CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 13 ottobre 2020
452.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 93

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 13 ottobre 2020. — Presidenza della presidente Vittoria CASA. – Interviene la viceministra dell'istruzione Anna Ascani.

  La seduta comincia alle 11.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Vittoria CASA, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2020.
Doc. LVII, n. 3-bis, Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del documento.

  Alessandra CARBONARO (M5S), relatrice, evidenziando innanzitutto le novità principali della NADEF di quest'anno, segnala che lo scenario macroeconomico e di finanza pubblica delineato incorpora già oggi le ingenti risorse europee che saranno messe a disposizione del nostro Paese dal Pag. 94Next Generation EU (NGEU) e, in particolare, dalla Recovery and Resilience Facility (RRF). Per mostrare la coerenza tra gli andamenti di finanza pubblica e le risorse rese disponibili dalla RRF, la NADEF presenta un orizzonte più esteso di quello abituale, arrivando fino al 2026. Le risorse messe in campo dall'Unione Europea saranno utilizzate per conseguire gli obiettivi di innovazione e sostenibilità ambientale e sociale che caratterizzano il programma della nuova Commissione europea, pienamente coerenti con l'impostazione del Governo e della maggioranza.
  Oltre agli interventi volti ad accelerare la transizione ecologica e quella digitale e ad aumentare la competitività e la resilienza delle imprese italiane, verrà dedicata particolare attenzione agli investimenti in istruzione, ricerca e cultura, con l'obiettivo di operare un salto significativo nella quantità delle risorse e nella qualità delle politiche dedicate a questi settori fondamentali per il nostro Paese.
  Gli indicatori economici abitualmente utilizzati mostrano fin troppo sinteticamente e solo parzialmente le enormi difficoltà che le famiglie, i lavoratori e le imprese italiane hanno dovuto sopportare durante la crisi. Difficoltà che molti soffrivano già prima della pandemia. Soprattutto nella nuova fase, quella del rilancio e della trasformazione del Paese verso un nuovo modello di sviluppo che ponga al centro il benessere e la qualità della vita dei cittadini, abbiamo bisogno di utilizzare nuove lenti, una nuova prospettiva sistemica, che ci aiuti a individuare e ricucire le fratture della nostra società e al contempo riprogettare lo sviluppo per consegnare un Paese più resiliente, più verde e più giusto alle future generazioni.
  In questo senso, sarà cruciale porre al centro del progetto pluriennale di rilancio l'istruzione, la ricerca e la cultura quali precondizioni imprescindibili e fattori decisivi dello sviluppo. Abbiamo dunque di fronte a noi l'opportunità di trasformare il nostro Paese. Ciò richiede un cambio di passo e di mentalità da parte delle istituzioni e delle componenti dell'economia e della società italiana. Tutti insieme siamo chiamati a una grande sfida di responsabilità nell'elaborazione di politiche coraggiose e innovative, che devono essere pensate per loro capacità di trasformare il Paese.
  Ricorda che la Nota di aggiornamento è lo strumento previsto dalla legge di contabilità per rivedere – alla luce dell'andamento effettivo della congiuntura economica – le previsioni macro-economiche e di finanza pubblica contenute nel Documento di economia e finanza (DEF); per aggiornare gli obiettivi programmatici del DEF; e per eventualmente modificare il DEF alla luce delle raccomandazioni formulate dall'Unione europea sul Programma di stabilità e sul Programma nazionale di riforma. Ricorda che i due Programmi citati sono atti che ciascun Paese trasmette alle istituzioni europee nell'ambito del ciclo di bilancio. La Nota di aggiornamento serve, inoltre, a rivedere se necessario l'obiettivo di saldo netto da finanziare (SNF) del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale. Con la Nota il Governo preannuncia, poi, i principali ambiti di intervento della successiva manovra di finanza pubblica e indica gli eventuali disegni di legge collegati che intende presentare. Le analisi e gli obiettivi del DEF, come rivisti con la Nota di aggiornamento, rappresentano quindi il quadro di riferimento della manovra di finanza pubblica che il Governo propone successivamente alle Camere con il disegno di legge di bilancio.
  Passando ai contenuti della Nota in esame, fa presente che nella premessa del documento, il Governo evidenzia che la crisi pandemica sta producendo effetti diversi e che i settori di attività che implicano l'assembramento umano – tra cui lo sport e lo spettacolo – hanno sofferto cali di fatturato superiori alla media e tuttora risentono della situazione; le famiglie, poi, hanno dovuto fronteggiare un secondo semestre dell'anno scolastico particolarmente complicato che, tra l'altro, ha evidenziato diseguaglianze digitali significative all'interno della popolazione.
  Per quanto riguarda i settori di competenza della VII Commissione, il documento Pag. 95contiene riferimenti nel paragrafo IV, dedicato alle riforme e alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea. Qui la Nota traccia innanzitutto (nel sottoparagrafo IV.1) una sintesi delle Linee guida per la redazione del Piano italiano per la ripresa e la resilienza, che questa Commissione ha già esaminato in occasione della discussione dello schema di relazione della Commissione Bilancio all'Assemblea sull'individuazione delle priorità per l'utilizzo delle risorse del programma Next Generation EU (NGEU), sul quale schema la VII Commissione ha formulato nella seduta del 23 settembre alcuni rilievi. Per inciso, ricorda che la relazione della Commissione bilancio sarà discussa dall'Aula domani.
  Ricorda brevemente che le Linee guida elaborate dal Governo sono la base per la costruzione di uno schema di Piano italiano per la ripresa e la resilienza, che – a sua volta – sarà il punto di partenza per il confronto con la Commissione europea. Per quanto riguarda la VII Commissione, le Linee guida del Governo chiariscono che il Piano italiano sarà costruito secondo la seguente strutturazione logica: sfide che il Paese intende affrontare, a loro volta articolate in missioni suddivise in cluster; i cluster saranno comprensivi dei singoli progetti di investimento.
  Tra le missioni delineate dalle Linee guida e richiamate dalla NADEF, interessa la VII Commissione soprattutto la missione n. 4 (Istruzione, formazione, ricerca e cultura), nella quale il Governo individua come obiettivi quelli di migliorare la qualità dei sistemi di istruzione e formazione in termini di ampliamento dei servizi per innalzare i risultati educativi. A ciò – chiarisce il Governo – contribuiranno gli interventi di supporto al diritto allo studio, nonché gli interventi infrastrutturali per innalzare la qualità degli ambienti di apprendimento. Si interverrà, inoltre, con politiche specifiche per rafforzare le competenze dei laureati e dei dottori di ricerca, nonché la formazione nelle materie STEM, che dovrà essere promossa tra le future generazioni a partire dalla più giovane età. Il Governo annuncia inoltre l'intenzione di rinnovare le infrastrutture scolastiche e universitarie e di creare gli innovation ecosystems, intesi come luoghi di contaminazione di didattica avanzata, ricerca, laboratori pubblico-privati e terzo settore per rafforzare le ricadute sociali ed economiche delle attività di ricerca.
  Nell'ambito della missione n. 1 (Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo) il Governo annuncia poi di voler puntare, tra l'altro, alla digitalizzazione dell'istruzione e alla promozione dell'industria culturale e del turismo. Sotto la missione n. 5 (Equità sociale, di genere e territoriale) il Governo si propone di intensificare l'impegno ad eliminare le disparità, comprese quelle relative ai livelli di scolarizzazione, e sottolinea l'importanza della cultura per l'inclusione e il benessere sociale.
  La NADEF ricorda che, secondo la stima, all'Italia affluiranno 193 miliardi a valere sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), che è la parte più cospicua del piano di finanziamenti europeo. Di questi, 65,4 miliardi saranno in sovvenzioni e fino a 127,6 miliardi saranno prestiti. Nella NADEF viene delineata un prima possibile ipotesi di utilizzo pluriennale dei fondi, compatibile con la sostenibilità della finanza pubblica e la realizzabilità degli investimenti.
  Ricorda che una delle condizioni poste dall'Unione europea per l'accesso alle risorse di NGEU c’è quella che i progetti del Piano per la ripresa e la resilienza siano conformi alle Raccomandazioni specifiche indirizzate a ciascun Paese dal Consiglio
  Per quanto riguarda le Raccomandazioni dell'Unione europea all'Italia, queste contengono diverse indicazioni in tema di istruzione, università e ricerca.
  La Raccomandazione n. 2 del 2019 invitava l'Italia ad adottare nel 2019 e 2020 provvedimenti finalizzati a migliorare i risultati scolastici e a promuovere il miglioramento delle competenze, in particolare rafforzando le competenze digitali. La Raccomandazione n. 2 del 2020 invitava l'Italia ad adottare provvedimenti nel 2020 e nel 2021 per rafforzare l'apprendimento a distanza e il miglioramento Pag. 96delle competenze, comprese quelle digitali. L'Unione europea evidenziava tra l'altro che il tasso di abbandono scolastico è in Italia ben al di sopra della media dell'Unione e che l'Italia ha anche una percentuale di laureati in scienze e ingegneria inferiore alla media dell'Unione, mentre il tasso di istruzione terziaria rimane molto basso.
  La Nota di aggiornamento al DEF 2020 evidenzia che i progressi in termini di istruzione e formazione continuano a rappresentare una sfida importante per l'Italia e che azioni incisive in questo comparto appaiono essenziali per promuovere la ripresa.
  Nella Nota il Governo riporta che intende indirizzare particolari sforzi e risorse verso gli investimenti in istruzione e ricerca, con l'obiettivo di fare un salto significativo nella quantità delle risorse e nella qualità delle politiche. In particolare, un'importante componente della politica di bilancio per il 2021-2023 sarà l'utilizzo delle risorse previste da NGEU per incrementare, tra l'altro, quelle destinate a ricerca, digitalizzazione, formazione e istruzione.
  Nell'ambito della relazione sulle principali azioni adottate in risposta alle Raccomandazioni 2020 (contenuta nel sottoparagrafo IV.2), la Nota di aggiornamento ricorda, per quanto riguarda Istruzione e università, che l'emergenza sanitaria ha imposto nel periodo marzo-giugno 2020 la prosecuzione dell'anno scolastico attraverso la didattica a distanza. Evidenzia quindi che la ripresa della frequenza scolastica in presenza da settembre ha necessitato di nuovi fondi.
  Al riguardo, cita, in particolare la previsione della possibilità di derogare, nei soli casi necessari, al numero minimo e massimo di alunni per classe, e di attivare ulteriori incarichi temporanei di personale docente e ATA a tempo determinato dalla data di inizio delle lezioni e fino al termine delle stesse, utilizzando le risorse del Fondo per l'emergenza epidemiologica da COVID-19, istituito inizialmente con uno stanziamento di 377,6 milioni nel 2020 ed euro 600 milioni nel 2021 (decreto-legge n. 34 del 2020). Successivamente, il decreto-legge n. 104 del 2020 ha incrementato il medesimo Fondo di euro 400 milioni nel 2020 e di euro 600 milioni nel 2021, destinando l'incremento, tra l'altro, oltre che alle finalità sopra indicate, all'acquisizione di ulteriori spazi da destinare all'attività didattica nell'anno scolastico 2020/2021 e al sostegno di patti di comunità finalizzati ad ampliare la permanenza a scuola degli allievi (articolo 32, commi 1, 2, 3, 5). Cita poi l'incremento di euro 331 milioni per il 2020 del Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche per interventi volti a garantire nelle scuole statali lo svolgimento dell'anno scolastico 2020/2021 in condizioni di sicurezza. Le risorse devono essere destinate, tra l'altro, all'acquisto di dispositivi di protezione e materiali per l'igiene individuale e degli ambienti; a interventi in favore della didattica per gli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali; all'adattamento degli spazi interni ed esterni (decreto-legge n. 34 del 2020). Menziona, ancora, l'incremento di euro 580 milioni per il 2020 del Fondo per le emergenze nazionali (articolo 44 del decreto legislativo n. 1 del 2018) da destinare, per euro 500 milioni, alle attività di acquisizione e distribuzione delle apparecchiature e dei dispositivi di protezione individuale, nonché dei beni strumentali, compresi gli arredi scolastici, per garantire l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2020/2021 e contenere e contrastare l'eventuale emergenza nelle istituzioni scolastiche statali (articolo 34 del decreto-legge n. 104 del 2020). Richiama l'autorizzazione di spesa per euro 54 milioni per il 2020, al fine di garantire la sostituzione del personale docente, educativo, e ATA delle istituzioni scolastiche pubbliche, in relazione ad alcune condizioni di rischio per la salute, e per euro 1,5 milioni per il 2020, al fine di garantire la sostituzione del medesimo personale che usufruisca dei congedi in corrispondenza della quarantena prevista per un figlio convivente minore di 14 anni in caso di contagio a seguito di contatto verificatosi all'interno del plesso scolastico, nell'ambito Pag. 97dello svolgimento di attività sportive di base o motorie, nonché all'interno di strutture regolarmente frequentate per seguire lezioni musicali o linguistiche (decreto-legge n. 104 del 2020, come modificato durante l'esame parlamentare).
  Nello stesso sottoparagrafo IV.2, la Nota di aggiornamento evidenzia che rilevanti novità sono state introdotte anche in ambito accademico. Al riguardo, ricorda, in particolare, che il decreto-legge n. 18 del 2020 ha posticipato dal 2021 al 2023 l'applicazione delle penalizzazioni economiche previste – nell'ambito dei criteri di ripartizione delle risorse ordinarie- per le università statali che non hanno rispettato il fabbisogno finanziario programmato nell'esercizio precedente (articolo 236, comma 7).
  A sua volta, il decreto-legge n. 76 del 2020 ha previsto la possibilità che le università sperimentino propri modelli funzionali e organizzativi, ivi comprese modalità di composizione e costituzione degli organi di governo e forme sostenibili di organizzazione della didattica e della ricerca su base policentrica. Ha previsto, a regime, che i trasferimenti tra professori e ricercatori consenzienti possono avvenire, a determinate condizioni, attraverso scambi contestuali tra soggetti con qualifica diversa. Ha stabilito la possibilità di anticipare già a dopo il primo anno di contratto per ricercatore a tempo determinato di tipo B il passaggio nel ruolo dei professori associati (articolo 19, comma 1, lett. F)).
  Da ultimo, il decreto-legge n. 104 del 2020 ha previsto che anche le istituzioni AFAM, alle stesse condizioni previste per le università, possono sperimentare propri modelli funzionali e organizzativi, comprese modalità di costituzione e composizione degli organi di governo, nonché forme sostenibili di organizzazione dell'attività di ricerca (non però della didattica).
   Per quanto riguarda la cultura, la Nota ricorda che nel periodo estivo sono stati adottati numerosi interventi a carattere settoriale per il sostegno agli operatori più colpiti dalla crisi, tra cui quelli del settore della cultura.
  Infine, la NADEF informa che, a completamento della manovra di bilancio 2020-2022, il Governo dichiara quali disegni di legge collegati alla decisione di bilancio, per quanto di interesse di questa Commissione, un disegno di legge in materia di titoli universitari abilitanti; un disegno di legge di riordino del settore dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica; nonché disegni di legge recanti disposizioni in materia di spettacolo, industrie culturali e creative e turismo.

  Valentina APREA (FI) premette che la Nota di aggiornamento del DEF 2020 rappresenta uno scenario macroeconomico e tendenziale inevitabilmente influenzato dagli effetti della pandemia di Covid-19, per quanto riguarda sia l'aggiornamento delle stime per il 2020, sia per quelle del triennio 2021-2023. Evidenzia che le previsioni per l'anno 2020 sono peggiori rispetto a quelle già fortemente negative fatte con il DEF e che il peggioramento è ascrivibile ai dati fortemente negativi, molto al di là delle attese, rilevati nel secondo trimestre dell'anno, periodo coincidente con il confinamento, che ha fatto registrare un crollo del PIL del 13 per cento.
  Sottolinea che, nel corso del 2020, a seguito dei tre scostamenti di bilancio per un totale di 100 miliardi, si è registrata una esplosione del rapporto debito pubblico/PIL, che è aumentato di 24 punti percentuali rispetto al 2019 passando dal 134,6 per cento al 158 per cento. Anche in questo caso il clamoroso peggioramento del debito pubblico è stato di fatto imposto dalla necessità di varare misure assistenziali di portata universale per fornire una prima risposta alla crisi imposta della pandemia e dal conseguente periodo di confinamento. Le previsioni per il triennio 2021-2023 prevedono un percorso di parziale riduzione del rapporto debito/PIL, che, pur riducendosi di circa 7 punti rimarrà molto lontano dai livelli pre-Covid-19.
  Alla luce dell'ampliamento considerevole del debito pubblico, sottolinea che sarà indispensabile utilizzare al meglio le Pag. 98risorse del Recovery Fund per finanziarie investimenti strategici in grado di fungere da volano per la crescita complessiva del sistema paese. È il fronte della crescita che, in prospettiva deve fare da traino per un riavvicinamento ai parametri previsti dal patto di stabilità, perché il debito, anche a seguito di cause oggettive come la crisi prodotta dalla pandemia, ha raggiunto livelli troppo elevati per poter essere riportato nell'alveo previsto solo con misure di tagli di spesa, che seppur estremamente drastici sarebbero comunque insufficienti, senza una ripresa corposa del Pil.
  Rileva che il documento in esame, nelle 130 pagine di cui si compone, anche quando fa riferimento alla legge di bilancio 2021, si limita a indicare dati macroeconomici, senza fare alcun concreto accenno neanche ai principali interventi che saranno contenuti nel disegno di legge. Qualche veloce cenno è fatto solo alla riforma fiscale: se ne evincono sostanzialmente due dati. Il primo riguarda la tempistica. Da quanto scrive il Governo, se ne prevede un'entrata a regime definitiva entro il 2022, quindi nell'ultimo anno del triennio di riferimento. Inoltre la riforma fiscale, sempre basandosi sul contenuto della NADEF, non ha come obiettivo una generale riduzione della pressione fiscale, bensì solo il miglioramento «dell'equità, efficienza e trasparenza del sistema tributario, riducendo il carico fiscale sui redditi medi e bassi e coordinandola con l'introduzione di un assegno unico e universale». Secondo i dati delle previsioni tendenziali, la pressione fiscale – anziché diminuire – aumenterà nel 2021, passando dal 42.5 per cento dell'anno in corso al 43 per cento, per poi ridiscendere di uno 0,2 per cento nel 2022, per attestarsi al 42,6 per cento nel 2023.
  Passando al tema del Recovery Fund e delle risorse che saranno messe a disposizione tra il 2021 e il 2026, pari a 193 miliardi di cui 65,4 sotto forma di contributo a fondo perduto e 127,6 sotto forma di prestito e sottolineando che anche in questo caso si era ipotizzato che nella NADEF vi potesse essere qualche prima indicazione sul programma di opere da finanziare, rileva che viene invece tutto rinviato ad un documento che il Governo dovrà presentare in futuro.
  Esprime l'avviso che nella NADEF 2020 il Governo abbia seguito la stessa impostazione già assunta con il DEF 2020, ovvero quella di trincerarsi dietro la pandemia e l'incertezza economica che essa ha prodotto, per poter giocare su un terreno più facile, quello da «economia di guerra», in cui lo stato di necessità giustifica qualsiasi impostazione di natura politica. Tuttavia è un'impostazione sbagliata: oggi la prima fase di emergenza è passata e una qualche progettualità è possibile. Pertanto, limitarsi alle previsioni macroeconomiche, senza entrare nel merito, neanche per sommi capi, delle strade che si intende percorrere per raggiungere gli obiettivi individuati, dà l'idea che si voglia volutamente giocare a carte coperte.
  Sul versante dell'istruzione, rileva che i problemi delle scuole di ogni ordine e grado, dovuti alle emergenze amministrative – a cominciare da banchi e docenti che mancano – e soprattutto all'emergenza sanitaria, sono ormai un dato di fatto. Con particolare riferimento alle scuole superiori, ricorda il problema dei mezzi del trasporto pubblico locale che gli studenti utilizzano per raggiungere le scuole superiori e che sono risultati molto insicuri proprio nelle fasce orarie utilizzate dagli studenti. Accettate queste evidenze, ritiene che la soluzione non possa essere offerta dall'interruzione delle lezioni in presenza.
  A suo avviso, come il suo gruppo ha più volte evidenziato, andrebbero previste quote più ampie di autonomia scolastica, per far sì che ogni scuola possa valutare, in virtù delle specifiche esigenze ed emergenze, come e per quanto tempo modificare l'organizzazione usuale delle lezioni. Ricorda che l'autonomia scolastica è realtà da vent'anni e che è quindi arrivato il momento di responsabilizzare le scuole su temi come le modalità e i tempi delle lezioni in presenza o a distanza, al fine di rendere non solo efficace il tempo scuola, ma anche rafforzare l'identità di ogni Pag. 99istituto e coinvolgere studenti e famiglie nell'impresa di garantire il regolare svolgimento delle lezioni, in un momento di straordinaria emergenza sanitaria, e non solo, del Paese. Questa strada è percorribile, tuttavia, solo se il Ministero decide, anche se è già troppo tardi, di promuovere una massiccia formazione digitale per i docenti in servizio. Diversamente, anche la didattica a distanza, descritta molto bene nei documenti ministeriali, resta una vana richiesta del Ministero alle scuole, destinata a non essere esaudita perché i docenti non sono in grado di darle corso: ricorda, infatti, che ben il 75 per cento dei docenti italiani non aveva mai fatto ricorso nell'insegnamento alle tecnologie moderne, prima del confinamento.
  Stigmatizza quindi con severità l'avvio di un'azione di controllo ministeriale sull'ambito territoriale di Milano, guidato oggi dall’ex ministro dell'istruzione Bussetti, esponente di una forza di opposizione, sulla vicenda della nomina dei supplenti dalle nuove graduatorie provinciali. Ritiene che quest'azione – di fatto una specie di commissariamento, da parte del Ministero, di un ufficio territoriale che ha il solo demerito di funzionare meglio di altri – abbia più ragioni politiche che amministrative. Sottolinea che il piano politico non dovrebbe mai interferire con il piano amministrativo, in quanto usare un potere amministrativo per contrastare un avversario politico significa inquinare la vita pubblica.
  Conclude affermando di essere delusa e preoccupata dal modo in cui il Governo si sta muovendo e invitando la maggioranza a riflettere sul rischio che così facendo si determina la perdita, per gli studenti, di un altro anno scolastico, oltre al semestre già persona, e sull'importanza di assicurare autonomia alle istituzioni scolastiche e formazione digitale ai docenti, senza le quali si perderà un'occasione preziosa di investimento sul futuro dei nostri giovani.

  Federico MOLLICONE (FDI) esprime l'avviso che le misure restrittive adottate dal Governo siano immotivate, non giustificate rispetto alla situazione sanitaria, che non è così grave come il Governo vuole far credere, e che la stessa «narrazione» che il Governo propala e fa passare abbia come solo fine quello di permettergli di restare al suo posto e di avere le mani libere per le azioni scellerate che sta compiendo.
  Dopo aver quindi rammentato cos’è la NADEF e aver rimarcato che essa dovrebbe essere presentata alle Camere entro il 27 settembre di ogni anno, per aggiornare le previsioni economico-finanziarie del DEF, evidenzia che ad oggi nessuna NADEF è stata presentata alle Camere nella legislatura entro il termine anzidetto. Ricordato poi che il DEF è il documento che il Governo deve presentare al Parlamento entro il 10 aprile di ogni anno, per cominciare a delineare la futura nuova manovra di finanza pubblica, sottolinea che esso non si basa sui dati contabili e macroeconomici reali, che non sono ancora pervenuti, ma unicamente su stime – in genere al ribasso per quanto riguarda le uscite e al rialzo per quanto riguarda le entrate – ed è pertanto un documento tendenzialmente più ottimistico della NADEF, che deve tenere conto di dati concreti sull'andamento dell'esercizio in corso.
  Ricorda poi che, dopo l'approvazione della NADEF, il Governo deve trasmettere alla Commissione europea entro il 15 ottobre di ogni anno il Documento programmatico di bilancio (DPB), il quale fa sempre riferimento all'anno successivo rispetto a quello in cui viene presentato. L'ultimo atto di questo processo è la legge di bilancio, che deve essere presentata dal Governo alle Camere entro il 20 ottobre di ogni anno. Ricorda, infine, che quest'anno la legge di bilancio 2021 dovrebbe definire una manovra da 35 miliardi di euro, di cui ben 22 in deficit.
  Passando quindi al contenuto del documento in esame, rileva che da esso si evince che – a fronte di un crollo del PIL 2020 di almeno il 9,1 per cento (nel DEF era stimato all'8 per cento) e di un rimbalzo tendenziale, cioè a legislazione vigente, del 5,1 per cento nel 2021 – il Governo prevede un rimbalzo fantasmagorico Pag. 100e del tutto irrealistico del 6 per cento per il 2021, con una crescita del 3,8 per cento nel 2022 e del 2,5 per cento nel 2023.
  Ricorda che trattasi di stime basate su previsioni programmatiche, le quali sono sempre corrette al rialzo, e sistematicamente abbassate dalla Commissione europea. In ogni caso, il quadro indica che si potrebbe tornare ai livelli pre-Covid-19 comunque non prima di 3 anni, tenendo conto che nel 2019 non erano ancora stati recuperati i livelli di attività precedenti alle crisi del 2008 e del 2011. Il quadro tendenziale indica un rapporto deficit/PIL del –10,4 per cento nel 2020 e del –5,7 per cento nel 2021, nonché un'esplosione del rapporto debito/PIL, che sale al 158 per cento nel 2020, per poi scendere al 155 per cento nel 2021 e al 154 per cento nel 2022 e 2023. In questa prospettiva, certamente adulterata in modo ottimistico, si tornerà ad un livello pre-Covid-19 unicamente tra dieci anni.
  Ritiene utile ricordare che, data la volatilità dell'economia, le previsioni di crescita del Governo possono essere considerate attendibili unicamente per il 2021 e – a voler essere generosi – per il 2022.
  Inoltre, come stimato dal documento stesso, gli effetti del Recovery Fund – peraltro solo stimati, in quanto ad oggi non esiste ancora alcun piano programmatico di utilizzo del Recovery Fund, i progetti non sono ancora stati pienamente definiti e le trattative nell'Unione europea sul suo utilizzo sono ferme – si manifesteranno in modo importante sulla crescita del PIL e sulla ripresa economica solo a partire dal 2023, stimando per quell'anno un impatto positivo del Recovery Fund sul PIL pari al +0,8 per cento.
  Riferendosi ancora ai dati della NADEF, riferisce che la pressione fiscale è prevista al 42,4 per cento nel 2019, al 42,5 per cento nel 2020 per arrivare al 43 per cento nel 2021, e oltre il 42,5 per cento nel 2022 e 2023. Evidenzia che la riforma fiscale, più volte annunciata dal Governo, è slittata al 2022, a suo avviso per tensioni interne al Governo e per mancanza delle necessarie risorse, diversamente utilizzate. Teme che le risorse previste per il triennio 2020-2023 saranno usate non per investimenti nell'interesse del Paese ma per interessi da manovra elettorale: per massimizzare i livelli di attività di alcuni settori, in chiave clientelare, in vista delle elezioni comunali del 2021 e degli appuntamenti elettorali di 2022 e 2023. Teme inoltre che si useranno subito le risorse del Recovery fund stanziate nella forma di contributi, per lasciare le risorse date a prestito ai Governi successivi.
  Ribadito quindi che la caduta del PIL stimata dalla NADEF si attesta al 9 per cento e che l'aumento di produzione nazionale atteso ammonta invece al 6 per cento, esprime fortissime perplessità relativamente a questa previsione, che descrive un balzo avanti della crescita di 15 punti percentuali: una prestazione da «tigre cinese». Poiché, sempre secondo la NADEF, l'attività legislativa del governo influenzerà la crescita solo dello 0,9 per cento, è intuibile che l'incremento stimato del PIL sarà per oltre la metà garantito dai sussidi rinvenienti dal cosiddetto Recovery Plan. Il programma europeo, infatti, garantirà il prossimo anno 10 miliardi a fondo perduto, pari allo 0,5 per cento del PIL, mentre i prestiti ammonteranno a 11 miliardi. Definisce quindi prossimo allo zero l'effetto delle scelte governative sul PIL.
  Nell'esprimere l'avviso che la maggioranza in VII Commissione non dovrebbe limitarsi a votare passivamente su un documento finanziario delicato come la NADEF, ma dovrebbe invece approfondirne i contenuti e capirne il senso, dato che le cifre in esso contenute rivelano gli scenari futuri della Nazione, formula alcuni suggerimenti per la definizione dei contenuti della prossima legge di bilancio, invitando la relatrice a tenerne conto per la sua proposta di parere.
  In particolare, auspica interventi per la stabilizzazione dei lavoratori dello spettacolo, attraverso l'istituzione di un albo apposito; interventi per la riforma complessiva del Fondo unico dello spettacolo, che andrebbe trasformato in un Fondo per le arti nazionali, eliminando le distorsioni attuali del meccanismo del finanziamento Pag. 101pubblico dello spettacolo, che generano iniquità e non tengono conto del mondo reale; interventi per l'aumento dei fondi per associazioni e società sportive dilettantistiche; interventi per garantire il diritto allo studio e l'accessibilità al digitale dei giovani provenienti da famiglie a basso reddito; l'istituzione di un Fondo per il sostegno all'editoria cartacea di almeno 1 miliardo di euro l'anno per il prossimo triennio; interventi a sostegno della digitalizzazione del settore editoriale; interventi a sostegno del contrasto alla pirateria editoriale; nonché interventi a favore degli spettacoli viaggianti, della danza, delle mostre.

  Paolo LATTANZIO (MISTO) rileva che nei documenti programmatici del Governo, tanto nella Nota di aggiornamento in esame, quanto nella proposta di Linee guida per la definizione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, si parla spesso, per il comparto dell'istruzione, di interventi infrastrutturali e di digitalizzazione, ma non si parla mai degli aspetti pedagogici dell'istruzione: manca cioè l'attenzione alle persone, in questo caso ai bambini e alle bambine, agli studenti e alle studentesse, al corpo docente e al personale della scuola. Non c’è dubbio che esistano nella scuola problemi di dotazione infrastrutturale e di edilizia, ma serve anche avviare una seria riflessione sul profilo pedagogico, sulla maniera di insegnare, perché la digitalizzazione, l'edilizia e gli ambienti di apprendimento sono utili solo se servono per le persone. I documenti programmatici del Governo fissano come impegno quello di innalzare i risultati educativi: obiettivo certamente giusto e condivisibile. Il problema è che non viene chiarito in che modo si vuole raggiungerlo. I risultati educativi medi aumenterebbero, per assurdo, anche se si estromettesse dalla scuola la fascia sociale più povera dal punto di vista culturale. Ma lo sforzo deve però essere, all'opposto, quello di includere le fasce deboli e svantaggiate e di recuperarle alla scuola e ai percorsi di formazione. Un'analoga disattenzione per le persone si riscontra, nella Nota in esame, a suo parere, dove si parla di altri settori di interesse della Commissione: non si fa mai espresso riferimento, per esempio, ai lavoratori e alle lavoratrici del mondo della cultura e dello spettacolo. Conclude osservando, sempre con riferimento al mondo della scuola, che sarebbe stato opportuno un impegno del Governo per l'attivazione dei servizi di medicina scolastica, anche per aiutare i dirigenti scolastici, che si stanno adoperando in ogni modo, con encomiabile sforzo, per rendere possibile lo svolgimento dell'anno scolastico, e che andrebbero sostenuti e aiutati.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) condivide alcune delle considerazioni emerse nel dibattito, che, a suo avviso, potrebbero essere accolte dalla relatrice nella sua proposta di parere. Nel ricordare l'esame svolto di recente dalla Commissione sulle Linee guida del Governo per il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, sottolinea come diverse misure in esso contenute – come tali già discusse e accolte dalla Commissione – siano riportate nella NADEF, che non ha pertanto un carattere di novità per la discussione.

  Marco BELLA (M5S), rispondendo al deputato Mollicone, che ha accusato il Governo di sostenere una «narrativa» funzionale a un interesse politico di parte e sostanzialmente non aderente ai fatti, osserva che affermare che il virus non si sta diffondendo è falso ed è pericoloso. È vero invece che il virus si sta diffondendo e che, se la situazione non è allarmante, non è però nemmeno tale da poter essere presa a cuor leggero. Se il contagio si diffondesse, si arriverebbe presto alla saturazione dei posti nei reparti di terapia intensiva, con la drammatica conseguenza che il numero dei morti per Covid-19 schizzerebbe in alto. Per questo sono necessari provvedimenti di contrasto e prevenzione, per evitare conseguenze gravi e soprattutto per evitare che si renda necessario un nuovo confinamento generalizzato come quello della primavera scorsa, quando le misure restrittive adottate Pag. 102dal Governo hanno sì prodotto danni all'economia, ma hanno evitato i danni peggiori che sarebbero stati provocati dalla circolazione incontrastata del virus. Sottolinea che non è possibile scindere la situazione economica da quella sanitaria e che quest'ultima è seria e non deve essere sottovalutata. È essenziale quindi osservare scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie, non solo italiane, che raccomandano come necessario il distanziamento interpersonale di almeno un metro, unitamente all'uso della mascherina. Richiamando poi l'attenzione sui cosiddetti «asintomatici», fa presente che al momento non è certo che essi escano indenni dal contagio, in quanto da alcuni studi risulta che potrebbero riportare danni importanti ai polmoni. Invita in sostanza a dare il dovuto rilievo agli studi scientifici portati avanti sul virus, se non altro per il rispetto e l'attenzione che deve alla scienza la VII Commissione, che ha competenza proprio sulla scienza, oltre che su cultura, istruzione, editoria e sport.
  Nel merito del documento in esame, per quanto riguarda la scuola si limita a dire che gli investimenti fatti in questi mesi non sono affatto sprechi, come qualcuno ha sostenuto, perché i vantaggi da essi prodotti, per esempio nel miglioramento degli arredi scolastici, saranno duraturi e resteranno. Quanto all'università, premesso che a suo giudizio non occorrono in questo ambito riforme epocali, ma solo interventi mirati, sottolinea il tema della mobilità interuniversitaria, che il Governo ha affrontato con interventi recenti, che è utile e importante in quanto permette un maggior contatto tra ricercatori e professori e quindi un più fecondo scambio di vedute.
  Conclude facendo riferimento al personale docente fragile, che certamente esiste e che deve essere tutelato, e, in attesa che sia disponibile un vaccino, invitando tutti alla massima responsabilità e prudenza.

  La viceministra Anna ASCANI, replicando in particolare alla deputata Aprea, fa presente che sulla formazione dei docenti c’è già un impegno chiaro del Governo, enunciato in più occasioni. Per attuare quest'impegno, non occorrono norme di legge nuove: la legge n. 107 del 2015, infatti, riconosce già la formazione del personale della scuola come «obbligatoria, permanente e strategica» e il decreto-legge sulla scuola, di recente approvazione, reca misure specifiche al riguardo. Aggiunge che l'impegno è ad andare avanti lungo le direttrici indicate dalla Commissione nei suoi pareri, da ultimo quello sullo schema di relazione della Commissione Bilancio all'Assemblea sulle priorità nell'utilizzo delle risorse europee di NGEU.
  Quanto alle misure restrittive adottate dal Governo a fini di contrasto dell'epidemia, respinge con fermezza che si possa chiamarle liberticide, come ha sostenuto il deputato Mollicone: il loro scopo è di tutelare le fasce deboli della popolazione e di proteggere i gangli vitali del corpo sociale, come la scuola e il mondo del lavoro. Poiché si è capito che la prevenzione, già accurata nei luoghi di lavoro e di vita pubblica, è invece deficitaria nelle case e nei luoghi di aggregazione familiare e amicale, e che questi quindi sono il punto debole del sistema della prevenzione, si è deciso di intervenire anche lì, a scopo cautelare, per evitare che in futuro sia necessario un nuovo confinamento, con raccomandazioni che hanno lo scopo di sensibilizzare la popolazione e di renderla consapevole dei rischi che si corrono anche nei momenti di vita domestica.
  Conclude rilevando che gli italiani hanno dimostrato di essere consapevoli del vero significato e dell'utilità di queste misure, come prova il fatto che in grande maggioranza le osservano molto giudiziosamente, ed è per questo che la situazione sanitaria dell'Italia è migliore di quella di altri Paesi.

  Daniele BELOTTI (LEGA) rimarca ancora una volta come il Parlamento si stia dedicando all'esame di un documento il cui contenuto è legato a finanziamenti europei solo presunti, sui quali non c’è un accordo definitivo, e che sono attesi solo in minima parte per il 2021 e per il 2022. Pag. 103Quello che, al contrario, appare certo è un aumento della pressione fiscale, che rischia di affossare definitivamente la ripresa economica. Non ritiene condivisibile, inoltre, la scelta di privilegiare sempre il Mezzogiorno nella destinazione degli stanziamenti, anche solo in termini di agevolazioni, quando a trainare l'economia italiana sono invece soprattutto le imprese del Nord. Preannuncia, pertanto, il voto contrario del suo gruppo su quella che sarà la proposta di parere, certamente favorevole, della relatrice.
  Riferendosi poi alla questione del commissariamento dell'ufficio scolastico diretto dall’ex Ministro Bussetti, invita la Commissione a prendere nettamente le distanze dalla decisione della ministra Azzolina di intervenire strumentalmente e per ragioni politiche sulle procedure di nomina dei supplenti, senza rispetto per il personale di quell'ufficio, che tra l'altro è investito da una mole di lavoro senza precedenti.

  Alessandra CARBONARO (M5S), relatrice, nell'evidenziare come tanti spunti interessanti siano emersi nel dibattito, che ha investito trasversalmente diversi temi cari alla Commissione, accoglie i suggerimenti del deputato Lattanzio sulla necessità di prestare attenzione anche agli aspetti pedagogici, oltre che alle infrastrutture, e quelli del deputato Mollicone sulla necessità di continuare a sostenere i lavoratori della cultura e dello spettacolo. Formula quindi una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1).

  Federico MOLLICONE (FDI), nel ringraziare la relatrice per il parziale accoglimento dei suoi suggerimenti, preannuncia che il suo voto sarà contrario sulla proposta di parere, in quanto ritiene troppo vaghe e generiche le osservazioni in esso contenute. Richiama quindi l'attenzione dei presenti sul fatto che, pur non potendosi negare la serietà della pandemia, la narrazione che ne viene fatta dal Governo è sproporzionata e drammatica a fini evidentemente strumentali. A suo avviso, l'impatto dell'epidemia sulla popolazione è assai più grave in termini economici che sanitari, specialmente se confrontato con gli effetti di pandemie del passato. Invita quindi a non cavalcare l'onda dell'emergenza per dettare l'agenda politica.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore.
Testo unificato C. 1008 L'Abbate e abbinate.
(Parere alla XIII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Margherita DEL SESTO (M5S), relatrice, riferisce che la Commissione è chiamata ad esprimere alla Commissione agricoltura il parere sul testo unificato delle proposte di legge C. 1008 L'Abbate e abbinate, come risultante dagli emendamenti approvati dalla stessa Commissione in sede referente.
  Preliminarmente ricorda che nella scorsa legislatura la Camera aveva approvato in prima lettura, nel settembre del 2017 – al termine di un esame di oltre quattro anni – un testo unificato recante interventi per il settore ittico e deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. L’iter del provvedimento, tuttavia, non è giunto a conclusione presso l'altro ramo del Parlamento.
  Il provvedimento in esame, come si evince dall'articolo 1, è volto a sostenere e promuovere la nascita di nuove imprese nell'acquacoltura, incentivare una gestione razionale e sostenibile delle risorse ittiche, a sostenere le attività della pesca marittima professionale e dell'acquacoltura. Pag. 104Reca, inoltre, una delega al Governo ad adottare decreti legislativi per raccogliere in un testo unico tutte le norme vigenti in materia di pesca e di acquacoltura.
  Il testo in esame interessa la competenza della VII Commissione solo in modo indiretto, in quanto prevede attività di ricerca in capo ad enti diversi.
  L'articolo 5 istituisce, nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, un Fondo per lo sviluppo della filiera ittica, destinato a finanziare alcune iniziative a carattere sperimentale elencate dalla proposta di legge in esame, tra cui la ricerca scientifica e tecnologica applicata alla pesca marittima.
  L'articolo 11, poi, modificando la rappresentanza delle associazioni della pesca nelle commissioni di riserva delle aree marine protette, dispone che – in luogo dell'esperto designato dall'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (ICRAM) – entrino a far parte delle suddette commissioni un esperto designato dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA); tre esperti locali designati dalle associazioni nazionali della pesca professionale comparativamente più rappresentative; e un rappresentante di ogni organizzazione sindacale stipulante i contratti collettivi nazionali di lavoro di riferimento nel settore della pesca.
  L'articolo 13-ter dispone che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali definisca indirizzi di ricerca in materia di pesca e acquacoltura per sostenere il conseguimento degli obiettivi previsti dal Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura. Per le attività di ricerca e studio, il Ministero si avvarrà di istituti scientifici, pubblici e privati riconosciuti dal medesimo Ministero secondo le disposizioni vigenti. I risultati delle ricerche eseguite saranno esaminati da un apposito Comitato per la ricerca applicata alla pesca e all'acquacoltura, che riferirà le valutazioni conclusive al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il Comitato è composto da esperti di varia natura, tra cui sei esperti in ricerche applicate al settore designati dal Ministro delle politiche agricole e forestali su indicazione del CNR, del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) e dell'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Il Comitato si esprime su ogni questione relativa a studi, ricerche e indagini che hanno rilievo scientifica a livello nazionale e interregionale per il settore della pesca o sono funzionali alla disciplina giuridica del settore.
  Formula quindi una proposta di parere favorevole.

  Federico MOLLICONE (FDI), nel prendere atto della marginalità dei contenuti della proposta di legge in esame rispetto alle competenze della VII Commissione, fa presente che non può votare a favore della proposta di parere, in quanto non ha avuto modo di verificare la posizione del suo gruppo nella Commissione di merito. Preannuncia pertanto l'astensione dalla votazione.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Istituzione di una Commissione parlamentare per gli italiani nel mondo.
Testo unificato C. 802 Longo e abb.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Alessandro FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E), relatore, riferisce che la Commissione è chiamata a esprimere il parere alla III Commissione (Affari esteri) sul testo unificato adottato dalla medesima Commissione come testo base nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 802 e abbinate, recanti «Istituzione di una Commissione parlamentare per gli italiani nel mondo». Il testo unificato iniziale, elaborato Pag. 105dal Comitato ristretto nominato dalla Commissione, è stato emendato nel corso del dibattito in sede referente e successivamente approvato nella seduta del 10 settembre.
  Il provvedimento è composto da 7 articoli, il primo dei quali individua i compiti della Commissione, che vanno dall'attività di indirizzo e controllo sulle politiche e sugli interventi riguardanti i cittadini italiani residenti all'estero, alla promozione delle politiche di sostegno agli italiani all'estero; dallo studio delle questioni riguardanti gli italiani all'estero alla ricognizione e proposta nelle materie attinenti ai fenomeni di mobilità degli emigranti italiani, con particolare attenzione ai giovani diplomati e laureati che lasciano il territorio nazionale per ragioni di lavoro, di studio e di ricerca. La Commissione dovrà definire un programma di attività, con il contributo delle comunità italiane all'estero, delle regioni, delle amministrazioni pubbliche, del Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE), dei Com.it.es (Comitato degli italiani all'estero) e delle principali associazioni degli italiani all'estero.
  L'articolo 2 stabilisce quali attività la Commissione è chiamata a svolgere. Tra queste la valutazione circa la coerenza della legislazione vigente con il rispetto e con il sostegno dei fondamentali diritti sociali, civili e politici dei migranti italiani; l'elaborazione di criteri per promuovere il coordinamento delle iniziative delle regioni a favore dei rispettivi cittadini emigrati all'estero; lo studio delle tematiche inerenti alle nuove generazioni di discendenti da cittadini italiani; la promozione integrata del sistema Italia nel mondo e della partecipazione delle comunità italiane all'estero alle iniziative volte all'internazionalizzazione delle imprese italiane; la promozione della diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo in un quadro interculturale e multilinguistico, anche attraverso il potenziamento delle scuole italiane e dei corsi di lingua e di cultura nelle scuole locali, negli istituti di cultura italiana all'estero e presso gli enti gestori, favorendo l'integrazione delle proposte formative italiane nei sistemi scolastici e universitari di altri Paesi, nonché verificando il legame tra le attività di promozione culturale e le norme e le politiche volte all'internazionalizzazione del Paese; lo svolgimento di monitoraggi periodici sulla situazione esistente nelle aree del mondo nelle quali si manifesti un interesse per la cultura italiana e favorendo l'integrazione delle discipline attinenti alla lingua e alla cultura italiane nei sistemi scolastici e universitari degli Stati esteri; la valorizzazione delle espressioni storico-culturali delle comunità italiane nel mondo e dei suoi esponenti più significativi; la promozione di un processo migratorio circolare delle persone e delle competenze.
  La Commissione è chiamata a promuovere, tra l'altro, l'adeguamento degli istituti della rappresentanza degli italiani all'estero all'evoluzione delle comunità italiane nel mondo; il monitoraggio sulla legge elettorale per la circoscrizione Estero; la definizione di nuove regole per il recupero e per il mantenimento della cittadinanza degli italiani residenti all'estero; l'adeguamento della rete e dei servizi consolari e diplomatici italiani nel mondo; il rafforzamento dei media di lingua italiana all'estero; il sostegno dell'attività dell'Istituto nazionale della previdenza sociale in favore degli italiani residenti all'estero; l'aggiornamento dell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE); una riforma dei patronati italiani all'estero; accordi internazionali in materia di tutele e per facilitare scambi tra università o altri istituti di alta formazione italiani e stranieri per la realizzazione di studi, ricerche e programmi di formazione riguardanti gli italiani residenti all'estero, nonché la semplificazione delle procedure per il riconoscimento dei titoli di studio e delle abilitazioni professionali conseguiti all'estero o in Italia; il dialogo con i parlamentari di origine italiana eletti negli Stati esteri; le iniziative per favorire la partecipazione degli italiani residenti all'estero alle politiche italiane di cooperazione allo sviluppo; le condizioni per realizzare una Pag. 106rete di rapporti permanenti con i nuovi migranti ed efficaci misure atte a favorire i rientri.
  Gli articoli 3 e 4 disciplinano la composizione della Commissione e dell'ufficio di presidenza. La Commissione sarà composta da diciotto senatori e diciotto deputati, nominati pariteticamente dai Presidenti delle Camere su designazione dei gruppi, in modo da assicurare la presenza di almeno un rappresentante per ciascun gruppo costituito in almeno uno dei due rami del Parlamento, nonché in modo proporzionale alla consistenza dei gruppi dando priorità ai deputati e ai senatori eletti nella circoscrizione Estero, garantendo l'equilibrata rappresentanza dei sessi e la partecipazione come membri della Commissione a tutti gli eletti all'estero. L'ufficio di presidenza sarà composto da un presidente, due vicepresidenti e due segretari.
  Ai fini del suo funzionamento, la Commissione adotta un proprio regolamento interno e può, tra l'altro, acquisire informazioni, dati e documenti dalle amministrazioni pubbliche e da qualunque altro soggetto che si occupi delle questioni attinenti all'emigrazione; può ascoltare rappresentanti del Governo, delle regioni e degli altri enti pubblici, nonché esponenti della comunità degli italiani all'estero; può compiere missioni all'estero, anche presso le istituzioni dell'Unione europea o presso organizzazioni internazionali, al fine di approfondire l'esame degli aspetti relativi alla condizione degli italiani nel mondo (articolo 5).
  La Commissione, ai sensi dell'articolo 6, è tenuta a presentare annualmente alle Camere una relazione sui risultati della sua attività e può trasmettere relazioni e segnalazioni alle Camere e al Governo, per formulare osservazioni e proposte e per garantire la rispondenza alla normativa dell'Unione europea e in riferimento ai diritti previsti dalle convenzioni internazionali.
  L'articolo 7 stabilisce che per l'esercizio delle sue funzioni la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dai Presidenti delle Camere, d'intesa tra loro.
  Conclude sottolineando l'esaustività del testo nel delineare i compiti della Commissione che si vuole istituire che prefigurano una visione più moderna degli italiani all'estero, finalmente lontana dagli storici stereotipi che ne hanno caratterizzato l'immagine e più aderente alla realtà, che è vivace e composita esattamente come la popolazione che vive sul territorio italiano. Nell'evidenziare che i compiti della Commissione insisteranno particolarmente sui temi rientranti nell'ambito di competenza della Commissione cultura, richiama l'attenzione posta dal provvedimento sull'aspetto della mobilità che contraddistingue il fenomeno, di nuovo in crescita, dell'emigrazione italiana.
  Formula quindi una proposta di parere favorevole con un'osservazione (vedi allegato 2).

  Federico MOLLICONE (FDI), premesso che il suo gruppo considera importante ogni intervento a favore degli italiani all'estero e che quindi appoggia la proposta in esame, ricorda che Ludovico Incisa di Camerana parlava degli «italiani nel mondo» come uno dei principali vettori di politica estera dell'Italia, riferisce alcuni dati relativi agli italiani residenti all'estero, il cui numero, dai circa 4 milioni del 2009, al gennaio 2019 è passato a più di 5 milioni.
  Evidenzia, tuttavia, che l'8,5 per cento della popolazione italiana che vive all'estero non usufruisce di scuole e di altre strutture pubbliche quali quelle sanitarie. Suggerisce quindi una serie di interventi a sostegno di questa comunità, quali quelli volti a favorire l'accesso a Rai International, in alcuni contesti nazionali bloccato per ragioni tecniche. Ritiene inoltre utile l'adozione di misure in favore della diffusione della lingua italiana, attraverso la letteratura e l'editoria, a sostegno dello spettacolo dal vivo e del cinema, e iniziative per la promozione delle arti visive e dell'arte contemporanea italiana, delle mostre di design, scienza e tecnologia. Ritiene Pag. 107che andrebbero inoltre incentivate le borse di studio e gli scambi giovanili, la valorizzazione del patrimonio culturale e le missioni archeologiche all'estero, l'attività d'internazionalizzazione della ricerca scientifica e tecnologica e dell'innovazione. Dovrebbero essere previste attività per la promozione del turismo, dei territori, del design e della cucina italiana.
  Ritiene che attenzione vada prestata anche al sistema delle scuole italiane all'estero, di cui dà conto in dettaglio, come pure dei finanziamenti e dei contributi ad esse erogati e dei lettori d'italiano, figure fondamentali per la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo.
  Dopo aver richiamato l'attenzione sul fatto che gli atti di vandalismo iconoclasta avvenuti in America nei confronti dei simboli rappresentanti Cristoforo Colombo sono indirettamente un attacco agli italiani e che ci sono emigrati italiani di seconda e terza generazione che preferiscono nascondere l'origine italiana anziché andarne fieri, chiede al relatore di ampliare la sua proposta di parere introducendo osservazioni e condizioni volti a raccomandare una tutela ancora maggiore degli italiani all'estero.

  Vittoria CASA, presidente, preso atto della disponibilità del relatore a valutare le proposte del deputato Mollicone e nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.15.

COMITATO RISTRETTO

  Martedì 13 ottobre 2020.

Soppressione del divieto di contemporanea iscrizione a più università o corsi di studio universitari.
Esame C. 43 Schullian, C. 1350 Ascani, C. 1573 Minardo, C. 1649 Sasso, C. 1924 CNEL e C. 2069 Lattanzio.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14 alle 15.35.

AVVERTENZA

  I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE CONSULTIVA

Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa, sulla coproduzione cinematografica (rivista), con Allegati, fatta a Rotterdam il 20 gennaio 2017.
C. 1766 Governo.

(Parere alla III Commissione).

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2017.
C. 1768 Governo.

(Parere alla III Commissione).

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