CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 10 novembre 2020
468.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 18

INDAGINE CONOSCITIVA

  Martedì 10 novembre 2020. — Presidenza del presidente Piero FASSINO.

  La seduta comincia alle 11.30.

Sui lavori della Commissione.

  Piero FASSINO, presidente, prima di procedere con l'audizione prevista all'ordine del giorno, avverte che, come specificato anche nelle convocazioni, alla luce di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso, i deputati possono partecipare all'odierna seduta anche da remoto in quanto, trattandosi di un'audizione formale in sede di indagine conoscitiva, non sono previste votazioni. Fa presente che la Giunta ha, infatti, espresso all'unanimità un orientamento favorevole ad estendere – in via sperimentale e in relazione all'emergenza sanitaria – le modalità di partecipazione da remoto: alle sedute dedicate allo svolgimento di audizioni formali, previste nell'ambito di indagini conoscitive o disposte ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento; alle sedute dedicate allo svolgimento di comunicazioni del Governo, secondo quanto previsto dall'articolo 22, comma 3, del Regolamento; alle sedute dedicate allo svolgimento di atti di sindacato ispettivo; alle riunioni dei Comitati ristretti, ove non vi si svolgano deliberazioni; ad ogni altra seduta delle Commissioni – o di Comitati permanenti costituiti al suo interno – in sede formale nella quale sia previsto esclusivamente lo svolgimento di una discussione e non siano previste votazioni.
  Precisa che la seduta odierna rappresenta, peraltro, la prima occasione per la Commissione per l'attuazione delle più recenti determinazioni della Giunta per il Regolamento in tema di partecipazione da Pag. 19remoto ai lavori parlamentari nel perdurare dell'emergenza pandemica.
  Coglie l'occasione per ricordare che anche ai deputati collegati in videoconferenza non è consentito esporre cartelli o scritte, secondo le regole ordinarie vigenti per la partecipazione alle sedute. Inoltre, è necessario che i deputati che partecipano da remoto abbiano sempre cura di trovarsi in un luogo adeguatamente isolato da interferenze di terze persone, non essendo consentito derogare al principio regolamentare che esclude la possibilità della partecipazione di estranei ai lavori parlamentari.
  Per i deputati partecipanti da remoto è, inoltre, necessario che essi risultino visibili alla Presidenza, soprattutto nel momento in cui essi svolgono il loro eventuale intervento, il quale deve ovviamente essere udibile: la Presidenza non potrà infatti dare la parola ai deputati non visibili o i cui interventi non siano chiaramente percepibili.
  A tal fine segnala che occorre, dunque, assicurarsi di disporre di apparecchiature congrue e di una connessione internet stabile, evitando ad esempio di collegarsi da mezzi trasporto in movimento, condizione che, oltre a non assicurare il rispetto delle citate condizioni di isolamento da interferenze esterne, di solito rende insufficiente la stabilità e qualità della connessione stessa. Tale esigenza risulta particolarmente importante per le sedute formali, nelle quali è prevista la resocontazione sommaria ovvero la resocontazione stenografica, come nel caso della imminente seduta, in quanto, ovviamente, la resocontazione richiede che gli interventi siano chiaramente percepibili: per tali motivi, nel caso di insufficiente qualità della connessione, avverte che la Presidenza sarà costretta a non dare o a togliere la parola all'oratore.
  Quanto ai deputati presenti in aula, ricorda che, per ragioni tecniche legate alle infrastrutture tecnologiche utilizzate per il collegamento in videoconferenza, non saranno visibili nella schermata di videoconferenza a meno di non svolgere il proprio intervento dalla postazione accanto alla presidenza.

  La Commissione prende atto.

Sull'azione internazionale dell'Italia per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: l'efficacia del quadro normativo nazionale e del sistema italiano di cooperazione.
Audizione, in videoconferenza, del Commissario europeo per l'economia, Paolo Gentiloni Silveri.
(Svolgimento e conclusione).

  Piero FASSINO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Introduce, quindi, l'audizione.

  Paolo GENTILONI SILVERI, Commissario europeo per l'economia, svolge un intervento sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

  Intervengono quindi, per porre quesiti e formulare osservazioni, Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), da remoto, Paolo FORMENTINI (LEGA), da remoto, Pino CABRAS (M5S), Maurizio LUPI (M-NI-USEI-C!-AC), Laura BOLDRINI (PD), da remoto, e Piero FASSINO, presidente.

  Paolo GENTILONI SILVERI, Commissario europeo per l'economia, risponde ai quesiti posti e fornisce ulteriori precisazioni.

  Piero FASSINO, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 12.40.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

RISOLUZIONI

  Martedì 10 novembre 2020. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Pag. 20e la cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 13.30.

7-00556 Delmastro delle Vedove: Sulla crisi nella regione del Nagorno Karabakh.
7-00575 Fassino: Sulla crisi nella regione del Nagorno Karabakh.
(Discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che delle risoluzioni in titolo, vertendo sulla medesima materia, è stato disposto l'abbinamento.

  La Commissione concorda.

  Piero FASSINO, presidente, presenta quindi un nuovo testo della risoluzione a propria firma n. 7-00575, che è stato già trasmesso a tutta la Commissione con anticipo rispetto alla presente seduta (vedi allegato).
  Nell'illustrare il nuovo testo, segnala che esso recepisce le novità intervenute ieri sera con le decisioni per il cessate il fuoco. Recepisce, inoltre, segnalazioni e rilievi pervenuti informalmente da parte di colleghi, sia di maggioranza sia di opposizione, dello stesso Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, nonché taluni spunti contenuti nella risoluzione n. 7-00556 presentata dal collega Delmastro delle Vedove. Evidenzia, infine, che lo sforzo redazionale compiuto con la presentazione del nuovo testo va nella direzione di un auspicabile voto unitario da parte di tutti i Gruppi sugli atti di indirizzo in titolo.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), intervenendo da remoto, rinuncia ad illustrare la propria risoluzione n. 7-00556 ed auspica che la Commissione possa pervenire ad un testo condiviso nel quale, tuttavia, venga stigmatizzata con maggiore forza l'interferenza messa in atto dalla Turchia nel conflitto tra Azerbaijan e Armenia. Tale intromissione può, d'altra parte, creare criticità nell'approvvigionamento energetico dell'Italia e dell'Unione europea nel suo complesso, provocare ulteriori crimini genocidari nei confronti dell'Armenia, oltre ad esporre l'Azerbaijan al rischio di progressiva radicalizzazione islamica, che Erdoğan sta promuovendo in tutti gli scenari in cui è presente, soprattutto se militarmente come in Siria e in Libia. Pur condividendo l'impianto complessivo dell'ultima proposta di risoluzione presentata dal presidente Fassino, che giudica assai equilibrata, si riserva di presentare qualche ulteriore proposta di modifica per rafforzare l'obiettivo di difendere l'indipendenza e l'autonomia dell'Armenia, presupposto indispensabile affinché tale Nazione possa tutelare la propria identità cristiana.

  Piero FASSINO, presidente, precisa che il nuovo testo della risoluzione a propria firma tiene conto dei più recenti sviluppi della crisi, in particolare della dichiarazione sottoscritta ieri, 9 novembre, dai Presidenti Putin, Alyev e Pashinyan, che non costituisce un accordo per la pace ma per un immediato cessate il fuoco, per la restituzione all'Azerbaijan di territori in parte occupati dall'Armenia e per il dispiegamento lungo la linea di contatto di una forza di interposizione russa. Si tratta cioè di un accordo che abbisognerà di un successivo specifico impegno negoziale dall'intera comunità internazionale.
  Nell'impegno ad elaborare un testo che risponda il più possibile ad uno spirito unitario e che sia aderente alla realtà dei fatti, rispetto al nuovo testo oggi presentato propone di eliminare dalla parte in premessa il riferimento alle dichiarazioni del Presidente iraniano Rohani circa il rischio che qualcuno voglia trasferire in regioni prossime ai propri confini terroristi dalla Siria e da altre parti, nonché di sopprimere il richiamo alla dichiarazione Presidente dell'Azerbaijan Aliyev circa il fallimento di soluzioni politiche negoziate, superato, di fatto, dalla firma della tregua. Nel primo caso di tratta di dichiarazioni di un Paese che non è estraneo a pratiche di sostegno di Pag. 21formazioni di stampo terroristico in Medio Oriente e, nel secondo caso, di affermazioni superate dagli eventi di ieri sera. Quanto alla parte dispositiva, invita il collega Delmastro delle Vedove a valutare con attenzione il convinto impegno relativo alla tutela dell'identità cristiana in una regione, come il Nagorno Karabakh, a maggioranza musulmana.
  In risposta alle sollecitazioni del collega Delmastro delle Vedove, segnala, infine, di aver già recepito nella parte dispositiva le proposte del collega sull'interferenza turca nel conflitto e sulla necessità di tutelare la regolarità dei flussi energetici di oleodotti e gasdotti connessi all'Italia e all'Europa.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO, esprimendo apprezzamento per l'iniziativa della Commissione, invita a valutare con attenzione alcuni passaggi delle risoluzioni presentate, tenendo conto dei continui sviluppi in atto rispetto nella crisi tra Armenia ed Azerbaijan, a partire dallo stesso cessate il fuoco che è stato deciso ieri e che adesso occorre che le Parti si impegnino a mantenere.
  A suo avviso occorre riconsiderare la parte in cui si sollecita il Gruppo di Minsk a riprendere la sua iniziativa di mediazione tra le Parti, che potrebbe essere messa in discussione dalla scelta fatta di schierare una forza di interposizione russa. Al riguardo, ribadendo quanto affermato più volte dal Ministro Di Maio, sottolinea che il Governo italiano sarebbe in astratto assai favorevole ad una ripresa dei negoziati di pace con la mediazione del medesimo Gruppo di Minsk, di cui l'Italia è parte. Informa la Commissione, inoltre, che per il tramite dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo sono stati stanziati circa 500 mila euro a beneficio del Comitato Internazionale della Croce Rossa per interventi di sostegno immediato alla popolazione civile, duramente provata dalla ripresa delle ostilità.
  In conclusione, auspica l'approvazione di un atto di indirizzo con il più ampio consenso possibile, che dia forza alla posizione dell'Italia e che tenga nel dovuto conto gli sviluppi della crisi in atto.

  Edmondo CIRIELLI (FDI), esprimendo apprezzamento per lo sforzo tempestivo ed unitario della Presidenza, sottolinea che la richiesta di inserire una più ferma condanna dell'interferenza turca risponde all'esigenza di assicurare certezza nei flussi di approvvigionamento energetico, ma è anche coerente con l'amicizia storica che lega il nostro Paese all'Armenia e con l'obiettivo di ribadire il rispetto del diritto internazionale. Sottolinea che l'Italia può, in generale, esercitare un ruolo positivo nella regione caucasica grazie alle ottime relazioni che intrattiene con le Parti in conflitto. Concorda con la proposta del Presidente Fassino di sopprimere il riferimento alle dichiarazioni fatte dal Presidente Rohani e dal presidente Alyev.

  Pino CABRAS (M5S) ritiene che il conflitto tra Armenia e Azerbaijan sia il portato di due crisi convergenti: da un lato, il collasso dell'URSS, cui hanno fatto seguito aspre dispute territoriali per la ridefinizione dei confini delle repubbliche ex sovietiche; dall'altro, la destabilizzazione di tutto il quadrante mediorientale: non a caso, tanto in Libia quanto in Siria agiscono i medesimi attori regionali – Turchia e Russia – riproducendo nei diversi scenari le stesse dinamiche di contrapposizione. Evidenzia, altresì, l'estrema pericolosità delle milizie jihadiste che operano nel teatro di guerra, su cui occorre mantenere massima vigilanza, rilevando l'opportunità di mantenere il passaggio relativo alle dichiarazioni di Rohani sui rischi di destabilizzazione di una porzione dell'Iran, quella maggiormente esposta alle infiltrazioni dei terroristi islamici. Al riguardo ricorda che in Iran è presente una minoranza azera e che le dichiarazioni di Rohani vanno contestualizzate nella particolare condizione di quel Paese. Riguardo alla Turchia, sottolineando le radici storiche e culturali che sono alla base delle mire egemoniche del regime di Erdoğan, evidenzia la necessità di aumentare la pressione a livello di Unione europea per rafforzare il ruolo del Gruppo di Minsk e porre fine alle interferenze di Ankara.
  Da ultimo, esprime sgomento e condanna fermamente le dichiarazioni del presidente Pag. 22 della Federcalcio del Nagorno Karabakh, secondo il quale gli armeni dovrebbero essere sterminati, e che danno la misura della tensione e dei rischi di derive drammatiche che la crisi in atto reca con sé.

  Osvaldo NAPOLI (FI), associandosi alle riflessioni del collega Cirielli, sottolinea la sostanziale convergenza di tutte le forze politiche sulle medesime posizioni.

  Emilio CARELLI (M5S), intervenendo da remoto, si associa all'auspicio di un voto unanime sulla risoluzione che, a suo avviso, dovrebbe contenere un preciso impegno dell'Italia per una soluzione politico-diplomatica e comunque pacifica della controversia, recependo anche i suggerimenti del collega Delmastro delle Vedove sull'interferenza turca, sulle questioni relative all'approvvigionamento energetico e sulla tutela dell'identità cristiana.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), segnalando che il proprio Gruppo ha fatto pervenire informalmente limitate modifiche al testo proposto dal Presidente, ne auspica l'approvazione all'unanimità come segno tangibile della solidarietà del nostro Paese nei riguardi del popolo armeno, che rischia di subire un nuovo, tragico genocidio dopo quello patito nel secolo scorso ad opera dell'Impero ottomano. Pur concordando sull'opportunità di condannare l'intromissione turca, sottolinea che l'accordo sul cessate il fuoco e il conseguente dispiegamento di una forza di interposizione russa contribuirà in maniera decisiva a ridimensionare il ruolo di Ankara nella regione. Concorda, altresì, sulla soppressione, nelle premesse, del riferimento alle dichiarazioni di Rohani e suggerisce di inserire un passaggio più esplicito sulla necessità di promuovere il sostegno internazionale in tema di aiuti umanitari, per alleviare le sofferenze della popolazione civile, duramente provata dai danni alle strutture ospedaliere e ai servizi essenziali.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO, alla luce del fatto che, secondo le ultime informazioni, il presidente del Nagorno Karabakh risulta avere abbandonato il Paese, suggerisce di sostituire il termine «Autorità del Nagorno Karabakh» con la definizione «Autorità di fatto». Rileva, altresì, l'opportunità di valutare con attenzione l'uso del termine «interferenza» di ogni tipo, dal momento che, in base all'accordo sul cessate il fuoco, la Federazione Russa si appresenta ad esercitare un ruolo assai invasivo con il dispiegamento della forza di interposizione.

  Pino CABRAS (M5S) in merito all'osservazione del Sottosegretario rispetto all'uso del termine «interferenza» sottolinea la necessità di evitare slittamenti semantici che potrebbero indurre ad equivoci e compromettere gli obiettivi della risoluzione.

  Piero FASSINO, presidente, concorda con il collega Cabras. Esprimendo soddisfazione per l'impegno ad approvare unanimemente un testo condiviso, nell'auspicio che il collega Delmastro delle Vedove voglia considerare il ritiro del suo atto di indirizzo, preannuncia l'intenzione di presentare, in vista della seduta di giovedì 12 novembre un ulteriore nuovo testo di risoluzione, che tenga conto degli ultimi sviluppi della crisi in Nagorno Karabakh e del dibattito fin qui svolto.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO fa presente che in queste ore nelle strade di Baku sono in corso i festeggiamenti per l'andamento della crisi.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), intervenendo da remoto, acconsente al ritiro della propria risoluzione n. 7-00556.

  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.