CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 marzo 2021
545.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per il regolamento
COMUNICATO
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  Mercoledì 10 marzo 2021.Presidenza del Presidente Roberto FICO.

  La seduta comincia alle 14.08.

Comunicazioni del Presidente sui lavori del Comitato ristretto relativo agli adeguamenti regolamentari conseguenti alla riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari.

  Roberto FICO, Presidente, dà il benvenuto al collega Davide Crippa, che ha nominato membro della Giunta in sostituzione della deputata Anna Macina, entrata a far parte del Governo, così cessando anche dalle funzioni di relatrice sugli adeguamenti regolamentari conseguenti alla riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari.
  Informa di aver attribuito la funzione di relatore anche ai colleghi Crippa e Foti, che le svolgeranno pertanto unitamente ai colleghi Baldelli, Fiano e Iezzi.
  Ritiene che nella prossima seduta, che si riserva di convocare a breve, i relatori potranno fare un primo punto rispetto al lavoro istruttorio che stanno svolgendo: ciò anche in attuazione di un preciso impegno assunto in sede di Giunta lo scorso 15 ottobre 2020 (su sollecitazione della deputata Cattoi) in ordine all'opportunità che sullo sviluppo dei lavori del Comitato ristretto si riferisca periodicamente alla Giunta nella sua composizione plenaria.
  Fa poi presente che presso la Giunta per il Regolamento del Senato si sta svolgendo un analogo lavoro da parte dei due relatori allo scopo nominati (senatori Perilli e Calderoli). Risulta altresì depositata una proposta di modifica al Regolamento, a firma del solo senatore Calderoli (n. 6), che incide, adeguandoli, sui quorum di attivazione di numerosi strumenti procedurali, sui requisiti per la formazione dei Gruppi, sulla formazione delle componenti politiche del Gruppo Misto e sul numero delle Commissioni permanenti.
  Invita pertanto i colleghi ad assumere contatti con i relatori presso la Giunta del Senato, al fine di individuare gli opportuni elementi di raccordo tra i lavori delle due Giunte.

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  Simone BALDELLI apprezza anzitutto la scelta del Presidente di integrare il collegio dei relatori con i colleghi Crippa e Foti, quest'ultimo in rappresentanza dell'unico Gruppo di opposizione. Quanto al riferimento ai lavori in corso presso la Giunta del Senato, osserva che la proposta di modifica al Regolamento presentata dal senatore Calderoli non è il frutto di un lavoro istruttorio della Giunta, ma di un singolo senatore: alla luce di ciò, ritiene che i contatti con i relatori dell'altro ramo del Parlamento non potranno che far seguito – e non precederlo – al lavoro istruttorio della Giunta della Camera, in quanto allo stato un confronto con il Senato appare del tutto prematuro. E ciò anche considerando che, a suo avviso, prima di attivare un confronto formale fra i relatori dei due rami del Parlamento, sarebbe opportuna una preventiva intesa fra i Presidenti delle Camere che possa attivare tale sede di confronto.

  Roberto FICO, Presidente, precisa di aver inteso informare i colleghi sullo stato dei lavori presso l'altro ramo del Parlamento, rappresentando la necessità che sia avviato il lavoro istruttorio dei relatori e che – attraverso gli opportuni contatti, da mantenere evidentemente ad un livello informale – siano poste le basi per un successivo raccordo con i colleghi del Senato.

  Emanuele FIANO suggerisce, come metodologia di lavoro, di individuare i prossimi passaggi del percorso di riforma, atteso che il lavoro istruttorio che attende i relatori richiederà un confronto significativo su diversi temi (si pensi ad esempio a quello relativo alle Commissioni permanenti), su cui possono sussistere sensibilità e opinioni diverse e che richiederanno conseguentemente una discussione ampia e aperta. Quel che però va tenuto fermamente presente è l'obiettivo di pervenire alle modifiche regolamentari ritenute necessarie a seguito della riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari affinché, in caso di eventuale conclusione anticipata della legislatura, sia comunque consentito alla Camera di funzionare nella prossima: il raggiungimento di questo obiettivo richiede ora una adeguata programmazione delle scadenze che attendono la Giunta ed una conseguente organizzazione del lavoro istruttorio.

  Federico FORNARO concorda con il collega Fiano: ritiene infatti prioritario mettere in sicurezza il Regolamento della Camera rispetto alla riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari attraverso la rapida predisposizione delle opportune modifiche regolamentari. Solo dopo aver raggiunto questo obiettivo si potrà – ed anzi personalmente lo auspica – discutere di ulteriori riforme e confrontarsi con il Senato.

  Tommaso FOTI ricorda che proprio nell'impostare i lavori della Giunta sul tema delle riforme regolamentari si era inteso distinguere quelle necessarie, conseguenti all'entrata in vigore della riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, da quelle più ampie e generali: sulle prime – che assumono carattere dovuto (basti pensare, ad esempio, alla questione del numero delle Commissioni e al quorum per la costituzione dei Gruppi, da rivedere in ragione della più ridotta composizione della Camera) – occorre stringere i tempi. A tal proposito prospetta, come termine congruo, il mese di maggio prossimo.
  Successivamente, se si vorrà, si potrà affrontare la questione della revisione di istituti e norme regolamentari controversi, da riallineare alle interpretazioni e alle prassi consolidate.

  Davide CRIPPA, nel ritenere molto opportuno l'avvio di una interlocuzione informale con il Senato al fine di coordinare i rispettivi interventi di riforma regolamentare e in modo da assicurare ai lavori del comitato ristretto una visione più puntuale degli obiettivi da perseguire, condivide l'opportunità di prevedere tempi certi per il lavoro istruttorio e per la presentazione di una proposta: sul tappeto ci sono infatti nodi importanti da affrontare per rendere Pag. 5il Regolamento della Camera pienamente operativo nella prossima legislatura. Questo, ossia l'adeguamento necessario delle norme del Regolamento alla riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, è il primo obiettivo del processo riformatore.
  Ma ve ne è anche un altro: il Regolamento della Camera richiede infatti, a suo avviso, alcuni ulteriori adeguamenti, discendenti dal fatto che il Senato, a differenza della Camera, ha approvato alla fine della scorsa legislatura alcune modifiche al suo Regolamento incidenti su istituti molto rilevanti, che a suo avviso andrebbero prese oggi in considerazione anche alla Camera: al riguardo si limita a fare riferimento alla disciplina, presente nel Regolamento del Senato, che prevede, per i senatori titolari di alcune cariche, la decadenza dalle stesse in caso di passaggio ad altro Gruppo.
  Infine vi è un terzo, ulteriore obiettivo, ossia l'adeguamento del Regolamento a prassi e precedenti, su cui occorre una complessa riflessione ed una attenta analisi di ciascun istituto e dei relativi precedenti (peraltro non sempre condivisibili).
  Comunque, per portare a termine il lavoro istruttorio occorre fissare un relativo termine di conclusione.

  Simone BALDELLI osserva come già nell'obiettivo minimo di un intervento di riforma regolamentare – ossia l'adeguamento del Regolamento alla riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari – siano presenti molte e delicate questioni da affrontare, a partire da quelle relative al numero delle Commissioni permanenti ed ai relativi possibili accorpamenti, su cui sono possibili svariate soluzioni, ciascuna implicante valutazioni differenti e delicate.
  In questa per così dire minimale attività di riforma regolamentare sono, in effetti, presenti questioni così importanti da determinare ciascuna, di per sé, un'ampia riforma regolamentare.
  Ritiene dunque che ci si debba porre un obiettivo che sia una sorta di «minimo sindacale», ossia l'adozione delle modifiche necessarie per garantire il funzionamento del Parlamento nella prossima legislatura, un Parlamento che peraltro, a suo avviso, per effetto del taglio del numero dei parlamentari non potrà che funzionare peggio di quello attuale: già questo costituisce un lavoro tutt'altro che semplice e molto delicato. Per tale ragione non ritiene opportuno caricare il lavoro istruttorio anche di altre questioni, anche considerando la particolare situazione politica in atto che vede il Gruppo di Fratelli d'Italia, da solo, all'opposizione.
  Quanto al tema della riforma regolamentare approvata dal Senato nella scorsa legislatura, non ritiene assolutamente necessario che la Camera vi si adegui. Anche l'obiettivo di un adeguamento del Regolamento alle prassi presuppone, volta per volta, scelte politiche, che vanno attentamente ponderate.
  Mette dunque in guardia da grandi ambizioni riformatrici, anche considerando che da più di vent'anni non è stato possibile alla Camera approvare ampie riforme regolamentari, con ciò attestandosi inequivocabilmente l'estrema difficoltà di raggiungerle. Di ciò è, del resto, conferma, a suo avviso, il fatto stesso che all'ordine del giorno della seduta della Giunta di oggi il Presidente abbia iscritto la questione della prorogatio degli organi di tutela giurisdizionale, ossia una questione estremamente puntuale, da tempo sollecitata ma senza che si sia mai riusciti a pervenire ad una soluzione.
  Nel far presente che nulla esclude che si possa pervenire in questa legislatura ad una eventuale riforma costituzionale che incida sul bicameralismo, allo stato occorre senz'altro approntare una riforma del Regolamento che lo adegui alla Costituzione vigente, senza farsi tentare da ambizioni più vaste, politicamente impraticabili: occorre invece lavorare su ciò che è veramente necessario, con il dovuto buonsenso, consapevoli che anche una riforma minimale è carica in sé di scelte delicate.

  Marco DI MAIO concorda con quanto affermato dal collega Baldelli: l'intervento di adeguamento del Regolamento della Camera alla riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari è già di per sé una riforma molto complessa e Pag. 6ampia, la cui approvazione sarebbe un grande risultato.
  Condivide l'esigenza di riprendere il lavoro su questo tema per pervenire ad un risultato utile e reputa giusto darsi dei tempi compatibili con le necessità di un adeguato approfondimento istruttorio di questioni che sono assai delicate: sono infatti in campo scelte dirimenti per il Parlamento, che richiedono una ampia discussione e il dovuto approfondimento, anche politico, da effettuare non solo – a suo avviso – in Giunta, ma anche nell'ambito dei Gruppi e persino al di fuori del Parlamento. È dunque d'accordo a riprendere i lavori, nel mutato quadro politico, e ad accelerarne i tempi di conclusione, prevedendo anche scadenze intermedie, ma avendo cura di garantirne la congruità.
  È invece contrario ad aggiungere a questo ulteriori temi di riforma, così come non reputa necessario assicurare un parallelismo con la riforma del Regolamento del Senato della precedente legislatura, posto che non c'è alcun obbligo di omogeneità dei Regolamenti dei due rami del Parlamento.

  Vanessa CATTOI si dichiara anch'ella d'accordo con il collega Baldelli. Richiama l'attenzione sulla necessità di non allargare troppo il perimetro dell'intervento riformatore al fine di garantire il raggiungimento dell'obiettivo di mettere in sicurezza il Regolamento della Camera per la prossima legislatura, individuando assieme obiettivi e priorità e una tempistica adeguata, evitando allungamenti eccessivi, ma mettendo in campo un approccio pragmatico. Un intervento di riforma del Regolamento volto ad adeguarlo alle recenti modifiche costituzionali implicherà di per sé l'approfondimento di tematiche complesse e ampie: ne discende la necessità di individuare un adeguato modus operandi che consenta di giungere ad aver svolto gran parte del lavoro entro la fine dell'anno.

  Emanuele FIANO si sofferma sulla questione della definizione del perimetro dell'intervento riformatore facendo riferimento a quanto precisato nel corso degli interventi introduttivi svolti dal Presidente della Camera in passate riunioni della Giunta: in essi sono stati individuati l'adeguamento dei quorum formulati in termini assoluti; la disciplina dei Gruppi parlamentari e delle componenti del Gruppo misto; la verifica dell'impatto della riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari relativamente al funzionamento complessivo degli organi; la valutazione sul numero degli organi parlamentari. Ritiene che si tratti di temi che non si possono ignorare, di per sé molto significativi e a valenza politica, che vanno affrontati subito, garantendo alla relativa istruttoria tempi certi. Il resto si potrebbe affrontare eventualmente in un momento successivo: fa riferimento, ad esempio, alle questioni relative al procedimento legislativo, alla disciplina della questione di fiducia e al contingentamento dei tempi.

  Simone BALDELLI richiama anch'egli gli interventi introduttivi svolti dal Presidente della Camera nelle precedenti sedute, che aveva totalmente condiviso poiché in essi si distinguevano alcune riforme da approntare necessariamente (ad esempio l'adeguamento dei quorum formulati in termini assoluti), mentre si rimettevano ad una valutazione della Giunta altre questioni. Se conviene sul fatto che le scelte che potrà fare il Senato – come ad esempio quelle sul numero delle Commissioni, al fine di garantire una qualche specularità fra i due Regolamenti – non potranno essere ignorate in questa sede, ribadisce la delicatezza dei contenuti di una riforma regolamentare «minimale», facendo presente, in particolare, che essi presuppongono attente valutazioni, anche ad esempio in tema di adeguamento dei quorum, non potendosi risolvere in un operazioni di mero adeguamento numerico meccanico. Ritiene però impraticabile una riforma regolamentare più ampia.

  Federico FORNARO ribadisce che obiettivo primario del percorso riformatore deve essere quello di mettere in sicurezza il Regolamento per la prossima legislatura, consentendone l'avvio: al riguardo si sofferma sulla disciplina della formazione dei Pag. 7Gruppi parlamentari, necessaria proprio per un ordinato avvio della legislatura posto che l'adesione ai Gruppi costituisce uno dei primi atti della stessa e che, a seconda dei quorum scelti, incide sul numero dei Gruppi e conseguentemente sulla dimensione del Gruppo misto. Non ritiene invece obbligatorio né urgente un adeguamento del numero delle Commissioni permanenti, posto che attualmente al Senato, con una composizione numerica inferiore a quella che avrà la Camera nella prossima legislatura, vi sono comunque quattordici Commissioni. Ritiene ben più rilevante invece l'esigenza di proporzionalizzare i quorum e i componenti degli organi; molto delicata è anche la questione della eventuale revisione della composizione dell'Ufficio di Presidenza della Camera.
  Sullo sfondo restano poi altre questioni, come ad esempio la revisione della anacronistica previsione del termine delle ventiquattro ore per la votazione della questione fiducia, rispetto alla quale ritiene che si potrebbe comunque pervenire ad una riforma, che non potrebbe certo reputarsi, a suo avviso, lesiva delle prerogative delle opposizioni.

  Roberto FICO, Presidente, concorda sul fatto che obiettivo prioritario del processo di riforma regolamentare debba essere quello degli adeguamenti necessari, a seguito della riforma costituzionale sul numero dei parlamentari, a consentire il lavoro della Camera nella prossima legislatura. Si tratta di un obiettivo urgente da portare avanti celermente: a questo fine ritiene che i relatori debbano sollecitamente avviare il lavoro e fornire una indicazione operativa al Comitato ristretto. È poi evidente che quanto più approfondito, in termini tecnici e politici, sarà il lavoro svolto dal Comitato ristretto, tanto più quello della Giunta plenaria potrà essere agevole e veloce.

  Dopo che Emanuele FIANO ha ipotizzato la fine di maggio come termine dei lavori e dopo che Simone BALDELLI ha sottolineato come vi sia stata oggi una ampia convergenza della Giunta sull'obiettivo di avviare sollecitamente i lavori del Comitato ristretto, che invita il Presidente a convocare per valutare l'andamento dei lavori, Roberto FICO, Presidente, si riserva conclusivamente di convocare prossimamente il Comitato ristretto nell'ambito del quale potranno essere stabiliti le scadenze del lavoro da svolgere. Nel ribadire poi la priorità di una riforma che adegui il Regolamento alla recente modifica costituzionale sul numero dei parlamentari, tiene a precisare che nulla vieta, una volta pervenuti a tale risultato, di affrontare anche una riflessione su una riforma più complessiva del Regolamento, tanto più necessaria proprio perché da molti anni ad essa non si perviene: al riguardo non ritiene che tale compito debba essere necessariamente riservato alla prossima legislatura.

Comunicazioni del Presidente su una modifica del Regolamento in tema di prorogatio degli organi di tutela giurisdizionale.

  Roberto FICO, Presidente, desidera richiamare l'attenzione su due temi specifici, che ha già avuto modo di richiamare in precedenti occasioni (sedute del 4 marzo e 15 ottobre 2020) e che, a suo avviso, potrebbero essere definiti rapidamente e in forma autonoma.
  La prima di tali questioni riguarda la previsione della prorogatio degli organi interni di tutela giurisdizionale; vi è, infatti, la necessità di colmare un vuoto di tutela giurisdizionale che si verifica, alla luce della normativa vigente in materia, in via di fatto fra la conclusione di una legislatura – con la quale cessano, sulla base dei principi generali ed in mancanza di una speciale disposizione regolamentare, gli organi di tutela giurisdizionale – e l'avvio della successiva, fino al momento in cui gli organi di tutela giurisdizionale non vengono ricostituiti.
  Si tratta di una carenza normativa che è stata già in passato evidenziata alla Presidenza della Camera dai presidenti degli organi di tutela e che può comportare una sostanziale lesione di un diritto fondamentale – il diritto alla tutela giurisdizionale – per un tempo di durata incerta. Pag. 8
  A tal fine sottopone alla valutazione dei membri della Giunta l'opportunità di presentare all'Assemblea una proposta di modifica del Regolamento volta ad aggiungere al comma 6 dell'articolo 12 un nuovo periodo recante la previsione che i componenti degli organi di tutela giurisdizionale di cui al primo periodo del comma 6 restano in carica, nella legislatura successiva, fino alla nomina dei nuovi.

  Tommaso FOTI suggerisce la possibilità di inserire la previsione di un termine, che potrebbe essere individuato in 60 o 90 giorni, entro il quale si debba procedere al rinnovo nella nuova legislatura degli organi in questione, ad evitare che la permanenza in carica dei membri degli organi di tutela giurisdizionale – scelti originariamente tra i deputati in carica e che all'insediamento della nuova legislatura potrebbero non essere più membri della Camera – si protragga per un termine incerto; ciò anche in vista del maggiore allineamento possibile della composizione – che, a differenza degli organi giurisdizionali del Senato, non contempla la presenza di soggetti estranei alla composizione politica della Camera – e del funzionamento dei predetti organi, di nomina presidenziale, ai precetti in materia giurisdizionale enunciati dalle corti internazionali.

  Emanuele FIANO non nasconde alcune perplessità che la proposta avanzata gli suscita, con riguardo soprattutto all'osservanza dei capisaldi che presiedono al principio dell'autonomia costituzionale delle Camere e che nel caso della tutela giurisdizionale domestica sono racchiusi, a suo avviso, nella formulazione del Regolamento, dalla previsione che gli organi di tutela giurisdizionale siano composti da deputati in carica; potrebbe dunque ravvisarsi una possibile lesione di tale principio in una disposizione che consenta, ancorché per un periodo limitato, che di tali organi facciano parte soggetti estranei alla Camera quali sono sostanzialmente i deputati cessati dal mandato. A ciò si aggiunga che nella nuova legislatura, per via della cessazione della qualità di deputato, potrebbero sopravvenire delle situazioni di oggettiva incompatibilità con il permanere dell'appartenenza ad un organo di tutela giurisdizionale interno: basterebbe solo pensare all'elezione di un deputato, nella nuova legislatura, nell'altro ramo del Parlamento o comunque all'assunzione di incarichi esterni in palese conflitto con tale condizione.
  Comprende che la proposta avanzata dal collega Foti sarebbe orientata a superare alcune delle perplessità che emergono, ma ritiene che la previsione di un termine per procedere alla nuova nomina non sarebbe comunque tale da escludere ogni dubbio; del resto, a suo avviso, ad evitare gli effetti rappresentati di vuoto nella tutela giurisdizionale, basterebbe che il Presidente della Camera esercitasse immediatamente, subito dopo l'elezione, il suo potere di nomina dei componenti degli organi nella nuova legislatura.

  Federico FORNARO esprime anch'egli l'avviso che la soluzione più idonea ad evitare un vulnus temporaneo all'indefettibilità della tutela giurisdizionale, quale quello prospettato, sarebbe quella della massima tempestività nell'esercizio del potere di nomina presidenziale degli organi: al riguardo, consapevole dell'esistenza di una procedura articolata di nomina, si potrebbe ipotizzare una sorta di nomina provvisoria in termini molto rapidi e successivamente la nomina definitiva.

  Vanessa CATTOI richiede alla Presidenza dei chiarimenti in ordine alla disciplina vigente al Senato che, a quanto le risulta, non presenterebbe le problematicità rappresentate.

  Tommaso FOTI tiene a rimarcare che gli organi di giustizia interna della Camera, nel rispetto del principio dell'autodichia, devono comunque conformarsi a determinate caratteristiche di indipendenza e terzietà prescritte dalle magistrature supreme come caratteristiche essenziali per l'esercizio della giurisdizione; occorre dunque adottare soluzioni che preservino queste caratteristiche ed evitino il rischio che ci si trovi di fronte ad una denegazione dei diritti. Pag. 9
  Ribadisce quindi l'opportunità di individuare un termine di durata della prorogatio, in alternativa al quale, accogliendo le preoccupazioni manifestate dal collega Fiano, si potrebbe ipotizzare un ampliamento dei termini, nel periodo interessato dalla vacatio degli organi in questione, sia per la proposizione dei ricorsi che per le decisioni, auspicando al riguardo una maggiore osservanza dei termini previsti dalle norme regolamentari di secondo grado nell'ambito della giurisdizione interna.

  Francesco FORCINITI ritiene che una possibile soluzione agli inconvenienti rappresentati dai colleghi potrebbe essere costituita da una sostituzione limitata ai soli membri che non risultino rieletti nella nuova legislatura.

  Simone BALDELLI con riferimento a quanto indicato dal collega Forciniti, segnala che l'esistenza di supplenti potrebbe essere idonea a scongiurare la necessità di una sostituzione limitata. Più in generale, comunque, la proposta – pur coinvolgendo il tema della possibile partecipazione agli organi di soggetti non più membri della Camera, che, al momento, sulla scorta delle norme vigenti, ed a differenza del Senato, non è possibile – circoscriverebbe tale possibilità di partecipazione per un periodo limitato a deputati cessati dal mandato (e dunque in quel momento esterni), senza che ciò comporti un radicale cambio di prospettiva rispetto all'assetto vigente.
  Quanto poi alla concreta costituzione degli organi, ricorda che le procedure che conducono alla nomina dei membri degli organi di tutela giurisdizionale sono procedure alquanto articolate e non sono tutte integralmente riconducibili ad un potere di nomina assoluto del Presidente, essendo previsto il concorso di altri soggetti, quali le organizzazioni sindacali e il Segretario generale, sicché l'ipotizzato rimedio di nomina immediata dei componenti nella nuova legislatura non è nei fatti praticabile.

  Roberto FICO, Presidente, giudica la proposta di inserire nel Regolamento la previsione di un termine per la nomina meritevole di considerazione.

  Marco DI MAIO ritiene che sia decisivo ai fini dell'elaborazione del rimedio più corretto avere una perfetta contezza di quali siano i tempi impiegati per procedere alle operazioni in questione, non nascondendo di nutrire anch'egli delle perplessità sulla permanenza all'interno di organi della Camera di soggetti che di essa non fanno più parte.

  Roberto FICO, Presidente, in risposta al quesito posto dalla collega Cattoi, precisa che le norme del Senato (contenute nei regolamenti minori) prevedono la prorogatio degli organi giurisdizionali fino alla nomina dei nuovi componenti.

  Simone BALDELLI ricorda che nell'ordinamento parlamentare vi è anche il caso di delegazioni parlamentari presso Assemblee internazionali che mantengono i vecchi componenti fino a quando nella nuova legislatura non si proceda al loro rinnovo.

  Federico FORNARO ribadisce l'esigenza di condurre un ulteriore approfondimento, alla luce soprattutto dei prospettati casi di incompatibilità, ed in particolare quello dell'elezione nell'altro ramo del Parlamento, per risolvere i quali si richiede un ulteriore supplemento di riflessione istruttoria.

  Emanuele FIANO richiama l'attenzione su un ulteriore elemento che, a suo avviso, suggerirebbe prudenza nell'introduzione della prorogatio: si riferisce alla circostanza che la disposizione di cui al comma 6 dell'art. 12 prevede espressamente che gli organi di tutela giurisdizionale siano composti da deputati in carica, circostanza questa che potrebbe essere smentita appunto dalla sopravvivenza di organi composti eventualmente da soggetti che non facciano più parte della Camera. Quanto alla possibilità di introdurre nel Regolamento un termine per la nomina, rammenta che non di rado tali termini, quando siano di natura ordinatoria, non vengono Pag. 10rispettati e dunque il problema potrebbe permanere anche a dispetto di questa previsione.

  Tommaso FOTI ritiene che l'esistenza di un termine, ancorché ordinatorio e non perentorio, costituisce comunque un argine temporale e a valenza sollecitatoria del quale occorre tener conto, anche se non lo si osservi alla lettera.

  Simone BALDELLI rinnova le considerazioni in ordine alla complessità della procedura che conduce alla nomina dei componenti degli organi in questione, rispetto alla quale occorre accertare il possesso di determinati requisiti previsti dalle norme regolamentari di secondo grado; quanto alle osservazioni del collega Fiano ritiene che la previsione in questione non comprometterebbe certo l'attuazione del disposto regolamentare che vuole che negli organi in questione siano nominati deputati in carica. Ad ogni buon conto, non è contrario a svolgere ulteriori approfondimenti per pervenire alla formulazione più corretta possibile della prospettata norma.

  Emanuele FIANO, nel ribadire l'esigenza che sia individuata una soluzione quanto più rispettosa possibile del dettato regolamentare che richiede il ricoprire la carica di deputato ai fini della qualità di membro degli organi di tutela giurisdizionale, segnala che il rischio di un vuoto di tutela giurisdizionale risulta, a suo avviso, comunque affievolito dalla previsione, contenuta nelle norme dei regolamenti minori, della sospensione dei termini giurisdizionali nel periodo in questione.

  Vanessa CATTOI richiama l'attenzione sulla valutazione degli effettivi lassi di tempo intercorsi tra la data di inizio delle legislature e la costituzione degli organi in questione.

  Roberto FICO, Presidente, alla luce dell'orientamento emerso in seno alla Giunta, ritiene opportuno svolgere una riflessione ulteriore per pervenire alla migliore formulazione possibile di una previsione regolamentare sul tema in discussione da sottoporre alla Giunta in una prossima riunione.
  Passando quindi al secondo dei temi preannunciati, precisa che esso riguarda le modalità di effettuazione della votazione a scrutinio segreto nelle Commissioni. Si tratta di un tema emerso già nella passata legislatura, e relativo all'esigenza di procedere ad un aggiornamento del sistema di voto segreto in Commissione mediante il superamento del ricorso alle urne e alle palline bianche e nere. Si tratta, infatti, di una modalità di votazione che ha comportato nel tempo una serie di inconvenienti (anzitutto la complessità, le incertezze e la lunghezza della procedura di voto, specie quando sono effettuate contestualmente più votazioni).
  In alternativa al sistema delle urne e palline – come da tempo accade al Senato, pur in presenza di un apparato normativo del tutto analogo a quello della Camera – potrebbe prevedersi la distribuzione a ciascun deputato di una scheda recante le possibili opzioni di voto (favorevole o contrario alla proposta in votazione).
  Ritiene dunque di incaricare il collega Fornaro del compito di formulare una proposta di riforma del Regolamento da illustrare in una prossima seduta.

Comunicazioni del Presidente su una richiesta di elezione suppletiva di un Segretario di Presidenza.

  Roberto FICO, Presidente, sottopone alla Giunta una richiesta avanzata dal collega Foti con lettera inviata il 24 febbraio scorso.
  A seguito della formazione della nuova maggioranza che sostiene il Governo Draghi, il deputato Foti ha posto la questione relativa alla mancata presenza in seno all'Ufficio di Presidenza di un Segretario di Presidenza appartenente al Gruppo Fratelli d'Italia, allo stato unico Gruppo di opposizione. Il collega avanza dunque la richiesta che si proceda, in via eccezionale e in deroga alle disposizioni recate dall'articolo 5 del Regolamento, all'elezione di un ulteriore Segretario di Presidenza appartenente al predetto Gruppo. Pag. 11
  In proposito giudica opportuno ricordare la vicenda relativa alla richiesta, avanzata nel 2011 dal Gruppo della Lega Nord Padania, unico Gruppo di opposizione in occasione della formazione del Governo Monti, di ottenere, in via eccezionale, l'elezione di un Segretario di Presidenza aggiuntivo. Il Presidente della Camera sottopose tale richiesta alla Giunta per il Regolamento, evidenziando come nel caso di specie il Gruppo della Lega Nord Padania (composto da 59 deputati, pari a circa il 9 per cento dell'Assemblea e che rappresentava la quasi totalità dei 61 deputati che non avevano votato la fiducia al Governo Monti) risultasse titolare di un solo seggio in Ufficio di Presidenza a fronte dei 19 seggi (escluso il Presidente della Camera) ricoperti dai Gruppi che sostenevano il Governo. Il Presidente evidenziava dunque come il Gruppo della Lega Nord Padania disponesse in Ufficio di Presidenza di una rappresentanza pari alla metà di quella che gli sarebbe spettata applicando un criterio di proporzionalità (sia pure non previsto dal Regolamento).
  Il Presidente sottoponeva quindi alla Giunta, che l'approvò all'unanimità, una proposta di parere volto a consentire, in ragione degli elementi del tutto straordinari (e contingenti) della situazione politico-parlamentare in atto, di procedere, in deroga del tutto eccezionale alle disposizioni di cui all'articolo 5, commi 4 e 6 del Regolamento, e come tale limitata esclusivamente a quella legislatura, all'elezione di un ulteriore Segretario di Presidenza appartenente al predetto Gruppo. La permanenza in carica del Segretario di Presidenza così eletto risultava subordinata al perdurare delle condizioni che ne avevano determinato l'elezione e si precisò che la nuova elezione non avrebbe comportato in alcun modo oneri finanziari aggiuntivi, attribuendo all'Ufficio di Presidenza il compito di individuare le concrete modalità di realizzazione di questo obiettivo di invarianza di spesa. Il Presidente specificava poi che la decisione della Giunta non avrebbe alterato in alcun modo la natura e le caratteristiche del ruolo dei Segretari di Presidenza, chiarendo che l'esercizio delle funzioni di garanzia svolte dai medesimi prescinde dalla loro appartenenza alla maggioranza o all'opposizione: infatti, rifacendosi ad una lettera del Presidente della Camera dell'11 novembre 1998, ricordava che «non è ... possibile mettere in discussione il ruolo istituzionale che caratterizza l'esercizio delle funzioni proprie dei membri dell'Ufficio di Presidenza senza ledere al tempo stesso le condizioni essenziali per il corretto svolgimento dei lavori parlamentari» e che ciò valeva anche per i turni di presenza in Aula, per i quali, durante le votazioni, si segue di norma un criterio di presenza sia della maggioranza che delle opposizioni, trattandosi quest'ultimo di un criterio che assume un valore meramente organizzativo, senza alcuna incidenza sulla regolarità delle votazioni.
  Va sottolineato che sulla percorribilità di tale deroga all'espresso dettato regolamentare il Presidente verificò il consenso unanime della Giunta.
  Con riferimento alla richiesta formulata dal collega Foti segnala alcuni elementi di differenza del contesto attuale rispetto a quello in cui maturò la decisione del 2011:

   il Gruppo di Fratelli d'Italia è composto attualmente da 34 deputati, con una consistenza numerica pari all'incirca al 5,4 per cento dell'Assemblea, ed è rappresentato in seno all'Ufficio di Presidenza da due componenti del Gruppo Fratelli d'Italia (un Vicepresidente e un Questore);

   rispetto al numero complessivo di membri dell'Ufficio di Presidenza la rappresentanza del Gruppo di Fratelli di Italia è attualmente superiore all'11 per cento (escludendo ovviamente il Presidente della Camera), pari a circa il doppio di quella teoricamente ad esso spettante secondo un principio di proporzionalità. Il Gruppo Lega Nord Padania, come ricordato, disponeva invece di una rappresentanza in senso all'Ufficio di Presidenza pari alla metà di quella che gli sarebbe spettata applicando un criterio di proporzionalità;

   un eventuale ampliamento del numero dei componenti dell'Ufficio di Presidenza appartenenti al Gruppo Fratelli d'Italia Pag. 12 accentuerebbe tale sproporzione, anche in relazione all'evidente sotto-rappresentazione di altri Gruppi (come, ad esempio, il Gruppo del Partito democratico, che conta un solo membro in Ufficio di Presidenza, pur avendo una consistenza numerica quasi tripla rispetto al Gruppo Fratelli d'Italia);

   mentre nel 2011 il Gruppo Lega Nord Padania rappresentava la quasi totalità dei deputati che non avevano votato la fiducia al Governo Monti (59 su 61), nella votazione sulla fiducia al Governo Draghi vi sono stati 5 deputati astenuti e hanno votato contro la fiducia al Governo, oltre ai deputati del Gruppo Fratelli d'Italia, anche altri 24 deputati, di cui uno appartenente al Gruppo LeU, 12 appartenenti alla nuova componente del Gruppo Misto L'alternativa c'è (che conta anche una deputata astenuta) e altri 11 deputati attualmente iscritti al Gruppo Misto, senza aderire ad alcuna componente.

  Tommaso FOTI osserva che il tenore delle comunicazioni del Presidente relative alla questione da lui sollevata non rispecchia fedelmente l'impostazione della sua richiesta, la quale non verte su un aspetto di adeguatezza della composizione dell'Ufficio di Presidenza sotto un profilo di proporzionalità, ma di equilibrio della composizione tra maggioranza ed opposizione e dunque, in sostanza, di garanzia dell'opposizione. Richiamato il sistema di elezione col voto limitato in sede di costituzione dell'organo, si sofferma sul fatto che il Regolamento stesso prevede la possibilità di elezioni suppletive di segretari di presidenza ove uno o più Gruppi non risultino rappresentati nell'Ufficio di Presidenza. Aggiunge poi di non aver fatto scientemente, nella sua lettera, alcun riferimento al precedente del 2011, ritenendo che la fattispecie attuale debba essere valutata alla luce delle sue peculiari circostanze.
  Per quanto nel Regolamento non sia formalizzata una distinzione tra maggioranza ed opposizione nella composizione dell'Ufficio di Presidenza, è innegabile tuttavia che nello svolgimento delle funzioni dei diversi componenti dell'Ufficio di presidenza l'appartenenza ad un determinato Gruppo rivesta un ruolo che non si può trascurare nel concreto svolgimento della vita parlamentare: si riferisce, ad esempio, alle funzioni svolte dai Questori quando insorgano in Assemblea turbative dell'ordinato svolgimento dei lavori in un determinato settore e in relazione alle quali si assume come decisivo l'esercizio delle funzioni di ordine da parte del Questore che appartiene allo stesso schieramento.
  Ribadisce quindi che in questa questione non rileva un aspetto di composizione proporzionale, ma un altro, decisivo, di equilibrio tra maggioranza ed opposizione in particolare nell'ambito dei segretari di Presidenza, anche in ragione delle relative funzioni.

  Roberto FICO, Presidente, ritiene che nella valutazione dell'equilibrio della composizione dell'Ufficio di Presidenza non possa essere estranea la considerazione di un effetto di evidente sproporzione della rappresentanza delle forze politiche e di una sovrarappresentazione di alcune forze rispetto ad altre.

  Tommaso FOTI ritiene che la nozione di equilibrio non possa essere necessariamente legata soltanto alla logica dei numeri, rammentando anche i casi in cui in passato venivano eletti quali Presidenti della Camera rappresentanti dell'opposizione.

  Manfred SCHULLIAN tiene a segnalare che in seno al Gruppo misto, dopo la formazione del Governo Draghi, si è costituita una componente politica di opposizione.

  Roberto FICO, Presidente, fa presente che il Gruppo misto è rappresentato in seno all'Ufficio di Presidenza.

  Emanuele FIANO, nel dichiararsi non contrario all'accoglimento della richiesta avanzata dal collega Foti, evidenza però la grave sproporzione esistente nella composizione dell'Ufficio di Presidenza a danno del Gruppo del Partito democratico che, pur contando quasi il triplo degli iscritti del Gruppo Fratelli d'Italia, dispone di un solo Pag. 13rappresentante: tale sproporzione si accentuerebbe con l'elezione richiesta di un deputato segretario di presidenza suppletivo.

  Tommaso FOTI segnala che l'utile occasione per riequilibrare la rappresentanza del Gruppo del Partito democratico sarebbe l'elezione di un Vicepresidente della Camera, prevista all'ordine del giorno della seduta pomeridiana odierna: non si può certo far carico all'opposizione il fatto che la maggioranza non risolve un problema insorto in seno ad essa.

  Roberto FICO, Presidente, tiene comunque a ribadire che i deputati segretari di presidenza assolvono a funzioni di garanzia nell'interesse obiettivo del funzionamento dell'Istituzione e che, come ribadito nella lettera del Presidente della Camera poc'anzi citata, la distinzione fra segretari di maggioranza e di opposizione assolve ad una funzione meramente organizzatoria.

  Eugenio SAITTA ritiene che il Presidente della Camera abbia correttamente impostato la questione, dando conto degli elementi distintivi della fattispecie oggi in esame rispetto a quella del 2011 e che vedono il non trascurabile elemento della presenza di un consistente numero di deputati – non appartenenti al Gruppo di Fratelli d'Italia – che non hanno votato la fiducia al Governo Draghi, buona parte dei quali ha dato origine ad una nuova specifica componente politica in seno al Gruppo misto, che peraltro non è ancora noto se si costituirà in Gruppo parlamentare.

  Simone BALDELLI esprime l'avviso che nella vita parlamentare sia molto difficile individuare situazioni totalmente sovrapponibili: dunque, pur nella diversità di alcuni elementi, la richiesta del collega Foti gli appare legittima e meritevole di considerazione. Posto che non gli sembra che il deputato Foti abbia messo in discussione la regolarità delle votazioni svolte in assenza di un segretario di Presidenza appartenente al Gruppo di Fratelli d'Italia, non si può non evidenziare come allo stato il Gruppo Fratelli d'Italia costituisca l'unico Gruppo di opposizione e l'assenza al suo interno di un deputato segretario di Presidenza – assenza che pure riguarda altri Gruppi parlamentari, peraltro in un contesto regolamentare in cui non sussiste un diritto di ciascun Gruppo di disporre di un segretario di Presidenza – rivesta un carattere specifico proprio in ragione di questo ruolo di opposizione: al riguardo richiama il ruolo svolto in passato dai deputati segretari con riferimento alle operazioni di controllo sull'eventuale presenza di irregolarità nelle votazioni elettroniche, rispetto allo svolgimento delle quali assumeva rilievo l'appartenenza del segretario ad uno schieramento diverso da quello oggetto del suo controllo.
  In ragione dell'eccezionalità della situazione, e ferme restando le prerogative della Presidenza della Camera, ribadisce l'esigenza che la richiesta del collega Foti sia oggetto di riflessione e approfondimento.

  Vanessa CATTOI aderisce alla sostanza delle considerazioni testè formulate dal collega Baldelli nell'ottica dell'accoglimento della richiesta del collega Foti che valuta proprio in una chiave di equilibrio della composizione dell'Ufficio di Presidenza e dunque in funzione di garanzia del pluralismo delle voci presenti in Parlamento, in una situazione del tutto straordinaria: auspica quindi anch'ella un supplemento di riflessione al riguardo.

  Marco DI MAIO non ha nulla da obiettare in ordine allo svolgimento di un approfondimento della richiesta del collega Foti, su cui non vi sono, da parte sua, ragioni ostative. Domanda chiarimenti sul significato da attribuire alla locuzione impiegata nella lettera del collega che subordina la permanenza in carica del segretario di Presidenza eletto in via suppletiva «al perdurare delle condizioni», con particolare riferimento all'eventualità che in futuro si dovessero aggiungere altri gruppi di opposizione.

  Roberto FICO, Presidente, chiarisce che, a norma di Regolamento, ove si formasse un nuovo Gruppo di opposizione, che non Pag. 14risultasse rappresentato in Ufficio di Presidenza, si dovrebbe procedere, a norma delle disposizioni regolamentari di cui all'art. 5, all'elezione suppletiva di un Segretario di presidenza.

  Federico FORNARO giudica anch'egli poggiata su ragioni fondate la questione posta dal collega Foti: nell'ambito dei soggetti politici che non hanno votato la fiducia al Governo in carica sembrano tuttavia possibili nuove configurazioni, sicché sarebbe, a suo avviso, opportuno aspettare di vedere delineato con un sufficiente grado di stabilità il campo delle opposizioni al Governo e decidere dunque in conseguenza, ribadendo che, ove non ci siano mutamenti nella geografia politica della Camera, la richiesta del collega gli appare meritevole di accoglimento.

  Simone BALDELLI ribadisce il proprio avviso favorevole a dar seguito all'istanza del deputato Foti, da valutare allo stato attuale della situazione, senza necessità di attendere future e solo eventuali trasformazioni del quadro politico. Ritiene dunque che la Presidenza, ove ritenga, potrebbe svolgere un ulteriore approfondimento della questione.

  Manfred SCHULLIAN rinnova l'invito a considerare il riconoscimento dell'eventuale Segretario di presidenza aggiuntivo alla recente componente politica di opposizione formatasi all'interno del Gruppo misto.

  Roberto FICO, Presidente, individua il punto centrale della questione nell'effetto di forte sproporzionalità che comporterebbe l'elezione – che nel 2011, con riferimento al Gruppo della Lega Nord, fu convenuta all'unanimità dalla Giunta – di un ulteriore deputato segretario di Presidenza facente parte del Gruppo Fratelli d'Italia, ribadendo come tale effetto fortemente squilibrante non possa non essere considerato.

  Tommaso FOTI invita il Presidente a considerare che l'istanza che ha rivolto alla Presidenza ha trovato in seno alla Giunta un ampio riscontro positivo, elemento questo che, ove trascurato ad esclusivo favore dell'elemento evidenziato dalla Presidenza nelle sue comunicazioni, farebbe propendere per una sostanziale inutilità della rimessione della questione alla Giunta da parte della Presidenza. Del resto segnala come un effetto di evidente sproporzione nella composizione dell'Ufficio di Presidenza sia di per sé insito nel sistema del voto limitato che, ove sapientemente utilizzato, potrebbe portare all'esito di elezione di componenti appartenenti ad un dato schieramento politico a completo detrimento di un altro.

  Roberto FICO, Presidente, rassicura il collega Foti che non è assolutamente sua intenzione trascurare l'orientamento maggioritario emerso in seno alla Giunta favorevole ad un approfondimento della questione, ma ritiene che tale ulteriore approfondimento non possa comunque prescindere dal fattore che ha testè richiamato.

  Dopo che Tommaso FOTI ha richiamato la questione della presidenza del Copasir, Roberto FICO, Presidente, fa presente che la stessa è oggetto di esame da parte dei Presidenti delle Camere.

Comunicazioni del Presidente sulla attuazione di un ordine del giorno al bilancio interno relativo alla presentazione e sottoscrizione on line delle petizioni.

  Roberto FICO, Presidente, desidera, in fine, consegnare ai componenti della Giunta gli elementi di riflessione su una ulteriore questione, su cui non ritiene necessario un intervento di riforma regolamentare, ma che potrebbe essere definita in questa sede, anche per dare corso ad una volontà già espressa dall'Assemblea.
  Nella seduta dell'Assemblea del 1° agosto 2019 è stato, infatti, accolto l'ordine del giorno Liuzzi n. 30, con il quale si invitava l'Ufficio di Presidenza a «valutare di avviare un'istruttoria [...] finalizzata all'adozione di una piattaforma che consenta la presentazione, la pubblicazione e la sottoscrizione on line delle petizioni». Pag. 15
  La relativa istruttoria è stata completata ed è stata accertata sul piano tecnologico la possibilità di realizzare una apposita piattaforma informatica accessibile dal sito internet della Camera.
  Si tratta ora di definire il contesto giuridico nel quale collocare il passaggio a questa nuova tecnologia per quanto riguarda le petizioni, necessariamente propedeutico alla predisposizione della piattaforma.
  Le norme vigenti in materia sono le seguenti:

   l'art. 50 della Costituzione, che prevede che «tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o per esporre comuni necessità»;

   l'art. 33, comma 2, del Regolamento, che prevede l'annuncio delle petizioni in Assemblea attraverso la lettura in forma di sunto da parte di un Segretario di presidenza e la trasmissione alla Commissione competente presso la quale ciascun deputato può prenderne cognizione;

   l'art. 109 del Regolamento, che disciplina le modalità di esame in Commissione e prevede la possibilità che l'esame possa concludersi con una risoluzione o con l'abbinamento ad un eventuale progetto di legge, nonché la stampa e distribuzione della petizione quando sia presentata una mozione su di essa. A quest'ultimo riguardo faccio presente che, in via di prassi, le Commissioni pubblicano talora il testo delle petizioni in allegato al resoconto della relativa seduta anche quando abbinate a progetti di legge.

  Attualmente le petizioni sono presentate in formato cartaceo o via email; possono recare una o più firme; sono annunciate in Aula in sunto, previo vaglio di ammissibilità; sono quindi trasmesse alla Commissione competente.
  In via di prassi, in caso di presentazione di una pluralità di documenti identici da parte di più cittadini nel corso del tempo, essi sono considerati un'unica petizione, il cui presentatore è individuato nel soggetto indicato dai promotori dell'iniziativa, se è possibile contattarli, ovvero nel firmatario del primo documento pervenuto. Le sottoscrizioni degli altri documenti sono considerati come aggiunte di firma, di cui non viene dato annuncio all'Assemblea a meno che non pervengano prima dell'annuncio della petizione originaria, nel qual caso, nell'annuncio della petizione, si indica il nome del primo firmatario e «altri».
  Si potrebbe dunque prevedere che la piattaforma da predisporre sia accessibile tramite credenziali SPID o carta d'identità elettronica, per consentire l'accertamento del possesso, da parte di chi inoltra le petizioni, del requisito costituzionale della cittadinanza italiana. Tramite la piattaforma sarebbe possibile:

   1. redigere una petizione e inoltrarla on line alla Presidenza ai fini del suo annuncio, in forma di sunto, all'Assemblea, previo vaglio di ammissibilità. La petizione sarebbe dunque tendenzialmente uno strumento – nel suo momento genetico – individuale, laddove oggi la prassi ammette – come detto – anche la presentazione di petizioni «collettive» (ossia documenti accompagnati da una pluralità di firme);

   2. i testi delle petizioni presentate e annunciate potrebbero essere pubblicati sulla piattaforma medesima, in modo da consentirne la sottoscrizione successiva: si tratterebbe di una forma di pubblicità, limitata ai soli utenti che accedono alla piattaforma, oggi non prevista per le petizioni, sebbene non esclusa dal Regolamento. L'aggiunta successiva di firme sarebbe consentita per l'intera legislatura: delle eventuali aggiunte di firma non sarebbe dato annuncio in Aula, ma resterebbe traccia nella piattaforma attraverso l'indicazione dell'elenco dei nomi dei sottoscrittori. Al riguardo, come detto, la prassi attuale già consente una sorta di «adesione successiva» a petizioni già presentate e annunciate, senza che di tale adesione successiva sia dato annuncio.

  La nuova disciplina si potrebbe applicare a decorrere dal 1° settembre 2021. Pag. 16
  Resterebbe comunque ferma, allo stato, la possibilità, in via alternativa, di presentare petizioni in formato cartaceo o tramite posta elettronica, secondo le modalità attualmente previste, fatta salva una eventuale, futura rivalutazione della questione anche alla luce dell'esito dell'applicazione della nuova disciplina.
  I termini della questione che ha testè riassunto potrebbero essere sanciti in un apposito parere della Giunta, di cui ha proceduto ad una ipotesi di formulazione (Allegato) che pone a disposizione dei colleghi e che potrà essere oggetto di discussione in una prossima riunione della Giunta.

  La seduta termina alle 16.10.