CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 aprile 2020
356.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Martedì 28 aprile 2020. — Presidenza del vicepresidente Franco VAZIO. – Interviene il sottosegretario di Stato alla giustizia, Vittorio Ferraresi.

  La seduta comincia alle 17.45.

Alla V Commissione: Documento di economia e finanza 2020.
Doc. LVII, n. 3 e Annesso.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Giulia SARTI (M5S), relatrice, ricorda che la Commissione è oggi chiamata ad esaminare, per le parti di competenza, il Documento di economia e finanza (DEF) relativo all'anno 2020, predisposto ai sensi dell'articolo 10 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, con allegata la Relazione di cui all'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, esprimendo nella medesima seduta un parere alla V Commissione.
  Premette che il DEF 2020 è stato trasmesso alle Camere con lettera del Presidente del Consiglio dei ministri nella quale si precisa che, in relazione all'emergenza sanitaria in atto e alla conseguente difficoltà di elaborare scenari previsivi su un orizzonte temporale più ampio di un biennio, sono stati limitati i quadri macroeconomici e di finanza pubblica al periodo 2020-2021. Pertanto si è ritenuto – coerentemente con l'orientamento espresso anche da altri Paesi europei e alla luce delle linee guida riviste della Commissione Europea – di presentare il Programma Nazionale di Riforma (PNR) e gli allegati al DEF non appena sarà completata la definizione delle misure di sostegno all'economia e alle famiglie colpite dall'emergenza e non appena sarà perfezionata la strategia di riapertura delle attività produttive e di ritorno alla normalità. La decisione – come si legge nel DEF – nasce dalla consapevolezza da parte del Governo dell'importanza del documento strategico del DEF medesimo e del rispetto per le Istituzioni a cui è rivolto, il Parlamento e le autorità dell'Unione Europea, considerato che le risposte ai problemi immediati dei cittadini e delle aziende e la definizione delle fasi di riapertura dell'economia Pag. 26sono i compiti più urgenti da adempiere. Il Governo ritiene che, una volta avuta maggiore visibilità sull'andamento della pandemia, si potranno delineare in modo compiuto le politiche per il rilancio della crescita, l'innovazione, la sostenibilità, l'inclusione sociale e la coesione territoriale nel nuovo scenario determinato dal Coronavirus. Tale precisazione che accompagna il DEF in esame consente di comprendere le motivazioni dell'assenza in esso di parti di specifica competenza della Commissione Giustizia, stante che tradizionalmente il Documento di economia e finanza investe i profili della II Commissione per i contenuti recati dal PNR.
  Prima di passare ad indicare i limitati richiami al settore della giustizia recati nel Documento, evidenzia in sintesi – rinviando per gli aspetti di dettaglio alla documentazione predisposta dagli uffici – il quadro complessivo e le azioni intraprese per affrontare l'epidemia causata dal nuovo Coronavirus (COVID-19), indicati nel Documento. Nel DEF si sottolinea che il crollo dell'attività economica non verrà pienamente recuperato nel breve termine, pertanto il valore aggiunto rimarrà inferiore al livello di inizio d'anno per molti mesi, pur recuperando rispetto ai minimi di aprile. In considerazione della caduta della produzione e dei consumi già registrata e di queste difficili prospettive di breve termine, la previsione ufficiale del PIL per il 2020, che risaliva alla Nota di Aggiornamento del DEF del settembre scorso, è stata abbassata da un aumento dello 0,6 per cento ad una contrazione dell'8 per cento. Questa nuova previsione sconta una caduta del PIL di oltre il 15 per cento nel primo semestre ed un successivo rimbalzo nella seconda metà dell'anno. Il recupero del PIL previsto per il 2021 è del 4,7 per cento, una valutazione prudenziale che sconta il rischio che la crisi pandemica non venga superata fino all'inizio del prossimo anno. Il Documento presenta poi anche uno scenario di rischio, in cui l'andamento e la durata dell'epidemia sarebbero più sfavorevoli, causando una maggiore contrazione del PIL nel 2020 (10,6 per cento) e una ripresa più debole nel 2021 (2,3 per cento), nonché un ulteriore aggravio sulla finanza pubblica.
  Il Governo spiega nel DEF come, di fronte alla difficile situazione, abbia varato una serie di misure per limitare le conseguenze economiche e sociali della chiusura delle attività produttive e del crollo della domanda interna e mondiale, concentrandosi sul rafforzamento del sistema sanitario e della protezione civile, nonché su sospensioni dei versamenti d'imposta e contributi nelle aree del Paese soggette a chiusure totali. Richiama a tal proposito il Decreto Cura Italia con cui è stato messo in campo un primo intervento, pari a 20 miliardi di euro (1,2 per cento del PIL) in termini di impatto sull'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche e circa 25 miliardi di nuovi stanziamenti di risorse, intervenendo lungo quattro linee principali: 1) ulteriore aumento delle risorse a disposizione del sistema sanitario per garantire l'assistenza alle persone colpite dalla malattia e per la prevenzione, la mitigazione e il contenimento dell'epidemia; 2) misure volte a proteggere i redditi e il lavoro, allargando ammortizzatori sociali esistenti a tutte le imprese costrette a limitare o arrestare l'attività a causa del Coronavirus e sospendendo i licenziamenti per motivi economici per la durata del periodo di emergenza; 3) sostegno alla liquidità delle imprese e delle famiglie, rinviando le scadenze fiscali relative a oneri tributari e contributivi e introducendo l'obbligo di mantenimento delle linee di credito delle banche a favore delle piccole e medie imprese (PMI), nonché potenziando il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI e fornendo garanzie pubbliche sulle esposizioni assunte dalla Cassa Depositi e Prestiti in favore di banche che eroghino finanziamenti alle imprese colpite dall'emergenza; 4) aiuti settoriali per i comparti più danneggiati, quali quello turistico alberghiero e dei trasporti, ristorazione e bar, cultura (cinema, teatri), sport e istruzione.
   Il Governo evidenzia poi che, per rafforzare ulteriormente l'erogazione di credito all'economia, è stato approvato il Decreto Liquidità che prevede, in particolare, Pag. 27lo stanziamento di garanzie dello Stato alla società SACE Simest del gruppo Cassa Depositi e Prestiti per un totale di 400 miliardi, la cui metà è dedicata al credito alle imprese e la parte restante al credito all'esportazione, e un ulteriore potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia anche con l'introduzione di una garanzia al 100 per cento per prestiti fino a 25.000 euro. Il Decreto Liquidità contiene anche misure per accelerare i pagamenti della PA verso i propri fornitori e l'estensione del golden power, ovvero dello strumento che consente allo Stato di autorizzare preventivamente operazioni societarie in imprese operanti in settori strategici per il sistema Paese, quali quello creditizio, assicurativo, acqua, energia, al fine di bloccare scalate ostili.
  Nel DEF si precisa poi che, dato il prolungarsi della chiusura di molte attività produttive e data l'esigenza di preservare i settori dell'economia che probabilmente continueranno ad essere sottoposti a vincoli operativi, il Governo sta preparando due nuovi provvedimenti: il primo contenente ulteriori misure di sostegno a lavoratori e imprese per aumentarne la resilienza e preparare al meglio la fase di ripresa; il secondo dedicato a una drastica semplificazione delle procedure amministrative in alcuni settori cruciali per il rilancio degli investimenti pubblici e privati (soprattutto appalti, edilizia, commercio, controlli).
  La dimensione del prossimo decreto è stimata in 55 miliardi in termini di maggiore indebitamento netto su quest'anno e 5 miliardi a valere sul 2021, al netto dei maggiori oneri sul debito pubblico. L'intervento sul 2020 è equivalente al 3,3 per cento del PIL, che sommato al Cura Italia porta al 4,5 per cento del PIL il pacchetto complessivo di sostegno all'economia, a cui si aggiungono garanzie per circa il 40 per cento del PIL. Sul saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, in termini di competenza e in termini di cassa, gli effetti del decreto ammontano a 155 miliardi di euro nel 2020 e 25 miliardi nel 2021, a cui si sommano, per il 2020, i 25 miliardi del decreto Cura Italia. Il Governo chiarisce che, in virtù della impossibilità in questo momento di mantenere il forte aumento dell'imposizione indiretta previsto dalla legislazione vigente a inizio 2021, nel nuovo decreto si prevederà l'eliminazione degli aumenti dell'IVA e delle accise previsti dal 2021, in modo da lasciare espansiva l'intonazione della politica fiscale sia pure nei limiti di una gestione oculata della finanza pubblica. Pertanto per via degli gli effetti del decreto in corso di preparazione e del beneficio degli 80 euro mensili (che diventeranno 100 con il taglio del cuneo fiscale sul lavoro già legiferato), la pressione fiscale scenderà dal 41,9 per cento del 2019, al 41,8 per cento nel 2020 e al 41,4 per cento nel 2021. In sostanza, il nuovo decreto impatterà sul deficit del 2021 in misura pari all'1,4 per cento del PIL.
  Sulla base dei numeri sopra ricordati il Governo accompagna quindi il DEF con una Relazione al Parlamento in cui, ai sensi della legge n. 243 del 2012, richiede di elevare gli obiettivi di finanza pubblica di 55 miliardi in termini di maggiore indebitamento netto su quest'anno e 25 miliardi a valere sul 2021, al netto dei maggiori oneri sul debito pubblico.
  Con particolare riferimento al settore giustizia, ferma restando l'assenza della specifica parte tradizionalmente recata dal PNR, rileva che il DEF richiama tale settore: sottolineando che il nuovo decreto in corso di preparazione dovrebbe prevedere interventi per l'efficiente ripresa dell'attività giudiziaria e impulso all'innovazione tecnologica del sistema giustizia; illustrando l'impatto sull'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche a legislazione vigente derivante dai provvedimenti normativi adottati da aprile 2019 alla data di presentazione del Documento alla luce delle raccomandazioni rivolte all'Italia nell'ambito del semestre europeo in tema di sistema giudiziario, per il quale si raccomanda di ridurre la durata dei processi civili in tutti i gradi di giudizio razionalizzando e facendo rispettare le norme di disciplina procedurale, incluse quelle già all'esame del legislatore, ponendo in particolare l'accento sui regimi di Pag. 28insolvenza; migliorare l'efficacia della lotta contro la corruzione riformando le norme procedurali al fine di ridurre la durata dei processi penali (variazione netta delle entrate pari a 9 milioni di euro per il 2020 e 11 milioni di euro per il 2021; variazione netta delle spese pari a 21 milioni di euro per il 2020 e 27 milioni di euro per il 2021); analizzando i pagamenti effettuati del triennio 2017-2019 (trasferimento alle famiglie in qualità di risarcimento errori giudiziari: 40 milioni di euro nel 2017, 47 milioni di euro nel 2018 e 48 milioni di euro nel 2019; investimenti fissi lordi e acquisti di terreni in qualità di interventi ed opere per l'organizzazione giudiziaria: 103 milioni di euro nel 2017, 139 milioni di euro nel 2018 e 146 milioni di euro nel 2019).
  Segnala infine che in materia di attività di contrasto all'evasione fiscale il Governo rappresenta che nel corso del 2019 sono stati riscossi dall'Agenzia delle Entrate quasi 17 miliardi dalle ordinarie attività di controllo, circa il 4 per cento in più rispetto al 2018 (16,2 miliardi). Di questi, 11,7 miliardi derivano dai versamenti diretti su atti emessi dall'Agenzia (+4 per cento), circa 2,1 miliardi sono il frutto dell'attività di promozione della compliance (+18 per cento), 3 miliardi il recupero derivante dalla riscossione coattiva (-4 per cento) di competenza. Si registra invece un risultato sostanzialmente uguale a quello del 2018 con riferimento al recupero derivante da misure straordinarie pari a 3 miliardi di euro. Di questi, 2,1 miliardi derivano dalla rottamazione delle cartelle e 900 milioni dalla definizione agevolata (articoli 1, 2, 6 e 7 del decreto-legge n. 119 /2018). Complessivamente nel corso del 2019, l'attività di recupero dell'evasione ha fatto registrare incassi per un ammontare pari a 19,9 miliardi, con un incremento del 3,4 per cento circa rispetto al 2018.
  Ciò premesso, riservandosi di valutare i rilievi che dovessero emergere nel corso del dibattito che seguirà, preannuncia sin d'ora un parere favorevole sul Documento in esame, essendo pienamente condivisibile l'impostazione adottata dal Governo in un momento di particolare difficoltà per il Paese.

  Enrico COSTA (FI), nell'evidenziare che, per poter predisporre la relazione, la collega Sarti è stata costretta a cercare la parola «giustizia» nel DEF con il lanternino, considerato che tale materia non viene affrontata in alcun modo, ritiene che ciò dimostri l'interesse e l'attenzione che il Governo e la maggioranza dedicano al settore. Preannuncia l'intenzione del gruppo di Forza Italia di sottoporre all'attenzione dei colleghi le proprie valutazioni in materia di giustizia, nel corso dell'esame del documento da parte dell'Assemblea, rammentando che nello scorso Documento di economia e finanza il Governo si era impegnato a presentare entro giugno 2019 i decreti attuativi della riforma del processo civile, che non sono mai stati approvati. Nell'evidenziare che il DEF 2020 fa un rapido e limitato riferimento ad un nuovo decreto che dovrebbe affrontare il tema dell'innovazione tecnologica nel settore della giustizia, si domanda se dietro tale dichiarazione non si nasconda per caso il processo penale da remoto. Ritiene comunque inutile avanzare qualsiasi richiesta di chiarimento in merito al sottosegretario Ferraresi, essendo consapevole che non riceverà alcuna risposta, come già verificatosi in precedenza. Nel rammentare a tale proposito che, nonostante le ripetute richieste, non è stato possibile acquisire la lettera inviata dal Ministro Bonafede al Garante per la protezione dei dati personali, chiede al presidente Vazio di farsi portavoce di tale situazione nei confronti del Presidente della Camera, sottolineando quanto sia frustrante per l'opposizione un atteggiamento del genere da parte del Governo ed evidenziando l'esigenza di trasparenza su alcuni atti rilevanti. Fa quindi presente che il Ministro non ha ancora dato la propria disponibilità ad essere audito in Commissione e, rilevando il senso di responsabilità dimostrato dal gruppo di Forza Italia nell'attuale situazione di emergenza, ribadisce la necessità di un Pag. 29atteggiamento diverso nei confronti delle opposizioni sia da parte della presidente Businarolo sia da parte del sottosegretario Ferraresi.

  Franco VAZIO, presidente, ritiene che le considerazioni del collega Costa possano più opportunamente essere affrontate in sede di Ufficio di Presidenza.

  Roberto TURRI (LEGA) esprime profondo rammarico per l'assenza nella relazione predisposta dalla relatrice di riferimenti sostanziali al settore della giustizia.

  Ylenja LUCASELLI (FDI) fa notare come sarebbe stato auspicabile trovare nel DEF in esame una parte specifica in materia di giustizia e come il Governo avrebbe più opportunamente dovuto in tale documento individuare gli orientamenti che intende adottare nel settore della giustizia anche in pendenza di emergenza epidemiologica da Covid-19. A tale proposito fa notare come questa emergenza investa anche il settore della giustizia: basti pensare al mondo delle carceri. Conclude evidenziando come il DEF e la relazione illustrativa predisposta dalla relatrice non consentano quindi di comprendere quali saranno gli obiettivi in materia di giustizia del Governo.

  Ciro MASCHIO (FDI) si associa alle considerazioni svolte dall'onorevole Costa in merito alla necessità di un confronto con il Ministro della giustizia e con la maggioranza su documenti di particolare importanza. Ritiene auspicabile che l'andamento seguito fino ad oggi termini e si ritorni ad una normalità istituzionale. Fa quindi notare come il dibattito odierno in Commissione giustizia sul DEF 2020 sia un dibattito formale più che di sostanza, pur riconoscendo la giustificazione che il Governo adduce nello stesso DEF per l'assenza della parte che tradizionalmente investe le competenze della Commissione Giustizia in sede di esame del Documento di economia e finanza.
  Nel notare con profonda preoccupazione le enormi contraddizioni che destabilizzano il settore giustizia, ed in particolare il settore carcerario, preannuncia un voto contrario del suo gruppo sul provvedimento in esame.

  Jacopo MORRONE (LEGA) tiene a sottolineare la pessima figura fatta dal Governo e dal nostro Paese per il fatto che quaranta mafiosi sono stati scarcerati, evidenziando che il Ministro della Giustizia non ha ritenuto di intervenire in Commissione per fornire giustificazioni sull'accaduto. Stigmatizza altresì il fatto che i membri della Commissione abbiano avuto notizia dalla stampa invece che dai diretti responsabili, a partire dal Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Reitera pertanto la richiesta di audire sull'argomento il Ministro Bonafede ed il dottor Basentini.

  Franco VAZIO, presidente, con riguardo alle considerazioni del collega Morrone tiene a precisare che la valutazione sulla brutta figura del Governo rappresenta un'opinione personale dell'intervenuto. Fa quindi presente che il Governo sta affrontando la situazione. Precisa infine che la questione cui si riferisce il collega Morrone è recente, risalendo alla scorsa settimana.

  Jacopo MORRONE (LEGA) con riferimento alle considerazioni del presidente Vazio, fa presente che le richieste di audizione del Ministro Bonafede e del dott. Basentini risalgono ad oltre un mese fa, essendo in primo luogo riferite alle rivolte negli edifici carcerari. Precisa pertanto che oltre a non aver dato avvio ad un'indagine interna sull'accaduto e a non aver fornito chiarimenti in merito a risarcimenti dei danni provocati, lo Stato si è dimostrato debole anche successivamente, consentendo il beneficio dei domiciliari a pericolosi boss mafiosi. Ribadisce pertanto l'esigenza che il Ministero competente fornisca informazioni ai parlamentari circa l'accaduto, chiarendo se ciò è stato determinato dall'articolo 123 del decreto-legge Pag. 30n. 18 del 2020, dalle disposizioni dell'ordinamento penitenziario o dalle decisioni sbagliate dei tribunali di sorveglianza. Da ultimo fa presente, anche in qualità di ex sottosegretario, che la Lega non si è mai sottratta alle responsabilità di Governo.

  Franco VAZIO, presidente, nel sottolineare che i temi affrontati dal collega Morrone non sono all'ordine del giorno della seduta odierna, fa presente che la richiesta di audizione del Ministro Bonafede e del Capo del DAP è stata tempestivamente inviata e successivamente sollecitata. Ritiene in ogni caso che il tema possa essere più opportunamente affrontato in sede di Ufficio di presidenza.

  Jacopo MORRONE (LEGA) nel ribadire la gravità del fatto che il Capo del DAP trovi il tempo di rispondere in tv e non presso la Commissione Giustizia, preannuncia l'intenzione di chiedere al proprio capogruppo di assumere le iniziative più opportune, valutando anche l'eventuale blocco dei lavori della Commissione.

  Walter VERINI (PD) sottolineando come il suo intervento non nasca da un intento polemico, ma da una esigenza di onestà intellettuale, fa notare come alcune decisioni assunte da alcuni magistrati di sorveglianza – indubbiamente discutibili come dimostra la convocazione prevista per domani della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere – non abbiano nulla in comune con i provvedimenti ed il decreto-legge già adottati dal Governo, finalizzati alla diminuzione del sovraffollamento carcerario pericoloso nella cornice della pandemia in corso. Nel fare presente al collega Morrone e al suo gruppo come sia stato il Governo sostenuto dalla Lega a procedere alla nomina dell'attuale Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, evidenzia come in questo momento di particolare delicatezza non andrebbero alimentate paure e preoccupazioni. Nell'auspicare a nome del suo gruppo l'audizione del dottor Basentini, evidenzia la contrarietà alle dimissioni in questo momento dello stesso accogliendo con favore la nomina del dottor Tartaglia a vicecapo del Dipartimento, al fine di arrivare ad una forma di normalità.

  Gianluca CANTALAMESSA (LEGA) rivolge una accusa al Governo di mancata previsione di quanto successo nel mondo delle carceri a seguito dell'emergenza epidemiologica da COVID-19. Ritiene che si tratti di un atto colposo e che sia assolutamente inaccettabile scaricare la responsabilità sui magistrati di sorveglianza. Analogamente ritiene inaccettabile affermare che il Governo sta lavorando e sta svolgendo ispezioni, dopo che per diversi boss mafiosi è stata prevista la scarcerazione. Invita il presidente a farsi carico della necessità di procedere all'audizione del Ministro della giustizia e del Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, rilevando come in assenza di tali audizioni la Commissione Giustizia perda il suo rilievo. Conclude ribadendo la latitanza del Ministro in ordine alla previsione di quello che è poi successo nelle carceri.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) nel precisare che il collega Verini, che considera persona accorta, ha detto cosa vera attribuendo le scarcerazioni dei mafiosi ai tribunali di sorveglianza, precisa tuttavia che un Governo che abbia a cuore l'effettiva esecuzione della pena avrebbe dovuto prevedere per alcune particolari categorie di condannati luoghi di cura adeguati, al fine di evitare che le eventuali pregresse malattie potessero diventare argomento a favore della sospensione della pena.

  Franco VAZIO, presidente, nel far presente che sta consentendo a tutti di intervenire, sollecita tuttavia i colleghi ad attenersi agli argomenti all'ordine del giorno.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) fa presente che la premessa appena svolta era necessaria al fine di consentirgli di evidenziare che nel DEF 2020 non viene Pag. 31prevista alcuna risorsa finanziaria per la predisposizione delle citate strutture ospedaliere, che sarebbe stata necessaria per evitare la brutta figura del Governo per la scarcerazione dei quaranta boss mafiosi.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), nel richiamare le questioni evidenziate dal collega Verini, chiede se esse saranno oggetto di valutazione nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, che si svolgerà alla fine della seduta. In tal caso si riserva di intervenire in quella sede.

  Franco VAZIO, presidente, con riferimento alla richiesta dell'onorevole Lucaselli conferma che le questioni richiamate dal collega Verini saranno affrontate nella riunione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Jacopo MORRONE (LEGA) nel sottolineare di essere fiero di intervenire per la terza volta, in riferimento alle considerazioni svolte dal collega Verini, fa presente di non aver affermato che la scarcerazione dei boss mafiosi è stata determinata dalle disposizioni contenute nell'articolo 123 del citato decreto-legge n. 18 del 2020. Nel rammentare che ciò è avvenuto invece a seguito dell'applicazione di disposizioni dell'ordinamento penitenziario, evidenzia che con la circolare del 21 marzo scorso il DAP ha richiesto a tutti i tribunali di sorveglianza l'elenco dei detenuti che, in considerazione delle pregresse condizioni di salute, sarebbero stati in pericolo di vita a causa dell'emergenza COVID-19. Nell'evidenziare inoltre che tale circolare è stata disconosciuta poco dopo attribuendole esclusivamente un valore di monitoraggio, reitera la richiesta di audizione del Capo del DAP e del Ministro Bonafede, sottolineando la gravità dell'accaduto, anche in considerazione delle tante persone che hanno perso la vita per consentire l'arresto dei boss mafiosi. Da ultimo fa presente che né il Ministro competente né il dottor Basentini si sono posti il problema delle conseguenze della concessione dei benefici dei colloqui via Skype.

  Devis DORI (M5S), nell'apprendere con soddisfazione la notizia della nomina a Vice Capo del DAP del dottor Tartaglia, persona di alto profilo, tanto più in una situazione di emergenza che richiede l'utilizzo delle migliori energie possibili, si associa alla richiesta del collega Verini per una doverosa esigenza di verità. Nel sottolineare come le forze di maggioranza non si siano mai espresse in senso contrario alla richiesta di audire il Ministro Bonafede e il Capo del DAP, chiede al presidente Vazio di sollecitare tali audizioni.

  Franco VAZIO, presidente, richiama l'attenzione del Governo presente in seduta sulla circostanza che tutte le forze politiche presenti alla medesima seduta chiedono fortemente l'audizione del Ministro della giustizia e del Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.

  Enrico COSTA (FI) fa presente che le forze di opposizione hanno chiesto di avere una interlocuzione con il Ministro competente e con il Capo del DAP già da tempo, con riguardo alle rivolte scoppiate nelle carceri e ai futuri provvedimenti del Governo. Nel sottolineare che, come già chiarito dal collega Verini, il decreto-legge n. 18 del 2020 non ha determinato la scarcerazione dei boss mafiosi, ritiene tuttavia che l'invio di ispettori da parte del Ministro rappresenti il tentativo di scaricare sulla magistratura di sorveglianza le responsabilità di decisioni che si basano su norme di legge. Nell'evidenziare che il Governo può intervenire a modificare tali norme se esse non sono adeguate, o a sostituire il Capo del DAP se non ne condivide le circolari, esprime la propria preoccupazione per una ipotesi normativa circolata sui giornali secondo la quale sull'eventuale scarcerazione di particolari categorie di detenuti dovrebbe intervenire il parere rinforzato delle procure. Nel ritenere a tale proposito che tale soluzione rischi di generare soltanto confusione ed auspicando al contrario che i ruoli siano mantenuti chiari e distinti, ribadisce la Pag. 32necessità dell'audizione del Ministro e del Capo del DAP al fine di fornire le necessarie spiegazioni alla Commissione Giustizia. Stigmatizza peraltro il fatto che il sottosegretario Ferraresi non ritenga di fornire alcun chiarimento sui provvedimenti in corso di predisposizione in materia di giustizia e sulle ragioni che hanno indotto a scaricare la responsabilità sui magistrati di sorveglianza. Invita pertanto il presidente a sollecitare il sottosegretario Ferraresi a svolgere il suo ruolo.

  Giulia SARTI (M5S), relatrice, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato), richiamando l'attenzione sulla scelta del Governo di presentare il Programma Nazionale di Riforma non appena sarà completata la definizione delle misure di sostegno all'economia e alle famiglie colpite dall'emergenza e non appena sarà perfezionata la strategia di riapertura delle attività produttive e di ritorno alla normalità. Evidenzia come nel DEF in esame si chiarisca che tale decisione nasce dalla consapevolezza da parte del Governo dell'importanza del documento di economia e finanza e del rispetto per le istituzioni a cui esso è rivolto, considerato che le risposte ai problemi immediati dei cittadini e delle aziende e la definizione delle fasi di apertura dell'economia sono i compiti più urgenti da adempiere.

  Gianluca CANTALAMESSA (LEGA) chiede su che cosa la Commissione si appresti a votare considerato che il DEF non contiene alcunché in materia di giustizia.

  Franco VAZIO, presidente, prega i colleghi di attenersi al merito delle questioni.

  Enrico COSTA (FI) chiede se sia possibile proporre un'integrazione della proposta di parere della relatrice, rammentando peraltro di aver chiesto che la votazione avvenisse in una seduta distinta da quella dell'incardinamento del provvedimento.

  Franco VAZIO, presidente, nell'invitare il collega Costa ad illustrare la proposta di integrazione, fa presente che l'avvio dell'esame del DEF da parte dell'Assemblea è previsto per domani.

  Enrico COSTA (FI) invita la relatrice a valutare l'opportunità di richiamare nella proposta di parere: a) l'attuazione delle riforme ordinamentali e processuali per consolidare il principio del giusto processo, che, pur essendo enunciato nella Costituzione, non fa ancora parte del quotidiano esercizio della giurisdizione in quanto: nel processo penale è oramai improcrastinabile restituire efficienza e celerità al sistema senza sacrificare le garanzie, deve essere oltremodo assicurata l'effettiva parità tra accusa e difesa e la reale terzietà del giudice; nel processo civile deve essere garantita la certezza di una decisione in tempi ragionevoli e vanno individuate le soluzioni idonee ad eliminare il gigantesco macigno dei procedimenti arretrati, in particolare attraverso un'azione complessiva di informatizzazione; b) la realizzazione di interventi definitivi finalizzati al superamento delle carenze drammatiche di personale amministrativo e all'effettiva riqualificazione del personale; c) la necessaria semplificazione normativa e burocratica della legislazione primaria e regolamentare che incide sul sistema giustizia, che aumenta il livello di litigiosità e contribuisce ad allungare i tempi dei processi; d) la realizzazione di maggiori investimenti in informatizzazione del processo civile e del processo penale, al fine di conseguire un miglioramento complessivo dell'organizzazione dei servizi di cancelleria, di realizzare considerevoli risparmi di spesa e di raggiungere una trasparenza delle informazioni relative alle cause e alle sentenze per l'avvocatura e i cittadini; e) la definitiva implementazione di una modernizzazione tecnologica degli uffici giudiziari, già avviata con parziale successo, in ragione di una loro maggiore efficienza e produttività; la realizzazione di programmi di innovazione digitale, per il miglior funzionamento degli uffici, da attuare con il completo ammodernamento delle infrastrutture e delle reti di trasmissione dei dati informatizzati; Pag. 33f) l'attuazione di un programma credibile e immediato, adeguatamente finanziato, per la realizzazione di un nuovo piano carceri, attraverso l'implementazione delle strutture esistenti e l'edificazione dei nuovi istituti, nonché per provvedere alla copertura dei ruoli vacanti della polizia penitenziaria, al fine di garantire ad essi di poter operare in condizioni di sicurezza.

  Giulia SARTI (M5S), relatrice, dichiara di doversi esprimere a malincuore in senso contrario circa l'integrazione della sua proposta di parere illustrata dal collega Costa, ribadendo che tali considerazioni potranno essere più opportunamente avanzate in occasione della presentazione del PNR da parte del Governo. Ritiene di aver già ampiamente illustrato i motivi per i quali il DEF 2020 non è corredato come di consueto dal Programma Nazionale di Riforma. Rinviando pertanto il dibattito ad una futura occasione, ribadisce di non poter accogliere le richieste dell'onorevole Costa.

  Jacopo MORRONE (LEGA) chiede se, in considerazione della mancanza all'interno del DEF di qualsiasi profilo attinente le competenze della Commissione Giustizia, sia obbligatorio esprimere un parere.

  Franco VAZIO, presidente, fa presente che il provvedimento è stato comunque assegnato in sede consultiva alla Commissione Giustizia.

  Enrico COSTA (FI) ribadisce la richiesta di chiarimento del collega Morrone.

  Franco VAZIO, presidente, ribadisce che il provvedimento è stato assegnato anche alla Commissione Giustizia. Invita pertanto i colleghi a procedere con gli eventuali interventi in sede di dichiarazioni di voto.

  Ciro MASCHIO (FDI) interviene per ribadire la posizione di Fratelli d'Italia che è disponibile a votare in senso favorevole al richiesto scostamento di bilancio come già fatto in precedenza. Precisa tuttavia che per il futuro pretende un reale coinvolgimento delle opposizioni per quanto riguarda la predisposizione dei prossimi provvedimenti sul bilancio dello Stato da parte del Governo, evidenziando come ciò non sia fin qui avvenuto. Stigmatizza pertanto il fatto che il Parlamento sia stato trasformato in uno spettatore delle misure annunciate in televisione dal Presidente del Consiglio. Da ultimo preannuncia il voto contrario di Fratelli d'Italia sulla proposta di parere della relatrice che considera pleonastica.

  Roberto TURRI (LEGA) dichiara il voto contrario del suo gruppo su una proposta di parere che fa riferimento ad un documento che non reca nulla in materia di giustizia, vista la decisione del Governo di rinviare l'individuazione di orientamenti in tale settore ad un momento successivo. Ritiene che sarebbe stato meglio sicuramente inserire già in questa sede una parte specifica in materia di giustizia.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dalla relatrice.

  La seduta termina alle 18.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 18.40 alle 18.50.

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