CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 11 marzo 2021
546.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 31

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 11 marzo 2021. — Presidenza del vicepresidente Giovanni CURRÒ. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Claudio Durigon.

  La seduta comincia alle 14.10.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Giovanni CURRÒ, presidente, comunica che la deputata Maria Soave Alemanno entra a far parte della Commissione in sostituzione del deputato Federico D'Incà, membro del Governo.
  Comunica inoltre che i deputati Francesco Boccia, Paola De Micheli, Alessia Morani, Roberto Morassut, Gabriele Lorenzoni e Alessio Mattia Villarosa, entrano a far parte della Commissione, e che i deputati Umberto Buratti, Emanuela Claudia Del Re, Marco Lacarra, Pasquale Maglione, Romina Mura e Luca Sani cessano di farne parte.

Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza.
Doc. XXVII, n. 18.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giovanni CURRÒ, presidente, avverte che per la seduta odierna, non essendo previsto che la Commissione svolga votazioni, è consentita la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati e del rappresentante del Governo, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso.
  Quindi ricorda che sul provvedimento in oggetto è stata svolta l'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco, e quella di rappresentanti della Banca d'Italia.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD), relatore, avverte che la Commissione Finanze avvia l'esame, ai fini dell'espressione del parere Pag. 32da rendere alla Commissione Bilancio, della proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza – PNRR (Doc. XXVII, n. 18), sulla quale sono state già svolte le audizioni della Banca d'Italia (in data 8 febbraio 2021, insieme alle Commissioni Bilancio dei due rami del Parlamento e alla Commissioni Politiche dell'Unione europea del Senato) e del Ministro dell'economia e delle finanze Franco (in data 8 marzo 2021, congiuntamente alle Commissioni Bilancio e Politiche dell'Unione europea della Camera e del Senato e alla Commissione Finanze del Senato).
  Con riferimento al contenuto del PNRR, premette che il Ministro dell'economia e delle finanze Daniele Franco, nel corso della sua recente audizione dinnanzi alle Commissioni riunite Bilancio, Finanze e Politiche dell'Unione europea di Camera e Senato, ha manifestato l'intenzione dell'attuale Governo di mantenere l'architettura generale e gli obiettivi del Piano predisposto dal precedente Governo, senza peraltro escludere la possibilità di apportare alcune limitate modifiche ai singoli interventi.
  Ricorda quindi che il PNRR costituisce il programma di utilizzo delle risorse del Recovery Fund messe a disposizione dall'Unione europea per il finanziamento dell'iniziativa Next Generation UE – NGEU. Il PNRR è articolato su tre assi strategici per il raggiungimento di tre obiettivi specifici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Gli assi strategici sono declinati attraverso sei missioni, a loro volta articolate in componenti, che, integrate tra loro, convergono al raggiungimento anche di obiettivi trasversali: parità di genere, partecipazione dei giovani alla vita culturale, economica e sociale del Paese e riequilibrio territoriale e rilancio del Sud.
  Con riferimento alle materie di competenza della Commissione Finanze, segnala che tra le riforme che accompagnano il PNRR è indicata, come preannunciato dalle Linee guida del settembre 2020, la riforma di alcune componenti del sistema tributario italiano. In risposta a quanto suggerito dal Consiglio europeo si intende, quindi, procedere ad una revisione della tassazione per ridurre il cuneo fiscale sul lavoro – intervento già avviato con la legge di bilancio per il 2021 – e trasferire l'onere fiscale ad altre voci e in generale «dalle persone alle cose».
  Nella citata audizione, il Ministro Franco ha confermato la centralità della riforma fiscale, anche se non è chiaro se tale riforma potrà rientrare a pieno titolo – come si era pensato in un primo momento – tra le misure finanziate con il PNRR.
  Certamente occorre – a suo avviso – riflettere sull'opportunità di interventi rivolti all'ammodernamento della struttura fiscale, mediante investimenti strutturali, che potrebbero essere collocati all'interno della missione 1, relativa alla digitalizzazione della pubblica amministrazione, di cui dirà più avanti.
  La riforma dell'IRPEF sarebbe finalizzata ad una riduzione delle aliquote effettive sui redditi da lavoro, dipendente ed autonomo, in particolare per i contribuenti con reddito basso e medio-basso, in modo da aumentare il tasso di occupazione, ridurre il lavoro sommerso e incentivare l'occupazione delle donne e dei giovani.
  Segnala, al riguardo, che una quota rilevante delle risorse aggiuntive di REACT-EU (4 miliardi di euro) contribuisce a finanziare la fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud e altri interventi a favore dell'occupazione (decontribuzione per nuove assunzioni di giovani e donne).
  Ricorda poi che, al fine di individuare le criticità dell'attuale IRPEF, esaminare le possibili e alternative opzioni di riforma e analizzarne l'eventuale impatto sull'efficacia ed efficienza del prelievo tributario, sulla distribuzione del reddito e sulla crescita economica, l'11 novembre 2020 le Commissioni riunite Finanze della Camera dei deputati e del Senato hanno deliberato lo svolgimento di una vasta indagine conoscitiva preordinata alla riforma fiscale, per raccogliere le istanze dei diversi portatori di interessi e approfondire le principali questioni aperte.
  Il Governo si impegna inoltre a portare avanti una costante azione di lotta all'evasione e incentivazione della tax compliance, la revisione del sistema della fiscalità ambientale, Pag. 33 in modo che essa contribuisca al raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030, e l'introduzione dell'assegno unico universale – con il primo modulo – già nel 2021, al fine di rendere il sistema fiscale italiano più in linea con gli obiettivi indicati nelle Country specific recommendations.
  Prosegue poi il processo di digitalizzazione delle certificazioni tributarie – fatture elettroniche e scontrini telematici – accompagnato da iniziative di gamification e di servizi ai contribuenti che favoriscono da un lato la compliance spontanea e dall'altro la capacità di controllo dell'amministrazione finanziaria.
  Oltre a ciò, evidenzia che la Commissione Finanze, nei rilievi deliberati nel settembre scorso sullo schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, aveva proposto alcuni specifici interventi in materia di semplificazione e snellimento burocratico per il contribuente, la progressiva adozione di un sistema di tassazione per cassa, nonché la riforma del sistema della riscossione.
  Già la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza – NADEF 2020 richiamava le politiche di contrasto alle frodi e all'evasione fiscale e, in generale, di miglioramento della compliance, per ridurre il cosiddetto tax gap – vale a dire il divario (gap) tra le imposte e i contributi effettivamente versati e le imposte e i contributi che i contribuenti avrebbero dovuto versare in un regime di perfetto adempimento agli obblighi tributari e contributivi previsti a legislazione vigente. Tale divario riguarda principalmente l'IVA, ma anche l'IRPEF sul lavoro autonomo e l'impresa e i contributi previdenziali registrano un tax gap significativo.
  Nella NADEF si preannunciava la costituzione di un Fondo da alimentare con le entrate effettivamente generate dal miglioramento della compliance, correlata anche all'incentivazione all'utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento, da destinare al finanziamento di interventi di riforma fiscale e alla riduzione del debito pubblico; tale Fondo è stato istituito dall'articolo 1, comma 2, della legge n. 178 del 2020 (legge di bilancio 2021), con una dotazione di 8 miliardi di euro per l'anno 2022 e 7 miliardi di euro annui a decorrere dall'anno 2023, per interventi di riforma del sistema fiscale, comprensiva della quota da destinare all'assegno universale e ai servizi alla famiglia. Al Fondo sono destinate, altresì, risorse stimate come maggiori entrate permanenti derivanti dal miglioramento dell'adempimento spontaneo.
  Nel PNRR si evidenzia come anche nel 2020 il gettito fiscale abbia superato le previsioni, grazie alle misure tese ad aggredire il tax gap introdotte negli ultimi anni, comprese la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi, associate alla digitalizzazione dei pagamenti. Il maggior gettito derivante da una migliore conformità fiscale viene quindi accantonato nel predetto Fondo che finanzierà i diversi moduli della riforma fiscale.
  Rammenta che tra le risorse per il finanziamento della manovra di bilancio per il 2021-2023 sarebbe dovuta rientrata anche la revisione di alcuni sussidi dannosi dal punto di vista ambientale – SAD, tra cui anche agevolazioni fiscali e tax expenditures, al fine di incentivare la transizione ecologica attraverso interventi graduali, pluriennali, proporzionati e condivisi con gli stakeholders. Tuttavia tale revisione non è stata realizzata all'interno della legge di bilancio e il riferimento ai sussidi ambientalmente dannosi non compare nella nuova versione del Piano.
  Al riguardo evidenzia che la Commissione Finanze aveva invitato il Governo a prevedere la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi e l'istituzione di crediti di imposta per a) gli investimenti innovativi, al fine di sostenere prioritariamente le imprese che investono nella transizione verde e digitale, anche favorendo la mobilità elettrica; b) gli interventi legati alla bonifica di aree ambientalmente compromesse; c) gli interventi di natura edilizia legati a partnership pubblico-private.
  Ricorda che l'articolo 68 della legge n. 221 del 2015, cosiddetto collegato ambientale, ha incaricato il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di predisporre, con cadenza annuale Pag. 34un Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli. In base alle disposizioni di legge, i sussidi del Catalogo sono intesi nella loro definizione più ampia e comprendono, tra gli altri, gli incentivi, le agevolazioni, i finanziamenti agevolati e le esenzioni. Il Catalogo è aggiornato entro il 30 giugno di ogni anno.
  Successivamente, la legge di bilancio 2020 (articolo 1, comma 98, legge n. 160 del 2019), al fine di programmare la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi ha istituito una Commissione per lo studio e l'elaborazione di proposte per la transizione ecologica e per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi con il compito di elaborare, innanzitutto, una proposta organica per la ridefinizione, entro il 31 ottobre 2020, del sistema delle esenzioni a partire dall'anno 2021 in materia di trasporto merci, navale e aereo, di agricoltura e usi civili con l'obiettivo di ridurre la spesa pubblica e di sostenere le innovazioni e gli investimenti in ricerca, innovazione tecnologica, sviluppo e infrastrutture per la riconversione ecologica che producano una riduzione delle emissioni di gas serra entro l'anno 2030. La Commissione, a seguito di un primo ciclo di consultazioni, ha formulato sei proposte normative volte a rimodulare sette SAD previsti nel citato Catalogo del 2018, sulle quali si è svolta una consultazione pubblica.
  Passando all'esame delle missioni delle quali si articola il PNRR, segnala che nell'ambito della Missione 1, Digitalizzazione della PA, si intende garantire una completa digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni dal punto di vista degli incassi, insieme alla realizzazione di un piano nazionale avente l'obiettivo di potenziare l'utilizzo di mezzi di pagamento elettronici, anche attraverso una infrastruttura digitale per le certificazioni fiscali, fatture elettroniche e corrispettivi telematici (5,56 miliardi di euro).
  Si sofferma quindi in particolare sulla necessità che gli interventi di ammodernamento delle strutture dell'amministrazione finanziaria siano ricompresi nel novero degli interventi una tantum finanziati con le risorse del Recovery Fund al fine di disporre di validi strumenti per la lotta all'evasione fiscale, migliorare la compliance e fornire migliori servizi ai contribuenti e alle imprese. Chiede pertanto a tutti i commissari di concentrare gli sforzi per ottenere che questi interventi vengano inseriti a pieno titolo nel PNRR.
  Un intervento specifico è previsto per lo smaltimento del contenzioso tributario pendente davanti alla Corte di cassazione. Come documentato nell'ultima relazione di inaugurazione dell'anno giudiziario, da sola la sezione tributaria presenta una pendenza, al 2019, di 52.540 procedimenti. Al fine di affrontare questa perdurante criticità, si prevede che possano essere assegnati, in via straordinaria, magistrati onorari ausiliari in via temporanea e contingente alle sezioni tributarie della Corte, e per due cicli, al fine di abbattere l'arretrato endemico che appesantisce da tempo dette sezioni incidendo negativamente sulla performance di smaltimento di tutta la Corte di cassazione.
  Sottolinea che tale intervento appare in linea con quanto raccomandato dalla Commissione Finanze in seno al più ampio invito a una riforma della giustizia tributaria. Si chiedeva al Governo una riforma organica degli assetti organizzativi della sua giurisdizione, la professionalizzazione del giudice tributario e l'incentivazione della mediazione tributaria e dell'autotutela, quali strumenti deflattivi del contenzioso.
  Con riferimento all'innovazione e digitalizzazione delle imprese (Transizione 4.0, 19 miliardi di euro), anche in coerenza con i richiamati rilievi deliberati dalla Commissione Finanze, gli incentivi fiscali inseriti nel PNRR – le cui procedure di erogazione sono semplificate e accelerate – sono riservati alle imprese che investono in beni strumentali, materiali ed immateriali, necessari a un'effettiva trasformazione digitale dei processi produttivi, nonché alle attività di ricerca e sviluppo connesse a questi investimenti.
  In proposito propone in particolare di adoperarsi, in collaborazione con la Commissione Attività Produttive, per l'introduzione Pag. 35 di misure di fiscalità di vantaggio per la digitalizzazione dei sistemi produttivi.
  Con riferimento all'efficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici, nell'ambito della Missione 2, Rivoluzione verde e transizione ecologica, si prevede la realizzazione di un programma di efficientamento e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, con particolare riferimento a scuole, edilizia residenziale pubblica, comuni e cittadelle giudiziarie, nonché l'introduzione di un incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l'adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato, attraverso una detrazione fiscale pari al 110 per cento dei costi sostenuti per gli interventi (29 miliardi di euro).
  In linea con i rilievi della Commissione Finanze, il PNRR contempla, in alcuni ambiti – politiche industriali per le filiere strategiche, miglioramento dei servizi turistici e infrastrutture di ricettività, economia circolare e housing sociale – l'utilizzo di strumenti finanziari che consentano di attivare un positivo effetto leva sui fondi di NGEU per facilitare l'ingresso di capitali privati (equity o debito), di altri fondi pubblici o anche di una combinazione di entrambi (blending) a supporto delle iniziative di investimento. In questa prospettiva, l'intervento pubblico può assumere la forma di una garanzia su finanziamenti privati, di una copertura della prima perdita oppure di un investimento azionario, con l'obiettivo della realizzazione di specifici progetti. Tale modalità di impiego delle risorse del Dispositivo europeo di ripresa e resilienza consente di ottenere un volume complessivo di investimenti pubblico-privati superiore a quello che si avrebbe con il finanziamento diretto da parte del settore pubblico attraverso sovvenzioni e incentivi.
  Evidenzia in proposito che l'effetto leva contraddistingue tutte le tipologie di fondi di investimento nei quali, accanto all'apporto di risorse pubbliche, vi è quello di investitori istituzionali privati. Tali fondi possono assumere la forma sia di fondi azionari (equity) che di fondi di credito, anche con natura rotativa. Il ricorso a strumenti finanziari rispetto alle tradizionali sovvenzioni a fondo perduto comporta una maggiore efficacia ed efficienza dell'intervento pubblico. Ferma restando la valutazione in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale, si effettua infatti una selezione dei progetti sulla base della loro capacità di realizzazione e quindi di ripagare il debito contratto o di remunerare il capitale investito.
  Segnala infine che una modalità di utilizzo efficiente delle risorse del PNRR può essere rappresentata dalla costituzione di un Fondo di fondi, attraverso il quale conferire alcune risorse del Piano a fondi operativi specializzati per strumenti finanziari, rischi assunti e settori di intervento. Tale conferimento, unitamente a finanziamenti della Banca europea per gli investimenti ed europei e alla partecipazione al capitale e/o ai finanziamenti di intermediari finanziari e partner, rappresenterebbe la dotazione che ogni singolo fondo utilizzerebbe per finanziare i progetti/settori specifici per i quali è stato costituito. È possibile anche la costituzione di un comparto nazionale di InvestEU per realizzare una sinergia tra la potenzialità degli interventi previsti in tale ambito e le risorse del Dispositivo europeo di ripresa e resilienza.

  Nunzio ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI), dichiarandosi pienamente soddisfatto dell'esposizione svolta dal relatore, sottolinea come il provvedimento in esame sia stato presentato dal precedente Governo, nello scorso mese di gennaio e sarà soggetto ad alcuni adeguamenti.
  A tal fine segnala che il gruppo Azione, con il leader Carlo Calenda, propone un piano con misure concrete a favore delle tre categorie che più hanno sofferto negli ultimi 30 anni: giovani, donne e bambini. L'obiettivo è fornire al governo Draghi idee e analisi per riformare il futuro della società italiana. Un piano con tante idee e iniziative, suddiviso in tre macro aree di fondamentale interesse. Giovani, donne e bambini sono le categorie dei primi tre capitoli del «Foglio del Come» proposto da Azione.
  Evidenzia come la proposta parta da chi ha sofferto di più negli ultimi trent'anni, nelle categorie sociali dove il divario con Pag. 36l'Europa si è ampliato raggiungendo ormai livelli di allarme, con obiettivi precisi: ridurre le distanze tra Roma e Parigi, Berlino, Londra; superare le arretratezze e le disuguaglianze che appesantiscono l'Italia; gettare le fondamenta per costruire il Paese della «prossima generazione». Ritiene che il fatto che sia arrivato il Governo Draghi sia un'ottima notizia, ma che la politica non possa smettere di fare il proprio dovere: pensare e proporre.
  Sottolinea quindi che Azione propone il suo Next Generation Italia per indagare le ragioni di questo arretramento e proporre soluzioni, proposte concrete e dettagliate, con stima dei costi soprattutto per la governance futura.
  Il primo obiettivo riguarda i bambini. Le prime fasi della vita sono le più importanti per garantire salute, opportunità e felicità, e da queste considerazioni Azione richiede l'intervento dello Stato nelle politiche per la prima infanzia, a garanzia materiale di una partenza equa per tutti. Le proposte si incentrano su tre macro-obiettivi: aumentare le strutture per la prima infanzia; migliorare la qualità dei servizi; stimolare la domanda. Osserva come in Italia vi sia grande bisogno di servizi per la prima infanzia: su 100 bambini italiani, gli asili nido offrono solo 25 posti rispetto ai 33 in media nei Paesi dell'Unione Europea e i 51 della Francia. Questi numeri nascondono anche profonde disuguaglianze territoriali. In Valle d'Aosta i posti sono 45. In Calabria 10.
  Passando ai giovani, rileva che in Italia, due milioni di giovani tra i 16 e i 29 anni non studiano e non lavorano. Il fenomeno dei NEET secondo Azione va contrastato attraverso una terapia d'urto di 24 miliardi di euro e lungo due direttrici: far ripartire coloro che sono NEET già oggi attraverso un investimento straordinario nella loro autonomia economica e nella loro formazione; evitare che i giovani di domani diventino NEET garantendo loro un'educazione di qualità e formativa per il lavoro.
  Soffermandosi sui soli aspetti che assumono rilevanza ratione materiae per la Commissione Finanze, segnala – per quanto riguarda i bambini e gli asili nido – che, nonostante l'evidente valore pedagogico e sociale che gli asili nido svolgono, ancora oggi purtroppo poche famiglie conoscono il loro valore educativo e, comunque, li trovano economicamente inaccessibili. Per incentivare l'uso del nido propone quindi di estendere la platea interessata dal bonus nido, fornire ulteriori incentivi in aree interne e creare un servizio di informazione per le madri, da fornire durante la maternità, che aiuti a illustrare i benefici del nido.
  Osserva quindi che il bonus nido presenta ad oggi diversi problemi. Il primo risiede nel fatto che la distribuzione territoriale dei beneficiari è fortemente disomogenea. La maggior parte delle risorse è stata erogata a famiglie del Nord (56 per cento) e del Centro Italia (26 per cento). Questo perché le famiglie che lo richiedono sono quelle che vivono laddove ci sono abbastanza strutture. Il secondo problema riguarda l'importo, basato su ISEE nazionali, che non tiene conto di differenze di costo regionali: in alcune zone il bonus permette di coprire tutti i costi della retta dell'asilo nido, ma in altre zone è insufficiente: questo perché i costi delle rette variano molto tra regioni. Infine, vi è il problema del rimborso che, avvenendo ex post, richiede alle famiglie più povere di anticipare il costo: la procedura per ottenere l'incentivo è laboriosa e dissuade molte famiglie da farne domanda perché, prima di tutto, richiedere l'ISEE è esso stesso complicato e poi perché il rimborso prevede che le famiglie anticipino i costi, cosa che molto spesso non può avvenire, soprattutto per le famiglie svantaggiate.
  Per questo il gruppo Azione ritiene che l'attuale assetto fiscale, che stimola la domanda di servizi all'infanzia, debba essere migliorato e potenziato.
  In particolare evidenzia che la prima proposta consiste nel potenziare e semplificare il bonus nido con le seguenti modalità: per ovviare a differenze di costo regionali, si dovrebbe basare l'importo del bonus su costi medi regionali, pubblicati ogni anno sul sito della regione per lo stesso anno; per ovviare alla scarsa platea che ne fa domanda, modificare gli scaglioni Pag. 37ISEE come segue: sotto i 25.000 euro annui, il nido sarà gratuito indipendentemente dal costo medio regionale; tra i 25.000 e 40.000 euro annui, erogare una quota decrescente (lineare) del costo medio regionale, fino all'azzeramento al di sopra dei 40.000 euro. Con il nuovo bonus nido, tutte le famiglie con ISEE inferiore a 25.000 euro potranno utilizzare gli asili gratuitamente. Invece, con il vecchio bonus nido, molte famiglie anche sotto i 25.000 euro devono pagare parte della spesa, dato che il costo medio annuale di un asilo è superiore a 3.000 euro in 16 regioni.
  La seconda proposta consiste nel bonus nido al 110 per cento nelle aree più svantaggiate. Per le aree interne e laddove non si raggiunga la piena occupazione dei posti nido, propone di maggiorare l'importo massimo del bonus del 10 per cento per incentivare ulteriormente le famiglie a usufruire dei servizi per l'infanzia. Il premio sarebbe versato direttamente a fine mese alle famiglie che a inizio anno scolastico hanno inoltrato i documenti che attestino l'iscrizione del proprio figlio presso le strutture per l'infanzia.
  Passando ai giovani, oltre alla già citata emergenza nazionale dei NEET, occorre ripensare il sostegno al reddito di questa categoria. I giovani sono la classe di età in cui solitamente la necessità di risorse è più alta e la disponibilità è più limitata. Questo causa vari problemi. I giovani hanno difficoltà a seguire corsi di formazione o frequentare l'università, durante la quale devono mantenersi ed eventualmente pagare le spese per la formazione. Incontrano difficoltà anche a spostarsi per cogliere nuove opportunità lavorative e formative. Avere risorse iniziali è fondamentale per aprire un'attività, separarsi dal nucleo familiare e iniziare a pensare ad avere figli. Un altro problema tipicamente italiano è la difficoltà dei giovani di rendersi autonomi rispetto alle famiglie. Lo Stato deve intervenire per spezzare la forte correlazione tra risorse a disposizione della famiglia e le possibilità di successo dei figli, in modo da garantire una maggiore uguaglianza sostanziale dei suoi cittadini.
  Evidenzia che il proprio gruppo ha previsto sul punto tre misure, cumulabili tra loro. La prima, riguarda il sostegno all'autonomia educativa garantendo 200 euro al mese a tutti i giovani che si stanno formando. Si tratta di erogare 200 euro mensili a tutti i giovani tra i 19 e i 23 anni iscritti all'università, a un istituto tecnico superiore o a un corso di formazione breve. Questa cifra potrà essere spesa liberamente. Il sostegno sarà erogato nel tempo in cui il giovane segue un percorso formativo ed è condizionato alla presentazione di documenti che attestino la partecipazione attiva al corso di studi (partecipazione alle lezioni o agli esami). In questo modo, si incentivano i giovani appena usciti dalla scuola dell'obbligo a proseguire gli studi.
  La seconda proposta riguarda il sostegno all'autonomia abitativa, attribuendo 200 euro al mese a tutti i giovani in affitto fuori sede. Anche in questo caso potranno essere spesi senza vincoli. Se la famiglia vive in una città metropolitana, il sostegno sarà erogato anche nel caso in cui i giovani si spostino all'interno della stessa. Anche in questo caso, ogni giovane potrà ricevere il sostegno per un massimo di quattro anni. La ricerca empirica indica come questo tipo di sostegno incida significativamente sia sulla probabilità dei giovani di uscire dalle famiglie, che sul tasso di natalità.
  La seconda proposta riguarda il sostegno all'autonomia economica: zero tasse fino ai 25 anni e taglio del 50 per cento fino ai 29 anni. Si propone la defiscalizzazione totale dell'IRPEF per gli under 25 (circa un milione di lavoratori) e la defiscalizzazione parziale da 25 a 30 anni (circa 1,8 milioni di lavoratori). La defiscalizzazione per le fasce di età 25-30 potrebbe essere costante, ad esempio il 50 per cento o decrescente con l'aumentare dell'età, ad esempio l'80 per cento per i venticinquenni, li 60 per cento per i ventiseienni e così via.

  Massimo UNGARO (IV) condivide il perimetro dell'intervento della Commissione Finanze individuato dal relatore e il particolare accento posto sul potenziamento della digitalizzazione dell'amministrazione finanziaria, sia al fine di rafforzare la lotta all'evasione fiscale, sia al fine di agevolare Pag. 38i contribuenti nell'adempimento degli obblighi tributari, anche attraverso misure di semplificazione.
  Per quanto riguarda gli obiettivi trasversali del Piano – parità di genere, giovani e riequilibrio territoriale – ritiene che la Commissione Finanze potrebbe esprimersi in particolare in relazione alla fiscalità di vantaggio per il Meridione d'Italia.
  Infine, con riferimento alla riforma di alcune componenti del sistema tributario, anche se questa non dovesse rientrare tra le misure finanziate dal PNRR, ritiene opportuno che la Commissione Finanze segnali comunque in questa sede i principali obiettivi che si propone di raggiungere, anche alla luce dell'importante indagine conoscitiva in materia che sta svolgendo, congiuntamente con la Commissione Finanze e Tesoro del Senato.

  Lucia ALBANO (FDI) sottolinea la centralità del Parlamento, che dovrebbe essere maggiormente coinvolto nell'individuazione degli interventi del PNRR.
  A prescindere dalle materie di stretta competenza della Commissione Finanze, ritiene che le priorità del PNRR dovrebbero essere le infrastrutture, con particolare riferimento alla cura del ferro e alla blue economy, la valorizzazione del Made in Italy e la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma, finalità quest'ultima che il proprio gruppo è riuscito a far introdurre nel Piano.
  Evidenzia poi il fondamentale problema della riduzione della natalità, ricordando come in Italia ci sia una media di 1,29 figli per donna a fronte della media europea di 1,56. Ritiene necessario un sostegno organico all'incremento della natalità, che potrebbe essere attuato anche con misure fiscali quali ad esempio il quoziente familiare.
  Ricorda infine il problema della sicurezza e auspica che la Commissione tenga presente le tematiche testé evidenziate nell'espressione del proprio parere alla Commissione Bilancio.

  Giovanni CURRÒ, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame del provvedimento.

  La seduta termina alle 14.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.35 alle 14.45.

AUDIZIONI INFORMALI

  Giovedì 11 marzo 2021.

Audizione informale in videoconferenza di rappresentanti dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS), nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 2104, recante disposizioni in materia di trasparenza nel settore dell'assicurazione obbligatoria per i veicoli a motore e per il contrasto dell'evasione dell'obbligo assicurativo.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.45 alle 15.20.