CAMERA DEI DEPUTATI
Domenica 23 febbraio 2020
330.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Domenica 23 febbraio 2020. — Presidenza della presidente Francesca BUSINAROLO, indi del vicepresidente Franco VAZIO. – Intervengono i sottosegretari di Stato per la giustizia, Vittorio Ferraresi ed Andrea Giorgis.

  La seduta comincia alle 15.

Sull'ordine dei lavori.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, essendo pervenuta per le vie brevi la richiesta di assicurare la pubblicità dei lavori mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Giusi BARTOLOZZI (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, sottolinea in primo luogo l'anomalia della discussione odierna, che inopportunamente si svolge in un momento in cui il Paese si trova ad affrontare l'emergenza coronavirus.
  Richiamando la recente dichiarazione della collega Gelmini, rileva che urgente non è oggi occuparsi del decreto-legge in titolo, ma avviare da subito il dibattito sulle iniziative necessarie per salvaguardare il Paese dall'epidemia, procedendo rapidamente alla conversione del preannunciato decreto-legge recante misure per combattere il diffondersi del virus. Anticipando un'obiezione che sarà sollevata dalla sua parte politica anche attraverso le pregiudiziali di costituzionalità in Assemblea, rileva che nulla impedirebbe alla maggioranza di lasciar decadere il decreto in esame, per concentrarsi invece nell'immediato sul decreto-legge che è veramente urgente, e di reiterarlo, così da consentire al Parlamento di esaminarlo con la dovuta attenzione, evitando la compressione dei tempi di esame e rispettando le prerogative del Parlamento in materia di esame dei provvedimenti e di potestà emendativa sugli stessi. Ricorda infatti che in base alla giurisprudenza della Corte costituzionale è possibile in talune circostanze – che in questo caso sussistono tutte – reiterare un decreto-legge decaduto.
  In secondo luogo, esprime disappunto per la lettera di risposta della presidente Businarolo alla richiesta del suo gruppo di audire sul decreto-legge in esame l'Ufficio Pag. 4parlamentare di bilancio: la presidente ha infatti respinto la richiesta di audizione del suo gruppo obiettando che sono stati svolti due Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, per decidere l'articolazione dei lavori in sede referente sul decreto-legge e che in quelle occasioni nessun gruppo aveva rilevato l'opportunità di procedere alle audizioni. Al riguardo fa presente che la tempistica della trasmissione del decreto-legge dal Senato e l'immediato avvio dell'esame presso la Camera ha impedito di valutare attentamente il contenuto in modo da formalizzare la richiesta di audizione nell'ultima riunione dell'Ufficio di presidenza. Avendo quindi approfondito il contenuto del provvedimento in esame, reitera la richiesta di audizione, che ritiene fondamentale in quanto l'Ufficio parlamentare di bilancio, nella nota trasmessa durante l'esame del provvedimento in Senato, ha espresso serie riserve sulla copertura finanziaria di talune misure contenute nel decreto-legge.

  Jacopo MORRONE (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori e condividendo le affermazioni della collega Bartolozzi, afferma di ritenere improprio che il Parlamento affronti con tanta urgenza – addirittura riunendosi di domenica – il problema delle intercettazioni, mentre non mostra la stessa premura per quello della diffusione del coronavirus. Si appella, pertanto, ai colleghi della maggioranza affinché, in un simile frangente, mettano da parte i problemi al loro interno – problemi che hanno provocato ritardi tali da costringere la Commissione a riunirsi di domenica, con grande spreco di risorse che avrebbero potuto essere impiegate più efficacemente per altri scopi – e si concentrino piuttosto sulle reali emergenze del Paese. Dichiara che così stanno facendo nei territori gli amministratori della Lega, che – ricorda per inciso – sono stati tacciati di allarmismo per avere messo in guardia, quando ancora c'era tempo, le istituzioni centrali.

  Maria Carolina VARCHI (FDI), intervenendo sull'ordine dei lavori, unendosi ai colleghi intervenuti, invita la maggioranza a riflettere sull'effettiva opportunità di concentrarsi sul decreto-legge in materia di intercettazioni in un momento come questo, in cui il Paese è paralizzato dell'emergenza del coronavirus, rischiando gravi conseguenze economiche e sociali. Non è certo contraria a che il Parlamento lavori anche la domenica, se si affrontano le vere priorità per i cittadini, che non sono certo toccate dal decreto-legge sulle intercettazioni. Non ritiene ammissibile che, a fronte di una simile emergenza sanitaria, il Governo si attardi su un problema tutto sommato secondario, che riguarda il tema della giustizia. È evidente, a suo avviso, che la maggioranza vive dissociata dal Paese reale. A suo giudizio, meglio sarebbe sospendere i lavori della II Commissione, rinviandoli ai prossimi giorni, fermo restando che le opposizioni sono comunque pronte a lavorare anche oggi.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, a integrazione dell'intervento del collega Morrone, segnala la bassa affluenza degli elettori alle elezioni suppletive di oggi a Napoli, che, a suo giudizio, dimostra la paura dei cittadini di uscire di casa. Si associa pertanto – a titolo personale, ma convinto che tutti i colleghi dell'opposizione siano della sua stessa idea – alla proposta fatta dall'onorevole Bartolozzi alla maggioranza di lasciare decadere il decreto-legge per poi reiterarlo. Osserva che il maggior tempo a disposizione permetterebbe al Parlamento di migliorare il testo, eliminando le tante criticità esistenti. Si tratta di un provvedimento che, in questo testo, non è in grado di difendere i diritti dei più deboli, che non possono permettersi i telefoni cellulari più sofisticati, nei confronti dei quali le disposizioni del decreto in esame sono del tutto inefficaci.

  Walter VERINI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, osserva che la Commissione giustizia deve lavorare sui temi di propria competenza e che del resto tutte le Commissioni permanenti della Camera Pag. 5sono convocate la prossima settimana sui temi di rispettiva competenza. Aggiunge che non è stata la maggioranza a fare della prescrizione un tema cruciale, con tutte le conseguenze che ne sono derivate, ma è stata l'opposizione, la quale oggi strumentalizza a fini ostruzionistici persino la grave emergenza in atto. Non nega infatti che i cittadini aspettino di sapere come le autorità nazionali intendano arginare la diffusione del coronavirus, ma fa presente che la vita del Paese comunque continua e che il Parlamento – e nella fattispecie la II Commissione – è chiamato a svolgere il proprio lavoro nelle materie di sua competenza. Aggiunge che non spetta alle «dottoresse» Bortolozzi e Varchi, al «dottor» Costa o ai «virologi» Morrone e Paolini trovare le soluzioni per far fronte all'emergenza sanitaria nel Paese.

(Proteste dai deputati dell'opposizione).

  Francesca BUSINAROLO, presidente, invita i commissari ad abbassare i toni e a permettere la prosecuzione ordinata degli interventi.

  Jacopo MORRONE (LEGA) chiede di poter intervenire per rispondere alla provocazione dell'onorevole Verini.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, assicura a quanti intendono intervenire per fatto personale che potranno farlo quando saranno esauriti gli interventi sull'ordine dei lavori.

  Gianluca CANTALAMESSA (LEGA) chiede di intervenire sull'ordine dei lavori.

  Enrico COSTA (FI) accusa la presidente di parzialità per non aver voluto censurare l'intervento sarcasticamente offensivo del collega Verini.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, assicura nuovamente ai colleghi Costa, Morrone e Varchi che potranno intervenire per fatto personale in un secondo momento.

  Gianluca CANTALAMESSA (LEGA) intervenendo sull'ordine dei lavori, ritiene irragionevole aspettarsi che domani i deputati, convocati in Aula per la discussione del decreto-legge sulle intercettazioni, non pretenderanno di avere informazioni sull'emergenza sanitaria in atto e sulle modalità con cui il Governo intende farvi fronte. Rispondere ai parlamentari è, da parte del Governo, una forma di rispetto anche nei confronti dei cittadini, mentre, al contrario, insistere nella decisione di dedicare i lavori parlamentari alla conversione del decreto-legge sulle intercettazioni costituisce, a suo parere, una vera e propria offesa al Paese, che affronta in questo momento una gravissima emergenza.

  Gennaro MIGLIORE (IV), intervenendo sull'ordine dei lavori e ritenendo che sia opportuno lavorare con buon senso, intende, in primo luogo, rassicurare che a Napoli, richiamata dal collega Paolini, la situazione è assolutamente normale e che l'attuale bassa affluenza dei cittadini ai seggi elettorali per le elezioni suppletive del Senato non è riconducibile all'emergenza del coronavirus. In secondo luogo, associandosi sul punto ai colleghi dell'opposizione, prega la presidente di farsi carico di inoltrare al Ministro della salute la richiesta di venire a riferire in Assemblea già domani sull'emergenza del coronavirus. Infine, nutrendo dubbi sulla possibilità di reiterare il decreto-legge sulle intercettazioni, come proposto dalla collega Bartolozzi, auspica che i gruppi presenti in Commissione trovino un'intesa e che la discussione sull'emergenza del coronavirus sia rinviata alla sede più opportuna, una volta trasmesso il decreto-legge al Parlamento.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, fa presente che, attesa la rilevanza dell'argomento, ha concesso la parola a tutti i deputati che ne hanno fatto richiesta, ma ricorda come, a norma del Regolamento, per i richiami sull'ordine dei lavori, che attengano ad una particolare questione, sia prevista la parola di un oratore per ciascun gruppo.

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  Ingrid BISA (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, ritiene inaccettabile il tono ironico delle affermazioni del deputato Verini a fronte di una situazione di emergenza di eccezionale gravità. Si associa alle considerazioni della deputata Bartolozzi, rilevando come la conversione del decreto-legge in esame non rivesta alcun carattere di urgenza e come certamente non possa essere paragonato proprio sotto il profilo dell'urgenza ai provvedimenti sul coronavirus. Si unisce pertanto alla richiesta di accantonare l'esame del provvedimento in esame per dare priorità assoluta al decreto-legge sul coronavirus. Non concorda con il deputato Verini, secondo il quale ciascuna Commissione dovrebbe continuare ad occuparsi degli argomenti di propria competenza, in quanto i membri del Parlamento sono rappresentanti di tutti i cittadini e debbono pertanto rispondere all'aspettativa di questi ultimi che la situazione di emergenza sanitaria sia affrontata tempestivamente.

  Matilde SIRACUSANO (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, ricordando come il deputato Verini abbia avuto modo in passato di stigmatizzare lo scadimento del linguaggio parlamentare, esprime stupore per i toni da lui utilizzati. Ritiene inaccettabile minimizzare la situazione di emergenza sanitaria e inopportuno perdere tempo proseguendo nell'esame del provvedimento in titolo.

  Federico CONTE (LEU), intervenendo sull'ordine dei lavori, rileva come la preoccupazione per la situazione di emergenza sanitaria riguardi certamente tutti ed auspica, in primo luogo da cittadino, che la risposta del Governo e delle autorità preposte sia la più efficace possibile. Ritiene pertanto comprensibile che tale preoccupazione sia evocata anche in questa sede, mentre non comprende il fatto che, da un lato, alla luce di tale situazione di emergenza si chiede di non procedere nell'esame del provvedimento e, dall'altro, si svolgono tuttavia considerazioni attinenti il merito del provvedimento stesso. Ritiene che la risposta migliore alla situazione di emergenza sia quella di procedere nello svolgimento dei lavori nel modo più ordinato e spedito possibile, anche perché questo non pregiudica la possibilità di richiedere che il Ministro della salute riferisca sulla questione sanitaria in sede parlamentare. Rileva peraltro come in tal modo si adempirebbe anche al dovere di trasmettere ai cittadini tranquillità e serenità.

  Devis DORI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, ritiene che il Parlamento abbia il dovere di occuparsi con la dovuta attenzione di tutti i temi al suo esame e non ravvisa pertanto alcuna incompatibilità tra l'esame del provvedimento in titolo e la discussione sull'emergenza legata al coronavirus. Ritiene, inoltre, che l'attività parlamentare non possa e non debba essere interrotta.

  Roberto TURRI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, richiamando anche la propria esperienza di amministratore locale, sottolinea l'eccezionale gravità della situazione sanitaria, in particolare in Veneto, e rileva come numerosi sindaci stiano adottando ordinanze per impedire lo svolgimento di qualsivoglia attività che comporti contatti tra le persone. Contesta la tesi dei deputati Verini e Dori, secondo la quale il Parlamento dovrebbe proseguire normalmente nelle proprie attività, osservando peraltro come, nel caso del provvedimento in titolo, non vi sia alcuno spazio per il contributo delle opposizioni. Si associa alle considerazioni della deputata Bartolozzi e a quelle relative alla richiesta che il Ministro della salute riferisca in sede parlamentare, e conclude affermando che anch'egli ritiene non opportuno proseguire nell'esame del provvedimento in titolo.

  Anna Rita TATEO (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, richiama l'attenzione sull'eccezionale gravità della situazione, anche in considerazione delle ricadute che avrà sulle attività economiche e produttive. Osserva come le misure introdotte con il decreto-legge adottato dal Pag. 7Consiglio dei ministri rischino di essere tardive e ricorda come nella giornata odierna sia prevista un'ulteriore riunione del Consiglio dei ministri per l'adozione del decreto-legge recante misure volte a fronteggiare le conseguenze economiche dell'emergenza. Riferendosi poi alle affermazioni del deputato Verini, nega qualsiasi intento di strumentalizzazione della situazione da parte delle opposizioni e definisce inaccettabili i toni ironici che egli ha utilizzato nei confronti dei deputati di minoranza. Si associa infine alla richiesta di non proseguire nell'esame del provvedimento.

  Simone BILLI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, stigmatizza anch'egli i toni sarcastici utilizzati dal deputato Verini, che giudica arroganti e irrispettosi, soprattutto a fronte di una situazione di emergenza di eccezionale gravità come quella in atto, testimoniata dalle misure restrittive che sono state adottate. In particolare, ritiene inaccettabile il modo in cui il deputato Verini ha apostrofato i deputati della Lega. Osserva come in realtà il decreto-legge sulle intercettazioni rivesta un'urgenza fittizia, legata esclusivamente alle dinamiche politiche interne alla maggioranza, e come la reale urgenza sia quella di fronteggiare la diffusione del coronavirus. Si associa alla richiesta di non proseguire nell'esame del provvedimento all'ordine del giorno, dichiarando fin d'ora la piena disponibilità del proprio gruppo a discutere, ventiquattro ore su ventiquattro, le misure volte a fronteggiare l'emergenza sanitaria.

  Elisa SCUTELLÀ (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, associandosi alla preoccupazione per l'emergenza sanitaria, rileva come il Governo e le altre autorità preposte stiano adottando tutte le misure necessarie e come al riguardo la Commissione giustizia altro non possa fare che occuparsi dei provvedimenti all'ordine del giorno.

  Franco VAZIO (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori dichiara preliminarmente la propria intenzione di svolgere un intervento pacato e sottolinea di non disporre delle competenze per assumersi la responsabilità di concorrere a prendere decisioni sull'emergenza sanitaria, in ordine alla quale ritiene necessario affidarsi agli esperti e alle autorità preposte, che del resto se ne stanno già occupando. Ritiene infatti necessario distinguere le funzioni e i ruoli e sottolinea che la Commissione giustizia non ha alcuna competenza sull'emergenza virus. Si associa allo sconcerto per la situazione in atto, ma ritiene che in questa fase sia necessario che ognuno svolga il proprio lavoro, anche al fine di trasmettere tranquillità al Paese. Rileva come il Governo, i presidenti delle Regioni e i sindaci stiano già adottando, nell'ambito delle rispettive competenze, tutte le misure necessarie. Osserva inoltre come sembrino esservi opinioni contrastanti anche nell'ambito della comunità scientifica sulla gravità della situazione e come da parte di alcuni esponenti della stessa l'emergenza sia stata ridimensionata anche facendo presente che l'influenza stagionale causa circa 300 decessi ogni anno e che l'infezione in esame è sostanzialmente solo un'influenza di maggiore gravità. Riterrebbe comunque ingiustificato non procedere nei lavori secondo il calendario stabilito, anche perché ciò trasmetterebbe un messaggio fuorviante a tutti coloro che nel Paese continuano a svolgere il proprio lavoro in questa situazione di emergenza. Ritiene pertanto saggio, senza voler in alcun modo sminuire la portata dell'emergenza, che il Parlamento continui a lavorare.

  Maria Teresa BELLUCCI (FDI), intervenendo sull'ordine dei lavori, stigmatizza il comportamento della maggioranza, che ha deriso i deputati dell'opposizione i quali in maniera pacata chiedevano di riflettere sulla situazione in atto. Ritiene particolarmente grave averli qualificati con l'appellativo di «virologi», usato in modo sarcasticamente ingiurioso. Ritiene che la serietà della materia necessiterebbe ragionevolezza, pacatezza e capacità dell'istituzione di essere consapevole e all'altezza Pag. 8della situazione. Nel ricordare che i parlamentari sono i rappresentanti del popolo, fa presente ai colleghi di maggioranza, anche in qualità di componente della Commissione affari sociali, che l'Italia è il quarto Paese, dopo Cina, Corea del Sud e Giappone, per dimensione dell'emergenza del virus.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, nel richiamare tutti a una maggiore sobrietà, chiede alla deputata Bellucci di limitarsi alle considerazioni relative all'ordine dei lavori.

  Maria Teresa BELLUCCI (FDI) sollecita la presidente a garantire un confronto pacato in Commissione, chiedendole di richiamare i colleghi della maggioranza al rispetto delle opposizioni. Riprendendo quindi le considerazioni interrotte, ribadisce che l'Italia è l'unico Paese in Europa ad avere un numero così elevato di contagiati e manifesta il proprio dispiacere per avere dovuto sperimentare, intervenendo in Commissione Giustizia in qualità di sostituta dell'onorevole Lollobrigida, l'incapacità dei colleghi della II Commissione di capire quale sia – tra intercettazioni e coronavirus – la vera emergenza del Paese. Auspica ad ogni modo che, nel caso in cui la maggioranza dovesse decidere di proseguire comunque l'esame del provvedimento, i lavori si svolgano in un clima di maggiore serietà e dignità.

  Manfredi POTENTI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, nel sottoscrivere tutte le considerazioni svolte dai colleghi della Lega e degli altri gruppi di opposizione, respinge la tesi della maggioranza secondo cui concentrarsi sull'esame del decreto-legge intercettazioni significherebbe dare un segnale di serietà al Paese. Premesso che la Commissione Giustizia è stata convocata nella giornata di domenica, osserva che – per dare agli italiani un segnale rassicurante, mostrando che il Parlamento lavora per loro tutti i giorni – il Palazzo di Montecitorio, oggi praticamente blindato, avrebbe dovuto essere completamente aperto, con il portone spalancato sulla piazza, e la Camera dovrebbe essere impegnata a discutere dell'emergenza sanitaria. Nel chiedere rispetto per ciò che succede nel Paese, si dice convinto che domani, quando su qualche quotidiano si chiederà perché la Camera si occupa di intercettazioni invece che di coronavirus, si sarà comunque costretti a modificare l'ordine dei lavori. Nel ritenere che, in qualità di rappresentanti del popolo, i deputati siano tenuti anche ad essere portavoce dell'ansia del Paese, evidenzia come nell'attuale situazione i gruppi di opposizione non siano liberi di mettere in campo tutte le iniziative possibili, anche eclatanti, per riportare l'attenzione del Parlamento sui temi importanti. Nel ribadire pertanto l'esigenza ed il diritto di lavorare con la massima tranquillità, reitera l'invito al Presidente della Camera ad inviare un segnale al Paese, mantenendo il palazzo completamente aperto, invece che blindato come nella giornata odierna.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, avverte che hanno chiesto di intervenire per fatto personale i deputati Bartolozzi, Costa, Morrone e Varchi.

  Enrico COSTA (FI) rinuncia ad intervenire per fatto personale.

  Giusi BARTOLOZZI (FI) dichiarandosi preliminarmente dispiaciuta per l'intervento del collega Verini, con il quale proprio pochi giorni fa ha proficuamente collaborato per un'iniziativa che reputa importante, sottolinea che, se chiamandola «dottoressa» egli intendeva essere offensivo, non ha colto nel segno: si dichiara infatti orgogliosa dell'appellativo, che si riferisce a «persone che studiano». Pertanto ritiene di dover spiegare nuovamente ciò che il collega Verini non ha capito e che invece sicuramente non sfuggirà al sottosegretario e costituzionalista Andrea Giorgis. Ribadisce pertanto che l'effettiva decadenza del decreto-legge in esame può essere evitata senza timori attraverso la sua reiterazione. Nel precisare infatti che nella situazione attuale ricorrono tutte e Pag. 9tre le condizioni che la Corte costituzionale ha stabilito per la reiterabilità di un decreto-legge, fa presente che in questo caso si aggiunge anche la condizione dell'esistenza di un evento straordinario, quello dell'epidemia di coronavirus in atto in Italia. Pertanto, nel ribadire che vi sono tutti i requisiti per reiterare il decreto-legge in esame, invita i colleghi della maggioranza a riflettere su questa possibilità, rilevando che in caso contrario sarà evidente a tutti i cittadini che il Parlamento non si sta occupando dei problemi reali del Paese.
  Nell'evidenziare che si è di fronte ad un evento straordinario che dovrebbe imporre il cambiamento dei programmi di lavoro, rileva che, se non lo faranno, i colleghi della maggioranza, oltre a licenziare un provvedimento pessimo, si macchieranno anche della colpa di non aver colto l'occasione per fermarsi. Preannuncia quindi la presentazione di un ricorso, analogamente a quanto fatto in occasione dell'esame del disegno di legge di bilancio 2019 da un deputato del Partito democratico che riteneva fossero stati compressi i suoi diritti di parlamentare. Esprime la convinzione che, diversamente da quanto avvenuto in quell'occasione, quando l'azione del Governo fu giustificata nella sentenza della Corte costituzionale dall'esigenza di rispettare gli obblighi esterni derivanti dalla partecipazione all'Unione europea, nessun argomento difensivo potrà essere rinvenuto nel caso del suo ricorso. Ribadisce pertanto l'invito ai colleghi della maggioranza ad accogliere il suo suggerimento di sospendere l'esame del provvedimento e di reiterarlo per consentire alla Camera di intervenire a migliorarne il testo, dedicandosi nel frattempo all'esame del decreto-legge sull'epidemia di coronavirus.

  Maria Carolina VARCHI (FDI), con riguardo alle osservazioni del collega Verini, pur comprendendo che in alcune situazioni si sia tentati di alleggerire i temi con un po’ di ironia, rileva come l'ironia del collega l'abbia fatta ricredere sulla serietà con la quale questo Governo sta affrontando una emergenza, come quella del coronavirus, che è stata sottolineata addirittura dal Washington Post mentre i deputati si occupano di argomenti che non rappresentano una priorità per il Paese. Nel comprendere che i colleghi del Partito Democratico vogliano approvare il provvedimento prima che alcuni colleghi della maggioranza cambino idea, ritiene che i suggerimenti dell'onorevole Bartolozzi non verranno tenuti in alcuna considerazione perché è necessario passare all'incasso sul provvedimento intercettazioni. Si associa alla richiesta avanzata di tenere un ufficio di presidenza integrato dai rappresentati dei gruppi, al fine di definire le modalità per la prosecuzione dei lavori.

  Jacopo MORRONE (LEGA), nell'ammettere di non essere un virologo, contesta quanto dichiarato dal collega Vazio, secondo cui l'epidemia non sarebbe molto più grave della semplice influenza stagionale. Ritiene che la maggioranza sottostimi la gravità della situazione e ricorda inoltre che l'allarme lanciato il 4 febbraio dal Governatore della regione Veneto è stato sottovalutato.

  Franco VAZIO (PD), interrompendo il deputato Morrone, afferma di non aver detto che è solo un'influenza come le altre e contesta che gli vengano attribuite dichiarazioni false. Precisa di aver sostenuto che ci sono dei medici secondo i quali l'epidemia di coronavirus è paragonabile a quella di una normale influenza, anche se certamente più grave.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, ricorda ai colleghi Vazio e Morrone che non è consentito il dialogo tra deputati.

  Jacopo MORRONE (LEGA) stigmatizza il fatto che la presidente consenta ai deputati di maggioranza di interrompere con i loro commenti i deputati di opposizione che stanno intervenendo.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, precisa che il suo intervento era volto a Pag. 10consentire al collega Morrone di intervenire in un clima di maggiore calma.

  Jacopo MORRONE (LEGA), riprendendo il suo intervento, rammenta che alle 16.30 è convocata una riunione d'emergenza in Veneto e che nel Nord Italia si sta lavorando affinché i focolai non si trasformino in epidemia. Ribadisce quindi che l'intervento del governatore Zaia del 4 febbraio è rimasto inascoltato. Ritiene pertanto che, sulla base della situazione nel Paese, sia più opportuno parlare di coronavirus che di intercettazioni telefoniche.

  Ingrid BISA (LEGA) sollecita la presidente a essere imparziale nella conduzione dei lavori della Commissione. Evidenzia infatti che, mentre la collega Bellucci interveniva in maniera del tutto corretta, i colleghi Verini e Vazio sghignazzavano senza essere ripresi. Si rammarica del fatto che la presidente, pur trovandosi in una posizione che le consente di avere la visione completa dell'aula, non abbia ritenuto di stigmatizzare il comportamento dei colleghi. La invita pertanto con garbo a riprendere il controllo dei lavori della Commissione, che evidentemente le sono sfuggiti di mano.

  Anna Rita TATEO (LEGA) chiede di parlare.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, chiede a che titolo intenda intervenire.

  Anna Rita TATEO (LEGA) chiede di parlare con riferimento all'intervento della collega Bisa.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, preso atto delle circostanze e della richiesta in tal senso pervenutale anche per le vie brevi, sospende la seduta per dare modo all'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentati dei gruppi, di riunirsi.

  La seduta, sospesa alle 16.35, riprende alle 17.20.

DL 161/2019: Modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni.
C. 2394 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 21 febbraio scorso.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, avverte che sono state presentate 202 proposte emendative (vedi allegato). Comunica che l'emendamento Bartolozzi 2.33 è stato ritirato. Avverte infine che è stata trasmessa a tutti i deputati la documentazione pervenuta dal Governo, richiesta nella seduta di venerdì 21 febbraio dall'onorevole Bartolozzi.
  Essendo pervenuta per le vie brevi la richiesta di assicurare la pubblicità dei lavori mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Giulia SARTI (M5S), relatrice, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate al decreto-legge.

  Il sottosegretario Vittorio FERRARESI esprime parere conforme a quello della relatrice,

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Tateo 1.1 e 1.2, Turri 1.3, Bartolozzi 1.7, Turri 1.4, Varchi 1.10, Lucaselli 1.13, Bartolozzi 1.9, Turri 1.5 e 1.6, Bartolozzi 1.8, Tateo 1.11, Lucaselli 1.12, nonché gli identici emendamenti Bisa 2.3 e Costa 2.4 e l'emendamento Costa 2.5.

  Manfredi POTENTI (LEGA), illustrando il suo emendamento 2.8, volto a sanzionare la diffusione di intercettazioni non attinenti alle indagini, chiarisce che esso mira a introdurre un deterrente contro la violazione della riservatezza dei singoli, che, come messo in luce nel corso delle audizioni presso la Commissione Giustizia del Senato, risulta messa in pericolo dalle potenzialità offerte dalla moderna tecnologia Pag. 11dei trojan. Per tali motivi, invita i colleghi a votare a favore della sua proposta.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Potenti 2.8 e Turri 2.12.

  Maria Carolina VARCHI (FDI), intervenendo sugli identici emendamenti Turri 2.13, Costa 2.16 e Lollobrigida 2.14, del quale ultimo è cofirmataria, rileva come essi siano volti ad agganciare le modifiche di cui all'articolo 2 del provvedimento in esame all'articolo 684 del codice penale e rimarca come l'utilizzo di atti del procedimento penale al di fuori del procedimento stesso costituisca una fattispecie di notevole gravità.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Turri 2.13, Costa 2.16 e Lollobrigida 2.14 nonché gli emendamenti Turri 2.11 e Tateo 2.10 e 2.9.

  Maria Carolina VARCHI (FDI), intervenendo sul suo emendamento 2.15, sottolinea come esso sia volto ad adeguare il regime sanzionatorio previsto per la violazione del divieto di pubblicazione di atti o immagini di un procedimento penale alla gravità della condotta, dati gli effetti che essa comporta sulla vita privata delle persone, rilevando come il regime sanzionatorio vigente non tenga conto dell'evoluzione tecnologica ed informatica.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Varchi 2.15, gli identici emendamenti Siracusano 2.17 e Turri 2.18 e gli emendamenti Bisa 2.21 e 2.22.

  Maria Carolina VARCHI (FDI), intervenendo sul suo emendamento 2.23, rileva come esso tenga conto degli interventi giurisprudenziali in materia di acquisizione da remoto, introducendo una disciplina specifica, anche al fine di tutelare l'utilizzabilità dei dati acquisiti.

  La Commissione respinge l'emendamento Varchi 2.23.

  Maria Carolina VARCHI (FDI), intervenendo sull'emendamento Ferro 2.24, di cui è cofirmataria, evidenzia come esso tenga conto di risultanze investigative riguardanti soprattutto le indagini svolte nell'Italia meridionale e sia volto a rafforzare l'operatività degli ufficiali di polizia giudiziaria, garantendo nel contempo maggiore tutela alle acquisizioni investigative attraverso l'estensione della disciplina di cui all'articolo 266 del codice di procedura penale anche all'intercettazione di comunicazioni epistolari.

  La Commissione respinge l'emendamento Ferro 2.24.

  Enrico COSTA (FI), intervenendo sul suo emendamento 2.32, osserva come esso riguardi il tema dell'utilizzazione del captatore informatico, il cosiddetto trojan. Ritiene che tale questione debba essere disciplinata in modo specifico e non con un intervento quale quello previsto dal provvedimento in esame, con cui ci si limita ad estendere all'utilizzazione del captatore informatico la disciplina prevista per le intercettazioni telefoniche. Rileva come si tratti di due strumenti completamente diversi e come attraverso il captatore informatico si eseguano di fatto vere e proprie perquisizioni senza tuttavia le garanzie previste per queste ultime, quali il decreto specifico di autorizzazione, il verbale e la custodia di quanto sequestrato. Richiama l'attenzione sull'invasività del trojan, attraverso il quale possono essere effettuate riprese video, può essere localizzata la posizione e possono essere acquisiti numerosi dati, fra cui, ad esempio, le password personali. Precisa di non essere contrario all'utilizzo di tale strumento investigativo, ma ritiene che ciò dovrebbe avvenire nell'ambito di una disciplina rigorosa. Rileva come la proposta emendativa in esame sia volta a prevedere la definizione normativa del captatore informatico, il cui utilizzo non può in alcun modo essere assimilato all'attività di intercettazione. Pag. 12Osserva come l'uso del trojan comporti un'intercettazione ambientale estesa all'intero domicilio e come per taluni reati, quali ad esempio quelli contro la pubblica amministrazione, non sia previsto che l'utilizzo del trojan sia limitato soltanto a determinati orari e luoghi, il che è del tutto irragionevole nel caso dei reati istantanei, potendo trovare giustificazione solo nel caso di reati permanenti come quelli associativi.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) si associa alle osservazioni del deputato Costa, sottolineando peraltro come un utilizzo non rigorosamente disciplinato del captatore informatico possa comportare anche una deregolamentazione dell'attività di acquisizione dei metadati, ad esempio quelli relativi agli spostamenti della persona, che possono essere utilizzati anche ad anni di distanza. Dichiara, pertanto, il voto favorevole sull'emendamento Costa 2.32.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Costa 2.32 e 2.25 e Varchi 2.27.

  Anna Rita TATEO (LEGA), intervenendo sugli identici emendamenti Boniardi 2.26 e Costa 2.28, si sofferma in particolare sull'opportunità di prevedere una definizione precisa della qualifica di incaricato di pubblico servizio, in quanto tale definizione non risulta chiara sulla base della disciplina vigente a fronte di una cospicua giurisprudenza sull'argomento.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Boniardi 2.26 e Costa 2.28.

  Enrico COSTA (FI), intervenendo sul suo emendamento 2.30, richiama l'articolo 15 della Costituzione, che sancisce il diritto alla riservatezza delle comunicazioni, il quale può essere sacrificato solo a fronte di esigenze di particolare gravità. Osserva come l'utilizzazione del captatore informatico comporti un'attività particolarmente invasiva non soltanto nei confronti del soggetto indagato ma anche di un numero indeterminato di persone terze e come tale sacrificio del diritto alla riservatezza possa trovare giustificazione soltanto a fronte di reati di particolare gravità, mentre si sta affermando la tendenza ad estendere la stessa disciplina prevista per i reati più gravi a tutti i reati, superando il cosiddetto «doppio binario» che limitava soltanto a fattispecie gravi i casi in cui talune garanzie costituzionali possono essere sacrificate. Rileva come l'uso del captatore informatico aggiri sostanzialmente il divieto di svolgere intercettazioni ambientali nei luoghi di privata dimora se non nei casi di mafia o di terrorismo ovvero qualora si ritenga che in quel luogo si commetta il reato. Si rivolge, in particolare, al Partito democratico il quale, in occasione dell'esame del disegno di legge cosiddetto «spazzacorrotti» contrastò, anche attraverso la presentazione di proposte emendative, norme analoghe ma molto più blande. Esprime inoltre preoccupazione per l'utilizzazione in altri procedimenti degli elementi acquisiti. Ribadisce conclusivamente la propria preoccupazione per una norma che configura una vera a propria delega in bianco con palese violazione dei princìpi costituzionali, rilevando come la volontà politica non può non tenere conto di tali princìpi.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) rileva, a sua volta, come non sia di fatto possibile ipotizzare che il captatore informatico sia disattivato qualora nell'attività di captazione siano coinvolti soggetti terzi e come dunque l'eliminazione delle relative risultanze ex post si risolva in una mera finzione. Richiama l'attenzione sull'esistenza di svariati dispositivi elettronici in grado di effettuare captazioni e come il ricorso a tali mezzi di ricerca della prova sia, da un lato, particolarmente invasivo e, dall'altro, inefficace nei confronti della criminalità organizzata, la quale ricorre per le proprie comunicazioni a telefoni criptati o ai cosiddetti «pizzini». Ritiene che la disciplina prevista si traduca in una violazione dell'inviolabilità del domicilio sancita dall'articolo 14 della Costituzione e come sia necessario affrontare la questione Pag. 13con un dibattito approfondito e non con interventi estemporanei. Rileva, inoltre, come tali attività vengano svolte da soggetti privati esterni dei quali andrebbe accertata la piena affidabilità, anche sotto il profilo di eventuali rapporti con ambienti criminali. Alla luce di tali considerazioni dichiara il voto favorevole sull'emendamento Costa 2.30.

  La Commissione respinge l'emendamento Costa 2.30.

  Ingrid BISA (LEGA) illustrando il suo emendamento 2.29, ne sottolinea l'importanza e, concordando con il collega Paolini, teme anch'ella che la norma introdotta dal provvedimento comporti il rischio della violazione di un diritto sancito dalla Costituzione. È, in particolare, dell'avviso che debbano essere specificati i parametri per l'indicazione delle ragioni che giustifichino l'utilizzo del captatore. La norma, inoltre, manca del necessario bilanciamento tra l'interesse pubblico a perseguire i reati e il diritto di ogni cittadino alla libertà personale perché le intercettazioni effettuate con il captatore, a differenza di quelle disposte dal magistrato, non hanno limitazioni in termini di luoghi o di tempi. Anche alla luce della corposa giurisprudenza in materia di diritto alla riservatezza e della responsabilità che il legislatore deve esercitare in tema di libertà personale, invita la maggioranza e il Governo ad una maggiore riflessione sulle ripercussioni di questa disposizione, che rischia di avere un forte impatto sulla vita dei cittadini.

  Manfredi POTENTI (LEGA), intervenendo a sostegno dell'emendamento a prima firma della collega Bisa, esprime l'avviso che le modifiche introdotte al Senato non considerino i contenuti della sentenza n. 5797 del 2018 della Corte di cassazione con riferimento agli studi professionali, creando così un vulnus che rischia di infrangere principi costituzionali finora considerati invalicabili. La legge n. 3 del 2019 era già un micro sistema derogatorio di cui viene allargato il perimetro con probabili effetti che si percepiranno nel corso della futura prassi operativa. Altro aspetto terrificante della norma, a suo avviso, è l'esclusione dei reati di cui all'articolo 51, comma 3-quinquies, del Codice di procedura penale, che riguardano reati socialmente percepiti come molto più gravi. Invita pertanto a porre maggiore attenzione nel trattare il comma 2-bis dell'articolo 266.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Bisa 2.29, 2.6 e 2.31.

  Manfredi POTENTI (LEGA) illustra il suo emendamento 2.34, di cui auspica l'approvazione in quanto in linea con il dettato costituzionale e che recepisce le audizioni svolte presso il Senato, essendo finalizzato ad escludere da ogni utilizzo le intercettazioni delle conversazioni tra difensore e assistito e a prevederne l'eventuale distruzione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Potenti 2.34 e Costa 2.132, gli identici emendamenti Costa 2.37 e Tateo 2.44 e gli emendamenti Costa 2.36, Ferro 2.39 e Costa 2.35.

  Maria Carolina VARCHI (FDI), illustrando l'emendamento a sua prima firma 2.38, ne sollecita l'approvazione ricordando che è finalizzato ad includere i delitti di cui all'articolo 51, comma 3-quinquies, ovvero quelli più odiosi contro la persona e rispetto ai quali in questa legislatura il Parlamento si è speso in più occasioni, tra quelli considerati dall'articolo 267 del Codice di procedura penale. Invita quindi maggioranza e Governo a restare sulla linea perseguita finora, accogliendo il contenuto della sua proposta emendativa.

  La Commissione respinge l'emendamento Varchi 2.38.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), illustrando il suo emendamento 2.43, dichiara di non comprendere perché non si vogliano Pag. 14includere nella libertà investigativa consentita dalla disposizione i delitti di cui agli articoli 600-bis, 600-ter e 600-quater del codice penale. Invita inoltre il Governo a considerare l'uso ormai consueto di cellulari criptati da parte degli esponenti della criminalità organizzata e a non introdurre quindi una normativa che nasce già vecchia perché non tiene conto dell'evoluzione tecnologica in atto.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Paolini 2.43 e 2.42.

  Manfredi POTENTI (LEGA), intervenendo sul suo emendamento 2.45, chiarisce che esso intende limitare a quindici giorni la durata delle intercettazioni disposte dal pubblico ministero salvo un'eventuale proroga per una durata massima di 30 giorni.

  La Commissione respinge l'emendamento Potenti 2.45.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) chiarisce le finalità dell'emendamento Turri 2.41, di cui è cofirmatario, volto a prevedere l'introduzione di una componente tecnica di alto profilo nell'ufficio del procuratore della Repubblica. Non comprendendo le ragioni che ostano all'introduzione di questa modifica, invita all'approvazione del suo emendamento.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Turri 2.41 e 2.40 e l'emendamento Costa 2.46.

  Anna Rita TATEO (LEGA) illustra l'emendamento 2.83 a sua prima firma, volto ad evitare che nei verbali non siano riportate espressioni lesive della reputazione personale, spesso utilizzate dai mezzi di comunicazione a scopo diffamatorio.

  La Commissione respinge l'emendamento Tateo 2.83.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), nel raccomandare l'approvazione dell'emendamento Morrone 2.77, del quale è cofirmatario, evidenzia come tale proposta emendativa abbia il pregio di fornire, in una normativa generica, un parametro di riferimento oggettivo, indicato dal Consiglio superiore della magistratura.

  La Commissione respinge l'emendamento Morrone 2.77.

  Ingrid BISA (LEGA) illustra l'emendamento a sua firma 2.79 che ritiene di massima importanza. A suo avviso, infatti, i decreti autorizzativi delle intercettazioni devono essere sempre motivati per consentire a tutte le parti, e non solo all'accusa, di conoscere le motivazioni in base alle quali alcune intercettazioni vengono autorizzate rispetto ad altre. Fa notare che il decreto-legge in esame ha soppresso tale motivazione, creando un grave squilibrio tra le parti nel processo ed una lesione del diritto di difesa. Invita, pertanto, tutte le forze di maggioranza a svolgere un ulteriore approfondimento sul punto evidenziando come il diritto di difesa debba essere sempre tutelato in tutte le fasi del procedimento.

  Anna Rita TATEO (LEGA), ad integrazione di quanto già espresso dalla collega Bisa sull'emendamento a sua prima firma 2.79, del quale è cofirmataria, evidenzia come il decreto-legge in esame abbia soppresso l'ultimo periodo del comma 4 dell'articolo 267 del Codice di procedura penale. Fa notare come in tale maniera il pubblico ministero non darà più le indicazioni alla polizia giudiziaria che potrà quindi intercettare tutto quello che vorrà senza doversi consultare con il pubblico ministero stesso.

  La Commissione respinge l'emendamento Bisa 2.79.

  Manfredi POTENTI (LEGA) illustra l'emendamento a sua firma 2.80, volto a garantire maggiormente i diritti delle persone, prevedendo che il pubblico ministero dia indicazioni e vigili affinché nei verbali non siano riportate espressioni lesive della Pag. 15reputazione delle persone o del loro orientamento politico, religioso, sessuale, o quelle che riguardano dati personali definiti sensibili dalla legge, nel rispetto del regolamento (UE) 2016/679, salvo che risultino rilevanti ai fini delle indagini.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Potenti 2.80, Paolini 2.76, Costa 2.56, Varchi 2.62, Costa 2.54, gli identici emendamenti Costa 2.55 e Cantalamessa 2.75, nonché l'emendamento Tateo 2.78.

  Enrico COSTA (FI), nell'auspicare l'approvazione dell'emendamento a sua prima firma 2.51, identico alla proposta emendativa Bisa 2.74, comunica il ritiro delle successive proposte emendative a sua prima firma 2.1 e 2.2, con le quali si incideva sulla materia della prescrizione. Al riguardo fa presente di aver ritenuto opportuno optare per il ritiro dei due emendamenti in quanto a suo avviso ogni tema deve essere affrontato a tempo debito e ritiene che in questa delicata fase sia necessario dare spazio a questioni più specifiche. Avendo inteso in tal modo dare un segnale anche alla maggioranza, auspica che l'onorevole Verini, che all'inizio della seduta odierna aveva accusato l'opposizione di essere ossessionata dal tema della prescrizione, apprezzi tale sforzo.

  Walter VERINI (PD), rivolgendosi al collega Costa, dichiara di apprezzare il gesto testé compiuto che contribuisce ad alleggerire il dibattito da un tema incandescente.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Costa 2.51 e Bisa 2.74 e l'emendamento Paolini 2.73.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) illustra la proposta emendativa Lucaselli 2.59, della quale è cofirmataria, con la quale a suo avviso si intende dare piena attuazione all'articolo 89 delle disposizioni di attuazione del Codice di procedura penale, facendo riferimento anche ai difensori della persona sottoposta alle indagini.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Lucaselli 2.59, Costa 2.47 e Tateo 2.82.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua firma 2.64, che mira a ricostruire un equilibrio tra le parti: a suo avviso, un Paese civile deve consentire alle difese e ai cittadini che esercitano da soli il diritto di difesa, di disporre di tempi ragionevoli per esaminare gli atti e ascoltare le registrazioni o per prendere cognizione dei flussi di comunicazioni informatiche o telematiche. Con la proposta emendativa in esame, a suo avviso, si vuole dare alla difesa e al cittadino un termine che non dipenda dalla discrezionalità del giudice, che in buona fede potrebbe anche non essere in grado di valutare se lo stesso sia sufficiente. Desidera quindi sottoporre all'attenzione dei colleghi della maggioranza, e in particolare a quelli del Movimento 5 stelle, la circostanza che non tutti i cittadini hanno disponibilità economiche sufficienti per procurarsi un tecnico informatico qualificato. Ritiene pertanto necessario che gli stessi abbiano almeno a disposizione un tempo sufficiente per poterlo trovare. Ritenendo quindi che la proposta emendativa in esame stabilisca dei parametri minimi per consentire la difesa nel processo, auspica l'approvazione di quello che ritiene un emendamento di civiltà.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Paolini 2.64 e le identiche proposte emendative Costa 2.52 e Paolini 2.72.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento Maschio 2.61, del quale è cofirmataria, volto a far confluire nel fascicolo delle intercettazioni soltanto gli atti veramente rilevanti lasciandone poi la valutazione al giudice.

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  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Maschio 2.61, le identiche proposte emendative Paolini 2.71 e Costa 2.50, nonché gli emendamenti Costa 2.49, Marchetti 2.70, Tateo 2.81, Costa 2.48 e Paolini 2.69.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento Maschio 2.60 del quale è cofirmataria, che riguarda il termine ultimo per la richiesta di trascrizione integrale delle registrazioni.

  La Commissione respinge l'emendamento Maschio 2.60.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua prima firma 2.68 volto a prevedere il ricorso a file di log come strumento per captare eventuali anomalie dell'intercettazioni e possibili minacce di maleware. Evidenzia infatti come solo dai file di log e dai metadati si possa comprendere se vi sia stata o meno una intrusione o se il file sia stato generato o meno dal dispositivo dell'imputato, ricostruendo la genuinità della prova.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Paolini 2.68 e 2.67, Boniardi 2.66, Ferro 2.58 e 2.57.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua firma 2.63, che si riferisce alle copie delle trascrizioni. A suo avviso queste devono essere eseguite su un idoneo supporto protetto da codice personale di accesso, al fine di circoscrivere il problema delle «soffiate giornalistiche».

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Paolini 2.63, Costa 2.53, Turri 2.65 e 2.98, Boniardi 2.96, Costa 2.86 e 2.87, nonché gli identici emendamenti Morrone 2.97 e Costa 2.88.

  Manfredi POTENTI (LEGA) illustra l'emendamento a sua prima firma 2.100 evidenziando come lo stesso sia il frutto del recepimento di un'osservazione del Consiglio nazionale forense, avanzata nel corso dell'audizione sul provvedimento presso l'altro ramo del Parlamento, che in quella sede ha evidenziato la necessità di mantenere all'interno dell'articolo 269 del Codice di procedura penale il richiamo alla possibilità di trasposizione su idoneo supporto. Ritenendo che si tratti di una norma di buon senso e imprescindibile a fronte di un diritto di difesa che deve essere sempre garantito, raccomanda l'approvazione della proposta emendativa in discussione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Potenti 2.100 e gli identici emendamenti Costa 2.85 e Cantalamessa 2.95.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) illustra il suo emendamento 2.90, identico all'emendamento Marchetti 2.94, che recepisce la proposta del procuratore di Catanzaro, dottor Gratteri, sentito in audizione dalla Commissione giustizia del Senato, di abrogare l'articolo 269, comma 2, del Codice di procedura penale. In tal modo si intendono rendere utilizzabili le intercettazioni anche in relazione a processi conclusi, la cui sentenza non sia più impugnabile. I sempre più frequenti casi di riapertura di indagini per le rivelazioni di collaboratori di giustizia dimostrano la necessità di intervenire in tal senso, specialmente in relazione a reati associativi. Trattandosi di una proposta emendativa non di ispirazione politica ma derivante da una segnalazione del dottor Gratteri, chiede alla relatrice e al rappresentante del Governo di volere eventualmente riconsiderare il parere contrario.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Varchi 2.90 e Marchetti 2.94.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), intervenendo sul suo emendamento 2.92 e riallacciandosi alle considerazioni svolte dalla collega Varchi, ritiene che possano essere contemperate le opposte esigenze di Pag. 17chi, come il procuratore Gratteri, chiede di avere sempre la possibilità di utilizzare le intercettazioni telefoniche, anche dopo che la sentenza del processo a cui si riferiscono non sia più impugnabile, e coloro che, al contrario, ritengano che esse debbano essere distrutte. Grazie alla criptazione e alla conservazione in archivio riservato, tali informazioni non sarebbero più accessibili a meno che, anche dopo anni, non si ritenga di doverle utilizzare nuovamente.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Paolini 2.92, gli identici emendamenti Costa 2.89, Lollobrigida 2.91 e Di Muro 2.93, e gli emendamenti Potenti 2.99, Costa 2.84 e 2.102.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) illustra il suo emendamento 2.108, volto ad estendere la possibilità di utilizzare i dati ottenuti con il captatore informatico anche alle indagini su reati di particolare gravità sociale.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Varchi 2.108, gli identici emendamenti Costa 2.103 e Boniardi 2.109, l'emendamento Costa 2.101, gli identici emendamenti Morrone 2.114 e Costa 2.104 e l'emendamento Morrone 2.113.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) illustra il suo emendamento 2.107, volto a introdurre specificazioni in ordine all'attività del captatore elettronico sui dispositivi informatici mobili e sui dispositivi informatici fissi. L'assenza di tali distinzioni potrebbe mettere a rischio l'utilizzabilità delle prove, vanificando lo sforzo dell'autorità giudiziaria.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Varchi 2.107 e Morrone 2.112, gli identici emendamenti Costa 2.105 e Morrone 2.111, gli emendamenti Morrone 2.110, Lucaselli 2.106, Costa 2.115, 2.116 e 2.118.

  Anna Rita TATEO (LEGA) illustra il suo emendamento 2.124, volto a prevedere uno specifico elenco separato degli atti depositati, anche in relazione all'avviso di conclusione delle indagini.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Tateo 2.124, gli identici emendamenti Costa 2.119 e Morrone 2.122, Tateo 2.123, Costa 2.120 e 2.121, gli identici emendamenti Costa 2.125 e Di Muro 2.126, gli ulteriori identici emendamenti Costa 2.127 e Morrone 2.128, nonché gli emendamenti Bisa 2.129, Tateo 2.130, Varchi 2.131, Tateo 2.133, Costa 2.7, Morrone 2.135, Turri 2.136 e 2.137.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) illustra l'emendamento Turri 2.138, di cui è cofirmatario, identico agli emendamenti Costa 2.19 e Lollobrigida 2.20, volto a limitare l'utilizzabilità dei dati ricavati dalle intercettazioni realizzate con programmi conformi alle indicazioni di legge. In tal modo, si eliminerebbe il rischio che i metadati possano essere manipolati, cancellati o inviati a soggetti che non abbiano diritto di riceverli.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Turri 2.138, Costa 2.19 e Lollobrigida 2.20, gli emendamenti Costa 2.134, Turri 2.141, Costa 2.140 e 2.139, Turri 2.143, gli identici emendamenti Bartolozzi 2.117 e Turri 2.142, gli identici emendamenti Costa 2.145, Di Muro 2.147 e Lollobrigida 2.149, l'emendamento Marchetti 2.144, gli identici emendamenti Costa 2.150, Paolini 2.151 e Lollobrigida 2.152, gli identici emendamenti Costa 2.153, Turri 2.154 e Lollobrigida 2.155, l'emendamento Turri 2.158, gli identici emendamenti Costa 2.156 e Turri 2.157, gli emendamenti Marchetti 2.160, Turri 2.159, Marchetti 2.161, Di Muro 2.162, 2.163, 2.172, 2.164, 2.165 e 2.166, Cantalamessa 2.178, 2.179 e 2.181, Di Muro 2.168, 2.167, 2.171, 2.169, 2.170 e 2.173, Cantalamessa 2.174, Marchetti 2.175, Cantalamessa 1.176, Potenti 2.177, Cantalamessa 2.180, Bartolozzi 3.1 e 3.2, Pag. 18Di Muro 3.10, Marchetti 3.7, Bartolozzi 3.3, Marchetti 3.6 e 3.5, Di Muro 3.9, Marchetti 3.4 e Di Muro 3.8.

  Franco VAZIO presidente, essendosi concluso l'esame delle proposte emendative, avverte che le Commissioni I (Affari Costituzionali), VII (Cultura) e IX (Trasporti) hanno comunicato per le vie brevi di aver rinunciato ad esprimere il parere sul provvedimento, mentre la Commissione V (Bilancio) e il Comitato per la legislazione esprimeranno il parere ai fini dell'esame in Assemblea.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire alla relatrice, onorevole Sarti, il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea nonché di essere autorizzata a riferire oralmente in Assemblea.

  Franco VAZIO presidente, avverte che la presidenza si riserva, quindi, di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle designazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 19.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.35 alle 17.20.

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