CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 gennaio 2021
514.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
Pag. 96

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 27 gennaio 2021. — Presidenza del presidente Filippo GALLINELLA.

  La seduta comincia alle 13.35.

Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza.
Doc. XXVII, n. 18.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Filippo GALLINELLA, presidente e relatore, comunica che i gruppi M5S, PD e Italia Viva hanno chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Fa presente che la Commissione Agricoltura è chiamata a esaminare la Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) al fine di esprimere osservazioni e rilievi alla Commissione Bilancio.
  Preliminarmente, ricorda che il 29 settembre scorso la Commissione, all'esito dell'esame dello schema di Relazione sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, predisposto dalla Commissione Bilancio sulla base delle Linee guida per la redazione del PNRR trasmesse dal Governo, ha espresso una valutazione favorevole su tale schema formulando alcuni Pag. 97rilievi. Di tali rilievi la V Commissione ha tenuto conto nell'approvare la suddetta Relazione.
  Rammenta quindi che nel citato parere espresso il 29 settembre 2020 la Commissione Agricoltura ha segnalato l'opportunità di inserire, all'interno del paragrafo n. 5 dello schema di Relazione sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, un ulteriore sottoparagrafo specificamente riguardante la strategia di rilancio del comparto agricolo e della pesca.
  Prima di richiamare nel dettaglio i contenuti del parere approvato dalla Commissione del 29 settembre 2020, osserva che taluni rilievi, pur essendo stati accolti nella proposta di Piano oggi in esame, necessitano di una più compiuta definizione dei progetti ad essi collegati, mentre altri rilievi, come quello relativo al rinnovo del parco macchine agricole o quelli riferite alla missione n. 6 in materia di salute, non sono stati recepiti.
  Rammenta quindi i contenuti dei rilievi formulati nel citato parere riferiti a ciascuna missione del PNRR.
  Relativamente alla Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, di cui alla missione n. 1 del PNRR, la Commissione ha rilevato l'esigenza di richiamare l'attenzione del Governo sulla necessità di investimenti diretti: a) a favorire la diffusione della banda larga nelle aree rurali; b) a promuovere l'agricoltura di precisione, sviluppando il modello di «Agricoltura 4.0», in modo da migliorare la resa e la sostenibilità delle coltivazioni, così come la qualità dei prodotti agricoli; c) a potenziare il Sistema Informativo Unificato di Servizi del comparto agricolo (SIAN); d) ad aumentare e rendere più efficiente il sistema di stoccaggio delle materie prime agricole; e) a finanziare progetti di innovazione tecnologica nel settore agroalimentare per incrementare l'efficienza della filiera produttiva; f) ad attuare la digitalizzazione delle aziende agricole e rurali, partendo dai dati AGEA anche su base cartografica, rendendo possibile lo snellimento burocratico, lo sportello unico digitale, e favorendo le interazioni tra le imprese – sia a livello di filiera sia a livello distrettuale – e l'accesso ai mercati; g) a sviluppare un piano per la disintermediazione dei prodotti tipici e tradizionali attraverso l'integrazione in piattaforme; h) a sostenere la politica europea degli Smart Villages attraverso pacchetti integrati di infrastrutture, formazione, sostegno all'accesso, sviluppo di servizi digitali da incardinare nei piani di sviluppo rurale; i) a favorire la realizzazione di alleanze strategiche di filiera tra produttori agricoli, industria di trasformazione e operatori di mercato, al fine di consentire una più celere distribuzione dei prodotti agricoli sul mercato, sia interno che internazionale.
  In merito alla Rivoluzione verde e transizione ecologica, cui si fa riferimento nella missione n. 2, la Commissione ha espresso la necessità di inserire misure dirette: a) ad adottare un Piano nazionale per il processo di transizione sostenibile, che preveda interventi strutturali a livello di impresa e di catena del valore, integrato con i piani nazionali per la bioeconomia e l'economia circolare; b) a predisporre un programma centralizzato per la completa tracciabilità della filiera agroalimentare; c) a semplificare, nel quadro della strategia «From farm to fork», le procedure di vendita diretta dei prodotti agricoli, ivi compresi quelli trasformati, con particolare riferimento alla vendita on line, che potrebbe essere effettuata anche mediante aggregazioni di produttori; d) a favorire l'adozione di piani zonali per mettere a punto interventi di gestione delle acque, di recupero delle terre abbandonate e di sviluppo dell'agricoltura «fuori suolo», al fine di incrementare la capacità produttiva del sistema agricolo; e) a migliorare l'efficienza energetica dei fabbricati rurali, anche promuovendo investimenti per la sostituzione di coperture in amianto con pannelli fotovoltaici; f) ad innovare e rendere più efficiente la gestione dell'agroecosistema irriguo, attraverso la realizzazione di invasi e di adeguati sistemi di captazione nonché attraverso la digitalizzazione dei sistemi di distribuzione dell'acqua; g) a migliorare la Pag. 98sostenibilità dei processi produttivi, attraverso lo sviluppo del biometano e la riconversione degli impianti di digestione anaerobica agricoli; h) a favorire l'ammodernamento del parco macchine agricolo, dando priorità alla sostituzione delle macchine più obsolete; i) a favorire la rigenerazione del sistema agricolo e alimentare, attraverso il potenziamento delle imprese e delle filiere; l) a disincentivare interventi che comportino consumo di suolo agricolo; m) ad attuare una gestione forestale sostenibile, attraverso investimenti finalizzati alla manutenzione e riqualificazione del territorio forestale e montano; n) a riqualificare le aree marine e le acque interne dove si esercita la piccola pesca; o) a introdurre forme di sostegno economico in favore delle imprese del comparto agricolo e della pesca, che investano in sistemi di produzione ecosostenibili, con particolare riferimento alle produzioni zootecniche, e aumentino l'indice di autoapprovvigionamento del nostro Paese (come, ad esempio, nel caso delle produzioni bovine, suine o dello zucchero).
  Riguardo alle Infrastrutture per la mobilità, di cui alla missione n. 3, ad avviso della Commissione, l'Esecutivo avrebbe dovuto essere sollecitato ad inserire misure dirette alla realizzazione e al rafforzamento di infrastrutture logistiche per favorire lo sviluppo del potenziale esportativo delle imprese del settore agricolo della pesca.
  Relativamente all'Istruzione, formazione, ricerca e cultura, di cui alla missione n. 4, la Commissione ha segnalato la necessità di predisporre interventi volti: a) promuovere la realizzazione di agriasilo, nei quali attuare nuovi progetti educativi specificamente studiati per favorire l'interazione dei bambini con l'ambiente naturale; b) potenziare la ricerca nel settore agricolo e della pesca, con particolare riferimento al miglioramento genetico, sia vegetale che animale, anche promuovendo l'integrazione tra ricerca pubblica, mondo produttivo e istituzioni; c) attuare campagne di comunicazione per acquisti più consapevoli da parte dei consumatori e per promuovere i prodotti italiani sul mercato estero, anche al fine del contrasto alla contraffazione e all'italian sounding.
  Per quanto concerne l'Equità sociale, di genere e territoriale, di cui alla missione n. 5), nel suo parere la Commissione ha rilevato che avrebbero dovuto essere previsti specifici interventi diretti: a) a promuovere la parità di genere in agricoltura e lo sviluppo dell'imprenditoria femminile; b) a favorire l'accesso ai giovani agricoltori alle terre, con particolare riguardo alle terre pubbliche ed alla Banca della Terra, evitando concentrazioni finanziarie e di capitale; c) a incentivare l'accesso ai Piani Aziendali e ad altre forme di aggregazione; d) a contrastare lo sfruttamento del caporalato, anche attraverso la previsione di una certificazione specifica di filiera; e) ad incentivare, nel quadro delle azioni previste per Programmi di sviluppo rurale (PSR), la creazione di aziende agricole multifunzionali, operanti con le metodologie innovative dell'«approccio Leader+» (liaison entre actions de dévelopment de l'économie rurale – collegamento tra azioni volte allo sviluppo rurale); e) a predisporre strumenti utili a favorire, in modo rapido, trasparente e semplificato, l'incontro tra domanda ed offerta di lavoro agricolo.
  Infine, con riferimento alla Salute, di cui alla missione n. 6, la Commissione ha segnalato l'opportunità di prevedere efficaci interventi diretti: a) a promuovere campagne di educazione alimentare e ambientale per una corretta alimentazione e per contrastare lo spreco alimentare, in particolare negli istituti scolastici, negli ospedali, e nelle residenze sanitarie e assistenziali, tutelando la salute delle fasce più deboli della popolazione e favorendo la creazione di distretti produttivi; b) ad assicurare cibo dignitoso a tutti coloro che ne necessitano attraverso pasti equilibrati e di qualità, superando definitivamente le fasi emergenziali e di tipo puramente assistenziale attraverso l'organizzazione di una filiera nazionale e locale; c) a contrastare le fitopatie e le epizoozie, che penalizzano fortemente il settore agricolo, incidendo Pag. 99negativamente sulla qualità e quantità delle produzioni.
  Ricorda, inoltre, che la Relazione sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund predisposta dalla Commissione Bilancio è stata oggetto di esame da parte dell'Assemblea, che si è concluso con l'approvazione, lo scorso 13 ottobre, della risoluzione n. 6-00138, che impegna il Governo, nel predisporre il Piano nazionale di ripresa e resilienza, a «dare attuazione alle indicazioni contenute nella Relazione, inclusiva dei rilievi formulati dalle Commissioni permanenti».
  Osserva che la proposta di Piano oggi all'esame della Commissione rappresenta, ad avviso del Governo, un aggiornamento e un'evoluzione della proposta contenuta nelle Linee guida che raccoglie le modifiche, le integrazioni e le osservazioni espresse da tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali coinvolti nell'elaborazione del Piano.
  All'esito dell'esame parlamentare di tale documento e delle eventuali ulteriori modifiche e integrazioni che si renderanno opportune, seguirà la presentazione e l'adozione definitiva del PNRR che deve essere presentato formalmente alla Commissione europea entro il 30 aprile 2021.
  Il Governo, sulla base delle linee guida europee per l'attuazione del Piano, presenterà al Parlamento un modello di governance che identifichi la responsabilità della realizzazione del Piano, garantisca il coordinamento con i Ministri competenti a livello nazionale e agli altri livelli di governo, e monitori i progressi di avanzamento della spesa.
  Sotto il profilo dell'inquadramento generale, rileva che il piano finanziario straordinario, Next Generation EU, approvato lo scorso luglio dal Consiglio Europeo per rispondere alla crisi pandemica prevede risorse per 750 miliardi di euro, delle quali 380 a fondo perduto, che saranno raccolti con emissioni di titoli europei, per il 30 per cento con «green bonds». Di tali risorse l'Italia sarà il primo beneficiario, con circa 209 miliardi di prestiti e sussidi che il Governo intende utilizzare appieno e su cui si basa la programmazione del Piano che ha un orizzonte temporale dal 2021 al 2026.
  Per quanto attiene alla scansione temporale di impegni e spese, il primo 70 per cento delle sovvenzioni del Dispositivo Europeo di Ripresa e Resilienza (RRF), la principale fonte finanziaria del PNRR dell'Italia, verrà impegnato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023. Il piano prevede inoltre che il restante 30 per cento delle sovvenzioni da ricevere dal RRF sarà speso tra il 2023 e il 2025. I prestiti totali del RRF aumenteranno nel corso del tempo, in linea con l'obiettivo di mantenere un livello elevato di investimenti e altre spese relative al PNRR in confronto all'andamento tendenziale.
  Nei primi tre anni del PNRR, la maggior parte degli investimenti e dei «nuovi progetti» (e quindi dello stimolo macroeconomico rispetto allo scenario di base) sarà sostenuta da sovvenzioni. Nel periodo 2024-2026, viceversa, la quota maggiore dei finanziamenti per progetti aggiuntivi arriverà dai prestiti del RRF.
  Nel presentare la proposta di PNRR, il Governo sottolinea che il Piano è lo strumento operativo con il quale tradurre l'obiettivo generale di rilancio del Paese in azioni di riforma e di investimento, con tempi di esecuzione certi e soggetti a un controllo costante e pubblico sulla loro realizzazione.
  Il Piano si sviluppa secondo tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. L'opzione strategica, condivisa in sede europea, di indirizzare l'azione coordinata di rilancio degli investimenti, per accompagnare i Paesi membri verso gli obiettivi della transizione ecologica e digitale è testimoniata dalla previsione di vincolare a interventi green e digital una quota non inferiore rispettivamente al 37 per cento e al 20 per cento del totale degli stanziamenti del RRF.
  La digitalizzazione e l'innovazione sono decisive per migliorare radicalmente la competitività dell'economia, la qualità del lavoro, e la vita delle persone, e per rendere l'Italia protagonista della competizione tecnologica globale. La digitalizzazione e l'innovazione Pag. 100 di processi, prodotti e servizi, caratterizzano ogni politica di riforma del Piano, dal fisco alla pubblica amministrazione.
  Digitalizzazione e innovazione sono la premessa e l'accompagnamento del secondo asse del Piano, la transizione ecologica. Gli investimenti nella connettività miglioreranno la gestione dei consumi energetici e delle risorse, nell'agricoltura come nella mobilità sostenibile, alimentando nuove filiere produttive e di ricerca e generando buona occupazione.
  La transizione ecologica sarà la base del nuovo modello economico e sociale di sviluppo su scala globale, in linea con l'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Per avviarla sarà necessario, in primo luogo, ridurre drasticamente le emissioni di gas clima-alteranti in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e del Green Deal europeo; in secondo luogo occorre migliorare l'efficienza energetica e nell'uso delle materie prime delle filiere produttive, degli insediamenti civili e degli edifici pubblici e la qualità dell'aria nei centri urbani e delle acque interne e marine.
  Gli interventi per la prevenzione e il contrasto al dissesto del territorio e una gestione efficace e integrata del ciclo dei rifiuti costituiranno, assieme a una gestione sostenibile del patrimonio agricolo e forestale, un potente mezzo con cui la transizione verde potrà migliorare la qualità e la sicurezza di ampie aree territoriali e urbane del Paese.
  La riconversione ecologica può e deve rappresentare anche un terreno di nuova competitività per molta parte del nostro sistema produttivo. In questo ambito sono necessari investimenti nell'agricoltura sostenibile e di precisione, e nell'economia circolare, a partire dal Mezzogiorno, permettendo di conseguire una maggiore armonia con la natura, pur nel contesto di una società a forte vocazione industriale. Gli investimenti nell'economia circolare intervengono su un processo volto a produrre materie prime secondarie da materiali di scarto per rendere l'Italia meno dipendente dall'approvvigionamento di materie prime e conseguentemente più forte e competitiva sui mercati internazionali. A tal fine, gioca un ruolo strategico il sistema agricolo e forestale che, tramite il presidio e la gestione sostenibile del territorio nazionale, è in grado di assorbire una significativa quota delle emissioni di gas clima alteranti del Sistema Paese, come evidenziato dallo European Green Deal.
  L'inclusione sociale rappresenta una importante novità del Piano. Crescita inclusiva e coesione sociale e territoriale, accanto alla transizione verde e digitale, sono due dei pilastri fondamentali su cui dovranno poggiare la programmazione e il contenuto dei PNRR e in base ai quali verrà valutato dalla Commissione europea l'impianto complessivo del Piano. Nella logica di Next Generation EU, lo sviluppo sostenibile è legato alla riduzione strutturale delle asimmetrie e delle disuguaglianze, fra le aree geografiche e fra le persone.
  Per l'Italia, la drastica riduzione delle disuguaglianze di genere, generazionali e territoriali, è un obiettivo di crescita economica, oltre che di giustizia sociale e coesione territoriale. L'asse dell'inclusione sociale punta a diffondere lo sviluppo, al fine di ridurre i divari infrastrutturali, occupazionali e di servizi e beni pubblici, fra Nord e Sud, fra aree urbane e aree interne, generando nuove opportunità di lavoro di qualità nella transizione ecologica e digitale, soprattutto per i giovani e per le donne.
  Il Piano si articola in sei missioni strategiche, che rappresentano le aree tematiche strutturali di intervento: 1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica; 3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile; 4. Istruzione e ricerca; 5. Inclusione e coesione; 6. Salute.
  Ciascuna missione è articolata in componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo, che raccolgono complessivamente 48 linee di intervento per progetti omogenei.
  Le sei missioni, nel loro insieme, secondo un approccio integrato mirano anche Pag. 101 a tre grandi obiettivi «orizzontali»: la parità di genere, l'accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, il riequilibrio territoriale e la coesione sociale, con particolare attenzione al Mezzogiorno.
  Aggiungendo al Dispositivo Europeo di Ripresa e Resilienza (RRF) e al REACT-EU, compreso sempre nel programma NGEU, le risorse della programmazione nazionale di bilancio e i fondi SIE/PON e FEASR cofinanziati da risorse UE, le risorse complessive dedicate alle sei Missioni del PNRR nel periodo 2021-2026 raggiungono 311,9 miliardi, come riportato nella Tavola 1.6: Risorse complessive per missione e cluster della proposta di Piano (Doc. XXVII, n. 18, pag. 41).
  Per quanto concerne il contenuto delle singole missioni, avverte che nella sua relazione si soffermerà su quelle di più stretto interesse per la Commissione.
  La Missione 1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura si pone come obiettivo la modernizzazione del Paese, declinata in alcuni settori chiave di intervento: la digitalizzazione e la modernizzazione della PA, la riforma della giustizia, l'innovazione del sistema produttivo, la realizzazione della banda larga, e l'investimento sul patrimonio che più caratterizza il sistema Italia rispetto agli altri Paesi: quello turistico e culturale. Gli obiettivi di innovazione e digitalizzazione riguardano anche le altre missioni e investono nello specifico anche il continuo e necessario aggiornamento tecnologico nell'agricoltura, nei processi industriali e nel settore terziario.
  La missione si struttura in 3 componenti: 1) Digitalizzazione, Innovazione e Sicurezza nella PA; 2) Digitalizzazione, Innovazione e Competitività del sistema produttivo; 3) Turismo e Cultura. Tali componenti sono distribuiti su una serie di progetti, per un ammontare complessivo di risorse pari a oltre 45 miliardi di euro.
  La componente Digitalizzazione, Innovazione e Sicurezza nella PA mira, tra l'altro, a implementare le infrastrutture informatiche delle pubbliche amministrazioni allo scopo di sviluppare un «sistema operativo del Paese» che consenta di trattare le grandi quantità di dati e informazioni indispensabili per erogare e gestire servizi a cittadini ed imprese introducendo strumenti che consentano la piena interoperabilità e condivisione delle informazioni fra le pubbliche amministrazioni. Nell'ambito di tale componente, si prevede, tra l'altro, un investimento per la digitalizzazione e la reingegnerizzazione del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN). Lo stanziamento totale per tale progetto è di circa 1,1 miliardi di euro.
  La componente Digitalizzazione, Innovazione e Competitività del sistema produttivo mira a: sostenere la transizione digitale e l'innovazione del sistema produttivo attraverso stimoli agli investimenti in tecnologie all'avanguardia e 4.0, ricerca, sviluppo e innovazione, cybersecurity; realizzare reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e satellitari, per la realizzazione, l'ammodernamento e il completamento delle reti ad altissima capacità collegate all'utente finale nel Mezzogiorno e nelle aree bianche e grigie, nonché per garantire la connettività di realtà pubbliche ritenute prioritarie e strategiche, integrando le migliori tecnologie disponibili per offrire servizi avanzati per il comparto produttivo e della sicurezza; favorire lo sviluppo delle filiere produttive, in particolare quelle innovative, nonché del Made in Italy ed aumentare la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali, utilizzando a tale scopo anche strumenti finanziari innovativi.
  Si prevedono incentivi per agevolare la transizione digitale e verde, sostenendo i processi virtuosi generati da trasformazioni tecnologiche interconnesse nella progettazione, nella produzione e nella distribuzione di sistemi e prodotti manifatturieri. Il Piano agisce sui fattori che abilitano la trasformazione digitale delle imprese creando le condizioni favorevoli alla realizzazione degli investimenti innovativi. I principi fondanti del Piano possono sintetizzarsi in una logica di neutralità tecnologica e nella scelta di intervenire con azioni orizzontali e automatiche. Con il «Progetto Transizione 4.0» è stata elaborata una nuova Pag. 102strategia di politica industriale del Paese, più inclusiva e attenta alla sostenibilità.
  Il Progetto si compone di una serie di misure volte a: stimolare la domanda di investimenti privati in beni strumentali per favorire sia la trasformazione digitale delle imprese che il necessario ammodernamento di macchinari e impianti in un'ottica di efficientamento produttivo ed energetico; sostenere prodotti e processi innovativi attraverso una misura dedicata alle attività di ricerca e sviluppo che portano all'adozione di soluzioni nuove per il settore o mercato di riferimento.
  Il nuovo progetto Transizione 4.0 prevede misure pluriennali per favorire la pianificazione delle strategie di investimento delle imprese. Introduce inoltre significativi potenziamenti, sia in termini di aliquote e massimali delle agevolazioni, sia in termini di semplificazione e accelerazione delle procedure di erogazione del vantaggio fiscale. L'estensione degli investimenti agevolabili, che a partire dal 2021 includono un bacino più ampio di beni strumentali immateriali, dovrebbe consentire il coinvolgimento maggiore delle piccole imprese che storicamente devono colmare un divario in termini di digitalizzazione di base. Infine, sempre in favore delle piccole imprese, il progetto prevede un bacino più ampio di beni strumentali immateriali agevolabili e meccanismi semplificati e accelerati di compensazione dei benefici maturati per le aziende con fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro. La fruibilità immediata del credito, ovviando alle note carenze di liquidità, potrebbe favorire maggiori investimenti da parte delle PMI.
  Il progetto si basa su un credito d'imposta articolato per spese in beni strumentali (materiali e immateriali 4.0), e per investimenti in ricerca e sviluppo, nonché in processi di innovazione e di sviluppo orientati alla sostenibilità ambientale e all'evoluzione digitale.
  Lo stanziamento complessivo per questo progetto è pari a 18,8 miliardi, ai quali si aggiungono risorse complementari per 6 miliardi e 760 milioni dagli stanziamenti della legge di Bilancio per il 2021.
  Il progetto Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione prevede di sostenere le filiere industriali, in particolare quelle che maggiormente hanno risentito degli effetti della crisi e quelle più avanzate dal punto di vista dell'innovazione e della sostenibilità ambientale, favorendone il rafforzamento anche al fine di migliorarne il posizionamento nelle catene del valore europee e globali e di ridurre la dipendenza da Paesi terzi. Particolare attenzione sarà rivolta, in questo ambito progettuale, alle imprese che promuovono nel mondo i prodotti del Made in Italy, in particolare a quelle di minori dimensioni. A tale scopo, sarà utilizzato il sistema del fondo di fondi attraverso il quale le risorse stanziate sono conferite a fondi operativi specializzati per strumenti finanziari, rischi assunti e settori di intervento. Tale conferimento, unitamente a strumenti BEI e dell'UE e alla partecipazione al capitale e/o ai finanziamenti di intermediari finanziari e partner, può rappresentare la dotazione che ogni singolo fondo utilizzerebbe per finanziare le iniziative di questo progetto.
  Nell'ottica di sostenere le filiere si prevede anche un insieme di interventi che stimoli la qualità e la specializzazione nei processi di aggregazione delle filiere in ogni settore, soprattutto in quelli di rilevanza nazionale. Saranno così incentivate le integrazioni e le interconnessioni tra le aziende nelle diverse fasi dei processi produttivi, favorendo, con strumenti idonei, anche processi di fusione e di patrimonializzazione. Lo stanziamento totale per questo progetto è di 2 miliardi.
  Un ulteriore ambito di interventi è dedicato al finanziamento delle PMI e al Fondo di garanzia stante la crisi di liquidità provocata dall'emergenza sanitaria che ha fatto emergere, per ampi segmenti del sistema produttivo e a prescindere dalla dimensione di impresa, l'esigenza di accedere a fonti di finanziamento diverse dal cash flow, compromesso dal calo di fatturato. In tale contesto il sistema bancario e le misure di sostegno intraprese dal Governo hanno giocato un ruolo preminente. Per questo, il PNRR – grazie ad una sinergia tra più programmi europei – mette a Pag. 103disposizione diversi strumenti per il rafforzamento del sistema produttivo, in particolare strumenti per favorire l'accesso al credito e la liquidità delle imprese, come il rifinanziamento del Fondo di Garanzia.
  Lo stanziamento totale per questo progetto è di 800 milioni su React-EU, ai quali si aggiungono risorse complementari per 1 miliardo dai progetti PON e per 3 miliardi e 100 milioni dagli stanziamenti della legge di bilancio per il 2021.
  Nell'ambito della componente Turismo e Cultura, una linea rilevante di intervento è dedicata allo sviluppo del turismo e della cultura nelle aree rurali e nelle periferie. Sotto questa linea si interverrà sui piccoli borghi storici e rurali, che rappresentano di frequente da contesti fragili sotto il profilo demografico, sociale, caratterizzati da elevati rischi ambientali con un Piano Nazionale Borghi che includerà interventi di valorizzazione del grande patrimonio di storia, arte, paesaggio, cultura e tradizioni presenti nei piccoli centri italiani, favorendo la rinascita delle antiche strutture agricole e dei mestieri tradizionali (ad es. l'artigianato).
  La Missione 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica, concerne i grandi temi dell'agricoltura sostenibile, dell'economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell'efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell'inquinamento.
  Gli obiettivi generali della missione sono: rendere la filiera agroalimentare sostenibile, preservandone la competitività; implementare pienamente il paradigma dell'economia circolare; ridurre le emissioni di gas clima-alteranti in linea con gli obiettivi 2030 del Green Deal; incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili e sviluppare rete trasmissione; promuovere e sviluppare la filiera dell'idrogeno; sostenere la transizione verso mezzi di trasporto non inquinanti e le filiere produttive; migliorare l'efficienza energetica e la performance antisismica degli edifici; assicurare la gestione sostenibile della risorsa idrica lungo l'intero ciclo; contrastare il dissesto idrogeologico ed attuare un programma di riforestazione; migliorare la qualità delle acque interne e marine.
  Le risorse complessive assegnate alla Missione 2, pari a 69,8 miliardi, sono così ripartite tra le 4 componenti in cui si articola la missione: Impresa verde ed economia circolare 7 miliardi di euro; Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile 18,22 miliardi; Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici 29,55 miliardi; Tutela del territorio e della risorsa idrica 15,03 miliardi.
  Tali linee progettuali verranno più puntualmente definite con le relative concrete iniziative di investimento, in coerenza con la strategia nazionale complessiva in corso di definizione per alcuni aspetti e alla capacità di raggiungere con efficacia ed efficienza gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC).
  Le azioni di investimento della Missione saranno accompagnate da specifiche riforme volte a favorire la transizione energetica e la svolta ecologica, fra le quali spicca la definizione di una strategia nazionale in materia di economia circolare. Essa si baserà su un intervento di riforma normativa, denominato «Circolarità e tracciabilità» volto a promuovere la semplificazione amministrativa in materia di economia circolare e l'attuazione del piano d'azione europeo per l'economia circolare. Quest'ultimo punterà a migliorare l'organizzazione e il funzionamento del sistema di controllo e tracciabilità dei rifiuti, per rafforzare l'ecodesign e la simbiosi industriale, riducendo a monte la produzione di rifiuti e per rafforzare la posizione dell'Italia come Paese con i più alti tassi di riuso circolare in Europa.
  Analizzando nello specifico la componente Agricoltura sostenibile Impresa verde ed economia circolare, rilevo che gli obiettivi con essa perseguiti sono volti a: conseguire una filiera agroalimentare sostenibile, migliorare la competitività delle aziende agricole e le loro prestazioni climatico-ambientali, potenziare le infrastrutture della logistica del comparto; rendere performante la filiera del riciclo con interventi volti a consentire il recupero le materie prime secondarie (MPS); implementare il Pag. 104paradigma dell'economia circolare, riducendo l'uso di materie prime di cui il Paese è carente e sostituendole progressivamente con materiali di scarto, conseguendo un minore impatto ambientale (ad esempio riduzione di inquinanti e CO2) e la creazione di posti di lavoro legati all'economia verde.
  La prima linea di azione Agricoltura sostenibile prevede iniziative per la competitività, la riqualificazione energetica e la capacità logistica del comparto agroalimentare italiano ed ha un costo complessivo di 2,5 miliardi di euro (dei 7 miliardi complessivi destinati all'intera componente in esame).
  Tale linea di azione si articola in tre progetti: i contratti di filiera, i parchi agrisolari e la logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, forestale e florovivaistico.
  Per quanto riguarda i contratti di filiera, si prevedono incentivi per progetti nei settori agroalimentari, ittici, forestali e florovivaistici che abbiano ad oggetto investimenti in beni materiali ed immateriali finalizzati alla riconversione delle imprese verso modelli di produzione sostenibile. È prevista, a tal fine, l'attivazione di una procedura di selezione dei programmi di investimento da concludersi entro il 2023, mentre la realizzazione degli stessi investimenti avverrà entro il 2026.
  Il secondo progetto, relativo ai parchi agrisolari, contempla incentivi per l'ammodernamento dei tetti degli immobili ad uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale (installazione pannelli solari, isolamento termico, sostituzione coperture in eternit, ecc.) volti di incrementare la sostenibilità e l'efficienza energetica del comparto anche attraverso la realizzazione di sistemi decentrati di produzione di energia. Esso sarà attuato attraverso bandi che conterranno criteri di selezione in linea con gli obiettivi europei (alta innovazione ed elevato contributo alla sostenibilità energetica ambientale.) Tali procedure saranno finalizzate ad ottenere, entro il 2026, una superficie coperta con pannelli fotovoltaici pari a 13.250 mq.
  Il terzo intervento, concernente la logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, forestale e florovivaistica, sarà realizzato attraverso incentivi agli investimenti per il miglioramento della capacità di stoccaggio delle materie prime agricole, il potenziamento delle infrastrutture nei mercati agricoli e per lo sviluppo di un sistema logistico integrato per le filiere dei comparti coinvolti. Il progetto in esame si articolerà in fasi distinte al termine delle quali, attraverso una procedura di selezione pubblica, saranno concessi aiuti, che contribuiranno a realizzare 60 interventi entro il 2026.
  La componente Tutela del territorio e della risorsa idrica ha l'obiettivo di: garantire la sicurezza dell'approvvigionamento idrico a scopo idropotabile, irriguo e industriale e una riduzione della dispersione delle acque attraverso una gestione efficace, efficiente e sostenibile della risorsa idrica; perseguire la salvaguardia, la tutela e il miglioramento della qualità ambientale attraverso una gestione integrata dei bacini idrografici; prevenire e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla gestione sostenibile dell'agro-ecosistema irriguo e forestale; digitalizzare e innovare i processi connessi alla gestione della risorsa idrica e al rischio alluvioni e alla salvaguardia del territorio anche ai fini dell'economia circolare dell'acqua; attuare un programma di forestazione urbana per contribuire alla cattura della CO2.
  La componente punta anzitutto a migliorare la resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici e all'incremento degli stress conseguenti, migliorando lo stato di qualità ecologica e chimica dei corpi idrici, la gestione a livello di bacino e l'allocazione efficiente della risorsa idrica tra i vari usi/settori (urbano, agricoltura, idroelettrico, industriale), investendo sulla manutenzione straordinaria degli invasi e dei sistemi di approvvigionamento (alcuni con estensione sovraregionale), ovvero completando i grandi schemi idrici ancora incompiuti, spesso utilizzati a scopo plurimo.
  Inoltre, si intende ridurre drasticamente la dispersione delle acque legata ad una Pag. 105gestione poco efficiente di infrastrutture obsolete (la media nazionale è 41 per cento, mentre nel Sud la media è 51 per cento). L'uso efficiente della risorsa idrica è una misura fondamentale di adattamento al cambiamento climatico, considerando la maggior durata osservata dei periodi di siccità e lo stress idrico in alcune aree del Paese.
  Un ulteriore obiettivo della componente è di favorire una depurazione più efficace delle acque al fine di migliorare la qualità delle acque interne e marine combinando innovazione tecnologica, transizione ecologica e miglioramento della qualità ambientale. Attualmente l'Italia è destinataria di quattro procedure di infrazione aperte dalla Commissione Europea per violazione della Direttiva 91/271/CEE, che per la maggior parte riguardano il Mezzogiorno. Gli impianti di depurazione dovranno diventare «fabbriche verdi», che consentano il recupero energetico e dei fanghi, e la produzione di acque reflue depurate ad uso irriguo.
  In aggiunta, si punta a mitigare i rischi legati al dissesto idrogeologico, esacerbati dagli impatti del clima sul ciclo idrologico e su tutte le fenomenologie ad esso collegate. Sempre per la mitigazione dei rischi dal dissesto vanno realizzate misure di tipo estensivo nelle superfici forestali presenti nei bacini idrografici, con interventi di gestione forestale sostenibile e di sistemazioni di idraulica forestale, con particolare riferimento alle zone collinari e montane ad alto rischio idrogeologico e di frana, allo scopo di migliorare la funzionalità, la resistenza, la resilienza dei boschi esistenti e il deflusso nel reticolo idrografico minore e nel sistema irriguo al servizio dei territori rurali.
  Nel dettaglio, la componente in esame si articola in una pluralità di azioni aventi ad oggetto: interventi sul dissesto idrogeologico che beneficiano di risorse complementari per 160 milioni dagli stanziamenti della legge di bilancio per il 2021; interventi di forestazione urbana realizzati nei comuni secondo criteri di abbattimento delle emissioni climalteranti previsti in un programma già definito con apposita normativa di settore, interventi di rimboschimento e tutela dei boschi coerenti con la pianificazione regionale di manutenzione dei sistemi di idraulica forestale, gestione e manutenzione del territorio rurale, per ridurre le aree forestali in dissesto e le aree soggette a rischio idraulico che sono finanziati con le risorse FEASR per 1 miliardo.
  La medesima componente prevede inoltre interventi su invasi e gestione sostenibile delle risorse idriche. Si tratta di circa 100 interventi su tutto il territorio nazionale, riguardanti la manutenzione straordinaria, finalizzati alla sicurezza statica e sismica, potenziamento e/o completamento di infrastrutture idriche di derivazione, artificiali e dighe, condotte di adduzione primaria e alla riduzione delle perdite idriche nei sistemi di adduzione. Gli interventi riguardano l'intero territorio nazionale, con una particolare attenzione agli schemi idrici del Sud con elevate criticità infrastrutturali.
  Sono previsti inoltre, per quanto concerne la linea di azione Resilienza dell'agrosistema irriguo interventi infrastrutturali sulle reti e sugli impianti irrigui e sui relativi sistemi di digitalizzazione e monitoraggio, attraverso l'installazione di tecnologie quali misuratori e sistemi di telecontrollo, e sistemi di monitoraggio dei depuratori con potenzialità di riutilizzo irriguo.
  Ulteriori azioni riguardano interventi per la gestione dei rifiuti raccolti a mare che si realizzano attraverso la costruzione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti marini, ovvero prodotti dalle navi o catturati in mare, ed interventi di adeguamento degli impianti esistenti.
  Alla componente Tutela del territorio e della risorsa idrica è destinato un ammontare complessivo di risorse di 15,5 miliardi, di cui 0,52 miliardi alla linea di intervento Resilienza dell'agrosistema irriguo.
  La proposta di Piano indica che la dotazione del PNRR sulla componente forestazione sarà ulteriormente rafforzata dal FEASR, una volta completato il processo programmatorio in corso e in accordo con le Regioni e le pubbliche amministrazioni. A titolo indicativo, nel periodo 2014-2020 sono stati destinati 1,6 miliardi di euro a Pag. 106misure forestali di gestione sostenibile e di prevenzione del dissesto idrogeologico. Osserva, a tal riguardo, che sarebbe opportuno integrare tali risorse con un fondo statale, considerato che un terzo del territorio nazionale è costituito da foreste.
  La Missione 4. Istruzione e ricerca persegue, tra gli altri, l'obiettivo di rafforzare i sistemi di ricerca e la loro interazione con il mondo delle imprese e delle istituzioni.
  In tale ambito, la componente Dalla ricerca all'impresa, per la quale sono stanziati 11,77 miliardi di euro dei 28,5 miliardi assegnati alla Missione, si propone di: accrescere la spesa, pubblica e privata, in ricerca e innovazione; rafforzare le iniziative IPCEI (Importanti progetti di comune interesse europeo); potenziare i meccanismi di trasferimento tecnologico; sostenere l'innovazione; favorire una più stretta interazione tra imprese e mondo della ricerca.
  Nell'ambito di tale missione, la componente Dalla ricerca all'impresa delinea interventi volti a innalzare il potenziale di crescita del sistema economico, agendo in maniera sistemica sulla leva degli investimenti in Ricerca e sviluppo (R&S), attraverso il potenziamento delle grandi infrastrutture di ricerca con particolare attenzione al Mezzogiorno; i partenariati allargati per lo sviluppo di progetti di ricerca orientati alle sfide strategiche di innovazione che il Paese ha davanti a sé e il finanziamento di progetti di ricerca di giovani ricercatori. Le ricadute attese si sostanziano in un aumento del volume della spesa e in un più efficace livello di collaborazione tra la base scientifica pubblica e il mondo imprenditoriale.
  Il Piano punta inoltre a potenziare le strutture di ricerca e a creare «campioni nazionali di R&S» su alcune Key Enabling Technologies, finanziando la creazione di 7 centri attivi in altrettanti domini tecnologici di frontiera attraverso il rafforzamento della dotazione di infrastrutture di ricerca e di personale altamente qualificato, tra i quali il Centro Nazionale Agri-Tech (il Polo Agri-Tech avrà sede a Napoli).
  La Missione 5. Inclusione e coesione mira, tra l'altro, a rafforzare le politiche attive del lavoro e della formazione di occupati e disoccupati; aumentare l'occupazione giovanile di qualità attraverso il rafforzamento del sistema duale; sostenere l'imprenditoria femminile come strumento di autonomia economica; realizzare la rigenerazione di edifici e territori urbani, con particolare attenzione a periferie e aree interne del Paese e interventi speciali per la coesione territoriale mirati alla riduzione dell'impatto della crisi e alla creazione delle condizioni per uno sviluppo equo e resiliente in ambiti territoriali specifici.
  Nell'ambito di tale Missione, la componente Interventi speciali di coesione territoriale, alla quale sono destinati 4,18 miliardi di euro dei 27,63 complessivamente stanziati per la Missione, persegue, in primo luogo, il rafforzamento della Strategia nazionale per le aree interne (SNAI), in coerenza con quanto definito nel Piano Sud 2030, con l'obiettivo di incrementare il numero di aree coinvolte nella Strategia, a partire da quelle maggiormente caratterizzate da accesso limitato ai servizi di base.
  Il Piano prevede interventi aggiuntivi per migliorare il livello e la qualità dei servizi scolastici, sanitari e di mobilità, un potenziamento dell'infrastrutturazione sociale, ambientale e digitale, nonché misure a sostegno dell'imprenditoria giovanile, in particolare nel settore turistico e agroalimentare, e del reinsediamento abitativo e produttivo. Si prevede, inoltre, uno specifico finanziamento di 180 milioni di euro per le infrastrutture digitali per le filiere agroalimentari nelle Regioni meridionali.
  In secondo luogo, con la componente in esame si prevedono investimenti per la sostenibilità delle aree colpite dai terremoti attraverso: l'ulteriore incentivazione della ricostruzione privata e pubblica, l'efficientamento energetico, il rafforzamento del sistema delle competenze e della formazione, il sostegno alle attività economiche e produttive locali, anche attraverso la valorizzazione delle risorse ambientali e agroalimentari e il miglioramento della dotazione in termini di infrastrutture di servizi e di trasporto. Questi interventi beneficiano di risorse complementari per 2 miliardi e Pag. 107950 milioni dagli stanziamenti della legge di bilancio per il 2021.
  In terzo luogo, in questo ambito il Piano mira al rafforzamento della vocazione internazionale e della propensione alla ricerca e all'innovazione dell'economia e della società del Mezzogiorno, attraverso la creazione di ecosistemi dell'innovazione in contesti urbani da rigenerare, in grado di rispondere alle sfide poste dalle transizioni digitale e verde, nonché al rafforzamento della collaborazione tra imprese, istituzioni e organismi di ricerca e cittadini. Lo scopo è la creazione di nuovi asset infrastrutturali destinati all'attrazione e alla creazione di imprese innovative e al potenziamento del capitale umano altamente qualificato.
  Il Piano interviene inoltre sulla valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, potenziando il lavoro congiunto dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati e dell'Agenzia per la coesione territoriale, con investimenti finalizzati alla restituzione alla collettività dei beni confiscati e al loro utilizzo a fini di sviluppo economico e sociale (inclusa la creazione di posti di lavoro), nonché come presidi di legalità a sostegno di un'economia più trasparente e del contrasto al fenomeno della criminalità organizzata.
  Richiamando i rilievi formulati nel parere del 29 settembre 20202 con riferimento a tale missione, in parte recepiti nella posposta di Piano, rileva che occorre ribadire la necessità di prevedere investimenti per la realizzazione degli agriasilo.
  Infine, in relazione alla missione 6. Salute, sottolinea la necessità di sollecitare il Governo a prevedere interventi in materia di sanità animale mirati a contrastare e a prevenire le epizoozie, che penalizzano fortemente il settore agricolo, con riferimento ai quali la proposta di Piano è carente.
  Come concordato nella riunione dell'Ufficio di presidenza del 20 gennaio scorso, avverte che, al termine dell'odierna seduta, la Commissione avvierà un ciclo di audizioni sulla proposta di PNRR.

  Lorenzo VIVIANI (LEGA) chiede di conoscere quali sono i tempi a disposizione della Commissione per l'esame della proposta di Piano e di avere un elenco completo dei soggetti che la Commissione intende audire.

  Filippo GALLINELLA, presidente e relatore, nel rinviare alla riunione dell'Ufficio di presidenza, prevista al termine delle audizioni, la definizione del quadro completo dei soggetti da audire, fa presente che, in linea di massima, la Commissione dovrà esprimere il parere nella prossima seduta utile successiva alla definizione della situazione politica in atto. In proposito, ricorda che in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato precisato che, relativamente al «Recovery Plan», le Commissioni, in pendenza di crisi di Governo, potranno procedere ad attività di carattere meramente conoscitivo.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.45.

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 27 gennaio 2021.

Nell'ambito dell'esame, in sede consultiva, della Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18).
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Agrinsieme (Confagricoltura, CIA, Copagri e Alleanza delle cooperative italiane – agroalimentare) e Coldiretti.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14 alle 16.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (ANBI).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 16 alle 16.15.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Alleanza delle Cooperative Italiane – Coordinamento pesca (AGCI Agrital Pesca, FedAgri Pesca-Federcoopesca e Legacoop agroalimentare-Dipartimento Pesca), Pag. 108 Associazione nazionale piccoli imprenditori della pesca (ANAPI Pesca), Federpesca, Impresa Pesca-Coldiretti, Unci-settore agroalimentare e pesca e dell'Associazione produttori tonnieri del Tirreno (APTT).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 16.30 alle 17.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 27 gennaio 2021.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 17.35 alle 17.45.