CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 21 aprile 2021
571.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 207

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 21 aprile 2021. — Presidenza della presidente Vittoria CASA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per la difesa Stefania Pucciarelli

  La seduta comincia alle 14.35.

Documento di economia e finanza 2021.
Doc. LVII, n. 4 e Annesso.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con osservazione).

  La Commissione prosegue l'esame del documento, rinviato nella seduta del 20 aprile 2021.

  Rosa Maria DI GIORGI (PD), relatrice, formula una proposta di parere favorevole con la seguente osservazione: «è indispensabile, per lo sviluppo economico e sociale del Paese, che gli incrementi di risorse finanziarie disposti nel corso dell'emergenza pandemica a favore dei settori della cultura, dello spettacolo, dell'istruzione, dell'università, della ricerca scientifica, dell'editoria e dello sport siano quanto meno resi permanenti e strutturali, con l'obiettivo di tendere progressivamente verso l'allineamento della spesa statale in questi settori alla spesa media dei Paesi europei.».

  Vittoria CASA, presidente, avverte che è stata presentata dal gruppo di Fratelli d'Italia una proposta di parere alternativa (vedi allegato 1).

  Federico MOLLICONE (FDI), premettendo di non essere d'accordo su tutte le priorità indicate dal Governo nel Documento di economia e finanza 2021, illustra la proposta alternativa del suo gruppo, con la quale propone di esprimere parere contrario sul documento in esame.

  Valentina APREA (FI) dopo aver rimarcato che nel documento in esame manca la Pag. 208parte sostanziale, costituita dal PNR, che il PNRR che il Governo intende presentare in Europa non è al momento ancora noto al Parlamento e che pertanto il sostegno rispetto al DEF è un rinnovato atto di fiducia verso il Governo, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere della relatrice, alla quale tuttavia suggerisce di espungere dal testo dell'osservazione le parole «quanto meno», al fine di rendere più incisiva l'osservazione medesima, in quanto il mantenimento degli incrementi di risorse sarebbe già un risultato soddisfacente.

  Rosa Maria DI GIORGI (PD), relatrice, accogliendo il suggerimento, riformula la sua proposta di parere modificando il testo dell'osservazione nel senso suggerito dalla deputata Aprea (vedi allegato 2).

  Gianluca VACCA (M5S), dopo aver ringraziato la relatrice per aver accolto nella sua proposta di parere, con l'osservazione, la riflessione da lui svolta nell'intervento di ieri, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo. Ribadisce che quello all'esame è un documento di economia e finanza atipico, non solo in quanto mancante del PNR, ma anche perché costruito sulla base di dati in continuo aggiornamento alla luce dell'evoluzione della situazione pandemica.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) preannuncia il voto favorevole del gruppo del Partito democratico.

  Francesco ZICCHIERI (LEGA) preannuncia il voto favorevole del gruppo della Lega.

  Vittoria CASA, presidente, non essendovi altre richieste di intervento, pone in votazione la proposta di parere della relatrice. Ricorda che la proposta di parere alternativa del gruppo di Fratelli d'Italia sarà posta in votazione solo in caso di reiezione della proposta di parere della relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice (vedi allegato 2).

  La seduta termina alle 14.50.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 21 aprile 2021. — Presidenza della presidente Vittoria CASA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per la difesa Stefania Pucciarelli.

  La seduta comincia alle 14.50.

Schema di decreto ministeriale recante la tabella delle istituzioni culturali da ammettere al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2021-2023.
Atto del Governo n. 251.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Michele NITTI (PD), relatore, lo schema di decreto in esame – sul quale la Commissione è chiamata a esprimere il parere al Governo – individua gli istituti culturali da ammettere al contributo ordinario annuale di cui all'articolo 1 della legge n. 534 del 1996 per il triennio 2021-2023.
  Ricorda che la legge n. 534 del 1996 ha riordinato la disciplina riguardante i contributi statali ad enti culturali. In particolare, l'articolo 1 ammette al contributo ordinario annuale dello Stato le istituzioni culturali che presentino domanda e siano incluse in apposita tabella, sottoposta a revisione ogni tre anni, emanata con decreto del Ministro della cultura, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, dopo che sia stato acquisito il parere delle Commissioni parlamentari competenti, alle quali deve essere trasmesso, unitamente allo schema, sia un prospetto contenente i dati preventivi e consuntivi relativi al bilancio e alle attività delle istituzioni ammesse, sia il parere del Comitato tecnico-scientifico per le biblioteche e gli istituti culturali del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici.
  L'articolo 2 disciplina i requisiti necessari per l'inclusione degli enti culturali nella tabella.
  L'articolo 3 individua alcuni parametri di cui tenere conto prioritariamente per la Pag. 209determinazione del contributo: consistenza del patrimonio librario, archivistico, bibliografico, museale, cinematografico, musicale o audiovisivo; attività e programmi di ricerca e di formazione.
  Gli articoli 4 e 5 attribuiscono al Ministero della cultura funzioni di controllo sulla destinazione dei fondi assegnati alle istituzioni culturali, che sono tenute a trasmettere al Ministero i propri bilanci, oltre a relazioni sull'attività, e prevedono i casi di possibile esclusione di istituti dal contributo o di sospensione dello stesso.
  In base all'articolo 6, non possono essere inserite nella tabella le istituzioni culturali che operino sotto la vigilanza di amministrazioni statali diverse dal Ministero della cultura.
  Le istituzioni comprese nella tabella possono peraltro ricevere altri contributi, anche da Ministeri diversi da quello della cultura. I contributi erogati in base alla legge in questione sono aggiuntivi rispetto ad altre fonti di finanziamento, salvo nel caso delle istituzioni culturali istituite con legge dello Stato.
  Ai sensi dell'articolo 8 possono essere erogati contributi annuali agli enti culturali non inseriti nella tabella, purché in possesso dei requisiti minimi prescritti.
  In base all'articolo 9, le risorse da destinare alle istituzioni culturali inserite nella tabella triennale sono definiti annualmente dalla legge di bilancio.
  Le condizioni per l'ammissione ai contributi e gli adempimenti richiesti sono stati definiti, da ultimo, dalla circolare 28 febbraio 2017, n. 101, che ha aggiornato la circolare 4 febbraio 2002, n. 16. La circolare ha anche introdotto, ai fini della determinazione del contributo, alcuni indicatori di valutazione, fissando il punteggio massimo attribuibile per ciascun indicatore, per un totale complessivo di 100 punti. Tra gli indicatori ci sono la rilevanza dell'attività svolta (1-20 punti); l'attività e i programmi di ricerca, innovazione e formazione di rilievo; l'attività editoriale; la consistenza del patrimonio culturale; la promozione e la fruizione del patrimonio; e la valorizzazione di progetti e iniziative per creare reti tra istituzioni culturali.
  Venendo alla tabella in esame, essa ammette al contributo 210 istituzioni culturali e ripartisce l'importo complessivo di 19.374.433 euro annui. Per l'elenco delle istituzioni rinvio all'atto.
  Nella premessa dello schema di decreto in esame è precisato che ulteriori 3.485.000 euro sono destinati a contributi annuali ai sensi dell'articolo 8 della legge citata n. 534 del 1996: ossia per enti culturali non inseriti nella tabella ma in possesso dei requisiti minimi.
  La tabella per il precedente triennio (2018-2020) – che fu approvata con decreto interministeriale 23 marzo 2018 – includeva 150 enti che, con la nuova tabella, passano a 210. Raffrontando le risorse attribuite agli enti per il primo anno di riferimento del precedente triennio e le risorse annuali di cui alla tabella in esame per il nuovo triennio (cioè 2021-2023) si riscontra un aumento dell'89,7 per cento. A proposito di andamento delle risorse stanziate, rileva che dopo una brusca riduzione nel 2008, dall'anno successivo in poi si è verificata una costante inversione di tendenza con un aumento esponenziale degli stanziamenti (che nello scorso triennio ha sfiorato l'80 per cento e quest'anno, addirittura il 90 per cento): ritiene che questo sia un segnale da apprezzare assolutamente e che offre la garanzia di una preziosa continuità di lavoro a queste istituzioni e al loro operato sui territori italiani.
  La relazione illustrativa del Ministero chiarisce che le domande pervenute sono state 283, di cui 148 avanzate da istituti già inclusi nella tabella 2018-2020.
  Per la valutazione delle domande è stata costituita – con atto ministeriale interno del 16 luglio 2020 – una Commissione valutatrice presso la Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali.
  Dei 283 enti che hanno presentato domanda, 210 hanno raggiunto il punteggio fissato dalla Commissione per essere ammessi al contributo: punteggio pari, secondo quanto chiarito dalla relazione illustrativa, a 35/100. Di questi 210, 139 erano già presenti nella tabella relativa al triennio precedente e 71 sono enti di nuovo inserimento. Evidenzia che, oltre al considerevole Pag. 210 aumento di risorse, questi 71 nuovi inserimenti rispetto al triennio precedente sono un segnale di assoluto rilievo. L'accoglimento di queste nuove istanze consegna infatti la fotografia di un settore vitale, che lavora con serietà, con entusiasmo, in rete, affidandosi anche a fondi europei. È una realtà, insieme a quella dei libri, in grande crescita.
  La relazione illustrativa evidenzia che la commissione valutatrice ha condotto l'istruttoria in conformità con i criteri indicati dalla legge (la legge citata n. 534 del 1996) e dalla circolare citata n. 101 del 2017 e che il voto finale assegnato è stato il risultato di «approfondita e complessa discussione; ragion per cui, in caso di non concordanza tra tutti i membri, si è proceduto alla media dei voti espressi».
  La stessa relazione sottolinea inoltre che «in considerazione delle difficoltà operative connesse alla pandemia in atto, che si sono procrastinate anche nell'anno in corso, si è provveduto a riportare l'importo del contributo di quattordici Istituti, che avevano subito un'iniziale decurtazione, al valore del contributo concesso nella Tabella 2018-2020» e che, «al fine di ripristinare gli importi dei predetti quattordici Istituti, si è proceduto ad una decurtazione lineare sugli ulteriori 196 Istituti, dell'1,15 per cento dell'importo assegnato».
  Sottolinea che, purtroppo, in virtù delle difficoltà operative connesse alla pandemia ancora in atto e richiamate dalla Relazione, sarebbe stato opportuno garantire a tutti gli enti presenti nella tabella del precedente triennio la riconferma nella nuova tabella; invece, risultano, oltre a 2 domande non presentate (Museo della civiltà egizia – Gabinetto di Lettura di Verona) e 2 domande presentate fuori termine (Casa Buonarroti – Centro nazionale studi manzoniani), ben 7 istituti non ammessi al contributo. Il principio di garantire, in ragione dell'attività svolta in situazione emergenziale, almeno la salvaguardia della storicità, è stato peraltro già applicato nel Decreto Rilancio, all'articolo 183, comma 4, che ha previsto, in deroga ai criteri generali e alle normali percentuali di ripartizione, che il FUS destinato alle Fondazioni lirico-sinfoniche fosse comunque garantito sulla base della media delle percentuali stabilite per il triennio precedente (2017-2019). Sarebbe stato opportuno, a suo avviso, applicare lo stesso principio, trattandosi di istituti di cui sono noti il valore scientifico e il patrimonio posseduto.
  La relazione evidenzia, ancora, che alla Giunta centrale per gli studi storici – cui è destinato l'importo più alto, ovvero euro 517.433 – è stato attribuito un particolare riconoscimento considerata la sua peculiare funzione a livello nazionale ed internazionale ed in ragione della sua funzione di coordinamento di 6 Istituti storici italiani con personalità giuridica pubblica, nonché di 30 Società e Deputazioni di Storia Patria distribuite nel territorio nazionale.
  Il secondo importo più elevato per consistenza (euro 452.000) è attribuito al Museo Galileo – Istituto e museo di storia della scienza di Firenze.
  Conclude con una riflessione generale. All'interno del complessivo e rilevante aumento di risorse rispetto al triennio precedente (dell'89,7 per cento), evidenzia la questione del forte squilibrio territoriale nella distribuzione delle risorse che vede penalizzate particolarmente le regioni del sud (anche se ci sono altre zone geografiche molto scoperte); questa sperequazione è, a suo avviso, la conseguenza di una cristallizzazione, di una storicizzazione della maggior presenza di queste realtà in determinate regioni (principalmente del nord e del centro). Ciò che deve preoccupare, quindi, non è tanto la distribuzione delle risorse che corrisponde alla maggiore o minore presenza di istituzioni culturali sui territori ereditata dal passato, quanto piuttosto il fatto che in determinate aree insistono pochissime se non proprio nessuna istituzione culturale, con tutto ciò che comporta questa assenza in termini di mancate occasioni di crescita socio-culturale dei territori. I dati sono impietosi: degli oltre 19 milioni di euro complessivi, 17.612,933 vanno alle regioni del centro-nord con ben 181 istituti, e solo 1.761.500 va al sud, con appena 28 istituti. Ritiene che questo sia un grave problema. Le regioni su cui opera il Pag. 211maggior numero di istituti sono il Lazio (55) e la Toscana (42). In Sardegna, Umbria e Val d'Aosta c'è invece un solo istituto. Ma il dato più drammatico è che Calabria, Molise e Basilicata non hanno nessun istituto finanziato (per questo duole ancora di più vedere tra gli esclusi per ragioni formali o documentazione carente l'Ibimus calabrese, istituto di bibliografia musicale: sarebbe stato l'unico istituto della Calabria. Peraltro ben 4 dei sette istituti (tra le nuove istanze) esclusi per ragioni formali sono del Sud: Associazione Ramdom di Gagliano del Capo (Le), Fondazione Gaeta Centro Studi Carlo Levi (Eboli), Associazione Mnemosine-ETS (Matera), e il succitato Ibimus. Segnala, ancora, che gli incrementi maggiori in termini percentuali rispetto al precedente triennio (cioè quelli superiori al 200 per cento) si riscontrano in 16 casi al nord e solo 2 al sud, ma anche questa situazione è direttamente correlata alla generale maggiore presenza di istituti finanziati al centro-nord. Rispetto al 2018, l'incremento percentuale maggiore (920 per cento) riguarda il Museo Nazionale della Scienza e tecnologia Leonardo da Vinci e, ironia della sorte, l'unica diminuzione (dell'1 per cento) riguarda l'Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia (ANIMI). Questa situazione, il fatto che numerose aree geografiche del Paese (in particolare le regioni del sud) siano scarsamente rappresentate nella distribuzione dei fondi e quindi nella presenza di istituti, fu segnalata già nell'agosto del 2015 dalla 7° Commissione del Senato. Osserva che la situazione, però, sembra non essere cambiata.
  Per ogni ulteriore approfondimento rinvia alla relazione del Governo e al dossier del Servizio studi.

  Federico MOLLICONE (FDI) condivide le considerazioni del relatore sulla mancanza di uniformità territoriale nella distribuzione di contributi prevista dalla tabella, che penalizza il Sud, come se nel Meridione non ci fossero istituti culturali di valore. A parte questo, rileva che è predominante, nella tabella, la percentuale degli enti e istituti politicamente orientati a sinistra, ma non intende soffermarsi su questo aspetto: non almeno quando si tratta di istituti intitolati a figure importanti quali De Gasperi, Gramsci o Di Vittorio. Ritiene invece incomprensibile il finanziamento di 326.000 euro per la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, ossia per una Fondazione intitolata a un terrorista, fondatore dei GAP (Gruppi d'azione partigiana) e morto nella preparazione di un attentato dinamitardo. Osserva, peraltro, che la fondazione è l'emanazione di un solido gruppo editoriale e che il contributo avrebbe potuto essere certamente meglio destinato a istituzioni culturali meno floride. Cita ad esempio l'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, per il quale è previsto dalla tabella un finanziamento esiguo, a fronte dell'intensa attività di ricerca, di conservazione, museale e di fruizione pubblica svolta dall'istituto, che è da mesi privo di una guida e il cui personale è senza stipendio. Preannuncia che il suo voto non sarà – ad ogni modo – contrario perché giudica con favore l'attività di molti altri enti ed istituti presenti nella tabella. Però, a suo avviso, sarebbe opportuna una revisione dei criteri di valutazione degli enti ammessi alla tabella per il contributo.
  Tornando alla fondazione Giangiacomo Feltrinelli ritiene che la Commissione dovrebbe procedere all'audizione del suo presidente, nonché chiedere al Governo di chiarire le ragioni per cui ha ritenuto di ammettere la fondazione al contributo e di inserirla nella tabella. Preannunciando l'astensione dal voto, invita i deputati del gruppo di Forza Italia e del gruppo della Lega – per la loro storia, pensa per esempio al deputato Basini – a fare altrettanto.
  Conclude esprimendo l'avviso che si dovrebbe provvedere all'istituzione di un comitato di storici appartenenti alle diverse aree politiche che promuova finalmente una narrazione obiettiva, equilibrata e completa dei fatti storici che hanno interessato l'Italia dei periodi del dopoguerra e della guerra fredda.

  Paolo LATTANZIO (PD) dichiara di comprendere le ragioni del deputato Mollicone, in quanto ritiene che l'Italia non abbia ancora maturato, come collettività, una memoria e una narrazione comuni e condivise di quella sua fase storica di guerra civile, sia Pag. 212pure anomala. A parte questo, dopo aver ricordato le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Matterella, che ha affermato che la cultura, l'arte e la ricerca sono essenziali per la tenuta di società complesse come la nostra, sottolinea quanto stridano con queste parole i fatti: i dati riportati dal relatore sulle differenze tra il Nord e il Sud sono impietosi. Ritiene che si deve prendere atto della situazione di alcune aree del Paese e che si deve fare il possibile per aiutarle a sviluppare le loro grandi potenzialità. È responsabilità non solo del Governo centrale, ma anche delle amministrazioni territoriali, che devono promuovere le realtà locali, sostenendole e facendole conoscere. Occorrono agevolazioni non solo per la aiutare la nascita delle istituzioni culturali, ma anche per sostenere quelle già esistenti che hanno rivelato un grande impegno in termini di fecondità e sviluppo. Rileva quindi con soddisfazione che la tabella in esame prevede contributi anche per realtà come la Fondazione Giuseppe Tatarella di Bari – la sua città, nella quale ha avuto modo di apprezzare l'attività della Fondazione, anche se intestata a un uomo politico di idee differenti dalle sue – e come la Fondazione Giuseppe Di Vagno di Conversano (Bari). Sono realtà che insistono su territori molto piccoli e che dimostrano comunque l'attenzione del Governo per le realtà minori che si stanno facendo strada.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), premesso che gli istituti culturali sono una parte importante del tessuto culturale del Paese, evidenzia che spesso costituiscono un unicum in quanto nascono per iniziativa di privati e sono portati avanti da privati, ma offrono un servizio di interesse pubblico, mettendo il proprio patrimonio e le proprie strutture a disposizione di tutti, a cominciare da studenti e studiosi.
  Quanto, poi, al meridione d'Italia, è vero che è meno rappresentato all'interno della tabella in esame, ma la ragione va cercata, a suo avviso, non nella mancanza di attenzione del Governo verso il Sud, ma nelle caratteristiche di alcune aree del territorio, che soffrono di una cronica carenza di biblioteche e di librerie e di un tasso più alto di abbandono scolastico, per tacere di altri indicatori che nel complesso riflettono una situazione sconfortante. A parte questo, invita a riflettere che molti materiali importanti per il Mezzogiorno, come quelli per la storia del meridionalismo, sono conservati in istituti culturali aventi sede a Roma o nel Lazio: cita l'esempio, che conosce bene per la propria esperienza personale, dell'Istituto Luigi Sturzo, ma anche quello dell'Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia.
  Quanto invece a Giangiacomo Feltrinelli, nel rilevare incidentalmente che la questione della sua storia personale è riproposta ogni volta che si discute dei contributi pubblici per la Fondazione che prende il suo nome, osserva che questi contributi non sono erogati alla Fondazione in ragione di Feltrinelli o del suo ruolo, ma in considerazione dello straordinario patrimonio archivistico e bibliografico che la Fondazione conserva e mette a disposizione degli interessati e delle attività che la stessa Fondazione svolge per la cultura.
  Rileva poi che tutte le istituzioni inserite nella tabella rispettano i parametri previsti dalla legge n. 534 del 1996 in termini di borse di studio, attività di ricerca, entità delle raccolte, ospitalità per gli studiosi.
  In conclusione, nel ribadire la grande importanza del ruolo svolto dagli istituti culturali in Italia, propone che la Commissione possa prendere migliore conoscenza della loro realtà, visitandone alcuni.

  Giuseppe BASINI (LEGA), essendo stato chiamato in causa dal deputato Mollicone, verosimilmente per la sua storia di liberale, osserva che l'atto che Giangiacomo Feltrinelli cercò di compiere e che sollevò molto scalpore non deve essere letto, a suo avviso, nel quadro dello scontro tra destra e sinistra, ma come un attentato contro lo Stato, cui apparteneva il traliccio sotto il quale il cadavere di Feltrinelli fu rinvenuto. A parte questo, ritiene che, al di là della storia personale di Feltrinelli, si debba considerare l'innegabile importanza e il ruolo della Casa editrice Feltrinelli nel suo complesso. Premesso quindi che forse la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli farebbe meglio a cambiare il proprio nome in Fondazione Feltrinelli, chiarisce che la sua valutazione dell'atto del Governo in esame è nell'insieme favorevole, anche Pag. 213 perché la tabella contempla il finanziamento di tanti istituti meritevoli, e non di uno solo.

  Vittoria CASA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 21 aprile 2021.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.30 alle 16.