CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 luglio 2020
413.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 42

SEDE REFERENTE

  Martedì 21 luglio 2020. — Presidenza del vicepresidente Giuseppe BUOMPANE. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 13.50.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019.
C. 2572 Governo.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020. C. 2573 Governo.
(Esame congiunto e rinvio).

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  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Francesca FLATI (M5S), relatrice, ricorda che, com’è noto, il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura del ciclo di gestione della finanza pubblica (anno finanziario), adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria.
  Segnala che, ai sensi dell'articolo 36 della legge n. 196 del 2009, il rendiconto generale dello Stato, articolato per missioni e programmi, è costituito da due parti, costituite rispettivamente dal conto del bilancio, che espone l'entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento, e dal conto del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato.
  Rileva preliminarmente che per il 2019 i dati definitivi di consuntivo relativi al conto economico della pubblica amministrazione, evidenziano che il PIL nominale è stato pari a 1.787,664 miliardi di euro, con una crescita dell'1,2 per cento per cento rispetto all'anno precedente. In termini di volume (PIL reale) la crescita è stata dello 0,3 per cento rispetto al 2018.
  Con riguardo ai saldi di finanza pubblica, evidenzia che i dati riferiti all'esercizio 2019 concluso, resi noti dall'ISTAT, attestano un indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni pari, in valore assoluto, a –29,301 miliardi di euro, corrispondente all'1,6 per cento del PIL. Sottolinea che il dato indica un miglioramento di circa 9,5 miliardi rispetto al 2018, anno nel quale l'indebitamento è risultato pari a –38,844 miliardi di euro (corrispondente al 2,2 per cento del PIL).
  Fa presente che il saldo primario è risultato positivo e pari all'1,7 per cento del PIL (31 miliardi), con una crescita di 0,2 punti percentuali rispetto al 2018 (1,5 per cento). Segnala che la spesa per interessi è stata pari al 3,4 per cento del PIL (60,3 miliardi), con una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al 2018 (3,7 per cento).
  Evidenzia che il saldo di parte corrente è stato positivo e pari a 27,88 miliardi di euro, a fronte dei 16,07 miliardi del 2018.
  Limitando l'analisi ai principali aggregati del conto economico della pubblica amministrazione, rileva che al miglioramento del saldo concorre principalmente un incremento delle entrate (per circa 23,1 miliardi di euro), che determina effetti più che compensativi rispetto all'incremento delle spese (per circa 11,3 miliardi di euro).
  Segnala che le entrate totali del 2019 delle amministrazioni pubbliche sono aumentate del 2,8 per cento rispetto all'anno precedente, con un'incidenza sul PIL pari al 47,1 per cento. Le entrate correnti hanno registrato una crescita del 2,8 per cento, attestandosi al 46,9 per cento del PIL. In particolare, sottolinea che le imposte dirette sono risultate in aumento del 3,4 per cento, in virtù della crescita dell'IRPEF, dell'IRES e delle imposte sostitutive. Fa presente che anche le imposte indirette hanno registrato un aumento (+1,4 per cento), per effetto principalmente della crescita del gettito IVA e dell'imposta sul Lotto e le lotterie. Evidenzia che i contributi sociali effettivi hanno segnato un incremento (+3,2 per cento) rispetto al 2018, mentre le altre entrate correnti sono aumentate dell'8,4 per cento, grazie soprattutto all'andamento positivo dei dividendi. Fa presente che la diminuzione delle entrate in conto capitale (-3,1 per cento) è dovuta alla contrazione delle imposte in conto capitale, in parte compensata dalla crescita delle altre entrate in conto capitale.
  Segnala che la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al PIL) è risultata nel 2019 pari al 42,4 per cento, in aumento rispetto all'anno precedente (nel 2018 era stata pari al 41,9 per cento).
  Evidenzia che le spese finali si attestano nel 2019 a 870,7 miliardi di euro, in Pag. 44aumento dell'1,6 per cento rispetto al 2018, anno in cui l'analogo valore era stato di 857,3 miliardi di euro.
  Nel complesso, fa presente che l'incidenza delle spese complessive rispetto al PIL cresce leggermente, passando dal 48,5 per cento del 2018 al 48,7 per cento del 2019. Sottolinea che la variazione complessiva è il prodotto dell'incremento di 1,4 punti di PIL della spesa corrente e di 3,6 punti di PIL della spesa in conto capitale, a fronte di una riduzione del 6,7 per cento della spesa per interessi.
  Per quanto riguarda, infine, il debito pubblico, segnala che a fine 2019 era pari a 2.409.841 miliardi di euro, in aumento di 28,899 miliardi di euro rispetto ai 2.380.942 miliardi del 2018, e che il rapporto debito pubblico/PIL rimane invariato al 134,8 per cento.
  Passando al contenuto del disegno di legge di Rendiconto, segnala che la gestione di competenza ha fatto conseguire nel 2019 un miglioramento di tutti i saldi rispetto alle previsioni definitive, nonché rispetto ai risultati differenziali registrati nell'esercizio 2018.
  In particolare, evidenzia che il saldo netto da finanziare (dato dalla differenza fra le entrate finali e le spese finali) presenta nel 2019 un valore positivo di circa 2,3 miliardi di euro (0,1 per cento del PIL), con un miglioramento di quasi 22,3 miliardi di euro rispetto al saldo registrato nel 2018 (che si era attestato a –20 miliardi). Sottolinea che il miglioramento del saldo è di circa 59,7 miliardi di euro (104 per cento) se confrontato con le previsioni definitive, che indicavano un valore negativo del saldo di –57,4 miliardi.
  Fa presente che tale risultato dà luogo a un accreditamento netto, in controtendenza rispetto agli anni precedenti, in cui si registrava un indebitamento, dovuto all'aumento delle entrate finali (+14 miliardi di euro) ed alla riduzione delle spese finali (-8,3 miliardi di euro).
  Fa presente che anche il risparmio pubblico (saldo delle operazioni correnti, che, se positivo, misura la quota di risorse correnti destinabile al finanziamento delle spese in conto capitale) registra un miglioramento nel 2019, passando dai 27,4 miliardi di euro registrati nel 2018 ad un valore di quasi 50 miliardi di euro (corrispondente al 2,8 per cento del PIL), denotando un miglioramento di 22,5 miliardi rispetto al 2018. Evidenzia che il miglioramento sale a 58,3 miliardi di euro se confrontato con le previsioni definitive. Segnala che tale situazione si è determinata a causa di un decremento delle spese correnti (-8,5 miliardi di euro), contestuale ad un incremento del complesso delle entrate tributarie ed extra-tributarie (+14 miliardi di euro).
  Infine, fa presente che il dato del ricorso al mercato finanziario (differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso di prestiti) si attesta nel 2019 a –217,6 miliardi di euro (con un'incidenza sul PIL del 12,2 per cento), evidenziando un miglioramento di 7,5 miliardi rispetto al 2018, mantenendo, quindi, il trend in discesa registrato già lo scorso anno (225,1 miliardi di euro) dopo il dato fortemente negativo del 2017 (in cui tale saldo si era assestato a oltre 271 miliardi di euro). Segnala che, rispetto alle previsioni definitive, il ricorso al mercato evidenzia un miglioramento di 68,8 miliardi di euro (24 per cento).
  Evidenzia che il valore del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato registrati nel 2019 si mantengono comunque al di sotto del limite massimo fissato dalla legge di bilancio per il 2019 (tetto stabilito, rispettivamente, in –68,179 miliardi di euro e in 299,687 miliardi di euro).
  Fa presente che il miglioramento del saldo netto da finanziare discende da una gestione di competenza 2019 che evidenzia un aumento degli accertamenti di entrate finali (+14 miliardi di euro) rispetto all'anno precedente, essenzialmente ascrivibile alle entrate tributarie (+12,7 miliardi di euro) e a una riduzione degli impegni delle spese finali (-8,3 miliardi di euro).
  In particolare, segnala che la gestione di competenza ha registrato accertamenti per entrate finali pari a circa 605,6 miliardi Pag. 45di euro (pari al 103,6 per cento delle previsioni definitive, stimate in 584,78 miliardi di euro).
  Fa presente che, anche per le entrate complessive (comprensivi delle entrate per accensione di prestiti), l'entità degli accertamenti, pari a circa 866 miliardi di euro, è risultata in crescita rispetto al 2018 (3 per cento, circa +25,3 miliardi di euro), grazie alla dinamica positiva degli accertamenti delle entrate da accensione prestiti (+11,3 miliardi di euro rispetto al 2018).
  Evidenzia che l'incidenza sul PIL degli accertamenti complessivi è pari al 48,4 per cento, superiore a quanto fatto registrare lo scorso anno (47,9 per cento del PIL nel 2018).
  Dal lato della spesa, fa presente che la flessione degli impegni finali nel 2019 – passati da 611,6 miliardi di euro del 2018 a 603,3 miliardi di euro del 2019 – è frutto di una contrazione della spesa corrente (-8,5 miliardi di euro) rispetto al 2018. Segnala che le spese in conto capitale si sono mantenute stabili, con un lieve incremento dello 0,4 per cento rispetto al 2018.
  Relativamente agli impegni complessivi di spesa (che includono le spese per rimborso prestiti), fa presente che essi ammontano nel 2019 a 823,2 miliardi di euro, evidenziando un incremento rispetto all'anno precedente di 6,5 miliardi di euro (0,8 per cento), determinato, in particolare, dal rimborso delle passività finanziarie (+14,8 miliardi di euro, in aumento del 7,2 per cento).
  Evidenzia che il peso della spesa complessiva in rapporto al PIL è passato dal 46,6 per cento del 2018 al 46 per cento nel 2019 (era 49,8 per cento nel 2017).
  Sottolinea che l'analisi delle spese finali per missioni riferite al 2019, considerate al netto della missione debito pubblico e focalizzando dunque l'analisi sulla sola spesa primaria, conferma innanzitutto la rilevanza delle relazioni finanziarie con le autonomie territoriali (si tratta in sostanza di trasferimenti agli enti territoriali), che pesano per il 22,7 per cento (erano il 21,8 nel 2018). Fa presente che viene confermata, altresì, la significativa incidenza sul totale degli impegni delle politiche previdenziali, attestatesi al 15,7 per cento della spesa primaria (rispetto al 17,0 per cento del 2018) e delle politiche economico-finanziarie e di bilancio, che si attestano al 16,1 per cento (in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al 15,4 per cento del 2018). Sottolinea che l'istruzione scolastica rappresenta il 9,1 per cento della spesa primaria, in leggero aumento rispetto allo scorso esercizio (in cui rappresentava il 9 per cento). Segnala che un incremento in percentuale rispetto agli impegni si è riscontrato anche per la missione Diritti sociali, che rappresenta ora il 6,8 per cento della spesa primaria (rispetto al 6,2 per cento nel 2018). Fa presente che i decrementi più rilevanti, invece, in rapporto agli impegni, sono emersi in relazione alle politiche per il lavoro, diminuite da 10,6 a 8 miliardi di euro nel 2019, rappresentando ora l'1,5 per cento degli impegni di spesa del 2019 (rispetto al 2,1 per cento del 2017 e al l'1,9 per cento del 2018), per la Missione Competitività e sviluppo delle imprese, attestatesi al 4,3 per cento della spesa primaria (rispetto al 4,6 per cento del 2018) e per il Diritto alla mobilità, che pesa il 2,2 per cento della spesa primaria (era il 2,4 per cento nel 2018).
  Passando alla gestione dei residui, evidenzia come nel 2019 il fenomeno dei residui continua a rimanere su livelli considerevoli sia dal lato delle entrate che dal lato delle uscite. Segnala che, in base ai dati forniti nella Relazione al rendiconto, il conto dei residui provenienti dagli esercizi 2018 e precedenti indicava al 1o gennaio 2019 residui attivi presunti per un valore di 203.940 milioni di euro e residui passivi delle spese complessive per 140.364 milioni di euro, al lordo dei residui relativi al rimborso di prestiti (509,4 milioni di euro), con una eccedenza attiva pari a 63.576 milioni di euro (l'eccedenza attiva era negli anni precedenti di valore superiore: 66.171 milioni di euro nel 2018, 77.815 milioni nel 2017, 95.229 milioni nel 2016).Pag. 46
  Evidenzia che, nel corso dell'esercizio 2019, l'entità dei residui pregressi si è andata modificando – a seguito dell'attività di riaccertamento e di gestione in conto residui, nonché della perenzione – facendo registrare variazioni in diminuzione sia dal lato delle entrate (-78.844 milioni di euro), sia dal lato delle uscite (-63.974 milioni di euro).
  Segnala che, per quanto concerne i residui attivi, rispetto allo stock iniziale proveniente dagli esercizi precedenti di 203.940 milioni di euro, al 31 dicembre 2019 ne risultano accertati 154.711 milioni di euro, di cui 29.116 milioni incassati e 125.095 milioni ancora da versare o riscuotere. Fa presente che a tali residui pregressi si sono aggiunti, a seguito della gestione di competenza dell'esercizio 2019, circa 91.066 milioni di euro di residui di nuova formazione, per un totale di residui attivi al 31 dicembre 2019 pari a 216.161 milioni di euro, con un aumento di 12.221 milioni di euro rispetto all'esercizio precedente (+6 per cento).
  Per quanto riguarda i residui passivi, segnala che dei 140.364 milioni di euro di residui presunti al 1o gennaio 2019 provenienti dagli esercizi precedenti, ne risultano accertati 121.113 milioni, di cui 44.723 milioni pagati e 76.390 milioni ancora da pagare. Fa presente che a tali residui pregressi si sono aggiunti, a seguito della gestione di competenza, 37.624 milioni di euro di residui di nuova formazione, per un totale di residui passivi al 31 dicembre 2019 di 114.014 milioni di euro. Evidenzia che, scorporando la quota di residui passivi relativi al rimborso delle passività finanziarie (pari a 752 milioni di euro), i residui passivi delle spese finali ammontano a 113.261 milioni di euro.
  Nel complesso, segnala che il conto dei residui al 31 dicembre 2019 espone residui attivi per 216.161 milioni di euro e residui passivi per 114.014 milioni di euro, con una eccedenza attiva di 102.147 milioni di euro.
  Passando alla gestione di cassa – alle cui risultanze concorrono la gestione di competenza e la gestione dei residui – segnala che la stessa è rappresentata, per la parte di entrata, dagli incassi e, per la parte di spesa, dai pagamenti.
  Evidenzia che, in termini di cassa, nel 2019 il saldo netto da finanziare è risultato pari a 66,5 miliardi di euro, con un peggioramento di 20,6 miliardi di euro rispetto al risultato raggiunto l'anno precedente (in cui il saldo si era assestato a –45,9 miliardi di euro).
  Fa presente che il risparmio pubblico risulta di –29,8 miliardi di euro, con un peggioramento di oltre 20,3 miliardi rispetto al dato del 2018. Segnala che il risparmio pubblico, essendo negativo, indica la quota di spese correnti non coperta con entrate tributarie ed extra-tributarie. Segnala che il ricorso al mercato si attesta nel 2019 su di un valore di oltre –286 miliardi di euro, anch'esso in peggioramento (di oltre 35 miliardi di euro) rispetto al 2018. Rappresenta, peraltro, che tutti e tre i saldi registrano valori migliori rispetto alle previsioni, sia iniziali che definitive.
  Per quanto concerne il Conto generale del patrimonio, ricorda che lo stesso, com’è noto, costituisce il documento contabile che fornisce annualmente la situazione patrimoniale dello Stato, quale risulta alla chiusura dell'esercizio. Fa presente che, secondo quanto dispone l'articolo 36, comma 2, della legge n. 196 del 2016, esso comprende le attività e le passività finanziarie e patrimoniali con le relative variazioni prodottesi durante l'esercizio di riferimento, nonché la dimostrazione dei vari punti di concordanza tra la contabilità del bilancio e quella patrimoniale.
  Segnala che dai risultati generali della gestione patrimoniale 2019 emerge una eccedenza passiva di circa 1.916 miliardi di euro, con un peggioramento di circa 13 miliardi di euro rispetto alla situazione patrimoniale a fine 2018. Sottolinea che si tratta di un risultato che prosegue, seppure in modo meno accentuato, il trend degli ultimi anni, considerato che nel 2018 sul 2017 il peggioramento è stato pari a 27,5 miliardi di euro, e nel 2017 sul 2016, di 77,4 miliardi di euro. Evidenzia che, in Pag. 47termini percentuali, nel 2019 il peggioramento patrimoniale è stato pari allo 0,68 per cento, il valore più basso dell'ultimo decennio.
  Passando al disegno di legge di assestamento, ricorda che esso ha la funzione di consentire a metà esercizio un aggiornamento degli stanziamenti del bilancio, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente.
  Ricorda che, con il disegno di legge di assestamento, le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente sono adeguate in relazione: per quanto riguarda le entrate, all'eventuale revisione delle stime del gettito; per quanto riguarda le spese aventi carattere discrezionale, ad esigenze sopravvenute; per quanto riguarda la determinazione delle autorizzazioni di pagamento, in termini di cassa, alla consistenza dei residui accertati in sede di rendiconto dell'esercizio precedente.
  Sottolinea che le variazioni di bilancio proposte con il disegno di legge di assestamento, insieme a quelle apportate nel periodo compreso tra il 1o gennaio e 31 maggio con atti amministrativi e agli effetti finanziari dei provvedimenti legislativi emanati successivamente all'approvazione della legge di bilancio, ivi inclusi il decreto-legge n. 18 del 2020 (cosiddetto decreto-legge Cura Italia), il decreto-legge n. 23 del 2020 (cosiddetto decreto-legge liquidità) e il decreto-legge n. 34 del 2020 (cosiddetto decreto-legge rilancio), definiscono le previsioni assestate per il 2020.
  Fa presente che la relazione al disegno di legge di assestamento per il 2020 evidenzia come, in termini di competenza, le variazioni proposte determinino un peggioramento del saldo netto da finanziare (corrispondente alla differenza tra entrate finali e spese finali) rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio, che si attesta ad un valore di –302,7 miliardi di euro rispetto ad una previsione iniziale di –78,6 miliardi di euro.
  Segnala che il peggioramento di oltre 224 miliardi di euro del saldo netto da finanziare rispetto alle previsioni iniziali è dovuto per 171,6 miliardi di euro alle variazioni per atto amministrativo e per ulteriori 52,5 miliardi di euro alle variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento.
  In particolare, evidenzia che il peggioramento determinato dalle variazioni apportate per atti amministrativi discende, essenzialmente, dagli effetti dei decreti-legge adottati per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19, per i quali il Parlamento ha autorizzato il ricorso all'indebitamento, attraverso l'approvazione di apposite risoluzioni relative alle due richieste di scostamento di bilancio presentate dal Governo. Segnala che essi determinano, nel complesso, un incremento delle spese finali per oltre 179,6 miliardi di euro, in parte compensato da un incremento delle entrate finali per circa 8,1 miliardi di euro.
  Segnala che l'ulteriore peggioramento del saldo è dovuto essenzialmente ad una proposta di riduzione delle entrate finali per 50,8 miliardi di euro in termini di competenza. Sottolinea che tale proposta di riduzione interessa principalmente – per quasi 39 miliardi di euro – le entrate tributarie, ed è interamente determinata dal consistente deterioramento della previsione macroeconomica già illustrato nel Documento di economia e finanza 2020 rispetto alla precedente stima. Fa presente che ad essa si aggiunge una proposta di aumento delle spese finali per 1,6 miliardi di euro.
  Segnala che anche gli altri saldi evidenziano un andamento negativo: il risparmio pubblico (dato dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti al lordo degli interessi) registra un peggioramento di 110,8 miliardi di euro rispetto alla previsione iniziale. Fa presente che i dati relativi al ricorso al mercato (pari alla differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, queste ultime date dalla somma delle spese finali e del rimborso prestiti) evidenziano un impatto negativo sul saldo per complessivi 250,3 miliardi di euro, passando da circa –313,4 miliardi di euro a circa –563,7 miliardi. Sottolinea, infine, che secondo quanto stimato nella Pag. 48Relazione tecnica, le proposte formulate con il disegno di legge di assestamento sono neutrali ai fini dell'indebitamento netto della pubblica amministrazione in quanto già scontate nei quadri tendenziali in sede di DEF 2020.
  Evidenzia che, in termini di cassa, il disegno di legge di assestamento determina complessivamente un peggioramento del saldo netto da finanziare di circa 51 miliardi di euro, derivante da una riduzione delle entrate finali per 47,8 miliardi di euro e da una variazione in aumento delle spese finali per 3,2 miliardi di euro.
  In particolare, segnala che il saldo netto da finanziare si attesta a –350,8 miliardi di euro, con un peggioramento di 223,1 miliardi rispetto alla previsione di bilancio, dovuto alle variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento (+51 miliardi di euro), ai quali vanno sommate le variazioni per atto amministrativo intervenute nel periodo gennaio-maggio 2020 che hanno inciso negativamente sul saldo per oltre 172 miliardi di euro.
  Segnala che il saldo netto da finanziare di cassa peggiora di 51 miliardi di euro, quale risultante dalla riduzione delle entrate finali di 47,8 miliardi di euro e dall'aumento delle spese finali per circa 3,2 milioni di euro.
  Per quanto concerne gli altri saldi, fa presente che anch'essi risultano tutti in peggioramento. In particolare, evidenzia che il ricorso al mercato risulta incrementato di 249,3 miliardi di euro rispetto al bilancio di previsione, raggiungendo un valore pari a –611,9 miliardi di euro; analogamente, il saldo primario, rispetto ai –51 miliardi di euro della previsione iniziale, raggiunge l'importo di –275,9 miliardi di euro. Segnala che il risparmio pubblico peggiora di 108 miliardi di euro, attestandosi nelle previsioni assestate a –187,4 miliardi di euro.
  Passando, infine, all'accertamento dei residui passivi, fa presente che con il disegno di legge di assestamento si è provveduto ad aggiornare i residui attivi sulla base delle risultanze emerse al 31 dicembre 2019, a seguito della gestione conclusasi nell'esercizio di consuntivo. Nel complesso, segnala che le previsioni assestate quantificano un ammontare di residui finali attivi al 31 dicembre 2019 pari a 216.161 milioni di euro, a fronte dei 246.389 milioni di euro di residui inizialmente presunti. Evidenzia che, per le entrate tributarie, i residui sono stati quantificati pari a 108.477 milioni di euro, con una variazione in diminuzione di 18.667 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali (127.144 milioni di euro). Segnala che per le entrate extra-tributarie i residui ammontano a 106.974 milioni di euro, con una variazione in diminuzione di 11.538 milioni di euro rispetto alla previsione iniziale (118.512 milioni di euro).
  Evidenzia che l'ammontare dei residui passivi delle spese complessive (comprensivi di quelli relativi al rimborso prestiti, pari a 752 milioni) risultanti alla chiusura dell'esercizio 2019 è pari a 114.014 milioni di euro.
  Con riferimento alle spese finali, fa presente che, in base al Rendiconto 2019, a seguito dei risultati di gestione la consistenza dei residui passivi finali al 31 dicembre 2019 è risultata pari a 113.261 milioni di euro di cui 76.306 milioni, che residuano dalla gestione dei residui passivi provenienti dagli esercizi precedenti (residui pregressi) e 36.956 milioni di nuova formazione, che derivano dalla gestione di competenza 2019. Segnala che dei suddetti residui passivi delle spese finali, circa il 40 per cento del totale sono ascrivibili alle spese di parte corrente (45.529 milioni di euro) e il 60 per cento a quelle di conto capitale (67.733 milioni di euro).
  Nel complesso, fa presente che il conto dei residui al 31 dicembre 2019 presenta un decremento dei residui passivi, rispetto all'esercizio precedente, di 26.594 milioni, pari a –19 per cento (dai 139.855 milioni di euro nel 2018 ai 113.261 milioni di euro nel 2019), in controtendenza rispetto al passato. Evidenzia che il decremento è imputabile interamente ai residui di parte corrente (-36.790 milioni di euro rispetto al 2018, circa il 44,7 per cento in meno), mentre quelli di conto capitale aumentano di 10.197 milioni di euro (+17,7 per cento). Pag. 49
  In conclusione esprime un giudizio favorevole sui provvedimenti in esame, di cui auspica una tempestiva approvazione.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI si riserva di intervenire nel prosieguo dell'esame congiunto dei provvedimenti.

  Giuseppe BUOMPANE, presidente, nessuno altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.55.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 21 luglio 2020. — Presidenza del vicepresidente Giuseppe BUOMPANE. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 13.55.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori. Disposizioni in materia di diritto del minore ad una famiglia.
C. 2070 e abb., approvato dalle Commissioni riunite 1a e 2a del Senato.
(Parere all'Assemblea).
(Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame degli emendamenti riferiti al provvedimento.

  Daniela TORTO (M5S), relatrice, comunica che l'Assemblea, in data odierna, ha trasmesso il fascicolo n. 2 degli emendamenti. Poiché le proposte emendative in esso contenute, che non erano già ricomprese nel fascicolo n. 1, non sembrano presentare profili problematici dal punto di vista finanziario, propone di esprimere sulle stesse un parere di nulla osta.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere della relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo.
C. 875 e abb.-A/R.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione – Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giuseppe BUOMPANE, presidente e relatore, ricorda che in data 15 luglio 2020 la Commissione bilancio ha avviato l'esame del nuovo testo della proposta di legge C. 875-A, recante Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo, al fine dell'espressione del parere alla Commissione di merito. Ricorda inoltre che in tale occasione la rappresentante del Governo si era riservata di fornire in altra seduta i chiarimenti richiesti.
  Segnala, poi, che la Commissione Difesa, nella seduta del 16 luglio 2020, essendo il provvedimento calendarizzato in Assemblea, pur in mancanza del parere della Commissione bilancio, ne ha concluso l'esame senza apportarvi ulteriori modifiche.
  Fa presente che la Commissione è quindi ora chiamata a pronunciarsi sul testo all'esame dell'Assemblea. Chiede, pertanto, alla rappresentante del Governo se sia in grado di fornire i chiarimenti richiesti nella seduta dello scorso 15 luglio.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI ritiene necessario specificare che dall'attuazione della delega prevista dall'articolo 9, Pag. 50comma 14, non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che il relativo schema di decreto – di cui si prevede la trasmissione per il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari – sia corredato di relazione tecnica.
  Ritiene, inoltre, necessario precisare, all'articolo 16, che dall'attuazione della delega ivi prevista non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che i relativi schemi di decreto legislativo siano corredati di relazione tecnica e trasmessi per il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari.
  Evidenzia, altresì, la necessità di riformulare più puntualmente la clausola di invarianza finanziaria riferita all'istituzione e al funzionamento delle Commissioni di cui all'articolo 18, prevedendo inoltre che ai componenti delle Commissioni medesime non spettino compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati.
  Fa presente, infine, che appare necessario aggiungere, dopo l'articolo 19, una clausola di invarianza finanziaria riferita all'intero provvedimento.

  Giuseppe BUOMPANE (M5S), presidente e relatore, formula quindi la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione,
   esaminata la proposta di legge C. 875 e abb.-A/R, recante Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo,
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo da cui si evince che:
    appare necessario specificare che dall'attuazione della delega prevista dall'articolo 9, comma 14, non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che il relativo schema di decreto – di cui si prevede la trasmissione per il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari – sia corredato di relazione tecnica;
    appare necessario precisare, all'articolo 16, che dall'attuazione della delega ivi prevista non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che i relativi schemi di decreto legislativo siano corredati di relazione tecnica e trasmessi per il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari;
    appare necessario riformulare più puntualmente la clausola di invarianza finanziaria riferita all'istituzione e al funzionamento delle Commissioni di cui all'articolo 18, prevedendo inoltre che ai componenti delle Commissioni medesime non spettino compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati;
    appare necessario aggiungere, dopo l'articolo 19, una clausola di invarianza finanziaria riferita all'intero provvedimento;

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione:

  all'articolo 9, apportare le seguenti modificazioni:
   al comma 15, secondo periodo, dopo le parole: Lo schema di decreto legislativo aggiungere le seguenti:, corredato di relazione tecnica,;Pag. 51
   dopo il comma 16, aggiungere il seguente:
  16-bis. Dall'attuazione della delega di cui al comma 14 non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
   all'articolo 16 apportare le seguenti modificazioni:
   al comma 2, sostituire le parole: sono sottoposti al parere delle competenti Commissioni parlamentari con le seguenti: , corredati di relazione tecnica, sono sottoposti al parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari;

  dopo il comma 5, aggiungere il seguente:
  5-bis. Dall'attuazione della presente delega non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

  all'articolo 18, apportare le seguenti modificazioni:
   al comma 1, sopprimere le parole: senza oneri per la finanza pubblica e nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente;
   al comma 2, sopprimere le parole: senza oneri per la finanza pubblica e nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente;
   al comma 3, lettera a), sopprimere le parole da: L'incarico di presidente fino alla fine della medesima lettera;

  dopo il comma 4 aggiungere il seguente:
  4-bis. Le amministrazioni interessate provvedono all'istituzione e al funzionamento delle commissioni di cui ai commi 1 e 2 nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Ai rispettivi componenti non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati.

  dopo l'articolo 19, aggiungere il seguente:

Art. 19-bis.
(Clausola di invarianza finanziaria).

  1. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le amministrazioni interessate vi provvedono nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente».

  La sottosegretaria Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  Giuseppe BUOMPANE (M5S), presidente e relatore, avverte che l'Assemblea, in data odierna, ha trasmesso il fascicolo n. 1 degli emendamenti. Al riguardo, con riferimento alle proposte emendative per le quali appare necessario acquisire l'avviso del Governo, segnala le seguenti:
   Deidda 3.1, che prevede, tra l'altro, l'istituzione presso il Ministero della difesa di una unità organizzativa preposta al monitoraggio del mantenimento dei requisiti previsti dal presente provvedimento da parte dei sindacati militari. Al riguardo, ritiene necessario acquisire l'avviso del Governo in merito alla possibilità di dare attuazione alla proposta emendativa nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
   Deidda 11.210, che prevede, tra l'altro, l'istituzione di collegi sindacali nazionali di Forza armata o di Forza di polizia ad ordinamento militare, disciplinandone i compiti e prevedendo altresì che essi si riuniscano in locali posti permanentemente Pag. 52a disposizione presso gli Stati maggiori di Forza armata o Forza di polizia a ordinamento militare. Al riguardo, ritiene necessario acquisire l'avviso del Governo in merito alla possibilità di dare attuazione alla proposta emendativa nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
   Deidda 14.0212, che prevede che gli Stati maggiori della Difesa e di Forza armata e i Comandi generali dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza istituiscano al proprio interno unità organizzative centrali preposte alla gestione dei rapporti sindacali. Al riguardo, ritiene necessario acquisire l'avviso del Governo in merito alla possibilità di dare attuazione alla proposta emendativa nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
   Deidda 15.2, che prevede la concessione dell'uso di locali per lo svolgimento di attività sindacale. Al riguardo, ritiene necessario acquisire l'avviso del Governo in merito alla possibilità di dare attuazione alla proposta emendativa nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

  Segnala infine che le restanti proposte emendative trasmesse non sembrano presentare profili problematici dal punto di vista finanziario.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI esprime parere contrario su tutte le proposte emendative puntualmente richiamate dal relatore, sulle quali, tra l'altro, manca la relazione tecnica, mentre esprime nulla osta sulle restanti proposte emendative trasmesse.

  Giuseppe BUOMPANE (M5S), relatore, propone quindi di esprimere parere contrario sugli emendamenti 3.1, 11.210 e 15.2 e sull'articolo aggiuntivo 14.0212, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura, nonché di esprimere nulla osta sulle restanti proposte emendative.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere del relatore.

  Paolo TRANCASSINI (FDI) chiede alla rappresentante del Governo di attivarsi affinché sia predisposta la relazione tecnica sugli emendamenti rispetto ai quali vi è il parere contrario del relatore e del Governo. Ritiene, infatti, che, se il parere contrario del Governo è motivato esclusivamente dall'assenza di una specifica relazione tecnica, la Commissione bilancio non è in grado di esprimere un parere di tipo tecnico relativo agli effetti finanziari delle proposte emendative, ma può solo limitarsi ad esprimere un parere di tipo politico. In proposito, ritiene che in questo modo il Governo potrebbe liquidare le proposte emendative che non sono di suo gradimento nascondendosi dietro la scusa della mancanza della relazione tecnica, che, tra l'altro, può essere predisposta solo dal Ministero di competenza.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI, replicando all'onorevole Trancassini, fa presente che un'eventuale relazione tecnica non farebbe che suffragare la contrarietà del Governo sulle proposte emendative richiamate. Evidenzia, infatti, che tali proposte emendative sono chiaramente suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e che la relazione tecnica avrebbe esclusivamente lo scopo di quantificare tali oneri.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di Coronavirus.
C. 2451 e abb.-A.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Pag. 53

  Daniela TORTO (M5S), relatrice, ricorda che il provvedimento, recante Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus e disposizioni per il sostegno della ricerca scientifica, è stato già esaminato dalla Commissione bilancio, da ultimo nella seduta del 9 luglio 2020. In quella occasione, la stessa Commissione ha espresso parere favorevole con una condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione.
  Ricorda inoltre che nella seduta del 15 luglio scorso, la Commissione di merito ha concluso l'esame in sede referente del provvedimento, apportando una modifica al testo volta a recepire la condizione formulata dalla Commissione bilancio.
  Avverte quindi che la Commissione è ora chiamata a esprimere parere all'Assemblea sul testo del provvedimento, come modificato dalla Commissione Affari sociali. Nel rilevare che il provvedimento non appare presentare profili problematici sul piano finanziario, propone pertanto di esprimere sullo stesso parere favorevole.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere della relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione intenzionale e massiva di informazioni false attraverso la rete internet e sul diritto all'informazione e alla libera formazione dell'opinione pubblica.
C. 1056 e abb.-A.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Nulla osta – Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Pietro NAVARRA (PD), relatore, avverte che la Commissione è chiamata ad esprimere il proprio parere sulla proposta di legge C. 1056 e abb.-A, concernente l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione massiva di informazioni false.
  Segnala in particolare che il provvedimento, composto da nove articoli, prevede che la Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione massiva di informazioni false concluda i propri lavori entro diciotto mesi dalla sua costituzione e che essa sia composta da venti senatori e da venti deputati, nominati rispettivamente dal Presidente del Senato e dal Presidente della Camera. La Commissione, al termine dei propri lavori, presenta alle Camere una relazione sull'attività svolta e sui risultati dell'inchiesta.
  Con riferimento ai profili di interesse della Commissione bilancio, segnala che l'articolo 8, comma 6, prevede che le spese per il funzionamento della Commissione siano stabilite nel limite massimo di 100.000 euro annui e siano poste per metà a carico del bilancio interno del Senato della Repubblica e per metà a carico del bilancio interno della Camera dei deputati. Inoltre, evidenzia che il comma 7 del medesimo articolo 8 prevede che la Commissione stabilisca le modalità di pubblicazione delle spese dalla stessa sostenute, fatte salve quelle connesse ad atti e a documenti soggetti a regime di segretezza.
  Poiché il provvedimento in esame non appare presentare profili problematici dal punto di vista finanziario, giacché non incide sul bilancio dello Stato ma sul bilancio interno delle Camere, propone di esprimere sullo stesso nulla osta.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  Pietro NAVARRA (PD), relatore, comunica che l'Assemblea, in data odierna, ha trasmesso il fascicolo n. 1 degli emendamenti. Pag. 54Poiché le proposte emendative in esso contenute non sembrano presentare profili problematici dal punto di vista finanziario, propone di esprimere sulle stesse un parere di nulla osta.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.05.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 21 luglio 2020. — Presidenza del vicepresidente Giuseppe BUOMPANE. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 14.05.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/850, che modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti.
Atto n. 168.
(Rilievi alla VIII Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, conclusione – Valutazione favorevole con rilievi).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 luglio 2020.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI, replicando alle considerazioni svolte dagli onorevoli Comaroli, Lucaselli, Garavaglia, Mandelli e Trancassini nella seduta precedente, segnala che nella programmazione regionale la realizzazione di impianti di trattamento e recupero dei rifiuti è affidata ai piani d'ambito, costituiti dal programma degli interventi, dal modello gestionale e organizzativo nonché dal piano economico-finanziario.
  Fa presente, inoltre, che, poiché nel piano economico-finanziario è previsto che i costi di gestione dei rifiuti, inclusi quelli eventuali relativi alla realizzazione di nuovi impianti, siano indicati e ricompresi nella tariffa, non si determinano ricadute negative sul bilancio delle regioni medesime.

  Daniela TORTO (M5S), relatrice, conferma la proposta di parere formulata nella precedente seduta.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere della relatrice.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), nel dichiararsi insoddisfatta dalla replica della rappresentante del Governo, ribadisce la preoccupazione rispetto alla possibilità che il provvedimento in esame determini maggiori oneri a carico delle regioni. Preannuncia, pertanto, il voto contrario della Lega sulla proposta di parere della relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice, formulata nella precedente seduta.

  La seduta termina alle 14.10.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 21 luglio 2020. — Presidenza del vicepresidente Giuseppe BUOMPANE. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 14.10.

Programma di lavoro della Commissione per il 2020 – Un'Unione più ambiziosa.
(COM(2020)37 final).

Pag. 55

Programma di lavoro adattato 2020 della Commissione.
(COM(2020)440 final).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020.
(Doc. LXXXVI, n. 3).
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Pietro NAVARRA (PD), relatore, fa presente che, con riferimento alle politiche di competenza della Commissione bilancio, si soffermerà sulle priorità indicate: nella relazione programmatica 2020, presentata dal Governo ai sensi dell'articolo 13 della legge n. 234 del 2012; nel programma di lavoro per il 2020 della Commissione europea, contenuto nel documento COM(2020)37, intitolato «Un'Unione più ambiziosa»; nel programma di lavoro adattato 2020 della Commissione europea, contenuto nel documento COM(2020)440.
  Fa presente che il programma di lavoro della Commissione europea per il 2020, presentato il 29 gennaio 2020, si concentra sulle sei tematiche già definite negli orientamenti politici della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: un green Deal europeo; un'Europa pronta per l'era digitale; un'economia al servizio delle persone; un'Europa più forte nel mondo; promuovere lo stile di vita europeo; un nuovo slancio per la democrazia europea.
  Evidenzia che la Commissione europea inserisce le priorità legislative per il 2020 in un quadro più complessivo caratterizzato, tra l'altro, dal negoziato sul Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027, recante il prossimo nuovo bilancio di lungo periodo.
  Ricorda che nel maggio 2018 la Commissione europea ha presentato la sua proposta per il QFP 2021- 2027, predisposto per un'Unione europea a 27 Stati membri, in considerazione del recesso del Regno Unito. Fa presente che nei negoziati, tuttora in corso, si registrano divergenze tra gli Stati membri sia sulla dotazione complessiva che sul riparto delle diverse politiche. Segnala che, in particolare, vi è una contrapposizione tra Paesi che vorrebbero limitare la spesa complessiva all'1 per cento dell'RNL dell'UE-27 (Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia), finanziando le nuove priorità e i settori che possono supportare maggiormente la competitività europea tramite maggiori tagli alle politiche tradizionali, e gli altri Paesi che, sebbene con diverse gradualità, chiedono risorse sufficienti per soddisfare entrambe le esigenze.
  Segnala che il Governo nella relazione programmatica ribadisce la posizione, da tempo assunta in sede negoziale, ossia che l'ammontare complessivo proposto dalla Commissione europea rappresenta il «minimo indispensabile» per finanziare adeguatamente le priorità d'azione che l'Unione si è data. In proposito, fa presente che il Governo annuncia che punterà a salvaguardare l'impianto della proposta originaria della Commissione europea e a difenderne gli elementi più apprezzabili, tra cui: accresciuta flessibilità (che consente di spostare risorse da un anno all'altro o tra le diverse rubriche o programmi), per reagire rapidamente ad eventi imprevisti e all'evolversi delle priorità; maggiori risorse per ricerca, innovazione e digitalizzazione; attenzione al fenomeno migratorio; razionalizzazione degli strumenti per l'azione esterna dell'Unione, con l'individuazione dell'Africa e dei Paesi del vicinato quali aree di intervento prioritarie.
  Fa presente che le tematiche di maggiore interesse per la Commissione bilancio riguardano: «Un green Deal europeo» e «Un'economia al servizio delle persone».
  Per quanto riguarda «Un green Deal europeo», segnala che il programma di lavoro della Commissione europea per il 2020 ribadisce la centralità del green deal (COM(2019)640) presentato nel mese di dicembre 2019 per mitigare il riscaldamento globale e rendere l'Unione europea Pag. 56climaticamente neutra entro il 2050, prospettando interventi in tutti i settori produttivi.
  Segnala che, in tale ambito la Commissione intende, tra l'altro, dare attuazione al piano di investimenti per un'Europa sostenibile presentato il 14 gennaio 2020 (COM/2020/21) e presentare una nuova strategia in materia di finanza sostenibile (3o trimestre 2020). Segnala che il piano costituisce il pilastro finanziario del green deal e si prefigge di mobilitare, attraverso il bilancio dell'UE e gli strumenti associati, come il programma InvestEU, investimenti pubblici e privati per almeno 1.000 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Fa presente che il Governo italiano ha elaborato un non paper sul green deal, con il quale ha, tra l'altro, affermato la necessità di: una revisione della legislazione sugli aiuti di Stato a favore della sostenibilità, rivolta in particolare alle PMI e una governance economica europea coerente con la transizione ecologica; la concessione di uno spazio fiscale per gli investimenti pubblici, prevedendo una compensazione mirata degli investimenti ecologici rispetto alle regole del Patto di stabilità e crescita.
   Evidenzia che un altro obiettivo della Commissione è quello di introdurre un meccanismo e un fondo per una transizione giusta, volti a sostenere le regioni e i settori produttivi maggiormente colpiti dalla transizione per la loro dipendenza da combustibili fossili o da processi industriali altamente inquinanti. Sottolinea che il meccanismo per la transizione giusta si prefigge di mobilitare investimenti per almeno 100 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 (circa 143 miliardi di euro nell'arco di un decennio).
  Ricorda che il 14 gennaio 2020 è stato presentato il regolamento (COM(2020)22) istitutivo di un fondo per una transizione giusta, con una dotazione di 7,5 miliardi di euro. Il fondo offre sostegno agli Stati membri in regime di gestione concorrente, al fine di generare investimenti stimati dalla Commissione tra i 30 e i 50 miliardi di euro nel periodo 2021-2027.
  Fa presente che l'Italia riceverebbe dal Fondo 364 milioni di euro (a prezzi 2018); sommando, poi, il contributo nazionale richiesto nell'ambito della politica di coesione, nonché un minimo trasferimento di 1,5 euro dal Fondo europeo di sviluppo regionale e/o dal Fondo sociale per ogni euro prelevato dal Fondo di transizione giusta, il totale ammonterebbe a circa 1,3 miliardi di euro (a prezzi 2018). Segnala che tale cifra, secondo le stime della Commissione europea, mobiliterebbe complessivamente investimenti per circa 4,8 miliardi di euro (a prezzi correnti). Segnala che si stima, tuttavia, che l'Italia sarebbe un contributore netto del Fondo per circa 574 milioni di euro: infatti, a fronte di un'assegnazione di 364 milioni di euro, fornirebbe, al fine di alimentare i 7,5 miliardi del Fondo, risorse pari a circa 930 milioni di euro.
  Per quanto riguarda «Un'economia al servizio delle persone», evidenzia che il Programma di lavoro della Commissione afferma l'importanza di conciliare la dimensione sociale e quella di mercato. Sottolinea che in quest'ottica sono preannunciate iniziative relative al riesame del quadro della governance economica, finalizzato al suo miglioramento. Segnala che a questo fine si terrà un'ampia consultazione, che coinvolgerà Stati membri ed altri portatori di interessi. Ricorda al riguardo che il 5 febbraio 2020 la Commissione europea (Comunicazione COM(2020)55) ha presentato un riesame dell'attuale quadro di sorveglianza economica e di bilancio al fine di valutarne l'efficacia nel conseguimento dei suoi obiettivi fondamentali. Segnala che la Commissione europea osserva, tra l'altro, che «il potenziale di crescita di molti Stati membri non è tornato ai livelli pre-crisi» e che «anche se generalmente migliorata, la situazione occupazionale e sociale non è ancora tornata ai livelli pre-crisi in molti Stati membri». Fa presente che ancora la Commissione europea rileva, altresì, che «in vari casi i rapporti debito/PIL continuano ad aumentare o, nella migliore delle ipotesi, si sono stabilizzati, accentuando le divergenze fra i livelli del debito nell'UE» e che «le politiche di bilancio degli Stati membri sono ancora prevalentemente procicliche». Pag. 57Segnala che il Governo nella relazione programmatica sostiene che «una governance dell'eurozona incompleta ha aggravato l'impatto della crisi finanziaria, incidendo sul tessuto produttivo e sociale, anche a causa della mancanza di una funzione di stabilizzazione centralizzata, dell'eccessiva asimmetria e pro-ciclicità del Patto di Stabilità e Crescita e della mancanza di una fiscal stance comune e di un coordinamento efficace fra Paesi in deficit e Paesi in surplus». Fa presente che il Governo italiano annuncia che sosterrà il processo di riforma della governance economica, al fine di renderla più favorevole a una crescita bilanciata, sostenibile e inclusiva anche mediante un adeguato supporto agli investimenti. Inoltre, fa presente che il Governo annuncia che intende contribuire alla riflessione sulle attuali regole fiscali nell'ambito della più ampia discussione sul completamento dell'UEM e del miglioramento del quadro di governance economica dell'UE. «A fronte di una loro possibile semplificazione, continua il Governo, l'Italia si impegnerà perché ciò non si traduca in un'applicazione meccanica dei vincoli fiscali e perché eventuali regole più semplici siano applicate in modo flessibile ed economicamente ragionato, tenendo anche conto della situazione specifica dei singoli Paesi, e a supporto di una programmazione di medio-lungo termine»;
  Fa presente che tra le iniziative preannunciate vi è anche il completamento dell'Unione dei mercati dei capitali. Segnala che il Governo nella relazione programmatica conferma la sua partecipazione costruttiva al processo di superamento delle barriere che ostacolano gli investimenti transfrontalieri e che si impegna a continuare a fornire il proprio contributo ai lavori di completamento dell'Unione bancaria – inclusa l'adozione di uno schema europeo di assicurazione dei depositi bancari (EDIS)-, alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (MES) e alla definizione di uno Strumento di bilancio per la convergenza e la competitività nell'area euro (BICC), finalizzato a sostenere riforme e investimenti nei Paesi dell'area euro, tuttavia seguendo un approccio complessivo in una logica «di pacchetto».
  Segnala che altre iniziative riguarderanno la comunicazione sulla tassazione delle imprese per il XXI secolo (2o trimestre 2020), accompagnata da un piano d'azione per combattere l'evasione fiscale e semplificare il sistema fiscale (2o trimestre 2020). Segnala che da più parti viene segnalata una concorrenza fiscale all'interno dell'UE che rischia di diventare dannosa per quanto concerne la tassazione dei redditi di capitali e di imprese. Evidenzia che la presenza di Paesi che, anche per le più limitate dimensioni, possono adottare regimi cosiddetti flat tax, con livelli di imposizione molto bassi, può infatti provocare effetti distorsivi nell'allocazione degli investimenti, determinando vistose sperequazioni. Fa presente che l'Unione europea ha cercato di porvi rimedio partendo dal presupposto che le differenze esistenti tra i regimi nazionali di imposta sulle società nell'Unione creano le condizioni favorevoli per comportamenti opportunistici da parte delle imprese transnazionali attraverso una pianificazione fiscale che tende a trasferire i propri utili verso giurisdizioni a bassa imposizione. Segnala che la Commissione aveva quindi presentato una proposta per l'introduzione di una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (CCCTB); evidenzia, tuttavia, che i negoziati sulla proposta si sono arenati e, allo stato, appare difficile ipotizzare una evoluzione in senso positivo in tempi rapidi. In proposito, segnala che il Commissario europeo Gentiloni, intervenendo presso il Parlamento europeo, ha affermato che a suo avviso l'introduzione di una base imponibile consolidata sarà la priorità immediata.
  Fa presente, poi, che il Governo nella relazione programmatica conferma che l'anno 2020 sarà dedicato alla prosecuzione dei lavori in materia di riforma delle regole attuali di tassazione, con la finalità di rispondere alle sfide poste dalla digitalizzazione e globalizzazione dell'economia, nonché di rimuovere gli ostacoli fiscali alla Pag. 58realizzazione di un mercato interno. Inoltre, segnala che, nel settore delle imposte indirette, il Governo si impegna a rafforzare il contrasto delle frodi in materia di IVA intraunionale.
  Ricorda infine che il 27 maggio 2020 la Commissione europea – contestualmente all'adozione del piano della ripresa europea (Il momento dell'Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione, COM(2020)456), che comprende un nuovo strumento per la ripresa nell'ambito del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 – ha presentato il programma di lavoro adattato per il 2020 (COM(2020)440), che apporta alcune modifiche al programma già adottato il 29 gennaio 2020, in primo luogo intervenendo sulla scansione temporale di alcune delle iniziative preannunciate, alla luce della mutato contesto prodottosi nell'Unione europea in conseguenza della crisi per la pandemia del COVID-19.
  In conclusione, si riserva di formulare una proposta di parere sulla base degli ulteriori elementi di valutazione che dovessero emergere nel corso dell'esame.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI si riserva di intervenire nel prosieguo dell'esame.

  Giuseppe BUOMPANE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta comincia alle 14.15.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI