CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 24 giugno 2020
394.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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GIUNTA PLENARIA

  Mercoledì 24 giugno 2020. – Presidenza del presidente Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE.

  La seduta comincia alle 12.40.

AUTORIZZAZIONI AD ACTA

Domanda di autorizzazione all'esecuzione di perquisizione domiciliare e conseguente sequestro di quanto ritenuto pertinente all'indagine nei confronti del deputato Fabio Massimo Boniardi (Doc. IV, n. 7).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Giunta riprende l'esame della richiesta in titolo, rinviato da ultimo il 10 giugno 2020.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, ricorda che l'ordine del giorno reca il seguito dell'esame della domanda di autorizzazione all'esecuzione di perquisizione domiciliare, e conseguente sequestro di quanto ritenuto pertinente all'indagine, nei confronti di Fabio Massimo Boniardi, nell'ambito del procedimento penale n. 15171/19/21 RGNR, avanzata Procura della Repubblica presso il tribunale di Genova ed assegnata alla Giunta il 5 marzo scorso. Invita quindi il relatore Bazoli a svolgere un intervento.

  Alfredo BAZOLI (PD), relatore, ricorda preliminarmente che la richiesta in titolo è pervenuta alla Camera dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Genova nell'ambito del procedimento penale n. 15171/19/21 RGNR. La domanda riguarda l'autorizzazione a procedere alla perquisizione, anche informatica, presso tutti gli uffici e sedi riferibili a Boniardi Grafiche s.r.l., della quale l'on. Fabio Massimo Boniardi – secondo l'ordinanza – sarebbe rappresentante legale, con conseguente sequestro di quanto ritenuto pertinente alle indagini condotte dai PM di Genova Francesco Pinto, procuratore aggiunto, e Paola Calleri, sostituto procuratore, relativamente ad una vicenda che coinvolge Stefano Bruno Galli, consigliere della Regione Lombardia, indagato in relazione al reato previsto dall'articolo 648-bis del codice penale.
  La domanda è pervenuta il 5 marzo 2020. L'esame in Giunta è effettivamente Pag. 5iniziato il 27 maggio. Il termine per riferire all'Assemblea, già prorogato, scadrà il 10 luglio prossimo.
  Sin da subito è emerso che la richiesta della Procura necessitasse di integrazioni informative e documentali; su tale richiesta la Giunta ha convenuto nella riunione del 10 giugno scorso. Gli atti pervenuti, tempestivamente trasmessi dagli uffici della Procura della Repubblica presso il tribunale di Genova, sono i seguenti:
   1) annotazione di PG redatta il 6 dicembre 2019 dalla Guardia di Finanza – G.I.C.O. di Genova nell'ambito del procedimento penale n. 1761/19/45 R.G.N.R. e relativa all'esito di accertamenti nei confronti dell'Associazione «Maroni Presidente».
   2) il decreto che dispone la perquisizione locale e del sistema informatico o telematico, nonché il sequestro, presso gli uffici della società «Boniardi Grafiche s.r.l.», siti in Milano, via Giovanni Battista Vico n. 40, nonché presso le altre sedi di tale società eventualmente individuate, con conseguente sequestro della documentazione sopra indicata, anche di carattere informatico, la perquisizione dei sistemi informatici di telecomunicazione nella disponibilità di tale società e/o del suo legale rappresentante;
   3) i verbali redatti il 10 dicembre 2019, data in cui si è data esecuzione al decreto di perquisizione e cioè, in particolare:
    a. quello relativo alla perquisizione di sistema informatico o telematico delegata e sequestro dei dati contenuti nella memoria del cellulare del rappresentante legale della Boniardi Grafiche S.r.l., Flavio Aldo Boniardi;
    b. quello relativo alle operazioni di perquisizione locale delegata e sequestro specificamente riguardanti l'on. Fabio Massimo Boniardi;
    c. quattro verbali di altre sommarie informazioni rese presso gli uffici di via G. B. Vico da quattro dipendenti della Boniardi Grafiche S.r.l. presenti al momento delle perquisizioni;
   4) il decreto di sequestro della memoria informatica del telefono cellulare di Flavio Aldo Boniardi, emesso il 13 dicembre 2019, memoria che era stata acquisita su supporto informatico nel corso delle operazioni di perquisizione del 10 dicembre 2019;
   5) quattro verbali di altre sommarie informazioni rese il 18 dicembre 2019 presso gli uffici del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano da altri quattro dipendenti della Boniardi.
  Dall'esame di tali atti emerge la necessità preliminare di alcune precisazioni e chiarimenti, in primis quello circa la posizione del deputato Boniardi nel procedimento penale nell'ambito del quale sono state disposte le perquisizioni. A tale riguardo, nella lettera che accompagna gli atti, i procuratori Pinto e Calleri chiariscono che il deputato Boniardi non è allo stato indagato, ma soggetto destinatario della richiesta di autorizzazione alla perquisizione locale in quanto socio e titolare, insieme a BONIARDI Flavio Aldo, della società BONIARDI GRAFICHE S.R.L., destinataria del decreto di perquisizione e sequestro originariamente emesso, la cui sede lo stesso Fabio Massimo BONIARDI ha indicato quale suo domicilio; attualmente nel procedimento in epigrafe è indagato solo GALLI Stefano Bruno, come risulta dai decreti di perquisizione e sequestro che si allegano, in ottemperanza alla richiesta pervenuta. Inoltre, si è chiarito che il deputato Fabio Massimo Boniardi non è rappresentante legale di tale azienda, ma di essa è socio e amministratore delegato nonché responsabile della parte amministrativa dell'azienda stessa.
  Ulteriori chiarimenti sono necessari, in punto di fatto, ai fini della corretta ricostruzione delle effettive modalità di svolgimento delle operazioni di perquisizione.
  Infatti, dall'ordinanza con cui l'autorità giudiziaria ha avanzato la domanda in titolo non emerge che tali operazioni sono state in realtà eseguite, e poi interrotte a Pag. 6seguito dell'opposizione del deputato Boniardi; si sostiene anzi che la perquisizione non si è svolta, laddove in realtà è stata eseguita quella locale, mentre non è stata eseguita quella sui sistemi informatici e telematici dell'azienda, a seguito dell'opposizione dell'immunità parlamentare da parte di Boniardi. A pagina 6 dell'ordinanza si legge infatti che La perquisizione disposta da questo P.M. nei confronti della società Boniardi Grafiche s.r.l. [...] non ha potuto essere eseguita in quanto l'amministratore della Boniardi Grafiche s.r.l., BONIARDI Fabio Massimo, deputato, ha opposto l'immunità parlamentare dichiarando il proprio domicilio presso la sede della predetta società.
  Per quanto risulta dallo stesso verbale di PG, l'on. Boniardi non si era opposto alla perquisizione locale, cioè degli spazi aziendali e degli arredi della Boniardi Grafiche s.r.l. La perquisizione è stata infatti regolarmente eseguita – con esito negativo – nell'ufficio in uso al sig. Boniardi Fabio Massimo, nell'ufficio in uso al sig. Boniardi Egidio e nei locali aziendali.
  Il deputato Boniardi aveva anche aperto una cassaforte per consentire di verificarne il contenuto e aveva consegnato spontaneamente numerosi documenti; egli si era opposto all'esecuzione della perquisizione informatica e/o telematica.
  Su tale aspetto, vi sono elementi discordanti tra la richiesta della Procura, il verbale della polizia giudiziaria e la memoria di Boniardi; dispiace che il deputato, ritualmente invitato, non abbia ritenuto di fornire personalmente i chiarimenti opportuni, fermo restando che ciò rientra pienamente nelle sue legittime facoltà, preferendo inviare una memoria scritta.
  Al deputato Boniardi era stata anche offerta la possibilità che la polizia giudiziaria procedesse alla perquisizione informatica e/o telematica, escludendo i dati inerenti all'attività politica e la carica rivestita indicati dallo stesso deputato, ed eventualmente effettuando l'acquisizione dei dati soltanto fino alla data di elezione a deputato avvenuta il 4 marzo 2018; ciononostante, il collega ha mantenuto ferma la propria opposizione.
  Tanto premesso, occorre svolgere ulteriori considerazioni per in ordine agli aspetti connessi alla questione dell'inviolabilità del domicilio di un parlamentare, propedeutiche alla valutazione di competenza della Giunta in ordine alla sussistenza di un eventuale intento persecutorio nei confronti del parlamentare, nonché in ordine al tema della personalità della prerogativa parlamentare e della sua eventuale proiezione verso altri soggetti.
  Tanto premesso, si riserva di formulare una proposta anche alla luce delle osservazioni e delle proposte che saranno formulate dai colleghi.

  Roberto CATALDI (M5S) osserva che si tratta di un caso molto interessante, anche per ciò che attiene alla sovrapposizione dei profili professionali e parlamentari. Occorre stabilire come tenere distinti tali profili, anche per evitare indebite estensioni di prerogative personali, che potrebbero rischiare di diventare una sorta di improprio scudo per soggetti giuridici diversi.

  Gianluca VINCI (LEGA) sottolinea che occorre comprendere se e in che misura la Procura della Repubblica possa aver taciuto elementi salienti della vicenda, ovvero occultato parte della documentazione, e se ciò possa costituire indice della natura persecutoria dell'azione giudiziaria. Inoltre, occorre stabilire bene l'oggetto dell'autorizzazione della Giunta, se cioè si tratta di autorizzare una perquisizione già effettuata o se la domanda ha in realtà un oggetto nuovo.

  Pietro PITTALIS (FI) richiama l'attenzione sulla delicatezza del caso, che coinvolge prerogative dei parlamentari che appaiono garantite in modo ormai solo residuale. Dalla domanda si evince che la perquisizione non è stata effettuata; se così non fosse, si sarebbe quasi ai limiti del falso ideologico, sulla cui gravità non si potrebbe restare indifferenti.

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  Catello VITIELLO (IV) chiede chiarimenti in merito alle discrepanze che emergono dalle circostanze della perquisizione in base alla documentazione in atti.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, precisa che, in base a quanto illustrato dal relatore, risulta dagli atti – in particolare dai verbali delle operazioni – che la perquisizione locale sia stata effettivamente eseguita, mentre non sarebbe stata eseguita quella informatica e telematica, a fronte dell'opposizione del parlamentare.

  Catello VITIELLO (IV) invita la Giunta ad approfondire adeguatamente le circostanze della perquisizione e le discrepanze tra i documenti agli atti. A tale proposito, occorre approfondire, ai fini della definizione di domicilio e delle relative guarentigie, la distinzione tra la rete informatica dell'azienda e gli strumenti informatici in uso al deputato.

  Ingrid BISA (LEGA) ricorda che la Procura di Genova chiede testualmente alla Camera dei Deputati l'autorizzazione a procedere alla perquisizione, anche informatica, presso tutti gli uffici/sedi riferibili a BONIARDI GRAFICHE SRL, attuale domicilio dell'Onorevole Boniardi Fabio Massimo, con conseguente sequestro di quanto ritenuto pertinente all'indagine. Occorre cioè chiarire l'oggetto della richiesta, dal momento che dalla memoria depositata dal deputato Boniardi è emerso che in realtà la perquisizione era già stata eseguita, sia pure con esclusione della parte informatica. A fronte di ciò, la Giunta ha richiesto alla Procura documentazione integrativa, che ha confermato la sorprendente circostanza dell'avvenuta esecuzione di una perquisizione, i cui verbali non erano allegati alla domanda. Su tale questione preliminare non si può soprassedere e occorre effettuare adeguati approfondimenti.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, fa presente che, anche alla luce delle osservazioni dei colleghi Pittalis e Bisa, la Giunta potrà essere chiamata ad appurare, ai fini delle valutazioni di propria competenza, se le citate omissioni e discrasie possano configurare o meno indizi di un'indebita ingerenza nei confronti delle prerogative costituzionali del deputato Boniardi.

  Alfredo BAZOLI (PD), relatore, precisa che sussistono discrasie non solo tra la richiesta della procura e la documentazione acquisita, ma anche tra le considerazioni contenute nella memoria depositata dal collega Boniardi e i verbali redatti dalla polizia giudiziaria in occasione della perquisizione, in particolare rispetto al momento in cui è stata opposta la prerogativa parlamentare. Secondo Boniardi, ciò è avvenuto al momento della richiesta di perquisizione del suo computer personale; tale circostanza tuttavia non risulta dai verbali, da cui emerge piuttosto che l'opposizione del deputato è stata manifestata al momento della perquisizione della rete informatica dell'azienda, senza che gli apparati informatici e telematici presenti all'interno dell'azienda presentassero simboli o contrassegni identificativi, riconducibili all'attività politica o alla carica rivestita dal deputato Boniardi.
  Occorre inoltre intendersi sull'estensione della guarentigia relativa al domicilio del parlamentare, poiché se si ritenesse che essa in nessun modo possa estendersi alla rete informatica di un altro soggetto giuridico, si sarebbe completamente al di fuori del campo di applicazione dell'articolo 68 della Costituzione e ciò esulerebbe dalle competenze della Giunta. Inoltre, potrebbe essere importante stabilire anche le modalità di un'eventuale autorizzazione alla perquisizione, qualora la Giunta ritenesse di concederla, per garantire in ogni caso le condizioni per il rispetto della prerogativa parlamentare di cui all'articolo 68, secondo comma, della Costituzione.

  Roberto CATALDI (M5S) sottolinea l'importanza di poter distinguere, in uno spazio informatico, i contenuti personali Pag. 8attinenti all'attività politica del deputato da quelli inerenti all'attività professionale.

  Manuela GAGLIARDI (Misto) richiama l'importanza di disporre di adeguati chiarimenti in merito agli aspetti tecnico-informatici della vicenda, anche per comprendere le modalità di funzionamento della rete informatica aziendale e del suo uso da parte del deputato.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, presidente, non essendovi altri interventi, rinvia il seguito dell'esame della domanda in titolo alla prossima seduta.

  La seduta termina alle 13.30.