CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 luglio 2020
413.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 88

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 21 luglio 2020. — Presidenza della vicepresidente Patrizia TERZONI.

  La seduta comincia alle 14.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/850, che modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti.
Atto n. 168.
(Rinvio del seguito dell'esame).

Pag. 89

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto rinviato nella seduta del 27 maggio scorso.

  Patrizia TERZONI, presidente, comunica che la relatrice on. Ilaria Fontana, ha formulato la richiesta di rinviare il seguito dell'esame alla prossima settimana, essendo ancora in corso le interlocuzioni con i Gruppi e con il Governo per la predisposizione della proposta di parere.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/851, che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, e della direttiva (UE) 2018/852, che modifica la direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.
Atto n. 169.
(Rinvio del seguito dell'esame).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto rinviato nella seduta del 27 maggio scorso.

  Patrizia TERZONI, presidente, comunica che la relatrice on. Chiara Braga, ha formulato la richiesta di rinviare il seguito dell'esame alla prossima settimana, essendo ancora in corso le interlocuzioni con i Gruppi e con il Governo per la predisposizione della proposta di parere.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.05.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 21 luglio 2020. — Presidenza della vicepresidente Patrizia TERZONI.

  La seduta comincia alle 14.05.

Programma Nazionale di Riforma per l'anno 2020, di cui alla III Sezione del Documento di economia e finanza 2020.
Doc. LVII, n. 3 – Sezione III e allegati.
Parere alla V Commissione.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Nicola PELLICANI (PD), relatore, riferisce alla Commissione sul Programma Nazionale di Riforma 2020 (PNR), con la relativa appendice e allegati, sui cui la Commissione è chiamata ad esprimere il parere alla Commissione Bilancio.
  Ricorda che il PNR costituisce la terza sezione del Documento di economia e finanza (DEF) ed è dunque normalmente esaminato dal Parlamento in aprile, per essere poi presentato al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea nel medesimo mese. Quest'anno – a seguito della eccezionalità della crisi pandemica e in linea con gli altri Paesi dell'Unione europea – la sua presentazione è stata posticipata ad un momento successivo al completamento delle misure economiche più urgenti.
  In premessa il Ministro dell'economia specifica che il PNR 2020 traccia le linee essenziali del Programma di Ripresa e Resilienza (il «Recovery Plan»), che il Governo – sebbene la Commissione europea abbia chiesto agli Stati membri di consegnare nel mese di aprile 2021- intende pubblicare il proprio Recovery Plan già in settembre attesa l'importanza del nuovo strumento per l'economia italiana, congiuntamente alla Nota di aggiornamento del DEF e inoltrarlo alla Commissione europea alla scadenza di metà ottobre per il Documento programmatico di bilancio.
  Venendo ai contenuti del documento di interesse della Commissione, segnala che il Paragrafo I, che illustra il Piano di Rilancio, qualifica la «transizione ecologica» come una delle linee strategiche del medesimo piano (accanto a «Modernizzazione del Paese e a «inclusione sociale e Pag. 90territoriale, parità di genere»). Il documento specifica che la riconversione ecologica è la base del nuovo modello di sviluppo e deve rappresentare anche un terreno di nuova competitività per molta parte del nostro sistema produttivo.
  Sempre in termini generali, il Governo dichiara che un punto fondamentale per l'efficace attuazione del Piano, consiste nella semplificazione amministrativa e lo sblocco delle opere pubbliche. La velocizzazione delle procedure amministrative di pianificazione, progettazione e autorizzazione dei lavori pubblici e delle attività della filiera logistica è la finalità principale del decreto-legge «semplificazioni» – attualmente in corso di esame al Senato – che, secondo quanto affermato nel documento in esame, consentirà la rimozione degli ostacoli che negli ultimi anni hanno rallentato appalti e investimenti pubblici, nonché le iniziative e gli investimenti dei privati.
  Parallelamente alla semplificazione amministrativa e allo sblocco dei lavori pubblici, l'obiettivo prioritario del citato Recovery Plan sarà quello di incrementare fortemente gli investimenti pubblici, che seppur in ripresa al momento dell'emergenza epidemiologica, erano, al pari di quelli privati, a livelli assai inferiori al periodo antecedente la crisi finanziaria.
  Il PNR ricorda i consistenti finanziamenti pluriennali previsti nella Legge di Bilancio per il 2020, tra cui il Fondo per il Green New Deal (4,24 miliardi per il periodo 2020 – 2023) e il Fondo per rilancio degli investimenti per lo sviluppo sostenibile e infrastrutturale dei Comuni (4 miliardi dal 2025 al 2034), cui si aggiungono, fra gli altri, i contributi assegnati ai Comuni per investimenti in progetti di rigenerazione urbana (8,5 miliardi nel 2021 – 2034) e per messa in sicurezza degli edifici e del territorio (8,8 miliardi nel 2021 – 2034), i contributi assegnati alle province e città metropolitane per la manutenzione delle strade (4,1 miliardi nel 2019 – 2033), nonché alle Regioni (circa 3,3 miliardi nel 2021 – 2034) per interventi di viabilità, messa in sicurezza e sviluppo di sistemi di trasporto rapido di massa. Aggiungendo a questi fondi il sostegno dello Strumento Europeo per la Ripresa, secondo il Governo nei prossimi quattro anni sarà possibile incrementare il livello degli investimenti pubblici di almeno un punto percentuale in rapporto al PIL rispetto al 2019 (quando sono stati pari al 2,3 per cento del PIL).
  Tra gli investimenti pubblici ritenuti prioritari, il PNR cita la necessità di dotare il Paese di un sistema di infrastrutture e servizi di trasporto che punti su decarbonizzazione, economia circolare, efficienza e uso razionale ed equo delle risorse naturali, contenimento del consumo di suolo e tutela del paesaggio.
  Nell'ambito del piano di investimenti, il documento fa riferimento anche alle infrastrutture idriche, che saranno rese maggiormente efficienti e resilienti, al fine di garantire la sicurezza dei grandi schemi idrici, ridurre le dispersioni dalle reti e fornire un approvvigionamento idrico sicuro e adeguato a tutte le Regioni per le varie tipologie di utilizzi (civile, agricolo, industriale ed energetico).
  Gli investimenti destinati a tali infrastrutture saranno previsti nel Piano Nazionale per gli interventi nel settore idrico, strumento principale per il finanziamento di interventi destinati alla realizzazione, al mantenimento, all'ammodernamento del patrimonio nazionale di grandi infrastrutture idriche (dighe, invasi artificiali, derivazioni e principali schemi idrici). Contestualmente saranno aumentati anche gli investimenti nel trattamento delle acque reflue, con l'obiettivo di migliorare sensibilmente la qualità dei corsi d'acqua, dei laghi e dei mari.
  Per quanto riguarda le reti idriche, particolarmente carenti nel Sud, nel documento si fa riferimento ad una società ad alta capacità industriale appositamente costituita, che potrà attivare gli investimenti necessari sulle grandi adduzioni fino alla rete di acquedotti che insistono nel bacino idrico dell'Appennino meridionale.
  Il PNR dà conto, poi, del disegno di legge cd. «Salva mare», approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati Pag. 91(A.S. 1571) che prevede, tra l'altro, che tutti gli impianti di desalinizzazione maggiormente impattanti siano sottoposti a preventiva valutazione di impatto ambientale (VIA).
  Il Governo annuncia altresì investimenti volti ad attenuare il rischio idrogeologico, anche attraverso il Fondo per il rimboschimento e la tutela ambientale e idrogeologica delle aree interne, la cui dotazione pari ad 1 milione di euro per l'anno 2020 e a 2 milioni di euro nel 2021. Per quanto concerne l'uso dei fondi strutturali e di investimento europei, il PNR informa che esso è pari al 28,4 per cento delle risorse programmate, che ammontano a 1.581 milioni. Le risorse, articolate su tredici Programmi operativi regionali, si concentrano su interventi relativi al rischio idrogeologico e all'erosione costiera, nonché sulla riduzione del rischio incendio, vulcanico e sismico.
  Merita un accenno anche la direttrice indicata nel documento con riferimento all'Ilva di Taranto: la Commissione Europea nel Rapporto Paese sull'Italia di quest'anno ha individuato infatti nella società il principale candidato a livello nazionale per utilizzare il Just Transition Mechanism previsto dal Green Deal. Oltre alle linee delineate in relazione alla produzione di acciaio, si fa riferimento alla progressiva riconversione in chiave sostenibile e decarbonizzata del complesso siderurgico di Taranto, uno dei progetti chiave su cui il Governo lavorerà in coordinamento con le imprese coinvolte.
  Un ulteriore settore cui si fa riferimento per il rilancio dell'economia è l'edilizia. Il riavvio del settore edile si baserà sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare conseguente agli incentivi alle ristrutturazioni in chiave energetica ed antisismica e al ’bonus facciate’ già previsti nella legislazione vigente. Verranno poi individuati altri programmi aventi ad oggetto anche la rigenerazione e valorizzazione dei beni demaniali e pubblici.
  Il paragrafo II è dedicato allo scenario macroeconomico, nel quale viene data una prima valutazione quantitativa al piano nazionale GRIND (Green and Innovation New Deal). Tale piano collega l'aumento delle risorse per gli investimenti pubblici e per il sostegno agli investimenti privati agli obiettivi della sostenibilità ambientale e sociale, dell'innovazione e dell'economia circolare, nella convinzione che queste sfide siano anche un forte volano per la crescita e l'aumento della produttività. Il presupposto è che un sostenuto piano di investimenti pubblici, accompagnato da incentivi volti a favorire l'aumento di quelli privati in innovazione tecnologica e tutela dell'ambiente, possa generare un significativo aumento del PIL a fronte di una spesa pubblica relativamente contenuta.
  In questo contesto si attribuisce evidentemente grande importanza strategica al Green New Deal italiano, lanciato con la legge di bilancio 2020. Si ipotizza infatti che gli investimenti indotti dal Green New Deal – che dovrà sostenere anche programmi con un forte contenuto di innovazione tecnologica – abbiano una maggiore efficacia rispetto agli altri investimenti in termini di crescita del PIL.
  Il paragrafo III del PNR indica le strategie di riforma nelle aree prioritarie e l'attuazione delle raccomandazioni specifiche del Consiglio europeo.
  Nell'ambito della priorità 3: politiche sociali, sostegno alle famiglie e lotta alla povertà, una sezione riguarda la riqualificazione delle politiche abitative: il programma per la rinascita urbana.
  Il Piano denominato «Rinascita Urbana» – che sarà finanziato dal fondo istituito con la legge di bilancio per il 2020 denominato «Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare», con una dotazione pari a 853,81 milioni – avrà un arco temporale di medio – lungo periodo, con un sistema di incentivazione strutturale, che permetterà agli enti territoriali proponenti una adeguata programmazione delle fasi di progettazione, appalto e costruzione delle opere stesse, superando la logica spesso legata all'emergenza.
  Nella priorità 5: sostegno agli investimenti materiali e immateriali in chiave sostenibile il documento prende in considerazione alcuni settori di particolare interesse Pag. 92della Commissione. In particolare, il Governo prospetta l'adozione di importanti misure di sostegno agli investimenti nel breve periodo per accelerare l'uscita del Paese dalla grave crisi in corso, ricordando gli interventi di lungo periodo, fino al 2034, già intrapresi, quali previsti nella Legge di Bilancio per il 2020, per ripristinare un livello adeguato di investimenti, attraverso un grande piano di sblocco degli investimenti e di semplificazione degli appalti.
  In questo ambito il documento ascrive rilevanza prioritaria alla manutenzione ordinarie e straordinarie delle infrastrutture di trasporto e agli investimenti della rete stradale previsti nell'aggiornamento del contratto di programma 2016 – 2020 con ANAS, con l'obiettivo di garantire maggiore sicurezza nella circolazione e una maggiore funzionalità delle strade. Il documento in esame, con specifico riguardo alle concessioni autostradali, si limita a preannunciare l'impulso al processo di revisione. Il testo ricorda che è stato altresì varato il Piano straordinario di investimenti infrastrutturali, che comprende anche il rifinanziamento dei fondi a favore dei Comuni montani (circa il 40 per cento del totale nazionale) e del fondo destinato allo sviluppo delle infrastrutture nelle 55 piccole isole italiane.
  Nel documento viene quindi richiamato il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC), completato nel dicembre 2019. Il Piano rappresenta un importante snodo nella politica energetico – ambientale del Paese, tracciando un'ampia trasformazione dell'economia, nella quale la decarbonizzazione, l'economia circolare, l'efficienza e l'uso razionale ed equo delle risorse naturali rappresentano insieme obiettivi e strumenti per un'economia più rispettosa delle persone e dell'ambiente. Per centrare tali obiettivi il Governo intende accelerare la transizione verso fonti rinnovabili. La concretizzazione di tale transizione rimane subordinata – afferma il PNR – alla programmazione e realizzazione degli impianti sostitutivi e delle necessarie infrastrutture. Il conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione del Piano richiede poi, secondo il Governo, l'istituzione di un apposito osservatorio. È altresì in corso di ultimazione la strategia nazionale di decarbonizzazione a lungo termine, che definirà gli scenari e il percorso per il raggiungimento dell'obbiettivo di neutralità carbonica al 2050.
  In questo contesto il documento illustra le linee portanti del Green and Innovation New Deal, per rendere la sostenibilità ambientale e sociale, l'innovazione e l'economia circolare un forte volano per la crescita e la produttività. Si preannuncia l'introduzione di un nuovo paradigma fiscale incentivante che riguarderà tutti gli attori della strategia, dalle famiglie alle imprese, dalla PA al territorio. Secondo quanto si apprende dal documento in esame, il Green and Innovation Deal, «di successiva definizione», ricomprende anche i fondi per l'innovazione e comporta un aumento rilevante di fondi da dedicare agli interventi per la sostenibilità ambientale e sociale. A tal fine verranno infatti utilizzate anche le risorse del Fondo per gli investimenti delle Amministrazioni centrali, le misure introdotte per aumentare gli investimenti sostenibili degli enti territoriali, nonché le risorse del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca. In particolare, sugli edifici della Pubblica Amministrazione Centrale verrà attuato un piano di efficienza energetica in linea con l'obiettivo di risparmio energetico nazionale, con interventi correttivi sugli involucri edilizi e gli impianti nonché attraverso interventi volti alla digitalizzazione della gestione energetica degli immobili;
  Grande attenzione viene quindi posta alla riforma delle norme in materia di appalti. Su questo aspetto, si sofferma l'allegato «Italia veloce», dedicato al tema dei trasporti e della logistica.
  Nel citato allegato sono indicati gli obiettivi strategici delle politiche infrastrutturali e la revisione del quadro normativo in materia di contratti pubblici. Esso rappresenta il documento programmatico concernente le scelte politiche per le infrastrutture ed i trasporti del Paese, anticipando alcune decisioni strategiche Pag. 93che saranno contenute nei documenti di pianificazione prefigurati dal Codice dei contratti pubblici: il Piano generale dei trasporti e della logistica (PGTL) e il Documento pluriennale di pianificazione (DPP). In particolare, nelle more della redazione del DPP (che, secondo quanto riferisce il Governo, si trova in stato avanzato di redazione ed è previsto entro la fine del 2020), l'allegato definisce l'elenco delle infrastrutture prioritarie per lo sviluppo del Paese.
  Merita rilevare come nell'allegato in esame si evidenzia l'importanza della semplificazione normativa delle procedure, da attuare attraverso puntuali interventi normativi sulla disciplina dei contratti pubblici, sia mediante l'adozione del nuovo regolamento unico di attuazione ed esecuzione del Codice dei contratti pubblici, sia con nuovi interventi di rango legislativo modificativi della disciplina del Codice e/o derogatori della medesima disciplina (diversi dei quali sono ora contenuti negli articoli da 1 a 9 del decreto-legge 76/2020 – cd. decreto semplificazioni, del quale è imminente l'avvio dell'esame al Senato).
  Il documento anticipa, inoltre, che nel DPP saranno individuati anche i programmi volti a valorizzare gli interventi diffusi sul territorio, in alcuni casi anche di piccole dimensioni (fisiche e/o economiche), che nel loro complesso contribuiscono all'attuazione e al perseguimento degli obiettivi strategici (come il programma di manutenzione del patrimonio stradale esistente e quello per la digitalizzazione delle infrastrutture).
  Con specifico riferimento al settore delle infrastrutture stradali, secondo il documento, vi sono margini di miglioramento mediante il perseguimento dei seguenti programmi di intervento: 1. conservazione, valorizzazione, adeguamento agli standard funzionali e di sicurezza; 2. potenziamento tecnologico e digitalizzazione (Smart Road); 3. ripristino e messa in sicurezza delle infrastrutture a rischio sismico; 4. decongestionamento delle tratte autostradali; 5. decongestionamento delle aree metropolitane. In totale il fabbisogno previsto per i 5 programmi prioritari risulta pari a circa 3 miliardi di euro. La maggior parte degli ulteriori fabbisogni di finanziamento pubblico è relativo a due programmi di intervento relativi a «valorizzazione del patrimonio stradale esistente», e al «ripristino e messa in sicurezza delle infrastrutture a rischio sismico», entrambi per poco più di due miliardi di euro.
  Nel Documento si evidenzia che in tema di interventi in edilizia, il Testo unico in materia edilizia (decreto del Presidente della Repubblica n. 380/2001) e tutti gli altri interventi legislativi e regolamentari succedutisi, risultano da aggiornare. È pertanto un obiettivo imprescindibile addivenire in tempi brevi ad una riforma organica per le costruzioni, che, nel rispetto dei principi di razionalizzazione e innovazione: a)riordini in modo organico la disciplina edilizia, eliminando incongruenze e contraddizioni derivanti dalla stratificazione legislativa; b) favorisca snellimenti procedurali e la smaterializzazione dei processi; c) definisca regole e misure atte a favorire le operazioni di rigenerazione urbana e di recupero/ riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, in luogo dell'utilizzo di suolo inedificato per nuove realizzazioni; d) persegua efficacemente la sicurezza delle nuove costruzioni, riducendo per quanto possibile i vincoli burocratici, anche riqualificando la figura del progettista, nell'ambito delle proprie responsabilità; e) favorisca la riduzione della vulnerabilità sismica del patrimonio esistente; f) sviluppi un quadro di maggiore conoscenza di tutte le opere esistenti sul territorio; g)introduca tematiche che incrementino gli aspetti di sostenibilità, sicurezza, efficientamento energetico. In questa direzione dovrà predisporsi un Programma Nazionale degli interventi nel settore dell'edilizia, con l'obiettivo strategico di individuare, finanziare e portare a realizzazione le «infrastrutture puntuali» statali più urgenti in funzione delle esigenze e delle caratteristiche dei diversi territori e settori di utilizzo, avendo come impostazione prioritaria il potenziamento e rafforzamento dell'esistente. Pag. 94
  L'allegato Italia veloce dedica un articolato passaggio anche alle infrastrutture idriche, in cui si evidenziano criticità nell'attuazione del piano nazionale degli interventi nel settore idrico – pur alimentato da una disponibilità pari a 100 milioni annui per 10 anni (a cui si sommano ulteriori fonti finanziarie, per un totale di 1.578,72 milioni di euro programmati dal 2018 fino al 2033) – sia in termini organizzativi che in termini di copertura del fabbisogno stimato. Il settore idrico italiano è infatti caratterizzato da un ingente fabbisogno di investimenti e necessita di una riforma organizzativa al fine di: superare la divisione fra Sezione Invasi e Sezione Acquedotti; unificare sotto il medesimo tutte le risorse economiche (fonti finanziarie) attribuite al MIT e relative alle infrastrutture idriche per l'approvvigionamento idrico; semplificare le procedure per la rendicontazione e il monitoraggio delle diverse fonti finanziarie. Inoltre il MIT auspica un ulteriore stanziamento finalizzato a rifinanziare il Piano nazionale di interventi nel settore idrico per garantire un supporto duraturo al comparto.
  Il PNR è altresì corredato dell'allegato IV «Relazione sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra».
  Si tratta della relazione, predisposta dal Ministro dell'ambiente, che sintetizza l'evoluzione normativa internazionale ed europea in materia di cambiamenti climatici; dà conto degli impegni assunti per il periodo 2013-2020, valuta gli scenari delle emissioni con orizzonte temporale al 2020 idonei al raggiungimento dell'obiettivo previsto per i settori «non ETS» dalla Decisione 406/2009 (»effort sharing») e indica le azioni attuate per porre il Paese sul giusto percorso rispetto a tale obiettivo; prospetta gli scenari delle emissioni dei settori ETS e non-ETS, con orizzonte temporale al 2030.
  Nel documento in esame si ricorda che l'Italia ha rispettato nei tempi previsti gli impegni di riduzione delle emissione e viene altresì sottolineato che la piena attuazione degli impegni assunti in materia di efficienza energetica e fonti rinnovabili di cui alle Conclusioni del Consiglio Europeo dell'8-9 marzo 2007 permette al Paese di ottenere riduzioni di emissione superiori a quelle necessarie per adempiere agli obiettivi della Decisione Effort Sharing e quindi non sarà soggetta ad alcuna sanzione conseguente al mancato rispetto degli obblighi.
  Con riguardo agli scenari futuri, l'elemento centrale del nuovo «Quadro clima-energia 2030» è l'obiettivo di riduzione dei gas-serra di almeno il 40 per cento a livello europeo rispetto all'anno 1990. Questa riduzione è articolata nelle seguenti percentuali, calcolate rispetto all'anno 2005: riduzione del 43 per cento per il settore ETS e del 30 per cento per i settori non-ETS.
  Nel documento in esame viene sottolineato che esistono, inoltre «due obiettivi relativi all'incremento dell'efficienza energetica e delle rinnovabili: il raggiungimento di tali obiettivi è sinergico rispetto all'obiettivo di riduzione delle emissioni. Dal momento che tali obiettivi durante la negoziazione a livello europeo (Parlamento UE e Consiglio dell'UE) sono stati rivisti al rialzo rispetto alle proposte iniziali della Commissione, il loro raggiungimento determinerà, di fatto, un incremento dell'obiettivo di riduzione delle emissioni totale a livello europeo, stimato al –45 per cento. A tale obiettivo concorrono tutti gli Stati membri».
  Nell'allegato in esame viene sottolineato che, mentre l'obiettivo di riduzione per i settori ETS è applicato a livello europeo in maniera armonizzata e centralizzata, l'obiettivo di riduzione per i settori non-ETS viene suddiviso tra gli Stati Membri. Per l'Italia, l'allegato I del Regolamento «effort sharing» n. 2018/842/UE prevede una riduzione del 33 per cento al 2030 rispetto all'anno 2005.
  La tabella III.1 del documento in esame riporta le stime delle emissioni dei settori ETS e non-ETS fino al 2030, basate sull'attuale scenario di riferimento e quelle attese sulla base delle misure previste dal PNIEC (che sono elencate e quantificate nell'allegato 2 al documento in esame). I Pag. 95dati in essa contenuti evidenziano che l'implementazione delle misure previste dal PNIEC dovrebbe consentire una riduzione in Italia del 35,7 per cento delle emissioni non-ETS rispetto al 2005 e quindi di raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030.
  Infine, l'Allegato sugli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES), il quarto da quando sono stati introdotti nel ciclo di programmazione economico-finanziaria, monitora l'andamento dei dodici indicatori selezionati dal Comitato BES 1 che afferiscono a otto dei dodici domini del benessere individuati nel Rapporto BES dell'Istat. Il Governo segnala, peraltro, che a causa dello slittamento della pubblicazione dell'Allegato BES, i dati provvisori presentati nell'Allegato potrebbero a breve essere superati dai dati definitivi pubblicati successivamente alla stesura del documento dall'Istat.
  Per quanto riguarda le competenze della Commissione segnalo l'indicatore relativo alla riduzione delle emissioni di CO2 e altri gas clima-alteranti, nell'ambito del dominio ambiente, e l'indicatore «abusivismo edilizio», nell'ambito del dominio «paesaggio e patrimonio culturale».
  L'indicatore relativo alla riduzione delle emissioni di CO2 e altri gas clima-alteranti misura le tonnellate di CO2 equivalente per abitante emesse su base annua da attività agricole, urbane e industriali. Secondo le stime fornite dall'Istat, nel 2019 le emissioni di CO2 eq. pro capite sono, per il secondo anno consecutivo, previste in riduzione rispetto all'anno precedente eguagliando il valore minimo, pari a 7,2 tonnellate pro capite, registrato nel 2014. Rispetto al dato rilevato nel 2008 le emissioni si sono ridotte di 2,4 tonnellate pro capite, pari al 25,2 per cento.
  L'indicatore relativo all'abusivismo edilizio si definisce come il numero di costruzioni abusive per 100 costruzioni autorizzate dai Comuni ed esprime una misura diretta del deterioramento del paesaggio, potendosi leggere anche come un indicatore del rispetto della legge nell'utilizzazione del territorio.
  Nel 2019, il numero di costruzioni abusive per cento costruzioni edificate legalmente nello stesso anno presenta un valore pari a 17,7 punti percentuali.
  Considerando un periodo di analisi più ampio, emerge un andamento crescente dell'indice a partire dal 2008 dovuto anche al contesto di crisi economico-finanziaria che ha colpito il settore edilizio. Tuttavia, dopo il triennio 2015-2017 durante il quale l'indice ha raggiunto il valore massimo del 19,9 per cento, prosegue l'andamento positivo registrato a partire dal 2018, presentando una significativa riduzione annuale di un valore pari a 1,2 punti percentuali.
  Il miglioramento che si ravvisa nell'ultimo biennio è legato all'andamento delle abitazioni legali, in crescita dopo 10 anni di forte diminuzione, e dalla contemporanea riduzione delle abitazioni illegali La disaggregazione dell'indice di abusivismo rispetto alle diverse ripartizioni territoriali evidenzia che l'andamento positivo dell'ultimo biennio sia da attribuire a una riduzione dell'indicatore su tutto il territorio, significativamente più marcata nel Centro, nel Sud e nelle Isole.

  Erica MAZZETTI (FI), ringraziando il relatore per l'ampia illustrazione del documento in esame, che affronta numerose tematiche, si sofferma sui passaggi dedicati al rilancio del settore dell'edilizia. Al riguardo, evidenzia come, pur riconoscendo la necessità di una profonda revisione della normativa di settore, il Governo non abbia messo adeguatamente in luce che essa dovrà essere improntata nel senso di semplificare le procedure, eliminando soprattutto le autorizzazioni preventive e gli altri ostacoli che impediscono l'inizio dei lavori. Auspica inoltre che si pervenga ad un organico codice unico dell'edilizia che consenta di fare finalmente chiarezza sul riparto di competenze tra l'autorità statale e gli enti territoriali.

  Federica DAGA (M5S) ringrazia il relatore per aver illustrato in modo completo i passaggi che il documento in esame dedica alle infrastrutture idriche, nonché Pag. 96alle risorse destinate a questo importante capitolo di spesa e alla sua governance. Al riguardo, pone in evidenza come il documento faccia riferimento alla costituzione di una società cui affidare gli investimenti necessari sulle grandi adduzioni fino alla rete di acquedotti che insistono nel bacino idrico dell'Appennino meridionale. Si chiede se, analogamente alle scelte normative recentemente assunte, anche tale ente si configurerà come società in house, a totale o prevalente partecipazione di capitale pubblico. Ricorda infatti che il comma 327 della legge di bilancio intervenendo sulla disciplina relativa alla società alla quale sono state trasferite le funzioni dell'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione Fondiaria in Puglia e Lucania (EIPLI), ha specificato che la società alla quale sono trasferite le funzioni del soppresso Ente con le relative risorse, umane e strumentali, deve essere una società per azioni a totale capitale pubblico e soggetta all'indirizzo e controllo analogo degli enti pubblici soci.
  Sempre con riguardo al comparto idrico nazionale, ritiene che le criticità emerse nella recente esperienza e riportate nel documento in esame, rendano sempre più indispensabile una programmazione a livello nazionale, al fine di razionalizzare la gestione della risorsa idrica e sui diversi utilizzi, nonché per avere un quadro complessivo delle esigenze infrastrutturali ed economiche.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.25.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 21 luglio 2020. — Presidenza della vicepresidente Patrizia TERZONI.

  La seduta comincia alle 14.25.

Programma di lavoro della Commissione per il 2020 – Un'Unione più ambiziosa (COM(2020)37 final).
Programma di lavoro adattato 2020 della Commissione (COM(2020)440 final).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020 (Doc. LXXXVI, n. 3).
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti rinviati nella seduta del 16 giugno scorso.

  Federica DAGA (M5S), relatrice, illustrando la sua proposta di parere favorevole (vedi allegato), evidenzia che essa riporta essenzialmente i contenuti della sua relazione introduttiva, nonché talune riflessioni sulle modalità attuative del Green New Deal e di alcuni significativi elementi emersi nel corso dell'audizione del Professor Gael Giraud, svoltasi l'11 giugno 2020, da cui scaturisco cinque osservazioni recate nella parte dispositiva.
  Sottopone quindi la sua proposta all'attenzione dei colleghi, riservandosi di procedere alle modifiche e integrazioni sulla base delle sollecitazione e dei suggerimenti che le forze politiche riterranno di formulare prima della votazione della proposta di parere, prevista per domani.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.30.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 21 luglio 2020. — Presidenza della vicepresidente Patrizia TERZONI.

  La seduta comincia alle 14.30.

Pag. 97

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019.
C. 2572 Governo.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020.
C. 2573 Governo.
Tabella n. 2: stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2020 (relativamente alle parti di competenza).
Tabella n. 9: stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2020.
Tabella n. 10: stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno finanziario 2020 (relativamente alle parti di competenza).
Parere alla V Commissione.
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Patrizia TERZONI, presidente, ricorda che l'ordine del giorno reca l'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, del disegno di legge di Rendiconto per l'anno finanziario 2019 e del disegno di legge di Assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020, per le parti di competenza.
  Per quanto riguarda le modalità di esame, ricorda che dopo l'esame preliminare la Commissione procede all'esame delle proposte emendative presentate nonché a quello delle relazioni predisposte dal relatore (o dai relatori) con riferimento a ciascun disegno di legge, iniziando dal disegno di legge di approvazione del rendiconto e passando successivamente al disegno di legge di assestamento.
  Ricorda che l'esame si conclude, per ciascun provvedimento, con una relazione alla V Commissione e con la nomina di un relatore per la VIII Commissione.
  Ricorda infine che il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge di assestamento per l'esercizio 2020, è stato fissato alle ore 17 della giornata odierna.

  Adriano VARRICA (M5S), relatore, riferisce per le parti di competenza della VIII Commissione, sui disegni di legge recanti il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019 e l'assestamento del bilancio per l'esercizio finanziario 2020.
  Nel rinviare per i dettagli alla documentazione predisposta dagli uffici, richiama i dati più significativi e le informazioni più rilevanti con riguardo ai due provvedimenti.
  Fa presente che l'analisi del rendiconto relativo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) viene svolta con riferimento alle sole missioni di competenza della Commissione, ossia le missioni n. 14 Infrastrutture pubbliche e logistica e n. 19 Casa e assetto urbanistico.
  La missione 14 assorbe, in termini di stanziamenti definitivi di competenza, circa il 26,5 per cento delle disponibilità di bilancio, per un totale di circa 3,4 miliardi, di cui 3 miliardi per finanziare i programmi di spesa in conto capitale. Il settore stradale e autostradale riceve circa 1,2 miliardi di stanziamenti definitivi e circa 1,8 miliardi sono destinati a opere ritenute strategiche e a quelle di edilizia pubblica (ivi incluse quelle carcerarie).
  Nell'ambito della missione 14, il programma 14.11 Sistemi stradali, autostradali ed intermodali, vale, nel 2019, poco meno di 1,3 miliardi (di cui poco più di 1,2 miliardi di parte capitale) in termini di stanziamenti definitivi di competenza; gli impegni sono risultati pari a circa 1,2 miliardi (con una diminuzione di circa il 70 per cento rispetto al dato del 2018) e i pagamenti a circa 1,16 miliardi. Particolare significato assumono le risorse destinate al sistema di monitoraggio dinamico per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali in condizioni di criticità (cap. 7130, 10 milioni di euro) e a favore del Commissario straordinario Pag. 98per la ricostruzione delle infrastrutture e il ripristino del sistema viario nel territorio di Genova (cap. 7650, 30 milioni di euro) in forza delle disposizioni contenute nel decreto-legge 109/2018 (cd. decreto «Genova»).
  Il programma 14.10 Opere strategiche, edilizia statale ed interventi speciali e per pubbliche calamità presenta, dal canto suo, stanziamenti definitivi di competenza pari a circa 1,9 miliardi (il dato iniziale era pari a poco meno di 1,7 miliardi di euro), mentre gli impegni di competenza ammontano a circa 1,2 miliardi. Il valore dei pagamenti è stato di circa 1,2 miliardi, di cui 624 milioni sulla competenza e 608 milioni sui residui. I residui finali ammontano a circa 3 miliardi, a fronte di residui iniziali pari a circa 2,4 miliardi.
  Quanto alla missione 19, essa presenta due programmi di spesa: il programma 19.1 Edilizia abitativa e politiche territoriali del MEF, che nel 2019 presenta stanziamenti iniziali pari a 117 milioni di euro e definitivi pari a 237 milioni di euro, e il programma 19.2 Programma politiche abitative, urbane e territoriali del MIT, con risorse definitive in conto competenza pari a quasi 253 milioni.
  Le spese finali del MIT ammontano a previsione definitive a 12,75 miliardi di euro (il 2 per cento del totale delle spese del bilancio dello Stato), che in consuntivo diventano 12,23 miliardi per effetto delle economie di spesa pari a 523 milioni.
  Passando al rendiconto relativo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, segnalo che lo stanziamento iniziale di competenza, iscritto nel relativo stato di previsione, per l'anno 2019 ammonta a 845,3 milioni di euro (nel 2018 era pari a 880,9 milioni di euro); l'importo definitivo in conto competenza si attesta a 1.002,6 milioni di euro (con una diminuzione del 13,6 per cento del dato del 2018), di cui 615,7 milioni in conto capitale e 375,4 milioni in conto corrente.
  Per il MATTM la nostra analisi viene svolta con riferimento alla missione 18 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente, articolata in otto programmi, che rappresenta la missione principale attribuita al Ministero dell'ambiente, assorbendo l'87,5 per cento delle risorse totali ad esso assegnate, con stanziamenti definitivi pari a 877,4 milioni (1.039,9 milioni nel 2018), mentre il restante 12,5 per cento è distribuito tra la missione 17 Ricerca e innovazione e la missione 32 Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche.
  Nell'ambito della missione 18, il programma 18.5 Sviluppo sostenibile subisce una riduzione pari al 75,25 per cento rispetto al precedente esercizio finanziario. Tale riduzione, secondo la relazione della Corte dei conti, è maggiore per le spese in conto capitale (-92,3 per cento, che subiscono una riduzione in termini assoluti pari a circa 120 milioni), rispetto alle spese correnti (-10,6 per cento). La flessione è dovuta al completo definanziamento di capitoli relativi ai contributi a favore di progetti internazionali in materia di cambiamenti climatici (-70,1 milioni) e Green climate fund (-50 milioni), quest'ultimo peraltro successivamente rifinanziato fino al 2028 dall'articolo 1, comma 96, della legge di bilancio 2020.
  Il programma 18.12 Gestione delle risorse idriche, tutela del territorio e bonifiche, che assorbe poco più del 57,7 per cento delle risorse della missione 18, è volto a dare attuazione all'attività di adeguamento alle condanne europee in materia di discariche abusive, agli interventi in materia di riduzione del rischio idrogeologico, oltre che alle bonifiche dei Siti di Interesse Nazionale (SIN) e alla depurazione delle acque reflue.
  Relativamente al programma 18.13 Tutela e conservazione della fauna e della flora, salvaguardia della biodiversità e dell'ecosistema marino, lo stanziamento definitivo è pari a 151,3 milioni (17,2 per cento della missione 18 di competenza del MATTM).
  Il programma 18.15 Prevenzione e gestione dei rifiuti, prevenzione degli inquinamenti reca uno stanziamento definitivo pari a 95,7 milioni. Le risorse del programma risultano prevalentemente allocate, per 20,5 milioni, nel cap. 7082 per la realizzazione, installazione e attivazione Pag. 99del SISTRI, per quasi 12 milioni nel cap. 7510 a favore di interventi di riduzione e prevenzione della produzione di rifiuti e per lo sviluppo di nuove tecnologie di riciclaggio e smaltimento, per 44,4 milioni nel cap. 8405, per interventi per il disinquinamento e per il miglioramento della qualità dell'aria, e 5 milioni nel cap. 7531 per la bonifica dei siti con rifiuti radioattivi.
  Per il programma 18.16 Programmi ed interventi per il governo dei cambiamenti climatici, gestione ambientale ed energie rinnovabili, con dotazione finale in conto competenza, pari a 30,5 milioni, essa risulta in netta diminuzione rispetto allo scorso esercizio finanziario per il quale lo stanziamento definitivo era pari a quasi 124 milioni.
  Fa poi osservare che in attuazione dell'articolo 36, comma 6, della legge n. 196/2009, in allegato al rendiconto sono esposte le risultanze delle spese ambientali (cd. ecorendiconto). Le risorse finanziarie che lo Stato ha destinato nel 2019 alla spesa primaria per la protezione dell'ambiente e l'uso e gestione delle risorse naturali ammontano a circa 5,7 miliardi di euro, pari allo 0,8 per cento della spesa primaria complessiva del bilancio dello Stato. Il confronto con il 2018 mostra una crescita della spesa ambientale di circa 970 milioni di euro (oltre il 20 per cento), segnalando un balzo rispetto all'andamento osservato negli ultimi anni.
  Con riferimento al rendiconto relativo alla Protezione civile, ricordo che le risorse del programma 8.5 Protezione civile sono tutte concentrate nel rendiconto del MEF per un importo definitivo in conto competenza pari a circa 2,15 miliardi di euro (quasi raddoppiati rispetto ai 1,16 miliardi del 2018), prevalentemente ascrivibili a stanziamenti in conto capitale (79 per cento) e per il rimborso di passività finanziarie (15,4 per cento).
  Nel passare ora al disegno di legge di assestamento per il 2020, segnala che lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'esercizio 2020, approvato con la legge di bilancio 2020, reca spese iniziali per complessivi 15,76 miliardi di euro in conto competenza e 14,7 miliardi in conto cassa. Le medesime previsioni vengono assestate, rispettivamente, a 17,16 e 16,12 miliardi, facendo registrare incrementi rispettivamente pari all'8,9 per cento e al 9,7 per cento. Relativamente ai residui, la previsione iniziale di 8,23 miliardi viene assestata ad un valore di poco inferiore al doppio (poco più di 15 miliardi), facendo segnare un incremento dell'83,1 per cento.
  Le principali missioni, in termini di stanziamenti assestati di competenza, che interessano l'VIII Commissione sono la missione 14 Infrastrutture pubbliche e logistica e la missione 19 Casa e assetto urbanistico.
  All'interno della missione 14 si segnalano, per la rilevanza dello stanziamento, i programmi 14.10 Opere strategiche, edilizia statale ed interventi speciali e per pubbliche calamità (con una previsione assestata di competenza pari a 1,7 miliardi) e 14.11 Sistemi stradali, autostradali ed intermodali (con una previsione assestata di competenza pari a quasi 4,7 miliardi).
  Tali programmi, congiuntamente considerati, assorbono circa il 97 per cento dello stanziamento assestato di competenza della missione.
  All'interno del programma 14.10 oltre la metà dello stanziamento è allocato nel capitolo 7060 Fondo da ripartire per la progettazione e la realizzazione delle opere strategiche avente una dotazione assestata di 1,01 miliardi di euro.
  All'interno del programma 14.11 gli stanziamenti maggiori si registrano nel capitolo 7002 Fondo per gli investimenti dell'Anas, istituito in attuazione dei commi da 868 a 874 della legge di stabilità 2016 al fine di farvi confluire tutte le risorse destinate all'ANAS. Lo stanziamento assestato di competenza di tale capitolo è infatti pari a 3,97 miliardi di euro.
  Nell'ambito dello stato di previsione del MIT, nella missione 19 Casa e assetto urbanistico è incardinato il solo programma 19.2 Politiche abitative, urbane e Pag. 100territoriali, con uno stanziamento di competenza che viene assestato a 225,5 milioni di euro.
  Con riferimento allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'esercizio 2020, approvato con la legge di bilancio 2020, esso reca spese iniziali per complessivi 1,03 miliardi in conto competenza e 1,22 miliardi in conto cassa. Gli importi assestati risultano pari a 1,49 miliardi (competenza) e a 1,71 miliardi (cassa).
  Per quanto riguarda i singoli programmi, segnalo che oltre l'80 per cento dello stanziamento assestato di competenza della missione è contenuto nei programmi 18.12 Gestione delle risorse idriche, tutela del territorio e bonifiche, 18.13 Tutela e conservazione della fauna e della flora, salvaguardia della biodiversità e dell'ecosistema marino e 18.16 Programmi e interventi per il governo dei cambiamenti climatici ed energie rinnovabili.
  Infine, all'interno dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (MEF), nell'ambito della Missione 8 Soccorso civile, sono allocate le risorse del programma 8.5 Protezione civile, con uno stanziamento assestato di competenza di 5,14 miliardi di euro. Le variazioni apportate dal disegno di legge di assestamento in esame (il cui dettaglio è illustrato nel dossier predisposto dagli uffici) sono pressoché interamente ascrivibili al capitolo 7441 (Fondo per le emergenze nazionali), che in tal modo fa registrare uno stanziamento assestato di competenza di 3,85 miliardi di euro. In particolare, la variazione registrata nel capitolo in questione, pari a 3.170 milioni di euro, è quasi interamente dovuta ai rifinanziamenti del fondo disposti dall'articolo 18 del decreto-legge «cura Italia» (decreto-legge 18/2020) – che ha disposto, al comma 3, per far fronte alle esigenze straordinarie connesse allo stato di emergenza deciso dal Consiglio dei Ministri con delibera del 31 gennaio 2020, un rifinanziamento di 1.650 milioni – e dall'articolo 14 del decreto-legge 34/2020 (c.d. decreto rilancio), che ha integrato la dotazione del fondo di ulteriori 1.500 milioni di euro per il 2020.
  In conclusione, nel preannunciare una valutazione favorevole, si riserva di presentare le proposte di relazione all'esito del dibattito in Commissione.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.45.

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