CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 2 febbraio 2021
518.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Martedì 2 febbraio 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni.

  La seduta comincia alle 11.35.

Sulla partecipazione da remoto ai lavori della Commissione.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che, alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020, i deputati possono partecipare all'odierna seduta in sede consultiva anche in videoconferenza, non essendo previste votazioni sul provvedimento in esame.

Proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Doc. XXVII, n. 18.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Piero FASSINO, presidente, fa presente che la Commissione avvia oggi l'esame, ai fini della formulazione di rilievi od osservazioni alla Commissione Bilancio, della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18), per le parti di competenza.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, che il PNRR in esame costituisce – dopo l'esame parlamentare della proposta Pag. 24 di Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, trasmessa dal Governo alle Camere il 15 settembre scorso e su cui la Commissione ha espresso rilievi alla Commissione Bilancio il 29 settembre 2020 ai fini dell'individuazione di priorità per il Recovery Fund – l'ulteriore passaggio verso una compiuta definizione del Piano che dovrà essere predisposto dal nostro Paese, entro il 30 aprile prossimo, per accedere ai fondi di Next Generation EU (NGEU), il nuovo strumento dell'Unione europea per la ripresa che integra il Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027.
  Fa presente che il Next Generation EU è stato dotato di 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi per sovvenzioni a fondo perduto e 360 miliardi per prestiti e che tali risorse verranno rese fruibili dai singoli Stati membri, previa presentazione dei rispettivi Piani nazionali di ripresa e resilienza. Per quanto riguarda il ricorso a questo strumento da parte dell'Italia, al nostro Paese, segnala che sono destinati quasi 209 miliardi, pari al 27,8 per cento delle risorse messe a disposizione, di cui 81 miliardi in sovvenzioni a fondo perduto e oltre 127 miliardi come prestiti.
  Evidenzia che gli interventi finanziati dalle risorse messe a disposizione dal Next Generation EU dovranno necessariamente promuovere la coesione economica, sociale e territoriale all'interno dell'Unione europea, attenuare le conseguenze negative della crisi pandemica e sostenere la transizione economica verso modalità e produzioni ecologicamente compatibili e verso il digitale.
  Osserva che la portata storica assunta dalla mobilitazione politica, sociale e intellettuale sorta attorno alla redazione del Piano risiede proprio nella definizione di un documento che abbia l'ambizione di affrontare le conseguenze immediate – sanitarie, sociali ed economiche – della crisi pandemica, nonché i profondi nodi strutturali dell'economia e della società italiana, che hanno contribuito a porre il Paese su un sentiero declinante già a partire dall'inizio degli anni Novanta del secolo scorso. Da circa un quarto di secolo, infatti, il nostro Paese soffre di un'insufficiente crescita economica, con un basso aumento di produttività, nettamente inferiore alla media dei Paesi avanzati. Ciò viene in parte attribuito a ritardi tecnologici ed educativi: in Italia la spesa per ricerca e sviluppo (1,35 per cento del PIL nel 2017) è inferiore alla media UE (2,06 per cento del PIL); i risultati scolastici così come la quota di popolazione in possesso di un titolo di studio terziario sono inferiori alla media (quota di laureati 27,6 per cento, contro 41,3 per cento nell'UE); l'incidenza dell'abbandono scolastico si attesta a 13,5 per cento (contro il 10,6 per cento dell'UE). Come conseguenza, il tasso di partecipazione al lavoro e il tasso di occupazione dell'Italia sono tra i più bassi, soprattutto per la popolazione femminile e giovanile.
  Sottolinea che queste tendenze educative hanno effetti anche sulle dinamiche demografiche: il tasso di fecondità è sceso fortemente dagli anni Settanta in poi, registrando un dato agli ultimi posti nella classifica europea.
  Rileva che i nodi da affrontare per rilanciare lo sviluppo nazionale sono individuati nell'insoddisfacente crescita italiana, dovuta non solo alla debole dinamica degli investimenti, ma anche a una serie di fattori strutturali: in primis nelle disparità di reddito, di genere, generazionali e territoriali; nell'esposizione ad eventi calamitosi naturali; nella debole capacità amministrativa del settore pubblico italiano.
  Ciò premesso, segnala che, in coerenza con i modelli di orientamento settoriali presentati dalla Commissione europea nel dicembre scorso, il PNRR si concentra sui tre assi di intervento condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.
  Per affrontare i nodi strutturali del nostro Paese il Piano, in sintonia con le raccomandazioni specifiche rivolte all'Italia dall'Unione europea, definisce una serie di riforme strutturali di contesto che dovranno accompagnarne l'attuazione, volte in particolare a rafforzare l'ambiente imprenditoriale, a ridurre gli oneri burocratici e a rimuovere i vincoli che hanno rallentato la realizzazione degli investimenti o ridotto la loro produttività: riforma Pag. 25 della giustizia, riforma fiscale, riforma del mercato del lavoro e concorrenza.
  Per quanto riguarda la struttura del Piano, segnala che esso si articola in 6 missioni, che raggruppano 16 componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo. Le componenti, a loro volta, si articolano in 48 linee d'intervento per progetti omogenei e coerenti.
  Segnala, altresì che per ogni missione sono indicate, inoltre, le riforme di settore necessarie ad una più efficace realizzazione degli interventi, nonché i profili più rilevanti ai fini del perseguimento delle tre priorità trasversali del Piano, individuate nella parità di genere, nei giovani e nel riequilibrio territoriale, sulle quali si soffermerà in conclusione. Tali priorità trasversali non sono affidate a singoli interventi circoscritti a specifiche missioni, ma sono perseguite in modo diffuso nell'ambito di tutte le missioni del piano.
  Evidenzia che il Piano rappresenta un aggiornamento e un'evoluzione della proposta contenuta nelle sopra citate Linee-guida, sulle quali le Commissioni parlamentari di settore sono state chiamate ad esprimere i propri rilievi alla Commissione Bilancio, che ha, poi, approvato una relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.
  Al riguardo, fa presente che i rilievi espressi dalla Commissione sono stati puntualmente recepiti nella relazione per l'Assemblea sull'individuazione delle priorità per l'utilizzo del Recovery Fund, approvata dalla Commissione Bilancio il 12 ottobre 2020 e poi recepita nell'atto di indirizzo approvato dall'Assemblea della Camera il 13 ottobre.
  Venendo ai contenuti del PNRR più specificamente connessi agli ambiti di competenza della III Commissione, evidenzia la Missione n. 1 – «Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura» – che ha come obiettivo generale l'innovazione del Paese in chiave digitale ed investe ampi settori di intervento, che vanno dalla digitalizzazione e modernizzazione della Pubblica Amministrazione alla riforma della giustizia, dall'innovazione del sistema produttivo alla realizzazione della banda larga e all'investimento sul patrimonio turistico e culturale. Le risorse complessivamente destinate a questa Missione sono 46,3 miliardi di euro, pari al 20,7 per cento delle risorse totali del Piano.
  Sottolinea che tale Missione interessa sia il versante della Pubblica Amministrazione, sia quello delle imprese ed è volto a realizzare processi innovativi in tali ambiti, puntando appunto su un aumento della digitalizzazione e della competitività del Paese.
  Per quanto riguarda, in particolare, la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, le risorse, pari a 8 miliardi, sono distribuite in tre gruppi di investimenti, il primo dei quali è destinato ad investimenti in infrastrutture digitali e cybersecurity con uno stanziamento totale di circa 1,25 miliardi. Quanto all'innovazione del sistema produttivo, segnala che per la cosiddetta «Transizione 4.0» – che include investimenti in tecnologie all'avanguardia, ricerca, sviluppo e innovazione, nonché sviluppo della cybersecurity – sono stanziati 18,8 miliardi, di cui 15,7 per progetti nuovi e 3,1 per progetti già in essere.
  Ricorda che, sempre con riferimento a questa Missione, la richiamata relazione della V Commissione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, nel recepire un rilievo approvato dalla Commissione Affari esteri, aveva posto in rilievo l'esigenza che il MAECI possa contribuire in modo decisivo, attraverso la sua rete di 370 uffici dislocati nel mondo, con progetti incentrati sulla digitalizzazione e sulla transizione verde, a migliorare l'efficienza dell'azione amministrativa a sostegno e vantaggio dei connazionali e delle imprese italiane all'estero.
  Ancora nell'ambito della Missione n. 1, assume un grande rilievo, in relazione agli ambiti di competenza di questa Commissione, la componente progettuale «Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione», per la quale si prevede uno stanziamento totale di 2 miliardi finalizzati a sostenere le filiere industriali e, segnatamente, quelle che maggiormente hanno risentito Pag. 26 degli effetti della crisi e quelle più avanzate dal punto di vista dell'innovazione e della sostenibilità ambientale.
  Particolare attenzione sarà rivolta, in questo ambito progettuale, alle imprese che promuovono nel mondo i prodotti del Made in Italy, in particolare a quelle di minori dimensioni. A tale scopo, sarà utilizzato il sistema del «fondo di fondi» attraverso il quale le risorse stanziate sono conferite a fondi operativi specializzati per strumenti finanziari, rischi assunti e settori di intervento.
  Segnala, inoltre, che il Piano prevede di incentivare le integrazioni e le interconnessioni tra le aziende nelle diverse fasi dei processi produttivi, favorendo, con strumenti idonei, anche processi di fusione e di patrimonializzazione.
  Ricorda che su questo punto la III Commissione ha fornito, a settembre, un articolato contributo di proposte e di suggerimenti avanzati da tutte le forze politiche, confluito nella relazione all'Assemblea della V Commissione, che ritiene vada ulteriormente esplicitato all'interno di questa specifica componente progettuale, in vista della finalizzazione del PNRR.
  Si riferisce, in particolare, all'esigenza di potenziare la capacità delle imprese italiane di competere sui mercati internazionali, assicurando assoluta priorità all'industria agro-alimentare, al turismo e alla filiera della promozione culturale.
  Al riguardo, sottolinea l'esigenza di rafforzare la strumentazione della promozione integrata dei prodotti nazionali, a partire dal potenziamento del cosiddetto «Patto per l'export», sottoscritto nel giugno del 2020, anche attraverso la previsione di incentivi a sostegno della transizione verde.
  A ciò si affianca l'esigenza di sottolineare le peculiarità dell'apparato di promozione del Sistema Paese all'estero, a partire dalla rete diplomatico-consolare, dall'ICE-Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, dalla SIMEST, dalle Camere di commercio e anche dai centri responsabili della promozione culturale all'estero – le scuole italiane, gli istituti di cultura, gli enti gestori – fino ai programmi di collaborazione tra università e al sistema delle borse di studio.
  Ritiene importante collocare queste iniziative all'interno di questa specifica componente progettuale, più marcatamente «produttiva» – non situandole nell'ambito dei progetti d'innovazione della P.A. – poiché questo apparato di promozione ha delle specificità che debbono essere preservate e sviluppate in stretta sinergia con il sistema produttivo.
  Complementare a questa linea d'intervento, è la previsione, sempre nell'ambito di questa filiera, che il MAECI riconosca specifici percorsi di riqualificazione e di aggiornamento professionale del proprio personale in risposta alla riconversione dei processi amministrativi in chiave di digitalizzazione, favorendo l'inserimento anche all'interno della rete estera di figure professionali specializzate nel settore della promozione degli investimenti diretti esteri e della valorizzazione del Made in Italy.
  Proprio nella logica di ricostruire un tessuto produttivo maggiormente sinergico, ribadisce l'esigenza – già evidenziata nella Relazione di settembre – di rilanciare il settore fieristico, duramente colpito dalla crisi pandemica ed assolutamente vitale per la promozione del nostro sistema produttivo, destinando risorse a fondo perduto non a titolo di sussidio ma come strumento di una ripresa che andrà a vantaggio di tutte le associazioni di categoria.
  Più in generale, ritiene essenziale precisare meglio, all'interno delle politiche industriali di filiera, l'esigenza d'introdurre – nell'ottica d'invertire i processi di delocalizzazione – strumenti utili ad attrarre investimenti diretti esteri e favorire processi di reshoring, ossia di rilocalizzazione delle imprese italiane, in particolare di quelle operanti in settori che si sono rivelati strategici nel corso della crisi pandemica e, al contempo, di consolidare la capacità di screening degli investimenti esteri per ragioni di sicurezza nazionale attraverso il ricorso alla disciplina del golden power.
  Passando alla Missione n. 2 – «Rivoluzione verde e transizione ecologica» – segnala che vi sono destinati 69,8 miliardi di Pag. 27euro, da investire sui grandi temi dell'agricoltura sostenibile, dell'economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell'efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell'inquinamento.
  In quest'ottica, segnala che il MAECI è da tempo impegnato per la promozione di più alti standard ambientali: la Farnesina ha lanciato da alcuni anni un Piano d'azione comprensivo di varie iniziative ecologiche ed eco-sostenibili, sia a livello di sede centrale che presso le sedi diplomatico-consolari: basti pensare, tra le altre, alle buone prassi connesse all'iniziativa «Farnesina Plastic Free» o alle misure di razionalizzazione dell'uso delle autovetture di servizio, alla progressiva sostituzione degli autoveicoli in dotazione con modelli a minore consumo energetico ed, in particolare, basse cilindrate con alimentazione ibrida, fino all'adozione di forniture eco-responsabili che offrono maggiori garanzie di sostenibilità ambientale del processo produttivo. Si tratta d'iniziative che potranno essere ulteriormente implementate con i fondi del PNRR.
  Auspica che l'articolazione progettuale di questa Missione, sulla quale sono allocati quasi 70 miliardi di euro, tenga maggiormente conto di un dibattito internazionale in via di grande evoluzione, segnato, per un verso, dall'attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 dell'ONU e, per l'altro, dal ritorno dell'Amministrazione USA ai negoziati sui grandi accordi internazionali in materia ambientale.
  Ritiene quindi opportuno che il PNRR espliciti, all'interno di questa Missione, l'esigenza di orientare l'azione internazionale e la politica di cooperazione allo sviluppo del nostro Paese verso la costruzione e l'attuazione di partnership globali, fondate sull'impegno per i diritti umani e per obiettivi di sostenibilità sociale, utili a facilitare l'instaurazione di condizioni geopolitiche di maggiore stabilità, come la Coalizione internazionale per i vaccini (GAVI) e di transizione ecologica, incoraggiando modelli come l'Alleanza per l'idrogeno.
  Osserva, infatti, che la crisi pandemica sta proponendo con nettezza l'attualità di un concetto tradizionale della teoria delle relazioni internazionali – quello dell'interdipendenza – dimostrando quanto, alla fine, le relazioni fra Paesi ricchi, emergenti o in via di sviluppo siano inestricabili. Non a caso Gita Gopinath, capo economista del Fondo monetario internazionale, parlando al World Economic Forum ha sintetizzato: «La pandemia non finirà davvero per nessuno, fino a che non finirà per tutti».
  Segnala anche le risorse previste per la Missione n. 3 – «Infrastrutture per una mobilità sostenibile» – che ammontano complessivamente a 31,98 miliardi di euro e mirano a completare, entro il 2026, un sistema infrastrutturale moderno, digitalizzato e sostenibile.
  Passando alla Missione n. 4 – «Istruzione e ricerca» – rileva che essa è focalizzata sulle generazioni future ed affronta le questioni strutturali più importanti per il rilancio della crescita, ossia la produttività, l'inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali. Le risorse complessivamente destinate alla missione ammontano a 28,49 miliardi di euro, pari al 13 per cento delle risorse totali del Piano.
  Vi è poi la Missione n. 5 – «Inclusione e coesione» – che riveste un ruolo rilevante nel perseguimento degli obiettivi di sostegno all'empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, di incremento delle competenze e delle prospettive occupazionali dei giovani, di potenziamento delle infrastrutture sociali. Essa, inoltre, è volta anche a superare i divari territoriali esistenti, con la finalità di migliorare l'equità sociale, di riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno. Le risorse impiegate nella Missione sono pari a circa 27,6 miliardi di euro.
  Sottolinea, infine, la Missione n. 6 – «Salute» –, caratterizzata da linee di azione volte a rafforzare e rendere più sinergica la risposta territoriale e ospedaliera, nonché l'attività di ricerca del Servizio Sanitario Nazionale. Le risorse complessivamente destinate alla missione sono 19,72 miliardi di euro. Pag. 28
  Come già detto in precedenza, il Piano definisce tre priorità trasversali – parità di genere, giovani, Mezzogiorno – da perseguire con un approccio integrato ed orizzontale in tutte le missioni che compongono il Piano. Il PNRR preannuncia innanzitutto che l'impatto sulle priorità trasversali sarà evidenziato, monitorato e valutato per tutte le missioni e che l'intero Piano sarà valutato in un'ottica di gender mainstreaming.
  Sottolinea che il Piano prevede, infatti, una decisa azione a favore della parità di genere, attraverso il sostegno all'occupazione e all'imprenditorialità femminile, l'attuazione di diversi interventi abilitanti, a partire da servizi sociali quali gli asili nido, e di adeguate politiche per garantire l'effettivo equilibrio tra vita professionale e vita privata. Sarà rilevante anche l'impegno per ridurre la precarizzazione del lavoro e gli alti tassi di disoccupazione, che colpiscono soprattutto i giovani e – di nuovo – le donne.
  Segnala che condizione essenziale per progredire sul piano di una effettiva e sostanziale parità di genere è, in base a quanto evidenziato nel Piano, innalzare l'occupazione femminile, sia da un punto di vista qualitativo sia quantitativo.
  Evidenzia che gli interventi finanziati attraverso il Piano integrano inoltre alcune misure strategiche contenute nel Family Act – assegno unico universale per i figli, misure sui congedi parentali e sui tempi di lavoro, sostegno alle famiglie per le spese di istruzione dei figli – e favoriscono un'interazione virtuosa con i livelli istituzionali interessati e il Terzo settore.
  In buona sostanza, il PNRR può dunque costituire un'occasione storica anche per affermare la parità di genere nei diversi campi d'azione della politica estera del nostro Paese.
  In particolare, ritiene importante che il nostro Paese, da tempo impegnato a prevenire la violenza e a promuovere i diritti delle donne, colga ogni opportunità, anche attraverso la nostra presidenza del G20 nel 2021, per mantenere alta l'attenzione su questo tema. Vi è poi la necessità di declinare l'asse prioritario della parità di genere anche nei settori della proiezione internazionale del nostro Paese, promuovendo competenze e leadership femminili nelle diverse componenti progettuali del PNRR, senza le quali la ripresa non sarà possibile.
  Riservandosi di predisporre una proposta di parere che tenga conto degli esiti della discussione e delle risultanze del ciclo istruttorio deliberato in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, auspica che, com'è già accaduto in questa Commissione in sede di definizione delle Linee-guida, tutte le forze parlamentari vogliano contribuire in modo fattivo alla definizione di un documento equilibrato e condiviso.

  La Viceministra Marina SERENI, esprimendo apprezzamento e condivisione per la relazione dell'onorevole Quartapelle Procopio, molto articolata ed esaustiva, rinvia le valutazioni del Governo all'esito del dibattito.

  Alberto RIBOLLA (LEGA), intervenendo da remoto, rilevando che il documento in esame non contiene significative novità rispetto alle Linee-guida esaminate a settembre, sottolinea la necessità di chiarire meglio le priorità e i criteri di allocazione delle risorse, nonché i profili attuativi. Ribadendo che il proprio Gruppo considera prioritario concentrare i fondi sulle misure mirate alla internazionalizzazione delle imprese, alla promozione del Made in Italy ed ai processi di reshoring delle aziende, osserva che il PNRR illustra in modo eccessivamente sommario la concreta implementazione degli interventi. Inoltre, a suo avviso, l'effettiva erogazione dei prestiti da parte dell'UE è subordinata a rigorose condizionalità, ad oggi sconosciute, che potrebbero imporre all'Italia l'adozione di misure dagli elevati costi sociali, come la revisione degli estimi catastali, con possibili aggravi degli oneri fiscali sugli immobili, e la riforma delle pensioni.
  Sottolinea, infine, la evidente sproporzione tra la mole degli investimenti previsti per la transizione verde e l'esiguità delle risorse – appena 2 miliardi di euro – da destinare all'internazionalizzazione delle imprese.

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  Piero FASSINO, presidente, precisando che la revisione del catasto non comporta, di per sé, l'adozione dell'imposta patrimoniale, ricorda che tale misura è stata nell'agenda dei Governi che si sono succeduti negli ultimi venti anni senza vedere mai la luce.

  Alberto RIBOLLA (LEGA) precisa di avere menzionato esplicitamente soltanto la riforma del catasto e di non avere menzionato l'imposta patrimoniale.

  Laura BOLDRINI (PD), associandosi agli apprezzamenti per l'ampia ed esaustiva illustrazione della relatrice, sottolinea la necessità di adeguare il PNRR agli obiettivi di politica estera dell'Italia in tema di diritti umani e sostenibilità sociale, a partire dagli interventi in materia di cooperazione allo sviluppo. In questo senso, appare opportuno dare priorità ai progetti finalizzati a valorizzare l'expertise femminile in campo ambientale, agricolo e della mobilità sostenibile. Evidenziando il dato drammatico diffuso ieri dall'Istat – in base al quale il mese scorso gli occupati sono diminuiti di 101 mila unità: 99 mila sono donne e appena 2 mila uomini – segnala che la crisi economica e sociale in corso, in Italia come negli altri Paesi, colpisce sempre più duramente le donne: pertanto, in vista della predisposizione del parere sul PNRR, invita, la relatrice a sottolineare l'esigenza di adeguate risorse e misure più efficaci per tutelare la componente femminile e la parità di genere in tutte le Missioni e le linee di intervento in cui si articola il PNRR e di trasporre questa impostazione su tutti gli interventi rientranti nella politica di cooperazione allo sviluppo.

  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.

AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 2 febbraio 2021.

Nell'ambito dell'esame, in sede consultiva, del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18).
Audizione informale, in videoconferenza, di Linda Laura Sabbadini, presidente dell'Engagement Group Women20.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 12 alle 12.45.

Audizione informale, in videoconferenza, di Alexandra Geese, fondatrice della Campagna Half of it.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 12.45 alle 13.15.

INCONTRI CON DELEGAZIONI
DI PARLAMENTI ESTERI

  Martedì 2 febbraio 2021.

Incontro informale, in videoconferenza, con la Commissione Affari esteri, difesa nazionale, affari islamici e per i cittadini marocchini residenti all'estero del Parlamento del Regno del Marocco.

  L'incontro informale si è svolto dalle 14.35 alle 16.30.