CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 29 settembre 2020
443.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 77

DELIBERAZIONE DI RILIEVI

  Martedì 29 settembre 2020. — Presidenza del presidente Luigi MARATTIN.

  La seduta comincia alle 12.

Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.
(Rilievi alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Deliberazione di rilievi).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di relazione trasmesso dalla V Commissione, rinviato il 23 settembre scorso.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, rammenta innanzitutto che la Commissione dovrà esprimere i propri rilievi al più tardi entro le ore 15 della giornata odierna e ricorda di aver già trasmesso ai gruppi una proposta di rilievi, sui quali sono state formulate diverse richieste di modifica e integrazione.
  Osserva preliminarmente come vi siano due diversi modi di affrontare l'esame dello schema di relazione trasmesso dalla Commissione Bilancio: il primo è di considerare tale occasione come una sorta di «sfogatoio», indicando tutto quello che, in generale, si ritiene utile per il Paese. Al di là della valutazione dei contenuti, non è questo, a suo avviso, lo spirito con cui è stato previsto il coinvolgimento parlamentare sul Recovery plan, poiché – come chiaramente indicato nei documenti della Commissione europea, in quelli del Consiglio e nelle linee guida del Governo – non potrà essere finanziato qualsiasi progetto, seppure condivisibile.
  La seconda via, che auspica la Commissione Finanze voglia imboccare, è quindi quella di indicare quali siano le riforme da implementare, individuando quelle che sono strutturali, che necessitano di spese finanziabili non ricorrenti e che sono in linea sia con le specifiche raccomandazioni fatte all'Italia negli ultimi anni dalla Commissione europea sia con le linee guida che sono in corso di predisposizione da parte del Governo. Evidenzia come l'autorevolezza e la forza della Commissione non saranno accresciute dal numero di rilievi formulati ma dalla loro qualità e rispondenza ai criteri indicati. Pag. 78
  Passando ad illustrare nel dettaglio la proposta di rilievi che ha predisposto, evidenzia innanzitutto come il primo rilievo sia volto alla riformulazione di un passaggio dello schema di relazione della Commissione Bilancio, contenuto nel paragrafo 5.5, che affronta un tema di competenza della Commissione Finanze, riguardante il legame fra revisione dei «fabbisogni standard» e dissesto finanziario degli enti locali. Ne propone una riformulazione che suggerisce piuttosto l'opportunità di rivedere la disciplina del Testo unico sull'ordinamento degli enti locali affinché possa essere strutturalmente tutelata l'esigenza di salvaguardare e mettere in sicurezza i percorsi di risanamento dei comuni evitando tuttavia – come in parte è accaduto negli ultimi anni – di operare un mero spostamento in avanti dei problemi da affrontare.
  Il secondo rilievo formulato, ed in parte anche il rilievo 4), si concentrano, anche sulla base delle audizioni svolte, sulla opportunità di dare impulso e di destinare quindi risorse alla digitalizzazione del settore finanziario e del settore dell'amministrazione finanziaria.
  Il quarto rilievo affronta anche ulteriori importanti questioni, sia in materia di giustizia tributaria, che in ordine alla opportunità di riformare il sistema della riscossione, soprattutto per quanto concerne la gestione del magazzino crediti dell'Agenzia delle entrate. Si invita inoltre la Commissione di merito a valutare l'opportunità di un progressivo passaggio – inizialmente per le persone fisiche e per le società di persone in contabilità semplificata, ed in un secondo momento per tutti i lavoratori autonomi – a un sistema di tassazione per cassa che superi il meccanismo del saldo e dell'acconto. Richiama sul punto quanto emerso nel corso dell'audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate, Ruffini, e sottolinea come i costi di finanza pubblica legati a questa transizione potrebbero essere assorbiti dall'utilizzo del Recovery fund.
  Illustra quindi il rilievo 3), volto a rafforzare quanto già previsto nello schema di relazione della Commissione Bilancio, laddove si richiama la centralità del sostegno agli investimenti privati. Ha inteso sul punto fornire ulteriori specificazioni, indicando alcuni esempi relativi ad interventi di riqualificazione ambientale, interventi innovativi per la transizione verde e digitale, anche con riferimento alla mobilità elettrica, e interventi di natura edilizia e legati alla partnership pubblico-privato. Si è voluto cioè offrire un contributo alla Commissione Bilancio su una materia di precipua competenza della Commissione Finanze, volto a favorire l'implementazione di investimenti privati attraverso un meccanismo sostanzioso di sconti fiscali.
  Osserva, in conclusione, come quelli illustrati siano tutti interventi eleggibili nell'ambito del Recovery fund: si tratta di proposte direttamente collegate a riforme, coerenti con le Linee guida tracciate dal Governo e con le specifiche raccomandazioni all'Italia della Commissione europea, e tutte comportanti l'emergere di costi di finanza pubblica non strutturali.
  È questo il quadro metodologico nel quale ha inteso collocare le sue proposte alla Commissione e all'interno del quale auspica si possa svolgere la discussione odierna, al fine di pervenire a definire alcune proposte qualificanti, che possano realisticamente essere accolte; ciò all'interno di un processo che – come è noto a tutti – è molto ambizioso e rappresenta per l'Italia una sfida e un'occasione unica.

  Laura CAVANDOLI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, rammenta che lo scorso mercoledì 23 settembre, si è verificata una sovrapposizione tra la riunione dell'Ufficio di Presidenza della Commissione e le votazioni in Assemblea, ciò che ha determinato una spiacevole discussione in Aula. Osserva come tali situazioni debbano essere evitate.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, condivide quanto rilevato dalla collega Cavandoli, che ringrazia per la precisazione.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA) osserva preliminarmente come il suo gruppo Pag. 79abbia avanzato diverse proposte di integrazione al documento trasmesso dal relatore, soffermandosi naturalmente sugli aspetti di competenza della Commissione Finanze. In tale ambito ritiene che sia prioritario e pienamente compatibile con i criteri sin qui indicati introdurre il tema della semplificazione fiscale. Richiama sul punto un recente autorevole intervento di Lorenzo Bini Smaghi sul Sole24Ore, nel quale l'economista evidenzia la necessità di cogliere l'occasione del Recovery fund per compiere riforme strutturali, tra le quali di fondamentale importanza appare quella di una complessiva semplificazione in ambito fiscale. Cita, a titolo di esempio, il cosiddetto bonus del 110 per cento introdotto dal decreto «Rilancio»: sebbene si tratti di un intervento utile, che avrebbe potuto sostenere significativamente il settore edile, per ora rischia solo di complicare la vita dei contribuenti, moltiplicando gli adempimenti e vanificando di fatto i positivi effetti della misura, della quale mancano peraltro ancora i decreti attuativi. Gli aggravi e le complicazioni burocratiche divengono in tal modo il primo freno al rilancio di un'economia che, negli ultimi 20 anni è sempre stata un'economia asfittica, sia per il peso della tassazione, cui consegue un'elevata evasione, sia per la notevole complicazione fiscale. Per questi motivi il suo gruppo propone di inserire tra i rilievi la semplificazione degli adempimenti nelle comunicazioni tra contribuente e Amministrazione finanziaria, attraverso la cancellazione di quei modelli dichiarativi, come ad esempio il 770, le cui informazioni sono già in possesso dell'ente impositore, nonché mediante il superamento di strumenti di accertamento induttivo, come gli Isa e l'esterometro, che sono esemplificativi di un modo di legiferare che impone aggravi ai cittadini.
  Evidenzia quindi come il rilancio dell'economia passi, oltre che dal processo di semplificazione, dall'abbassamento del livello di tassazione, necessario anche per l'emersione del non dichiarato, togliendo la giustificazione all'evasione fiscale. In tal senso il suo gruppo – coerentemente con le proposte di legge presentate della Lega e da Fratelli d'Italia sulla cosiddetta flat tax incrementale, il cui esame è già stato avviato in Commissione – propone di inserire tra i rilievi un richiamo all'opportunità di istituire un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali per gli incrementi di reddito realizzati rispetto all'anno precedente, nonché di implementare il sistema di tassazione flat sui redditi da lavoro, includendo anche quelli dei soggetti esercenti attività d'impresa ed estendendo il regime agevolato già vigente alle partite Iva con fatturato compreso tra i 65 mila ed i 100 mila euro. Su tale ultimo punto richiama un emendamento di analogo tenore presentato dai colleghi del Movimento 5 Stelle al decreto «Rilancio», a testimonianza della sensibilità trasversale sul tema. Auspica quindi, in conclusione che le proposte di modifica illustrate possano essere accolte dalla Commissione.

  Alessandro CATTANEO (FI) con riferimento in primo luogo al metodo di lavoro adottato, evidenzia come in Commissione, così come, più in generale, a livello parlamentare e di interlocuzione con il Governo, sembri per ora del tutto assente una effettiva e concreta volontà di dialogo con l'opposizione, al di là delle interlocuzioni sinora solo formali. E ciò su un tema fondamentale come il Recovery fund, sul quale auspica quindi che si istituisca un vero tavolo di lavoro con le opposizioni.
  Quanto al merito del lavoro che la Commissione Finanze è chiamata a svolgere, condivide l'impostazione data dal Presidente. Lo sforzo da compiere è di focalizzare l'attenzione su temi veri, su riforme concrete: e tale impegno deve innanzitutto riguardare, più che l'opposizione, le forze di maggioranza, poiché si è troppe volte assistito al prevalere della sindrome, per così dire, dell'assalto alla diligenza. Quella di distribuire risorse a pioggia, senza destinarle a riforme strutturali, è una modalità che si è di recente osservata con i 100 miliardi di euro che in questi ultimi mesi di emergenza il Governo ha distribuito. Rileva come il suo gruppo, Pag. 80quale forza liberale del centrodestra, abbia contestato il metodo con cui, in questo frangente, sono stati spesi i fondi pubblici, con un'impostazione culturalmente assistenzialistica non condivisibile. Molte dichiarazioni di esponenti della maggioranza indicano che si vorrebbe proseguire con la medesima logica, proprio nei giorni e nelle ore in cui si scopre il gigantesco scempio del reddito di cittadinanza, forse immaginando che il Recovery fund possa essere un'ennesima occasione per distribuire denari, facendo crescere la spesa corrente senza introdurre vere riforme.
  Osserva quindi che se il Recovery fund deve essere l'occasione per dare un'eredità strutturalmente positiva al Paese, occorre allora fare uno sforzo, un lavoro diverso, al quale auspica che anche le forze di opposizione – se il Governo lo consentirà – possano contribuire.
  Passando ai contenuti del documento predisposto dal relatore, dichiara di condividere il tema della partnership tra pubblico e privato, che meriterebbe a suo avviso di essere evocata in modo più coraggioso. Occorre poi esplicitare in maniera più marcata la necessità di operare una grande riforma fiscale – anche sulla base della proposta di legge da lui firmata insieme ai colleghi Martino, Gelmini ed altri, come anche di quelle presentate dai colleghi della Lega, in tema di definizione agevolata – che potrebbe anche rappresentare una importante sfida per la Commissione Finanze. Vi è poi il tema degli enti locali, rispetto al quale intende precisare la propria contrarietà ad un uso delle risorse del Recovery fund per ripianare i debiti di cattive gestioni, modalità che finisce per penalizzare coloro che sono stati virtuosi. Si dichiara quindi favorevole ad un impulso ai processi di digitalizzazione e informatizzazione: Forza Italia da anni si batte in questa direzione, anche partecipando a tavoli di lavoro sul tema.
  Ribadisce, in conclusione, la volontà di un dialogo proficuo tra tutte le forze politiche affinché non sia buttato un solo euro delle risorse a disposizione e affinché l'occasione offerta dal Recovery fund non vada sprecata, ma anzi consenta di lasciare al Paese una eredità strutturalmente positiva.

  Raffaele TRANO (MISTO) sottolinea innanzitutto l'occasione storica che il Recovery fund rappresenta per l'Italia e la necessità di impiegare tali risorse per un effettivo ammodernamento del Paese. Richiama quindi in primo luogo il tema delle semplificazioni fiscali, ricordando che gli adempimenti cui sono tenuti contribuenti e investitori privati rappresenta un costo pari a circa 30 miliardi di euro l'anno. Si tratta di aggravi che potrebbero essere significativamente alleggeriti, anche in tal modo rendendo più efficiente il ciclo amministrativo delle piccole e medie imprese italiane. Il processo di semplificazione deve andare di pari passo, come proposto nel documento redatto dal relatore, con un processo di digitalizzazione. Richiama tuttavia l'attenzione dei colleghi sul fatto che attualmente il personale dell'Agenzia delle entrate ha una media di 56 anni e che tali impiegati rischiano di incontrare difficoltà con le nuove procedure di digitalizzazione. Occorre quindi prevedere un ricambio generazionale, al fine di disporre di personale che abbia maggiore confidenza con le nuove tecnologie.
  Un altro passaggio della proposta di rilievi che giudica fondamentale è quello riguardante il superamento del sistema degli acconti e l'introduzione della cash flow tax: si tratta di un processo reso possibile anche grazie alla fatturazione elettronica, che tuttavia – come segnalano molti osservatori in campo fiscale – presenta molte difficoltà. Teme quindi che tale misura sia un mero annuncio che si risolve nel nulla, come altre volte accaduto in passato.
  Ulteriore tema di rilievo è quello della riscossione. Nella sua recente audizione, il direttore dell'Agenzia delle entrate Ruffini si era a suo avviso reso disponibile allo stralcio dei crediti inesigibili, che rappresentano soltanto un fardello per le finanze dello Stato. Non vede tuttavia un approccio Pag. 81coraggioso sul punto né da parte della Commissione Finanze né da parte del Governo.
  Chiede quindi al relatore alcuni chiarimenti in ordine al riferimento alla revisione delle tax expenditures: nel documento per un verso si prevede che le agevolazioni siano significativamente ridotte, mentre nello stesso tempo si richiama l'istituzione di nuovi crediti di imposta; si fa peraltro riferimento a misure da rendere strutturali nel tempo, mentre altrove se ne prevede l'introduzione per un periodo di tempo limitato. Sul punto esprime perplessità, evidenziando peraltro come già esistano specifici crediti di imposta sul tema della transizione verde e digitale; più utile sarebbe a suo avviso affrontare il tema dei certificati di credito fiscale, la cui introduzione rappresenterebbe un vero elemento di semplificazione, a fronte di una pletora di bonus e di tax credits, come segnalato dal collega Gusmeroli, che determinano enormi problemi interpretativi e lunghi tempi in attesa delle circolari dell'Agenzia delle entrate. Auspica che, sul punto, la Commissione Finanze possa svolgere un ruolo di semplificazione, anche proseguendo l’iter delle proposte di legge in materia di certificati di credito fiscale, il cui esame è già stato avviato.
  Chiede inoltre chiarimenti in ordine al richiamo, contenuto nel rilievo 3), a crediti di imposta per interventi di natura edilizia legati a partnership pubblico-private, come anche al sostegno a investimenti privati attraverso meccanismi agevolativi automatici di natura fiscale.

  Luca MIGLIORINO (M5S) sottolineando come i recenti decreti-legge emanati dal Governo abbiano finanziato misure di scopo – quali ad esempio la cassa integrazione, i bonus nel settore turistico e nella ristorazione, i crediti d'imposta – che certo non possono essere definite strutturali ma che sono state necessarie per far fronte ad una situazione di emergenza, ribadisce la soddisfazione del MoVimento 5 Stelle per aver attuato tali interventi in favore dei cittadini italiani. Per quanto riguarda l'utilizzo dei fondi del Recovery fund invece, certamente potranno essere utilizzati per riforme più strutturali, dal momento che il Paese sta attraversando una fase successiva a quella emergenziale.
  Esprime quindi perplessità nei confronti di quei colleghi che oggi parlano dell'importanza di realizzare riforme strutturali quando in passato, pur avendone avuta la possibilità, non hanno portato a termine nessuna di queste. Ricorda a tale proposito le critiche ricevute soltanto l'anno scorso, quando la maggioranza insisteva per l'introduzione della fatturazione elettronica, e colleghi dell'opposizione – ricorda interventi di deputati di Forza Italia – lamentavano costi eccessivi per le aziende e difficoltà nell'esecuzione delle procedure. Oggi invece è evidente a tutti come tale misura abbia prodotto ottimi risultati e, come lo stesso direttore dell'Agenzia delle Entrate ha confermato, abbia contribuito a far emergere l'evasione fiscale per circa 3 miliardi di euro.
  Con riferimento invece alla gestione del magazzino fiscale, ricorda che lo stesso direttore Ruffini, nella sua recente audizione dinanzi alla Commissione Finanze, ha riferito che due anni fa l'ammontare dei crediti inesigibili era pari a 830 miliardi, mentre oggi siamo arrivati a 970 miliardi di euro, a riprova del fatto che qualcosa non funziona. Attraverso le misure di «saldo e stralcio» sono stati già cancellati i pagamenti sotto i 1000 euro fino al 2010, crediti che non sarebbero mai stati riscossi e che costavano all'Agenzia delle entrate diversi milioni di euro solo per l'invio degli avvisi di pagamento. Il MoVimento 5 Stelle condivide quindi la necessità di affrontare la questione dei crediti inesigibili, ma ciò a condizione che tale iniziativa venga condotta in modo equilibrato, perché non può passare l'idea che coloro che non hanno pagato beneficeranno prima o poi di una sorta di condono.
  In ogni caso, evidenzia come il dibattito sui crediti inesigibili del magazzino fiscale riguardi i redditi dichiarati sui quali non Pag. 82si sono pagate le tasse, e non il sommerso, che auspica possa essere contrastato attraverso la definizione di strumenti adeguati, anche finanziati con le risorse del Recovery fund, che siano frutto di un clima costruttivo tra maggioranza e opposizione e siano volti a rendere più efficaci i controlli, anche mediante innovazioni tecnologiche.
  Quanto alla flat tax, ritiene che per un'azienda che fattura meno di 65 mila euro pagare circa il 10 per cento di tasse sarebbe certamente positivo, ma giudica sbagliato assecondare una mentalità secondo la quale i cittadini evadono le tasse perché le aliquote sono troppo alte; è necessario piuttosto far capire ai contribuenti che il pagamento delle tasse è importante e necessario in un sistema sociale.
  Venendo alla semplificazione della burocrazia, questione assai sentita, più che dalle aziende, dalla categoria dei commercialisti, ritiene sia un argomento condivisibile; riterrebbe tuttavia opportuno individuare un giusto equilibrio tra l'imposizione di regole troppo stringenti e la totale assenza delle stesse. Non concorda infatti con una accezione solo negativa dell'idea di burocrazia, che rappresenta un sistema di garanzie per le aziende più deboli.
  Esprime perplessità, infine, sull'erogazione di aiuti a fondo perduto alle aziende in difficoltà, sebbene in alcuni casi si tratti di misure che il Governo ha dovuto adottare, che potrebbe configurarsi come una forma di concorrenza sleale nei confronti delle aziende che non ne usufruiscono. Occorrerebbe distinguere tra quelle aziende che vivono una crisi duratura, dalla quale probabilmente non riusciranno ad emergere, e quelle invece che sono sul territorio da molto tempo e che hanno la capacità di recuperare, fermo restando che i lavoratori di aziende che sono costrette a chiudere non devono essere abbandonati.
  Venendo al sistema bancario, rileva come spesso si sia data la colpa al Governo e al Parlamento per essere venuti meno alla funzione di controllo sugli istituti di credito. Tiene a precisare che il MoVimento 5 Stelle non è a favore o contro le banche, né può essere accusato di aver avuto verso di esse un atteggiamento di favore, ma è sicuramente a favore delle buone banche e dei buoni banchieri, e contrario a quelli cattivi. Ritiene in ogni caso che il tema debba essere affrontato anche con l'ABI, perché le banche che non si attengono alle regole stanno tuttora causando gravi problemi ai cittadini, e che occorra potenziare i controlli di Banca d'Italia e Consob.
  In conclusione, esprime un parere favorevole sulla proposta avanzata dal relatore ed auspica che maggioranza e opposizione possano lavorare insieme per ottenere il bene del Paese.

  Galeazzo BIGNAMI (FdI) illustra il contenuto della prima proposta di integrazioni presentata da Fratelli d'Italia alla proposta avanzata dal relatore, nella quale si evidenzia che l'estensione effettiva del Recovery fund risulta impreciso nel proprio ammontare, con particolare riguardo al versante dei prestiti riservati ad ogni Stato Membro, per ognuno dei quali la somma massima erogabile a titolo di prestito corrisponde al 6,8 per cento del reddito nazionale lordo; pertanto, se tutti gli Stati membri richiedessero prestiti fino al limite massimo disponibile, sarebbero necessari ben 920 miliardi a fronte dei 360 miliardi stanziati. La speranza quindi che l'Italia possa effettivamente ottenere sul versante prestiti una copertura di 127 miliardi di euro si basa sul presupposto che molti Stati membri non attingano al prestito e che l'Italia possa così ottenere quasi il 34 per cento del plafond disponibile.
  Ritiene quindi opportuno segnalare quello che, a suo avviso, è piuttosto un esercizio di spregiudicatezza che di ottimismo, anche perché la proposta di Regolamento della Recovery and Resilience Facility (RRF) stabilisce che la richiesta di un prestito sarebbe formulabile solo a fronte di ulteriori investimenti e riforme che contribuiscano a rendere il fabbisogno finanziario del piano di ripresa più elevato dei sussidi disponibili, da realizzarsi per Pag. 83stati di avanzamento, con evidenti conseguenze sul piano dell'esposizione residuale a fronte di un esaurimento degli stanziamenti.
  Venendo alla seconda proposta integrativa presentata da Fratelli d'Italia, sottolinea la necessità di tutelare, anche a fronte delle raccomandazioni della Commissione europea formulate nel mese di maggio, le aziende che rischiano, benché solvibili, di non riuscire a ripagare il credito erogato loro dagli istituti bancari, esponendo a loro volta gli istituti bancari a una scarsa possibilità di liquidità. La raccomandazione della Commissione in tal senso appare condivisibile, ma nello schema di relazione presentato dalla Commissione Bilancio non ve ne è traccia.
  Rileva infine come tale relazione sia caratterizzata da una totale genericità, come del resto molto generico appariva altresì il PNR licenziato a luglio dal Governo, dal momento che parlare di digitalizzazione e semplificazione, senza fornire alcun dettaglio sulle riforme da intraprendere, rivela una astrattezza che preclude ogni condivisione. La posizione del gruppo di Fratelli d'Italia è pertanto una posizione di non condivisione, la cui evoluzione dipenderà anche dal corso del dibattito che avrà luogo in seno a questa Commissione.

  Sestino GIACOMONI (FI) rileva che molte delle forze politiche presenti in Commissione Finanze in passato hanno spesso accusato l'Europa di scarsa incisività nella vita dei cittadini, mentre oggi, nella stessa Commissione, tutte le forze politiche stanno discutendo di come utilizzare le risorse che l'Europa mette a disposizione del Paese. Questa Europa è l'Europa del Partito Popolare Europeo, di cui Forza Italia è un membro importante, e lo stesso Presidente Berlusconi pur dall'opposizione ha combattuto a lungo affinché l'Europa si attivasse per stanziare questi fondi. Ciò è stato possibile grazie a un gioco di squadra svoltosi in Europa, attraverso il quale si è convinta l'Europa stessa a stanziare risorse per l'economia. Oggi invece l'assenza di un qualsivoglia gioco di squadra a livello nazionale rischia di compromettere i risultati dell'intesa raggiunta. Sottolinea infatti come manchi un qualunque tavolo di confronto in cui veramente si discutano i progetti da portare avanti, e come ciò metta a rischio la credibilità stessa di molti progetti.
  Invita pertanto il Governo ad istituire quanto prima una cabina di regia che coinvolga tutte le forze politiche, nessuna esclusa, perché il Paese si sta indebitando per i prossimi trent'anni e quindi è giusto che tutti condividano tale responsabilità. Riferisce che la stampa in questi giorni parla di circa 560 progetti presentati dai diversi ministeri; non è questo, a suo avviso, quello che serve all'Italia, piuttosto servono pochi progetti seri e condivisi da tutti.
  Quanto alla necessità di garantire la competitività del sistema produttivo, favorendo la patrimonializzazione delle imprese attraverso la leva fiscale a favore del risparmio, rileva come su questo tema la VI Commissione abbia lavorato fin dal 2016, portando avanti un buon lavoro di squadra, al termine del quale furono istituiti i Piani individuali di risparmio (PIR) che solo nel primo anno hanno permesso l'immissione nell'economia reale di 20 miliardi. Propone pertanto, al fine di attribuire alla proposta maggiore efficacia e incisività, di inserire l'invito ad utilizzare la leva fiscale affinché il risparmio vada nell'economia reale nei rilievi e non nelle premesse, dove è attualmente collocato.
  Propone inoltre di valutare l'istituzione, al fine di individuare ulteriori forme di incentivazione fiscale, in analogia con quanto già previsto per i PIR, di un vero e proprio Fondo sovrano italiano, pubblico-privato. I Piani individuali di risparmio sono infatti gestiti da società private, tuttavia egli stesso, nonostante si definisca un liberale, ritiene che in un momento così difficile il mercato non possa fare tutto e che sarebbe necessario un fondo sovrano pubblico, ma gestito con criteri privatistici.
  Ritiene che, così facendo, questa Commissione apporterebbe un utile contributo al Paese, ancora una volta grazie ad un lavoro di squadra.

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  Umberto BURATTI (PD) esprime la condivisione del Partito democratico rispetto al lavoro svolto e ritiene inutile, come hanno già detto i colleghi, tentare in questa sede un «assalto alla diligenza», dal momento che è fondamentale l'attività di predisposizione e organizzazione del lavoro di lungo periodo, pur cercando di rendere spedita la tempistica di tutti gli interventi.
  Esprime apprezzamento per il rilievo avente ad oggetto gli enti locali, volto ad individuare strumenti per affrontare la crisi finanziaria riscontrabile in alcuni enti locali.
  Condivide altresì l'invito alla Commissione di merito a valutare l'opportunità di indicare, tra le linee di intervento in materia fiscale, l'innovazione della struttura delle Agenzie fiscali, al fine di semplificare le procedure e ridurre i tempi per il pagamento di rimborsi e contributi. Ricorda come già nei mesi scorsi si sia discusso in Commissione della necessità di realizzare una piattaforma unica tra INPS INAIL e Agenzia delle entrate, al fine di semplificare i controlli ma anche il dialogo fra il cittadino e le Agenzie.
  Quanto al sistema bancario e finanziario, oggetto di una premessa nel documento in discussione, evidenzia come tale argomento sia di stretto interesse per questa Commissione. Ricorda a tale proposito la raccomandazione del Consiglio del 2020 rivolta all'Italia di facilitare l'accesso al credito delle piccole e medie imprese e le linee guida emanate dall'Autorità bancaria europea in materia di concessione e monitoraggio del credito, che dovrebbero entrare in vigore il 30 giugno 2021. Queste ultime rischiano peraltro di considerare le piccole e medie imprese alla stregua delle grandi, determinando evidenti criticità, cui la Commissione Finanze nel prossimo futuro dovrebbe a suo avviso porre una certa attenzione. La medesima attenzione, infine, ritiene si debba riservare agli istituti di credito locali, dal momento che in alcuni territori essi sono l'unica realtà bancaria esistente.

  Massimo UNGARO (IV) esprime la sua contrarietà sulla proposta integrativa presentata dai colleghi di Fratelli d'Italia, secondo la quale vi è la concreta possibilità che per l'Italia non vi siano fondi disponibili, dal momento che reputa tale possibilità totalmente infondata. Evidenzia infatti che il riferimento al 6,8 per cento del reddito nazionale lordo quale somma massima erogabile per paese rappresenta un limite massimo e che le risorse verranno assegnate anche in base a ulteriori criteri relativi, ad esempio, alla popolazione o al tasso di disoccupazione. L'Italia sarà il più grande beneficiario dei fondi, anche perché è evidente che paesi come la Germania, l'Austria o l'Olanda, che oggi emettono debito a dieci anni a tassi negativi, non opteranno per l'uso di quelle risorse.
  Quanto ai ripetuti appelli dei colleghi alla realizzazione di una riforma strutturale del sistema fiscale, precisa che le risorse stanziate dal Recovery fund sono destinate ad interventi una tantum e non a riforme strutturali. Chiaramente tali interventi dovranno essere accompagnati da riforme di lungo respiro, richieste all'Italia anche dal Consiglio nelle sue Raccomandazioni, ma le risorse non saranno destinate al finanziamento di quelle riforme. Per questa ragione, nello schema di relazione della Commissione Bilancio non si fa alcun riferimento ad una vera riforma fiscale, organica e strutturale; per la medesima ragione non concorda con le proposte dei colleghi della Lega di inserire nel documento in discussione l'abolizione dell'ISA o dell'esterometro, non essendo questa la sede in cui introdurre tali interventi.
  Giudica positivamente l'invito a conseguire una maggiore digitalizzazione e, come già il collega Migliorino, ricorda anch'egli che due anni fa, quando si introdusse la fatturazione elettronica, molti colleghi prefiguravano scenari disastrosi, mentre oggi si assiste ad una maggiore compliance, maggiori flussi tributari e soprattutto minori lamentele da parte dell'utenza, quindi un miglior rapporto tra fisco e cittadini, che si augura possa continuare a migliorare. Pag. 85
  Concorda anche sul tema delle agevolazioni per i pagamenti elettronici, anzi riterrebbe opportuno introdurre incentivi economici per chi utilizza tali metodi di pagamento e sanzioni per coloro che non li utilizzano. Condivide quanto detto dal collega Giacomoni sull'importanza del risparmio privato ai fini del rilancio dell'economia, quindi ritiene le iniziative come i PIR o anche l'estensione del cosiddetto superbonus, assolutamente da sostenere. Esprime apprezzamento anche per l'intenzione di introdurre il principio di cassa ed eliminare il sistema di acconti per semplificare la tassazione delle partite IVA, per andare incontro alle esigenze dei giovani liberi professionisti. Quanto al gigantesco magazzino fiscale relativo ai crediti inesigibili, Italia Viva è a favore di qualsiasi misura volta a ridurne l'entità. Auspica infine che la Commissione Finanze nei prossimi mesi mantenga alta l'attenzione sul tema delle sofferenze dei debiti delle banche.
  Dal momento che fino ad oggi il Paese non ha dimostrato una grande capacità di spesa dei fondi europei (l'Italia è ultima in Europa dopo la Croazia) e che quindi il rischio di sprecare questa occasione è reale, invita i colleghi a valutare l'opportunità di istituire un comitato permanente nell'ambito della Commissione al fine di monitorare l'utilizzo dei fondi, anche al fine di mantenere un ruolo più attivo del Parlamento. Riterrebbe utile a tale proposito anche un regolare confronto con il Governo.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) concorda con le considerazioni espresse dal collega Ungaro sulla proposta integrativa presentata da Fratelli d'Italia, dal momento che la ripartizione dei fondi è frutto di un accordo raggiunto in sede europea e l'ammontare delle risorse destinate all'Italia non desta alcuna preoccupazione. Si associa a quanto detto dal collega Gusmeroli circa l'opportunità di riformare le agenzie fiscali e riorientare la loro attività, per perseguire non solo la realizzazione degli incassi ma anche la soddisfazione del contribuente; quanto agli strumenti e alle modalità, si tratta di aspetti che potranno essere discussi.
  In merito alle misure atte a favorire l'utilizzo di strumenti elettronici di pagamento, fa presente che anche in una recente risoluzione presentata dal Partito Democratico si esprime apprezzamento per ogni iniziativa volta a semplificare gli adempimenti dei commercianti anche ai fini della tracciabilità bancaria e della velocizzazione dei rimborsi fiscali. Replica quindi al collega Gusmeroli che lamenta procedure eccessivamente complicate per ottenere il cosiddetto superbonus fiscale, precisando che è la prima volta che si introduce un beneficio fiscale superiore alla spesa e che pertanto i controlli sono necessari. Come ha già ricordato il collega Migliorino, l'Agenzia delle entrate ha raggiunto negli ultimi anni grandi risultati in termini di innovazione e il tema della semplificazione è legato a quello dell'innovazione e della modernizzazione del sistema.
  Sottolinea quindi la rilevanza del tema del microcredito e riconosce che forse nello schema di relazione predisposto dalla Commissione Bilancio si sarebbe potuto introdurre un riferimento più preciso, anche sull'importanza delle banche del territorio, tema che effettivamente è stato poco approfondito.
  Condivide inoltre le considerazioni del collega Giacomoni sull'importanza di rilanciare i Piani di risparmio individuali, anche se non ritiene opportuno integrare il testo nel senso indicato dal collega.
   Come è stato già sottolineato, ricorda che il documento della Commissione Bilancio ha l'obiettivo di individuare le priorità nell'utilizzo del Recovery Fund e non di approntare una complessiva riforma fiscale. Posto quindi che non è questa la sede per discutere di tale riforma, rileva come un ampliamento della flat tax costituisca esattamente l'opposto del progetto che il Partito Democratico sta cercando di portare avanti, che vede come elemento centrale anche le politiche per la famiglia e incentivi alla genitorialità: in altre parole, interventi che vanno nella direzione contraria. In ogni caso tali questioni potranno Pag. 86essere affrontate quando si esaminerà la riforma fiscale già preannunciata dal Governo, che certamente investirà le competenze della Commissione Finanze.

  Silvia COVOLO (LEGA) osserva come nelle linee strategiche del PNRR vi siano 9 direttive di intervento, una delle quali contempla una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini e delle imprese, mentre in quest'ultimo periodo si è assistito ad un profluvio di norme, di fonti soprattutto secondarie, per far fronte al periodo emergenziale. Accoglie con favore quindi l'impegno per una digitalizzazione che tuttavia appare ardua, a fronte di un quadro normativo molto intricato. L'obiettivo principale quindi dovrebbe essere quello di semplificare le norme, evitando a tutti i costi il ricorso alle fonti secondarie.
  Sottolinea poi la necessità di procedere ad una semplificazione anche degli adempimenti contabili degli enti locali, ad esempio quelli relativi ai trasferimenti concessi ai comuni, ai sensi del decreto cosiddetto «Rilancio» per sopperire alle presunte minori entrate tributarie e che dovranno essere restituiti in caso di eccedenza il prossimo anno.
  Rileva inoltre come la semplificazione debba riguardare anche l'amministrazione della giustizia, perché è un Paese non può essere competitivo e attrattivo per gli investitori stranieri se non riesce a garantire la certezza del diritto e tempi certi nella risoluzione dei procedimenti.
  Quanto ai temi dell'equità sociale, con riferimento ai tempi certi per ottenere i rimborsi e all'esigenza di ristrutturazione del sistema bancario, rammenta che tantissimi risparmiatori truffati dalle banche poste in liquidazione coatta amministrativa sono ancora privi di indennizzo, nonostante sia stato istituito un fondo di 1 miliardo e mezzo di euro destinato a tal fine. Nonostante le rassicurazioni dell'Esecutivo, secondo il quale le domande di indennizzo sono al vaglio di una commissione tecnica, riferisce infatti di moltissimi risparmiatori che lamentano la mancata erogazione di quanto è stato loro promesso.

  Gianluca CANTALAMESSA (LEGA) condivide la convinzione, già espressa da altri colleghi, circa il fatto che la relazione predisposta dalla Commissione Bilancio non possa trasformarsi in uno «sfogatoio»; si rende allora necessario permettere alle opposizioni di fornire il proprio contributo.
  Osserva che il Paese da un lato dà assistenza a chi non produce – cosa che condivide, giacché molti si trovano in uno stato di difficoltà – ma dall'altro sta rendendo la vita sempre più complicata a chi produce. Se non si interviene invertendo la rotta il rischio è che si vada verso un «modello Venezuela». Di qui l'esigenza, riportata nelle proposte emendative della Lega, di andare verso una semplificazione, verso un fisco che si schieri di più dalla parte del cittadino e smetta di basarsi su una presunzione di colpevolezza. Ritiene siano poche le occasioni a disposizione del Paese per poter invertire tale rotta e che questa sia sicuramente una di quelle. Per questa ragione invita a tenere in considerazione le proposte avanzate dalla Lega.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, evidenzia come molte delle questioni emerse nel corso del dibattito abbiano già trovato risposta negli interventi dei colleghi che lo hanno preceduto, e si limita quindi a fornire alcune ulteriori precisazioni.
  Con riferimento innanzitutto a quanto segnalato dall'onorevole Trano – che ringrazia per aver individuato un errore materiale nel documento, dovendosi sostituire le parole «da rendere strutturali nel tempo» con l'espressione «per un periodo di tempo limitato» – precisa che il rilievo 3) mira a far sì che il sostegno agli investimenti privati avvenga attraverso meccanismi agevolativi automatici di natura fiscale. Con specifico riguardo agli interventi di natura edilizia legati a partnership pubblico-private, evidenzia come si sia mantenuta una dizione generica, volendo richiamare il fatto che vi sono numerosi interventi edili che vedono la compartecipazione del pubblico e del privato Pag. 87attualmente fermi e che debbono ripartire. Come già richiamato dalla Commissione Bilancio nel proprio schema di relazione si tratta di un impulso che può essere previsto solo su base puramente temporanea, altrimenti ci si contraddirebbe rispetto a quanto detto in precedenza sulle tipologie di interventi ammissibili. Fa inoltre riferimento, sul punto, a quanto previsto dalle linee guida francesi sul Recovery plan, laddove gran parte delle risorse sono legate a incentivi triennali agli investimenti privati, anche derivanti da riduzioni fiscali.
  Evidenzia, in conclusione, come con il rilievo 3) si sia voluto rafforzare quanto già indicato dalla Commissione Bilancio sulla necessità di sostenere gli investimenti privati, che sono quelli che consentono di avere effetti più rapidi sulla ripresa dell'economia, specificando alcune categorie di investimenti da sostenere, quali le bonifiche ambientali, quelle sull'innovazione, e quelle appunto sugli interventi edilizi pubblici-privati, cui siano associati sconti fiscali automatici. Si tratta tuttavia di interventi temporanei, una sorta di scarica di adrenalina per far ripartire gli investimenti privati, associando alcune tipologie di investimenti a sconti fiscali immediati automatici, senza discrezionalità nella loro attribuzione da parte dell'amministrazione finanziaria. Tali interventi nulla hanno a che vedere con la riforma complessiva del sistema fiscale che invece – è la sua opinione – dovrà sostanzialmente ridurre le tax expenditures.
  Passando alle considerazioni dell'onorevole Giacomoni, rileva come, allo stato, non vi sia un orientamento definito, in seno alla Commissione, sull'istituzione di un fondo sovrano. Evidenzia quindi che, anche laddove, per ipotesi, tutti fossero d'accordo sulla sua creazione, non si tratterebbe di un intervento che può ritenersi ammissibile nell'ambito di quelli finanziabili con il Recovery fund, in quanto non limitato nel tempo né legato a riforme strutturali.
  Ritiene invece condivisibile la sua richiesta di inserire tra i rilievi il richiamo, attualmente contenuto nelle premesse, alla opportunità – al fine di garantire maggiore competitività del sistema produttivo e favorire la patrimonializzazione delle imprese attraverso la leva finanziaria – di individuare ulteriori forme di incentivazione fiscale del risparmio, in analogia con quanto già previsto per i Piani individuali di risparmio (PIR). Preciserebbe tuttavia, in coerenza con quanto sinora sostenuto, che si tratta di forme di incentivazione fiscale del risparmio ulteriori «e più potenti, ancorché limitate nel tempo». Questa aggiunta serve a rammentare che non si pensa qui a un intervento strutturale, non essendo questa la sede propria, ma ad una accelerazione temporanea di un intervento previsto, quale quello dei PIR, per una finalità individuata.

  Sestino GIACOMONI (FI) ringrazia il presidente Marattin per il tentativo compiuto di trovare una sintesi tra le diverse posizioni espresse. Rileva come con l'espressione “fondo sovrano” intendesse indicare un percorso che conduca, in analogia con quanto fatto con i PIR, ad un fondo pubblico-privato; riterrebbe che si potrebbe anche fare riferimento alla incentivazione fiscale del risparmio mediante sinergie tra pubblico e privato, anziché mediante l'istituzione di un fondo sovrano.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, evidenzia come ci si muova qui in un contesto nel quale la sinergia pubblico-privato evoca l'intervento pubblico – mediante riduzione della tassazione – e l'intervento privato – mediante investimenti. Ritiene che sia opportuno che la Commissione mantenga la struttura data ai rilievi definiti, che si collocano senza dubbio nell'ambito delle proposte consentite con riferimento all'impiego delle risorse del Recovery fund. Si sta qui sostenendo che, al fine di consentire al Paese di riprendersi da una grave fase recessiva, si intende intensificare la partnership tra pubblico e privato, mediante l'utilizzo delle risorse pubbliche al fine di abbassare le tasse, attraverso incentivi Pag. 88temporanei. In questo quadro è possibile suggerire una specifica forma di incentivazione del risparmio, al fine di patrimonializzare le imprese. Se invece si inseriscono ulteriori elementi nel rapporto tra pubblico e privato, che sono con tutta evidenza al di fuori di questo perimetro – al di là della valutazione di merito sulla creazione di un fondo sovrano – teme che si rischi di indebolire il messaggio della Commissione. Analogamente, sebbene giudichi condivisibili le osservazioni del collega Buratti, non ritiene sia questa la sede opportuna per affrontarle.
  Alla luce del dibattito svoltosi e delle richieste di integrazione avanzate dai colleghi, formula quindi una proposta di rilievi (vedi allegato).

  Laura CAVANDOLI (LEGA) preannuncia l'astensione del gruppo della Lega sulla proposta di rilievi formulata dal relatore. Richiama le proposte integrative avanzate dal suo gruppo, incentrate soprattutto sul tema della semplificazione e sburocratizzazione del fisco, con particolare attenzione anche alla ripresa degli investimenti e dell'economia. Evidenzia inoltre come la semplificazione fiscale sia direttamente connessa al contrasto all'evasione. Si tratta di contenuti importanti, la cui esclusione dalla proposta formulata rappresenta una rinuncia all'idea di fisco che sta a cuore alla sua parte politica.
  L'astensione dal voto è anche riconducibile alla scarsa chiarezza riguardante le condizioni cui i fondi saranno concessi, le modalità del piano di rientro, su quante saranno effettivamente le risorse e quali le aree di intervento.
  Richiamando nuovamente il tema della semplificazione fiscale, ricorda che lo stesso ministro Gualtieri, ancora prima dell'emergenza sanitaria in corso, aveva dato conto dei benefici economici e sociali della flat tax voluta dalla Lega, con un risultato positivo di 6 miliardi per l'anno 2019 e la nascita di nuove imprese e nuove partite IVA, benefici assai più significativi di quelli ottenuti con l'introduzione della fatturazione elettronica. Con le misure recate dalla legge di bilancio 2020 si è invece fatto un passo indietro. Escludendo alcune categorie, come ad esempio i pensionati, dai benefici fiscali in precedenza introdotti, si è di fatto provocato un nuovo aumento dell'evasione fiscale. In questo quadro, la proposta di introduzione della flat tax incrementale rappresenterebbe un elemento di impulso positivo alla compliance, superando l'impostazione che la Lega non condivide di costante presunzione dell'evasione, cui consegue l'obbligo di tracciabilità e il moltiplicarsi dei controlli. Rileva, in ogni caso, come occorre garantire che i pagamenti elettronici avvengano con modalità semplici per i cittadini e senza aggravi di costi.
  Sottolinea nuovamente l'opportunità di inserire nella proposta di rilievi quanto richiesto dal suo gruppo in ordine alla opportunità di introdurre una semplificazione fiscale degli adempimenti nelle comunicazioni tra contribuente e Amministrazione finanziaria, attraverso la cancellazione di quei modelli dichiarativi le cui informazioni sono già in possesso dell'ente impositore.

  Raffaele BARATTO (FI) preannuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di rilievi formulata. Pur apprezzando la disponibilità del relatore all'accoglimento di parte delle proposte di integrazione formulate, sottolinea la mancanza di una regia a livello nazionale sull'impiego delle risorse del Recovery fund. Si tratta di un tema della massima importanza, anche per la vita delle imprese e dei cittadini, sul quale auspica che in futuro possa svilupparsi un confronto che coinvolga anche le opposizioni.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di rilievi formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 13.50.

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ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 440 del 23 settembre 2020, a pagina 214, seconda colonna, sedicesima riga, le parole: «sono state già presentate al Parlamento lo scorso 15 settembre e prevedono» sono sostituite dalle seguenti: «è stata già presentata al Parlamento lo scorso 15 settembre e prevede».

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