CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 25 novembre 2020
480.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 114

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 25 novembre 2020. — Presidenza della presidente Vittoria CASA. – Interviene la viceministra dell'istruzione Anna Ascani.

  La seduta comincia alle 13.35.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
C. 2790-bis Governo.
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 24 novembre 2020.

  Vittoria CASA, presidente, ricorda che, come concordato ieri in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella seduta di oggi è prevista la prosecuzione della discussione di carattere generale, mentre domani – con eventuale prosecuzione venerdì – la Commissione esaminerà gli emendamenti e gli ordini del giorno presentati e delibererà la relazione per la Commissione bilancio.

  Germano RACCHELLA (LEGA) esprime un giudizio decisamente negativo sul provvedimento in esame, che, a suo parere, «fa acqua da tutte le parti», come del resto dicono tutti: le parti sociali, lavorative ed economiche del Paese. È, questa, una legge di bilancio che rincorre l'emergenza e che non getta in alcun modo le basi per una qualsivoglia ripresa economica. Si assiste, ormai da un anno, nonostante i reiterati annunci del Governo di miliardi in arrivo, al classico «tirare la coperta corta da una parte e dall'altra»: un giochino ben noto. La situazione che l'Italia sta vivendo è certamente grave, ma è la stessa che vive tutta Europa, anzi tutto il mondo. Eppure in Italia la reazione del Governo è inesistente.
  Ritiene che, analizzando gli articoli del disegno di legge in esame, appaia chiaro che è di fatto relegato in un cantone uno dei settori che più rappresenta i pilastri economici nazionali: quello dei beni culturali, storici ed artistici dell'Italia, e quindi del turismo, che al patrimonio culturale italiano è strettamente connesso. Ricorda che questo patrimonio rappresenta tra il 60 ed il 70 per cento dei beni culturali presenti al mondo. A fronte di questa importanza, sono ben pochi i fondi destinati. La parte più consistente, per il Ministero, riguarda l'incremento del Fondo per lo sviluppo Pag. 115 degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo. C'è poi la trasformazione in società per azioni dell'Istituto Luce Cinecittà s.r.l. e le misure per il risanamento delle Fondazioni lirico-sinfoniche, che traggono origine dalle gestioni dei teatri d'opera più compromesse sul piano economico-finanziario e patrimoniale e hanno l'obiettivo di offrire agli enti capaci di attuare un piano di rientro dal debito e di riorganizzazione complessiva della gestione un finanziamento a carattere rotativo. Ci sono misure di sostegno della ripresa delle imprese editoriali, con il rifinanziamento e la proroga di alcune misure temporanee di sostegno alla filiera della stampa in scadenza al 31 dicembre 2020. E misure sulla destinazione delle entrate versate a titolo di canone di abbonamento alla televisione. Non c'è niente invece per i beni culturali veri e propri. Sembra che nessuno al Ministero e al Governo si sia preoccupato di tutto ciò che è il nostro patrimonio artistico, storico, culturale e turistico, che non è fatto soltanto di città monumentali, che pure da sole, per storia ed importanza, richiamano turisti da tutto il mondo. È fatto anche e soprattutto dalla memoria storico-artistico-culturale delle piccole comunità, dei piccoli comuni: dei comuni che oggi sono piccoli, ma che un tempo, come si scopre andando a scavare negli archivi, erano dei centri culturali di primaria importanza. Basta studiare la storia. È proprio nell'ottica dell'importanza della salvaguardia del patrimonio e della memoria storica delle piccole comunità, che non si comprende perché al Ministero e al Governo non si sia pensato a sostenere fattivamente, specie in questo periodo di grandissima crisi, sanitaria, economica e sociale, i comuni con una popolazione non superiore ai 10.000 abitanti che abbiano comprovati e censiti beni storico-architettonici-artistico-culturali. Eppure sarebbe bastato poco per valorizzare con lavori di ristrutturazione o di mantenimento palazzi, ville e residenze storiche, castelli, giardini, dando loro la possibilità di un futuro prossimo che ne permetta la fruizione da parte sia degli italiani che degli stranieri, e per aiutare così la ripresa del turismo. È giusto prevedere il rifinanziamento per gli anni 2021 e 2022 dello stanziamento per il funzionamento dei musei e dei luoghi della cultura statali, tenuto conto delle mancate entrate da vendita di biglietti d'ingresso, ma bisogna anche rendersi conto che c'è una carenza cronica di custodi, vigilanti, addetti ai magazzini, alle ville storiche, agli Archivi di Stato; e serve personale specializzato per la digitalizzazione del patrimonio artistico culturale. Si chiede come mai non si cerchi di dare una formazione in questo campo a quanti usufruiscono, senza fare nulla, del reddito di cittadinanza. Premesso che gli italiani senza lavoro sono tanti e che la pandemia sta ampliando enormemente il numero delle famiglie senza reddito, ritiene che il Governo dovrebbe offrire a queste persone la possibilità di lavorare, invece che mantenerle con l'assistenzialismo; e il lavoro possibile nel settore della cultura è tanto.

  Alessandro MELICCHIO (M5S) si sofferma sull'importanza delle misure contenute nella manovra per il diritto allo studio e a sostegno della ricerca. Ricorda che ci sono diverse misure per il diritto allo studio, in particolare, ma non solo, all'articolo 89. Si tratta di una politica che il Governo e la maggioranza sta perseguendo da tempo. Ricorda, infatti, che nella legge di bilancio per il 2020, oltre ad essere state stanziate considerevoli risorse finanziarie a vantaggio delle università, erano stati previsti anche interventi per il diritto allo studio, con il finanziamento del FIS e con l'estensione della no tax area: interventi che hanno mostrato di funzionare, facendo tornare a crescere il numero degli studenti che si iscrivono, per la prima volta, ai corsi universitari. Nell'anno accademico 2020/2021, infatti, si registra un incremento delle immatricolazioni di quasi il 6 per cento. Un altro importante indicatore della bontà delle misure adottate è costituito dal rapporto tra i beneficiari delle borse di studio e gli idonei, che ha raggiunto un livello prossimo all'unità. Sono dati che confermano che quella era la direzione giusta. Sottolinea che il Governo ha ripreso a investire nell'università e negli enti di ricerca, al contrario di quanto accaduto a partire dal Pag. 1162010. Oggi gli investimenti arrivano. Apprezza, quindi, il coraggio del Governo nell'insistere nello sforzo per sostenere questi strumenti, affinché la partecipazione agli studi universitari possa continuare a crescere. Sottolinea, poi, l'importanza di avere incrementato il Fondo per il finanziamento ordinario delle università per 165 milioni di euro annui, oltre il 2 per cento. Condivide anche la scelta di incrementare il fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca, di 65 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2021, nonché le misure per la stabilizzazione dei ricercatori a tempo indeterminato, che erano stati penalizzati dalla riforma del 2010, in quanto posti ad esaurimento, e che ora possono riprendere la loro progressione di carriera. Giudica, quindi, positivamente le disposizioni del disegno di legge di bilancio che riguardano l'università e la ricerca e rigetta le critiche sentite sul tema, anche se ritiene che sia sempre possibile fare meglio e auspica che, nella fase emendativa, ci sia spazio per ulteriori progressi.
  Condivide anche la scelta di incrementare il fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca, di 65 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2021, nonché le altre misure previste per la stabilizzazione dei ricercatori. Giudica, quindi, positivamente le disposizioni del disegno di legge di bilancio che riguardano l'università e la ricerca e rigetta le critiche, anche se ritiene che è sempre possibile fare meglio e auspica che, nella fase emendativa, ci sia spazio per ulteriori progressi.

  Rossano SASSO (LEGA), premesso che il suo intervento partirà dai numeri e dalle cifre effettive della manovra, che sono dati oggettivi e che non corrispondono al contenuto di alcune dichiarazioni della Ministra dell'istruzione, rileva che sono destinati all'istruzione circa 50 miliardi di euro, di cui circa 49 per le spese correnti e solo un miliardo circa per le spese in conto capitale. Fa presente, però, che in Italia occorrono robusti investimenti nella scuola, a cominciare dall'edilizia scolastica. Sempre volendo attenersi ai numeri, ricorda che nel 2020 sono occorsi 50 episodi di crollo di solaio nelle scuole, per fortuna sempre in momenti in cui nelle classi non c'erano alunni. È evidente, a fronte di questa situazione, che gli stanziamenti previsti per l'istruzione sono del tutto insufficienti. È importante che almeno le poche risorse stanziate siano usate con criterio, secondo priorità precise e ben vagliate.
  Quanto ai 5.000 insegnanti di sostengo di cui è prevista l'assunzione per il prossimo anno scolastico 2021/2022 – cui ne dovrebbero seguire altri 20.000, ma solo negli anni successivi, – fa presente che già da ora il fabbisogno è di almeno 50.000 insegnanti sui posti di sostegno, se davvero si vuole garantire l'inclusione di ragazzi diversamente abili; al riguardo commenta che è incomprensibile la scelta di far andare a scuola soltanto i ragazzi disabili, che si trovano quindi in aula da soli, mentre i compagni di scuola sono a casa a seguire le lezioni a distanza. Quanto ai 1.000 posti aggiuntivi di docente nella scuola dell'infanzia, fa presente che ne servirebbero piuttosto 8.000. Per quanto riguarda invece i collaboratori scolastici, a fronte della necessità di migliaia di loro, se ne prevede l'assunzione di appena 4.500 circa, e non si tratta di personale nuovo, ma della trasformazione a tempo pieno di contratti di lavoro a tempo parziale. Ricapitolando, ci sono assunzioni per circa 10.500 unità, mentre alla scuola servono almeno 100.000 altre unità di personale.
  Richiama quindi l'attenzione sul modo in cui il Governo sta spendendo le grandi risorse derivanti dal nuovo indebitamento. Anziché per il personale e per l'edilizia scolastica, le risorse sono state spese per i banchi a rotelle e per le mascherine. La maggioranza aveva promesso che la scuola non sarebbe più stata in fondo all'elenco delle priorità del Governo, e invece è proprio lì che si trova. Il Governo ha avuto una storica opportunità di spesa e ne ha fatto un uso pessimo. Non c'è neanche stato il necessario potenziamento del digitale: le risorse stanziate in più sono irrisorie rispetto alle necessità: uno studente su quattro non è raggiunto dalla didattica a distanza oppure non ha un segnale sufficientemente stabile. Pag. 117
  Alla ministra Azzolina, che ha dichiarato che le scuole devono restare aperte, obietta che è lei stessa ad aver chiuso le scuole e reso impossibile l'insegnamento. Che ne è stato, poi, della riduzione delle «classi pollaio», cui la ministra aveva promesso di lavorare e che è lo scopo anche di una proposta di legge a sua prima firma di cui la VII Commissione ha iniziato l'esame nel 2019 senza poi concluderlo? Fa presente che la legge a tutt'oggi consente ai dirigenti di formare classi con 30 alunni: classi nelle quali, oggi più che mai, è impossibile assicurare il distanziamento interpersonale.

  Alessandro FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E), dopo aver espresso apprezzamento per il lavoro di analisi della relatrice e per la documentazione eccellente predisposta dal Servizio studi della Camera dei deputati, evidenzia come la legge di bilancio, che prima era un momento speciale nell'anno, ora si perde nella moltitudine di provvedimenti d'urgenza paragonabili a tante leggi di bilancio che nella situazione emergenziale provocata dalla pandemia il Governo ha dovuto adottare. Da questa ripetuta esperienza di provvedimenti di spesa nasce una riflessione: il problema del Paese forse non è tanto – come si è a lungo pensato – quello di reperire le risorse, posto che in questo momento, con la possibilità di aumentare il debito, questo problema si vede meno. Il problema è sapere come spenderli bene. Per questo, serve una visione trasversale, non settoriale, non per compartimenti. Guardando al mondo della scuola, per esempio, gli viene il dubbio che il problema principale non sia in questo momento quello della scarsità delle risorse finanziarie, ma della difficoltà di collegare gli ambiti di intervento, di cogliere le connessioni: ad esempio, le criticità nel campo sanitario e in quello dei trasporti influenzano in modo decisivo la possibilità di frequentare le aule scolastiche. Evidenzia come la Commissione abbia sempre lavorato scevra da preconcetti, ricercando soltanto ciò che è buono per la scuola. Ma ritiene che un tema prioritario, che occorre affrontare, anche se la competenza è di altra Commissione, sia quello della pubblica amministrazione, che è lo strumento attraverso cui il Governo e la maggioranza parlamentare realizzano in concreto le loro decisioni: perché è inutile stabilire norme di legge e deliberare indirizzi, se poi ci si disinteressa del modo in cui, dopo, la pubblica amministrazione attua le leggi e dà seguito agli indirizzi. Invita la Commissione a riflettere su questo e a tenerlo presente, ritenendo oramai urgente preoccuparsi di questo e ragionare su tutta la filiera, non solo sulla fase della decisione politica, in quanto c'è un apparato, quello della pubblica amministrazione, che dimostra grande fragilità.

  Daniele BELOTTI (LEGA) osserva come i diversi scostamenti di bilancio approvati dal Parlamento per contrastare le conseguenze dell'emergenza sanitaria abbiano consentito al Governo di disporre facilmente di grandi risorse, incrementando però notevolmente il debito pubblico e rinviando l'esigenza di fare quadrare i conti economici. Spendendo a debito, commenta, è facile. Ciononostante, in questo disegno di legge di bilancio, alcuni settori si sono dovuti accontentare di troppo poche risorse. Parla di informazione e sport.
  Al riguardo, ricorda che la Commissione, sul tema dell'importanza dei mezzi di informazione, anche locali, si è ritrovata unanime e che l'importanza dei mezzi di informazione locale è stata evidenziata anche dal sottosegretario Martella, che aveva promesso di aumentare i fondi per il settore. Sottolinea che soprattutto nelle aree di più grave crisi pandemica i mezzi di informazione locali online hanno un vasto seguito e sono in alcuni casi diventati il punto di riferimento principale per la popolazione, che ha bisogno di essere informata per capire quali sono le ordinanze locali, regionali, nazionali. Prende atto che il comma 3 dell'articolo 101 estende al 2021 e al 2022 il credito d'imposta per i servizi digitali introdotto dall'articolo 190 del decreto-legge «Rilancio», ma fa presente che il beneficio in questione riguarda le imprese editrici di quotidiani e di periodici che occupano almeno un dipendente a tempo indeterminato. Fa presente che il requisito del dipendente a tempo indeterminato Pag. 118 esclude di fatto dall'accesso al beneficio la categoria dei mezzi di informazione locale, che, invece, stanno patendo la crisi molto di più dei grandi network. Essi, infatti, sono spesso gestiti da un'unica persona che si occupa, al contempo, di più compiti e, nonostante durante la pandemia il numero dei lettori dei piccoli giornali locali e il pubblico delle emittenti locali sia aumentato, si trovano in gravi difficoltà economiche anche per la riduzione delle entrate pubblicitarie.
  A proposito del credito d'imposta per gli investimenti pubblicitari, dichiara che si sarebbe aspettato dal Governo uno sforzo maggiore. Fa presente che più pubblicità significa anche più domanda e quindi più offerta, e cioè lavoro. Il credito di imposta sugli investimenti pubblicitari aiuta le imprese e aiuta l'editoria.
  Si dichiara poi favorevole alla misura che riconosce per 2021 e 2022 un credito d'imposta per le edicole, ma non comprende perché sia prevista solo per le rivendite situate nei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti: i problemi sono gli stessi nelle grandi città. Non condivide, invece, il contributo per l'abbonamento a giornali e riviste, in quanto è probabile che le famiglie che ne hanno diritto abbiano più bisogno di contributi per esigenze primarie di spesa alimentare e forniture domestiche.
  Lamenta, poi, la scarsa attenzione prestata dal Governo alle difficoltà del settore sportivo. Nonostante vi sia una vastissima platea di praticanti sportivi – milioni di italiani, – l'Italia rischia di ritrovarsi senza più palestre e centri sportivi, poiché le società sportive sono state messe in ginocchio dai divieti e i ristori previsti dal Governo sono inadeguati. Denuncia poi il grande disinteresse del Governo per gli sport invernali e per la montagna. Le regioni hanno studiato rigidi protocolli di sicurezza con presenze ridotte al 50 per cento. Non comprende perché non si permetta l'uso degli impianti di risalita, limitando la presenza delle persone, quanto standard del genere sono stati previsti, per esempio, per il trasporto pubblico. Fa presente che siamo al paradosso che non si potrà fare turismo invernale sul versante italiano, mentre al di là della Alpi, su altri versanti, saranno aperte le stazioni sciistiche. È un danno enorme per un'industria che fattura oltre 20 miliardi di euro e che rappresenta la principale fonte di sostentamento annuale per intere comunità montane.
  Annuncia la presentazione di un ordine del giorno su questa materia, che si augura sia approvato dalla Commissione. Preannuncia, quindi, il voto contrario del gruppo della Lega sulla manovra.

  Simone VALENTE (M5S) si rammarica che i tempi dei vari procedimenti impongano sempre di concludere l'esame di provvedimenti importanti in tempi brevi e non consentano un maggiore approfondimento di temi particolarmente rilevanti. Ritiene auspicabile poter recuperare, per il futuro, una maggiore centralità del Parlamento.
  Ricorda, per quanto concerne lo sport, che l'articolo 7 istituisce un Fondo con 50 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022 per il riconoscimento di un esonero, anche parziale, dalla contribuzione previdenziale relativa ai rapporti di lavoro sportivo instaurati tra federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, associazioni e società sportive dilettantistiche, da una parte, e atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi, preparatori atletici e direttori di gara, dall'altra parte, esclusi i premi e i contributi dovuti all'INAIL. È un segno di attenzione, da parte della maggioranza, al lavoro nel settore dello sport, che si unisce al provvedimento deliberato ieri in Consiglio dei ministri su questo tema. Ritiene, ad ogni modo, che sia importante stanziare più risorse per il settore sportivo dilettantistico e per sostenere la transizione, anche perché la riforma porterà tutele per i lavoratori, ma anche costi per le società sportive. Oltre alle risorse, ritiene importante avviare un monitoraggio, a cura del Ministero del lavoro, per raccogliere dati e informazioni sulla transizione che seguirà all'entrata in vigore della riforma per il lavoro sportivo: serve monitorare le società sportive, le leghe e le federazioni, oltre ai lavoratori sportivi, con le loro associazioni Pag. 119categoriali. Considerata infatti la situazione economica in cui versano le società sportive, c'è il rischio che molte affondino, per il peso dei nuovi oneri.
  Quanto al fondo per lo sport dilettantistico, evidenzia che serve usare le risorse con una visione d'insieme, concentrandosi su interventi strutturali. È giusto aiutare chi è in difficoltà, ma serve anche fare investimenti a lungo termine.
  Per quanto riguarda gli sport invernali, rivendica l'attenzione della maggioranza e del Governo al problema, facendo presente che gli ultimi due decreti del Presidente del Consiglio dei ministri danno ai gestori degli impianti la possibilità di aprire, dopo aver concordato protocolli di sicurezza con le regioni. Ritiene però un approccio sbagliato quello di contrapporre i diversi settori tra di loro, perché ognuno ha la sua valenza economica. Se il Governo, per la sua valutazione d'insieme, deciderà alla fine di non consentire la riapertura degli impianti, ciò avrà certamente un impatto sulla montagna e servirà prevedere ristori, soprattutto nelle zone rosse, dove la stagione di punta salterà.
  Infine, osserva che sarebbe utile ampliare il perimetro degli aventi diritto al cosiddetto superbonus del 110 per cento per le ristrutturazioni che servono al risparmio energetico, estendendolo a tutti gli impianti sportivi. Trattandosi di interventi che sarebbero utili per ridurre il costo di esercizio degli impianti sportivi e quindi di aiuto per i gestori, auspica che si possa trovare un accordo per emendamenti che vadano in questa direzione.

  Patrizia PRESTIPINO (PD), premesso che l'attenzione dell'opinione pubblica e dei media è prevalentemente concentrata, per quanto riguarda le materie di competenza della Commissione, sulla scuola e sul problema del rientro a scuola in sicurezza, annuncia che il suo intervento di oggi riguarderà invece il mondo dello sport di base, che è fatto oggetto di minore attenzione, ma che sta vivendo una crisi gravissima ed è in ginocchio dall'inizio del lockdown di marzo. Di fatto, la vita della scuola sta andando avanti, mentre lo sport di base – soprattutto gli sport di contatto – è fermo in gran parte da marzo. Ha cercato di reagire, organizzandosi per la sanificazione, per le mascherine e per il distanziamento, e ha dovuto per questo affrontare nuove spese, ma di fatto non ha potuto ripartire. Lo sport di base ha urgente bisogno di sostegno pubblico, ma di fatto nella manovra non c'è niente. Sono pochissime le risorse per le associazioni sportive dilettantistiche, che in molti casi rischiano di non riaprire più. Molte strutture si sono attrezzate per sopravvivere nei mesi caldi, sfruttando gli spazi aperti, ma ora che il clima diventa invernale non sanno come andare avanti. Fa presente che le difficoltà dello sport di base non devono essere sottovalutate e non sono solo di tipo economico, perché la crisi delle associazioni si riverbera negativamente non solo su di esse e sul PIL, ma anche sul benessere psicologico e sulla salute dei molti milioni di italiani che praticano sport in modo amatoriale. È quindi indispensabile uno sforzo in più per sostenere questo mondo e aiutarlo a superare la crisi.
  Premesso quindi di aver seguito da vicino la riforma dello sport cui il Governo sta lavorando, e che ieri si è sostanziata nella deliberazione del Consiglio dei ministri riguardo a cinque schemi di decreti legislativi, uno dei quali riguarda il lavoro sportivo, rimarca che i lavoratori sportivi sono indispensabili per tenere aperte le palestre e gli altri centri sportivi. Ma nella primavera del 2021, quando si spera che questi centri finalmente potranno ricominciare a lavorare, è previsto che si sobbarchino il pagamento degli oneri contributivi sospesi per i dipendenti. È un termine troppo ravvicinato. Inevitabilmente molte associazioni sportive ricorreranno al lavoro in nero o a soluzioni meno gravose, che saranno a danno dei lavoratori più giovani del settore. In conclusione, ritiene essenziale inserire un intervento nella manovra per sostenere lo sport di base, e si augura che si possa raggiungere una convergenza di intenti su questo all'interno della maggioranza ed anche con l'opposizione.

  Gianluca VACCA (M5S), dopo aver ringraziato la relatrice per l'ottimo lavoro svolto con l'analitica relazione e per quello Pag. 120che sta portando avanti sugli emendamenti e in vista della sua proposta di relazione, rimarca che quella in esame è una legge di bilancio importante. È vero infatti che, come ha ricordato il deputato Fusacchia, dall'inizio della pandemia si sono susseguiti decreti-legge con sostanziose disposizioni di spesa, ma è anche vero che questa è la prima manovra di bilancio dell'era Covid-19. La manovra poi deve essere valutata insieme ai decreti-legge che l'hanno preceduta e che in parte l'affiancano. Questi provvedimenti, nel loro insieme, testimoniano una grande attenzione del Governo e uno sforzo notevole per i settori di competenza della Commissione. Fa presente che la spesa per il settore istruzione, università e ricerca è passato a rappresentare l'8,3 per cento della spesa pubblica, con 63 miliardi complessivi, avvicinandosi così alla media dei Paesi europei. Al settore dei beni culturali, poi, sono assegnati quasi 3 miliardi. Si tratta di cifre considerevoli.
  Ritiene innegabile lo sforzo compiuto dal Governo nella manovra di bilancio: cita velocemente l'assunzione del personale, a cominciare dai 25 mila posti per insegnanti di sostegno; la formazione; il trasporto scolastico e il trasporto pubblico locale nelle ore di punta dei flussi legati alle scuole; le istituzioni dell'AFAM; il diritto allo studio, nel quale si sono raggiunti livelli di impegno statale mai uguagliati negli ultimi anni, anche per effetto degli sforzi compiuti da questa Commissione, già nella XVII legislatura; l'incremento del FOE e degli altri fondi. Per quanto riguarda il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, sottolinea la necessità di riprendere con urgenza i concorsi per l'assunzione di personale. Il Ministero soffre di una grave carenza di personale. È indispensabile, invece, che ci sia una pubblica amministrazione in grado di gestire i fondi, anche europei, che arriveranno e i processi connessi. Segnala infine come molto importante l'incremento da 400 a 640 milioni del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo. Ricorda che si tratta di un settore in crisi, ma si dice certo che questo significativo investimento potrà essere di aiuto.

  Vittoria CASA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani.

  La seduta termina alle 14.55.