CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 22 dicembre 2020
500.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 24

INTERROGAZIONI

  Martedì 22 dicembre 2020. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Vittorio Ferraresi.

  La seduta comincia alle 11.40.

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che, poiché nella seduta odierna in sede di interrogazioni, non sono previste votazioni, ai deputati è consentita la partecipazione da remoto, in videoconferenza, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento Pag. 25 nella riunione del 4 novembre scorso.

5-05132 Bisa: Sulla riapertura dei termini di maturazione dei requisiti per partecipare all'esame di Stato per l'abilitazione alla professione forense inizialmente previsto per il 15, 16 e il 17 novembre.

  Il sottosegretario Vittorio FERRARESI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Ingrid BISA (LEGA) si dichiara allibita per la risposta del sottosegretario che, a suo parere, contiene soltanto scusanti, non essendovi evidentemente la volontà di risolvere le problematiche che i rappresentanti della categoria dei praticanti si trovano ad affrontare quotidianamente. Sottolinea in particolare come il sottosegretario Ferraresi abbia giustificato il mancato intervento del Ministro Bonafede con l'impossibilità di modificare per decreto la norma primaria dettata dal Regio decreto n. 1578 del 1933 che disciplina le modalità per lo svolgimento delle prove di esame per l'accesso alla professione forense. Ritiene che si tratti di un'affermazione forte, considerato che nel corso della pandemia il Presidente del Consiglio, con un operato ritenuto normale, è intervenuto a suon di DPCM e di decreti-legge in violazione non soltanto delle norme primarie ma addirittura dei principi costituzionali, limitando fortemente le libertà personali dei cittadini. Nel rilevare pertanto la necessità che il Governo faccia chiarezza, ritenendo di una gravità assoluta la motivazione addotta dal sottosegretario Ferraresi, auspica che il Ministro abbia un ripensamento e riveda le proprie disposizione al fine di evitare che i giovani laureati perdano un anno prima di poter svolgere le prove che darebbero loro accesso alla professione forense.

5-05154 Zanettin: Sulla nomina del direttore della direzione generale dei detenuti e del trattamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.

  Il sottosegretario Vittorio FERRARESI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Pierantonio ZANETTIN (FI), nel dichiararsi totalmente insoddisfatto della risposta resa dal rappresentante del Governo, sottolinea come gran parte degli aspetti in essa contenuti fossero scontati, essendo manifesta la qualità del dirigente dell'amministrazione penitenziaria oggetto dell'atto di sindacato ispettivo in discussione ed ovvia la legittimità della scelta effettuata. Contesta, invece, l'opportunità di tale scelta, confermando le critiche già formulate nell'interrogazione in esame. A suo avviso, il Ministro della Giustizia ha sbagliato a discostarsi da una prassi consolidata da oltre 35 anni in base alla quale all'incarico di direttore generale dei detenuti e del trattamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria viene destinato un magistrato. Nel sottolineare, infatti, come lui stesso abbia sempre sostenuto la necessità di limitare al massimo gli incarichi fuori ruolo dei magistrati, la posizione delicata nella quale il direttore generale è posto – anche in relazione all'applicazione del 41-bis nei penitenziari – in questo caso, avrebbe giustificato che tale ruolo fosse ricoperto da un magistrato che è indipendente rispetto all'Esecutivo, non essendo posto in una condizione di subordinazione rispetto al Ministro della giustizia. Rileva, inoltre, che spesso la Direzione nazionale antimafia può avere delle riserve a trattare delicate questioni con dei dirigenti amministrativi. Per tali ragioni, ribadisce la propria insoddisfazione per la risposta ricevuta.

5-05192 Siracusano: Sulle iniziative per l'istituto penitenziario di Gazzi a Messina.

  Il sottosegretario Vittorio FERRARESI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Matilde SIRACUSANO (FI) dichiara di non essere affatto soddisfatta dalla risposta resa dal sottosegretario Ferraresi. Sottolinea, infatti, che per quanto attiene al quesito specifico in merito alla quantità di unità di personale di polizia penitenziaria da destinare all'istituto penitenziario di Messina Gazzi, così come a quella sui tempi Pag. 26entro i quali tale destinazione debba avvenire, il rappresentante del Governo non ha fornito alcuna risposta. In merito, evidenzia che la attuale dotazione di personale è sottodimensionata di almeno 35 unità e che al suo interno vi sono 70 unità di personale prossime al compimento del cinquantesimo anno di età, requisito sufficiente per chiedere di essere esonerati dal servizio notturno. Sottolinea, inoltre, che la attuale pianta organica ricomprende anche personale con funzioni amministrative-contabili, invitando quindi il Governo a porre maggiore attenzione al carcere di Messina Gazzi. Per quanto attiene, inoltre, al reparto di chirurgia che fino al 2016 era all'interno della struttura carceraria, precisa di aver recentemente visitato l'istituto penitenziario e di averne constatato la sua attuale inutilizzabilità. Anche per tale aspetto chiede quindi una maggiore attenzione da parte dell'Esecutivo e, rilevando come, sebbene le condizioni interne del carcere appaiano assolutamente decorose, quelle delle aree esterne siano fatiscenti, evidenzia la necessità di intervenire celermente per risolvere la questione.

5-04920 Giachetti: Su un'iniziativa ispettiva presso la Procura di Roma per il mancato arresto dell'onorevole Bernardini.

  Il sottosegretario Vittorio FERRARESI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Roberto GIACHETTI (IV) si dichiara «colpito» dalla risposta del rappresentante del Governo in quanto una gran parte della popolazione carceraria è reclusa proprio per i medesimi motivi per i quali avrebbe dovuta essere arrestata Rita Bernardini. Ricorda, infatti, che la ex deputata è stata prelevata dalla propria abitazione, per essere trasferita in caserma dove le sarebbe stato comunicato l'arresto, revocato dopo una consultazione con il procuratore della Repubblica di Roma, per evitare la risonanza mediatica che quell'arresto avrebbe potuto comportare. A suo avviso, per il mancato arresto si configura la violazione dell'articolo 73, commi 1 e 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 209 del 1990. Nel ricordare quindi come da una parte vi è l'esigenza delle tante iniziative di disobbedienza civile sulla cannabis portate avanti da Rita Bernardini, dall'altra vi è quella che, se qualcuno compie un reato, nessuno può discutere se vi sia o meno una motivazione per la quale procedere all'arresto.

5-04922 Giachetti: Sulle procedure di collaudo della fornitura dei braccialetti elettronici e su modalità e tempi per la loro messa a disposizione.

  Il sottosegretario Vittorio FERRARESI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Roberto GIACHETTI (IV) ritiene che il rappresentante del Governo non abbia risposto ai quesiti formulati dall'atto di sindacato ispettivo a sua firma. Ricorda di aver presentato l'interrogazione in discussione al Ministro della giustizia nel marzo del 2020 e che, non avendo ottenuto risposta, ha deciso di trasformare tale atto in una interrogazione a risposta in Commissione e di presentare anche una interpellanza sulla medesima materia. Sottolinea che nella risposta il rappresentante del Governo ha evidenziato come sia stato stipulato un contratto con RTI Fastweb per la fornitura di braccialetti elettronici. Rileva che tale contratto prevedeva la disponibilità mensile di circa 1200 braccialetti a partire dal dicembre 2018 e che al 15 maggio di quest'anno ne risultavano disponibili solo 2600. Sottolinea inoltre che a tuttora non è stato effettuato il collaudo di tale contratto ed evidenzia che i quesiti posti erano volti a conoscere se il collaudo sia stato fatto e ad ottenere indicazioni precise circa il numero dei braccialetti disponibili. Si domanda inoltre per quali ragioni il commissario Arcuri, sebbene non siano stati ancora forniti da Fastweb tutti i braccialetti previsti dal contratto, abbia chiesto a tale società altri 4700 braccialetti, sottolineando come si sarebbero potuti utilizzare quelli che dovevano essere forniti ai sensi del contratto. Sottolinea quindi che alcuni giudici di sorveglianza non concedono Pag. 27 gli arresti domiciliari in quanto non sono disponibili i braccialetti elettronici. Lamenta inoltre il fatto che il sottosegretario non sia in grado di rispondere alle domande poste ed in particolare di fornire il numero preciso della dotazione di braccialetti elettronici disponibile al momento. Chiede quanti siano i detenuti che, pur ricorrendone i requisiti, non possono essere posti agli arresti domiciliari per assenza di tali dispositivi. Stigmatizza che, decorso un anno dalla presentazione dell'atto di sindacato ispettivo, con tutto ciò che sta accadendo all'interno delle carceri italiane, il rappresentante del Governo non sia in grado di fornire adeguate risposte alle domande poste. Evidenzia come da una parte il Ministro della giustizia sia contrario all'adozione delle misure idonee ad alleggerire coloro che devono scontare una pena residua attraverso il ricorso alle proposte fatte dai Radicali e dall'altra non sia possibile adottare neanche quelle misure che si potrebbero assumere a legislazione vigente per carenza di strumenti. Rammenta che Rita Bernardini ha avviato uno sciopero della fame, durato trentacinque giorni, per sollecitare il Ministro della giustizia a risolvere la situazione sanitaria nelle carceri determinatasi a seguito della pandemia e si domanda se si debba essere costretti ad attendere che all'interno delle strutture penitenziarie si determinino delle rivolte per poter ottenere una risposta adeguata da parte del Governo. Fa presente da ultimo che nella giornata odierna Rita Bernardini è stata ricevuta dal Presidente del Consiglio per chiedere adeguate misure per ridurre il numero dei detenuti nelle carceri, il quale le ha fornito rassicurazioni in merito e sottolinea come pertanto la risposta ricevuta dal rappresentante del Governo sia a suo avviso indecente.

5-03521 Varchi: Sull'indennità di malattia e di rischio per i giudici di pace e i magistrati onorari.
5-05179 Tateo: Sulla situazione della magistratura onoraria.

  Il sottosegretario Vittorio FERRARESI risponde congiuntamente alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

  Ciro MASCHIO (FDI) dichiara di non potersi considerare soddisfatto della risposta del sottosegretario, analogamente agli oltre 5.000 magistrati onorari italiani che danno un contributo fondamentale al sistema giustizia, smaltendo il 60 per cento del carico di lavoro dei processi civili e penali. Fa presente inoltre che molti di loro lavorano da oltre 20 anni per l'amministrazione della giustizia con gli stessi oneri e gli stessi doveri dei magistrati ordinari ma senza che gli vengano riconosciuti i medesimi diritti previdenziali e assistenziali. Quanto poi al trattamento retributivo, evidenzia che un magistrato onorario impegnato presso il tribunale di Milano percepisce 98 euro lordi ad udienza, con una mensilità netta di circa 1.000 euro, senza alcuna copertura in caso di malattia, rilevando come l'attuale pandemia abbia peggiorato la situazione, incrementando il rischio cui la categoria è esposta. Nel rammentare a tale proposito la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea che il 16 luglio 2020 ha sostanzialmente riconosciuto ai magistrati onorari lo status di lavoratore subordinato, fa presente che il citato disegno di legge all'esame del Senato è ben lontano dal risolvere la questione, dal momento che mantiene la distinzione tra magistrati togati e onorari, rifiutandosi di riconoscere i diritti di questi ultimi. Nel fare presente che è in atto uno sciopero nazionale della categoria, che soffre di carenze di organico da oltre 15 anni, a fronte di una sempre crescente domanda di giustizia, richiamando il necessario rispetto degli articoli 97 e 111 della Costituzione, ritiene indispensabile mettere mano ad una riforma organica che realizzi la definitiva stabilizzazione dei magistrati onorari come lavoratori subordinati.

  Roberto TURRI (LEGA), replicando in qualità di cofirmatario dell'interrogazione della collega Tateo, nel ringraziare il sottosegretario, si dichiara insoddisfatto della risposta dalla quale sembrerebbe erroneamente evincersi che tutti i problemi sono Pag. 28stati risolti. Nel riconoscere che si tratta di un problema annoso, al quale si è tentato inutilmente di porre rimedio già con gli interventi normativi del 1991 e del 1995, sottolinea come, a fronte del contributo fondamentale fornito alla giustizia dai magistrati onorari, essi siano tuttavia privi delle necessarie tutele. Evidenzia che un intervento in materia è ancora più urgente dopo la riforma dell'allora Ministro Orlando che ha peggiorato la situazione, limitandosi esclusivamente a scongiurare il riconoscimento del magistrato onorario come lavoratore subordinato, in linea con la citata sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea. Nel ribadire l'esigenza di fornire risposte adeguate alla categoria, che sta da tempo promuovendo scioperi e manifestazioni a livello nazionale, auspica che il Governo voglia considerare prioritario l'esame del disegno di legge del Ministro Bonafede presso il Senato, sottolineando nel contempo la necessità di sostanziali miglioramenti del testo.

  Mario PERANTONI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 22 dicembre 2020. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Vittorio Ferraresi.

  La seduta comincia alle 13.25.

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2019-2020.
C. 2670 Governo.
(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito dell'esame degli emendamenti e conclusione – Parere).

  La Commissione prosegue l'esame degli emendamenti al provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 10 dicembre 2020.

  Mario PERANTONI, presidente, ricorda che nella precedente seduta il relatore aveva presentato una proposta di parere sulle proposte emendative Montaruli 3.1, Polidori 4.1, Mantovani 21.1, 15.02 e 15.03 della relatrice, nonché sul subemendamento De Giorgi 0.15.03.1, trasmessi dalla XIV Commissione, che, sulla base del dibattito svoltosi in quell'occasione, è stata riformulata dallo stesso relatore e inviata a tutti i membri della Commissione nella nuova formulazione.

  Catello VITIELLO (IV), relatore, illustra la proposta di parere, come riformulata (vedi allegato 7) sottolineando come la discussione svoltasi nella seduta precedente si sia concentrata sull'articolo aggiuntivo 15.03 della relatrice volto a modificare l'articolo 604-quater del codice penale. A tale proposito evidenzia che le modifiche da lui proposte con riguardo alla originaria formulazione dell'articolo aggiuntivo, anche a seguito del confronto con i colleghi e con il Governo, sono volte a sottolineare l'intenzionalità e l'assenza di giustificato motivo dell'accesso a materiale pornografico, rimettendosi invece, con riguardo alla eventuale minore età del soggetto utilizzato, alla copiosa giurisprudenza sull'applicazione dell'articolo 603-ter del codice penale, oltre che alle indicazioni della direttiva (UE) 2011/93 e della Convenzione di Lanzarote.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) sottolinea come l'ottima difesa del collega Vitiello, frutto della sua notevole esperienza di avvocato penalista, non colga tuttavia il cuore della questione. Evidenzia che, pur con intenzioni lodevolissime, con l'articolo aggiuntivo 15.03 della relatrice si sta mettendo mano al codice penale, senza avere conoscenza precisa dei contenuti della procedura di infrazione 2018/2335 che si intenderebbe sanare e in assenza di una reale urgenza dell'intervento, considerato che molti Stati membri dell'Unione europea non hanno ancora adeguato il proprio ordinamento Pag. 29 interno ai contenuti della citata direttiva. Esprime la convinzione che non si possa modificare il codice penale attraverso un intervento emendativo in un testo di legge di altra natura, rilevando nel contempo la necessità che l'azione dell'accesso al materiale pornografico vada quantomeno qualificato in modo più stringente al fine di garantire la tassatività della norma penale. Ritiene infatti che il testo, così come formulato, possa comportare il rischio che un soggetto venga indagato ed eventualmente processato senza che abbia avuto alcuna contezza della presenza di persone minorenni nel materiale pornografico. Rileva a tale proposito come la certa assoluzione del citato soggetto nei diversi gradi di giudizio non possa tuttavia costituire un adeguato risarcimento alle sofferenze subite e all'infamia dell'accusa. Pertanto, nel sottolineare che l'articolo aggiuntivo 15.03 della relatrice dovrebbe essere respinto, ritiene che, quantomeno, si dovrebbe provvedere a circostanziare l'accesso al materiale pornografico, facendo riferimento alla reiterazione dell'azione, nonché al titolo oneroso e alla protezione tramite password che contraddistinguono i siti in questione. Ritiene che in assenza di tali qualificazioni il testo sia pericoloso e comporti un inutile aggravio dei carichi di lavoro del sistema giustizia. Chiede quindi in conclusione un rinvio dell'esame delle proposte emendative al disegno di legge europea, rilevando come non vi sia alcuna urgenza.

  Catello VITIELLO (IV), relatore, nel dichiararsi di norma restio ad intervenire sulla legislazione penale, che a suo parere dovrebbe costituire l'extrema ratio, intende tuttavia tranquillizzare l'onorevole Paolini e gli altri colleghi che hanno posto la questione. Fa presente infatti di conoscere perfettamente i contenuti della direttiva in questione e di aver svolto uno studio comparativo delle modalità con cui gli altri Stati membri dell'Unione europea hanno realizzato l'adeguamento del proprio ordinamento interno, sottolineando peraltro che l'Italia è uno dei pochi Paesi che non lo ha ancora fatto. Rappresenta in particolare che la Gran Bretagna ha provveduto ad anticipare la tutela penale, adeguandosi in maniera pedissequa ai contenuti della direttiva ed anzi evitando di prevedere il requisito della consapevolezza dell'utilizzo di soggetti minorenni ai fini della qualificazione dell'azione. Fa inoltre presente che la Finlandia, con una soluzione che piacerebbe al collega Paolini, ha introdotto il discrimine del «sito a pagamento», causando le censure della Commissione europea che a breve avvierà una procedura d'infrazione nei confronti del Paese. Nell'evidenziare inoltre che diversi studi dimostrano come si possa accedere a materiale pedopornografico anche attraverso siti a titolo gratuito, sottolinea che la procedura d'infrazione è stata avviata nei confronti dell'Italia per mancato adeguamento alla citata direttiva e che la reiterazione di tale comportamento comporterà inevitabili sanzioni economiche.

  Roberto TURRI (LEGA), nel ringraziare il collega Vitiello per lo sforzo compiuto e per la disponibilità al confronto, rileva che, nonostante i miglioramenti apportati all'articolo aggiuntivo 15.03 della relatrice, la soluzione adottata non soddisfa la Lega. Fa presente infatti che permangono perplessità anche con riguardo alla nuova formulazione, dal momento che non è stata evidenziata la reiterazione dell'accesso che invece ritiene fondamentale per evitare il rischio di imputazioni non necessarie. In conclusione preannuncia il voto contrario dei componenti del gruppo della Lega.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) tiene a sottolineare come l'intervento sia sbagliato anche dal punto di vista metodologico dal momento che si modifica il codice penale senza aver svolto alcuna audizione di soggetti esperti e senza conoscere il contenuto della procedura d'infrazione.

  Mario PERANTONI, presidente, nel ritenere che l'intervento del relatore Vitiello sia stato più che soddisfacente, riconoscendo la delicatezza del tema, fa presente che la direttiva dell'Unione europea risale al 2011 e che finora non si è proceduto ad Pag. 30alcun adeguamento dell'ordinamento nazionale.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere come riformulata dal relatore.

  La seduta termina alle 13.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.50 alle 14.