati in visita in Turchia il 6 aprile 2021 per colloqui con il Presidente della Turchia, Erdoğan nel corso dei quali hanno ribadito che l'UE è pronta – sulla base di un impegno progressivo, proporzionale e reversibile – a proporre alla Turchia un'agenda concreta e positiva, basata su tre pilastri – cooperazione economica, migrazione, contatti interpersonali e mobilità – e spera che la Turchia colga questa finestra di opportunità, esprimendo al tempo stesso profonde preoccupazioni sugli ultimi sviluppi in Turchia per quanto riguarda lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti fondamentali.
  Evidenzia che tale incontro è stato tuttavia caratterizzato da un incidente di protocollo, segnato dallo sgarbo nei confronti della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha ricevuto l'esplicita solidarietà del nostro Presidente del Consiglio, solidarietà che ha sollevato reazioni da parte del Governo turco. A suo avviso, l'episodio non deve essere trascurato e forse richiedeva una risposta più compatta da parte del concerto delle Istituzioni europee che in quell'incontro erano coinvolte. Auspica, comunque, che da questo incidente si tragga la consapevolezza di imprentare le relazioni su reciproca fiducia e pieno rispetto.
  Conclusivamente, sottolinea che le relazioni tra l'UE e la Turchia sono attualmente condizionate da una sorta di paradigma «asimmetrico». Da un lato, la Turchia rappresenta un Paese strategico non solo per l'UE in sé, ma anche per la complessiva stabilità regionale del Mediterraneo, considerata la sua dimensione, la sua proiezione esterna, i suoi legami con altri attori regionali, la sua collocazione geografica di cerniera con l'area del Medio Oriente, oltre al fatto che è l'unico Paese terzo con cui l'UE ha una unione doganale. Dall'altro lato, vi sono invece delle dinamiche che stanno allontanando la Turchia dall'Europa.
  Osserva che parte di queste dinamiche sono interne alla Turchia e sono obiettivamente da imputare al corso che il presidente Erdoğan ha impresso al Paese negli ultimi anni, nonostante una società civile ricca di fermenti e con una forte vocazione pro-europea, che è importante sostenere ed aiutare.
  Spetta dunque forse all'UE, porsi nei confronti della Turchia con un approccio maggiormente netto di quello che è stato negli ultimi anni e volto, da un lato, a pretendere con forza la tutela e il rispetto dei valori e dei diritti fondamentali da parte della Turchia, come elemento imprescindibile e non negoziabile e, dall'altro, offrendo al Paese una visione strategica comune di convergenza nel medio e lungo termine con i valori e le politiche dell'UE, esercitando quindi una sorta di moral suasion nei confronti della dirigenza politica e dell'opinione pubblica turca.
  Rileva che questo implica, ovviamente, da parte dell'UE una forte assunzione di responsabilità politica nei confronti del dialogo con la Turchia, nel domandarsi quale sia la visione e il futuro che noi possiamo condividere con la Turchia. In questo senso, occorre considerare che il quadro politico turco non può e non deve essere ridotto alla sola figura di Erdoğan e alla sua condotta da autocrate: nelle elezioni comunali del 2019, infatti, le maggiori città della Turchia – a partire da Istanbul ed Ankara – hanno eletto sindaci dell'opposizione e lo stesso Partito curdo, nonostante gli atti intimidatori e repressivi del regime, mantiene un solido consenso nel sud-est del Paese. In questo contesto, segnala che la III Commissione ha da tempo stabilito un dialogo con l'omologa Commissione del Parlamento turco, proprio nell'ottica di stabilire proficui rapporti di scambio e di cooperazione con tutti gli attori politici, anche in vista di futuri mutamenti nella compagine governativa turca e in generale per rendere più articolata e dinamica l'interlocuzione con questo importante Paese.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO, riservandosi di intervenire in maniera più articolata nel prosieguo del dibattito, sottolinea l'importanza di un approccio duale nei confronti della Turchia, che richiami le autorità di Ankara al rispetto dei criteri Pag. 77che sono alla base della partnership con l'UE senza trascurare i benefici che possono derivare da una cooperazione leale. In questo senso, il dibattito che si svilupperà in seno alla Commissione potrà fornire indirizzi significativi all'azione del Governo in sede europea.

  Paolo FORMENTINI (LEGA) esprime apprezzamento per l'ampia ed esauriente relazione del Presidente Fassino, che ha evidenziato le profonde criticità dell'attuale postura turca; al riguardo, ribadisce la gravità della scelta di avere concesso la cittadinanza turca a tredici dirigenti di Hamas e, in generale, le minacce che derivano dalla aggressività turca in tutto il Mediterraneo orientale: ne sono prova l'accordo con la Libia per la delimitazione di una zona economica esclusiva, che lede gli interessi marittimi di Stati membri dell'UE, e anche i recenti episodi di speronamento di pescherecci italiani ad opera di imbarcazioni turche. A suo avviso, occorre riflettere attentamente sull'efficacia della strategia europea per contrastare queste minacce, come pure sulla effettiva adesione di Ankara al quadro di valori occidentali, nonostante la comune appartenenza all'Alleanza Atlantica.

  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.30.

INTERROGAZIONI

  Giovedì 27 maggio 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 9.30.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che – poiché il collega Delmastro Delle Vedove partecipa alla contestuale all'informativa urgente del Governo in Aula sul tragico incidente verificatosi sulla funivia Stresa-Mottarone il 23 maggio 2021 – con l'assenso del rappresentante del Governo, la trattazione dell'interrogazione n. 5-05954 a sua prima firma è rinviata ad altra seduta.

5-05959 Quartapelle Procopio: Sulla repressione degli scioperi e delle manifestazioni in Colombia.
5-06106 Olgiati: Sulla repressione degli scioperi e delle manifestazioni in Colombia.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), replicando da remoto, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, ribadendo la necessità che le autorità colombiane cessino immediatamente la repressione degli scioperi e delle manifestazioni e garantiscano il diritto alla libertà di riunione pacifica. Sottolinea, inoltre, l'opportunità che il nostro Paese agisca risolutamente per chiedere al Governo colombiano massima trasparenza nell'accertamento delle responsabilità per gli incidenti e fornisca un'adeguata assistenza alla popolazione civile, gravemente colpita dalla pandemia da COVID-19 e dalla crisi economica che ne è seguita.

  Riccardo OLGIATI (M5S), replicando a sua volta, si dichiara soddisfatto della risposta del Governo, sottolineando che l'Italia è il primo Paese europeo a prendere una posizione chiara sulla crisi colombiana dopo le esternazioni dell'Alto Rappresentante Borrell. Benché la Colombia sia libera di scegliere i propri rappresentanti politici e questi abbiano piena facoltà di attuare i propri programmi, la Comunità internazionale non può rimare inerte di fronte alle violazioni dei diritti umani. Evidenzia Pag. 78 che la Colombia rischia di sprofondare nuovamente in una spirale di violenza, dopo che gli accordi di pace con le FARC del 2016 avevano contribuito ad avviare un percorso di pacificazione e stabilizzazione del Paese. Ribadendo la necessità che le autorità colombiane rispettino i diritti sanciti dalla Costituzione, sottolinea l'opportunità che il nostro Paese mantenga un dialogo costante con il Governo, a tutela della comunità italiana in Colombia e di quella colombiana in Italia, ma anche per garantire che sia fatta piena luce sulla morte del nostro connazionale Mario Paciolla, avvenuta in circostanze tuttora poco chiare.

5-06008 Quartapelle Procopio: Sull'assassinio della connazionale Nadia De Munari in Perù.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), replicando da remoto, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, sottolineando che il potenziamento del team investigativo costituisce un significativo progresso, in grado di accelerare le indagini in corso. Ribadendo che l'assassinio della cooperante ha profondamente scosso l'opinione pubblica, richiama la necessità di sensibilizzare ulteriormente le organizzazioni della società civile sui rischi connessi alle attività svolte in taluni contesti, promuovendo l'adozione di più efficaci protocolli di sicurezza a tutela degli operatori umanitari.

  Piero FASSINO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 9.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 27 maggio 2021.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.45 alle 10.