CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 maggio 2021
591.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 203

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Mercoledì 19 maggio 2021. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO.

  La seduta comincia alle 13.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta che della seduta sia data pubblicità anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo di esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, riferita all'anno 2020.
Doc. LXVII n. 4.
(Esame ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del Regolamento e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del Documento in titolo.

  Gianluca RIZZO, presidente, ricorda che l'articolo 5, comma 1, della legge n. 185 del 1990 prevede che il Governo presenti annualmente al Parlamento la relazione oggetto dell'esame odierno. Avverte, quindi, che il documento è stato presentato al Parlamento il 7 aprile 2021 e trasmesso – Pag. 204in considerazione dei diversi profili di competenza – alle Commissioni affari esteri, difesa e attività produttive. Chiarisce, pertanto, che la Commissione esamina la relazione per gli aspetti di propria competenza.

  Luca FRUSONE (M5S), relatore, riferisce sulle parti di competenza della relazione prevista dall'articolo 5 della legge n. 185 del 1990, osservando che il telaio di questa legge è costituito da due principi.
  Il primo consiste nel divieto di esportare armi ai Paesi in guerra o la cui politica è in contrasto con il perseguimento della pace; divieto che vige se l'esportazione si pone in contrasto con gli impegni internazionali dell'Italia, tra i quali gli accordi concernenti la non proliferazione, oppure con i fondamentali interessi della sicurezza dello Stato, della lotta contro il terrorismo e del mantenimento di buone relazioni con altri Paesi e che si applica, inoltre, quando mancano adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei prodotti per la difesa, ovvero sussistono elementi per ritenere che il destinatario previsto utilizzi gli stessi prodotti a fini di aggressione contro un altro Paese. Ne discende, tra l'altro, il divieto di autorizzazione dell'esportazioni quando il Paese destinatario è in stato di conflitto armato, in contrasto con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, oppure nel caso sia stato dichiarato verso un Paese l'embargo totale o parziale delle forniture di armi da parte di organizzazioni internazionali cui l'Italia aderisce, quando il governo di quel Paese sia responsabile di gravi violazioni dei diritti umani accertate da organizzazioni internazionali cui l'Italia aderisce e quando in un Paese si destinino a bilancio militare risorse eccedenti le proprie esigenze di difesa.
  Il secondo pilastro della legge riguarda, invece, il procedimento autorizzatorio. Rileva, infatti, che la legge n. 185 del 1990 fissa anche i requisiti indispensabili per poter operare nel settore, prescrivendo dettagliatamente le modalità e le varie fasi del procedimento autorizzativo, nonché le misure sanzionatorie in caso di violazione delle norme. L'effettuazione delle operazioni relative ai prodotti per la difesa è, poi, consentita solo alle imprese iscritte nel registro delle imprese del settore della difesa, tenuto dal Segretariato generale del Ministero della difesa ai sensi dell'articolo 44 del codice dell'ordinamento militare. Tali operazioni possono avere come destinatari solo governi esteri, organizzazioni internazionali riconosciute dal Governo italiano e imprese estere autorizzate dai rispettivi governi.
  Evidenzia, quindi, che con il progredire dell'integrazione europea, si constatò che la legge n. 185 del 1990 non operava alcuna distinzione tra i trasferimenti in ambito comunitario e quelli attuati nei confronti di Stati non appartenenti all'Unione europea. Del resto, una tale distinzione si rese giuridicamente necessaria dopo l'adozione della direttiva 2009/43/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 maggio 2009, che disciplina le modalità e le condizioni dei trasferimenti all'interno delle Comunità di prodotti per la difesa, enumerati in un apposito allegato. In particolare, la richiamata direttiva fissa il principio generale in base al quale il trasferimento di prodotti per la difesa fra Stati membri deve essere subordinato al rilascio di un'autorizzazione preventiva dello Stato membro da cui partono i prodotti, accordata sotto forma di una licenza di trasferimento. Sono fatti salvi i casi di fornitori o destinatari facenti parte di un organismo governativo o delle Forze armate, di forniture effettuate dall'Unione europea, dalla NATO, dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (IAEA) o da altre organizzazioni intergovernative per lo svolgimento dei propri compiti o di programmi di cooperazione tra Stati membri in materia di armamenti o ancora di fornitura di aiuti umanitari per fronteggiare catastrofi. La direttiva è stata recepita nel nostro ordinamento con il decreto legislativo n. 105 del 2012, che ha, dunque, consentito di adeguare la nostra normativa a quella europea.
  Da ultimo segnala che l'articolo 55 del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124 ha previsto una novella all'articolo 537-ter del codice dell'ordinamento militare sostituendone il comma 1, al fine di autorizzare il Ministero della difesa – d'intesa con il Pag. 205MAECI e il MEF – a svolgere anche attività contrattuale nell'ambito degli «accordi GtoG» volti a soddisfare esigenze di acquisizione di materiali d'armamento prodotti dall'industria nazionale di Stati esteri, con i quali siano in vigore accordi di cooperazione e di assistenza tecnico-militare. Tale attività contrattuale viene svolta dal Ministero della difesa tramite proprie articolazioni e senza assunzione di garanzie di natura finanziaria verso lo Stato richiedente o verso l'industria produttrice. Il comma 1 ha quindi, integrato l'originaria previsione dell'articolo 537-ter secondo la quale il Ministero della difesa poteva svolgere solo attività di supporto tecnico-amministrativo nell'ambito dei suddetti accordi, nel rispetto della normativa nazionale sull'esportazione dei sistemi d'arma.
  Ciò premesso, osserva che la relazione si presenta come un documento particolarmente corposo e complesso, composto da varie sezioni nelle quali i diversi Ministeri interessati riferiscono in merito ai profili delle operazioni.
  In particolare, la relazione rammenta che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale è responsabile della definizione degli indirizzi per le politiche degli scambi nel settore della difesa, delle direttive generali e delle attività di indirizzo, d'intesa con il Ministero della difesa, il Ministero dello sviluppo economico e la Presidenza del Consiglio dei ministri e che spetta all'Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (UAMA) il rilascio delle autorizzazioni per l'interscambio dei materiali e, d'intesa con il Ministero della difesa, le certificazioni alle imprese iscritte nel Registro Nazionale delle Imprese (SeRNI) previsto dall'articolo 3 della legge n. 185 del 1990. Al riguardo, la relazione evidenzia che nel 2020 sono state iscritte 21 società e ne sono state cancellate 15, per un numero totale di imprese che alla data del dicembre 2020 era pari a 354, in aumento rispetto alle 347 dell'anno precedente.
  Sottolinea poi che, al fine di verificare il rispetto dei divieti e delle prescrizioni amministrative disposti con le suddette certificazioni per le imprese, è prevista un'attività di controllo e vigilanza sia in fase preliminare sia successivamente all'esportazione dei materiali d'armamento espletata anche attraverso verifiche e ispezioni alle imprese stesse, da parte del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero della difesa, nonché degli altri organi preposti alla tutela della sicurezza. Al riguardo fa presente che nel corso dei primi due mesi del 2020, l'UAMA, nell'ambito dei propri poteri, ha compiuto le consuete visite ispettive presso le sedi delle società e, successivamente, a causa della pandemia COVID-19, le attività di controllo e verifica sono proseguite con procedure «da remoto». In particolare, si è stabilito che la documentazione generalmente controllata in sede societaria fosse oggetto di invio telematico da parte delle società e verificata dai gruppi ispettivi presso l'Autorità nazionale in momenti diversi. Nel complesso sono state sottoposte a ispezione 11 società attive nel settore, che hanno condotto a sanzioni per un valore complessivo di 26.668 euro, oltre ad essere accuratamente analizzate le autorizzazioni già rilasciate ovvero in itinere e le connesse transazioni finanziarie. Nel corso del 2020 si è poi registrato un incremento dei dossier relativi al trasferimento di tecnologia nel settore dell'armamento e in quello dei beni a duplice uso, verso i quali sono stati esercitati poteri speciali, sostanziatisi in prescrizioni mirate alla tutela del patrimonio tecnologico e industriale.
  Riferisce, inoltre, che – anche attraverso l'ausilio di numerose tabelle e grafici – la relazione espone il quadro generale delle movimentazioni in entrata ed in uscita. Nel dettaglio, il valore complessivo delle autorizzazioni per movimentazioni di materiali d'armamento nel 2020 è stato di circa 4,8 miliardi di euro, di cui circa 4,6 miliardi in uscita dall'Italia e circa 174 milioni in entrata, non includendo i trasferimenti intracomunitari. Rispetto al 2019 si registra un moderato calo delle autorizzazioni individuali di esportazione, sia in termini di provvedimenti rilasciati (scesi da 2.186 a 2.054), sia in termini di valore (-3,86 per cento), flessione compensata dal numero delle licenze globali e generali, che Pag. 206confermano una tendenza di crescita dei valori dei materiali esportati negli ultimi anni.
  L'anno 2020 ha segnato anche un deciso calo, rispetto all'anno precedente, del valore complessivo delle autorizzazioni di intermediazione, che è passato da 457 milioni di euro a 54 milioni. Complessivamente, si riscontra un decremento del 10,18 per cento del valore delle autorizzazioni in uscita, scese dai 5.173 milioni di euro del 2019, ai 4.647 milioni del 2020. L'autorizzazione che incide maggiormente sul volume è quella relativa alla vendita di due Fregate FREMM, che copre circa il 25 per cento del valore totale (990 milioni). Il numero dei Paesi destinatari delle autorizzazioni all'esportazione è stato di 87, mentre il numero delle autorizzazioni è stato di 2.054, in linea con la tendenza decrescente degli ultimi anni. Il valore dei trasferimenti intracomunitari e delle esportazioni rispettivamente nei Paesi UE e NATO è stato pari al 43,9 per cento del totale, mentre il restante 56,1 per cento è attribuibile ai Paesi extra UE/NATO. Tra i primi 25 Paesi destinatari di autorizzazioni all'esportazione nel 2020, l'Egitto è al primo posto, con circa 991,2 milioni di euro, cui seguono gli USA con 456,4 milioni, il Regno Unito con 352 milioni e il Qatar con 212,2 milioni e la Germania con 97,6 milioni.
  Con riferimento alle esportazioni per area geografica, segnala che l'Africa Settentrionale e Vicino e Medio Oriente assorbono il 38,57 per cento, mentre i Paesi UE e Membri europei della NATO il 32,1 per cento, l'America settentrionale l'11,77 per cento, l'Asia il 9,48 per cento, l'Africa Centro-meridionale lo 0,92 per cento, i Paesi europei non UE, non NATO e Paesi OSCE extra europei il 4,72 per cento, l'America Centro-meridionale l'1,33 per cento e l'Oceania l'1,11 per cento. Va poi evidenziata una marcata contrazione nel valore delle autorizzazioni per programmi intergovernativi, soprattutto con Germania, Regno Unito, Spagna e Francia, il cui importo complessivo per il 2020 è di poco superiore a complessivi 168 milioni di euro, pari a solo il 4,3 per cento del valore totale. Quasi la totalità di tali autorizzazioni è verso Paesi NATO-UE e anche nel 2020 si conferma che il 95,03 per cento del valore totale è per i programmi partecipati da e per tali Paesi. Unica eccezione, tra i paesi extra-NATO/UE, è rappresentata dal programma AMX con il Brasile.
  Interessante è anche la scomposizione fra tipologie dei materiali d'armamento oggetto di autorizzazioni individuali all'esportazione (materiali, tecnologie, servizi e ricambi). In particolare, nel 2020, nella tipologia dei Materiali (3,7 miliardi di euro su un totale esportato di 3,92 miliardi) si segnalano: 217 milioni per la categoria n. 4 «Bombe, siluri, razzi, missili ed accessori», 118 milioni per la categoria n. 5 «Apparecchiature per la direzione del tiro», 331 milioni per la categoria n. 6 «Veicoli terrestri», 1,47 miliardi per la categoria n. 9 «Navi da guerra», 663 milioni per la categoria n. 10 «Aeromobili» e 322 milioni per la categoria n. 11 «Apparecchiature elettroniche». Nella tipologia delle Tecnologie (poco meno di 44 milioni di euro) si segnalano le categorie n. 22 «Software» e la n. 5 «Apparecchiature per la direzione del tiro». Nella tipologia dei Servizi, assistenza tecnica, manutenzione, corsi (circa 54 milioni di euro) il peso maggiore va alla Categoria n. 10 «Aeromobili», mentre nella tipologia dei Ricambi (130 milioni) il peso maggiore va alla Categoria n. 5 «Apparecchiature per la direzione del tiro», alla Categoria n. 10 «Aeromobili», alla Categoria n. 6 «Veicoli terrestri», alla Categoria n. 2 «Armi o sistemi d'arma di calibro superiore a 12,7 mm» e alla Categoria n. 11 «Apparecchiature elettroniche».
  Per quanto riguarda le società italiane beneficiarie di autorizzazioni individuali all'esportazione nel 2020, le prime 15 hanno un peso finanziario del 91,48 per cento sul totale dei 123 operatori complessivi e hanno ricevuto 972 autorizzazioni, poco meno della metà (47,32 per cento del totale). Le prime 4 aziende sono Leonardo (31,58 per cento), Fincantieri (25,27 per cento), Iveco Defence Vehicles (8,66 per cento) e Calzoni (5,81 per cento) e rappresentano circa il 71,32 per cento del valore. Leonardo è destinataria del 31,35 per cento del totale delle autorizzazioni (644 su 2.054). Pag. 207
  Infine precisa che, per quanto attiene alle importazioni, nel 2020, il valore delle 176 licenze individuali di importazione è stato di circa 174 milioni di euro, di cui il 46,48 per cento proviene dagli USA, mentre il 30,37 per cento da Israele e il 7,50 per cento dal Canada, costituite per la quasi totalità dai materiali e dai ricambi (nel 2020 tali modalità unitamente rappresentano il 99,87 per cento del valore totale).

  Roberto Paolo FERRARI (LEGA) ringrazia il relatore per l'utile lavoro di sintesi e sottolinea come sia vero che le varie parti della relazione attraversano gli ambiti di competenza di altre Commissioni, ma è altrettanto vero che essa riveste una particolare importanza per la Commissione difesa. Osserva, infatti, che è molto forte l'attenzione della Commissione sia con riguardo alla situazione delle industrie della difesa, sia verso gli strumenti della politica estera e di tutela degli interessi nazionali nel contesto geostrategico internazionale.
  Ritiene, pertanto, che occorra approfondire alcuni elementi che emergono nella relazione tra cui cita, in particolare, il dato che conferma la forte diminuzione del valore delle esportazioni degli armamenti negli ultimi anni. Evidenzia come per le imprese che producono i materiali della difesa le esportazioni costituiscano uno sbocco fondamentale per garantire la loro sopravvivenza sul mercato e si dichiara preoccupato per questo campanello d'allarme lanciato in alcuni passi del documento trasmesso al Parlamento.
  Osserva, inoltre, che senza la commessa relativa alle due Fregate Fremm vendute all'Egitto il valore delle esportazioni avrebbe fatto registrare una diminuzione ancora più rilevante e ribadisce la necessità di approfondire, attraverso l'attività conoscitiva, le cause di questa drastica contrazione, valutando le iniziative da intraprendere per rendere più efficace il supporto da parte del Dicastero della difesa attraverso il recente strumento del Government To Government (G2G).

  Maria TRIPODI (FI) osserva come il tema dello scambio dei materiali di armamento sia stato spesso strumentalizzato e meriti di essere adeguatamente approfondito. Si dichiara, quindi, d'accordo con il collega Ferrari a svolgere un ciclo di audizioni che, tuttavia, auspica possa essere concentrato sui soggetti più idonei a fornire gli elementi utili alla Commissione.

  Matteo PEREGO DI CREMNAGO (FI) sollecita una riflessione su alcuni tratti della legge n. 185/1990, ponendo l'accento sul fatto che l'attuale quadro geopolitico è profondamente mutato rispetto a quello dell'epoca in cui la legge fu varata e che i conflitti tra Paesi hanno oggi assunto forme assai differenti. Ciò determina uno svantaggio per le imprese italiane della difesa che, contrariamente a quanto accade per le aziende di altri Stati, si vedono restringere eccessivamente il novero dei Paesi verso cui potere esportare i loro prodotti. Conclude sottolineando che le esportazioni sono necessarie per assicurare la sopravvivenza di tali imprese.

  Salvatore DEIDDA (FDI) concorda con le riflessioni del collega Ferrari e rimarca come sia necessario permettere alle nostre imprese di affrontare la concorrenza delle altre aziende in una situazione di parità. Lamenta, ad esempio, la difficoltà di alcune nostre imprese a reperire sul mercato finanziario le necessarie risorse a causa di una concezione etica degli investimenti. Al riguardo, fa presente che le armi servono anche per portare la pace nei luoghi dove non c'è e supportare gli sforzi di quei Paesi che combattono contro le offensive dei movimenti terroristici.

  Giovanni Luca ARESTA (M5S) condivide le preoccupazioni dei colleghi intervenuti, tuttavia osserva che, anche durante questo periodo funestato dalla pandemia, l'industria della difesa sia comunque riuscita a restare un settore trainante della nostra economia. Ritiene senza dubbio utile svolgere un'attività conoscitiva di approfondimento e concorda con la collega Tripodi sull'opportunità di concentrare l'attenzione sui soggetti in grado di fornire le informazioni Pag. 208 più proficue ai lavori della Commissione.

  Giorgio SILLI (MISTO-C!-PP) crede che tutti siano d'accordo nel condannare le guerre, ma pensa che si possa tranquillamente affermare che un mondo senza armi – dove non ci sono controversie, né avversari – esiste soltanto nel mondo dei sogni. Richiama la trama di un film del grande Alberto Sordi, che magistralmente impersonava un trafficante d'armi senza scrupoli, dedito a commerciare con tutte le parti in conflitto. L'arma in sé non è né buona, né cattiva, ma è l'uso che di questa se ne fa a renderla tale. Se utilizzata da chi impedisce che la violenza prenda il sopravvento sui più deboli e compia nefandezze, da chi protegge dall'odio e dagli attacchi indiscriminati, essa diventa uno strumento di cui non bisogna avere vergogna. Invita, quindi, a riflettere e a scegliere la direzione nella quale orientare il nostro Paese, ricordando che la produzione di armi non è un male di per sé.

  Giuseppina OCCHIONERO (IV), intervenendo da remoto, ritiene che su un tema così delicato ed importante debba ricercarsi il giusto equilibrio e, pertanto, ritiene che sia bene approfondire con un ciclo di audizioni mirato.

  Luca FRUSONE (M5S) relatore, ringrazia tutti gli intervenuti per i contributi offerti al dibattito e condivide la richiesta di programmare una adeguata attività conoscitiva. Osserva, quindi, che l'esame di alcune modifiche alla legge n. 185 è stato già avviato presso la Commissione difesa del Senato e sottolinea che, a suo avviso, occorre comunque sempre mantenere in primo piano il profilo etico di questa legge. Evidenzia, quindi, che la lettura dei dati della relazione va effettuata in un'ottica di più lungo periodo, in modo da potere percepire con più esattezza l'andamento di determinati valori. In particolare, sottolinea come il mercato delle esportazioni sia soggetto a fluttuazioni cicliche che risentono anche della notevole durata che solitamente hanno i programmi d'arma.
  Un altro aspetto che merita di essere approfondito riguarda la limitata incidenza dei programmi in cooperazione, soprattutto dell'Unione europea, e si domanda, inoltre, come si possa cercare di agevolare le piccole e medie imprese ad accedere ai contratti internazionali.
  Infine, rileva come la Relazione non tenga conto, nell'ambito del volume delle esportazioni, dei prodotti venduti da aziende controllate da gruppi italiani, ma che hanno sede all'estero.

  Gianluca RIZZO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.50 alle 14.15.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 19 maggio 2021. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO.

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pianificazione dei sistemi di difesa e sulle prospettive della ricerca tecnologica, della produzione e degli investimenti funzionali alle esigenze del comparto difesa.
Audizione di rappresentanti della MAGROUP Magnaghi Aeronautica.
(Svolgimento e conclusione).

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Introduce, quindi, l'audizione.

Pag. 209

  Paolo GRAZIANO, Amministratore delegato della MAGROUP Magnaghi Aeronautica, svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine.

  Intervengono, quindi, porre domande e formulare osservazioni i deputati Maria TRIPODI (FI), Giorgio SILLI (MISTO-C!-PP) e Matteo PEREGO DI CREMNAGO (FI).

  Paolo GRAZIANO, Amministratore delegato della MAGROUP Magnaghi Aeronautica, risponde ai quesiti posti e fornisce ulteriori delucidazioni.

  Gianluca RIZZO, presidente, ringrazia tutti gli intervenuti e dichiara, quindi, conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 19 maggio 2021. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Giorgio Mulè.

  La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa per l'anno 2021 relativo a contributi ad associazioni combattentistiche e d'arma.
Atto n. 255.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 12 maggio 2021.

  Roberto ROSSINI (M5S), relatore, ritiene opportuno che la Commissione possa rinviare la votazione del parere prevista per la giornata odierna al fine di poter meglio definire tra le diverse forze politiche la proposta di parere da presentare.

  Il Sottosegretario di Stato per la Difesa Giorgio MULÈ concorda con quanto proposto dal relatore, anche al fine di giungere ad una proposta di parere condivisa.

  Salvatore DEIDDA (FDI) condivide la necessità di svolgere un'ulteriore riflessione sul tema, ritenendo che occorra meglio definire, anche attraverso l'adozione di un regolamento, l'ambito d'azione delle associazioni che ricevono i contributi dal dicastero della difesa, con particolare riferimento alla possibilità di svolgere propaganda politica. Occorre, poi, che sia le associazioni combattentistiche che quelle d'arma possano ricevere gli stessi contributi senza discriminazioni.

  Maria TRIPODI (FI) concorda sulla necessità di meglio approfondire alcune questioni relative all'assegnazione dei contributi in esame, confidando anche nella capacità del Governo di saper mediare le diverse posizioni.

  Giovanni Luca ARESTA (M5S) rileva che la Commissione è chiamata ad esprimere un parere sullo schema di decreto che effettua il riparto dei contributi sulla base di criteri che sono frutto delle indicazioni fornite negli anni passati al dicastero e che non spetta, invece, esprimere valutazioni sull'utilizzo dei contributi. Ciò posto, assicura che il gruppo del M5S contribuirà fattivamente ad approfondire tutti gli aspetti che saranno oggetto della proposta di parere.

  Alberto PAGANI (PD) condivide il ragionamento del collega Aresta, precisando che non spetta alla Commissione accertare Pag. 210se i contributi siano spesi per finalità in contrasto con gli obiettivi statutari delle associazioni beneficiarie.

  Roberto Paolo FERRARI (LEGA) concorda con le considerazioni dei colleghi Aresta e Pagani e ricorda che il parere che la Commissione dovrà esprimere sullo schema di decreto servirà a fornire al Governo ulteriori indirizzi, per i futuri schemi di riparto, nei criteri da adottare per rimodulare i contributi in un'ottica di maggiore efficienza e efficacia. Al riguardo, invita a proseguire l'attività iniziata nello schema di decreto per l'anno 2019, finalizzata a prevedere l'unificazione del fondo e ad evitare situazioni cristallizzate.

  Salvatore DEIDDA (FDI) segnala che i rappresentanti delle sezioni dell'ANPI di alcune province del Lazio hanno rilasciato dichiarazioni deplorevoli riguardo a tragici episodi storici, nonché a vicende che hanno riguardato i nostri contingenti militari inviati nelle missioni internazionali. Ribadisce che non sia opportuno assegnare contributi da parte del dicastero della difesa a sodalizi che svolgano attività politica e, per di più, avversando l'attività delle Forze armate.

  Matteo PEREGO DI CREMNAGO (FI) ritiene che occorra rivedere alcune indicazioni fornite in passato al dicastero e, in particolare, si riferisce alla necessità di superare il criterio volto a favorire forme di integrazione fra le associazioni, impedendo così la possibilità di accedere al contributo da parte delle nuove associazioni costituitesi in seguito alla creazione di nuovi reparti e corpi.

  Roberto ROSSINI (M5S), relatore, assicura che farà tesoro dei contributi dei colleghi nella preposta di parere che presenterà nella prossima seduta. Osserva, tuttavia, che il finanziamento riguarda i progetti delle associazioni e non le dichiarazioni rese a margine di questi e che per l'unificazione del fondo occorre un intervento che incida a livello normativo. Precisa, infine, che il contributo relativo al numero di soci è stato suddiviso in quattro fasce, proprio al fine di evitare che le associazioni più numerose risultassero avvantaggiate.

  Il Sottosegretario di Stato per la Difesa Giorgio MULÈ conferma che la ripartizione in fasce per numero di iscritti è volta a non penalizzare le associazioni con pochi iscritti e che il Ministero della difesa è concentrato nello sforzo di ripartire i contributi secondo i criteri e gli indirizzi concordati con la Commissione, manifestando la disponibilità a rivedere le modalità nei termini che saranno ritenuti più opportuni.

  Gianluca RIZZO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.25.