CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 26 gennaio 2021
513.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 30

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 26 gennaio 2021. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA.

  La seduta comincia alle 14.10.

Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza.
Doc. XXVII, n. 18.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che, come specificato anche nelle convocazioni, alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso, i deputati possono partecipare all'odierna seduta in sede referente in videoconferenza, in quanto nella seduta odierna non sono previste votazioni sul provvedimento.
  Fa presente che la Commissione avvia oggi l'esame, ai fini della formulazione di rilievi od osservazioni alla Commissione Bilancio, della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18).

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice, rileva innanzitutto come l'esame del provvedimento si inserisca nella procedura in base alla quale la Commissione Bilancio predisporrà, al termine di una attività di carattere istruttorio, e sulla scorta dei rilievi e delle osservazioni che saranno formulati dalle Commissioni di settore sulla Proposta di Piano, una relazione all'Assemblea ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, al fine di consegnare alla Camera una base di lavoro che possa favorire la deliberazione di appositi atti di indirizzo al Governo.
  Passando al contenuto del documento in esame, esso segnala in primo luogo come, durante l'epidemia da Covid-19, alla consapevolezza della fragilità comune si sia affiancata l'urgenza di una svolta, evidenziando come gli europei abbiano saputo ritrovarsi, con l'approvazione rapida di strumenti volti ad affrontare la crisi e a porre le fondamenta per la ripresa.
  La vera e propria svolta, di portata storica, è arrivata con l'accordo per finanziare con 750 miliardi l'iniziativa Next Generation EU (NGEU). Le decisioni delle istituzioni europee esprimono una profonda consapevolezza del passaggio storico e sta emergendo un'idea europea della società del futuro, che darà concretezza al progetto di una «Europa geopolitica» lanciato dalla Commissione Von der Leyen, per affermare l'autonomia strategica europea. Pag. 31
  Rileva quindi come tutte le istituzioni sono state impegnate in un'azione coordinata e coerente per il nuovo corso. Già nella prima metà del 2020, la Banca Centrale Europea (BCE) ha riposto con rapidità rafforzando la sua straordinaria espansione monetaria fornendo un contributo fondamentale ai Paesi membri nel contenimento degli effetti economici della pandemia.
  In particolare, la Commissione europea ha approvato l'uso flessibile delle risorse di bilancio con la Coronavirus Response Investment Initiative (CRII plus), la clausola di salvaguardia generale del Patto di Stabilità e Crescita e il quadro temporaneo relativo alle norme sugli aiuti di Stato. Da ultimo, a fine dicembre 2020, il Consiglio dell'Unione europea e il Parlamento hanno raggiunto l'accordo sul nuovo Quadro Finanziario Pluriennale per il 2021-2027, superando i veti in uno sforzo di solidarietà e rendendo operative tutte le risorse disponibili per il rilancio dell'Unione.
  Segnala quindi come Next Generation EU sia la grande occasione per lo sviluppo italiano di questo decennio, che chiama il Paese a uno sforzo collettivo e urgente. Lo strumento per realizzare questo sforzo nazionale, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, (PNRR) può rendere l'Italia un Paese più sostenibile e inclusivo, con un'economia più avanzata e dinamica.
  Il Piano fornisce una valutazione dell'impatto macroeconomico – specificamente sul PIL – degli investimenti e delle riforme strutturali previsti, pur riconoscendo che si tratta di un esercizio preliminare rispetto a quello che si potrà realizzare dopo aver pienamente definito tutti i dettagli dei progetti e delle riforme.
  L'ipotesi di fondo sottostante tale valutazione è che il PNRR possa avere un impatto positivo sul PIL italiano in virtù sia dell'effetto diretto dei maggiori investimenti sia di quello indiretto delle innovazioni tecnologiche che introdurrà e stimolerà, entrambi amplificati dalle riforme di contesto e da quelle più settoriali che accompagnano gli investimenti.
  Per quanto riguarda il percorso che ha portato alla predisposizione del documento in esame, ricorda che, in preparazione della proposta di PNRR, il Governo ha attuato una consultazione pubblica con gli attori istituzionali, economici e sociali che dovrà proseguire ai fini dell'adozione definitiva del Piano. Nella primavera del 2020 ha incaricato un Comitato di esperti, coordinati da Vittorio Colao, di elaborare delle proposte per il Piano di Rilancio del Paese. Nei mesi successivi, anche alla luce delle raccomandazioni del «Comitato Colao», il Governo ha ascoltato le opinioni e i suggerimenti delle imprese italiane, delle organizzazioni sindacali e della società civile. Nella metà di giugno 2020, a Villa Pamphilj, a Roma, il Governo ha organizzato l'iniziativa «Progettiamo il Rilancio», consistente in una serie di incontri con i rappresentanti delle Istituzioni e delle Parti sociali, per un confronto sulla ripartenza del Paese.
  Da agosto, il coordinamento dei lavori per la stesura del PNRR è stato assunto dal Comitato interministeriale per gli Affari Europei (CIAE), che ha a sua volta incaricato il Comitato Tecnico di Valutazione (CTV) di gestirne operativamente i lavori.
  In settembre, il CIAE ha approvato una proposta di Linee Guida per la redazione del PNRR, coerenti con quelle indicate dalla Commissione europea il 17 settembre, che è stata sottoposta all'esame del Parlamento italiano.
  Il 13 e 14 ottobre 2020 le Camere si sono pronunciate con un atto di indirizzo, che invita il Governo a predisporre il Piano, garantendo un ampio coinvolgimento del settore privato, degli enti locali e delle eccellenze che il Paese è in grado di offrire in tutti i settori.
  Il Governo, su questa base, ha intrapreso dal 15 ottobre un dialogo informale con la task force della Commissione Europea in vista della presentazione del PNRR. Una prima bozza di Piano è stata presentata al Consiglio dei ministri nella seduta del 7 dicembre 2020 per un'illustrazione preliminare, che è servita da documentazione di base per il confronto con le forze politiche di maggioranza. Il confronto ha riguardato la visione d'insieme della strategia di investimenti e riforme del Piano e Pag. 32si è intensificato nelle ultime settimane, anche attraverso l'elaborazione di osservazioni e proposte di modifica alle bozze di lavoro preliminari. Il risultato è stato sintetizzato in alcune Linee di indirizzo, che hanno portato a una significativa revisione progettuale e finanziaria della proposta di PNRR.
  Il Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2021 ha quindi approvato la proposta di PNRR, che costituisce la base di discussione per il confronto con il Parlamento, le Istituzioni regionali e locali, le forze economiche e sociali, il Terzo Settore e le reti di cittadinanza, ai fini dell'adozione definitiva del Piano.
  Segnala quindi come la presentazione del PNRR necessiterà, anche alla luce della scelta del Governo italiano di coinvolgere pienamente il Parlamento, di una più precisa definizione delle riforme e delle strategie di settore connesse al Piano e di ulteriori passaggi politico-amministrativi che consentano di concludere i progetti e le riforme nei tempi richiesti e previsti, attraverso l'individuazione dei soggetti responsabili, delle attività da compiere e delle modalità operative di lavoro e di coordinamento delle amministrazioni e degli attori istituzionali a vario titolo coinvolti.
  In tale contesto la bozza di Regolamento RFF prevede che i Piani nazionali siano di norma presentati formalmente entro il 30 aprile 2021. Le interazioni informali con la Commissione sono già in corso e forniscono utili spunti per la finalizzazione del Piano e la sua presentazione formale.
  Considerati gli effetti economici e finanziari, che deriverebbero da una ritardata o mancata attuazione di parte del Piano, l'organizzazione del lavoro assicurerà la focalizzazione di tutte le amministrazioni e le istituzioni competenti, coinvolte ad ogni livello, sul coordinamento e la realizzazione delle Linee di intervento del PNRR. Il Governo, sulla base delle linee guida europee per l'attuazione del Piano, presenterà al Parlamento un modello di governance che identifichi la responsabilità della realizzazione del Piano, garantisca il coordinamento con i Ministri competenti a livello nazionale e agli altri livelli di governo, e monitori i progressi di avanzamento della spesa.
  Per quanto riguarda i profili del documento di interesse della I Commissione assume prima di tutto rilevanza la Missione n. 1, la quale, come riportato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha come obiettivo generale «l'innovazione del Paese in chiave digitale, grazie alla quale innescare un vero e proprio cambiamento strutturale», ed investe alcuni ampi settori di intervento:

   digitalizzazione e modernizzazione della pubblica amministrazione;

   riforma della giustizia;

   innovazione del sistema produttivo;

   realizzazione della banda larga;

   investimento sul patrimonio turistico e culturale.

  Le linee di intervento della Missione si sviluppano attorni a tre componenti progettuali:

   digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA;

   digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo;

   turismo e cultura 4.0.

  Le risorse complessivamente destinate alla Missione 1 sono 46,3 miliardi di euro, pari al 20,7 per cento delle risorse totali del Piano, e sono ripartite in tre componenti, tra le quali interessa la I Commissione la componente 1.1, relativa alla Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA, per la quale sono già previste risorse per 5,61 miliardi di euro, destinate a progetti già in essere, cui si aggiungono 6,14 miliardi di euro, destinati a realizzare nuovi progetti, per un totale di 11,75 miliardi.
  In tale contesto segnala come la digitalizzazione costituisca uno dei temi trasversali Pag. 33 del Piano, che ricorrono anche nelle altre missioni coinvolgendo diversi settori:

   la scuola nei suoi programmi didattici, nelle competenze di docenti e studenti, nelle sue funzioni amministrative, nei suoi edifici (missioni 2 e 4);

   la sanità nelle infrastrutture ospedaliere, nei dispositivi medici, nelle competenze e nell'aggiornamento del personale (missioni 5 e 6);

   l'aggiornamento tecnologico nell'agricoltura, nei processi industriali e nel settore terziario (missioni 2 e 3).

  Nello specifico, la digitalizzazione, innovazione e sicurezza della PA, è articolata in tre settori di intervento:

   digitalizzazione della PA;

   modernizzazione della PA;

   innovazione organizzativa della giustizia.

  In particolare, quanto al primo di tali tre settori, agli interventi in materia di digitalizzazione della PA è destinata la maggior parte delle risorse, pari a circa 8 miliardi di euro, distribuiti in tre gruppi di investimenti:

   investimenti in infrastrutture digitali e cyber security, con uno stanziamento totale di circa 1,25 miliardi di euro, di cui circa 50 milioni già stanziati per la realizzazione di un data center del Ministero dell'interno e per il potenziamento delle reti di connettività delle strutture operatrici del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;

   investimenti in dotazione infrastrutturali per garantire l'interoperabilità e la condivisione di informazione tra le PA, con uno stanziamento totale di circa 1,1 miliardi, che include i vari interventi delle amministrazioni centrali che hanno avviato processi di digitalizzazione degli archivi e del patrimonio di dati, nonché percorsi di digitalizzazione dei processi operativi;

   investimenti per lo sviluppo di servizi digitali in favore dei cittadini e delle imprese: lo stanziamento totale per questo investimento è di 5,57 miliardi di euro, di cui circa 4,77 miliardi già stanziati per il progetto Italia Cashless, messo a punto dal Governo per incentivare l'uso di carte di credito, debito e app di pagamento.

  Su tale tematica il Consiglio dell'Unione europea, con le raccomandazioni annuali sul Piano Nazionale di Riforma dell'Italia, ha costantemente invitato il nostro Paese a «migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione, in particolare investendo nelle competenze dei dipendenti pubblici, accelerando la digitalizzazione e aumentando l'efficienza e la qualità dei servizi pubblici locali» (Raccomandazione del Consiglio del 9 luglio 2019 sul PNR 2019 dell'Italia, ed in particolare la Raccomandazione n. 3).

  La Commissione Europea, nella Relazione per Paese relativa all'Italia 2020 (Country Report 2020) del 26 febbraio 2020 ha preso atto che si sono verificati progressi nell'aumentare l'efficienza e la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Per quanto riguarda in modo specifico l'attuazione della succitata Raccomandazione del 2019, la Commissione ha registrato alcuni progressi nel miglioramento del livello di efficacia e digitalizzazione della pubblica amministrazione, in particolare investendo nelle competenze, accelerando la digitalizzazione e aumentando l'efficienza dei servizi pubblici locali.
  Il Report invita a proseguire la digitalizzazione dei servizi pubblici per favorirne rapidamente l'accesso per cittadini e imprese e a dotarsi di una strategia integrata per rafforzare la capacità amministrativa, in particolare per quanto riguarda gli investimenti, l'attuazione delle norme in materia di appalti pubblici e l'assorbimento dei fondi UE.
  Nelle Raccomandazioni specifiche all'Italia del 20 maggio 2020, il Consiglio dell'Unione europea ha invitato l'Italia ad adottare Pag. 34 provvedimenti, nel 2020 e nel 2021, volti a realizzare «un'infrastruttura digitale rafforzata per garantire la fornitura di servizi essenziali» (Raccomandazione n. 3) e a «migliorare [...] il funzionamento della pubblica amministrazione» (Raccomandazione n. 4), nella considerazione che «un'amministrazione pubblica efficace è cruciale per garantire che le misure adottate per affrontare l'emergenza e sostenere la ripresa economica non siano rallentate nella loro attuazione.»
  La necessità di migliore l'efficienza del funzionamento della pubblica amministrazione è ribadito nella Raccomandazione del Consiglio del 20 luglio 2020, successiva all'adozione del PNR 2020.
  Segnala quindi come il Governo, nel PNR 2020 (trasmesso alle Camere l'8 luglio 2020) sottolineasse in primo luogo che il piano di rilancio si baserà su un incremento della spesa, tra cui quella per l'innovazione e la digitalizzazione della pubblica amministrazione.
  In tale contesto la modernizzazione del Paese, intesa anzitutto come disponibilità disporre di una pubblica amministrazione efficiente, digitalizzata, ben organizzata e sburocratizzata, veramente al servizio del cittadino, costituisce una delle tre linee strategiche attorno a cui è costruito il piano di rilancio (assieme a Transizione ecologica e Inclusione sociale e territoriale, parità di genere).
  Le politiche strutturali con le quali Governo si impegna ad agire su innovazione e digitalizzazione della PA sono finalizzate a superare la frammentazione degli interventi, le duplicazioni e la scarsa interoperabilità.
  Un ruolo centrale in questo ambito è ricoperto dalla semplificazione amministrativa e normativa, attraverso anche lo snellimento delle procedure autorizzative e di controllo nei settori nei quali è più avvertito dai cittadini e dalle imprese l'eccessivo carico di oneri normativi e burocratici.
  In occasione della discussione parlamentare sul PNR, nella seduta del 29 luglio 2020, l'Assemblea della Camera ha approvato la risoluzione n. 6-00124 che, tra l'altro, impegna il Governo ad un significativo incremento della spesa per l'innovazione e la digitalizzazione, e alla predisposizione di una riforma della pubblica amministrazione.
  Inoltre, la risoluzione sulla Nota di aggiornamento del DEF approvata dalla Camera il 14 ottobre 2020 ha sottolineato l'importanza della transizione digitale impegnando il Governo, in coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica, ad utilizzare appieno le risorse messe a disposizione dal Recovery Plan Europeo per affrontare i nodi strutturali del Paese attuando un vasto programma di riforme e di investimenti pubblici per accelerare la transizione ecologica e digitale e portare l'economia italiana su un sentiero di crescita sostenuta, inclusiva e ambientalmente sostenibile.
  Nel contempo, la risoluzione auspica l'incremento delle risorse destinate all'istruzione e alla gestione dei beni e delle attività culturali, investendo nella digitalizzazione dei servizi e della didattica, nella realizzazione e riqualificazione delle infrastrutture sociali, anche al fine di colmare le disparità tra le diverse aree del Paese in termini di opportunità formative e di accesso all'istruzione, nonché nella promozione dell'industria culturale e del turismo e nella tutela del patrimonio artistico e naturale.
  La proposta di Linee Guida del Governo per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) presentata il 15 settembre 2020 alle Camere conferma gli obiettivi già indicati dal PNR.
  In particolare, la digitalizzazione della pubblica amministrazione, nonché dell'istruzione, della sanità e del fisco, è compresa tra gli obbiettivi della Digitalizzazione ed innovazione, la prima delle sei missioni del PNRR.
  Nella Relazione della V Commissione Bilancio della Camera sulla individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund (Doc. XVI, n. 4), per quanto riguarda la componente «Digitalizzazione della PA» rilevano i seguenti indirizzi:

   procedere nel processo di rinnovamento e modernizzazione della pubblica amministrazione, cogliendo le occasioni, fornite dalla crisi, per far fare un passo avanti nella digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni, Pag. 35 che può costituire un catalizzatore cruciale per accelerare la digitalizzazione del sistema delle imprese: a tal fine si propone l'istituzione di un'Agenzia nazionale per il cloud computing volta a semplificare lo sviluppo e la fruizione di servizi resi dalla pubblica amministrazione o destinati ad essa;

   coniugare il processo di innovazione tecnologica della pubblica amministrazione con una complessiva azione di semplificazione del contesto normativo e procedurale, al fine di ridurre gli oneri burocratici;

   realizzare appieno il principio cosiddetto «once only» in base al quale il cittadino o l'impresa non possono essere chiamati a fornire certificazioni, attestazioni, dichiarazioni o altri atti o documenti di cui la pubblica amministrazione nel suo complesso già dispone;

   implementare il processo di semplificazione a tutti i livelli di governo, anche attraverso la creazione di strumenti digitali che costituiscano un canale di comunicazione unitario tra il cittadino e il sistema delle pubbliche amministrazioni, aumentando l'efficienza e la qualità dei servizi pubblici;

   digitalizzare il comparto della pubblica sicurezza, con un focus sulla sicurezza ambientale oltre che sulla formazione specifica del personale delle Forze di polizia e della pubblica amministrazione nel suo complesso chiamato ad interagire con le donne vittime di violenza.

  Osservazioni analoghe sono contenute nella Relazione delle Commissioni 5a e 14a riunite del Senato.
  Particolare rilievo viene dato ai seguenti punti:

   diffusione e rafforzamento delle competenze digitali, prevedendo adeguate risorse per la formazione e l'aggiornamento del personale in servizio delle p.a., e in particolar modo per il per il reclutamento di nuove professionalità;

   standardizzazione dei procedimenti e realizzazione di una piattaforma informatica unica che permetta ai cittadini e agli imprenditori di dialogare con la pubblica amministrazione in modo rapido e trasparente.

  Per quanto attiene ai contenuti del Piano, il settore di intervento relativo alla digitalizzazione della PA è articolato in tre gruppi di investimenti.

   infrastrutture digitali e cyber security (1,25 miliardi di euro) finalizzato alla razionalizzazione ed il consolidamento delle infrastrutture digitali esistenti in un nuovo modello di cloud per la PA secondo quanto previsto nella strategia Cloud First del Piano Triennale per l'informatica nella Pubblica Amministrazione.

  Ricorda che nella Relazione della V Commissione della Camera, si propone l'istituzione di un'Agenzia nazionale per il cloud computing.
  L'investimento è volto inoltre alla creazione ed al rafforzamento delle infrastrutture legate alla protezione cibernetica del Paese previste dal perimetro di sicurezza nazionale cibernetica (PSNC di cui al decreto-legge n. 105 del 2019), dalla Direttiva NIS (recepita in Italia dal decreto legislativo n. 65 del 2018) e dalle iniziative previste dalla strategia europea di Cybersecurity del 16 dicembre 2020, incluso l'applicazione del Cybersecurity Act (Regolamento UE 2019/881).
  Dell'investimento fanno parte circa 50 milioni già stanziati per la realizzazione di un data center del Ministero dell'interno e per il potenziamento delle reti di connettività delle strutture operatrici del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
  Relativamente a quest'ultimo profilo, ricorda che nella Relazione della V Commissione della Camera si sottolinea espressamente l'esigenza di digitalizzare il comparto della pubblica sicurezza, con un focus sulla sicurezza ambientale, oltre che sulla formazione specifica del personale delle Forze di polizia e della pubblica amministrazione nel suo complesso chiamato ad interagire con le donne vittime di violenza.

Pag. 36

   dati ed interoperabilità (1,13 miliardi) con l'obiettivo di garantire l'interoperabilità e la condivisione di informazione tra le PA secondo il principio dell'once only, ed in linea con la EU Data Strategy.

  Tra le proposte avanzate nella Relazione della V Commissione Bilancio è prevista espressamente la realizzazione appieno del principio once only.
  Tra i progetti finanziati segnala:

   un catalogo di API che consenta alle Amministrazioni centrali e periferiche di attingere ai dati del cloud, di elaborarli e di fornire servizi a cittadini e imprese;

   l'implementazione del Single Digital Gateway (Sportello Digitale Unico europeo), garantendo l'accesso ai servizi erogati dalla PA italiana anche da parte dei cittadini europei;

   la digitalizzazione del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN);

   cittadinanza digitale, servizi e piattaforme (5,57 miliardi) per lo sviluppo di servizi digitali in favore dei cittadini e delle imprese, quali identità digitale (SPID e CIE), firma elettronica, strumenti di pagamento digitale per pubblico e privato (PagoPA, Italia Cashless community), piattaforma notifiche, ANPR, AppIO.

  Sono compresi nello stanziamento 4,77 miliardi già previsti per il progetto Italia Cashless, messo a punto dal Governo per incentivare l'uso di carte di credito, debito e app di pagamento.
  Ricorda quindi che alcune delle misure di semplificazione per il sostegno e la diffusione dell'amministrazione digitale sono state anticipate nel decreto-legge n. 76 del 2020, recante misure urgenti per la semplificazione dei procedimenti e per l'innovazione digitale.
  Negli indirizzi parlamentari sopra richiamati, la trasformazione digitale della pubblica amministrazione è sempre declinata in connessione ad una ampia riforma strutturale della pubblica amministrazione operante, assieme alla riforma della giustizia, nell'ambito del più generale sforzo di modernizzazione della burocrazia del Paese.
  Il tema di un intervento ordinamentale di riforma della PA in materia è accennato in più punti nel Piano.
  Si afferma, in particolare, che il «Programma di innovazione strategica della PA», sviluppato in sinergia con la trasformazione digitale, sarà accompagnato da «interventi di carattere ordinamentale a costo zero, volti a definire una cornice normativa abilitante al cambiamento per il rilancio del Sistema Paese» e che la Missione 1 comprende le necessarie riforme di sistema della giustizia e della PA.
  Nella parte del Piano relativa alla modernizzazione per la PA sono tratteggiati alcuni interventi sul piano normativo che il Governo intende intraprendere in materia di semplificazione procedimentale, eventualmente ricorrendo ad una legge-delega.
  Per quanto concerne il secondo settore di intervento, relativo alla modernizzazione della PA, ricorda che il Consiglio dell'Unione europea, con le raccomandazioni annuali sul Piano Nazionale di Riforma dell'Italia, ha più volte invitato il nostro Paese ad intensificare le azioni volte ad una maggiore modernizzazione della P.A.
  In particolare, come già ricordato, nella Raccomandazione n. 3 del 2019, il Consiglio ha raccomandato di migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione, investendo nelle competenze dei dipendenti pubblici e accelerando la digitalizzazione.

  La Commissione europea, nella Relazione per Paese relativa all'Italia 2020 (Country Report 2020) del 26 febbraio 2020 ha preso atto che si sono verificati alcuni progressi in relazione a quanto raccomandato, sia pur registrando progressi limitati nel promuovere il miglioramento delle competenze, in particolare quelle digitali.
  Per far fronte alle carenze di personale e all'età media elevata, dovute anche ad anni di blocco del turn over, nel PNR 2020 il Governo ha annunciato l'impegno ad orientare il già avviato processo di ringiovanimento delle PA alla copertura prioritaria Pag. 37 delle carenze di professionalità tecniche, informatiche e manageriali, sulla base di una rigorosa ricognizione dei fabbisogni. Strettamente connesso a tale aspetto è l'impegno del Governo a promuovere un complessivo aggiornamento e ammodernamento delle procedure concorsuali, rivolto anche ad una semplificazione delle stesse.
  Sempre con riferimento all'obiettivo di modernizzare la PA, nel PNR 2020 il Governo si è impegnato, altresì, a favorire una formazione continua e permanente del personale, accanto ad un reskilling professionale mirato, che sappia intercettare le trasformazioni del mercato del lavoro conseguenti alla pandemia.
  Inoltre, mettendo a sistema l'esperienza realizzata nel corso dell'emergenza epidemiologica, il medesimo PNR ha previsto l'adozione di misure volte ad incrementare la quota di lavoratori pubblici coinvolti nel lavoro agile (fissata al 10 per cento nel periodo precedente l'emergenza sanitaria).
  In occasione della discussione parlamentare sul PNR, l'Assemblea della Camera ha approvato la risoluzione n. 6-00124, che impegna il Governo a realizzare un significativo incremento della spesa da destinare, tra l'altro, alla digitalizzazione e alla riforma in senso ampio della Pubblica Amministrazione.
  Nella Relazione della V Commissione Bilancio della Camera si evidenzia, tra l'altro, come il miglioramento nell'efficienza della pubblica amministrazione comporti la necessità di incrementare e aggiornare il patrimonio di competenze dei dipendenti pubblici, anche attraverso il ricambio generazionale e l'acquisizione di nuove professionalità, nonché di assicurare l'efficienza nell'impiego delle risorse, anche attraverso meccanismi volti alla verifica di un efficace conseguimento dei risultati e alla valorizzazione del merito. La relazione evidenzia, inoltre, la necessità che il processo di innovazione tecnologica della pubblica amministrazione si coniughi anche con una complessiva azione di semplificazione del contesto normativo e procedurale, al fine di ridurre gli oneri burocratici e i vincoli che creano un clima di sfiducia nei rapporti tra i cittadini e PA, e rallentano gli investimenti pubblici.
  La necessità di procedere ad una modernizzazione della PA è ribadita nella Relazione delle Commissioni 5a e 14a del Senato, nonché nella Risoluzione approvata dalla Camera sulle linee guida del PNRR n. 6-00138.
  Quanto ai contenuti del Piano in esame, in esso la modernizzazione della P.A. si incentra su alcune specifiche linee di intervento, tra cui il reclutamento e la valorizzazione del capitale umano, la digitalizzazione dei processi, nonché la realizzazione di poli tecnologici territoriali delle amministrazioni pubbliche (PTA), anche al fine di favorire lo svolgimento dell'attività lavorativa in modalità agile.
  Le risorse specificamente destinate agli obiettivi di modernizzazione della PA sono pari a 1,5 miliardi di euro, così distribuiti:

   210 milioni per investimenti volti a migliorare la capacità di reclutamento del settore pubblico: come specificato, si tratta di risorse aggiuntive rispetto a quelle stanziate per le assunzioni relative ai singoli progetti del Piano, che sono a valore sulle risorse degli stessi;

   720 milioni per interventi di rafforzamento e valorizzazione delle competenze del personale dirigenziale e non dirigenziale della PA;

   480 milioni destinati a progetti di semplificazione dei procedimenti amministrativi e di digitalizzazione dei processi;

   100 milioni per la progettazione e la realizzazione di poli tecnologici territoriali delle PA.

  Per quanto concerne il capitale umano, l'investimento 2.1 (con uno stanziamento di 210 milioni di euro) si propone l'obiettivo di migliorare la capacità di reclutamento del settore pubblico e di assumere personale con competenze professionali adeguate, attraverso:

   una revisione di modelli e standard procedurali per l'analisi dei fabbisogni e delle competenze;

Pag. 38

   una programmazione continua e periodica dei concorsi pubblici;

   la realizzazione di un piano organico straordinario di assunzioni di personale a tempo determinato (destinato al rafforzamento delle amministrazioni coinvolte nella realizzazione del Recovery plan);

   la realizzazione di un «Portale del reclutamento» che consentirà ai cittadini di accedere in maniera centralizzata e sistematica a tutti i concorsi.

  L'investimento 2.2 (con uno stanziamento di 720 milioni di euro) ha l'obiettivo di rafforzare la conoscenza e le competenze del personale, dirigenziale e non dirigenziale, della PA – attraverso l'implementazione di percorsi di upskilling e reskilling del personale in servizio –, di stabilire un sistema nazionale di certificazione ed accreditamento degli organismi di formazione e di individuare nuove e più efficaci forme di valorizzazione del personale con elevate capacità professionali in servizio nelle amministrazioni, al fine di motivare e incentivare il predetto personale e di migliorare conseguentemente l'efficienza delle amministrazioni.
  Per quanto concerne l'aspetto della formazione del personale, segnala come la componente 5.1, Politiche per il lavoro, della Missione 5, Inclusione e coesione, ponga tra le linee di intervento dirette al rafforzamento delle politiche attive del lavoro lo sviluppo di un Piano nazionale nuove competenze, un sistema permanente di formazione, anche attraverso la valorizzazione degli strumenti esistenti che utilizzano modalità di apprendimento duale e l'istituzione di partenariati pubblico – privati.
  L'investimento 2.4 (per il quale vengono stanziati 100 milioni di euro) prevede un intervento volto alla realizzazione di poli tecnologici territoriali delle amministrazioni pubbliche (PTA), che costituiscano:

   spazi di coworking e smart working, anche al fine di decongestionare i centri urbani;

   poli di innovazione tecnico-organizzativa, grazie al confronto, all'interazione e alla socializzazione della conoscenza di dipendenti di amministrazioni diverse;

   centri di formazione e di erogazione di servizi pubblici.

  Il disegno degli interventi sul capitale umano nella PA propone inoltre di valorizzare la dimensione di genere, in particolare attraverso:

   la valorizzazione del lavoro agile e di nuovo forme di organizzazione del lavoro pubblico finalizzate alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro;

   una maggiore attenzione al tema dell'accesso delle donne a posizioni dirigenziali.

  Per quanto riguarda l'attività della Pubblica Amministrazione il Piano, con l'investimento 2.3 (per il quale è previsto uno stanziamento di 480 milioni di euro) mira a ridurre i tempi e i costi dei procedimenti amministrativi, garantendo servizi di qualità per cittadini e imprese attraverso:

   una revisione della disciplina dei procedimenti amministrativi che riguardano le attività economiche e la vita dei cittadini, volta a sopprimere gli adempimenti non più necessari, ridurne i tempi e i costi, digitalizzare le fasi procedimentali. A tal fine, il Governo intende svolgere, in via propedeutica, un «censimento dei procedimenti», ossia una mappatura completa dei procedimenti amministrativi, con priorità di quelli necessari alla rapida attuazione dei progetti del PNRR;

   la velocizzazione delle procedure per il rilancio, garantendo il supporto delle PA interessate nella gestione dei procedimenti più complessi mediante pool di esperti multidisciplinari;

   la prosecuzione della semplificazione e della digitalizzazione delle procedure per l'edilizia e le attività produttive.

Pag. 39

  Nei settori e con gli obiettivi precedentemente menzionati, alcune misure sono state introdotte, tenuto conto delle raccomandazioni delle istituzioni europee per il 2020 con il cosiddetto decreto-legge semplificazioni (decreto-legge n. 76 del 2020), con particolare riguardo alle:

   semplificazioni procedimentali e responsabilità dei funzionari pubblici;

   misure di semplificazione per il sostegno e la diffusione dell'amministrazione digitale.

  Rileva inoltre, sempre per quanto concerne i profili di interesse della Commissione, come la Missione 5, Inclusione e coesione, che è divisa in 3 componenti, abbia un ruolo di grande rilievo nel perseguimento degli obiettivi, trasversali a tutto il PNRR, di sostegno all'empowerment femminile e al contrasto delle discriminazioni di genere, nonché di aumento dell'occupazione, soprattutto giovanile, e di rafforzamento della formazione sul lavoro e per i disoccupati e di miglioramento della qualità del lavoro.
  La prima componente riguarda le «Politiche per il lavoro»; la dimensione di genere, generazionale e territoriale di questa componente è ulteriormente rafforzata dalla complementarità con le misure di decontribuzione per i giovani, le donne ed il Sud, parzialmente finanziate attraverso il REACT-EU.
  La seconda componente, «Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore», mira a supportare situazioni di fragilità sociale ed economica, a sostenere le famiglie e la genitorialità.
  La terza componente, «Interventi speciali di coesione territoriale», prevede il rafforzamento della Strategia nazionale delle aree interne rilanciata dal Piano Sud 2030, con interventi sulle infrastrutture sociali e misure a supporto dei giovani e finalizzate alla transizione ecologica.
  Al riguardo il documento in esame rileva come la disuguaglianza di genere limiti il potenziale contributo delle donne alla crescita economica del Paese; la sua natura trasversale richiede un'ottica e una politica multidimensionali e intersettoriali. La parità di opportunità e di diritti va infatti realizzata contestualmente in diversi ambiti della vita economica e sociale: dall'occupazione alla remunerazione, all'istruzione, al bilanciamento tra impegni familiari e lavorativi, fino a toccare il tema purtroppo ancora drammatico della violenza di genere.
  Condizione essenziale per progredire sul piano di una effettiva e sostanziale parità di genere è innalzare l'occupazione femminile, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. Questo obiettivo è perseguito prioritariamente attraverso le politiche attive del lavoro e il miglioramento delle infrastrutture sociali, come il potenziamento dei servizi di asili nido e per la prima infanzia, delle scuole per l'infanzia e del tempo scuola.
  In merito segnala come gli investimenti nelle infrastrutture sociali creino opportunità di lavoro femminile di qualità e contribuiscano a liberare il potenziale delle donne, rendendo il lavoro di cura una questione di rilevanza pubblica mentre oggi nel nostro Paese è lasciato sulle spalle delle famiglie e spesso distribuito in modo diseguale fra i generi. A questo obiettivo mirano anche le misure a favore dell'imprenditoria femminile e della libera scelta della maternità e, nel campo dell'istruzione, le politiche che favoriscono in particolare l'accesso da parte delle donne all'acquisizione di competenze STEM.
  A tale riguardo, nell'ambito della Missione 5, viene introdotto un sostegno specifico all'imprenditorialità femminile, con l'obiettivo di favorire l'indipendenza economica delle donne, e che può costituire un importante contributo per sostenere le donne vittime di violenza nel loro percorso verso l'autonomia economica.
  Osserva altresì come, sempre nell'ambito della Missione 5, si potenzi il Servizio Civile Universale, con l'obiettivo di disporre di un numero più elevato di giovani che, attraverso il Servizio Civile, compiono un percorso di apprendimento non formale, attraverso il quale accrescono le proprie conoscenze e competenze e sono meglio Pag. 40orientati rispetto allo sviluppo della propria vita professionale.
  Dichiara in conclusione la massima disponibilità al confronto con tutti i gruppi, considerata la necessità di affrontare questioni di assoluta importanza per il Paese con un approccio che prescinda da mere logiche di appartenenza e miri al perseguimento di obiettivi anche di lungo termine.
  Si augura dunque la collaborazione da parte di tutti gli schieramenti politici, attraverso la formulazione di proposte e suggerimenti, in vista dell'elaborazione di una proposta di osservazioni e rilievi il più possibile condivisa.

  Emanuele PRISCO (FDI) chiede delucidazioni circa le modalità di prosecuzione dell'iter del documento.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, in riferimento alla questione posta dal deputato Prisco, fa presente che le modalità di prosecuzione dei lavori potranno essere definite in una prossima riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, anche alla luce delle tempistiche che saranno stabilite dalla V Commissione per la conclusione dell'iter del documento.
  Nel rilevare come la relatrice abbia espresso la massima disponibilità al confronto con tutti i gruppi, ritiene che vi siano le condizioni per svolgere un'ampia e proficua discussione.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.20.