CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 settembre 2020
441.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 18

DELIBERAZIONE DI RILIEVI

  Giovedì 24 settembre 2020. — Presidenza della presidente Alessia ROTTA.

  La seduta comincia alle 9.30.

Schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.
(Alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  Alessia ROTTA, presidente, avverte che lo schema di relazione all'Assemblea sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund è stato trasmesso dalla Commissione Bilancio nella giornata di ieri.
  Ricorda che il presidente Melilli, con lettera del 7 agosto, aveva preannunciato l'intendimento della V Commissione di predisporre tale relazione all'Assemblea al fine di consentire al Parlamento di approvare atti di indirizzo al Governo, prima della presentazione del recovery plan. Sullo schema di relazione, previa intesa con la Presidenza della Camera, la Commissione Bilancio ha chiesto di acquisire i rilievi e le osservazioni delle Commissioni di settore.
  Alla luce dei tempi disponibili, la Commissione, prima ancora di ricevere il testo dalla Commissione Bilancio, ha ritenuto opportuno svolgere un ciclo di audizioni, che ha coinvolto anche i Ministri di settore, Costa e De Micheli e ha acquisito i contributi scritti trasmessi, che sono pubblicati nell'apposita sezione del sito internet della Camera.
  Nella riunione dell'Ufficio di presidenza, svoltasi ieri, è stato unanimemente convenuto di avviare l'esame dello schema di relazione nella giornata odierna e di proseguirlo martedì 29 settembre prossimo, data nella quale la Commissione Bilancio ha chiesto alle Commissioni di settore di trasmettere i propri rilievi.
  Dà quindi la parola alla relatrice per lo svolgimento della relazione introduttiva che, peraltro, la collega ha ritenuto di anticipare ai commissari, in via informale, già nella giornata di ieri.

  Chiara BRAGA (PD), relatrice, nel rinviare per gli aspetti di dettaglio al dossier predisposto dagli uffici – che contiene elementi di documentazione sul contesto nel quale si innestano le Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) – ricorda che il 21 luglio 2020 il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sul Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e sull'associato programma Next Generation EU. Pag. 19
  Tale programma prevede risorse complessive, pari a 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi per sovvenzioni e 360 miliardi per prestiti, reperiti mediante la raccolta di fondi sui mercati per canalizzarli verso programmi destinati a favorire la ripresa economica e sociale. Secondo le prime stime elaborate dal Governo, le risorse complessive che confluirebbero nel nostro Paese ammonterebbero a 208,6 miliardi di euro (pari complessivamente ad oltre il 28 per cento delle risorse totali del programma di Next Generation EU) di cui 127,6 miliardi di euro a titolo di prestiti e 81,8 miliardi di euro sotto forma di sovvenzioni.
  L'ammontare dei sussidi previsti nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility – RRF) sarà diviso in due tranche, pari rispettivamente al 70 per cento e al 30 per cento del totale:
   la prima tranche, del 70 per cento, deve essere impegnata negli anni 2021 e 2022;
   la seconda tranche del 30 per cento deve essere interamente impegnata entro la fine del 2023.

  I Piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PNRR degli Stati membri) potranno essere presentati alla Commissione soltanto nel momento in cui il dispositivo entrerà in vigore, presumibilmente non prima del 1o gennaio 2021, ferma restando la data del 30 aprile 2021 come termine ultimo per la presentazione dei Piani.
  La Commissione europea esprimerà le sue valutazioni entro 2 mesi, ai fini della proposta al Consiglio Ecofin del Piano nazionale. L'Ecofin dovrà approvare il piano a maggioranza qualificata entro 4 settimane dalla presentazione della proposta della Commissione europea.
  La Commissione europea ha specificato che i contenuti ed i principi ispiratori dei PNRR nazionali dovranno basarsi su alcune direttrici comuni: contribuire alla transizione ambientale; alla resilienza e sostenibilità sociale; alla transizione digitale, innovazione e competitività.
  In tale quadro, la proposta della Commissione europea – attualmente in fase di negoziazione con il Consiglio e il Parlamento europeo – stabilisce i criteri di ammissibilità dei progetti che gli Stati membri potranno inserire nei rispettivi PNRR.
  La condizione primaria affinché i progetti presentati siano ammissibili è che essi facciano parte di un pacchetto coerente di investimenti e riforme, ed essere allineati con le Raccomandazioni specifiche indirizzate al Paese dal Consiglio e con le sfide e le priorità di policy individuate nell'ambito del Semestre europeo, in particolare quelle legate alla transizione verde e digitale. È inoltre essenziale che vi sia coerenza tra i contenuti e gli obiettivi del PNRR e le informazioni fornite nel Programma Nazionale di Riforma, nel Piano Energia e Clima (PNIEC), nei Piani presentati nell'ambito del Just Transition Fund e negli accordi di partenariato e altri programmi operativi della Unione europea.
  In particolare, la Commissione europea indica che i piani nazionali dovranno contenere un minimo di spesa per la transizione verde del 37 per cento e per investimenti digitali pari al 20 per cento. Gli Stati membri sono incoraggiati a presentare i loro progetti preliminari di piani a partire dal 15 ottobre 2020.
  Nelle Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), trasmesse dal Governo alle Camere il 15 settembre scorso, si fissano i criteri stringenti di ammissibilità alle risorse del Recovery fund per i progetti da finanziare.
  Le sfide incluse nel PNRR sono quattro: il miglioramento della resilienza e della capacità di ripresa dell'Italia; la riduzione dell'impatto sociale ed economico della crisi; il sostegno alla transizione verde e digitale; l'aumento del potenziale di crescita dell'economia e la creazione di occupazione.
  Le missioni indicate del PNRR sono sei e rappresentano le seguenti aree tematiche strutturali di intervento: digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema Pag. 20produttivo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione, formazione, ricerca e cultura; equità sociale, di genere e territoriale; salute.
  Soffermandosi sulle missioni di più diretti interesse e competenza della Commissione, segnala che la missione n. 2, Rivoluzione verde e transizione ecologica, in linea con le raccomandazioni espresse in sede europea e con i contenuti del PNR 2020, punta a favorire la realizzazione di un ampio programma di investimenti al fine di conseguire gli obiettivi dello European Green Deal, volti essenzialmente alla de-carbonizzazione del settore energetico, attraverso: il potenziamento delle fonti rinnovabili; la decarbonizzazione dei trasporti e la mobilità di nuova generazione; la predisposizione di piani urbani per il miglioramento della qualità dell'aria e per la forestazione urbana; il miglioramento dell'efficienza energetica e antisismica degli edifici pubblici; la gestione integrata del ciclo delle acque e la tutela della qualità delle stesse; la protezione dell'ambiente e la mitigazione dei rischi idrogeologici e sismici; la riconversione di produzione e trasporto di energia in chiave sostenibile; gli investimenti per l'economia circolare (rifiuti, fonti rinnovabili).
  La missione n. 3, Infrastrutture per la mobilità, indicata nelle Linee guida, richiede investimenti e una maggiore efficienza dei processi autorizzativi. In tale settore, il Governo intende puntare, tra le principali priorità infrastrutturali, sulla rete ferroviaria AV-AC per passeggeri e merci con il completamento dei corridoi TEN-T, su interventi sulla rete stradale e autostradale, compresi ponti e viadotti, e sulla promozione dell'intermodalità logistica integrata per le merci.
  Il PNRR sarà costruito raccogliendo le proposte formulate dalle Amministrazioni e dagli enti territoriali, selezionate secondo criteri oggettivi volti a garantire il conseguimento delle missioni fondamentali. Ai fini della valutazione positiva dei progetti, le Linee guida specificano i criteri aggiuntivi di valutazione, rispetto a quelli previsti dalla proposta di regolamento della Commissione:
   creazione di beni pubblici (quali infrastrutture, ambiente, coesione sociale e territoriale);
   rapida attuabilità/cantierabilità del progetto;
   monitorabilità del progetto in termini di traguardi intermedi e finali, e collegamento tra tali realizzazioni e gli obiettivi strategici del PNRR;
   effetti positivi rapidi su numerosi beneficiari;
   introduzione di forme di partenariato pubblico-privato;
   stima affidabile del beneficio occupazionale;
   basso consumo di suolo e utilizzo efficiente e sostenibile delle risorse naturali;
   concorso al raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni.

  Al fine di evitare una frammentazione del PNRR in progetti isolati e non coerenti fra di loro, le Linee guida recano altresì l'indicazione di specifici criteri di valutazione negativa, che consentano l'esclusione di determinati progetti (ad es. qualora siano finanziabili tramite altri fondi europei; non abbiano impatti duraturi su PIL e occupazione o non presentino stime attendibili sull'impatto economico atteso, ovvero qualora presentino noti problemi di attuazione di difficile soluzione nel medio termine).
  Passando alle valutazioni che potranno confluire nei rilievi sullo schema di relazione trasmesso dalla Commissione bilancio il 23 settembre, osserva che tali valutazioni possono muoversi lungo un duplice versante: quello dei profili procedurali del processo di selezione delle priorità nell'utilizzo delle risorse del Recovery Fund – che sono ingentissime ma comunque limitate a fronte del numero di interventi potenzialmente immaginabili per il nostro Pag. 21Paese – e del processo di monitoraggio dello stato di avanzamento dei singoli progetti e della loro conformità agli obiettivi prefissati in sede europea e nazionale; quello della indicazione nel merito delle priorità che, in un'ottica di bilanciamento, anche geografico e territoriale, tra i diversi settori di intervento, la VIII Commissione ritenga meritevoli di un particolare riconoscimento nell'ambito del PNRR italiano.
  Dichiarando sin d'ora la mia piena disponibilità a formulare una proposta di rilievi che rappresenti la sintesi dei contributi di tutti i gruppi e del dibattito in Commissione, anticipa alcune prime considerazioni che a suo avviso potrebbero costituire oggetto di specifiche osservazioni.
  Ricorda, preliminarmente che anche la nostra Commissione – parallelamente alla Commissione Bilancio – ha ritenuto di svolgere una attività conoscitiva. Al riguardo, ritengo che sia stata particolarmente significativa la scelta di non limitarsi ad acquisire informazioni dai rappresentanti dei dicasteri competenti, ma di assumere dati e valutazioni anche provenienti da soggetti qualificati che operano in diversi settori sociali ed economici.
  In effetti dal ciclo di audizioni sono emersi approcci diversi e contributi utili all'attuale discussione, che richiamo in estrema sintesi alla memoria dei colleghi.
  Abbiamo, ad esempio, ricevuto dall'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) un accorato richiamo all'esigenza di investire nelle infrastrutture urbane, nell'edilizia pubblica e privata, in funzione di una necessaria riqualificazione del tessuto sociale e urbanistico delle città, non senza critiche alle disposizioni del recentissimo «decreto Semplificazioni» che, a loro dire, ostacolerebbe le demolizioni e ricostruzione di edifici anche privi di interesse storico.
  Il rappresentante del Kyoto Club, da parte sua, ha posto l'accento sulla necessità di investire le risorse del recovery fund sulla revisione della strategia energetica nazionale, privilegiando investimenti per efficienza energetica, fonti rinnovabili, riduzione delle emissioni, bioeconomia circolare e tutela del suolo.
  Il professor Giovannini, portavoce dell'Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile (ASVIS) ha invece posto all'attenzione della Commissione una riflessione di ampio respiro – qui certamente non sintetizzabile – sulle strategie interne ed europee di sostegno ad un rilancio dell'economia orientato sul principio della sostenibilità ambientale e sociale.
  Nell'audizione della Fondazione per lo sviluppo sostenibile ha rappresentato i benefici attesi dall'attuazione di interventi prioritari nell'ambito della green economy, quali ad esempio la stabilizzazione dell'ecobonus noto come «110 per cento», l'introduzione di una graduale carbon tax per i settori non coperti dal meccanismo europeo ETS, incentivi per l'economia circolare. Su un diverso versante, si è posto l'accento sulla necessità di finanziare un programma nazionale di rigenerazione urbana, anche collegandola ad un programma di investimenti per la mobilità urbana sostenibile.
  Anche il rappresentante di Confedilizia ha offerto il suo contributo, richiamando l'importanza della proprietà immobiliare e del settore immobiliare in termini di potenziale di crescita e creazione di posti di lavoro, a fronte di una crisi conseguente alla pandemia che ne ha fortemente contratto lo sviluppo da contrastare con misure coraggiose di carattere incentivante.
  L'agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ha fatto presente di aver dato un contributo tecnico per la finalizzazione delle schede progettuali da sottoporre alla Commissione europea, valorizzando le proposte in grado di avere una ricaduta sul sistema economico del Paese. Si tratta di sedici proposte progettuali, suddivise in tre aree d'intervento: transizione digitale e innovazione, transizione green (10 proposte, che valorizzano tra l'altro le celle solari innovative, l'agro-fotovoltaico, l'uso del carbonio in siderurgia, le batterie e l'idrogeno verde) ed economia circolare (5 proposte, tra cui la Pag. 22creazione di un hub tecnologico nazionale, la riqualificazione dell'area di Taranto e le comunità del mare circolare).
  L'Associazione italiana società concessionari trafori e autostrade (AISCAT) ha evidenziato la necessità di superare la logica degli interventi a pioggia e parcellizzati mirando invece a un numero limitato di investimenti strategici e concreti da cui possa derivare un rilancio strutturale dell'economia, evidenziando altresì la disponibilità a raccogliere le indicazioni a carattere strategico che il Governo, in qualità di concedente, intenda effettuare.
  Viveracqua, società che rappresenta i gestori del servizio pubblico integrato in Veneto, ha posto l'accento sulla necessità di tutela della quantità e della qualità della risorsa idrica, anche attraverso l'eliminazione di contaminanti, e di riuso delle acque reflue, con particolare riguardo al tema del trattamento e dello smaltimento dei fanghi da depurazione. Ha in ultimo evidenziato due interventi straordinari a tutela del territorio, ovvero il collettore fognario del lago di Garda e il rinnovo del sistema di fornitura di acqua potabile e di fognatura di Cortina, in vista delle Olimpiadi invernali del 2026.
  In conclusione, tutti i soggetti invitati in audizione – nonché coloro che hanno fatto pervenire i propri contributi alla Commissione – hanno convenuto sulla necessità di indirizzare le risorse del recovery fund verso pochi qualificanti obiettivi, caratterizzati da una immediata e significativa ricaduta sociale, economica ed ambientale.
  Alla luce dell'istruttoria svolta, evidenzia in primo luogo, sul piano procedurale, l'opportunità di inserire nei rilievi la necessità che il PNRR preveda l'istituzione di uno specifico organismo di controllo sulla coerenza dei progetti con le finalità della transizione verde, della riconversione ecologica e della neutralità climatica, al quale affidare il compito, in linea con il criterio della monitorabilità dei progetti, non solo di valutare il progetto iniziale ma anche il mantenimento della coerenza con le predette finalità anche nelle successive fasi realizzative, tenendo conto dell'aggiornamento degli indicatori relativi allo stato di attuazione di riconversione ecologica e neutralità climatica e degli sviluppi delle politiche di settore orientate a tali fini.
  In particolare, sarà importante verificare il rispetto della destinazione del 37 per cento di risorse per investimenti volti alla transizione verde – che la stessa Commissione europea indica come minimo di spesa da prevedere nei piani nazionali e del quale andrebbe fatta opportuna ed esplicita menzione nella relazione all'Assemblea della Commissione bilancio, trattandosi del principale asse strategico di spesa dell'intero programma NGEU – e la coerenza di tutti i progetti del PNRR all'obiettivo europeo della neutralità climatica 2050 e della riduzione delle emissioni del 55 per cento al 2030, assunto tra gli impegni della Commissione europea ed esplicitato nel discorso sullo stato dell'Unione del 16 settembre 2020 dalla presidente Ursula von der Leyen.
  In secondo luogo, e passando al merito delle priorità, rileva anzitutto che nello schema di relazione trasmesso dalla Commissione bilancio è assente il riferimento alla necessità di una transizione verde del sistema produttivo, che si fondi, da un lato, sulla promozione di una produzione e di un uso puliti ed efficienti dell'energia e, dall'altro, sull'affermazione di modelli di economia circolare centrati sul riuso delle materie prime seconde, con l'obiettivo di pervenire ad una produzione carbon neutral.
  Inoltre, alla luce delle raccomandazioni europee che sollecitano l'Italia ad incentrare gli investimenti sulla qualità delle infrastrutture, tenendo conto delle disparità regionali, una particolare attenzione dovrebbe essere riservata alle infrastrutture idriche per la derivazione, il trasporto e la distribuzione dell'acqua, al fine di garantire la sicurezza dei grandi schemi idrici, ridurre le dispersioni dalle reti e fornire un approvvigionamento idrico sicuro e adeguato a tutte le Regioni, con particolare riferimento a quelle del Mezzogiorno nelle quali più avvertite sono le carenze infrastrutturali. Pag. 23
  La scelta di tale priorità sarebbe del resto del tutto coerente con quanto indicato nel PNR 2020, nel quale si fa riferimento al Piano nazionale di interventi nel settore idrico, al quale i commi 516-525 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2018 (L. 205/2017) hanno affidato il compito di provvedere alla programmazione e realizzazione degli interventi necessari alla mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e per promuovere il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche.
  In questo ambito appare qualificarsi come investimento pubblico assolutamente prioritario quella destinato alla messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico e sismico, con particolare attenzione all'esigenza di prevenire e mitigare l'impatto sui territori dei cambiamenti climatici, con specifico riguardo alle aree colpite da eventi sismici o da calamità naturali di ogni tipo.
  In terzo luogo, è sua intenzione valorizzare nella proposta di rilievi la promozione, accanto alla strategia di valorizzazione dei borghi e delle aree interne, di una ambiziosa strategia nazionale per le aree urbane che – in conformità agli impegni contenuti in tal senso nella risoluzione della Camera sul PNR 2020 e raccogliendo in tal senso l'invito formulato in audizione dall'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile – sia incentrata sui principi di riqualificazione, rigenerazione urbana e superamento dei divari tra centro e periferie, che risponda alle sfide di equità sociale e territoriale sempre più acute nelle grandi aree metropolitane (a partire dal disagio abitativo) e riconosca il ruolo delle aree urbane quali motori di sviluppo economico e sociale e luoghi per eccellenza dove si misura la capacità del Paese di affermare un modello di crescita sostenibile fondato su logiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.
  Sulla scia di quanto già osservato dalla VIII Commissione nel parere espresso a luglio sul PNR 2020, potrebbe inoltre essere sottolineata la necessità che, al fine di offrire un quadro normativo certo e semplificato agli investimenti pubblici attuativi del PNRR, sia rapidamente portata a compimento, con l'adozione del regolamento unico, la fase di revisione e semplificazione della disciplina dei contratti pubblici, anche mediante la digitalizzazione delle procedure di affidamento e il potenziamento delle forme di coinvolgimento di soggetti privati secondo lo schema del partenariato pubblico-privato.
  In conclusione, si riserva di formulare una proposta di rilievi all'esito del dibattito in Commissione.

  Silvia FREGOLENT (IV) nell'associarsi alle considerazioni esposte dalla relatrice, osserva come nello schema di relazione che la Commissione Bilancio ha inviato sia stato sostanzialmente omesso un chiaro riferimento all'economia circolare. Ricorda che di recente la Commissione ha approvato un pacchetto di misure a favore dell'economia circolare, settore nel quale il Paese è all'avanguardia, e ritiene quella del recovery fund l'occasione giusta per mettere a sistema tutti gli interventi.
  Ha fatto presente alla ministra de Micheli, intervenuta ieri in audizione, e ritiene opportuno ribadire anche in questa sede, la necessità di un piano integrato dei trasporti, che tenga conto di un riequilibrio tra gomma e ferrovia, nella direzione di una transizione ecologica del trasporto con particolare riguardo a quello delle merci.
  Per quanto riguarda il settore dell'edilizia residenziale, apprezzando le indicazioni date ieri dalla Ministra per un progetto di riqualificazione urbana più esteso che non si riduca al solo «piano casa», sottolinea la necessità che la riqualificazione non si declini solo sotto il profilo energetico, ma che tenga in conto anche quello idrico, attraverso un uso innovativo delle acque grigie.
  Giudica fondamentale che si punti anche sulla cosiddetta blue economy, che il Paese, circondato dal mare, può oggettivamente valorizzare traendo forti vantaggi economici.Pag. 24
  Invita i colleghi e il Governo a tenere in considerazione quei progetti che registrano un forte stato di avanzamento, sui quali intere comunità stanno lavorando da tempo, anche in ragione del criterio della immediata cantierabilità imposto dall'Europa e ad indirizzare le risorse anche nelle aree interne del Paese, che molti cittadini durante la pandemia hanno inteso privilegiare come loro dimora.

  Erica MAZZETTI (FI), nel ribadire quanto già espresso ieri nel corso dell'audizione della ministra De Micheli, ritiene opportuno avanzare la proposta di istituire un organo parlamentare in cui tutti i gruppi abbiano concretamente la possibilità di contribuire ad individuare, tra le migliaia di progetti che arriveranno, quelli che maggiormente rispondono ai criteri imposti dall'Europa e più in grado di rilanciare effettivamente l'economia. Chiede inoltre delucidazione sulla procedura di presentazione dei medesimi progetti, non essendo chiaro se tale facoltà spetti solo agli enti territoriali o anche ad altri soggetti, quali ad esempio i consorzi.
  Dichiara di condividere la necessità che venga fatto un ragionamento sul complessivo sistema dei trasporti, al fine di agevolare sia il turismo che l'imprenditoria per lo spostamento di merci e persone sul territorio.
  Riguardo all'economia circolare, il recente pacchetto misure approvato dal Governo, che ha costituito certamente un passo avanti, lascia tuttavia scoperti alcuni nodi. Si riferisce in particolare al problema dell'impiantistica, tema oggetto di una proposta di legge il cui esame è stato avviato dalla Commissione, e che sarebbe opportuno portare avanti stante la forte richiesta delle imprese in tal senso. A suo giudizio occorrerebbe infatti mettere in campo un piano straordinario per la realizzazione di impianti che permetta ad ogni regione di essere autonoma nello smaltimento rifiuti, riducendo anche l'incidenza del trasporto di rifiuti da Sud a Nord e venendo così incontro alle richieste europee di riduzione delle emissioni inquinanti.
  Esprime preoccupazione riguardo alla effettiva semplificazione che il Governo intende apportare alle procedure. L'Europa chiede una semplificazione vera, una maggiore chiarezza dei procedimenti e una certezza del sistema giudiziario, ambiti nei quali il Paese registra fortissimi ritardi. Il recente decreto-legge cosiddetto «semplificazioni» non solo non ha apportato le semplificazioni che annunciava, ma in alcuni casi ha complicato le procedure, come ad esempio nel caso della rigenerazione urbana sulla quale è stato approvato un emendamento presso l'altro ramo del Parlamento, che permette interventi di recupero solo da parte dei comuni e nei centri urbani, escludendo le imprese.
  Non è stato risolto neanche il tema della modifica del codice degli appalti e del testo unico dell'edilizia. Il «modello Genova», senz'altro efficace in quel contesto, non è certamente utilizzabile in via generale, pregiudicando in maniera inaccettabile la libera concorrenza tra imprese.
  Concorda con l'esigenza di predisporre un piano per i centri urbani, che a suo giudizio deve essere preceduta da una semplificazione che attribuisca precise responsabilità nel rilascio delle autorizzazioni per le diverse tipologie di intervento, essendo a suo giudizio troppi gli enti coinvolti.
  Un'ultima annotazione ritiene di doverla fare con riguardo ai criteri di valutazione negativa imposti dall'Europa. In primo luogo l'Europa chiede che non vengano selezionati progetti che hanno tempi di attuazione non compatibili con quelli richiesti nel piano di ripresa e resilienza, senza tuttavia indicare le modalità per effettuare tale valutazione. Sono esclusi anche progetti storici che hanno difficoltà di attuazione, pur avendo ricevuto stanziamenti: in questa fattispecie rientra, ad esempio, il ponte sullo stretto di Messina, rispetto al quale chiede al Governo di esplicitare le sue reali intenzioni. In conclusione, ribadisce che a suo giudizio nella destinazione di risorse debba farsi riferimento Pag. 25prioritariamente al settore dell'edilizia, che costituisce, come noto, un forte volano per la ripresa.

  Alberto ZOLEZZI (M5S) nel concordare con le indicazioni di massima date dalla relatrice, ritiene che nello schema di relazione predisposto dalla Commissione Bilancio ci siano alcune lacune che andrebbero colmate, in particolare nel segno della sostenibilità ambientale. Ritiene infatti che vada tenuto in debita considerazione lo studio, i cui esiti sono stati anticipati da una recente trasmissione televisiva e che saranno pubblicati su una delle più prestigiose riviste scientifiche mondiali, che certifica gli effetti negativi che l'inquinamento produce rispetto alla trasmissione del coronavirus.
  Sottolineando ancora una volta come questa sia una importante occasione per il riequilibrio del Paese nel segno del green. Al riguardo, nell'esprimere soddisfazione per le misure recentemente approvate con il decreto-legge cosiddetto «rilancio» sul «superbonus» per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici, osserva tuttavia che uno dei principali problemi del Paese è rappresentato dalla forte presenza di particolato, in particolare in alcune regioni tra cui quella di sua provenienza, di cui una percentuale rilevante prodotta dal sistema dei trasporti. Riporta dati ormai acclarati che certificano come le emissioni si riducano dell'80 per cento nel passaggio da gomma a ferro, passaggio che migliora contestualmente la qualità della vita e permette ai viaggiatori di lavorare durante i percorsi, nel segno della promozione dello smart working.
  Accanto alle linee ferroviarie ad alta velocità, cui faceva ieri riferimento la ministra De Micheli nella sua audizione di ieri, bisogna a suo giudizio puntare sulla riqualificazione della rete regionale e interregionale, che presenta uno stato arretramento ormai insostenibile sia per pendolari che la utilizzano quotidianamente per esigenze di lavoro di studio sia per le imprese che non possono spostare il trasporto delle merci dalla strada alla ferrovia per l'assenza di una rete efficiente.
  Riguardo all'impiantistica, che per effetto della pandemia ha registrato forti cadute di produttività a causa della decisa diminuzione dei rifiuti, sottolinea l'esigenza di promuovere gli impianti di selezione al fine di separare i rifiuti, perché possano tornare ad essere materia e non confluiscano negli inceneritori. Particolare attenzione meritano i rifiuti sanitari – oggetto di un significativo intervento normativo per favorire il passaggio da rifiuto infetto a rifiuto trattabile negli impianti e quindi non necessariamente da avviare all'incenerimento – per il cui smaltimento e recupero sarebbe opportuno stanziare adeguate risorse, contribuendo questi per il 25 per cento del totale alla produzione di diossina.

  Umberto BURATTI (PD), nel condividere le linee di intervento individuate dalla relatrice, sottolinea l'importanza nella selezione dei progetti, stante anche il grande numero atteso, al fine di scegliere quelli che meglio rispondono ai criteri indicati in sede europea e in grado di far ripartire efficacemente il Paese.
  Riguardo alle infrastrutture idriche, giudica importante sottolineare la necessità di investire, oltre che sulla rete di trasporto dell'acqua, anche sugli impianti di depurazione, al fine di utilizzare ove possibile acqua depurata in luogo di acqua potabile.
  Quanto alle misure nel settore edilizio, è senz'altro necessario recuperare il patrimonio esistente coniugando tale azione con una importante iniziativa volta a contrastare l'ulteriore consumo di suolo. Osserva, infatti, che il patrimonio edilizio in molte aree interne è abbandonato, che nei centri delle città numerose unità abitative sono utilizzate per scopi diversi da quelli abitativi dei residenti e pertanto sarebbe opportuna una visione che coinvolga l'intero territorio nazionale, valorizzando il patrimonio edilizio abbandonato o inutilizzato invece di procedere a nuove costruzioni.
  Importanti sono anche i progetti di forestazione urbana, per i quali occorre un'attenzione particolare anche alla manutenzione, Pag. 26dal momento che l'abbandono del verde può generare danni anche ingenti sia in inverno dal punto di vista idrogeologico che in estate a causa degli incendi, con le conseguenti responsabilità anche penali degli amministratori locali.
  In conclusione, stante la forte responsabilità della Commissione sui temi di sua competenza, ritiene che si possa dare un approfondito ed efficace indirizzo per la corretta attribuzione delle risorse.

  Alessia ROTTA, presidente, nel concordare con le linee generali e con le indicazioni più specifiche espresse dalla relatrice, ritiene che nella selezione degli interventi sia necessario lasciare da parte l'appartenenza territoriale e dare spazio a quei progetti che abbiano un impatto reale per l'economia dell'intero Paese.
  Richiamando il ruolo delle regioni e degli enti locali nella scelta dei progetti, evidenziato ieri in audizione dalla Ministra De Micheli, rammenta i criteri specifici individuati dall'Europa per la selezione dei progetti da parte degli Stati membri, tra i quali sottolinea in particolare la tempestiva cantierabilità delle opere, da selezionarsi all'interno delle priorità già individuate dal Governo.
  Nel condividere le considerazioni del collega Zolezzi riguardo alla criticità dell'inquinamento in alcune zone del territorio, e segnatamente nella pianura padana, osserva tuttavia che una quota molto significativa di emissioni è altresì attribuibile agli impianti di riscaldamento degli edifici.
  Concorda con la necessità che, unitamente alla valorizzazione delle linee ferroviarie ad alta velocità e alta capacità, si intervenga sul potenziamento dei corridoi europei di trasporto, mediante la riqualificazione e l'efficientamento della rete pendolare.
  Quanto al ponte sullo stretto di Messina, evocato nell'intervento della collega Mazzetti, ricorda che la ministra De Micheli a margine dell'audizione di ieri, ha fatto presente che la commissione incaricata di effettuare la valutazione dell'opera sta concludendo i propri lavori ma che essa non sarà senz'altro ricompresa tra quelle destinatarie delle risorse del recovery fund.

  Chiara BRAGA (PD), relatrice, ringrazia i colleghi per i contributi apportati nel dibattito e per l'individuazione dei principali elementi di riflessione su cui concentrare il lavoro della Commissione, la cui centralità, stanti i criteri con cui l'Unione europea chiede di utilizzare le risorse, è indubbia.
  Certamente nella sua proposta chiederà che nella relazione della Commissione Bilancio siano inseriti i riferimenti all'economia circolare e alla rigenerazione urbana. Anticipa fin d'ora la propria disponibilità a valutare i contributi che i colleghi vorranno farle pervenire anche informalmente e si riserva di inviare loro la bozza di rilievi non appena definita, e comunque in tempo utile per poterla valutare prima del successivo dibattito.

  Alessia ROTTA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.25.