CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 20 aprile 2021
570.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Martedì 20 aprile 2021. — Presidenza del vicepresidente Fausto RACITI.

  La seduta comincia alle 12.25.

DL 30/2021: Misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena.
Esame emendamenti C. 2945-A Governo.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti riferiti al provvedimento.

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  Fausto RACITI, presidente, rileva come il Comitato permanente per i pareri sia chiamato a esaminare, ai fini del parere all'Assemblea, il fascicolo n. 1 degli emendamenti riferiti al disegno di legge C. 2945-A, di conversione in legge del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena.

  Martina PARISSE (M5S), relatrice, rileva come gli emendamenti trasmessi non presentino profili problematici per quanto riguarda il riparto di competenze legislative tra Stato e regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione: propone pertanto di esprimere su di essi nulla osta.

  Il Comitato approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 12.30.

AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 20 aprile 2021.

Audizione informale, in videoconferenza, di Marco Di Folco, Professore di diritto delle autonomie territoriali presso l'Università «Luiss Guido Carli» di Roma, nell'ambito dell'esame congiunto delle proposte di legge costituzionale C. 1854 Barelli, C. 2938 Morassut e C. 2961 Ceccanti, recanti modifica all'articolo 114 della Costituzione, in materia di ordinamento e poteri della città di Roma, capitale della Repubblica, e delle proposte di legge C. 2893 Magi, C. 2923 De Angelis e C. 2931 Francesco Silvestri, recanti disposizioni in materia di ordinamento e poteri della città di Roma, capitale della Repubblica.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 15.30 alle 15.45.

Audizione informale, in videoconferenza, di Salvatore Bellomia, Professore di istituzioni di diritto pubblico presso l'Università di Roma Tor Vergata, nell'ambito dell'esame congiunto delle proposte di legge costituzionale C. 1854 Barelli, C. 2938 Morassut e C. 2961 Ceccanti, recanti modifica all'articolo 114 della Costituzione, in materia di ordinamento e poteri della città di Roma, capitale della Repubblica, e delle proposte di legge C. 2893 Magi, C. 2923 De Angelis e C. 2931 Francesco Silvestri, recanti disposizioni in materia di ordinamento e poteri della città di Roma, capitale della Repubblica.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 15.45 alle 16.10.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 20 aprile 2021. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 16.10.

Sull'ordine dei lavori.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, su richiesta del relatore Ceccanti, propone, concorde la Commissione, di procedere a un'inversione nell'ordine del giorno della seduta odierna, nel senso di procedere, dapprima, all'esame in sede consultiva del Documento di economia e finanza 2021, passando poi all'esame in sede referente del disegno di legge C. 3002 di conversione del decreto-legge n. 25 del 2021, recante Disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021.

Variazioni nella composizione della Commissione.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, comunica che, per il Gruppo Forza Italia – Berlusconi Presidente, il deputato Gianfranco Rotondi cessa di far parte della Commissione e che, per il medesimo gruppo, entra a farne parte la deputata Annaelsa Tartaglione.
  Comunica altresì che, per il Movimento 5 Stelle, il deputato Francesco Silvestri entra a far parte della Commissione.

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Documento di economia e finanza 2021.
Doc. LVII, n. 4 e Annesso.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che, come specificato anche nelle convocazioni, alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso, i deputati possono partecipare all'odierna seduta in sede consultiva in videoconferenza, in quanto nella seduta odierna non sono previste votazioni sul provvedimento.
  Avverte altresì che la Commissione è chiamata a esaminare, in sede consultiva, ai fini del parere alla V Commissione Bilancio, il Documento di economia e finanza 2021 (Doc. LVII, n. 4 e Annesso).
  Ricorda che il parere sul Documento dovrà essere espresso entro la seduta di domani, atteso che esso sarà discusso in Assemblea nella seduta di giovedì 22 aprile.

  Stefano CECCANTI (PD), relatore, ricorda preliminarmente che, sulla base del calendario previsto nell'ambito del Semestre europeo, la legge n. 196 del 2009 (legge di contabilità pubblica) dispone che il processo di programmazione economica inizi il 10 aprile, data di presentazione alle Camere del Documento di economia e finanza (DEF), al fine di consentire al Parlamento di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma (PNR) contenuti nel DEF.
  Sulla base dei contenuti del DEF, la Commissione elabora le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati. Per il 2020, il 20 luglio scorso il Consiglio ECOFIN ha provveduto ad esaminare e approvare 4 raccomandazioni indirizzate all'Italia, concernenti rispettivamente:

   1) attuare, in linea con la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita, tutte le misure necessarie per affrontare efficacemente la pandemia di COVID-19 e sostenere l'economia e la successiva ripresa; quando le condizioni economiche lo consentano, perseguire politiche di bilancio volte a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti e ad assicurare la sostenibilità del debito, incrementando nel contempo gli investimenti; rafforzare la resilienza e la capacità del sistema sanitario per quanto riguarda gli operatori sanitari, i prodotti medici essenziali e le infrastrutture; migliorare il coordinamento tra autorità nazionali e regionali;

   2) fornire redditi sostitutivi e un accesso al sistema di protezione sociale adeguati, in particolare per i lavoratori atipici; attenuare l'impatto della crisi COVID-19 sull'occupazione, anche mediante modalità di lavoro flessibili e sostegno attivo all'occupazione; rafforzare l'apprendimento a distanza e il miglioramento delle competenze, comprese quelle digitali;

   3) garantire l'effettiva attuazione delle misure volte a fornire liquidità all'economia reale, comprese le PMI, le imprese innovative e i lavoratori autonomi, ed evitare ritardi nei pagamenti; anticipare i progetti di investimenti pubblici maturi e promuovere gli investimenti privati per favorire la ripresa economica; concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale, in particolare su una produzione e un uso puliti ed efficienti dell'energia, su ricerca e innovazione, sul trasporto pubblico sostenibile, sulla gestione dei rifiuti e delle risorse idriche e su un'infrastruttura digitale rafforzata per garantire la fornitura di servizi essenziali;

   4) migliorare l'efficienza del sistema giudiziario e il funzionamento della pubblica amministrazione.

  Quanto alla struttura del DEF, questa è disciplinata dall'articolo 10 della legge di contabilità, nel quale si dispone che sia composta di tre sezioni e di una serie di allegati. Pag. 34
  Per quanto concerne i profili principali del DEF 2021, sotto il profilo macroeconomico rileva, in estrema sintesi, come l'andamento dell'economia italiana e internazionale, continui ad essere condizionato dall'emergenza sanitaria da COVID-19.
  Di fronte alla situazione attuale, nel DEF si dichiara la necessità di rafforzare la spinta ad uscire dalla crisi attraverso tutti gli strumenti a disposizione, dalla campagna di vaccinazione, all'impulso alla ricerca medica e al rafforzamento del Sistema sanitario nazionale; in campo economico, dai sostegni e ristori al rilancio degli investimenti e dello sviluppo con il Piano di ripresa e resilienza (PNRR) finanziato dal Next Generation EU (NGEU) e da ulteriori risorse nazionali.
  In tale ambito, il DEF sottolinea altresì l'urgenza delle riforme di contesto previste dal PNRR e che riguardano in particolare la pubblica amministrazione, la giustizia e la concorrenza – oltre al fisco, che sarà oggetto di un'articolata revisione.
  Le riforme occupano dunque un ruolo centrale nel PNRR e ad esse è dedicata una specifica sezione del documento. Per questo motivo, e in forza del Regolamento dell'Unione europea 2021/241 che istituisce il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, il Governo ha ritenuto che in questa occasione il PNRR possa integrare il PNR (Programma nazionale di riforma) previsto dai regolamenti del Semestre europeo e dalla normativa nazionale. Pertanto, secondo quanto precisato nella lettera di trasmissione del DEF del Presidente del Consiglio dei ministri al Presidente della Camera e nelle premesse del DEF stesso, il PNR non sarà presentato separatamente, mentre il PNRR sarà definito nei prossimi giorni e presentato alla Commissione europea nei termini previsti.
  Unitamente al DEF, il Governo ha presentato una Relazione al Parlamento (ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, Doc. LVII, n. 4 – Annesso) con la quale richiede di elevare il limite di indebitamento netto e di saldo netto da finanziare per quest'anno e di modificare il sentiero di rientro verso l'Obiettivo di medio termine (OMT) per i prossimi anni. Ottenuta tale autorizzazione, il Governo approverà un decreto-legge contenente nuove misure di sostegno e di rilancio dell'economia.
  Passando quindi a illustrare il contenuto del DEF 2021, osserva che la Sezione I si articola in 6 capitoli, relativi, rispettivamente, al quadro complessivo e alla politica di bilancio, al quadro macroeconomico, all'indebitamento netto e al debito pubblico, sensitività e sostenibilità delle finanze pubbliche, alle azioni intraprese e alle linee di tendenza, nonché agli aspetti istituzionali delle finanze pubbliche.
  Relativamente al contenuto dei capitoli da I a VI, ricorda preliminarmente che, secondo le stime ufficiali dell'Istat, il 2020 si è chiuso con una caduta del PIL pari all'8,9 per cento in termini reali e al 7,8 per cento in termini nominali, in linea con quanto previsto nella Nota di aggiornamento del DEF (NADEF) e non lontano da quanto prospettato un anno fa nel DEF 2020.
  Gli interventi di politica economica nel 2020 hanno comportato complessivamente una spesa pari a 108 miliardi (6,5 per cento del PIL). Ulteriori interventi di sostegno all'economia hanno riguardato la moratoria su prestiti e mutui bancari in essere e le garanzie dello Stato sull'erogazione di nuovi prestiti, che hanno fatto sì che il credito all'economia sia cresciuto nel 2020 malgrado la crisi.
  Anche in conseguenza del crollo del PIL, il rapporto fra lo stock di debito pubblico e il prodotto ha subìto un aumento al 155,8 per cento, dal 134,6 per cento del 2019.
  Per quanto riguarda le altre principali variabili macroeconomiche, il 2020 è stato contraddistinto da una forte caduta dell'input di lavoro (-11,0 per cento per le ore lavorate e -10,3 per cento in termini di unità di lavoro armonizzate). Secondo una nuova serie recentemente pubblicata dall'Istat, l'occupazione rilevata dall'indagine sulle forze di lavoro è scesa di un più contenuto 2,8 per cento, a testimonianza dell'effetto di contenimento dei rischi di disoccupazione garantito dall'introduzione della cassa integrazione in deroga. Il tasso di disoccupazione è addirittura diminuito Pag. 35nel 2020, al 9,3 per cento, dal 10,0 per cento del 2019, anche a causa di una diminuzione del tasso di partecipazione al mercato del lavoro. Il tasso medio di inflazione secondo l'indice dei prezzi al consumo armonizzato nel 2020 è stato pari a -0,1 per cento, dal +0,6 per cento del 2019, per via della discesa del prezzo dei combustibili. Venendo alle tendenze più recenti, si stima che nel primo trimestre del 2021 il PIL abbia continuato a contrarsi, sia pure in misura inferiore al calo congiunturale registrato nel quarto trimestre dell'anno scorso.
  La previsione macroeconomica tendenziale incorpora il Piano di ripresa e resilienza (PNRR) nella versione presentata con la NADEF, lievemente rivista per il triennio 2021-2023 dalla legge di bilancio 2021, nonché il recente «decreto-legge sostegni». In tale ambito la previsione di crescita annua del PIL per il 2021 è ora pari al 4,1 per cento, che si confronta con il 6,0 per cento del quadro programmatico della NADEF. Lo scenario tendenziale si basa sull'aspettativa che dopo la prossima estate le misure di contrasto all'epidemia da Covid-19 avranno un impatto moderato e decrescente nel tempo sulle attività economiche. Gli afflussi turistici recupererebbero nel 2022, per poi tornare ai livelli pre-crisi nel 2023.
  Grazie anche alle notevoli misure di stimolo introdotte con il predetto «decreto-legge sostegni», nonché alla spinta agli investimenti pubblici e privati fornita dal PNRR (nella versione legge di bilancio 2021), il PIL, dopo il già citato recupero di quest'anno, salirebbe del 4,3 nel 2022, del 2,5 per cento nel 2023 e del 2,0 per cento nel 2024. Il recupero dell'occupazione seguirebbe grosso modo quello del PIL in termini di ore lavorate e di unità di lavoro armonizzate (ULA), mentre il numero medio di occupati rilevati dall'indagine sulle forze di lavoro scenderebbe quest'anno per poi riprendere dal 2022 in avanti. Il tasso di disoccupazione salirebbe al 9,9 per cento nel 2021, per poi scendere fino all'8,2 per cento nel 2024.
  Il rapporto tra l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche e il PIL del 2020 è pari al 9,5 per cento, con un deterioramento di quasi 8 punti percentuali rispetto al 2019, per effetto sia dell'eccezionale calo del PIL, sia delle misure discrezionali adottate per mitigare l'impatto economico-sociale della crisi pandemica. In termini assoluti, l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stato di 156,9 miliardi, un livello superiore di 129 miliardi rispetto al 2019. La stima del deficit è nettamente migliore della stima indicata, pari al 10,4 per cento, nel DEF 2020 e dell'obiettivo programmatico poi fissato ad un livello solo marginalmente più elevato, il 10,8 per cento del PIL, nella NADEF e in occasione dello scostamento di bilancio autorizzato nel novembre 2020, sebbene nel frattempo si siano realizzate ingenti manovre di sostegno all'economia. La crescita della spesa pubblica corrente è infatti risultata assai inferiore alle attese, più che compensando maggiori uscite in conto capitale. Inoltre, le entrate correnti della pubblica amministrazione hanno nettamente ecceduto le previsioni.
  Per il 2021, l'indebitamento netto a legislazione vigente si manterrà sullo stesso livello del 2020 (9,5 per cento del PIL), superando di circa 2,5 punti percentuali l'obiettivo del 7 per cento fissato nella NADEF, poi aggiornato all'8,8 per cento in occasione dell'ultimo scostamento di bilancio del 15 gennaio scorso. Questa revisione al rialzo sconta l'impatto del «decreto sostegni» (pari all'1,8 per cento del PIL), il peggioramento del quadro macroeconomico e il riporto per competenza sull'anno 2020 delle imposte e contributi sospesi e slittati a causa dell'emergenza sanitaria. Negli anni successivi, grazie al recupero dell'economia, il rapporto deficit/PIL segnerà una marcata riduzione, collocandosi al 5,4 per cento nel 2022, al 3,7 per cento nel 2023 e al 3,4 per cento nel 2024.
  Il saldo primario nello scenario a legislazione vigente segnerà un ulteriore lieve peggioramento nel 2021, dal -6,0 al -6,2 per cento del PIL, ma tornerà anch'esso a migliorare dal 2022, fino a raggiungere un deficit primario dello 0,8 per cento del PIL nel 2023. La spesa per interessi passivi subirà un lievissimo aumento in termini Pag. 36nominali nel 2021 a cui seguiranno progressive riduzioni, grazie alle quali l'incidenza degli interessi passivi sul PIL scenderà dal 3,3 per cento quest'anno al 2,6 per cento del PIL alla fine dell'orizzonte di previsione. Alla luce di questi andamenti e delle variabili che influenzano il fabbisogno di cassa della pubblica amministrazione, il rapporto fra debito pubblico e PIL è atteso aumentare dal nuovo massimo del 155,8 per cento raggiunto nel 2020 al 157,8 quest'anno e poi scendere gradualmente al 150,9 per cento nel 2024, ancora molto al disopra del 134,6 per cento registrato nel 2019.
  Il quadro programmatico si basa quindi su tre principali aree di intervento:

   un nuovo pacchetto di misure di sostegno e rilancio, di prossima approvazione e immediata attuazione;

   la versione finale del PNRR, che amplia le risorse complessive previste dalla NADEF 2020 e dalla legge di bilancio 2021;

   le modifiche al sentiero di rientro dell'indebitamento netto della pubblica amministrazione, che riflettono la più lunga durata della crisi pandemica rispetto alle ipotesi della NADEF 2020.

  Il Governo ritiene altresì necessario che il forte stimolo al rilancio dell'economia fornito dal PNRR sia integrato da ulteriori interventi che rafforzino la capacità di risposta dell'economia nella fase di ripresa, in primo luogo attraverso l'accesso alla liquidità e capitalizzazione e il sostegno al mercato del lavoro, all'occupazione e al ricollocamento dei lavoratori.
  La manovra prevista, grazie al nuovo scostamento avrà una dimensione di circa 40 miliardi di euro in termini di impatto sull'indebitamento netto della pubblica amministrazione nel 2021; l'impatto sul deficit degli anni successivi, al netto della spesa per interessi, varierà fra 4 e 6,5 miliardi all'anno principalmente finalizzati a finanziare investimenti pubblici con risorse aggiuntive rispetto a quello previste con il PNRR.
  La versione finale del PNRR sarà quindi basata su un ammontare di risorse superiore a quanto prefigurato nella NADEF e nella legge di bilancio 2021. Il PNRR in senso stretto, ovvero il piano presentato alla Commissione europea, si avvarrà di 191,5 miliardi di sovvenzioni e prestiti dal fondo RFF (Recovery and resilience facility), un ammontare solo lievemente inferiore a quello della NADEF, che era di 193 miliardi: infatti, mentre le sovvenzioni salgono da 65,4 a 68,9 miliardi, la stima dell'importo massimo dei prestiti si riduce da 127,6 a 122,6 miliardi. D'altro canto, in base alla bozza di PNRR approvata dal Consiglio dei ministri del 12 gennaio e alle risoluzioni recentemente approvate dalle Camere, il nuovo Governo ha deciso di abbinare alle risorse del fondo RRF ulteriori finanziamenti tramite due canali nazionali: utilizzo del Fondo per lo sviluppo e la coesione e risorse a valere sul nuovo Fondo complementare. Da tutto ciò, deriva un aumento delle risorse per il PNRR in senso stretto dai 193 miliardi prefigurati nella NADEF a circa 222 miliardi. Considerando tutti gli strumenti del Next Generation EU, con l'aggiunta delle risorse nazionali si passa dai 205 miliardi della NADEF (aggiornati a 208 nella legge di bilancio) a circa 237 miliardi. I prestiti RRF verranno destinati per 69,1 miliardi a progetti di investimento e altre spese per l'ambiente, la ricerca, la formazione, l'inclusione sociale e la salute che erano già programmati. I rimanenti fondi, pari a 53,5 miliardi, saranno invece destinati a iniziative totalmente nuove, al pari delle sovvenzioni. Pertanto, le risorse RRF per nuove iniziative assommano a 122,4 miliardi e quelle complessive del PNRR allargato a 153,9 miliardi, disponibili nell'arco di sei anni.
  Quanto alla strategia di rientro del debito, il DEF prefigura un'impostazione (stance) della politica di bilancio espansiva nel prossimo biennio, tramite un forte impulso agli investimenti, per poi intraprendere un graduale percorso di consolidamento fiscale dal 2024 in poi, a condizione che le ipotesi epidemiche e sulle condizioni di contesto internazionale dello scenario di Pag. 37base restino valide, con un traguardo del 3,0 per cento di deficit per il 2025 e un rapporto fra debito lordo della pubblica amministrazione e PIL verso il livello pre-crisi (134,6 per cento) per la fine del decennio.
  A fronte dei saldi proiettati nel quadro di finanza pubblica tendenziale, si punterà a conseguire un deficit del 3,4 per cento del PIL nel 2024. I risparmi di spesa e gli aumenti delle entrate necessari saranno dettagliati nella legge di bilancio 2022. La riduzione del deficit potrà essere conseguita dal lato della spesa con una razionalizzazione della spesa corrente e da quello delle entrate in prima istanza con proventi derivanti dal contrasto all'evasione fiscale. In ambito fiscale, come anticipato in altra parte del documento, saranno rilevanti le nuove direttive UE su emissioni di gas climalteranti e imposte ambientali e l'iniziativa multilaterale coordinata in sede OCSE concernente la tassazione dei profitti delle multinazionali.
  Nello scenario programmatico il tasso di crescita del PIL è pari al 4,5 per cento quest'anno per poi salire al 4,8 per cento nel 2022, il che porterebbe il PIL annuale a sfiorare il livello del 2019. Tale livello sarebbe poi ampiamente sorpassato nel 2023, grazie ad un tasso di crescita del 2,6 per cento. Nel 2024 il tasso di crescita scenderebbe all'1,8 per cento, lievemente inferiore all'incremento registrato dal PIL nello scenario tendenziale sia a causa del livello più elevato che verrebbe raggiunto dal PIL nell'anno precedente, sia per via del moderato consolidamento della finanza pubblica.
  Il deficit programmatico è lievemente superiore a quello tendenziale attestandosi nel 2021 all'11,8 per cento del PIL, al 5,9 nel 2022 e al 4,3 nel 2023, per poi convergere al livello tendenziale nel 2024 (3,4) tramite le già citate misure di consolidamento.
  Per quanto riguarda il rapporto fra debito della pubblica amministrazione e PIL, nello scenario programmatico aumenterebbe quest'anno di 4 punti percentuali, attestandosi al 159,8 per cento. Un graduale processo di riduzione comincerà dall'anno prossimo, con una riduzione di 3,5 punti percentuali nel 2022 e 3,6 punti percentuali complessivi nel biennio seguente.
  Passando quindi ai profili di stretta competenza della I Commissione, nel DEF si sottolinea l'esigenza di procedere speditamente sul terreno delle riforme di contesto previste dal PNRR e che riguardano in particolare la pubblica amministrazione, la giustizia e la concorrenza (oltre al fisco, che sarà oggetto di un'articolata revisione).
  Nel DEF 2021 si preannuncia inoltre come nel settore della pubblica amministrazione sia prevista l'integrazione delle risorse relative ai rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021 del personale dipendente delle amministrazioni statali (circa 0,2 miliardi dal 2021) e si autorizzano nuove assunzioni nelle amministrazioni dello Stato e negli enti pubblici (circa 0,6 miliardi nel quadriennio 2021-2024).
  Nell'ambito degli interventi in materia di ordine e sicurezza pubblica segnala la proroga delle missioni internazionali di pace (circa 1,6 miliardi nel triennio 2021-2023) e le risorse aggiuntive per spese di personale (circa 0,4 miliardi nel periodo 2021-2024) e per gli investimenti (0,3 miliardi nel periodo considerato a fronte di corrispondenti stanziamenti di bilancio per circa 15,6 miliardi nel periodo 2021-2035).
  A completamento della manovra di bilancio 2022-2024, il Governo ha dichiarato quali collegati alla decisione di bilancio 22 disegni di legge, tra i quali i seguenti disegni di legge, che investono i profili di competenza della I Commissione:

   «Riordino della disciplina in materia di prevenzione della corruzione, obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni»;

   «Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione»;

   «Implementazione delle forme di raccordo tra amministrazioni centrali e regionali, anche la fine della riduzione del contenzioso costituzionale»;

   «Revisione del testo unico dell'ordinamento degli enti locali».

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  Richiama conclusivamente l'attenzione su alcuni aspetti specifici. Rileva, in primo luogo, come l'indicazione di ventidue disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica, contenuta nel DEF, rischi di risultare pletorica e di non consentire l'individuazione delle priorità sulle quali concentrarsi. Invita, pertanto, il Governo a valutare l'opportunità di circoscrivere tale indicazione ai temi ritenuti effettivamente prioritari, anche attraverso l'accorpamento dei provvedimenti collegati prefigurati.
  Con riferimento, inoltre, alla mancata trasmissione del PNR, in quanto ritenuto sostanzialmente assorbito dal PNNR, chiede di conoscere quali siano i tempi della trasmissione del PNRR nonché le modalità dell'esame parlamentare dei suoi contenuti.
  Osserva, infine, come il raffronto tra il quadro macroeconomico tendenziale e il quadro macroeconomico programmatico rischi di essere fuorviante e di evidenziare un miglioramento del PIL inferiore a quello effettivo, poiché tale raffronto non tiene conto degli effetti del PNRR in quanto già computati nella legge di bilancio.
  Si riserva, quindi di formulare una proposta di parere.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 16.20.

SEDE REFERENTE

  Martedì 20 aprile 2021. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 16.20.

DL 25/2021: Disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021.
C. 3002 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 14 aprile 2021.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, facendo seguito a quanto già chiarito in occasione dell'ultima riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione, ricorda che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha stabilito l'avvio della discussione in Assemblea sul provvedimento per la giornata di lunedì 26 aprile: pertanto l'esame in sede referente dovrà concludersi entro la settimana in corso.
  Avverte quindi che sono state presentate 266 proposte emendative (vedi allegato) al provvedimento, di cui 260 presentate dal gruppo Fratelli d'Italia.
  In proposito, ricorda che, ai sensi del comma 7 dell'articolo 96-bis del Regolamento, non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative non strettamente attinenti alle materie oggetto dei decreti-legge all'esame della Camera.
  Tale criterio risulta più restrittivo di quello dettato, con riferimento agli ordinari progetti di legge, dall'articolo 89 del medesimo Regolamento, il quale attribuisce al Presidente la facoltà di dichiarare inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi estranei all'oggetto del provvedimento. Ricorda, inoltre, che la lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa precisa che, ai fini del vaglio di ammissibilità delle proposte emendative, la materia deve essere valutata con riferimento ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo.
  La necessità di rispettare rigorosamente tali criteri si impone ancor più a seguito delle recenti sentenze della Corte costituzionale e di alcuni richiami del Presidente della Repubblica.
  In tale contesto ricorda in particolare che la Corte costituzionale, da ultimo con la sentenza n. 147 del 2019, ha ribadito che «l'inserimento di norme eterogenee rispetto all'oggetto o alla finalità del decreto-legge, determina la violazione dell'articolo 77, secondo comma, della Costituzione». Pag. 39
  Segnala quindi, per quanto riguarda l'oggetto del decreto–legge, il quale affronta un ambito materiale circoscritto, che esso differisce in primo luogo i termini ordinari per lo svolgimento delle consultazioni elettorali previste per il 2021, prevedendo una «finestra» elettorale fra il 15 settembre e il 15 ottobre, in ragione della situazione di emergenza sanitaria derivante dal Covid-19 (elezioni suppletive per la Camera e il Senato; elezioni dei consigli comunali e circoscrizionali; elezioni per il rinnovo dei consigli regionali nelle regioni a statuto ordinario); conseguentemente si stabilisce che le predette consultazioni si svolgano in due giornate, sia di domenica sia di lunedì, e si dettano disposizioni riferite alla fase dello spoglio delle schede elettorali e all'ordine dello scrutinio delle medesime consultazioni.
  Inoltre il provvedimento:

   estende le disposizioni vigenti sui termini di svolgimento delle elezioni degli organi delle città metropolitane e dei presidenti delle province e dei consigli provinciali in scadenza nel primo semestre del 2021 anche a quelli la cui scadenza è compresa nel periodo luglio-settembre 2021;

   consente, per le citate operazioni elettorali del 2021, che l'atto di designazione dei rappresentanti della lista possa essere presentato presso gli uffici comunali mediante posta elettronica certificata entro il mercoledì antecedente la votazione, in luogo delle altre forme previste;

   riduce a un terzo il numero minimo di sottoscrizioni richieste per la presentazione delle liste e delle candidature nell'ambito delle elezioni comunali e circoscrizionali che avranno luogo nel 2021;

   dispone che per l'anno 2021, per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, ove sia stata ammessa e votata una sola lista, sono eletti tutti i candidati compresi nella lista e il candidato a sindaco collegato, a determinate condizioni;

   stabilisce che, in considerazione del quadro epidemiologico derivante dal COVID-19, per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, in deroga alla disciplina in materia, per la determinazione del numero degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune non si tiene conto degli elettori iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero che non esercitano il diritto di voto;

   prevede che, al fine di consentire la pubblicazione del certificato del casellario giudiziale dei candidati, per le consultazioni elettorali dell'anno 2021 il Ministero della giustizia deve garantire l'apertura degli uffici del casellario giudiziale nei giorni prefestivo e festivo immediatamente precedenti al termine della predetta pubblicazione;

   stabilisce che per il 2021 non si applicano le sanzioni per mancato adempimento all'obbligo di redazione e di pubblicazione della relazione di fine mandato del sindaco;

   prevede che gli atenei e le istituzioni AFAM possano individuare, in deroga alle disposizioni vigenti, modalità (anche telematiche) di svolgimento delle procedure elettorali per il rinnovo dei propri organi collegiali e monocratici, le quali devono concludersi, in ogni caso, entro il 31 ottobre 2021 e stabilisce che i soggetti svolgenti, alla data di entrata in vigore del decreto, le funzioni degli organi interessati al rinnovo, proseguono nell'incarico fino al subentro dei nuovi organi.

  Rileva quindi come il decreto-legge, nel disporre il differimento delle richiamate consultazioni, non operi un generale ridisegno a regime della disciplina elettorale, ma intervenga, solo con disposizioni derogatorie e temporanee, su aspetti circoscritti della cosiddetta «legislazione elettorale di contorno», oltre che introducendo norme derogatorie circa le elezioni comunali nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti nei quali sia stata votata una sola Pag. 40lista, nonché circa la determinazione del numero degli elettori, e si riferisca comunque solo alle consultazioni elettorali previste nel 2021.
  Alla luce di tali criteri e del contenuto del decreto-legge, sono state pertanto considerate inammissibili le seguenti proposte emendative, in quanto attinenti a materie non oggetto in alcun modo dell'intervento legislativo:

   Montaruli 1-bis.10, che, eliminando il riferimento alle «operazioni elettorali di cui al comma 1», relative alle elezioni previste nel 2021, estende oltre l'anno in corso la disposizione che consente la trasmissione agli uffici comunali dell'atto di designazione dei rappresentanti di lista tramite PEC;

   Butti 1-bis.01, che estende, in via sperimentale, ma comunque oltre l'anno 2021, la possibilità di presentare via PEC, oltre all'atto di designazione dei rappresentanti di lista previsto dal provvedimento, anche le liste elettorali;

   Montaruli 2.3, il quale, sopprimendo il riferimento all'anno 2021, rende permanente la disposizione che riduce il quorum di partecipazione (dal 50 al 40 per cento degli aventi diritto) necessario per la validità dell'elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni sino a 15.000 abitanti, ove sia stata ammessa e votata una sola lista;

   Silvestroni 2.2, il quale aumenta da due a tre il numero massimo di mandati consecutivi per i sindaci dei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti il cui mandato termina nell'anno 2021;

   Montaruli 3.2, il quale prevede, in via permanente, che debba essere garantita la lingua dei segni degli spot elettorali sulle modalità di accesso al voto;

   Montaruli 3.01, limitatamente al comma 2, il quale prevede, a regime, il riconoscimento della lingua dei segni quale lingua propria della comunità sorda e garantendo la piena accessibilità ai seggi anche attraverso forme di videointerpretariato;

   Montaruli 3-bis.5, il quale, eliminando il riferimento alle consultazioni elettorali del 2021, rende permanente la disposizione che prevede l'apertura degli uffici del casellario giudiziario della procura della Repubblica presso il tribunale che ha sede nel capoluogo di ciascun distretto di corte di appello nei giorni prefestivo e festivo immediatamente precedenti al termine della predetta pubblicazione;

   Montaruli 3-bis.6, che estende anche alle consultazioni elettorali del 2022 la disposizione, prevista per il solo 2021, che prevede l'apertura degli uffici del casellario giudiziario della procura della Repubblica presso il tribunale che ha sede nel capoluogo di ciascun distretto di corte di appello nei giorni prefestivo e festivo immediatamente precedenti al termine della predetta pubblicazione;

   Ferro 3-bis.16, che prevede l'acquisizione, da parte della Commissione parlamentare antimafia, dei documenti necessari alla verifica della conformità della composizione delle liste elettorali delle elezioni del 2021 alle indicazioni del codice di autoregolamentazione almeno novanta giorni prima della presentazione delle liste e delle candidature;

   Iezzi 3-bis.3, il quale dispone che per il 2021 non si applicano le sanzioni amministrative pecuniarie previste per i partiti e movimenti che non rispettino gli obblighi in materia di pubblicazione nel sito internet del curriculum vitae dei candidati e il relativo certificato penale, nonché in materia di trasmissione annuale dei rendiconti;

   Ciaburro 3-ter.01, il quale proroga fino alla cessazione dello stato di emergenza le previsioni dell'articolo 25, comma 6, del decreto-legge n. 18 del 2020, riguardanti la durata e il trattamento dei permessi di assentarsi dai rispettivi posti di lavoro riconosciuti Pag. 41 ai sindaci e fa salvi i permessi eventualmente usufruiti allo stesso titolo a decorrere dal 31 luglio 2020;

   Ciaburro 3-ter.02, il quale differisce al 31 maggio 2021 il termine di deliberazione del bilancio di previsione 2021-2023 per gli enti locali e autorizza conseguentemente l'esercizio provvisorio nei medesimi enti;

   Caretta 3-quater.01, il quale consente agli enti locali di non applicare per il 2021 il canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria, prevedendo altresì che per il medesimo anno 2021 i prelievi sull'occupazione di spazi pubblici a carico degli operatori di mercato sono ridotti del 60 per cento; a compensazione dei mancati introiti degli enti locali è istituito un apposito fondo presso il Ministero dell'interno con una dotazione di 60 milioni di euro.

  Segnala, inoltre, che gli emendamenti Montaruli 1.123 (che sostituisce le parole «Per l'anno» con le parole «Nell'anno»), 1.131 (che sostituisce la parola «presentano» con la parola «hanno»), 1.149 (che sostituisce la parola «emergenza» con la parola «crisi»), 1-bis.8 (che sostituisce le parole «al fine di» con la parola «per»), 1-bis.4 (che sostituisce le parole «luogo delle» con le parole «alternativa alle») e 3.15 (che sostituisce le parole «Nel caso di» con le parole «Qualora vi sia») risultano essere privi di contenuto normativo e pertanto meramente formali: ai sensi del paragrafo 5.5 della lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997, essi non saranno posti in votazione, ma eventualmente presi in considerazione ai soli fini del coordinamento formale del testo.
  Avverte quindi che il termine per la presentazione dei ricorsi avverso i giudizi di inammissibilità testé pronunciati è fissato alle ore 10 di domani, 21 aprile.
  Con riferimento agli emendamenti da Prisco 1.9 a Prisco 1.198, rileva come si tratti di 166 emendamenti riconducibili al medesimo principio comune, consistente nell'individuazione di una specifica finestra elettorale (dal 15 giugno al 15 luglio 2021), in deroga a quella individuata dal decreto-legge, per alcuni comuni indicati da ciascun emendamento.
  Segnala, al riguardo, che l'articolo 79, comma 10, del Regolamento prevede che, al fine di assicurare la conclusione dell'esame in sede referente in tempo utile per l'avvio della discussione in Assemblea sul provvedimento, le deliberazioni per la formulazione del testo degli articoli possono aver luogo secondo principi di economia procedurale, assicurando comunque che per ogni articolo siano posti in votazione, di norma, almeno due emendamenti indicati da ciascun gruppo.
  Tra le modalità di votazione riconducibili a tale disposizione la prassi – sia in Assemblea sia nelle Commissioni – ha individuato le votazioni per princìpi (esplicitamente contemplate dall'articolo 85-bis, comma 1, del Regolamento), che presuppongono l'individuazione del principio comune a più emendamenti, respinto il quale si intendono respinti tutti gli emendamenti ad esso riconducibili, mentre in caso di approvazione del principio deve essere posto in votazione ciascun emendamento.
  Nello specifico, in forza di tale previsione regolamentare, sarà posto in votazione il richiamato principio emendativo comune ai predetti emendamenti: qualora esso venga respinto si intenderanno respinti anche tutti gli emendamenti che lo presuppongono, mentre nel caso di approvazione del principio sarà posto in votazione ciascun emendamento ad esso riconducibile.
  Informa quindi che, facendo seguito alla sua lettera del 14 aprile scorso, con la quale trasmetteva alla Ministra dell'interno la richiesta, avanzata dal deputato Prisco nella precedente seduta di esame, di conoscere se il Governo, ai fini dell'adozione del provvedimento, abbia acquisito in merito il parere del Comitato tecnico scientifico e di acquisire, qualora espresso, il testo di tale parere, in data 15 aprile scorso la Ministra gli ha inviato una lettera di risposta, in cui si fa presente che il decreto-legge è stato adottato anche con il concreto del Ministro della salute, proprio in considerazione della Pag. 42recrudescenza della pandemia, e alla quale è allegato stralcio del verbale della riunione del 12 gennaio 2021 del medesimo Comitato tecnico. Tale lettera e il relativo allegato sono stati già trasmessi a tutti i componenti della Commissione nella stessa giornata del 16 aprile.

  Emanuele PRISCO (FDI) ritiene che il termine fissato per la presentazione dei ricorsi avverso i giudizi di ammissibilità svolti dalla Presidenza sia troppo ristretto, anche considerato l'andamento particolarmente serrato dei lavori dell'Assemblea, auspicando, dunque, che la Presidenza conceda ai gruppi un termine più ampio.
  Facendo poi riferimento all'intenzione, preannunciata dalla Presidenza, di ricorrere a votazioni per principi in relazione a diverse proposte emendative presentate dal gruppo di FDI, fa notare che, in occasione dell'esame del precedente provvedimento in materia di differimento delle consultazioni elettorali, su proposte emendative di analogo tenore, tale prassi non venne seguita né in Commissione né in Assemblea, tanto che, in quella occasione, si svolse, invece, un ampio e articolato dibattito. Contesta, peraltro, che in tali richiamate proposte emendative presentate dal suo gruppo sia rinvenibile un unico principio comune tale da giustificare simili modalità di votazione, facendo notare, piuttosto, che, a suo avviso, ciascuna proposta emendativa risponde a specifiche logiche, ricollegabili, di volta in volta, alla necessità di venire incontro alle esigenze proprie di ciascun territorio, come, ad esempio, quelle connesse all'andamento dell'anno scolastico o alla specifica curva epidemiologica. Fa presente che precludere la discussione di tali proposte emendative equivarrebbe, a suo avviso, a ledere i diritti dell'unica opposizione presente in Parlamento, augurandosi che la presidenza modifichi il proprio orientamento al riguardo.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, in risposta al deputato Prisco, ritiene, anzitutto, che il termine per la presentazione dei ricorsi avverso i giudizi di ammissibilità possa essere fissato alle ore 11 della giornata di domani.

  Emanuele PRISCO (FDI) stigmatizza il fatto che non soltanto il diritto di discussione, ma anche il diritto al ricorso non sia garantito a seguito delle decisioni assunte dalla Presidenza e osserva come tali prassi non rispettino i diritti democratici e appaiano ispirate semmai a modelli totalitari. Ribadisce come il termine fissato per i ricorsi non tenga conto dell'andamento dei lavori odierni dell'Assemblea, che si concluderanno dopo la mezzanotte e riprenderanno domani alle 9.30, e come tale termine renda estremamente difficoltosa la predisposizione dei ricorsi.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ritiene che il termine per la presentazione dei ricorsi avverso i giudizi di ammissibilità possa essere fissato non oltre le ore 11,30 della giornata di domani, considerati i ristretti margini temporali per l'esame del provvedimento in titolo e valutato che il numero delle proposte emendative del gruppo di FdI dichiarate inammissibili ammonta solo a 12.
  Quanto all'altra questione posta dal medesimo deputato Prisco, evidenzia come il ricorso a votazioni secondo principi di economia procedurale rientra tra le facoltà della Presidenza, in armonia con quanto previsto dal Regolamento della Camera, precisando, in proposito, che le votazioni per principi comuni delle proposte emendative aventi un certo contenuto sono pienamente conformi alla prassi finora seguita sia in Commissione che in Assemblea. Ritiene, dunque, che, in presenza di certe condizioni – che ritiene sussistano nel caso di specie – sia possibile ricorrere a tali modalità di votazione durante l'esame delle proposte emendative, non rinvenendo alcuna violazione dei diritti delle opposizioni e non ritenendo in alcun modo fondate le accuse rivolte alla presidenza.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già prevista per domani.

  La seduta termina alle 16.30.