CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 11 marzo 2021
546.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 39

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 11 marzo 2021. — Presidenza della presidente Vittoria CASA.

  La seduta comincia alle 14.10.

Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Doc. XXVII, n. 18.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 9 marzo 2021.

  Gabriele TOCCAFONDI (IV), dopo aver premesso che il PNRR non deve essere guardato come una sorta di panacea per tutti i mali e tanto meno come lo strumento per risolvere tutti gli atavici problemi della scuola, invita ad operare una distinzione tra gli investimenti di lungo periodo, che ha senso programmare nell'ambito del Piano, e le molte azioni che, per migliorare l'istruzione e per aiutare i ragazzi, si possono invece mettere in campo anche al di fuori del Piano. Fa presente che il PNRR si preoccupa infatti della ripartenza del Paese, e quindi anche della scuola, soprattutto dal lato degli investimenti. È un piano che riguarda la spesa per investimenti, non la spesa corrente per l'ordinaria amministrazione. Esorta a tenere presente questa differenza nel parere da esprimere, che deve tenere appunto presente la funzione del Piano in esame. Per questo ritiene poco utile che il parere che la Commissione esprimerà rechi un'elencazione di tutte le necessità della scuola, in quanto si rischia in questo modo di non dare la giusta prospettiva ai progetti di più ampio respiro, quelli che ripensano il sistema dell'istruzione e per i quali devono essere usate le risorse europee. Invita quindi il relatore ad avere cura, nella predisposizione della sua proposta di parere, di evitare di raccogliere tutte le indicazioni emerse dal dibattito, che non sempre ha tenuto presente la differenza tra esigenze della scuola da soddisfare attraverso investimenti ed esigenze da soddisfare attraverso spese correnti.
  Ciò premesso quanto al metodo, dichiara di apprezzare le misure ipotizzate dalla proposta di Piano per rafforzare gli ITS e in generale tutta la filiera professionalizzante: si tratta di orientamenti che vanno nella stessa direzione del percorso iniziato da diversi mesi dalla VII Commissione, che sta esaminando progetti di riforma del sistema ITS. Dopo aver espresso un giudizio positivo anche sulle lauree professionalizzanti e abilitanti, rileva che i percorsi della formazione tecnica superiore sono da rafforzare e modernizzare perché Pag. 40oggi sono essenziali nel panorama dell'offerta formativa terziaria, come dimostra anche l'alto numero di studenti che li sceglie. Sottolinea anche la necessità improcrastinabile di riformare il settore degli istituti tecnici e professionali, da cui provengono in maggioranza gli allievi degli istituti superiori. Il ripensamento degli istituti tecnici e professionali, oltre a rinvigorire la filiera professionalizzante, tanto importante per le imprese, servirebbe ad arginare il tasso di abbandono scolastico, in Italia molto alto, salito al 14 per cento. Fa presente che l'abbandono scolastico riguarda soprattutto questi corsi di studio. Peraltro, rimarcando che il PNRR già prevede misure per il contrasto dell'abbandono scolastico, come pure in materia di reclutamento dei docenti, non ritiene opportuno che il parere della Commissione torni su questi punti. Piuttosto, è dell'avviso che occorra rappresentare al Governo l'importanza di costruire per i docenti un percorso formativo abilitante che includa anche un anno di prova, oltre che di bandire concorsi selettivi con periodicità certa, annualmente o al massimo ogni due anni.
  Conclude sottolineando il suo apprezzamento per la proposta di Piano, nonché per il dibattito svoltosi in Commissione, ribadendo la sua convinzione che il parere che la Commissione esprimerà dovrebbe avere il fine di facilitare – in prima battuta alla V Commissione, per la predisposizione della relazione all'Assemblea, e in definitiva al Governo, quale destinatario della risoluzione che l'Assemblea approverà – il compito di mettere bene a fuoco i fini da perseguire, avendo chiaro che deve trattarsi di fini il cui perseguimento richiede investimenti, e non di fini che si possono ottenere attraverso la spesa corrente.

  Marco BELLA (M5S), intervenendo da remoto, dopo aver premesso che il suo intervento si focalizzerà sui contenuti del Piano concernenti la scuola e l'istruzione, esprime la preoccupazione che, a concentrarsi solo sulla ripartenza e sui danni causati dalla pandemia, si corra il rischio di creare nuovi danni. Si riferisce all'aspetto della chiusura delle scuole e all'impossibilità, per la maggioranza degli studenti, di frequentarle in presenza: cosa che sta avendo gravi e pericolose ripercussioni in termini sociali, formativi, educativi e psicologici. Ricorda che la didattica a distanza grava soprattutto sulle spalle di chi è più svantaggiato: sulle famiglie che non hanno accesso o pieno accesso agli strumenti di connessione o non hanno connessioni efficienti, sugli studenti e le studentesse con disabilità, nonché sulle donne che, più degli uomini, hanno dovuto rinunciare al lavoro per badare ai figli che non sono a scuola. Evidenzia come la chiusura delle scuole stia provocando un sovraffollamento dei reparti di neuropsichiatria infantile, mettendo quindi in grande difficoltà anche i lavoratori dei servizi essenziali come il personale sanitario. A suo avviso la didattica a distanza dovrebbe essere l'ultima soluzione per contenere la pandemia, essendo le scuole – come ampiamenti e provato dalle evidenze – contesti dove le misure di sicurezza sono rispettate e i dispositivi di protezione individuale non mancano. Fa presente che le ricerche evidenziano solo il 2 per cento dei focolai identificati ha origine nelle aule scolastiche e che, in base alla ormai diffusa letteratura scientifica, i giovani sono meno contagiosi e, se colpiti, lo sono in modo più lieve rispetto agli adulti. È dell'opinione che una buona misura di mitigazione dell'epidemia possa consistere nel lasciare insieme i giovani, tenendoli lontani dalle persone anziane, che – loro sì – devono essere protette. Basandosi su alcuni studi della Società italiana di pediatria e dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che cita, ribadisce che le scuole vanno considerate luoghi sicuri, se sono rispettate le misure di prevenzione già in uso. È pertanto dell'opinione che il 6 aprile prossimo vada riaperte il maggior numero possibile di scuole.
  Esprime apprezzamento per i numerosi contributi scritti acquisiti dalla Commissione che, contenendo sollecitazioni e critiche propositive, rappresentano un patrimonio prezioso. Evidenzia che la maggior parte di essi si concentra sul nodo delle risorse che, per quanto ingenti, andrebbero incrementate almeno per il comparto istruzione, Pag. 41 eventualmente anche attraverso opportune rimodulazioni tra le missioni.
  Si sofferma quindi sul tema dell'edilizia scolastica. In particolare, dopo aver sottolineato la vetustà della maggior parte degli edifici, soprattutto di quelli nelle regioni insulari, nonché la diffusa assenza dei requisiti antisismici, ricorda che la Commissione, nel deliberare il 29 settembre scorso i suoi rilievi alla V Commissione sull'utilizzo del Recovery fund, ha raccomandato – nel rilievo di cui alla lettera c) – che gli interventi sugli edifici scolastici e universitari non tendano solo alla loro riqualificazione energetica e al cablaggio in fibra ottica. Ritiene che l'adeguamento degli edifici dovrebbe seguire due direttrici: sia la messa in sicurezza, sia il ripensamento degli spazi alla luce di modelli educativo-didattici innovativi. Dovrebbero quindi essere aumentate le risorse destinate al patrimonio edilizio di scuole e università, in considerazione dell'onerosità degli investimenti che si tratta di porre in essere.
  Analogamente, con riferimento agli investimenti per gli asili nido, che forse potrebbero meglio essere definiti «nidi di infanzia e altri servizi educativi complementari», in accordo con il decreto legislativo n. 65 del 2017, ritiene che le risorse andrebbero incrementate da 3,6 ad almeno 5 miliardi di euro, in ragione del ruolo fondamentale che queste strutture rivestono per lo sviluppo socio-emotivo e cognitivo nella fondamentale fase dei primi quattro anni di vita. Un'altra misura, a suo avviso necessaria, in ragione del valore delle sue ricadute sull'occupazione femminile, oltre che per far recuperare i divari formativi, consiste nell'estensione del cosiddetto «tempo pieno» a tutta la durata della scuola dell'obbligo.
  Nel rimarcare come i sacrifici più grandi stiano ricadendo proprio sui giovani, peraltro i meno colpiti dal punto di vista sanitario dalla pandemia, conclude dicendosi convinto che almeno si debba ripagare i giovani sviluppando un piano nazionale di ripresa e resilienza pensato soprattutto per loro.

  Alessandro FUSACCHIA (MISTO-CD-IE) evidenzia preliminarmente l'anomalia della situazione: le Camere stanno esaminando un Piano superato, dal momento che, dopo la presentazione di questo Piano, a seguito della crisi del Governo Conte II, si è insediato un nuovo Esecutivo, i cui Ministri, peraltro, non sono ancora stati auditi dalla VII Commissione e dei quali i commissari non conoscono quindi ancora le posizioni in merito al Piano stesso. È una situazione che imporrebbe un rallentamento, ma, essendo ormai imminenti le scadenze imposte dall'Unione europea per l'approvazione dei Piani, si rende necessario procedere rapidamente e discutere del Piano nella sua versione attuale.
  Ciò premesso, evidenzia la difficoltà di ragionare sul finanziamento di interventi che possono in astratto apparire in questo momento strategici, ma la cui efficacia è in questa fase difficilmente prevedibile a causa del perdurare della pandemia, che rende ancora impervio il terreno di innesto dei progetti e che rende difficile prevedere il futuro. Ritiene ad ogni modo prioritario concentrare l'attenzione sulle nuove generazioni, prendersi cura innanzitutto degli studenti. Si tratta di stabilire quali interventi mettere in campo affinché i progetti non restino sulla carta, ma soprattutto per riformare la scuola, che è ancora quella che era una volta: pensata per un mondo completamente diverso da quello di oggi. Il cambio di passo che tutti invocano richiede intanto interventi semplici e noti: serve ridurre l'affollamento delle aule, stabilendo un numero accettabile di alunni per classe, se del caso articolando il rapporto tra alunni e insegnanti in modo diverso nei vari territori; serve un sistema di reclutamento dei docenti che sia funzionale; serve arricchire il percorso formativo dei giovani, coinvolgendo il terzo settore e il mondo del lavoro e favorendo le esperienze all'estero, in modo da aiutare l'orientamento dei giovani e il loro inserimento nel mondo; serve una nuova concezione degli ambienti scolastici. Si tratta di far rientrare tutto in un processo di ammodernamento del Paese che non può non implicare anche una riforma della pubblica amministrazione, per superare la mentalità corrente, che soffre di un'eccessiva frammentazione delle visuali e fatica a Pag. 42cogliere i legami e l'insieme. Ciò è indispensabile per realizzare progetti ambiziosi di innovazione, che coinvolgono più settori. Nella pubblica amministrazione serve immettere anche professionalità nuove, tecniche: ingegneri, statistici.
  Passando all'aspetto dell'orientamento dei giovani, ne ribadisce l'importanza, raccomandando di concentrare l'attenzione sulla somma di esperienze da offrire agli studenti, non solo in termini di ore di lezione, ma di prospettive concrete, affinché al termine dei percorsi scolastici non vivano lo smarrimento che spesso conduce all'abbandono degli studi, ma possano giungere con consapevolezza al momento delle scelte decisive.
  Con riferimento all'insegnamento dell'educazione civica, reintrodotto di recente, ricorda come questa ricomprenda lo studio dello sviluppo sostenibile, uno dei pilastri del PNRR: in proposito ritiene opportuna l'acquisizione di autentiche competenze green, da cui la transizione ecologica non può prescindere. L'insegnamento dell'educazione civica, a suo avviso, è un'occasione per sviluppare nei giovani una mentalità moderna, in cui le questioni attuali sono viste per filiere trasversali, non in modo frammentato.

  Angela COLMELLERE (LEGA) osserva che le pur condivisibili misure previste dal PNRR in fatto di aumento del «tempo pieno» nelle scuole, di sviluppo degli ITS, di riqualificazione e di efficientamento energetico degli edifici pubblici, inclusi quelli scolastici, non garantiscono la piena realizzazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche e della parità fra scuole statali e non statali. Ritiene fondamentale includere espressamente le scuole paritarie di ogni ordine e grado in tutte le misure predisposte dal Piano.
  Nel ricordare che la componente 2.3 della proposta di Piano, dedicata all'efficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici prevede, al punto 1, con riguardo all'efficientamento degli edifici pubblici, sia il risanamento strutturale degli edifici scolastici esistenti sia la realizzazione di nuove scuole mediante sostituzione edilizia, sottolinea la necessità di assicurare una forma di sostegno anche per la riqualificazione degli edifici che accolgono le scuole paritarie, per sanare il paradosso dell'esclusione di queste scuole dalla detrazione fiscale del 110 per cento per la riqualificazione energetica e l'adeguamento antisismico, che invece viene garantita all'edilizia residenziale pubblica e privata. Esprime analogo avviso in relazione alla previsione di realizzare ambienti di apprendimento innovativi, di trasformazione digitale dell'organizzazione scolastica e di dotazioni di strumenti innovativi avanzati per la didattica digitale. È necessario che questi interventi siano estesi alle scuole paritarie di ogni ordine e grado. In proposito, sollecita una maggiore sensibilità rispetto alla importanza di creare nuovi poli scolastici che ospitino classi di varie età: dalle classi primavera fino alla scuola secondaria di primo grado; questo soprattutto nei piccoli comuni, al fine di offrire ad un numero più ampio di studenti scuole nuove e moderne.
  Ritornando sul tema dell'inclusione delle scuole paritarie, esprime l'avviso che queste devono essere incluse nella linea d'azione relativa all'accesso all'istruzione e alla riduzione dei divari territoriali, dove si prevede l'implementazione del piano degli asili nido e il potenziamento delle scuole dell'infanzia e delle sezioni primavera. Ricorda, in proposito, che è proprio in questo segmento che il ruolo del privato sociale è essenziale per la sostenibilità dell'offerta di posti che, diversamente, risulterebbe inadeguata alla richiesta.
  Condivide il progetto che prevede di aumentare il tempo scuola nonché il progetto che incentiva la formazione terziaria attraverso gli ITS, settore su cui la Commissione, con l'avvio dell'esame di progetti di legge sulla materia, ha già espresso un interesse e un giudizio positivo proprio nel segno di quanto previsto dal Piano.
  Con riferimento alle misure per l'università, rileva l'assenza, tra le previsioni del Piano, di misure per la tutela del diritto allo studio in grado di allineare il Paese al resto d'Europa, quali l'ampliamento della no tax area, l'aumento delle borse di studio, l'incremento con un'equa distribuzione di posti letto per gli studenti universitari. Misure Pag. 43 che, a suo avviso, stimolerebbero le immatricolazioni e faciliterebbero l'aumento del numero dei laureati. In proposito, sottolinea la necessità di un maggiore impegno nella lotta all'abbandono universitario, che potrebbe essere combattuto anche con un maggior ricorso ad accordi fra le università e il tessuto produttivo del Paese, per agevolare l'impiego dei giovani laureati.
  Infine, con riferimento alle misure previste in tema di trasferimento di tecnologia e di sostegno all'innovazione, richiama l'attenzione sulla necessità di incrementare i finanziamenti per la ricerca a tutto tondo, poiché anche la ricerca di base – e non solo quella applicata, come è invece previsto nella versione attuale del PNRR – necessita di nuova linfa e di nuove forme di coordinamento a livello nazionale che permettano di elevarne la competitività e l'attrattività a livello internazionale.

  Vittoria CASA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.50.