CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 ottobre 2020
447.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (II e VI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 6 ottobre 2020. — Presidenza del presidente della II Commissione, Mario PERANTONI. — Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Vittorio Ferraresi.

  La seduta comincia alle 14.50.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi.
Doc. XXII, n. 37 Rizzetto.

(Esame e rinvio).

  Le Commissioni iniziano l'esame del provvedimento in oggetto.

  Ingrid BISA (LEGA) interviene sull'ordine dei lavori rammentando che le Commissioni erano state inizialmente convocate per le ore 14. Lamenta quindi la mancanza di una tempestiva comunicazione circa il rinvio della seduta, sottolineando come i parlamentari siano stati informati della nuova convocazione soltanto dopo le ore 14. Nel chiedere pertanto alle presidenze che per il futuro si preveda una più efficiente e tempestiva organizzazione dei lavori, chiede che la seduta sia sospesa per consentire ai colleghi che ancora non sono arrivati, anche in ragione della distanza dall'Aula di Montecitorio, ed in particolar modo al capogruppo in Commissione giustizia della Lega, di poter partecipare ai lavori.

  Mario PERANTONI, presidente, nel condividere la necessità rappresentata dalla collega Bisa di attendere prima di avviare l'esame del provvedimento, desidera sottolineare che, nel momento in cui l'Assemblea era stata nuovamente convocata per le ore 14.30, aveva convenuto con il presidente Marattin di far slittare di quarantacinque minuti la seduta delle Commissioni riunite, già prevista per le ore 14. Si scusa pertanto per la mancanza di tempestività con la quale tale decisione è stata comunicata ed assicura che per il futuro tale circostanza non si ripeterà.

  Marco OSNATO (FDI), relatore per la VI Commissione, intervenendo sull'ordine dei lavori, stigmatizza – senza alcun intento polemico – il modo di procedere confuso e che non esita a definire sciatto Pag. 12dei lavori delle Commissioni riunite. Rileva infatti che essendosi conclusa la seduta della Commissione Finanze alle ore 14.15 ed essendo previsto l'inizio delle votazioni in Assemblea alle ore 14.30, vi sarebbe stato tutto il tempo di esaminare il provvedimento assegnato alle Commissioni Giustizia e Finanze. Esprime quindi perplessità in ordine ad un ulteriore slittamento dell'orario di inizio della seduta.

  Raffaele TRANO (MISTO) invita la presidenza a rivedere le modalità di svolgimento dei lavori delle Commissioni, onde evitare di assistere a ripetuti ritardi, ulteriori rinvii e sospensioni su un provvedimento ben noto alla Commissione Finanze. Dichiara di non comprendere le ragioni di questo modo di procedere e suggerisce di convocare una riunione dell'Ufficio di presidenza congiunto al fine di meglio programmare i successivi lavori.

  Mario PERANTONI, presidente, nel rammentare che la collega Bisa ha avanzato la richiesta di sospendere brevemente la seduta per consentire a tutti i parlamentari di partecipare ai lavori delle Commissioni, constata la presenza del collega Turri. Sottolinea che la decisione di posticipare i lavori delle Commissioni riunite al termine dei lavori dell'Assemblea è stata determinata dalla necessità di poter disporre del tempo necessario per esaminare il provvedimento in titolo nonché per svolgere la riunione degli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle stesse Commissioni riunite. Ciò premesso, considerato che in Assemblea sono terminate le votazioni, ma sono in corso ancora interventi di fine seduta, ritiene che le Commissioni potrebbero dare subito avvio all'esame del provvedimento in titolo, qualora non vi fossero obiezioni in tal senso, sottolineando che in caso contrario sospenderà brevemente i lavori.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) concorda con l'opportunità di sospendere i lavori delle Commissioni per alcuni minuti, al fine di permettere a tutti i colleghi interessati di raggiungere l'aula in cui si svolge la seduta.

  Roberto TURRI (LEGA), nel precisare che per il suo gruppo non vi sono obiezioni a che le Commissioni avviino il proprio lavoro, fa comunque presente che l'Assemblea è ancora in corso e ribadisce che, a differenza dei colleghi della Commissione Finanze, i deputati della Commissione Giustizia non sono stati avvisati in tempo del rinvio della convocazione della seduta, originariamente prevista per le ore 14.

  Giulio CENTEMERO (LEGA) si associa a quanto ha affermato il collega Turri, ritenendo che i lavori delle Commissioni possano procedere senza ulteriori rinvii.

  Mario PERANTONI, presidente, preso atto che non vi sono obiezioni in proposito, invita i relatori ad illustrare i contenuti del provvedimento.

  Marco OSNATO (FDI), relatore per la VI Commissione, ricorda che la proposta in esame intende istituire una Commissione parlamentare di inchiesta con il compito di accertare e ricostruire le circostanze che hanno determinato la morte di David Rossi.
  Rammenta che il 6 marzo 2013 David Rossi, responsabile dell'area comunicazione del Monte dei Paschi di Siena (MPS), è stato trovato senza vita dopo essere precipitato dalla finestra del proprio ufficio nella sede storica della banca di Rocca Salimbeni. Secondo i proponenti, il caso richiede una riapertura delle indagini, affinché la magistratura possa ricostruire quanto effettivamente accadde a David Rossi, sebbene alcune importanti prove non siano più acquisibili.
  L'articolo 1 istituisce, per la durata della XVIII legislatura, una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione.Pag. 13
  Alla Commissione sono attribuiti i seguenti compiti:
   a) ricostruire in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi che portarono alla caduta di David Rossi dalla finestra del proprio ufficio nella sede del Monte dei Paschi di Siena di Rocca Salimbeni e le eventuali responsabilità di terzi;
   b) esaminare e valutare il materiale raccolto dalle inchieste giornalistiche sulla morte di David Rossi e indagare sulle vicende a lui collegate, come denunciate e rese pubbliche attraverso le medesime inchieste;
   c) esaminare la compiutezza e l'efficacia dell'attività investigativa, anche valutando se vi siano state eventuali inadempienze o ritardi nella direzione e nello svolgimento di essa.

  Ai sensi dell'articolo 2, la Commissione è composta da venti deputati, nominati dal Presidente della Camera dei deputati in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare (comma 1). Con gli stessi criteri e con la stessa procedura si provvede alle eventuali sostituzioni in caso di dimissione o di cessazione dalla carica ovvero qualora sopraggiungano altre cause d'impedimento dei componenti della Commissione (comma 2).
  La Commissione è convocata dal Presidente della Camera dei deputati, entro dieci giorni dalla nomina dei componenti, per la costituzione dell'ufficio di presidenza (comma 3).
  Ai sensi del comma 4 dell'articolo 2, l'ufficio di presidenza, composto dal presidente, da due vicepresidenti e da due segretari, è eletto a scrutinio segreto dalla Commissione tra i suoi componenti. Per l'elezione del presidente è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti la Commissione. Se nessuno riporta tale maggioranza si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti; è eletto il candidato che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità di voti è proclamato eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età.
  Il comma 5 prevede, infine, che la Commissione, al termine dei propri lavori, presenti una relazione alla Camera dei deputati sui risultati dell'attività di inchiesta.
   Rilevato come, a diversi anni di distanza dal tragico evento, vi sia ora lo spazio e la necessità politica di chiarire le circostanze della vicenda, cede la parola alla relatrice per la II Commissione per l'illustrazione dei successivi articoli 3, 4 e 5.

  Stefania ASCARI (M5S), relatrice per la II Commissione, precisa, come ricordato dal collega Osnato, che nel corso del suo intervento illustrerà il contenuto dei restanti articoli 3, 4 e 5 della proposta parlamentare al nostro esame. In particolare, sottolinea che l'articolo 3 disciplina i poteri e limiti della Commissione, stabilendo al comma 1 che la Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. La Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione nonché alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale. Rammento a tale proposito che l'accompagnamento coattivo consiste nell'ordine impartito dall'autorità giudiziaria, attraverso un proprio decreto motivato, di condurre una persona alla sua presenza, se occorre anche con la forza. Le ipotesi in cui tale provvedimento può essere disposto sono tassativamente previste dal codice di procedura penale, agli articoli 132 (accompagnamento coattivo dell'imputato) e 133 (accompagnamento coattivo di altre persone). In particolare, l'articolo 133 del codice di procedura penale, richiamato dal testo in esame, disciplina l'accompagnamento coattivo di un testimone, di un perito, di persona sottoposta all'esame del Pag. 14perito, di un consulente tecnico, di un interprete e del custode delle cose sequestrate i quali, pur regolarmente citati e convocati per il compimento di un atto processuale per il quale è richiesta la loro presenza, omettono di comparire senza un legittimo impedimento. Ai sensi del comma 2 dell'articolo 3, la Commissione ha facoltà di acquisire copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti, nonché copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, anche se coperti da segreto (comma 2). Il comma 3 stabilisce che la Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza fino a quando gli atti e i documenti trasmessi in copia sono coperti dal segreto. Per il segreto di Stato nonché per i segreti d'ufficio, professionale e bancario si applicano le norme vigenti. È sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale nell'ambito del mandato (comma 4).
  Fa presente che, come stabilito dal comma 5, per le testimonianze rese davanti alla Commissione si applicano le disposizioni degli articoli da 366 a 384-bis del codice penale (comma 5). Rammenta che tale articoli riguardano una serie di delitti contro l'attività giudiziaria, che vanno dal rifiuto di atti legalmente dovuti (articolo 366), alla simulazione di reato (articolo 367), dalla calunnia e autocalunnia (articoli 368 e 369), dalla falsa testimonianza (articolo 372) alla falsa perizia o interpretazione (articolo 373), dalla frode processuale (articolo 374) all'intralcio alla giustizia (articolo 377), dal favoreggiamento personale o reale (articoli 378 e 379) alla rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale (articolo 379-bis). Ai sensi del comma 6, la Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione a esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. Devono in ogni caso essere coperti dal segreto gli atti e i documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari.
  Ricorda che l'articolo 4, in materia di obbligo del segreto, prevede che i componenti della Commissione, il personale addetto alla stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti di inchiesta, oppure ne viene a conoscenza per ragioni d'ufficio o di servizio, sono obbligati al segreto per tutto quanto riguarda gli atti e i documenti coperti dal segreto (comma 1). La violazione di tale obbligo e la diffusione, in tutto o in parte, anche per riassunto o informazione, di atti o documenti del procedimento di inchiesta dei quali è stata vietata la divulgazione sono punite ai sensi della legislazione vigente (comma 2). A tal fine ricordo che l'articolo 326 del codice penale punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni il pubblico ufficiale o la persona incaricata di pubblico servizio che rivela notizie che debbano rimanere segrete di cui è venuto a conoscenza in ragione del suo ufficio; se il fatto è commesso per procurare a sé o ad altri un indebito profitto patrimoniale, la reclusione va da due a cinque anni, mentre se si tratta di ingiusto profitto di natura non patrimoniale ovvero se il fatto è commesso per cagionare ad altri un danno ingiusto la reclusione è fino a due anni. La violazione colposa dell'obbligo del segreto è invece punita con la reclusione fino ad un anno.
  Evidenzia che, ai sensi del comma 1 dell'articolo 5, l'attività e il funzionamento della Commissione sono disciplinati da un regolamento interno approvato dalla medesima Commissione prima dell'inizio dell'attività di inchiesta. Le sedute sono pubbliche, tuttavia la Commissione può deliberare di riunirsi in seduta segreta. La Commissione può avvalersi di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie, di soggetti interni o esterni all'amministrazione dello Stato autorizzati, ove occorra e con il loro consenso, dagli organi a ciò deputati e dai Ministeri competenti. Con il citato regolamento interno è stabilito il numero massimo di collaborazioni di cui può avvalersi la Commissione (comma 2). Il comma 3 dispone che per lo svolgimento delle sue funzioni la Commissione fruisce Pag. 15di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dal Presidente della Camera dei deputati. Ai sensi del comma 4, le spese per il funzionamento della Commissione, stabilite nel limite massimo di 40.000 euro, sono poste a carico del bilancio interno della Camera dei deputati.
  Ciò premesso, sottolinea l'importanza dell'istituzione della Commissione d'inchiesta in discussione, fondamentale per approfondire aspetti legati alla morte di David Rossi che ad oggi appaiono come misteriosi. In particolare ritiene che potrà essere utile esaminare i tabulati telefonici dei cellulari che sono transitati per il vicolo in cui è stato trovato David Rossi nonché indagare sulle ragioni per le quali non sia stato effettuato l'esame istologico delle ferite riscontrate sul cadavere. Sottolinea poi l'utilità di considerare il ritrovamento di fazzoletti sporchi di sangue in un cestino della spazzatura, di esaminare il video di sorveglianza dal quale risultano tagliati dei fotogrammi nonché di analizzare il contorno legato agli istituti finanziari e ai centri di potere.

  Raffaele TRANO (MISTO) esprime apprezzamento per l'avvio dell'esame del provvedimento ed auspica che si possa pervenire con particolare rapidità all'istituzione di una Commissione d'inchiesta sulla morte di David Rossi. Si tratta di una morte misteriosa, legata a vicende di carattere finanziario, sulla quale il Parlamento è chiamato a compiere un'operazione verità che potrebbe fare luce su uno dei tanti misteri della storia della Repubblica. Come peraltro alcune trasmissioni televisive hanno già raccontato, tale vicenda potrebbe anche costituire la punta di un iceberg e nascondere molti altri segreti e misfatti riguardanti le relazioni tra gli istituti di credito italiani e gruppi di potere oscuri.

  Alfredo BAZOLI (PD), sottolineando come il Partito Democratico non abbia alcuna obiezione all'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta su un tema così delicato, evidenzia che il provvedimento è all'attenzione delle Commissioni riunite, e quindi della Commissione Giustizia, solo da oggi. Rilevando che sulla materia è stata avviata un'inchiesta giudiziaria, evidenzia la necessità di verificare che i compiti della Commissione parlamentare d'inchiesta non si sovrappongano alle prerogative dell'autorità giudiziaria e chiede pertanto, sottolineando le finalità non dilatorie della richiesta, che le Commissioni dispongano del tempo necessario per esaminare con attenzione il testo e per predisporne le eventuali modifiche.

  Mario PERANTONI (M5S) fa presente che al termine della seduta è prevista una riunione degli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite e che in tale sede si potrà discutere delle modalità di prosecuzione dei lavori.

  Lucia ANNIBALI (IV), nel sottolineare come la vicenda relativa alla morte di David Rossi sia molto delicata e richieda una attenta riflessione, si associa alle considerazioni del collega Bazoli chiedendo che le Commissioni possano disporre di un tempo ragionevole per riflettere sulla materia anche sulla base delle competenze della Commissione giustizia.

  Giulio CENTEMERO (LEGA) in primo luogo desidera ringraziare l'onorevole Rizzetto per aver presentato, in qualità di primo firmatario, la proposta di legge che istituisce una Commissione d'inchiesta sulla morte di David Rossi. In quanto membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ritiene particolarmente importante affrontare le problematiche inerenti il sistema bancario, senza dimenticare tuttavia che si tratta di vicende che vedono coinvolte persone e che l'essere umano viene prima di ogni altra cosa, insieme alla affermazione della verità. Si dice certo che le Commissioni potranno svolgere un proficuo lavoro affinché la Commissione d'inchiesta venga alla luce e faccia luce su una vicenda drammatica.

  Pierantonio ZANETTIN (FI) esprime il favore del suo gruppo nei confronti della Pag. 16proposta di inchiesta parlamentare in esame che riguarda un episodio inquietante relativo alla storia del Monte dei Paschi di Siena. Nel ricordare che sulla vicenda si è già svolta una inchiesta penale, ritiene tuttavia che il Parlamento possa supplire ad una carenza storica chiarendo i punti ancora non definiti della vicenda.

  Federico CONTE (LEU) si associa alla richiesta dei colleghi di approfondire la questione per evitare di svolgere un'inchiesta su un'inchiesta. Auspica poi che con il provvedimento si porti al centro della discussione un'indagine su un istituto di credito che è di proprietà pubblica ed è quotato in borsa, quindi esposto all'interesse pubblico. Sottolinea pertanto l'esigenza che nell'esaminare il provvedimento si tenga conto della corretta perimetrazione dei rapporti tra l'attività della Commissione parlamentare d'inchiesta e quella della magistratura e della tutela dell'interesse pubblico nel settore del credito.

  Carmelo MICELI (PD) fa presente di essere da circa due anni il legale dei familiari del defunto David Rossi. Ritiene pertanto doveroso offrire un contributo alle Commissioni in merito alla vicenda processuale. Precisa che sulla vicenda della morte del dottor Rossi si sono aperte due differenti indagini, la prima delle quali per istigazione al suicidio, archiviata, poi riaperta e infine archiviata definitivamente. All'esito di fatti nuovi emersi in un contesto televisivo si è poi instaurata un'indagine presso la procura della Repubblica del tribunale di Genova. Tale indagine si trova attualmente nella fase di avvenuta presentazione della richiesta di archiviazione da parte della procura di Genova avverso la quale i familiari del dottor Rossi hanno depositato opposizione. Pertanto sottolinea che allo stato tecnicamente non sono in corso indagini sulla vicenda. Ritiene che per molti aspetti potrebbe essere particolarmente opportuna l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta. Precisa che, per ragioni di opportunità, non parteciperà ai voti che le Commissioni saranno chiamate ad esprimere sul provvedimento. Ritiene che il provvedimento in esame sia lodevole e sottolinea come lo stesso sia stato sottoscritto da tutte le forze politiche. Segnala quindi la necessità di istituire la Commissione parlamentare d'inchiesta per ricercare la verità, lasciando fuori le possibili speculazioni sulle parti e sull'Istituto di credito, e ritiene che il Parlamento possa dare il proprio contributo per fare chiarezza sulla vicenda. Ritiene, infine, una volta istituita la Commissione d'inchiesta, non opportuna una sua assegnazione a tale Commissione, ma si dichiara tuttavia disponibile a fornire, in qualità di difensore, il proprio contributo per la ricerca della verità.

  Ciro MASCHIO (FDI), nell'associarsi alla richiesta del collega Osnato, manifesta il suo apprezzamento per il lavoro del collega Rizzetto, presentatore del provvedimento in discussione, e sottolinea come lo stesso sia stato condiviso da tutte le forze politiche. Precisa che l'obiettivo della proposta in esame non è quello di riportare l'attenzione su vicende legate al Monte dei Paschi di Siena, bensì di conferire alla Camera poteri di inchiesta per fare chiarezza su pagine oscure della storia recente. Preso quindi atto della richiesta avanzata da diversi colleghi di disporre di ulteriore tempo per svolgere un approfondimento sulla materia, dato per scontato che tale richiesta non sia dettata da finalità dilatorie ma che ci sia la volontà di arrivare all'adozione di un provvedimento condiviso, chiede che i tempi per il supplemento d'esame siano strettissimi. Ritiene che, essendo pacifica l'intenzione di tutti sul tema, non si necessiti di tempi particolarmente lunghi per formulare eventuali proposte migliorative. Nel rimettere alle presidenze le decisioni in merito, auspica tuttavia che l'esame del provvedimento si possa concludere già nella settimana in corso.

  Mario PERANTONI (M5S), nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia la definizione delle modalità di prosieguo dei lavori Pag. 17sul provvedimento in titolo alla riunione degli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, che si svolgerà al termine della seduta. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 6 ottobre 2020.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.20 alle 15.40.