CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 20 aprile 2021
570.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per le questioni regionali
COMUNICATO
Pag. 177

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 20 aprile 2021. — Presidenza della presidente Emanuela CORDA.

  La seduta comincia alle 15.35.

Documento di economia e finanza 2021.
Doc. LVII, n. 4 e Annesso.
(Parere alla V Commissione della Camera e alla 5ª Commissione del Senato).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Il deputato Antonio FEDERICO (M5S), relatore, ricorda anzitutto che secondo quanto precisato nella lettera di trasmissione del Ministro dell'economia e delle finanze al Presidente della Camera e nelle premesse del Documento, il DEF 2021 non reca il Piano nazionale di riforma (PNR) in quanto, in linea con l'articolo 18, paragrafo 3, del Regolamento (UE) 2021/241 che istituisce il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, il Governo procederà, successivamente, alla trasmissione del solo PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), il quale integrerà il PNR.
  Ricorda inoltre che unitamente al DEF, il Governo presenta una Relazione al Parlamento (ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, Doc. LVII, n. 4 – Annesso) con la quale richiede di elevare il limite di indebitamento netto e di saldo netto da finanziare per quest'anno e di modificare il sentiero di rientro verso l'Obiettivo di Medio Termine (OMT) per i prossimi anni. Ottenuta tale autorizzazione, il Governo approverà un decreto-legge contenente nuove misure di sostegno e di rilancio dell'economia.
  Segnala preliminarmente che, dopo il calo del PIL dell'8,9 per cento nel 2020, il DEF delinea un quadro tendenziale (cioè a politiche invariate, senza considerare gli effetti degli interventi che il Governo intende promuovere) in cui il PIL aumenta del 4,1 per cento nel 2021 (la previsione della nota di aggiornamento al DEF dello scorso settembre era del 6 per cento), del 4,3 per cento nel 2022, del 2,5 nel 2023 e del 2 per cento nel 2024. Il quadro programmatico (che invece considera gli effetti degli interventi di politica economica del governo) prevede un aumento del PIL del 4,5 per cento nel 2021, del 4,8 per cento nel 2022, del 2,6 per cento nel 2023 e dell'1,8 per cento nel 2024.
  Sempre in termini tendenziali, il rapporto deficit/PIL sarà del 9,5 per cento nel 2021, del 5,4 per cento nel 2022, del 3,7 per cento nel 2023 e del 3,4 per cento nel 2024 e il rapporto debito pubblico/PIL del 154,5 Pag. 178per cento nel 2021, del 151,6 per cento nel 2022, del 150,2 per cento nel 2023 e del 148,1 per cento nel 2024. In termini programmatici, invece il DEF indica un rapporto deficit/PIL dell'11,8 per cento nel 2021, del 5,9 per cento nel 2022, del 4,3 per cento nel 2023 e del 3,4 per cento nel 2024 e un rapporto debito/PIL del 156,5 per cento nel 2021, del 153,2 per cento nel 2022, del 152 nel 2023 e del 149,9 nel 2024.
  In altre parole, la politica economica sarà espansiva nel 2021, 2022 e nel 2023. Un percorso moderato di rientro dall'indebitamento verrà avviato nel 2024, quando infatti il dato tendenziale e quello programmatico del rapporto deficit/PIL verranno a convergere. Anche per questo nel 2024 il tasso di crescita del PIL programmatico (1,8 per cento) risulterà lievemente inferiore a quello tendenziale (2 per cento); il dato è però anche influenzato dal maggior aumento del PIL che si stima in termini programmatici rispetto al tendenziale nell'anno precedente. Il percorso di rientro si rafforzerà a partire dal 2025, anno in cui il documento stima il ritorno a un rapporto deficit/PIL del 3 per cento mentre il rapporto debito/PIL dovrebbe rientrare ai livelli pre crisi (134.6%) verso la fine del decennio. La riduzione del deficit potrà essere conseguita dal lato della spesa con una razionalizzazione della spesa corrente e, da quello delle entrate, in prima istanza con proventi derivanti dal contrasto all'evasione fiscale. In ambito fiscale, come anticipato in altra parte del documento, saranno rilevanti le nuove direttive UE su emissioni di gas climalteranti e imposte ambientali e l'iniziativa multilaterale coordinata in sede OCSE concernente la tassazione dei profitti delle multinazionali.
  Per quanto attiene ai profili di competenza della Commissione parlamentare per le questioni regionali, segnala con soddisfazione che il DEF indica come collegati alla manovra di finanza pubblica sia il disegno di legge recante disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, sia il disegno di legge in materia di implementazione delle forme di raccordo tra amministrazioni centrali e regionali, anche al fine della riduzione del contenzioso costituzionale, temi dei quali la Commissione si è a lungo occupata nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul regionalismo differenziato; altri disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica d'interesse per la Commissione sono la legge quadro sulla disabilità, la revisione del testo unico dell'ordinamento degli enti locali, il disegno di legge in materia di trasporti e mobilità sostenibili e la riforma degli ammortizzatori sociali.
  Segnala poi gli aspetti di maggior interesse emersi dalle audizioni svoltesi ieri presso le Commissioni bilancio di Camera e Senato della Conferenza delle regioni, dell'ANCI e dell'UPI. I testi delle memorie sono state trasmesse ai colleghi.
  La Conferenza delle regioni ha rilevato come a partire dal 2019 il contributo delle amministrazioni locali alla crescita reale degli investimenti delle pubbliche amministrazioni è tornato ad essere positivo (+8,4 per cento). In questo quadro, le regioni e le province autonome si propongono quindi come soggetti attuatori e programmatori per l'attuazione del PNRR.
  Anche l'ANCI ha evidenziato l'aumentata capacità di spesa dei comuni, che hanno aumentato del 2,3 per cento i pagamenti, portando a circa 10 miliardi di euro la spesa erogata, dopo l'aumento del 14 per cento registrato nel 2019. Per rafforzare questa tendenza e renderla più omogenea (al momento l'aumento riguarda più i grandi comuni rispetto ai medio-piccoli e più il Centro-Nord rispetto al Sud), l'ANCI propone tra le altre cose semplificazioni al codice degli appalti; l'utilizzo degli avanzi di amministrazione, a regime e non solo in fase emergenziale; la riduzione strutturale degli interessi sul debito degli enti locali, dando immediato avvio alla ristrutturazione con accollo allo Stato già definita con l'articolo 39 del decreto-legge n. 162 del 2019; un'ampia semplificazione degli strumenti di programmazione degli enti locali, in parte anticipata per gli enti di minore dimensione; lo snellimento dei monitoraggi sui fatti finanziari e sulle opere pubbliche, ancora troppo complessi e spesso duplicati; Pag. 179l'allentamento dei vincoli sulle assunzioni di personale qualificato.
  L'andamento positivo degli investimenti è stato sottolineato infine, con riferimento alle province, anche dall'UPI; l'UPI richiede quindi interventi straordinari di rafforzamento della capacità amministrativa delle province, con agevolazioni per l'assunzione di funzionari altamente qualificati per la gestione delle funzioni relative alla progettazione, agli appalti e all'utilizzo dei fondi europei e alla digitalizzazione. L'UPI richiede anche di lavorare per dare certezza istituzionale alle province, dopo la riforma del 2014, in modo da valorizzarle come istituzioni di semplificazione e di investimento a supporto del sistema di governo locale. A tale fine, l'organizzazione apprezza l'inserimento tra i provvedimenti collegati del disegno di legge di revisione dell'ordinamento degli enti locali.
  Si riserva quindi di presentare nella seduta di domani una proposta di parere che tenga conto degli elementi sopra esposti e degli ulteriori contributi che emergeranno nel corso dell'esame.

  La deputata Emanuela ROSSINI (MISTO-MIN.LING.) nel valutare estremamente positivi diversi punti del DEF, dichiara di apprezzare particolarmente il fatto che indichi come collegato alla manovra di finanza pubblica il disegno di legge in materia di implementazione delle forme di raccordo tra amministrazioni centrali e regionali, anche al fine della riduzione del contenzioso costituzionale, un tema del quale la Commissione si è a lungo occupata nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul regionalismo differenziato indicando come particolarmente utile l'istituzione di una camera di valutazione dei precontenziosi in modo da evitare che le controversie arrivino allo stadio di contenzioso.
  Apprezza anche il fatto che il DEF stanzi risorse aggiuntive per gli enti territoriali che potranno essere utilizzate per sostenere le fasce di popolazione più deboli, per migliorare i trasporti locali e per consentire sgravi quali l'abolizione dell'imposta di soggiorno. Le regioni e le province autonome saranno soggetti attuatori ed erogatori di tali fondi. Per fare in modo che dai territori si possa effettivamente avviare una ripartenza e vengano attuate le politiche e gli interventi previsti nel DEF è importante che vengano attuate le riforme per cambiare la pubblica amministrazione e il mercato del lavoro e renderli più efficienti.

  Il deputato Guido Germano PETTARIN (FI) nel dichiarare che i dati legati alla crescita sono molto interessanti, pur trattandosi di dati di mero «rimbalzo» rispetto al crollo del PIL causato dalla pandemia, sottolinea che il periodo che va dal 2025 al 2030 è poco analizzato e chiede pertanto un approfondimento di quella fase temporale. Oltre a ciò chiede un approfondimento delle previsioni relative al periodo 2028-2058 che sono gli anni durante i quali occorrerà rimborsare i prestiti contratti nell'ambito del Recovery Fund.

  Il deputato Antonio FEDERICO (M5S), relatore, nel raccogliere le sollecitazioni del collega Pettarin, sottolinea che la scommessa del DEF – scommessa realistica e che può essere vinta – è quella di un'economia in espansione nei prossimi anni che possa quindi anche consentire, agendo sul denominatore, un miglioramento dei saldi di finanza pubblica. A questo si aggiungeranno la razionalizzazione dei processi di funzionamento delle pubbliche amministrazioni, senza intaccare i servizi essenziali e i diritti sociali, e la riduzione dell'evasione fiscale. Per quanto riguarda gli enti locali condivide pienamente quanto osservato dalla collega Rossini e credo si dichiara molto favorevole al coinvolgimento delle regioni, tema peraltro molto sentito in questa Commissione.

  Il deputato Guido Germano PETTARIN (FI) sottolinea due elementi determinanti. Anzitutto il fatto che si sia registrato un incremento di capacità di spesa da parte degli enti locali territoriali, anche nel tremendo 2020; reputa questo elemento molto significativo perché presuppone una grande capacità di reazione delle amministrazioni che lascia ben sperare in vista della realizzazione del PNRR. Pag. 180
  L'altro elemento è la richiesta, che viene da tutti gli enti territoriali, di individuare e assumere personale qualificato in tema di fondi europei, al fine di colmare un pesantissimo deficit che ha generato un'incapacità di spesa con dati a volte imbarazzanti.
  Chiede pertanto di integrare il parere specificando che l'integrazione di personale degli enti territoriali dovrà in particolare riguardare di personale specializzato in materia di fondi europei e delle relative procedure di controllo, di primo e di secondo livello. Si tratta di una caratteristica essenziale perché solo in questo modo potremo investire i fondi che vengono messi a disposizioni.

  La deputata Emanuela ROSSINI (MISTO-MIN.LING.) rammenta che da tutti gli enti locali e territoriali si chiede di rafforzare la capacità amministrativa delle province per poter partecipare attivamente alle gare d'appalto e investire i fondi europei. Raccomanda interventi mirati per abolire quelle procedure che rallentano l'accesso alle gare d'appalto, senza mirare a interventi globali o grandi riforme che rischierebbero di bloccare del tutto le procedure; ciò al fine di facilitare il lavoro alle amministrazioni locali senza bloccarlo. In proposito richiama la recente esperienza positiva della modifica «chirurgica» del codice degli appalti inserita nel disegno di legge europea.

  Emanuela CORDA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.