CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 marzo 2020
337.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e XIV)
COMUNICATO
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ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 4 marzo 2020. — Presidenza del vicepresidente della V Commissione Giuseppe BUOMPANE. – Interviene la Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Simona Flavia Malpezzi.

  La seduta comincia alle 15.30.

Comunicazione recante il quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
COM(2018)321.
Proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
COM(2018)322.
Proposta di accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione Pag. 37in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria.
COM(2018)323.
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla tutela del bilancio dell'Unione in caso di carenze generalizzate riguardanti lo Stato di diritto negli Stati membri.
COM(2018)324.
Proposta di decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea.
COM(2018)325.
Proposta di regolamento del Consiglio concernente le modalità e la procedura di messa a disposizione delle risorse proprie basate sulla base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società, sul sistema di scambio di quote di emissioni dell'Unione europea e sui rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, nonché le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria.
COM(2018)326.
Proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce misure di esecuzione del sistema delle risorse proprie dell'Unione europea.
COM(2018)327.
Proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CEE, Euratom) n. 1553/89 concernente il regime uniforme definitivo di riscossione delle risorse proprie provenienti dall'imposta sul valore aggiunto.
COM(2018)328.
(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e conclusione – Approvazione di un documento finale).

  Le Commissioni proseguono l'esame congiunto degli atti dell'Unione europea in titolo, rinviati nella seduta del 26 settembre 2018.

  Giuseppe BUOMPANE, presidente, ricorda che le Commissioni riunite hanno avviato l'esame congiunto degli atti dell'Unione europea in titolo nella seduta del 26 settembre 2018, nel corso della quale i relatori hanno illustrato il contenuto degli atti. Ricorda altresì che le Commissioni hanno successivamente svolto attività conoscitiva, con le audizioni informali di membri italiani del Parlamento europeo, del direttore generale aggiunto della Direzione generale Bilancio della Commissione europea, Silvano Presa, di rappresentanti del Comitato europeo delle Regioni, del Sottosegretario di Stato per gli affari europei, Luciano Barra Caracciolo, del Presidente della Sezione Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale del Comitato economico e sociale europeo (CESE), Stefano Palmieri, di rappresentanti dell'Istituto Affari Internazionali (IAI), nonché di rappresentanti della Banca d'Italia.

  Piero DE LUCA (PD), relatore per la IV Commissione, illustrando la proposta di documento finale, redatta con il relatore per la V Commissione, che esprime una valutazione favorevole con condizioni (vedi allegato), segnala che il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 dell'Unione europea prevede un livello di spesa pari all'1,11 per cento del reddito nazionale lordo, rispetto all'1,13 per cento del corrente periodo 2014-2020. Al riguardo ricorda come il nostro Paese si opponga alle pressioni esercitate dai cosiddetti Paesi frugali – Austria, Svezia, Paesi Bassi e Danimarca – per un'ulteriore riduzione del livello di spesa, nonché alla proposta avanzata dal Presidente Michel di fissare il livello di spesa all'1,074 per cento del reddito nazionale lordo. Osserva infatti che le dimensioni del bilancio, nei termini prospettati, non siano soddisfacenti e che occorre implementarle per consentire il finanziamento delle nuove priorità senza compromettere l'efficacia delle politiche tradizionali; al riguardo richiama la proposta del Parlamento europeo, che chiede di innalzare il volume complessivo del bilancio all'1,3 per cento del reddito nazionale lordo ed evidenzia come le dimensioni del bilancio prospettate dalla Commissione europea nei termini anzidetti costituiscono il minimo accettabile.
  Per quanto riguarda la destinazione delle risorse, evidenzia che la Commissione Pag. 38europea propone di innalzare i livelli di finanziamento nei settori considerati prioritari e ad alto valore aggiunto europeo, come ricerca, innovazione e agenda digitale, giovani, migrazione e gestione delle frontiere, difesa e sicurezza interna, azione esterna, clima e ambiente, riducendo nel contempo le risorse da destinare alle politiche tradizionali, quali la politica agricola comune e la politica di coesione.
  Dal punto di vista delle fonti di finanziamento del bilancio dell'Unione europea, ricorda l'intenzione della Commissione di aumentare la quota derivante da risorse proprie, rispetto a quella derivante dai contributi diretti degli Stati membri, che attualmente rappresenta circa il 70 per cento del bilancio europeo. Tale revisione sarà attuata anche mediante l'istituzione di tre nuove risorse proprie, costituite dal 20 per cento delle entrate provenienti dal sistema di scambio delle quote di emissioni; da un'aliquota di prelievo del 3 per cento applicata alla nuova base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (CCCTB) e da un contributo nazionale calcolato in base alla quantità di rifiuti non riciclati di imballaggi in plastica di ciascuno Stato membro, in misura pari a 0,80 euro al chilogrammo.
  Nell'osservare come il quadro finanziario non sia ancora stato definito in maniera dettagliata, ricorda che molti problemi sono ancora in discussione e che allo stato si registrano divergenze tra gli Stati membri su varie questioni.
  In proposito osserva, in via generale, come non appaia in ogni caso accettabile un ridimensionamento della dotazione finanziaria per le politiche tradizionali.
  In particolare, per quanto riguarda il sostegno al settore agricolo, sottolinea l'esigenza di eliminare il meccanismo la convergenza esterna, volta al progressivo riallineamento del valore dei pagamenti per ettaro verso la media dell'Unione europea, meccanismo ritenuto iniquo e privo di giustificazione. Osserva inoltre che, a fronte di un eventuale ridimensionamento della PAC, si potrebbero reperire risorse compensative nell'ambito degli stanziamenti per il Green deal.
  Per quanto riguarda le politiche di coesione, osserva come un ridimensionamento delle relative risorse non risulterebbe coerente con uno degli obiettivi fondamentali dell'Unione, che è quello di ridurre le disparità economiche e sociali tra le sue diverse regioni, rilevando altresì come non appaia condivisibile la proposta di introdurre una condizionalità macroeconomica che, prevedendo il congelamento dei fondi strutturali per i Paesi che non rispettano i parametri macroeconomici dell'UE, rischierebbe di colpire i partner più fragili con effetti pro-ciclici. Osserva altresì che sono in corso di valutazione ulteriori possibili criteri da considerare ai fini dell'attribuzione delle risorse europee, che potrebbero essere individuati nel rispetto dei principi dello Stato di diritto, nell'entità del flusso dei migranti e nella necessità di difendere le frontiere esterne. Sarebbe inoltre opportuno procedere all'introduzione di una misura anticiclica di sostegno al reddito, da attuare mediante il riconoscimento di un sussidio a livello europeo contro la disoccupazione, e rafforzare il pilastro sociale.
  Ribadisce, quindi, l'esigenza di addivenire ad un bilancio pluriennale ambizioso, che consenta all'Unione europea di operare con autorevolezza anche nello scenario internazionale.
  Sottolinea, infine, la necessità di appostare adeguate risorse finanziarie per aiutare gli Stati membri a superare l'emergenza causata da COVID-19, anche in considerazione dell'impossibilità di prevedere, allo stato, l'impatto che la diffusione del virus potrà avere sull'economia dell'Unione europea e dei Paesi membri.

  Stefano FASSINA (LEU) chiede quale sia il senso politico di approvare un documento finale in un momento nel quale il quadro finanziario pluriennale non è ancora integralmente definito.
  Si interroga poi sull'opportunità di approvare un documento finale del presente tenore, nel quale la valutazione favorevole proposta è sottoposta a ben dieci condizioni. Ritiene infatti contraddittorio prevedere un così rilevante numero di condizioni, Pag. 39il cui integrale accoglimento appare sostanzialmente impossibile. Al riguardo osserva come sarebbe più realistico ridurre il numero di condizioni, concentrandosi solo su alcune, considerate assolutamente imprescindibili o, se si ritiene necessario mantenere tutti gli obiettivi sulla base dei quali sono state formulate le condizioni, esprimere coerentemente un parere contrario.

  Antonio ZENNARO (M5S) rileva come la proposta di documento finale formulata dai relatori tenga conto dei principali profili di criticità emersi nel corso del dibattito. Rileva, inoltre, come sia opportuna l'assunzione in sede europea di un atteggiamento propositivo anziché di chiusura. Osserva come la competizione economica globale si svolga non più tra singoli Paesi, bensì tra aree economiche, e sottolinea come l'area economica europea sia quella con ordinamenti maggiormente democratici. Rileva l'opportunità di porre le condizioni proposte, fermo restando che il negoziato in sede europea sarà condotto dal Governo, e sottolinea come sia ben possibile che alcune di tali condizioni possano trovare accoglimento. Dichiara conclusivamente il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di documento finale formulata dai relatori.

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore per la V Commissione, sottolinea come nella proposta di documento finale formulata dai relatori vengano affrontate le principali questioni politiche, a partire dalla previsione di un livello di spesa all'1,11 per cento del reddito nazionale lordo a fronte del corrente 1,13 per cento, e dichiara di non potersi certamente ritenere soddisfatto dalle proposte presentate dalla Commissione europea. Osserva che le condizioni poste hanno proprio lo scopo di rafforzare la posizione negoziale del Governo, con particolare riferimento agli scenari macroeconomici e all'emergenza derivante dal coronavirus. Alla luce di tali considerazioni, pur comprendendo le perplessità espresse dal deputato Fassina, raccomanda l'approvazione della proposta di documento finale.

  Guido Germano PETTARIN (FI), ribadita la posizione fortemente europeista del gruppo di Forza Italia, rileva come le condizioni proposte siano sostanzialmente una mera finzione e contraddicano le premesse del documento, associandosi in tal senso alle considerazioni svolte dal deputato Fassina. Osserva, inoltre, come la discussione in sede europea sul Quadro finanziario pluriennale sia in una posizione di stallo e come il negoziato sia stata bloccato dalla posizione assunta da alcuni Stati, i c.d. Paesi frugali, nonostante il tentativo condotto da Italia, Portogallo e Romania di promuovere la ricerca di una posizione condivisa più ambiziosa.

  Matteo Luigi BIANCHI (LEGA) esprime una posizione critica sui documenti in esame, con particolare riferimento a quanto previsto in relazione alla politica agricola comune e alla politica di coesione, e osserva inoltre con preoccupazione come non siano adeguatamente affrontate le questioni migratorie. Rileva, inoltre, come non sia altresì affrontata in modo appropriato l'emergenza del coronavirus, osservando come, pur non avendo l'Unione europea competenze dirette in materia sanitaria, tale emergenza provocherà una crisi economica grave e duratura alla quale occorre far fronte; al riguardo, ritiene che occorrerebbe suggerire all'Unione europea le modalità per mitigare l'impatto della crisi e accelerare la ripresa economica. Alla luce di tali considerazioni ribadisce la posizione contraria del proprio gruppo sui documenti in esame e sulla relativa proposta di documento finale dei relatori.

  Augusta MONTARULI (FDI) nel rilevare come le ipotesi circa il prossimo bilancio pluriennale siano del tutto inadeguate e obsolete rispetto alle nuove sfide che l'Unione europea è chiamata a fronteggiare, premette che la valutazione del quadro finanziario in esame non tiene minimamente conto, per ovvi motivi cronologici, dell'emergenza epidemiologica da COVID-19. In proposito segnala tuttavia come questa epidemia costringerà i Paesi Pag. 40europei a riconsiderare gli effetti della globalizzazione e della delocalizzazione della produzione, che costituiscono una delle cause della diffusione del contagio. Ritiene quindi opportuno che a livello europeo si tenga conto di queste nuove circostanze, le cui conseguenze si manifesteranno da qui ai prossimi anni, rilevando l'esigenza che l'Unione predisponga un ampio piano di politica industriale capace di aggiornare i modelli di produzione alla luce dei possibili cambiamenti che si manifesteranno.
  Ricorda quindi l'astensione del proprio gruppo in occasione della votazione della risoluzione relativa al bilancio dell'Unione europea, segnalando in particolare come le critiche alle proposte relative alla PAC, contenute in detta risoluzione, si siano tradotte, nel presente documento finale, in un parere favorevole, pur se sottoposto a numerose condizioni.
  Osserva che se tutti i gruppi esprimessero una valutazione contraria degli atti in esame si darebbe maggior forza al Governo nel negoziato con l'Unione europea e invita quindi i relatori a ritirare il documento finale proposto, che ritiene un artificio, a causa della sua struttura contraddittoria.
  Nell'annunciare il voto contrario del proprio gruppo sul documento finale proposto dai relatori, sottolinea la gravità delle conseguenze che deriveranno, per i prossimi sette anni, dall'approvazione, negli attuali termini, del quadro finanziario pluriennale 2021-2027.

  Piero DE LUCA (PD), relatore per la XIV Commissione, si dichiara preliminarmente soddisfatto per l'emersione, nel corso del dibattito testé svolto, di una esigenza, condivisa da tutti i gruppi, anche se diversamente declinata, di un maggior intervento delle istituzioni europee, che giudica positiva, rispetto a passate dichiarazioni favorevoli a un'uscita dell'Italia dall'UE.
  Osserva quindi che il bilancio dell'Unione europea non rappresenta esclusivamente un documento contabile, ma un documento programmatico relativo all'allocazione delle risorse necessarie alla realizzazione delle politiche comunitarie e alla tutela di beni comuni. Evidenzia poi come l'obiettivo del nostro Paese sia rappresentato da un bilancio più ambizioso e che l'attuale proposta di quadro finanziario pluriennale costituisca semplicemente una base minima, da integrare nella direzione delineata dalle condizioni proposte nel documento finale proposto.
  Per quanto riguarda il momento nel quale il Parlamento italiano è chiamato a esprimere il proprio parere rispetto all'iter degli atti in titolo, da taluni ritenuto prematuro, osserva come sia invece opportuno non attendere la definitiva approvazione di tali atti, in modo da orientare il dibattito e poter incidere sul contenuto finale degli atti medesimi.
  Tutto ciò considerato, ritiene comunque fisiologico che i gruppi politici manifestino opinioni difformi sulle singole tematiche affrontate dagli atti in titolo, sottolineando come siano in ogni caso fondamentali per il nostro Paese le risorse derivanti dal bilancio dell'Unione europea e la partecipazione a questa istituzione, che rafforza la nostra posizione sul piano internazionale.

  La Sottosegretaria Simona Flavia MALPEZZI sottolinea come la proposta di documento finale formulata dai relatori sia in linea con la posizione negoziale tenuta dal Governo italiano e segnala che Ragioneria generale dello Stato ha comunicato di non aver alcun rilievo di carattere finanziario da formulare in relazione agli atti dell'Unione europea in titolo.

  Guido Germano PETTARIN (FI), ribadita la posizione europeista della propria parte politica e ribadite, inoltre, le considerazioni precedentemente svolte sulla proposta di documento finale formulata dai relatori, dichiara l'astensione del proprio gruppo, ritenendo comunque preferibile una posizione che ponga le basi per una negoziazione rispetto a un atteggiamento di chiusura che potrebbe condurre a un compromesso al ribasso.

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  Stefano FASSINA (LEU) ringrazia il relatore De Luca per le precisazioni rese, ma ribadisce come la proposta di documento finale esprima valutazioni su un testo considerato impraticabile da alcuni importanti Paesi dell'Unione, sostanzialmente sostenuti dalla Germania. Ricorda come il Parlamento, attraverso appositi atti di indirizzo, abbia già dato indicazioni al Governo per il negoziato e rileva come sarebbe necessario esprimere valutazioni politiche che tengano conto della situazione reale anziché essere ispirate a una retorica velleitaria. Alla luce di tali considerazioni preannuncia che non parteciperà al voto sulla proposta di documento finale formulata dai relatori.

  Matteo Luigi BIANCHI (LEGA) dichiara il voto contrario della Lega sulla proposta di documento finale formulata dai relatori, richiamando le considerazioni precedentemente svolte.

  Le Commissioni approvano il documento finale proposto dai relatori.

  La seduta termina alle 16.20.

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