CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 13 ottobre 2020
452.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 13 ottobre 2020. — Presidenza del vicepresidente Giorgio LOVECCHIO. – Interviene la Viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 10.20.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2020.
Doc. LVII, n. 3-bis, Annesso e Allegati.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Cosimo ADELIZZI (M5S), relatore, ricorda che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica del Documento di economia e finanza (DEF), in relazione alla maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull'andamento del quadro macroeconomico.
  Segnala che il documento contiene l'aggiornamento degli obiettivi programmatici, le osservazioni e le eventuali modifiche e integrazioni del DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma, anticipando i contenuti della successiva manovra di bilancio.
  Rammenta che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2020 (NADEF 2020) aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il periodo 2021-2023 rispetto a quello contenuto nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile (DEF 2020).
  Evidenzia che la Nota è suddivisa in tre sezioni, relative al quadro macroeconomico, ai dati di finanza pubblica e alla strategia di riforma del Governo.
  Segnala che nel suo intervento si soffermerà, dopo una rapida analisi del quadro internazionale, sul quadro macroeconomico nazionale, dando conto dello scenario tendenziale e dello scenario programmatico, lasciando al collega Fassina l'analisi dei saldi di finanza pubblica e degli interventi programmati. Rappresenta, quindi, quanto segue.
  Lo scenario macroeconomico internazionale illustrato nella Nota evidenzia come, nella prima metà del 2020, l'economia mondiale ha subito, a causa del diffondersi della pandemia da COVID-19, la battuta di arresto più profonda dalla Seconda Guerra Mondiale, conseguente al blocco delle attività economiche non essenziali introdotto a partire da marzo in tutte le diverse aree geo-economiche.
  Nonostante gli interventi straordinari messi in campo dai Governi e le misure di politica monetaria introdotte dalle banche centrali, il blocco produttivo ha determinato una contrazione del PIL e del commercio mondiale, rispettivamente, del 3,5 e del 2,7 per cento nel primo trimestre dell'anno rispetto al trimestre precedente. Tale contrazione si è andata accentuando nel secondo trimestre, con un calo del 5 per cento del PIL e del 12,5 per cento del commercio mondiale.
  La forte contrazione del PIL nel secondo trimestre ha interessato tutte le principali economie avanzate. Una graduale ripresa, più sostenuta delle attese, si è registrata a partire dai mesi di maggio e giugno con il riavvio delle attività produttive, ma con un andamento disomogeneo tra i vari Paesi.
  Il quadro delle variabili esogene sottostanti la Nota di aggiornamento risulta dunque, nel complesso, meno favorevole rispetto a quello presentato nel DEF. In particolare, le proiezioni sull'andamento del commercio internazionale si presentano molto più sfavorevoli di quanto prefigurato nel DEF, soprattutto per l'anno in corso e per il 2021 (rispettivamente di –4,8 punti percentuali nel 2020 e di –1,3 punti nel 2021 rispetto a quanto prospettato in primavera), anche in relazione al permanere delle tensioni commerciali tra USA e Pag. 53Cina. Il nuovo quadro delle variabili esogene prevede, inoltre, un aumento del prezzo del petrolio. Nel complesso, il profilo della revisione delle variabili esogene esposto nella Nota è coerente con le valutazioni espresse dai principali istituti previsori (OCSE, FMI).
  Per quanto riguarda l'Area euro, il PIL in termini reali diminuirà dell'8,0 per cento nel 2020 e tornerà a crescere del 5,0 per cento nel 2021 e del 3,2 per cento nel 2022. Entro la fine dell'orizzonte temporale di riferimento, il livello del PIL in termini reali rimarrebbe comunque inferiore del 3,5 per cento a quello atteso nelle proiezioni di dicembre 2019 formulate dagli esperti prima della pandemia di COVID-19.
  Relativamente all'anno in corso, la Nota mette in rilievo l'impatto senza precedenti sull'economia italiana degli effetti della pandemia da COVID-19 che, diffusasi su scala globale, ha interessato in misura più severa l'Italia. Nel primo semestre del 2020 tutto ciò si è tradotto in una contrazione del PIL senza precedenti. Il primo trimestre ha registrato un calo del PIL del 5,5 per cento, ampiamente previsto anche nel DEF di aprile. Ma il prolungamento del lockdown nel mese di aprile, associato al deterioramento del quadro macroeconomico internazionale, ha reso la caduta del PIL ancora più profonda nel secondo trimestre, –13,0 per cento, ben più accentuata rispetto a quella stimata dalle previsioni del DEF (-10,5 per cento). In assenza di fenomeni di recrudescenza del virus nella seconda parte dell'anno questo risultato rappresenterebbe – secondo la Nota – il punto di minimo, a partire dal quale l'attività economica inizierebbe una fase di graduale recupero.
  La Nota di aggiornamento presenta due scenari di previsioni macroeconomiche, uno tendenziale e l'altro programmatico, coerenti con lo scenario aggiornato riguardante le variabili esogene internazionali. Lo scenario programmatico incorpora l'impatto sull'economia delle nuove misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2021. Le due previsioni, che coincidono per l'anno in corso, si differenziano negli anni successivi, in relazione alle future misure di politica fiscale.
  Per quanto concerne il quadro tendenziale, le informazioni congiunturali più recenti indicano una ripresa dell'economia italiana, dovuta alla graduale rimozione delle misure di contenimento e agli interventi di politica economica adottati nel corso dell'anno, che porta a prefigurare un rimbalzo dell'attività economica nel terzo trimestre superiore a quello previsto ad aprile nel DEF (+9,6 per cento).
  Nel complesso la previsione di flessione del PIL reale per il 2020 viene aumentata a –9,0 per cento, rispetto a –8,0 per cento della previsione del DEF. Il principale motivo della revisione al ribasso per il 2020 risiede nella contrazione più accentuata del PIL nel secondo trimestre, conseguente alla durata del periodo di parziale chiusura delle attività produttive in Italia e alla diffusione dell'epidemia su scala globale superiori a quanto ipotizzato in aprile. Sulla nuova stima pesa inoltre una previsione assai più cauta di incremento del PIL nel quarto trimestre, che la Nota indica in +0,4 per cento, a fronte del +3,8 per cento previsto nel DEF.
  Anche a causa del calo più marcato previsto per quest'anno, la previsione viene invece rivista al rialzo per il 2021, in cui il PIL è atteso in crescita del 5,1 per cento (contro il 4,7 per cento del DEF, dunque +0,4 punti percentuali). Sul recupero dell'economia un significativo impatto avranno le ingenti manovre di supporto e di stimolo introdotte con i decreti-legge c.d. «Rilancio» di maggio (decreto-legge n. 34 del 2020) e c.d. «Sostegno e Rilancio» di agosto (decreto-legge n. 104 del 2020).
  Negli ultimi due anni dell'orizzonte di previsione si stima che il PIL continui a rimanere su un sentiero di crescita moderata, pari al 3,0 per cento e all'1,8 per cento, rispettivamente, nel 2022 e nel 2023. In ragione di tale dinamica, il PIL è atteso recuperare i livelli pre-crisi soltanto nel secondo trimestre dell'ultimo anno di previsione, cioè nel 2023.Pag. 54
  Il quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2020 e successivi, presentato nella Nota, include l'impatto sull'economia delle misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2021.
  La programmazione finanziaria tiene altresì conto degli interventi straordinari per il sostegno e il rilancio dell'economia che il Governo intende concordare con la Commissione europea attraverso la presentazione dello schema del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) nell'ambito delle procedure per l'accesso ai fondi stanziati con il Programma Next Generetion EU (NGEU), dotato di 750 miliardi nel periodo 2021-2026. La presentazione finale del Programma è prevista a inizio 2021. Il PNRR e la programmazione finanziaria di bilancio devono pertanto essere pienamente coerenti.
  Secondo quanto esposto nella Nota, la manovra di finanza pubblica per il 2021-2023 punterà a sostenere la ripresa dell'economia con un'ulteriore spinta fiscale nel 2021, che si andrà riducendo nel 2022, per poi puntare ad un significativo miglioramento del saldo di bilancio nel 2023.
  Nello scenario programmatico, la crescita del PIL reale è prevista pari al 6,0 per cento nel 2021, al 3,8 per cento nel 2022 e al 2,5 per cento nel 2023.
  La più elevata crescita in confronto al quadro tendenziale è principalmente trainata dagli investimenti fissi lordi. Questi ultimi, a loro volta, esercitano un effetto moltiplicativo sulla produzione e accrescono il reddito disponibile delle famiglie, dando luogo a maggiori investimenti del settore privato e spesa per consumi delle famiglie. Anche le esportazioni beneficeranno nel tempo della maggiore competitività dell'economia conseguita tramite i maggiori investimenti.
  Rispetto allo scenario tendenziale, si profila un incremento complessivo del tasso di crescita del PIL di +0,9 punti percentuali nel 2021, +0,8 punti percentuali nel 2022 e di +0,7 punti percentuali nel 2023.
  L'impatto macroeconomico delle misure della manovra sull'andamento del PIL determinerebbe, rispetto allo scenario tendenziale, un incremento del tasso di crescita del PIL di 0,6 punti percentuali nel 2021 e 0,4 punti percentuali nel 2022.
  Il contributo alla crescita rappresentato dagli interventi che verranno realizzati attraverso l'utilizzo delle risorse del Next Generetion EU (NGEU), sarà positivo e crescente sul PIL nell'arco del triennio, relativamente più moderato nel primo anno (+0,3 per cento), per poi aumentare fino a produrre un impatto positivo pari a +0,8 per cento sul PIL nel 2023.
  Nel rispetto dei regolamenti europei le previsioni macroeconomiche pubblicate nella NADEF sono state sottoposte alla valutazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), che le ha validate sia nello scenario tendenziale, basato sulle previsioni di finanza pubblica a legislazione vigente, sia nello scenario programmatico, che incorpora gli interventi di politica economica che il Governo intende porre in essere con la legge di bilancio. La normativa europea richiede la validazione delle sole previsioni programmatiche. In accordo con il Ministero dell'economia e delle finanze, tuttavia, l'UPB estende l'esercizio di validazione anche alle previsioni dello scenario tendenziale.
  L'orizzonte della validazione concerne il periodo oggetto del Documento programmatico di bilancio (DPB), ossia il biennio 2020-2021. Gli anni successivi (2022-2023), non sono oggetto di validazione. L'UPB valuta tuttavia il realismo delle previsioni del Governo al di fuori del processo di validazione. La validazione è condotta dall'UPB basandosi sul confronto delle previsioni del Ministero dell'economia e delle finanze con quattro distinte previsioni (panel composto, oltre che dallo stesso UPB, da CER, Prometeia e REF.ricerche), assumendo ipotesi comuni sulle variabili esogene internazionali e sulla manovra di finanza pubblica.

  Stefano FASSINA (LEU), relatore, ricorda che, come detto in precedenza dal collega Adelizzi, la Nota di aggiornamento del DEF rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo aggiorna le Pag. 55previsioni di finanza pubblica del DEF e gli obiettivi programmatici. Per quanto riguarda l'analisi dei saldi di finanza pubblica e degli interventi programmati rappresenta quanto segue.
  La Nota di aggiornamento presenta una revisione del quadro di finanza pubblica incorporando, per l'esercizio 2019, l'aggiornamento delle stime di consuntivo. La stima del deficit 2019 (1,6 per cento del PIL) conferma quella già indicata nel DEF 2020, attestando un miglioramento rispetto al saldo registrato per il 2018 (2,2 per cento).
  Nella NADEF sono quindi presentate le previsioni aggiornate per il periodo 2020-2023, basate sulla legislazione vigente, che indicano, per tutti gli esercizi considerati, un incremento dell'indebitamento netto rispetto alle previsioni del DEF 2020.
  Si evidenzia che la NADEF di quest'anno ha anche elaborato un quadro preliminare programmatico per il successivo periodo 2024-2026, onde assicurare la coerenza fra le ipotesi formulate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, il bilancio 2021-2023 e la strategia di riduzione del rapporto debito/PIL. Il punto di partenza per la costruzione del programmatico 2020-2026 è consistito nell'estendere al 2024-2026 il quadro macroeconomico tendenziale e le relative proiezioni di finanza pubblica: detti valori tendenziali, tuttavia, non sono esplicitati nella NADEF.
  La nuova previsione di indebitamento netto per il 2020 si attesta, in valore assoluto, su 178 miliardi di euro circa. In rapporto al PIL, la stima del deficit 2020 si attesta al 10,8 per cento del PIL. Al riguardo si rammenta che nel quadro tendenziale il DEF 2020 stimava un valore del 7,1 per cento del PIL, ma ciò prima delle misure assunte per favorire la ripresa. Con la Relazione al Parlamento di luglio 2020, finalizzata ad autorizzare lo terzo scostamento di bilancio del corrente anno, il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stato da ultimo fissato all'11,9 per cento del PIL.
  Come già evidenziato, lo scenario previsionale della NADEF tiene conto non solo dei decreti-legge n. 18 del 2020 («Cura Italia») e n. 23 del 2020 (»Liquidità») – adottati nei mesi di marzo e aprile e già considerati dal DEF – ma anche dell'impatto del decreto «Rilancio» (decreto-legge n. 34 del 19 maggio 2020) e del decreto «Agosto» (decreto-legge n. 104 del 14 agosto 2020), adottati dopo il documento programmatico di aprile. I predetti decreti hanno determinato effetti rilevanti sul saldo di indebitamento netto, in coerenza con le autorizzazioni richieste al Parlamento.
  Per gli anni 2021 e seguenti, nel nuovo quadro delineato a legislazione vigente, si evidenzia un andamento complessivo di miglioramento del saldo di indebitamento netto, che passa dal 5,7 per cento nel 2021 al 4,1 per cento nel 2022, per attestarsi infine sul 3,3 per cento nel 2023.
  Il descritto andamento riflette nel quadriennio un miglioramento sia del saldo primario sia della spesa per interessi. In particolare, in termini di PIL la spesa per interessi migliora costantemente dal 3,5 per cento dell'anno in corso al 3,2 per cento del 2023. Il saldo primario permane negativo in tutto il periodo di previsione, seguendo un percorso che, per l'anno in corso, fa registrare un'incidenza sul PIL del 7,3 per cento (dovuto ai provvedimenti adottati e alla modificazione del quadro macro) e, negli esercizi successivi, un rapido miglioramento, attestandosi sui valori del 2,4 per cento nel 2021, dello 0,9 per cento nel 2022 dello 0,1 per cento nel 2023.
  Per quanto riguarda le entrate, le nuove previsioni, riferite al periodo 2020-2023, scontano il peggioramento delle prospettive di crescita nel breve periodo, i risultati dell'attività di monitoraggio sulla finanza pubblica e l'impatto dei provvedimenti adottati dopo il DEF. Complessivamente, le nuove previsioni di entrata per il periodo 2020-2023 indicano, in valore assoluto, una contrazione del 6,7 per cento nel 2020 rispetto al 2019 (passando da 841,9 miliardi a 785,7 miliardi), un rimbalzo positivo nel 2021 (5,9 per cento) ed una crescita media del 2,8 per cento nel biennio 2022-2023. In rapporto al PIL si Pag. 56registra un diverso andamento determinato dal forte ribasso delle previsioni sul PIL nel 2020 rispetto al 2019 e dalla crescita negli anni successivi. Pertanto, si registra un incremento del rapporto nel 2020 rispetto al 2019 (da 47 per cento a 47,7 per cento) e nel 2021 rispetto al 2020 (dal 47,7 per cento al 47,8 per cento), mentre nel biennio successivo si assiste ad una contrazione (47,3 per cento nel 2022 e 47,1 per cento nel 2023).
  Con specifico riferimento all'attività di contrasto all'evasione, nell'apposito allegato alla NADEF si segnala che, a differenza degli anni precedenti, la stima degli incassi attesi per il 2020 (8,85 miliardi) è sensibilmente inferiore agli incassi realizzati nel 2019 (15,64 miliardi). Tale andamento riflette gli effetti della sospensione dell'attività di accertamento e controllo da parte dell'Amministrazione fiscale durante la fase più acuta dell'emergenza COVID-19. Ne consegue che, in assenza del requisito previsto dalla norma (maggiori entrate rispetto alle previsioni) non è possibile, per quest'anno, contribuire ad alimentare il Fondo per la riduzione della pressione fiscale in sede di legge di bilancio 2021.
  Per quanto attiene alla spesa primaria, si evidenzia nel 2020 una crescita, rispetto al 2019, del 11,7 per cento (passando da 810,2 miliardi a 905,3 miliardi). Nel 2021 la spesa si contrae riducendosi del 3,5 per cento (874 miliardi), per poi tornare a crescere nel biennio 2022-2023 ad un ritmo medio annuo del 4,5 per cento (attestandosi ad un livello di circa 881 miliardi nel 2023). L'incidenza sul PIL mostra una crescita nel 2020 (passando dal 45,3 del 2019 al 55 per cento nel 2020). Negli anni successivi il rapporto decresce fino ad arrivare nel 2023 al 47,3 per cento.
  In tale contesto, la spesa pensionistica registra un incremento, su base annua, del 2,6 per cento nel 2020, del 2,3 negli anni 2021 e 2022 ed infine del 2,4 per cento nel 2023. Le previsioni considerano l'aumento del numero di soggetti che accedono al pensionamento anticipato in virtù dei cambiamenti normativi introdotti con la legge di Bilancio 2019 e le altre misure correlate, tra cui «Quota 100». Riguardo al rapporto con il PIL, la spesa pensionistica salirà al 17,1 per cento nel 2020, riducendo gradualmente la propria incidenza a circa il 16,6 per cento nel 2021, al 16,3 nel 2022 e al 16,2 nel 2023. Il decremento negli anni successivi al 2020 è attribuito alla crescita più contenuta della spesa pensionistica rispetto a quella dell'economia, dopo la forte flessione del 2020. Tuttavia, la spesa per pensioni in rapporto al PIL nel 2023 risulterà più alta di 0,8 punti percentuali in rapporto al PIL in confronto al 2019 (16,2 nel 2023 a fronte del 15,4 per cento del 2019).
  La NADEF 2020 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il periodo 2021-2023 indicando, in valore assoluto, gli obiettivi di saldo netto da finanziare (SNF) programmatico del bilancio dello Stato in termini di competenza e di saldo netto da finanziare in termini di cassa. Il primo saldo è determinato nel limite massimo di 196 miliardi nel 2021, 157 miliardi nel 2022, 138,5 miliardi nel 2023. Il corrispondente saldo netto da finanziare in termini di cassa è determinato nel limite massimo di 279 miliardi di euro nel 2021, 208,5 miliardi nel 2022 e 198 miliardi nel 2023.
  La relazione ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, presentata dal Governo unitamente alla NADEF, illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine (OMT) per la finanza pubblica. L'OMT per l'Italia nel 2019 era il pareggio di bilancio mentre per il 2020 e 2021 l'OMT è stato fissato nel raggiungimento di un avanzo strutturale di 0,5 per cento del PIL. Si ricorda che la Commissione europea ha deciso l'applicazione della cosiddetta general escape clause per l'anno in corso, al fine di assicurare agli Stati membri il necessario spazio di manovra nell'ambito del proprio bilancio per sostenere le spese sanitarie necessarie ad affrontare l'emergenza epidemica e le misure per contrastare gli effetti recessivi sulle economie europee della diffusione del COVID-19. L'applicazione della clausola consente agli Stati membri di deviare temporaneamente Pag. 57dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di medio termine, ma non sospende l'applicazione del Patto di stabilità e crescita, né le procedure del semestre europeo in materia di sorveglianza fiscale.
  Lo scenario programmatico è stato ricostruito alla luce dello strumento dell'Unione europea Next Generation EU che prevede risorse per il periodo 2020-2026 pari a 750 miliardi di euro per l'economia della UE. La componente più rilevante di questo strumento è il Recovery and Resilience Facility (RRF) per cui i Governi hanno avviato una fase ricognitiva per la redazione di indirizzi di intervento. In ottobre il Governo elaborerà lo schema di Programma Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per l'Italia, la cui versione finale è prevista per l'inizio del 2021.
  Il Governo prevede l'utilizzo pieno delle sovvenzioni messe a disposizione del nostro Paese, e un utilizzo dei prestiti compatibile con il raggiungimento degli obiettivi di bilancio.
  Secondo la NADEF la manovra 2021-2023 della prossima legge di bilancio punterà a sostenere la ripresa dell'economia con un'ulteriore spinta fiscale nel 2021, che si andrà riducendo nel 2022, per poi puntare ad un significativo miglioramento del saldo di bilancio nel 2023. Di conseguenza, gli obiettivi di indebitamento netto sono fissati al –7 per cento nel 2021, al –4,7 per cento nel 2022 e al –3 per cento nel 2023. Per gli anni seguenti (2024-2026), si prefigura un ulteriore e significativo miglioramento del saldo di bilancio, tale da assicurare una riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL in tutti gli anni della previsione. Tali obiettivi di indebitamento netto si basano a loro volta sul rientro del deficit primario, che dovrebbe scendere dal –7,3 per cento del PIL di quest'anno al –3,7 per cento nel 2021 e al –1,5 per cento circa nel 2022, per poi tramutarsi in un lieve avanzo (0,1 per cento del PIL) nel 2023.
  Tra le risorse per il finanziamento degli interventi previsti dalla manovra di bilancio per il 2021-2023, accanto alla rimodulazione di alcuni fondi di investimento, l'utilizzo delle risorse messe a disposizione dal pacchetto Next generation EU e la revisione e riqualificazione della spesa della pubblica amministrazione, il Governo include anche: la revisione di alcuni sussidi dannosi dal punto di vista ambientale; gli incrementi di gettito derivanti dal miglioramento della compliance, correlati anche all'incentivazione all'utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento; il gettito addizionale derivante dalla più elevata crescita generata dal programma di investimenti.
  Per quanto riguarda i saldi strutturali di finanza pubblica, questi sono influenzati dall’output gap. Nel triennio in esame l'output gap è stimato chiudersi più rapidamente, nonostante l'aumento atteso del PIL potenziale, creando i presupposti per un miglioramento del saldo strutturale programmatico nel 2021 di quasi 0,8 punti percentuali. Nel biennio 2022-2023 si punta ad un saldo strutturale migliore. In particolare esso è previsto a –4,7 per cento nel 2022 e a –3,5 per cento nel 2023.
  Nell'intero orizzonte temporale il saldo primario e l'indebitamento netto mostrano un sostanziale scostamento tra i valori tendenziali e quelli programmatici nel 2021 e 2022, ed in misura minore nel 2023. Il saldo primario programmatico (in percentuale sul PIL) è previsto in diminuzione di 1,3 punti percentuali nel 2021, 0,7 punti nel 2022 e 0,2 punti nel 2023 rispetto a quello tendenziale. L'indebitamento pertanto si muove di pari passo con l'evoluzione del saldo primario, mostrando scostamenti nell'ordine di 1,3 punti percentuali nel 2021, 0,6 punti nel 2022 e 0,3 punti nel 2023.
  Quanto al debito pubblico, la stima preliminare del Governo per il 2020 prevede un rapporto debito/PIL del 158 per cento. Il DEF stimava invece un rapporto del 151,8 per cento nello scenario tendenziale e un rapporto del 155,7 per cento nello scenario inclusivo delle nuove politiche. Il maggiore livello del rapporto rispetto a quello previsto nel DEF è dovuto all'impatto del decreto-legge «Agosto» (n. 104 del 2020), che incide per 0,9 punti percentuali, e alla revisione al ribasso della previsione di crescita del PIL nominale. Pag. 58Rispetto al 2019, il rapporto debito/PIL è previsto in aumento nel 2020 di 23,4 punti percentuali. Ciò è principalmente dovuto all'insieme di misure adottate per fronteggiare le conseguenze della crisi pandemica, che hanno complessivamente determinato finora un impatto di 100 miliardi di euro in termini di indebitamento netto e di quasi 118 miliardi di euro in termini di fabbisogno. Si è avuto corrispondentemente un deterioramento del saldo primario, che è passato da una posizione di avanzo a una di deficit pari al 7,3 per cento del PIL, e della componente stock-flussi. Si è avuto inoltre un peggioramento della componente ciclica del saldo di bilancio, a causa della crisi economica, nonché un aumento del c.d. effetto snow-ball, dovuto all'aumento della spesa per interessi e alla caduta del tasso di crescita del PIL nominale.
  Nel triennio successivo, la combinazione di una riduzione del fabbisogno di liquidità del Settore pubblico e della forte ripresa della crescita del PIL nominale, porterà il rapporto debito/PIL su un sentiero decrescente: 155,6 per cento nel 2021, 153,4 per cento nel 2022 e 151,5 per cento nel 2023.
  Come già prefigurato dal Governo nel DEF, per l'anno 2019 la regola del debito non viene rispettata in nessuna delle tre configurazioni definite dal Patto di stabilità e crescita. La NADEF 2020 conferma pertanto l'approccio, già avanzato nel DEF 2020, volto a ridurre il rapporto debito/PIL verso la media dei Paesi dell'area dell'euro nel prossimo decennio, attraverso una strategia basata sul conseguimento di avanzi primari di bilancio in un contesto di rilancio degli investimenti pubblici e privati, ottenuto anche con le risorse dello strumento europeo Next Generation EU, i cui effetti non sono tuttavia, per motivi prudenziali, incorporati nelle stime di finanza pubblica.
  Ricorda che alla Nota di aggiornamento risultano allegati, secondo quanto prescritto dalla legge di contabilità, le relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali, il rapporto programmatico recante gli interventi in materia di spese fiscali, il rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva e la relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva.
  Segnala, poi, che la Nota dichiara collegati alla decisione di bilancio 22 disegni di legge riguardanti svariati settori, rispetto ai quali, per maggiori dettagli, rinvia al dossier elaborato dai Servizi di documentazione della Camera e del Senato. Al riguardo, ritiene che la previsione di un elevato numero di disegni di legge collegati alla manovra di bilancio abbia implicazioni rilevanti per il Parlamento, visti i tempi più stretti per il loro esame.
  Concludendo, esprime apprezzamento per il fatto che la NADEF ponga al centro delle priorità di politica economica del nostro Paese l'economia reale, attraverso il sostegno della domanda aggregata e, in particolare, degli investimenti. In proposito, nell'apprezzare l'attenzione posta dal Governo sul rilancio degli investimenti, ritiene necessario migliorare, altresì, la capacità di spesa delle amministrazioni in modo che le risorse stanziate producano gli auspicati effetti positivi sull'economia.
  Nel rilevare che lo scenario programmatico include, a partire dal 2021, i finanziamenti di Next Generetion EU, rammenta che tale strumento non è ancora completamente definito e, in proposito, ritiene necessario anche velocizzare il negoziato in corso sul bilancio dell'Unione europea.
  Condivide lo scenario di riavvicinamento all'obiettivo di medio termine prospettato nella NADEF, poiché esso mantiene il carattere espansivo della finanza pubblica. In proposito, tuttavia, ritiene necessario prestare attenzione alla dinamica dei prezzi, in considerazione dell'influenza che il tasso di inflazione esercita sul debito pubblico.
  In conclusione, alla luce delle considerazioni svolte, ritiene che la NADEF e la relazione ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012 presentate dal Governo prefigurano uno scenario di politica economica condivisibile.

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  La Viceministra Laura CASTELLI si riserva di intervenire nel prosieguo della discussione.

  Rebecca FRASSINI (LEGA), nell'auspicare che la Viceministra Castelli risponda ad alcune domande a cui, a suo avviso, il Ministro Gualtieri non ha dato risposta nel corso dell'audizione appena conclusa, ricorda che l'esame della NADEF rappresenta un momento importante poiché essa stabilisce gli indirizzi di politica economica che verranno messi in atto nella legge di bilancio. In proposito, ritiene che le stime contenute nella NADEF siano eccessivamente ottimistiche, anche alla luce del fatto che l'ammontare delle risorse del Recovery Fund non è stato ancora completamente definito. Nel prendere atto delle stime del Governo, che definisce discutibili, auspica che la Viceministra Castelli fornisca chiarimenti sulle intenzioni del Governo rispetto al reinserimento della plastic tax, nei confronti della quale rappresenta la preoccupazione del settore imprenditoriale. Chiede, inoltre, chiarimenti sulle intenzioni del Governo rispetto alle cartelle esattoriali il cui termine di sospensione del pagamento scadrà a breve e rispetto alla possibilità di prevedere misure alternative alla cassa integrazione alla conclusione del suo periodo di applicazione. Infine, chiede alla Viceministra Castelli di chiarire se il Governo ha intenzione di prevedere misure di sostegno ai titolari di partita IVA anche negli anni 2021 e 2022. Concludendo, esprime preoccupazione per lo scenario economico che si va delineando, sottolineando che se il Governo non ha intenzione di sostenere adeguatamente le imprese non può auspicare una solida ripresa dell'economia.

  Vanessa CATTOI (LEGA), nel concordare con l'onorevole Frassini sull'importanza della NADEF, che rappresenta la cornice entro cui verrà definita la manovra di bilancio, auspica che la rappresentante del Governo risponda ad alcuni quesiti posti durante l'audizione appena conclusa al Ministro Gualtieri. Evidenzia che in base ai dati elaborati dall'ISTAT numerose imprese sono a rischio di chiusura entro la fine dell'anno. Ciò, a suo avviso, potrebbe provocare una vera e propria «bomba sociale», anche a causa della rimozione del blocco dei licenziamenti e della conclusione della cassa integrazione. In proposito chiede alla Viceministra Castelli se il Governo ha tenuto conto ai fini del calcolo dell'indebitamento netto delle maggiori spese per la NASPI dovute all'aumento della disoccupazione che si verificherà una volta rimosso il blocco dei licenziamenti. Ritiene che, se il Governo intende puntare sugli investimenti per aumentare il tasso di crescita e quindi ridurre il rapporto debito/PIL, dovrebbe fare in modo che tali investimenti siano poi concretamente realizzati. In proposito ritiene che il «modello Genova» sia da prendere in considerazione per evitare che troppa burocrazia e troppi vincoli frenino gli investimenti e, quindi, la ripresa economica. Quanto alle cartelle esattoriali il cui termine di sospensione del pagamento scadrà a breve, ricorda che la Lega da molto tempo chiede la realizzazione di una vera e propria pace fiscale, che in momenti di crisi come quello che sta vivendo il nostro Paese risulta necessaria per sostenere le famiglie e le imprese. Infine, nel ricordare che il rappresentante della Banca d'Italia intervenuto ieri in audizione ha assicurato che il fabbisogno di liquidità delle imprese italiane è stato completamente soddisfatto, esprime preoccupazione rispetto alla possibilità che, poiché molte imprese sono a rischio fallimento, si configuri un problema di mancata restituzione dei prestiti assistiti dalla garanzia dello Stato e su questo chiede chiarimenti alla rappresentante del Governo.

  Giorgio LOVECCHIO, presidente, nel ricordare che sull'applicazione GeoCamera sono stati pubblicati questa mattina i contributi scritti inviati dalla Corte dei conti, dal CNEL e dall'ISTAT, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta che sarà convocata alle ore 14.45 della giornata odierna.

  La seduta termina alle 11.

Pag. 60

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 13 ottobre 2020. — Presidenza del vicepresidente Giorgio LOVECCHIO. – Interviene la Viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 14.50.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2017.
C. 1768 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 29 settembre 2020.

  Giorgio LOVECCHIO, presidente, ricorda che nella seduta dello scorso 29 settembre la rappresentante del Governo si era riservata di fornire i chiarimenti richiesti dalla relatrice.

  La Viceministra Laura CASTELLI assicura che le disposizioni in materia di coproduzioni cinematografiche previste dall'Accordo risultano di carattere ordinamentale e pertanto non comportano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
  Quindi, in considerazione del tempo trascorso dalla presentazione del disegno di legge, avvenuta lo scorso anno, evidenzia la necessità, all'articolo 3 del disegno di legge in esame, di aggiornare la copertura finanziaria riferendola al fondo speciale relativo al triennio 2020-2022.
  Conferma che la prima riunione della Commissione mista istituita ai sensi dell'articolo XII dell'Accordo avrà luogo in Messico nell'anno 2021 e osserva infine che l'onere derivante dall'articolo XII dell'Accordo oggetto di ratifica, essendo direttamente riferibile a spese di missione, dovrebbe essere piuttosto espresso in termini meramente previsionali, in quanto non comprimibile nell'ambito di un limite massimo di spesa.

  Giorgio LOVECCHIO, presidente, in sostituzione della relatrice, rilevata la necessità, in linea con i pareri in tal senso deliberati dalla Commissione bilancio in occasione dell'esame di disegni di legge di ratifica i cui oneri presentavano analoghe caratteristiche, di riformulare il comma 1 dell'articolo 3 nel senso di specificare che si tratta di un onere «valutato in», anziché «pari a», come attualmente previsto dal testo in esame, formula la seguente proposta di parere:
  «La V Commissione,
   esaminato il progetto di legge C. 1768 Governo, recante Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2017;
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:
    le disposizioni in materia di coproduzioni cinematografiche previste dall'Accordo risultano di carattere ordinamentale e pertanto non comportano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
    all'articolo 3 del disegno di legge in esame appare necessario – in considerazione del tempo trascorso dalla presentazione del disegno di legge avvenuta lo scorso anno – aggiornare la copertura finanziaria riferendola al fondo speciale relativo al triennio 2020-2022;
    la prima riunione della Commissione mista istituita ai sensi dell'articolo XII dell'Accordo avrà luogo in Messico nell'anno 2021;
    l'onere derivante dall'articolo XII dell'Accordo oggetto di ratifica, essendo direttamente riferibile a spese di missione, dovrebbe essere piuttosto espresso in termini Pag. 61meramente previsionali, in quanto non comprimibile nell'ambito di un limite massimo di spesa;
   rilevata pertanto la necessità, in linea con i pareri in tal senso deliberati dalla Commissione bilancio in occasione dell'esame di disegni di legge di ratifica i cui oneri presentavano analoghe caratteristiche, di riformulare il comma 1 dell'articolo 3 nel senso di specificare che si tratta di un onere «valutato in», anziché «pari a», come attualmente previsto dal testo in esame,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione:
   All'articolo 3 sostituire il comma 1 con il seguente: 1. All'onere derivante dall'attuazione dell'articolo XII dell'Accordo di cui all'articolo 1 della presente legge, valutato in euro 4.890 ogni quattro anni a decorrere dall'anno 2021, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni, per il medesimo anno, dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2020-2022, nell'ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2020, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.».

  La Viceministra Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Corea sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 ottobre 2018.
C. 2524 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 29 settembre 2020.

  Giorgio LOVECCHIO, presidente, ricorda che nella seduta dello scorso 29 settembre la rappresentante del Governo si era riservata di fornire i chiarimenti richiesti dal relatore.

  La Viceministra Laura CASTELLI conferma che le disposizioni dell'Accordo diverse dall'articolo 2, paragrafo 3, lettera a), non comportano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e che le attività di cooperazione di cui all'articolo 2 dell'Accordo verranno svolte nell'interesse della Controparte e non comportano oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato.

  Giorgio LOVECCHIO, presidente, in sostituzione del relatore, formula la seguente proposta di parere:
  «La V Commissione,
   esaminato il progetto di legge C. 2524 Governo, approvato dal Senato, recante Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Corea sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 ottobre 2018;
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:
    le disposizioni dell'Accordo diverse dall'articolo 2, paragrafo 3, lettera a), non comportano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
    le attività di cooperazione di cui all'articolo 2 dell'Accordo verranno svolte nell'interesse della Controparte e non comportano oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato,Pag. 62
  esprime

PARERE FAVOREVOLE».

  La Viceministra Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note per il rinnovo a tempo indeterminato dell'Accordo tra il Ministero della difesa italiano e il Ministero della difesa macedone sulla cooperazione nel campo della difesa del 9 maggio 1997, fatto a Skopje il 3 febbraio e il 23 agosto 2017.
C. 2578 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giorgio LOVECCHIO, presidente, in sostituzione del relatore, fa presente che il testo del provvedimento è corredato di relazione tecnica, indi, passando all'esame dei contenuti del disegno di legge di ratifica e dell'Accordo che presentano profili di carattere finanziario e delle informazioni fornite dalla relazione tecnica, in merito ai profili di quantificazione osserva preliminarmente che gli oneri derivanti dall'Accordo sono stimati – all'articolo 3, comma 1, del disegno di legge di ratifica – in un importo valutato in 1.603 euro ad anni alterni a decorrere dal 2020 ed in un importo autorizzato pari a 840 euro ad anni alterni a decorrere dal 2021. Rileva che tale stima appare coerente sia con gli elementi forniti dalla relazione tecnica sia con le quantificazioni riferite ad altri provvedimenti di analogo contenuto: ciò nel presupposto che trovino effettiva attuazione le ipotesi adottate dalla relazione tecnica, relative alle modalità ed alla decorrenza, a partire dal 2020, dell'applicazione delle disposizioni dell'Accordo. A tal riguardo, evidenzia che nel corso dell'esame in prima lettura (AS 1087), la rappresentante del Governo, nella seduta della Commissione Bilancio in sede consultiva del 9 giugno 2020, ha fornito rassicurazione circa il fatto che, nel primo anno, gli incontri delle delegazioni si svolgeranno in Macedonia.
  Circa le quantificazioni riferite alle previsioni onerose, non formula dunque osservazioni. In particolare, prende atto di quanto indicato dalla relazione tecnica, in base alla quale gli oneri connessi all'attuazione del provvedimento sono esclusivamente riferiti all'invio, ad anni alterni a decorre dal 2020, di due unità di personale militare italiano a Skopje con spese di viaggio, di missione e di soggiorno a carico dell'Italia: tale ipotesi appare a sua volta coerente, a suo parere, con i criteri di ripartizione degli oneri desumibili dall'articolo 5 dell'Accordo. Evidenzia, inoltre, che il disegno di legge di ratifica, con riguardo alle altre disposizioni dell'Accordo (fatta eccezione per l'articolo 3, paragrafo 6, e per l'articolo 4, paragrafi 1, 2, 6 e 8) prevede un vincolo d'invarianza finanziaria: segnala come, secondo la relazione tecnica, anche sulla base dell'esperienza verificatasi con riferimento ad analoghi Accordi, le attività di cooperazione di cui all'articolo 4 verranno, eventualmente, svolte nell'esclusivo interesse della Controparte e previo rimborso delle relative spese, non comportando quindi oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato. Osserva che tale meccanismo viene espresso nel testo dell'Accordo con il principio di reciprocità (articolo 5). Pertanto, anche relativamente a tali ulteriori disposizioni non formula osservazioni per i profili di quantificazione.
  Segnala che, con il principio di reciprocità come disciplinato dall'Accordo in esame, la Parte ospite si assume le spese di trasporto delle persone inviate fino al punto di entrata del Paese che invita, compresi i costi relativi alla loro retribuzione o ogni altro compenso dovuto, e la Parte ospitante si assume le spese di trasporto delle persone dal punto di entrata nel suo territorio, sistemazione e vitto, e le attività organizzate. In merito ai Pag. 63profili di copertura finanziaria, fa presente che il comma 1 dell'articolo 3 provvede agli oneri derivanti dalle spese di missione connesse – nell'ambito della cooperazione tra le due Parti contraenti nel settore della difesa – all'invio della delegazione italiana presso il Ministero della difesa macedone, ai sensi dell'articolo 2 dell'Accordo oggetto di ratifica, valutate in 1.603 euro annui ad anni alterni a decorrere dall'anno 2020, e alle spese di alloggio, vitto e trasporto connesse – nel medesimo ambito – all'ospitalità di delegazioni del Ministero della difesa macedone, ai sensi dell'articolo 4 del citato Accordo, valutate in 840 euro annui ad anni alterni a decorrere dall'anno 2021, mediante corrispondente riduzione dell'accantonamento del fondo speciale di parte corrente, relativo al bilancio 2020-2022, di competenza del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Ciò considerato, non ha osservazioni da formulare, posto che l'accantonamento utilizzato reca le occorrenti disponibilità.
  Segnala inoltre che l'articolo 4, comma 1, prevede che dall'attuazione delle rimanenti disposizioni dell'Accordo in esame non debbano derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, mentre il successivo comma 2 stabilisce che agli eventuali oneri derivanti dall'attuazione degli articoli 3, paragrafo 6, e 4, paragrafi 1, 2, 6 e 8, dell'Accordo medesimo si farà fronte con apposito provvedimento legislativo. Anche a tale ultimo riguardo, in coerenza del resto con quanto rilevato con riferimento a clausole di analogo tenore contenute in disegni di legge di ratifica, non ha osservazioni da formulare.
  Tutto ciò considerato propone di esprimere parere favorevole sul provvedimento in oggetto.

  La Viceministra Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Ratifica ed esecuzione degli emendamenti allo Statuto istitutivo della Corte penale internazionale, ratificato ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232, adottati a Kampala il 10 e l'11 giugno 2010.
C. 2332 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giorgio LOVECCHIO, presidente, in sostituzione del relatore, evidenzia che il disegno di legge in titolo, recante la ratifica ed esecuzione degli emendamenti allo Statuto istitutivo della Corte penale internazionale, adottati a Kampala il 10 e l'11 giugno 2010, è già stato approvato dal Senato e consta di tre articoli che dispongono, rispettivamente, in merito all'autorizzazione alla ratifica (articolo 1), all'ordine di esecuzione (articolo 2) e all'entrata in vigore (articolo 3).
  In proposito, osserva che gli emendamenti allo Statuto oggetto del presente disegno di legge prevedono, in particolare, l'introduzione del crimine di aggressione fra quelli perseguibili dalla Corte e definiscono le condizioni per l'esercizio della giurisdizione da parte della Corte medesima in relazione a detta fattispecie.
  In tale quadro, rammenta che il disegno di legge in esame, che non risulta corredato di relazione tecnica, è già stato approvato dal Senato senza apportare in tale sede modificazioni al testo e che la Commissione bilancio di quel ramo del Parlamento nella seduta del 12 febbraio 2019 ha espresso su di esso un parere di nulla osta.
  Ciò posto, poiché il provvedimento non appare presentare profili problematici dal punto di vista finanziario, propone di esprimere sullo stesso un parere favorevole.

  La Viceministra Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Pag. 64

Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla coproduzione cinematografica (rivista), con Allegati, fatta a Rotterdam il 30 gennaio 2017.
C. 1766 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Maria Anna MADIA (PD), relatrice, fa presente che il provvedimento è corredato di relazione tecnica, indi, passando all'esame dei contenuti delle disposizioni dell'Accordo che presentano profili di carattere finanziario e delle informazioni fornite dalla relazione tecnica, in merito ai profili di quantificazione rileva che la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla coproduzione cinematografica sostituisce la precedente Convenzione europea sulla coproduzione 2 cinematografica del 1992. In proposito, tenuto conto che la nuova convenzione riproduce la clausola di assimilazione delle coproduzioni cinematografiche ai film nazionali, già prevista dalla precedente convenzione, e indica i requisiti e i criteri sulla cui base un'opera cinematografica è qualificabile come coproduzione, riprendendo in gran parte i contenuti della precedente convenzione; che in ogni caso – come già confermato in occasione di ratifiche di accordi bilaterali di coproduzione cinematografica – l'ammissibilità di un'opera cinematografica a benefici pubblici non comporta la concessione automatica di incentivi, in quanto si opera nel quadro dei requisiti, delle procedure e degli stanziamenti già previsti a legislazione vigente; che la gestione della convenzione è affidata al Consiglio di gestione del Fondo «Eurimages» (sia il Consiglio sia il Fondo sono già operanti a legislazione vigente); che il disegno di legge è corredato di clausola di invarianza; che alla precedente convenzione di identico oggetto non erano stati ascritti effetti finanziari, non formula osservazioni nel presupposto che, come parrebbe, la ratifica della nuova convenzione non comporti un incremento del contributo annuo dell'Italia per il Fondo Eurimages. Circa tale elemento sarebbe comunque opportuna, a suo parere, una conferma. In merito ai profili di copertura finanziaria, evidenzia che l'articolo 3 prevede che dall'attuazione del presente provvedimento non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che le amministrazioni pubbliche interessate provvedono ai compiti derivanti dall'attuazione del disegno di legge in esame con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Al riguardo non ha osservazioni da formulare.

  La Viceministra Laura CASTELLI assicura che la ratifica della nuova Convenzione non comporta un incremento del contributo annuo dell'Italia per il Fondo Eurimages.

  Maria Anna MADIA (PD), relatrice, formula la seguente proposta di parere:
  «La V Commissione,
   esaminato il progetto di legge C. 1766, recante Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla coproduzione cinematografica (rivista), con Allegati, fatta a Rotterdam il 30 gennaio 2017;
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che la ratifica della nuova Convenzione non comporta un incremento del contributo annuo dell'Italia per il Fondo Eurimages,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE».

  La Viceministra Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere della relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 15.

Pag. 65

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 13 ottobre 2020. — Presidenza del vicepresidente Giorgio LOVECCHIO. – Interviene la Viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 15.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di rettifica dell'allegato FM 5 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 febbraio 2020, concernente la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale per il 2018, riferito alla categoria «Fame nel mondo», registrato dalla Corte dei conti con il numero 407.
Atto n. 196.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno.

  Daniela TORTO (M5S), relatrice, evidenzia che lo schema di decreto del Presidente del consiglio n. 196 in esame è volto ad apportare alcune rettifiche al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 febbraio 2020, concernente la ripartizione delle somme relative alla quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale per l'anno 2018 riferito alla tipologia di intervento «Fame nel mondo».
  Come riportato nella Relazione illustrativa, segnala che tali rettifiche risultano necessarie in quanto, a seguito di un successivo esame, sono stati riscontrati errori di inserimento dei dati relativi ad alcune istanze nel sistema informatico, che si sono poi automaticamente trasferiti nell'allegato FM 5 del decreto 14 febbraio 2020.
  Precisa poi che le rettifiche riguardano i contributi da erogare a tre interventi, cui risultano essere state assegnate somme complessivamente superiori a quelle ad essi effettivamente erogabili, per un importo pari a 25.506 euro. Si tratta dei contributi al CIAI (Centro italiano aiuti all'infanzia – ONG), Servizio Volontario Internazionale (SVI) e all'Associazione Volontari Dokita – ONG.
  A seguito della correzione, pertanto, lo schema in esame provvede a redistribuire il residuo di 25.506 euro in favore di quei progetti che, pur ammessi in graduatoria dalla Commissione, non hanno ottenuto l'intero finanziamento per indisponibilità di fondi. A seguito dell'istruttoria svolta presso la Presidenza del Consiglio, infatti, sono risultati finanziabili 27 progetti, di cui, per i primi 23, è stato possibile erogare l'intera cifra ammessa, mentre per i rimanenti 4 progetti, a pari merito in graduatoria, è stato possibile erogare solo parte della quota ammessa a finanziamento, fino alla concorrenza della somma disponibile. L'integrazione delle risorse finanziarie riguarda il Comitato Europeo per la Formazione e l'Agricoltura (CEFA ONLUS), il COMI (Cooperazione per il mondo in via di sviluppo – ONG), l'IPSIA (Istituto Pace Sviluppo Innovazione – Acli) e l'OSVIC (Organismo sardo di volontariato internazionale cristiano).
  In conclusione, preso atto del contenuto dello schema di decreto, propone di esprimere un parere favorevole sul provvedimento.

  La Viceministra Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere della relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 15.05.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 13 ottobre 2020. — Presidenza del vicepresidente Giorgio LOVECCHIO. – Interviene la Viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 15.05.

Pag. 66

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 21 maggio 2018, n. 68, di attuazione della direttiva (UE) 2016/97 sulla distribuzione assicurativa.
Atto n. 197.
(Rilievi alla VI Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto.

  Giorgio LOVECCHIO, presidente, in sostituzione del relatore, ricorda che lo schema di decreto legislativo è stato predisposto in attuazione della previsione recata dall'articolo 31, comma 5, della legge n. 234 del 2012, che, nel rispetto dei principi e criteri direttivi fissati dalla legge n. 163 del 2017, autorizza il Governo ad adottare disposizioni integrative e correttive di una serie di decreti legislativi, tra i quali è ricompreso il decreto legislativo n. 209 del 2005, recante il Codice delle assicurazioni private – CAP. A tale proposito, precisa che la scadenza del termine per l'adozione del provvedimento, originariamente prevista per il 1o luglio 2020, è stata prorogata di 3 mesi in virtù dell'articolo 1, comma 3, del decreto-legge n. 18 del 2020. Fa presente che la relazione tecnica riferita al testo dello schema nel suo complesso afferma che esso non prevede alcuna disposizione di spesa che possa determinare effetti per il bilancio dello Stato, trattandosi solo di disposizioni correttive di norme già introdotte e vagliate con l'approvazione del decreto legislativo n. 68 del 2018, di recepimento della direttiva UE n. 2016/97, Insurance Distribution Directive – IDD, e non dispone, quindi, l'introduzione di nuovi compiti in capo ad IVASS o ad altre Autorità di vigilanza nazionali, né l'attribuzione di nuovi poteri rispetto a quelli previsti dalla legislazione vigente, limitandosi a riformulare, in specifici casi, quelli già conferiti dal testo del Codice delle assicurazioni private, assicurando una maggiore aderenza alla direttiva IDD e una maggiore chiarezza dell'articolato. Per tali motivazioni, l'intervento legislativo – nei singoli articoli e nel suo complesso – non comporta nuovi o maggiori oneri finanziari per il bilancio dello Stato e per l'erario, non avendo riflessi a carico della finanza pubblica.
  Segnala poi che l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni – IVASS, pur essendo un ente pubblico, non è incluso nel novero delle pubbliche amministrazioni come definito dal Sistema europeo dei conti e censito dall'ISTAT, per cui non è rilevante ai fini dei saldi di finanza pubblica. In ogni caso, posto che comunque è prevista una copertura degli oneri per le procedure di risoluzione stragiudiziale delle controversie, la cui disciplina puntuale è rimessa ad un decreto ministeriale, ritiene che sarebbero utili chiarimenti in merito all'idoneità delle modifiche proposte agli articoli 335 e 336 CAP a garantire la copertura delle relative spese di funzionamento. Infatti, in sede di prima applicazione, gli importi dei contributi di vigilanza dovuti dalle imprese e dagli intermediari sono stabiliti ope legis, per cui sarebbe auspicabile una valutazione del gettito atteso dagli operatori che vengono ex novo assoggettati al versamento dei contributi, considerando che non vengono modificati gli importi da versare da parte degli operatori già obbligati. Tale valutazione andrebbe integrata con un'indicazione, perlomeno di massima, circa l'ammontare dei costi attesi correlati ai nuovi sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie, al fine di confermare l'idoneità dei contributi aggiuntivi a garantire la copertura dei costi aggiuntivi. Sul punto, osserva che fra i costi in questione dovrebbero verosimilmente essere ricompresi quelli legati alle assunzioni di personale necessarie a coprire l'aumento della pianta organica dell'IVASS in misura pari alle 45 unità riportate dalla stessa relazione tecnica. In prospettiva, poi, la teorica possibilità di correggere un'eventuale insufficienza della contribuzione prevista in prima istanza rispetto alle nuove esigenze finanziarie, demandata evidentemente alla rideterminazione annuale con decreto ministeriale dei contributi dovuti, appare Pag. 67comunque condizionata al livello fissato in sede legislativo. Non ha rilievi da formulare sulle restanti disposizioni.

  La Viceministra Laura CASTELLI si riserva di fornire i chiarimenti richiesti dal relatore.

  Giorgio LOVECCHIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.20.

SEDE REFERENTE

  Martedì 13 ottobre 2020. — Presidenza del vicepresidente Giorgio LOVECCHIO. – Interviene la Viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 15.25.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2020.
Doc. LVII, n. 3-bis, Annesso e Allegati.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella odierna seduta antimeridiana.

  Giorgio LOVECCHIO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri di tutte le Commissioni competenti in sede consultiva, che sono in distribuzione.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), segnalando che la IX Commissione ha espresso un parere favorevole con condizioni e osservazioni, chiede quale seguito debba essere dato a tale parere.

  Giorgio LOVECCHIO, presidente, evidenzia che il parere espresso dalle Commissioni competenti in sede consultiva non è vincolante.

  Stefano FASSINA (LEU), relatore, anche a nome del collega Adelizzi, assicura che i relatori valuteranno con la massima attenzione il contenuto dei pareri espressi dalle Commissioni. Con particolare riferimento al parere della IX Commissione, rileva che la prima delle condizioni recate dalla stessa appare impropriamente apposta in quanto è riferita alla manovra di finanza pubblica e non alla presente Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA) ritiene che un parere favorevole sottoposto a una condizione si trasformi in un parere contrario nel caso in cui la condizione non venga accolta.

  Paolo TRANCASSINI (FDI) rileva come la Commissione trasporti, nel proprio parere, abbia espressamente distinto le condizioni dalle osservazioni allo scopo di dare maggiore risalto alle prime. Concorda quindi con l'onorevole Comaroli sulle conseguenze di un mancato accoglimento delle condizioni alle quali il parere favorevole è subordinato.

  Giorgio LOVECCHIO, presidente, in relazione al contenuto della prima delle condizioni recate nel parere della IX Commissione, osserva che essa potrà essere valutata in occasione dell'esame della prossima legge di bilancio.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA) ricorda che la risoluzione con la quale si approva la Nota di aggiornamento in esame è volta a dare indicazioni per la formulazione della prossima legge di bilancio e pertanto ritiene appropriato l'inserimento della condizione da parte della Commissione trasporti nel proprio parere.

  Claudio BORGHI (LEGA) evidenzia l'opportunità di comprendere se la IX Pag. 68Commissione abbia voluto veramente subordinare il proprio parere favorevole alla condizione della quale si sta discutendo. In caso affermativo ritiene necessaria un'attenta valutazione della condizione stessa e il suo inserimento nella proposta di risoluzione che verrà presentata in Assemblea. In questa prospettiva, ritiene quindi che si dovrebbe valutare l'opportunità, al fine di chiarire la portata effettiva del citato parere, di interpellare al riguardo la IX Commissione.

  Andrea MANDELLI (FI) concorda con la necessità di dare adeguato risalto, ai fini della definizione del contenuto della prossima legge di bilancio, ai pareri delle Commissioni competenti in sede consultiva e alle condizioni e osservazioni da essi recate, evidenziando come sarebbe altrimenti inutile che queste si esprimano. Prosegue sottolineando l'importanza del prossimo disegno di legge di bilancio ai fini del superamento della crisi economica in atto, in attesa della concreta attuazione degli interventi del Recovery Fund.

  Giorgio LOVECCHIO, presidente, chiarisce che l'eventuale mancato recepimento della condizione non comporterà che il parere favorevole della IX Commissione si trasformi in un parere contrario. Conferma comunque che si terrà in adeguata considerazione quanto segnalato nei pareri delle Commissioni, da considerare come una sorta di richiesta di impegno al Governo in vista della predisposizione del prossimo disegno di legge di bilancio.

  Stefano FASSINA (LEU), relatore, anche a nome del relatore Adelizzi, concorda con la necessità di prestare la dovuta attenzione a quanto evidenziato nei pareri espressi da tutte le Commissioni, anche in considerazione del fatto che comunque sono espressione della volontà della maggioranza. Ribadisce poi la scarsa chiarezza della prima delle condizioni della Commissione trasporti, che avrebbe dovuto essere più propriamente riferita al provvedimento in oggetto. Manifesta quindi l'intenzione di valutare il recepimento, nella proposta di risoluzione di maggioranza che verrà presentata in Assemblea, della seconda condizione, relativa all'inserimento, nell'ambito dei documenti di programmazione finanziaria nazionali, di appositi indicatori relativi al livello di digitalizzazione e innovazione.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA) sottolinea comunque l'esigenza che i pareri espressi dalle diverse Commissioni permanenti siano valutati e considerati con la massima attenzione.

  Paolo TRANCASSINI (FDI) considera essenziale prendere in seria considerazione le condizioni contenute nel parere deliberato dalla IX Commissione trasporti, invitando il presidente e i relatori a valutare in maniera non preconcetta l'opportunità di interpellare, se del caso, nuovamente la predetta Commissione al fine di accertare l'effettiva portata del parere da essa approvato, eventualmente disponendo una breve sospensione dei lavori. A suo parere, infatti, non è possibile disconoscere il fatto che, allo stato attuale, il parere condizionato espresso dalla citata Commissione, qualora non recepito dai relatori, equivarrebbe nella sostanza ad un parere di segno contrario.

  Giorgio LOVECCHIO (M5S) precisa che le condizioni contenute nei pareri deliberati dalle Commissioni permanenti, al pari delle osservazioni, non costituiscono un elemento ostativo al prosieguo dell'iter del provvedimento presso la Commissione incaricata dell'esame in sede referente né vincolano l'operato di quest'ultima, bensì rappresentano lo strumento attraverso cui le predette Commissioni richiamano l'attenzione, in maniera più o meno sensibile, su determinate questioni. Si limita del resto a rilevare che le condizioni espresse nel caso specifico dalla IX Commissione trasporti appaiono formulate in termini né stringenti né prescrittivi, bensì alla stregua di un'indicazione di carattere più generale, volta a sollecitare, nell'ambito della prossima manovra di finanza pubblica, lo stanziamento di adeguate risorse per il Pag. 69finanziamento dei provvedimenti legislativi che saranno adottati nel triennio di riferimento.

  Giorgio TRIZZINO (M5S), nel concordare con le considerazioni testé svolte dal presidente, rileva come le condizioni contenute nel parere adottato dalla IX Commissione trasporti, stante il tenore palesemente non prescrittivo delle stesse, appaiono in effetti nella sostanza assimilabili ad osservazioni o suggerimenti di massima, da cui non derivano specifici impegni.

  Claudio BORGHI (LEGA) invita tuttavia a non sottovalutare la questione posta dalla parte dispositiva del parere espresso dalla IX Commissione, giacché, a suo avviso, le condizioni in esso contenute, qualora non recepite dai relatori, tramuterebbero di fatto il parere medesimo in un senso contrario.

  Stefano FASSINA (LEU), relatore, assicura, anche a nome del collega Adelizzi, che i pareri espressi dalle Commissioni permanenti, ed in particolare le osservazioni e le condizioni in essi contenute, saranno – come del resto di regola avviene – oggetto di scrupolosa valutazione e considerazione, ciò sia in vista della predisposizione della relazione per l'Assemblea sia, ed a maggior ragione, in fase di elaborazione delle proposte di risoluzione che i gruppi parlamentari si riservano di presentare in Assemblea, giacché proprio in tale sede a quelle condizioni ed osservazioni, qualora ritenuto opportuno, potrà darsi concreto seguito. Venendo peraltro più da vicino al merito delle questioni affrontate, ritiene personalmente non condivisibile la prima delle condizioni contenute nel parere della IX Commissione, volta a prevedere nell'ambito della prossima manovra di finanza pubblica lo stanziamento di adeguate risorse per il finanziamento dei provvedimenti legislativi che saranno adottati nel triennio di riferimento, in considerazione del carattere non puntuale della stessa, mentre reputa condivisibile la seconda delle predette condizioni, finalizzata ad inserire, nell'ambito dei documenti di programmazione finanziaria nazionali, appositi indicatori relativi al livello di digitalizzazione e innovazione.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), pur apprezzando il relatore Fassina per il chiarimento da ultimo reso, nell'auspicio che delle criticità espresse nel parere della IX Commissione possa comunque tenersi conto anche in sede di predisposizione della relazione per l'esame in Assemblea, dichiara il voto contrario del gruppo della Lega.

  Andrea MANDELLI (FI) preannunzia il voto contrario del gruppo di Forza Italia.

  Ylenja LUCASELLI (FDI) preannunzia il voto contrario del gruppo di Fratelli d'Italia.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera quindi di conferire il mandato ai relatori a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera, altresì, di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  La seduta termina alle 16.