CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 31 marzo 2020
342.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per il regolamento
COMUNICATO
Pag. 3

  Martedì 31 marzo 2020. — Presidenza del presidente Roberto FICO.

  La seduta comincia alle 15.05.

Comunicazioni del Presidente sulle modalità di svolgimento dei lavori delle Commissioni nel periodo dell'emergenza derivante dalla diffusione del virus Covid19.

  Roberto FICO, Presidente, ricorda che nella riunione del 4 marzo scorso è stato avviato un confronto sulla questione relativa agli effetti che le limitazioni della libertà di circolazione disposte per contenere l'emergenza Covid 19 possono determinare sull'esercizio delle funzioni parlamentari; in tale contesto è stato fatto riferimento anche alla possibilità di prevedere forme di partecipazione a distanza ai lavori parlamentari – dibattiti e votazioni – da parte dei parlamentari impossibilitati a prendervi parte.
  In quella sede è emersa la complessità della questione posta in ragione delle caratteristiche essenziali del funzionamento delle Camere, cui i parlamentari concorrono, nel vigente quadro costituzionale e regolamentare, attraverso la presenza fisica nelle Aule parlamentari e la partecipazione attiva al dibattito e alle eventuali deliberazioni, se previste, secondo quanto disposto dall'articolo 64, terzo comma, della Costituzione.
  Ad esito della richiamata riunione, la Giunta ha concordato sull'esigenza di una previsione normativa – da introdurre con un intervento di rango legislativo o, nell'immediato, anche con fonte di natura secondaria – finalizzata a consentire ai parlamentari, a determinate condizioni, tali da non mettere a rischio l'efficacia dell'azione di contenimento della diffusione del virus, di circolare sul territorio nazionale per esigenze connesse all'esercizio delle loro funzioni. Al riguardo ricorda infatti che il decreto-legge n. 6 del 2020, all'articolo 1, comma 2, lettera a), aveva previsto, tra le misure adottabili al fine di contenere la diffusione del virus, quella del divieto di allontanamento dal comune o dall'area interessata da parte di tutti gli individui comunque presenti nel comune o nell'area; sulla base di tale disposizione nei successivi decreti del Presidente del Consiglio contenenti l'individuazione dei comuni inclusi nella cosiddetta zona rossa era stata riprodotta un'analoga formulazione, con espressa esclusione dall'ambito di applicabilità della norma del personale sanitario, di quello delle forze di polizia, del corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché delle forze armate, nell'esercizio delle proprie funzioni.
  Tale disposizione è stata poi effettivamente adottata: nei successivi decreti adottati dal Presidente del Consiglio dei Ministri, a partire da quello dell'8 marzo, Pag. 4la previsione del divieto degli spostamenti ha fatto salvi quelli «motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute». Inoltre il decreto-legge n. 19 del 25 marzo scorso, all'articolo 1, comma 2, lettera a), consente espressamente «spostamenti individuali limitati nel tempo e nello spazio o motivati da esigenze lavorative, da situazioni di necessità o urgenza, da motivi di salute o da altre specifiche ragioni».
  Appare dunque evidente che, nell'ambito delle predette fattispecie, ancorché non espressamente richiamati, rientrano anche gli spostamenti compiuti dai deputati sul territorio nazionale per l'esercizio delle loro funzioni. Ne consegue che, allo stato, tutti i parlamentari – con eccezione di coloro che per motivi sanitari di natura personale non possono allontanarsi dal luogo di domicilio – possono effettuare spostamenti dai luoghi di residenza o domicilio verso le sedi della Camera e viceversa, pur dovendo affrontare le molteplici difficoltà e i gravi disagi derivanti dalla complessiva situazione nazionale. In proposito talune ulteriori difficoltà sono emerse a seguito di ordinanze adottate da alcuni Presidenti di Regioni che hanno previsto l'obbligo di quarantena per quattordici giorni per tutti coloro che fanno ingresso nei territori delle relative regioni.
  La questione, affrontata anche nell'ultima riunione dei Presidenti di Gruppo, è stata segnalata al Governo ed è in via di soluzione. Al riguardo sottolinea come sia comunque suo intendimento tornare a segnalare a tutte le competenti autorità tali questioni, al fine di garantire in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, in termini compatibili con l'esigenza della tutela della salute pubblica, la possibilità per i deputati di effettuare gli spostamenti necessari all'esercizio del mandato.
  Osserva che dalla precedente riunione della Giunta la situazione è molto cambiata in quanto la gravità della situazione epidemiologica in atto ha reso necessario adottare misure di carattere eccezionale per lo svolgimento delle attività parlamentari finalizzate a consentire l'esercizio delle funzioni istituzionali della Camera secondo modalità coerenti con le prescrizioni e raccomandazioni delle autorità sanitarie. Tali misure, tutte concordate unanimemente in sede di Conferenza dei Presidenti di Gruppo, sono state volte, per un verso, a concentrare le attività parlamentari all'esame di atti indifferibili e urgenti, connessi all'emergenza Covid 19 e, per altro verso, a limitare la presenza dei deputati in seduta per periodi prolungati.
  Al riguardo, quanto ai lavori dell'Assemblea, si è convenuto di limitarli nel corso dell'emergenza all'esame dei progetti di legge indifferibili e urgenti – in primo luogo i disegni di legge di conversione di decreti-legge – e allo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e di interpellanze urgenti, ai fini del mantenimento di una costante interlocuzione con il Governo sull'emergenza Covid19, da perseguire anche attraverso lo svolgimento di informative urgenti. Anche l'attività delle Commissioni e degli altri organi parlamentari è stata perimetrata all'esame degli atti indifferibili e urgenti. In particolare, si è convenuto che l'esame dei progetti di legge debba riguardare gli argomenti iscritti nel calendario dei lavori dell'Assemblea o quelli eventualmente assegnati in sede legislativa. Ai fini del mantenimento di una costante interlocuzione con il Governo sull'emergenza Covid19, presso le Commissioni possono inoltre avere luogo audizioni dei Ministri di settore (o anche di altri soggetti) in relazione alle diverse tematiche connesse all'emergenza stessa, nonché sedute di sindacato ispettivo. È inoltre possibile l'espressione di pareri su atti del Governo in scadenza e non differibili.
  Fa presente che, al fine di corrispondere alle prescrizioni e raccomandazioni delle competenti autorità sanitarie è stata poi data disposizione che le Commissioni e gli altri organi parlamentari si riuniscano in Aule o sale di maggiori dimensioni (quali Sala del Mappamondo, la Nuova Aula dei Gruppi, la Sala della Regina e, se necessario, la stessa Aula della Camera), in modo da garantire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale e l'esigenza di evitare assembramenti, Pag. 5nonché secondo una programmazione coordinata delle stesse anche al fine di garantire le necessarie operazioni di igienizzazione delle aule fra una riunione e l'altra.
  Per quanto concerne i lavori dell'Assemblea, al fine di evitare la presenza contestuale in Aula di un numero elevato di parlamentari per periodi prolungati, sono state raggiunte delle intese tra i Gruppi finalizzate a contenere tali presenze e sono state adottate idonee modalità di votazione, come quella per appello nominale prevista per l'odierna seduta.
  Si tratta peraltro di decisioni analoghe a quelle assunte in molti altri Parlamenti di Paesi europei colpiti dal contagio: infatti, al di là delle differenze dei rispettivi ordinamenti costituzionali, la gran parte di essi ha previsto una drastica riduzione dell'attività parlamentare nel periodo corrispondente all'emergenza in corso e, in molti casi, sono state previste limitazioni rigorose del numero dei parlamentari che possono essere contestualmente presenti nelle Aule, come risulta dalla ricognizione di tipo comparatistico effettuata dagli uffici della Camera e posta a disposizione dei membri della Giunta.
  Ferma restando la piena validità ordinamentale delle decisioni sin qui assunte alla Camera, è evidente come l'assoluta eccezionalità e la radicale novità della situazione in corso – anche rispetto alle condizioni di avvio della riflessione della Giunta nella passata riunione – e il suo prolungarsi per un tempo allo stato non prevedibile, rendano necessario proseguire il confronto sulle procedure e sugli strumenti maggiormente idonei a garantire il funzionamento della Camera e dei suoi organi – ed il pieno esercizio del mandato parlamentare – nel rispetto delle prescrizioni di natura sanitaria. In questo quadro occorre quindi valutare, da un lato, se vi siano ulteriori strumenti e procedure già previsti nel nostro ordinamento da attivare nel contesto attuale e, dall'altro, le innovazioni che possono essere eventualmente introdotte, anche attraverso una applicazione in via analogica di istituti vigenti, in termini compatibili con le norme ed i principi del Regolamento e con la Carta costituzionale. In tale ambito si colloca anche il confronto sulle tematiche della partecipazione a distanza ai lavori delle Commissioni oggetto di alcune iniziative da parte di taluni deputati nel corso degli ultimi giorni. Fa presente al riguardo che, con lettera dello scorso 20 marzo, il Presidente della VI Commissione Finanze ha sollecitato l'avvio di una riflessione sulla possibilità per le Commissioni parlamentari di accedere a modalità di lavoro a distanza, quali le videoconferenze, con particolare riferimento allo svolgimento di sedute nelle quali non sono previste votazioni, quali quelle dedicate alle attività conoscitive e al sindacato ispettivo; con lettera in data 27 marzo, il Presidente della IX Commissione Trasporti ha chiesto l'autorizzazione allo svolgimento di una serie di audizioni con la partecipazione in videoconferenza non solamente degli auditi – come è già consentito in via di prassi e anzi fortemente raccomandato in questa fase emergenziale – ma anche, in deroga alla disciplina vigente, dei deputati; con lettera del 30 marzo il Presidente della VII Commissione Cultura gli ha trasmesso copia di una lettera di alcuni deputati della Commissione, indirizzata al Presidente Gallo, con la quale si chiede, tenuto conto della persistenza della situazione di emergenza e delle esigenze di sicurezza dei deputati, di rendere possibile ai membri dell'organo la piena partecipazione ai lavori da remoto nonché, allo stesso fine, la trasmissione via webtv delle sedute.
  Precisa che le questioni poste sono di grande rilevanza e devono essere esaminate tenendo conto del quadro giuridico di riferimento, della situazione emergenziale di fatto nella quale la Camera è chiamata ad operare e delle opzioni, anche tecnologiche, allo stato disponibili.
  Per quanto concerne il primo aspetto, cui ogni soluzione deve necessariamente essere conforme, vale a dire il quadro costituzionale di riferimento, come ha già detto, rappresenta una caratteristica essenziale del funzionamento delle Camere lo svolgimento delle sedute nelle Aule parlamentari nelle quali sono presenti fisicamente Pag. 6i parlamentari chiamati a svolgere le diverse funzioni – legislativa, di indirizzo e di controllo – attraverso la partecipazione attiva al dibattito e alle eventuali deliberazioni, secondo quanto disposto dall'articolo 64, terzo comma, della Costituzione. In riferimento alla citata disposizione costituzionale l'emergenza attuale chiede di interrogarsi sulla possibilità di una sua interpretazione evolutiva, che declini in termini diversi la prescrizione della presenza dei parlamentari ai lavori della Camera. Si tratta, in sostanza, di valutare se la situazione emergenziale in atto giustifichi o meno, e, in caso affermativo, in quali casi e in che termini, una interpretazione del dettato costituzionale che consenta di considerare presenti ai lavori deputati che partecipino agli stessi da remoto, per il tramite di videoconferenze o altri strumenti tecnologici.
  Come è noto, nel dibattito pubblico che si sta sviluppando in questi giorni le posizioni, anche dei costituzionalisti e degli esperti della materia, sono estremamente differenziate.
  Con riferimento ai principi che informano lo svolgimento delle attività parlamentari vi è poi da tenere in considerazione le disposizioni dettate a presidio della libertà dei deputati e delle relative discussioni che si svolgono nelle aule parlamentari, quali quelle concernenti l'immunità di sede e il divieto di accesso alle aule parlamentari da parte di estranei, nonché quelle che disciplinano i poteri presidenziali in ordine alla regolarità delle modalità di esercizio delle prerogative parlamentari.
  Al fine di fornire una risposta ai richiamati interrogativi occorre poi tenere conto della eccezionale situazione di fatto in cui oggi ci si trova ad operare, verificando l'effettiva possibilità per gli organi parlamentari di svolgere pienamente le loro funzioni applicando le vigenti regole dell'ordinamento parlamentare e adeguandosi al contempo alle prescrizioni sanitarie. Nell'ambito di tale valutazione viene prioritariamente in considerazione la questione inerente alla possibilità per i parlamentari di recarsi presso le sedi della Camera. Al riguardo valgono le considerazioni già svolte con riferimento alla situazione italiana nella quale, sia pure con i numerosi disagi cui ha fatto prima riferimento, è allo stato possibile per i deputati raggiungere le sedi della Camera, circostanza questa che rende la Camera e i suoi organi operativi e funzionanti. Ricorda in proposito che il Presidente del Parlamento europeo ha dichiarato che la decisione assunta in ordine al voto a distanza con riferimento alla seduta plenaria del 26 marzo scorso è stata, invece, fondata sulla constatazione di una impossibilità di fatto per i parlamentari europei di recarsi a Bruxelles, sede presso la quale era già stato deciso di svolgere la seduta plenaria.
  In secondo luogo vengono in rilievo le modalità di svolgimento dei lavori parlamentari adottate al fine di garantire la sicurezza di coloro che vi prendono parte. Nel richiamare le decisioni sin qui assunte, già illustrate, che si sono prevalentemente basate su intese tra i Gruppi finalizzate a contenere sia le attività da svolgere sia il numero dei deputati chiamati a parteciparvi, osserva che tali soluzioni, ancorché frutto di accordi unanimi, comportano di fatto una limitazione nelle modalità di esercizio del mandato parlamentare. Occorre dunque valutare se vi siano ulteriori soluzioni procedurali – a partire da quelle previste dal vigente ordinamento – che consentano di contemperare le diverse esigenze del momento. Si tratta, in massima parte, di soluzioni che richiedono, per come configurate dal Regolamento, un'ampia adesione da parte delle forze politiche.
  Per quanto riguarda i lavori delle Commissioni, oggetto della odierna riunione, ha già fatto riferimento, in riunioni della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, alla possibilità di istituire una Commissione speciale, ai sensi dell'articolo 22 del Regolamento, cui affidare, assorbendovi anche le funzioni consultive di altri organi, lo svolgimento dell'esame in sede referente dei progetti di legge indifferibili e urgenti, nonché delle attività conoscitive sulle diverse Pag. 7tematiche connesse all'emergenza Coronavirus. In quella sede, tuttavia, si è ritenuto preferibile mantenere tali competenze in capo alle Commissioni permanenti.
  Con riferimento al lavoro di queste ultime, ha anche avuto modo di richiamare le disposizioni del Regolamento sulle sostituzioni, istituto specificamente riferito ai deputati impediti a partecipare ai lavori della rispettiva Commissione.
  È stato poi fatto riferimento alla possibilità di incentivare il ricorso alle sedi redigente e legislativa. In proposito vi è tuttavia da osservare che, sebbene la Costituzione non faccia divieto di ricorrere a tali sedi decentrate per l'esame dei disegni di legge di conversione di decreti-legge – cui oggi si riferisce la maggior parte dell'attività legislativa da esaminare nel corso dell'emergenza – il Regolamento della Camera prevede che gli stessi siano assegnati in sede referente, rendendo così necessaria l'ordinaria fase di esame in Assemblea. Al riguardo le intese sino ad ora raggiunte tra i Gruppi con riferimento all'esame dei disegni di legge di conversione pendenti hanno consentito di non procedere alla fase di esame degli emendamenti in Assemblea, realizzando, in via di fatto, un effetto in parte analogo a quello proprio della sede redigente, che riserva alla fase di Commissione l'esame delle proposte emendative. Si tratta, comunque, di una soluzione resa possibile dalle intese tra i Gruppi e non vincolante per i singoli parlamentari.
  Ciò posto sul piano delle procedure vigenti, occorre valutare se lo stato descritto possa indurre a considerare, per la durata di questa fase emergenziale e in ragione della stessa, compatibilmente con il quadro costituzionale e regolamentare, la previsione di forme di partecipazione ai lavori delle Commissioni parlamentari da remoto e, in caso affermativo, con riferimento a quali procedure.
  Al fine di una maggiore chiarezza nel confronto ritiene opportuno prendere in considerazione, anche alla luce delle sollecitazioni specificatamente pervenute al riguardo, le attività svolte in sedi nelle quali non sono previste votazioni, avendo sempre presente l'esigenza di assicurare la coerenza complessiva delle soluzioni eventualmente prospettate.
  In proposito osserva che una prima distinzione da operare è quella tra le attività svolte in sede formale e quelle in sede informale. Come è noto, si svolgono in sede informale quelle attività che, pur riconducibili all'attività istituzionale dell'organo, non sono soggette a resocontazione (salva l'indicazione, negli atti della Camera, dell'orario di svolgimento e salva, per le sole audizioni informali, la trasmissione via webtv).
  Dalle sedute informali vanno ovviamente tenute distinte – in quanto prive di rilievo procedurale o regolamentare nonché di rilevanza esterna – le attività (come riunioni, contatti per le vie brevi) svolte dai membri della Commissione o da una parte di essi, con o senza la partecipazione di soggetti esterni, che, sebbene funzionali allo svolgimento dei lavori dell'organo, non sono inquadrabili tra le attività istituzionali e dunque possono essere organizzate, convocate e svolte in forma del tutto libera, attraverso gli strumenti ritenuti più idonei allo scopo. Le sedute informali sono invece esplicazione di attività parlamentare e dunque rilevanti sul piano procedurale e regolamentare, svolte con la presidenza del Presidente, in sede plenaria o di collegi minori, previo invio ai componenti della convocazione ufficiale, oggetto anche di pubblicazione sul sito della Camera e nell'apposito bollettino.
  Ciò posto, sottopone alla valutazione dei membri della Giunta la possibilità di consentire – in ragione della assoluta eccezionalità della situazione e in via sperimentale – la partecipazione da remoto – tramite sistemi di videoconferenza – ad alcune attività delle Commissioni svolte in sedi informali; a tale fine ritiene che le predette sedute, idoneamente programmate in modo da assicurare il necessario supporto tecnico, debbano svolgersi presso le sedi della Camera, con la presenza del Presidente della Commissione, o di un Vicepresidente, nonché del funzionario segretario dell'organo e dei deputati che Pag. 8intendano assicurare la loro presenza in sede. Si tratterebbe, in sostanza, delle riunioni degli Uffici di presidenza, sia in sede di programmazione dei lavori sia in sede di svolgimento di audizioni, modalità quest'ultima ampiamente conosciuta in via di prassi.
  Analogamente, e alla medesima condizione della presenza in sede della Presidenza e della segreteria dell'organo, potrebbe valutarsi se sia possibile prevedere la partecipazione dei deputati da remoto anche alle audizioni informali svolte in sede plenaria, anche alla luce del fatto che la prassi consente, come già detto, che le stesse si svolgano anche attraverso interventi degli auditi in videoconferenza. Con riferimento alle Commissioni permanenti vi è però da considerare che il Regolamento prevede che possano partecipare a tali sedute anche deputati non appartenenti alla Commissione; a questo riguardo andrebbe dunque previsto che la richiesta di partecipazione da remoto – da esercitare in misura contenuta e comunque entro limiti numerici compatibili con le potenzialità offerte dalla tecnologia – sia puntualmente indirizzata al Presidente della Commissione da parte del Presidente del Gruppo di appartenenza ai sensi dell'articolo 38 del Regolamento, entro un congruo termine, ad esempio pari a ventiquattro ore, idoneo a predisporre i necessari adempimenti tecnici.
  Per le sedi formali di riunione delle Commissioni ritiene che debba rimanere ferma la partecipazione diretta ai lavori: ogni altra valutazione richiederebbe peraltro, come detto nella precedente riunione della Giunta, il coinvolgimento e il raccordo con il Senato, attenendo ad una interpretazione della norma costituzionale.
  Aggiunge, infine, raccogliendo un'ulteriore richiesta avanzata in questi giorni, che, al fine di favorire il massimo accesso possibile all'informazione sui lavori parlamentari in questo momento di emergenza, sia da parte dei deputati impossibilitati a prendervi parte, sia da coloro che in base alle regole vigenti possono seguire i lavori delle Commissioni tramite il circuito chiuso, sempre in via sperimentale e per il periodo di durata dell'emergenza, si potrebbe prevedere la trasmissione via web – in formato accessibile tramite la rete Intranet della Camera o tramite apposite credenziali – delle sedute delle Commissioni in sede referente, ovviamente ove vi sia l'unanimità dei consensi su tale forma di pubblicità, come previsto per il circuito chiuso. Per motivi tecnici tale unanimità dei consensi dovrebbe essere verificata in anticipo dalla presidenza della Commissione.
  Chiede, in conclusione, quale sia l'orientamento dei colleghi su queste comunicazioni.

  Emanuele FIANO ringrazia anzitutto il Presidente, assistito dagli uffici, per aver posto in campo ogni sforzo interpretativo del Regolamento in un periodo così difficile per il Paese e per la gestione dei lavori parlamentari, giungendo alla formulazione di una proposta.
  Apprezza anche l'obiettività del Presidente nel ricordare che esistono differenti interpretazioni relative ai vincoli posti dal dettato costituzionale rispetto alla partecipazione ai lavori parlamentari a distanza: personalmente, infatti, ritiene che ci siano interpretazioni molto valide ma ben diverse da quelle prospettate dal Presidente, come quella avanzata dal professor Curreri, il quale, richiamando gli articoli 55, 62 e 64 della Costituzione, ha sottolineato che chi individua la presenza fisica dei parlamentari come l'unica compatibile con il testo della Costituzione, in quanto l'unica idonea a consentire il confronto parlamentare, per un verso fossilizza la Costituzione privandola della dinamicità che ogni atto giuridico, e tanto più la Costituzione, intrinsecamente possiede per rispondere alle sollecitazioni provenienti dai mutati contesti storici e sociali; e, per un altro verso, finisce per anteporre il modo, cioè la presenza fisica dei parlamentari, al fine, cioè l'essere riuniti per discutere e deliberare. Non sempre, del resto, è stato ed è così, come dimostrano le occasioni in cui il Parlamento Pag. 9ha deliberato questioni importanti con una presenza ridotta di componenti.
  Ritiene che, nel ragionamento che si sta promuovendo in questa sede, occorre individuare e tenere sempre davanti, nel loro ordine, le priorità.
  Nel preannunziare che esprimerà consenso rispetto alla proposta del Presidente, desidera osservare, quanto alla ricordata decisione unanime della Conferenza dei Presidenti di Gruppo circa i limiti dell'attività delle Commissioni in questo periodo, che, se certamente l'unanimità riscontratasi in quella sede costituisce un dato politico rilevante, essa non può valere ad espropriare la Giunta della competenza – che essa inequivocabilmente ha – di valutare una questione regolamentare. Osserva inoltre che, con riferimento ai lavori in corso in Assemblea ed in particolare alla votazione finale di un disegno di legge di conversione, per la quale è stato disposto, per garantire il rispetto delle distanze interpersonali di sicurezza in Assemblea, il ricorso all'appello nominale al fine di evitare affollamenti, si è a suo avviso determinato un eccessivo afflusso di deputati nel salone del Transatlantico.
  Aggiunge poi che se, da un lato, occorre senz'altro garantire la salute di tutti i deputati e del personale della Camera, ed in questo senso condivide tutte le misure adottate, al cui pieno rispetto richiama tutti, dall'altro la realizzazione di questo fondamentale obiettivo non può, a suo avviso, determinare una lesione dei diritti di nessun parlamentare: in questo quadro, può dirsi garantito pienamente il rispetto della Costituzione se uno o più deputati in quarantena non possono partecipare alle votazioni, in Commissione, come in Aula, per un impedimento che non dipende dalla loro volontà ma consegue all'applicazione delle disposizioni normative adottate dal Governo ?
  Ritiene dunque che, per affrontare la questione, occorra uno sforzo di dinamicità, che, tenendo conto del rischio di un aumento del numero dei deputati in quarantena, si sforzi, al fine di risolvere i problemi, di non fossilizzarsi in una interpretazione conservatrice della Costituzione ma salvaguardi un principio fondamentale, quello secondo cui i provvedimenti legislativi, in una democrazia, devono essere votati dai parlamentari, anche da remoto, se possibile, salvaguardando i corretti rapporti di proporzionalità fra i gruppi che rischiano di essere lesi ove, in ipotesi, risultino posti in quarantena molti deputati di uno stesso Gruppo: ciò senza prefigurare irragionevoli scenari in cui si ritenga che da remoto si esprima l'intero collegio parlamentare, posto che il Parlamento, anche in questo nuovo scenario, è e resta aperto.
  Si tratta di considerazioni che ha così inteso offrire al dibattito, fermo restando che accoglie la proposta avanzata dal Presidente, peraltro sostenuta da un accordo politico.

  Federico FORNARO, nell'associarsi ai ringraziamenti nei confronti del Presidente, si sofferma sul tema della libertà di circolazione dei deputati sul territorio nazionale, che a suo avviso non è stato risolto e che presenta due risvolti: uno attiene al fatto che, in mancanza di un'apposita circolare interpretativa del Ministro dell'interno, i parlamentari, sulla base delle disposizioni applicate sul territorio, sono chiamati a compilare gli appositi questionari, quando – ossia quasi sempre – non è ritenuta sufficiente l'esibizione del tesserino; l'altro riguarda invece la cosiddetta quarantena di ritorno, ossia la quarantena che alcune ordinanze regionali prevedono per coloro che ritornano nella regione di residenza e che, in assenza di una circolare ministeriale, potrebbe essere applicata ai deputati che tornano nella loro città dopo aver preso parte ai lavori parlamentari, con ciò determinandosi un oggettivo impedimento a svolgere la loro attività in quanto componenti di un organo costituzionale e dunque la lesione di prerogative costituzionali.
  Ritiene poi che, al di là della discussione sul tema del voto a distanza, e in aggiunta rispetto alla soluzione proposta dal Presidente, debba essere individuata una ulteriore soluzione che assicuri il pieno funzionamento della Camera ove il Pag. 10numero dei contagi dovesse aumentare. Anch'egli si sofferma sulle modalità di svolgimento della votazione odierna in Aula e sulle problematicità riscontrate: al riguardo prospetta l'opportunità di valutare, nelle sedi competenti e sempre al fine di garantire il rispetto delle distanze minime interpersonali di sicurezza, sia la collocazione di una parte dei deputati nelle tribune del pubblico, come gli risulta sia accaduto al Senato, sia la dislocazione di una parte dei deputati nella Nuova Aula dei Gruppi, appositamente attrezzata, prevedendo comunque il ricorso a votazioni per alzata di mano. Ritiene che si tratterebbe di soluzioni – che qui avanza formalmente perché possano essere in tempo utile istruite – pienamente rispettose del dettato regolamentare e di quello costituzionale, che consentirebbero un maggiore ordine nonché la partecipazione alle votazioni di molti più deputati, obiettivo al quale occorre orientare le scelte organizzative posto che attende la Camera nelle prossime settimane l'esame, in particolare, di un disegno di legge di conversione – quello relativo al decreto-legge cosiddetto Cura Italia – che si preannuncia caratterizzato da divergenti posizioni dei Gruppi e molteplicità di proposte emendative.

  Roberto OCCHIUTO dichiara la sua condivisione del contenuto delle comunicazioni del Presidente, che ringrazia sentitamente, insieme agli Uffici della Camera, per le azioni intraprese finalizzate a garantire il funzionamento della Camera, nelle attuali eccezionali circostanze, con l'auspicio che queste possano volgere presto al termine.
  Ciò premesso, indica come necessario per rispondere ai quesiti indicati nelle comunicazioni del Presidente riuscire a bilanciare, in questo arco di tempo, l'esigenza di garantire la piena operatività della Camera, pure con gli adattamenti richiesti dall'eccezionalità del momento, con quella di non alterare in questa fase la fisionomia degli strumenti e delle procedure regolamentari consolidate: sarebbe, infatti, a suo avviso, poco prudente assumere decisioni dirompenti sotto il profilo costituzionale e regolamentare, che assumerebbero comunque valore di precedente, sull'onda dell'attuale emergenza di cui è ancora totalmente incerta la durata.
   È, infatti, da riconoscersi che, grazie all'impegno del Presidente e all'atteggiamento di grande responsabilità tenuto dalle forze politiche, il Parlamento ha potuto continuare ad operare e a svolgere le sue funzioni nel solco delle procedure stabilite dal Regolamento; ma è consapevole, al contempo, che questa riflessione in seno alla Giunta per il Regolamento ha anche l'obiettivo di poter individuare, in prospettiva, soluzioni diverse qualora dovesse mutare il sopra descritto scenario parlamentare di discussione dei provvedimenti. Si riferisce principalmente alla discussione del decreto-legge n. 18 del 2020, attualmente all'esame del Senato, per il quale appare del tutto ragionevole attendersi che, pure in un clima di collaborazione tra le forze politiche, non si possano – data la mole del provvedimento – mantenere quelle condizioni di limitatissimo esercizio del diritto di emendamento che hanno caratterizzato gli altri provvedimenti d'urgenza inseriti in questo periodo nel calendario dei lavori della Camera, e che, dunque, alla luce di queste mutate condizioni, i moduli finora individuati possano non essere del tutto adeguati.
  Sotto questo punto di vista, ed in particolare con riguardo all'esigenza testè richiamata di non deformare le procedure regolamentari, ritiene meritevoli di approfondimento le soluzioni prospettate dal collega Fornaro e, in particolare, quella della possibile dislocazione in più Aule dei deputati, soluzione che gli appare compatibile con il quadro regolamentare vigente e senza operare interpretazioni, a suo avviso, ardite del dettato costituzionale. Del resto fa presente che nelle attuali circostanze i lavori parlamentari sono, pressoché in maniera esclusiva, dedicati ai provvedimenti previsti per fronteggiare l'emergenza complessiva derivante dalla diffusione del Coronavirus e che dunque, per quanto riguarda le Commissioni, le soluzioni prospettate dal Presidente appaiono assolutamente adeguate. Qualora poi la Pag. 11condizione emergenziale fosse destinata a protrarsi oltre un ragionevole e limitato lasso di tempo, sarebbe certamente opportuno allargare la prospettiva valutando attentamente anche le considerazioni del collega Fiano sui possibili sviluppi ed estensioni delle norme costituzionali e regolamentari.
  Quanto infine all'allargamento del ricorso alla web-tv, formula un monito sugli effetti che il ricorso estensivo a tale strumento, anche limitatamente all'utilizzo della rete intranet, potrebbe determinare sui comportamenti delle forze politiche, i quali proprio nelle sedi delle Commissioni sono generalmente improntati, pur nelle legittime differenze di posizioni, a spirito costruttivo e che invece potrebbero subire un'influenza negativa proprio dall'esposizione mediatica più accentuata, virando verso atteggiamenti più propagandistici.
  Conclusivamente, nel ribadire la sua condivisione delle comunicazioni del Presidente e ferma restando l'opportunità di un approfondimento istruttorio delle ipotesi suggerite dal collega Fornaro e anche sull'allargamento della webtv per i lavori in Commissione, alla luce di quanto ha poc'anzi ricordato, osserva, quanto a possibili affollamenti di deputati nel Transatlantico, che per evitarli occorre a suo avviso richiamare ad atteggiamenti responsabili i deputati e i Gruppi. Si sofferma quindi rapidamente sulla questione della quarantena di ritorno, da lui già posta nel corso della passata riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo e che, stante il numero di giorni passati da allora senza che sia giunta una soluzione, richiede ora, a suo avviso, una più forte iniziativa da parte del Presidente della Camera. Considerando, infatti, a parte il caso del deputato che si trovi in condizione di isolamento domiciliare in quanto positivo al Coronavirus o comunque a contatto con soggetti risultati positivi e per il quale non vede alcuna differenza con il caso della malattia che colpisca il deputato – ipotesi quest'ultima ben nota nella vita parlamentare e che mai, in passato, ha indotto alcuno a chiedere di poter partecipare ai lavori parlamentari a distanza – diverso ed ingiustificato è, a suo avviso, il vincolo che, per effetto di molteplici ordinanze regionali, colpisce i deputati i quali, dopo essere stati a Roma per impegni nei lavori parlamentari, rientrino poi nei luoghi di residenza e siano costretti a isolarsi per effetto di questo trasferimento dalla sede del Parlamento. Si tratta di una questione che auspica trovi una rapida soluzione per consentire una piena esplicazione del mandato parlamentare.

  Tommaso FOTI, rilevato preliminarmente che nelle modalità di svolgimento dei lavori parlamentari individuate finora si è comunque verificata, con particolare riferimento alla votazione odierna dell'Assemblea, qualche problematica di tipo tecnico e logistico, tiene a richiamare all'attenzione dei colleghi anche alcune difficoltà incontrate dai deputati prima ancora dell'arrivo nella sede della Camera, derivanti principalmente dalle difficoltà ed incertezze riscontrate nei mezzi di trasporto pubblici, spesso soggetti ad improvvise cancellazioni o variazioni che condizionano significativamente la programmazione degli spostamenti; a questo si aggiunga la non chiara definizione dello status del parlamentare che si sposta sul territorio in relazione all'assolvimento del mandato e che non ha trovato, per quanto ripetutamente richiesto al Governo, un riconoscimento specifico, circostanza questa che gli induce qualche sospetto sulla effettiva volontà del Governo di chiarire questo aspetto. Segnala poi la necessità di porre attenzione alla questione dei lavori delle Commissioni bicamerali e d'inchiesta, che deve essere affrontata in raccordo con la Presidenza del Senato e che può presentare, in ragione della natura delle funzioni da esse svolte, soprattutto con riferimento alle Commissioni di inchiesta, specifiche esigenze di riservatezza in ordine ai propri lavori.
  Convenendo con quanto osservato dal collega Occhiuto con riferimento alle differenti esigenze di modulazione e svolgimento dei lavori che si potranno porre, rispetto agli attuali provvedimenti, quando sarà trasmesso dal Senato il decreto-legge Pag. 12n. 18, il cui esame alla Camera si prospetta certamente più complesso ed articolato, richiama l'attenzione sulle modalità di votazione che in questo caso potrebbero applicarsi agli emendamenti, suggerendo che si potrebbe consentire ai deputati di votarli nel corso della discussione in Assemblea essendo fisicamente presenti nella propria Commissione, così da poter più agevolmente mantenere le distanze di sicurezza, disponendo di un maggior numero di aule in cui dislocare i deputati stessi.
  Ad una richiesta di chiarimento di tale proposta avanzata da Roberto FICO, Presidente, Tommaso FOTI precisa che, qualora si procedesse per alzata di mano, tale modalità consentirebbe – fermo restando un certo numero di deputati presenti nell'Aula – di redistribuire fisicamente i restanti deputati nelle rispettive Commissioni di appartenenza, nelle quali potrebbero esprimere il loro voto, sempre per alzata di mano, il cui risultato sarebbe raccolto a cura della Commissione medesima e trasmesso in tempo pressoché reale alla Presidenza dell'Aula, consentendo così a tutti i deputati di pronunciarsi sulle diverse proposte.

  Roberto GIACHETTI dichiara di condividere le comunicazioni del Presidente, considerando inevitabile che nell'attuale situazione emergenziale totalmente inedita ci si muova necessariamente per approssimazione, non essendo disponibile un'unica soluzione risolutiva di tutte le diverse questioni che si pongono. È dunque preminente la necessità di adottare soluzioni operative che consentano alla Camera di funzionare e per questo motivo considera la sede della Conferenza dei presidenti di gruppo come la sede più idonea ad adottare le soluzioni necessarie.
  Per quanto riguarda la riflessione della Giunta, ferma restando la piena legittimità di tutte le opinioni espresse al riguardo e il conseguente arricchimento del dibattito per effetto dell'ampio ventaglio di posizioni espresse, dubita che da tale sede possano provenire interpretazioni non ortodosse delle norme costituzionali, quale quella prospettata relativamente all'articolo 64, terzo comma, della Costituzione, che sarebbero di provenienza unilaterale da parte della Camera e per adottare le quali, a suo avviso, sarebbe invece necessaria una modifica costituzionale, i cui tempi di approvazione non sono, come è noto, celeri. Si associa inoltre a quanto già emerso nel dibattito in ordine alla necessità di raccordarsi con il Senato per l'individuazione di nuove modalità di lavoro che riguardino gli organi bicamerali.
  Più in generale ritiene comunque che, nelle attuali circostanze straordinariamente emergenziali, ogni soluzione debba essere individuata avendo prioritario riguardo alla necessità, da un lato, di non intaccare in alcun modo i diritti delle opposizioni e, dall'altro, di garantire la funzionalità dell'istituzione parlamentare, favorendo accordi che agevolino i lavori parlamentari.
  Passando poi a questioni non di diretta competenza della Giunta, ma comunque connesse con le condizioni di difficoltà che colpiscono i parlamentari nelle attuali circostanze, segnala una serie di questioni, di ordine logistico, che riguardano in particolare i deputati non residenti, in ragione soprattutto della difficoltà riscontrata di raggiungere Roma, ma anche di permanervi, non essendo la capitale, per tali deputati, un luogo di residenza: per tali questioni auspica una soluzione rapida anche con l'ausilio del Governo.
  Quanto invece alle problematiche riguardanti la partecipazione concreta alle sedute degli organi della Camera, conviene con quanto già osservato circa l'identità di situazione del deputato contagiato con quella del deputato malato, mentre per il deputato che sia costretto – senza essere contagiato – alla quarantena, dovrebbe applicarsi l'istituto della missione; auspica anch'egli una rapida soluzione, in virtù di un intervento del Presidente presso il Governo, del problema della quarantena imposta ai parlamentari in forza delle ordinanze regionali più volte richiamate, che obbligano, senza distinzione, chi rientri da un territorio extraregionale a rimanere in isolamento. Concorda altresì con Pag. 13l'esigenza di un richiamo ai gruppi al fine di evitare possibili affollamenti nel Transatlantico, unitamente all'individuazione di spazi adeguati dove far sostare i deputati in attesa di votare.
  Premesso poi che si dichiara d'accordo con l'indicazione di non procedere alla rilevazione delle presenze negli organi parlamentari, precisata dalla Presidenza, e a cui lui stesso aveva pensato di non procedere nell'ambito della seduta della Giunta delle elezioni da lui presieduta, ritiene invece che in Aula dovrebbe essere mantenuta la modalità di voto con l'inserimento delle minuzie, atteso che a suo avviso, con l'utilizzo delle tribune, come fatto al Senato, si potrebbe assicurare la presenza di un numero di deputati ancora maggiore, nel rispetto delle misure e delle distanze di sicurezza. Giudica con estremo interesse quindi la proposta del collega Fornaro, in relazione alla quale reputa che l'impiego congiunto, insieme ai posti in Aula, di quelli disponibili nelle tribune dell'Aula e dell'auletta dei Gruppi potrebbe consentire a tutti i deputati, eventualmente anche con modalità di voto diverse, la partecipazione alle votazioni, rispettando la necessità che queste abbiano comunque luogo nella sede della Camera.

  Vanessa CATTOI si dichiara d'accordo con il contenuto delle comunicazioni rese dal Presidente, sul presupposto che ogni misura volta a favorire la maggiore partecipazione possibile dei deputati ai lavori della Camera sia da accogliere con favore.
  È evidente, come già emerso ampiamente nel corso del dibattito, che permangono una serie di questioni giuridiche e anche di difficoltà pratiche che devono trovare un'adeguata soluzione per consentire a ciascun deputato, pur nel contesto emergenziale, di poter esercitare le proprie prerogative, incluse quelle di proposta e di modifica dei provvedimenti che saranno nelle prossime settimane sottoposte alla discussione della Camera: sotto questo profilo richiama la sopravvenuta inidoneità, alla luce del radicale mutamento dello scenario del diffondersi dell'epidemia, della soluzione che nella passata riunione della Giunta era stata prospettata in relazione alla forzosa assenza di un collega del suo Gruppo, cioè la parallela mancata partecipazione di un deputato del Gruppo del Partito democratico. Si rende inoltre necessaria una misura uniforme risolutiva per i molteplici parlamentari in relazione ai già citati divieti di spostamento nei quali incorrerebbero per aver fatto ritorno nelle proprie residenze dopo aver partecipato ai lavori della Camera, così come una soluzione per i problemi logistici di quanti non dispongono a Roma di un alloggio e incontrano conseguenti, considerevoli difficoltà. Infine, un'esigenza di omogeneità e di uniformità le appare necessaria anche rispetto alle modalità di lavoro seguite dai due rami del Parlamento, pur nel rispetto della loro autonomia.

  Francesco FORCINITI, riallacciandosi a quanto già fatto presente dal Presidente nelle sue comunicazioni introduttive, evidenzia come la situazione emergenziale sia purtroppo oggi molto diversa rispetto a quella rilevata nell'ultima occasione in cui si è riunita la Giunta, ventisette giorni orsono, quando scuole ed università erano ancora aperte, la cosiddetta zona rossa era territorialmente assai circoscritta e l'esame della Giunta si era sostanzialmente concentrato in merito al caso di un unico deputato impossibilitato a partecipare ai lavori parlamentari, perché oggetto di uno dei primi provvedimenti limitativi della libertà di circolazione.
  Di fronte a tale mutato stato delle cose, l'obiettivo comune, a suo avviso, dovrebbe essere non più solo quello di garantire la regolarità formale delle sedute delle Commissioni e dell'Assemblea, ma soprattutto quello di predisporre tutte le condizioni necessarie per garantire l'esercizio sostanziale delle funzioni parlamentari, con particolare riguardo alla funzione di controllo nei confronti dell'Esecutivo. Infatti, il Parlamento si trova, nelle attuali circostanze, in una condizione di obiettiva penalizzazione nell'esercizio dei propri compiti costituzionali, a differenza dell'Esecutivo che Pag. 14beneficia delle minori difficoltà ad operare, in quanto caratterizzato da una struttura molto più agile, snella e reattiva ed essendo in grado di avvalersi degli apparati amministrativi che ad esso rispondono, e anche del potere giudiziario, che per sua natura ha un modo diverso di estrinsecare la sua funzione costituzionale e quindi non risente, se non in misura marginale, dell'emergenza. È il Parlamento quindi ad incontrare le maggiori difficoltà nell'esercizio della sua funzione primaria, che certamente non è riducibile ad un controllo puramente formale sul Governo e sulle sue decisioni ma, soprattutto, deve tradursi in una attività dotata di efficacia sostanziale, cioè volta al miglioramento dei provvedimenti d'iniziativa dell'Esecutivo che vengono sottoposti al suo esame, al fine di rispondere con efficacia alle istanze ed ai bisogni provenienti dai cittadini.
  La variabile da cui muovere è quella concernente la durata temporale dell'emergenza.
  In un arco di tempo limitato, infatti, è del tutto ragionevole ritenere che il Parlamento, con una sorta di self-restraint, possa svolgere una funzione di ratifica degli atti di origine governativa, operazione che peraltro non può essere riferita a tutti gli atti del Governo, dal momento che ne rimangono esclusi gli atti di gestione dell'emergenza posti in essere mediante decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. In proposito ritiene che l'aver demandato la gestione dell'emergenza anche ad atti dell'Esecutivo di natura non legislativa, adottati cioè dal Presidente del Consiglio e non collegiamente dal Consiglio dei ministri, sulla base della cornice definita dai provvedimenti d'urgenza di rango legislativo, non costituisca certamente un'opzione negativa, atteso che, se si fosse agito esclusivamente mediante decreti-legge, la gestione parlamentare dei provvedimenti sarebbe diventata ancor più problematica.
  Se invece la durata dell'emergenza dovesse travalicare il ragionevole arco dei due o tre mesi, occorrerebbe, a suo parere, necessariamente interrogarsi riguardo alla possibilità di ampliamento delle soluzioni utilizzabili. Ciò va fatto, senza per questo attribuire al voto da remoto la caratteristica di panacea di tutti i mali, cioè di rimedio in grado di rimettere il Parlamento al centro delle Istituzioni, nella sua veste principale di controllore dell'Esecutivo, e senza voler dare per scontato che tale modalità di votazione sia fattibile o meno sul piano tecnico. Nell'incertezza, infatti, delle risposte ad un quesito così impegnativo, e non disponendo personalmente delle necessarie competenze tecniche per poter dare una risposta esaustiva agli interrogativi sulla praticabilità costituzionale e tecnica della soluzione, ritiene che per effettuare tale valutazione si potrebbe procedere alla costituzione di un tavolo tecnico – nel quale possano convergere sia le necessarie competenze costituzionali, che dovrebbero muovere dal necessario approfondimento dei riflessi che discendono sul piano operativo dalla corretta lettura dell'articolo 64, terzo comma, della Costituzione, sia quelle sul piano tecnico ed operativo – mirato a delineare possibili soluzioni pratiche volte a consentire modalità snelle di gestione dei lavori parlamentari nonché idonee a diradare i dubbi che provengono al riguardo da taluni costituzionalisti. Uno step successivo dovrebbe infine riguardare i tempi occorrenti all'implementazione delle soluzioni tecniche individuate.
  Nel ribadire di non essere affatto convinto di un'assoluta equipollenza della partecipazione a distanza con tutte le possibilità offerte dalla presenza fisica ai lavori parlamentari (basti pensare alla impraticabilità, a suo avviso, delle votazioni a scrutinio segreto), ritiene comunque che tale modalità potrebbe ampliare in via sostanziale la possibilità di partecipazione dei deputati alle discussioni e alle decisioni parlamentari: ferma restando infatti la piena legittimità di rivendicare per i deputati la libertà di circolazione sul territorio per assolvere al mandato costituzionale, non bisogna tuttavia trascurare l'esigenza di diminuire le occasioni in cui gli organi parlamentari sono necessariamente obbligati a riunirsi fisicamente, potendo i parlamentari essi stessi Pag. 15essere un possibile veicolo di contagio. Nelle attuali drammatiche circostanze, ci si potrebbe trovare di fronte ad un dilemma nel quale entrambe le opzioni comportano dei sacrifici e dei guadagni: in questo quadro personalmente intravede che la rinuncia alla verifica e alla praticabilità di una soluzione tecnologica più avanzata di partecipazione ai lavori parlamentari potrebbe significare una perdita di incisività della funzione parlamentare, in termini quantitativi e qualitativi, ed una limitazione della sua attività alla ratifica delle decisioni legislative del Governo, mentre la partecipazione a distanza potrebbe determinare una maggiore espansione delle prerogative di tutti i parlamentari.
  Ribadisce quindi conclusivamente l'auspicio che possa essere condotto lo studio tecnico da lui prospettato, finalizzato non solo ai lavori delle Commissioni, ma anche a quelli d'Aula, al fine di poter restituire, nelle attuali, disgraziate circostanze, pienezza e pronta reattività all'esercizio delle funzioni parlamentari.

  Dopo che Emanuele FIANO, facendo riferimento a quanto riferito dal collega Giachetti circa la mancata rilevazione delle presenze, ha chiesto chiarimenti, attesi anche i riflessi che essa potrebbe avere ai fini della verifica del numero legale, Roberto FICO, Presidente, fa presente che la rilevazione delle presenze pertiene esclusivamente alla disciplina delle trattenute sulla diaria per le assenze dai lavori parlamentari e non riguarda in alcun modo il computo del numero legale, che è comunque calcolato in conformità alle previsioni regolamentari.

  Anna MACINA rileva come dalla discussione siano emersi vari spunti sui quali si rende necessario riflettere, tenendo a mente che l'esigenza primaria da soddisfare è quella di disciplinare lo svolgimento dei lavori nelle presenti eccezionali circostanze. Senza voler assegnare in alcun modo alla Giunta per il Regolamento funzioni proprie di altri organi, quali la Corte costituzionale, osserva al contempo che la Giunta è chiamata a discutere e fornire, sulla base delle previsioni del Regolamento, orientamenti ed indicazioni necessarie a disciplinare lo svolgimento dei lavori parlamentari.
  Nel condividere quanto ipotizzato dal Presidente nelle sue comunicazioni con riferimento all'organizzazione delle prossime sedute delle Commissioni, prospetta alcune difficoltà applicative e i possibili riflessi a carico della riservatezza dei lavori delle Commissioni bicamerali, in particolare di quelle di inchiesta.
  Circa il dibattito apertosi in Giunta ritiene di dover evidenziare come qualsiasi ipotesi e riflessione debba svolgersi partendo dall'ineludibile dettato della Carta costituzionale e dalle disposizioni dei Regolamenti di Camera e Senato, essendo del tutto auspicabile che in un sistema bicamerale perfetto le due Camere non procedano in maniera autonoma in direzioni non convergenti. Al contempo – senza escludere che l'attuale contingenza possa rappresentare anche una occasione per riflettere, come da più parti si sta facendo, in merito a soluzioni da approfondire e mettere a punto per il futuro, anche attraverso l'istituzione di appositi tavoli tecnici, non limitati ad approfondimenti di tipo tecnologico – ribadisce come, almeno nell'attuale fase, la Giunta sia chiamata a fornire immediate indicazioni regolamentari idonee a consentire lo svolgimento dei lavori parlamentari e a garantire ai deputati l'esercizio del mandato. Da questo punto di vista, le pare che alcune proposte dei colleghi – quale, ad esempio, quelle del collega Fornaro – siano suscettibili di essere prese in considerazione ai fini del loro approfondimento. Ogni valutazione e riflessione va comunque attentamente ponderata, evitando soluzioni condizionate e dettate esclusivamente dall'emergenza in atto.
  Osserva poi che i lavori parlamentari sono al momento ridotti e concentrati su pochi temi non tanto per volontà del Parlamento, ma proprio perché è il Paese stesso a chiedere che le Camere si occupino anzitutto dell'emergenza sanitaria ed economica. Ciò non esclude che, a margine Pag. 16di questo nucleo essenziale, non si possano approfondire questioni diverse, cogliendo l'occasione per avviare una riflessione da concentrare non solo sugli aspetti tecnici, ma che abbracci un più ampio spettro di aspetti, tenendo sempre conto anche degli equilibri costituzionali e regolamentari.

  Eugenio SAITTA, nel condividere le indicazioni e le proposte provenienti dall'intervento del Presidente, dubita della loro applicabilità ai lavori della Giunta per le autorizzazioni, in particolare per quanto concerne la possibilità di riunirsi da remoto ed avuto riguardo, nel caso in cui la situazione emergenziale dovesse protrarsi, ai possibili effetti della stessa sul plenum dei componenti.
  A conferma poi di quanto già rappresentato da altri colleghi, testimonia che l'ordinanza emessa dalla sua regione, la Sicilia, impone obblighi stringenti all'atto del rientro nel territorio regionale, che non hanno esclusivamente carattere dichiarativo, ma impongono anche il dovere di osservare la quarantena per un periodo di quattordici giorni, con evidenti ripercussioni anche a carico degli eventuali familiari, genitori anziani o persone disabili con i quali si conviva. Aggiunge infine che tale problematica va valutata anche tenendo a mente che sul piano numerico la componente siciliana all'interno del Gruppo del Movimento 5 Stelle è di consistenza abbastanza rilevante.

  Roberto FICO, Presidente, ringrazia i colleghi intervenuti nel dibattito, per il quale esprime soddisfazione, e si dichiara consapevole dell'ingente lavoro che andrà fatto. Quanto alla questione della cosiddetta quarantena di ritorno conseguente all'applicazione delle ordinanze regionali, ricorda di essersene già fatto carico non appena posta in sede di Conferenza dei Presidenti di Gruppo, avendo ritenuto indispensabile un suo intervento proprio in ragione del ruolo di Presidente della Camera, che lo porta, tra l'altro, a costanti e continue interlocuzioni con i deputati: garantisce dunque che seguiterà ad impegnarsi per una soluzione, continuando il confronto con il Governo affinché vi sia una definizione univoca che fughi ogni dubbio. Una cosa desidera ribadire con nettezza in questa sede, e anche pubblicamente, in quanto ne è profondamente convinto: il parlamentare è titolare di una funzione costituzionale il cui esercizio, salvo naturalmente il caso che egli risulti contagiato o che abbia dei sintomi o che sia stato in contatto con una persona contagiata, nessuna ordinanza può ostacolare impedendo la sua libertà di circolazione sul territorio nazionale. Dunque, nessun limite può essere posto ad un deputato – in assenza delle sopracitate condizioni – qualora questi, rientrato nel suo luogo di residenza dopo aver partecipato ai lavori parlamentari, debba tornare alla Camera per una nuova seduta: e questo non certo per un privilegio rispetto agli altri cittadini, ma proprio perché il deputato è titolare di una funzione costituzionale e rappresenta la Nazione.
  Comprende come, da parte dei costituzionalisti, vi possano essere posizioni diverse circa l'interpretazione del dettato costituzionale in ordine alla partecipazione a distanza ai lavori parlamentari. Tiene comunque a sottolineare come, nel contesto emergenziale dato, anche in sede di Conferenza dei Presidenti di Gruppo siano state assunte decisioni non formali, ma concrete e pratiche, idonee a garantire alla Camera – pur in un momento di emergenza – la sua piena operatività senza rinunciare a svolgere il ruolo che la Costituzione le assegna: al riguardo non può mancare di segnalare, in particolare, le decisioni assunte in ordine alla funzione di controllo, attraverso il question time (per il quale, la scorsa settimana, è stato addirittura previsto un raddoppio delle interrogazioni), le informative urgenti del Governo e le interpellanze urgenti. Né può sfuggire che la Camera ha esaminato ed esamina i disegni di legge di conversione dei decreti legge che sono alla base dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri adottati nel corso delle ultime settimane.
  Tutto ciò discende dalla centralità del Parlamento: ed è proprio tale ruolo del Pag. 17Parlamento nella nostra democrazia che determina la conseguente necessità di assumere ogni iniziativa utile a consentire alla Camera il pieno esercizio delle sue funzioni, anche in un momento di emergenza come quello attuale.
  Un percorso di riforma del Regolamento per risolvere le questioni poste dall'emergenza è evidentemente difficile e complicato da affrontare – e concludere – nel pieno della grave emergenza in corso: ma avviare la discussione del tema, senza pensare di poterla concludere in pochi giorni, è senz'altro utile ed anzi necessario, anche al fine di pervenire ad un vero e proprio diritto dell'emergenza, che affronti e disciplini una fase – quella appunto di un'emergenza sanitaria – del tutto inedita per il nostro Paese. Fermo restando che, con riferimento ai lavori delle Commissioni, si procederà nel senso da lui indicato nelle sue comunicazioni introduttive, anticipa dunque che la Giunta sarà nuovamente convocata. Ciò posto, occorre comunque focalizzare l'attenzione sulle soluzioni da adottare concretamente per consentire in ogni caso alla Camera, nella situazione data, di operare con pienezza, nell'interesse del Paese: in quest'ottica assicura che sarà senz'altro approfondita l'istruttoria sulle diverse proposte oggi avanzate.
  Dopo che Emanuele FIANO ha sottolineato come sia riconducibile alle funzioni parlamentari – e non consenta dunque limitazioni idonee a pregiudicare la piena libertà di circolazione dei deputati sul territorio – non soltanto la partecipazione alle sedute della Camera e dei suoi organi, ma anche l'esercizio di altre importanti prerogative, quale, ad esempio, l'accesso alle carceri, che a suo avviso non può essere pregiudicato o limitato in questa fase, chiedendone conferma al Presidente, Roberto FICO, Presidente, ricordato che la prerogativa richiamata relativa al potere ispettivo nelle carceri è prevista dalla legge e non dalla Costituzione, né dai Regolamenti parlamentari, ribadisce che, anche in questa fase di emergenza, deve essere pienamente garantito l'esercizio di tutte le funzioni dei parlamentari, ferme restando le sole limitazioni fondate su ragioni di carattere sanitario a tutela del fondamentale diritto costituzionale alla salute.

  La seduta termina alle 16.50.