CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 gennaio 2020
307.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 15 gennaio 2020. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINI. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni.

  La seduta comincia alle 14.05.

Variazioni nella composizione della Commissione.

  Paolo FORMENTINI, presidente, comunica che a far data dal 14 gennaio scorso, l'onorevole Santi Cappellani ha cessato di far parte del gruppo Movimento 5 stelle ed è entrato a far parte del gruppo Misto.

Accordo di partenariato sulle relazioni e la cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Nuova Zelanda, dall'altra, fatto a Bruxelles il 5 ottobre 2016.
C. 2119 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Riccardo OLGIATI (M5S), relatore, sottolinea che l'Accordo in esame, frutto di un iter negoziale durato più di due anni e destinato a sostituire una dichiarazione congiunta sulle relazioni e la cooperazione risalente al 2007, è volto a portare le relazioni bilaterali al livello di partenariato rafforzato, creando una cornice giuridica adeguata a disciplinare la cooperazione politica, quella economico-commerciale e quella settoriale fra le Parti.
  Evidenzia che il testo, che si compone di sessanta articoli, suddivisi in dieci Titoli, statuisce la volontà delle Parti di riaffermare la loro adesione ai principi democratici, ai diritti umani e allo Stato di diritto, e l'impegno ad intensificare il dialogo nei settori disciplinati dall'Accordo a tutti i livelli, nonché a cooperare fattivamente in seno alle organizzazioni regionali ed internazionali (titolo I, articoli 1-4).
  Rileva che nel Titolo II (articoli 5-11), dedicato al dialogo politico e alla cooperazione in materia di politica estera e di sicurezza, viene sottolineata l'importanza di un dialogo politico regolare quale strumento per consolidare un approccio condiviso sulle principali questioni internazionali, e previsto un comune impegno per la promozione dei diritti umani, dei principi democratici e dello stato di diritto.
  Osserva che ulteriori disposizioni riguardano la partecipazione della Nuova Zelanda alle operazioni di gestione delle crisi condotte dall'Unione europea, l'impegno contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, il commercio illegale di armi leggere e di piccolo calibro e il terrorismo, nonché la cooperazione bilaterale per promuovere la Corte penale internazionale.
  Segnala, altresì, che l'Accordo esplicita l'impegno delle Parti a favorire la crescita sostenibile nei Paesi in via di sviluppo e a collaborare anche nell'ambito degli aiuti umanitari, adoperandosi per offrire risposte coordinate alle emergenze (Titolo III, articoli 12-13).
  Sottolinea che, nell'ambito della cooperazione in materia economica e commerciale, Pag. 33il Titolo IV (articoli 14-28) sancisce l'impegno delle Parti ad instaurare un dialogo strutturato per promuovere l'interscambio bilaterale di beni e servizi e gli investimenti, nonché a collaborare con l'Organizzazione mondiale del commercio per la promozione di una maggiore liberalizzazione degli scambi. Viene inoltre prevista la collaborazione reciproca per la riduzione degli ostacoli tecnici agli scambi, sancito l'impegno alla condivisione delle informazioni sulle rispettive politiche in materia di concorrenza e riaffermata l'importanza della tutela dei diritti di proprietà intellettuale.
  Evidenzia che in materia di giustizia, libertà e sicurezza (Titolo V, articoli 29-37), l'Accordo sancisce l'impegno delle Parti a sviluppare la cooperazione giudiziaria in materia civile, commerciale e penale, nonché nell'azione di contrasto alla criminalità, al terrorismo internazionale e ai traffici di droghe illecite. In materia di migrazioni e asilo, l'intesa esplicita l'impegno delle Parti alla cooperazione e allo scambio di opinioni.
  Rileva che ulteriori titoli riguardano, rispettivamente, cooperazione in materia di ricerca, innovazione e società dell'informazione (Titolo VI, articoli 38-39), la cooperazione in materia di istruzione, cultura e contatti interpersonali (Titolo VII, articoli 40-42) e la cooperazione in materia di sviluppo sostenibile, energia e trasporti (Titolo VIII, articoli 43-51), in cui, tra l'altro, viene esplicitato l'impegno delle Parti a collaborare nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, per promuovere un nuovo accordo internazionale per il periodo successivo al 2020.
  Osserva che il Titolo IX (articoli 52-54) definisce, quindi, il quadro istituzionale dell'Accordo, prevedendo la possibilità di sottoscrivere ulteriori accordi su specifici settori di cooperazione, e istituendo un apposito Comitato misto preposto a monitorare il buon andamento dell'intesa, nonché a prevenire o risolvere eventuali controversie.
  Segnala che, da ultimo, il Titolo X (articoli 55-60) stabilisce che il testo bilaterale possa essere modificato tramite un accordo scritto tra le Parti, disciplinandone altresì i termini per l'entrata in vigore e la durata e prevedendo l'applicazione provvisoria delle disposizioni già concordate dalle Parti.
  Sottolinea, infine, che il disegno di legge di ratifica, già approvato dall'altro ramo del Parlamento il 25 settembre scorso, si compone di quattro articoli. L'articolo 3, in particolare, pone una clausola di invarianza finanziaria, stabilendo che dall'attuazione della legge di ratifica non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

  La viceministra Marina SERENI si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Paolo FORMENTINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è così concluso l'esame preliminare e che s'intende rinunciato il termine per la presentazione degli emendamenti. Il provvedimento sarà, pertanto, trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Accordo di partenariato globale e rafforzato tra l'Unione Europea e la comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica d'Armenia, dall'altra, con allegati, fatto a Bruxelles il 24 novembre 2017.
C. 2120 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Cristian ROMANIELLO (M5S), relatore, prima di passare all'illustrazione del provvedimento, ricorda che il quadro dei rapporti fra l'Unione europea e l'Armenia è regolato dall'Accordo di partenariato e cooperazione (APC) del 1996.
  Sottolinea che l'Armenia, peraltro, dopo aver scelto di aderire all'Unione economica eurasiatica nel settembre 2013, Pag. 34ha rinunciato alla sottoscrizione di un Accordo di associazione con area di libero scambio ampia e approfondita (AA/DCFTA) con l'Unione europea, già negoziato in precedenza.
  Evidenzia che l'Accordo in esame, frutto di negoziati avviati nel dicembre 2015, intende contribuire alla definizione della cornice giuridica e politico-istituzionale della cooperazione tra Unione europea e Armenia ed è finalizzato ad ottimizzare i positivi risultati maturati nel corso dei pregressi negoziati per l'Accordo di associazione con area di libero scambio ampia e approfondita, utilizzando l'approccio duttile nei confronti di partner non pronti o non disponibili agli AA/DCFTA della nuova Politica europea di vicinato (PEV).
  Rileva che la nuova intesa è imperniata sui cardini del dialogo politico e della cooperazione in politica estera e di sicurezza, nonché del commercio e della cooperazione settoriale. In particolare, l'Accordo, basato sui principi dell'economia di mercato, è finalizzato a promuovere la cooperazione in numerosi settori – dalla sanità all'ambiente, dall'energia ai trasporti, dalla cultura agli affari sociali – coprendo anche aspetti specifici quali la cooperazione giuridica, la lotta al riciclaggio di denaro, al crimine organizzato e alla corruzione.
  Osserva che il testo, che si compone di 386 articoli suddivisi in otto titoli, dodici Allegati e due Protocolli, stabilisce innanzitutto i principi generali e gli obiettivi dell'Accordo (Titolo I, articoli 1-2), richiamando il rispetto dei principi democratici, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, ed esplicitando l'impegno delle Parti alla realizzazione dei principi dell'economia di mercato, quale presupposto per promuovere lo sviluppo sostenibile e la crescita economica.
  Segnala che nel Titolo II (articoli 3-11), dedicato al dialogo politico, alle riforme e alla cooperazione nel settore della politica estera e di sicurezza, l'Accordo sancisce l'impegno delle Parti a sviluppare un dialogo politico efficace in tutti i settori di reciproco interesse, al fine di promuovere la risoluzione pacifica dei conflitti, la stabilità e la sicurezza a livello internazionale e regionale, nonché ad intensificare la cooperazione sulle questioni di politica estera e di sicurezza, per prevenire conflitti e gestire crisi, per assicurare il controllo nelle esportazioni di armi e per prevenire e reprimere il terrorismo.
  Sottolinea che, relativamente alla cooperazione nel settore della giustizia, libertà e sicurezza, l'Accordo (Titolo III, articoli 12-21) disciplina la cooperazione giuridica, la protezione dei dati personali, la materia migratoria, la lotta al riciclaggio di denaro e al terrorismo, il contrasto alle droghe illecite, alla criminalità organizzata e transnazionale, la cooperazione giudiziaria e la protezione consolare.
  Evidenzia che l'Accordo regola, inoltre, la cooperazione economica fra le Parti (Titolo IV, articoli 22-35), con particolare riguardo al dialogo economico, alla fiscalità, e al settore statistico.
  Rileva che il Titolo V (articoli 36-112), disciplina gli aspetti relativi alla cooperazione settoriale, articolati su ventitré Capi, con dichiarazioni di impegno a sviluppare la collaborazione – fra gli altri – nei settori dei trasporti, dell'energia, dell'ambiente, della politica industriale, delle banche e delle assicurazioni, del turismo, dell'agricoltura, dell'occupazione, della politica sociale, dell'istruzione, della cooperazione a livello transfrontaliero e regionale.
  Precisa che la parte più corposa dell'Accordo quadro è rappresentata dal Titolo VI (articoli 113-342) che disciplina gli scambi e le questioni commerciali, riguardanti, fra l'altro, oltre agli scambi commerciali in senso stretto, anche la cooperazione doganale, le questioni sanitarie e fitosanitarie, la circolazione di capitali, la tutela della proprietà intellettuale e le imprese di proprietà dello Stato.
  Segnala che la relazione illustrativa precisa che l'Armenia, a seguito della sua adesione, si è impegnata a rispettare i principi di liberalizzazione commerciale dell'Organizzazione mondiale del commercio, in forza dei quali ad ogni Stato Pag. 35membro non è permesso di attuare politiche discriminatorie nei confronti degli altri.
  Sottolinea che gli ulteriori Titoli dell'Accordo riguardano, rispettivamente, l'assistenza finanziaria, le disposizioni antifrode e in materia di controllo (Titolo VII, articoli 343-361) e le disposizioni istituzionali, generali e finali (Titolo VIII, articoli 362-386), con le quali si istituisce un Consiglio di Partenariato avente il compito di monitorare l'attuazione dell'Accordo e di aggiornarne o modificarne gli Allegati, previo consenso tra le Parti. In particolare, la cooperazione interparlamentare è regolata dall'articolo 365, che istituisce il Comitato parlamentare di partenariato, assegnando ad esso il ruolo di foro privilegiato per lo scambio di opinioni ed esperienze tra deputati del Parlamento europeo e della Repubblica d'Armenia.
  Evidenzia che i dodici Allegati all'Accordo, che, ai sensi dell'articolo 385 paragrafo 4, ne fanno parte integrante, riguardano, rispettivamente i trasporti (Allegato I del capo 1 del Titolo V), l'energia (Allegato II del capo 2 del Titolo V), l'ambiente (Allegato III del capo 3 del Titolo V), le iniziative sul clima (Allegato IV del capo 4 del titolo V), la cooperazione nel settore della società dell'informazione (Allegato V del capo 8 del titolo V), la protezione dei consumatori (Allegato VI del Capo 14 del titolo V), l'occupazione (Allegato VII del Capo 15 del titolo V), gli scambi di servizi (Allegato VIII), la protezione delle indicazioni geografiche (Allegato IX), l'elenco delle indicazioni geografiche protette (Allegato X), gli appalti pubblici (Allegato XI) e le disposizioni antifrode (Allegato XII del capo II del titolo VII).
  Rileva, infine, che sono parte integrante dell'Accordo anche il Protocollo I del titolo VII, che reca disposizioni antifrode e in materia di controllo, e il Protocollo II, relativo all'assistenza amministrativa reciproca nel settore doganale.
  Osserva che il disegno di legge di ratifica, approvato dal Senato il 25 settembre scorso, si compone di quattro articoli. L'articolo 3, in particolare, pone una clausola di invarianza finanziaria, stabilendo che dall'attuazione della legge di ratifica non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
  Conclusivamente, auspica una celere conclusione dell’iter di approvazione di tale provvedimento, che fa riferimento ad un accordo inteso a favorire il rafforzamento delle istituzioni democratiche armene e la stessa stabilizzazione della regione, in passato funestata da tragici eventi bellici. Sottolinea che esso potrà inoltre rafforzare il partenariato politico ed economico globale e la cooperazione tra le Parti sulla base dei valori comuni e degli stretti legami anche tramite una maggiore partecipazione della Repubblica di Armenia alle politiche e ai programmi delle agenzie dell'Unione europea, creando così le condizioni per una cooperazione sempre più stretta in altri settori di reciproco interesse.

  La viceministra Marina SERENI si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Paolo FORMENTINI, presidente, nell'esprimere apprezzamento per l'avvio dell'esame del provvedimento, sottolinea l'importanza dell'Accordo in esame, che contribuisce a rafforzare il dialogo politico e gli scambi commerciali, ma anche a dare impulso alle riforme avviate dall'Armenia. Nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è così concluso l'esame preliminare e che s'intende rinunciato il termine per la presentazione degli emendamenti. Il provvedimento sarà, pertanto, trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Accordo che istituisce la Fondazione internazionale tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, ed i paesi dell'America Latina e dei Caraibi, dall'altra, fatto a Santo Domingo il 25 ottobre 2016.
C. 2122 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

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  Francesca LA MARCA (PD), relatrice, ricorda che la Fondazione istituita dall'Accordo in esame, ideata nel maggio 2010 nel corso del VI vertice tra l'Unione europea e i Paesi dell'America latina e dei Caraibi, intende porsi quale strumento di rafforzamento del partenariato strategico fra l'Unione europea e la Comunità di Stati latino-americani e dei Caraibi (CELAC).
  Sottolinea che l'obiettivo sotteso alla nuova organizzazione internazionale è, infatti, quello di favorire la conoscenza e la comprensione reciproche, di accrescere la visibilità di tali regioni e del partenariato che le lega, nonché di realizzare le priorità di cooperazione stabilite nei vertici tra l'UE e la CELAC, promuovendo altresì lo sviluppo di strategie comuni, l'organizzazione di conferenze, lo svolgimento di ricerche e studi, lo scambio e la costituzione di reti tra rappresentanti della società civile e altri attori.
  Evidenzia che, composto di 30 articoli, l'Accordo precisa innanzitutto che il proprio oggetto è quello di istituire la Fondazione UE-ALC, di fissarne gli obiettivi e di stabilire le norme e gli orientamenti generali che ne disciplinano l'attività, la struttura e il funzionamento (articolo 1).
  Rileva che la Fondazione UE-ALC, ai sensi dell'articolo 2, è definita quale organizzazione internazionale di natura intergovernativa, istituita a norma del diritto internazionale pubblico, avente sede ad Amburgo. Membri della Fondazione (articolo 3) sono l'Unione europea, gli Stati membri dell'Unione europea e i Paesi dell'America latina e dei Caraibi. La Fondazione gode di personalità giuridica internazionale e ha la capacità giuridica necessaria per la realizzazione dei suoi obiettivi e delle sue attività nel territorio di ciascuno dei suoi membri, potendo stipulare contratti, acquistare e cedere beni mobili e immobili e comparire in giudizio (articolo 4).
  Osserva che ulteriori articoli dell'Accordo (articoli 5 e 6) definiscono, quali obiettivi della Fondazione, quelli di rafforzare il partenariato strategico CELAC-UE, di favorire la conoscenza e la comprensione reciproche tra le due regioni, di accrescerne la visibilità, di promuoverne strategie comuni ed altre attività.
  Precisa che tra le attività della Fondazione, l'articolo 7 ricomprende iniziative, eventi e programmi di sensibilizzazione, l'avvio di studi, nonché lo scambio di conoscenze e buone prassi sulle tematiche affrontate nelle riunioni del partenariato CELAC-UE.
  Sottolinea che i successivi articoli dell'Accordo (articoli 8-16) disciplinano la struttura e il finanziamento della Fondazione, prevedendo un Consiglio dei governatori (articoli 9 e seguenti) – composto da rappresentanti di ciascuno dei membri, e a cui spettano le principali funzioni gestionali e decisionali dell'apparato – oltre che un Presidente e un Direttore esecutivo.
  Evidenzia che il Consiglio tiene almeno due riunioni ordinarie all'anno, a margine degli appuntamenti CELAC-UE a livello alti funzionari, e riunioni straordinarie, su richiesta del Presidente, del Direttore esecutivo o di un terzo dei suoi membri, ed opera in presenza di oltre la metà dei suoi membri (articoli 12-13).
  Rileva che il Presidente della Fondazione, nominato dal Consiglio dei Governatori per quattro anni, rinnovabili una sola volta, è una personalità nota e autorevole sia in America latina e nei Caraibi sia nell'Unione europea, ed esercita le proprie funzioni su base volontaria ma con diritto al rimborso di tutte le spese necessarie e debitamente giustificate.
  Segnala che la presidenza viene esercitata a turno da un cittadino di uno Stato membro dell'Unione europea e da un cittadino di uno Stato dell'America latina o dei Caraibi. Se il Presidente designato proviene da uno Stato membro dell'Unione europea, il Direttore esecutivo nominato proverrà da uno Stato dell'America latina o dei Caraibi, e viceversa. Il Presidente rappresenta inoltre la Fondazione nelle sue relazioni esterne e ne assicura la visibilità (articolo 14).
  Osserva che al Direttore esecutivo, nominato anch'esso dal Consiglio dei governatori per un mandato di quattro anni, Pag. 37rinnovabile una sola volta e soggetto alle stesse regole di alternanza previste per la presidenza, spetta la gestione della Fondazione. Come rappresentante giuridico della struttura, elabora i programmi di lavoro, nomina e dirige il personale, redige ed esegue il bilancio, presenta al Consiglio dei governatori le relazioni periodiche, prepara le riunioni del Consiglio dei governatori e tiene i contatti con la società civile e le istituzioni coinvolte nell'attività della Fondazione (articolo 15).
  Sottolinea che l'articolo 16 disciplina il finanziamento della Fondazione, assicurato tramite contributi versati su base volontaria dai membri. La Germania fornisce, a proprie spese e nell'ambito del suo contributo finanziario, i locali che ospitano la sede della struttura e ne assicura la manutenzione, i servizi e le misure di sicurezza.
  Evidenzia che gli ulteriori articoli dell'Accordo (articoli 17-19) disciplinano l’audit e la pubblicazione dei conti, la valutazione della Fondazione e i partenariati strategici che essa può istituire.
  Rileva, in particolare, che l'articolo 19 stabilisce che la Fondazione abbia quattro partner strategici iniziali; da parte dell'Unione europea, l’Institut des Amériques in Francia e la regione Lombardia in Italia, mentre da parte dell'America latina e dei Caraibi, la Fundación Global Democracia y Desarrollo nella Repubblica dominicana e la Commissione economica per l'America latina e i Caraibi delle Nazioni Unite.
  Segnala che il medesimo articolo prevede altresì che la Fondazione possa istituire ulteriori partenariati con organizzazioni intergovernative, Stati ed enti pubblici o privati di entrambe le regioni, nel rispetto dell'equilibrio bi-regionale.
  Da ultimo, ricorda che l'Accordo disciplina i privilegi, le immunità e le lingue di lavoro della Fondazione, nonché le modalità di risoluzione delle controversie, di modifica, ratifica e adesione all'Accordo, regolandone altresì l'entrata in vigore, la durata, lo scioglimento e la liquidazione della Fondazione (articoli 20-30).
  Osserva che il disegno di legge di ratifica, approvato all'unanimità dal Senato il 25 settembre scorso, si compone di quattro articoli. L'articolo 3, in particolare, pone una clausola di invarianza finanziaria, stabilendo che dall'attuazione della legge di ratifica non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, salvo che non vi si faccia fronte con apposito provvedimento legislativo.
  Conclusivamente, auspica l'approvazione definitiva di questo provvedimento di ratifica riferito ad un Accordo che s'inserisce nella più ampia cornice delle relazioni bi-regionali tra l'Unione europea ed un Continente, come il Sud America, caratterizzato da grandi e significative presenze di comunità di connazionali e di loro discendenti.

  La viceministra Marina SERENI si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Paolo FORMENTINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è così concluso l'esame preliminare e che s'intende rinunciato il termine per la presentazione degli emendamenti. Il provvedimento sarà, pertanto, trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Accordo di cooperazione sul partenariato e sullo sviluppo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica islamica di Afghanistan, dall'altra, fatto a Monaco il 18 febbraio 2017.
C. 2230 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Yana Chiara EHM (M5S), relatrice, ricorda che l'intesa in esame, frutto di un iter negoziale durato quasi quattro anni, è finalizzata ad istituire un partenariato per rafforzare il dialogo politico tra l'Unione europea e l'Afghanistan, per migliorare le relazioni fra le Parti e per sviluppare la Pag. 38cooperazione bilaterale in un'ampia gamma di settori – dalla sicurezza allo sviluppo sostenibile fino al commercio –, anche al fine di promuovere la collaborazione in ambito multilaterale e di incoraggiare l'inserimento del Paese asiatico nel sistema economico internazionale.
  Sottolinea che, composto di sessanta articoli, suddivisi in nove titoli, l'Accordo definisce innanzitutto il proprio campo di applicazione (Titolo I, articoli 1-2), e vede le Parti confermare la loro adesione ai valori comuni sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite.
  Evidenzia che il Titolo II, dedicato alla cooperazione politica (articoli 3-11), esplicita l'impegno delle Parti ad instaurare un dialogo politico regolare per favorire una migliore comprensione reciproca, per cooperare alla promozione dei diritti umani e delle istituzioni che se ne occupano, nonché per consolidare le politiche relative alle questioni di genere.
  Rileva che il Titolo II esplicita altresì la volontà delle Parti a cooperare per promuovere la piena applicazione dello statuto della Corte penale internazionale, per rafforzare l'applicazione degli strumenti internazionali sul disarmo e la lotta alla non proliferazione delle armi di distruzione di massa, nonché per contrastare il commercio illecito di armi leggere e il terrorismo.
  Osserva che, con riferimento alla cooperazione allo sviluppo, il Titolo III (articolo 12) vede le Parti riaffermare il loro impegno a conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio, a rispettare la dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti, a promuovere lo sviluppo sostenibile e a collaborare nell'ambito delle organizzazioni regionali e internazionali.
  Segnala che l'Accordo definisce, quindi, (Titolo IV, articoli 13-23) la cornice della cooperazione bilaterale in materia di scambi ed investimenti, prevedendo l'avvio di un dialogo sul commercio bilaterale e multilaterale, la diversificazione degli scambi commerciali, l'eliminazione degli ostacoli non tariffari e la collaborazione su questioni sanitarie e di sicurezza alimentare. Vengono, inoltre, previsti l'intensificazione della cooperazione tra le autorità doganali, l'incentivazione agli investimenti diretti esteri, l'accesso reciproco nel settore dei servizi e la tutela di diritti di proprietà intellettuale.
  Sottolinea che con l'Accordo le Parti riconoscono altresì l'importanza di incrementare la loro cooperazione in materia di giustizia e affari interni, di collaborare per contrastare la criminalità organizzata e la corruzione, e convengono sull'impegno a combattere il traffico di droghe illecite, il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo, e a gestire in modo congiunto i flussi migratori, a partire dalla possibilità di negoziare un accordo che disciplini gli obblighi in materia di riammissione (Titolo V, articoli 24-30).
  Evidenzia che, relativamente alla cooperazione settoriale (Titolo VI, articoli 31-47), l'Accordo prevede che le Parti collaborino nella modernizzazione della pubblica amministrazione in Afghanistan e nella gestione del rischio di catastrofi, e promuovano azioni concertate nei settori dell'istruzione, della formazione professionale, dell'occupazione, dello sviluppo sociale, dei trasporti, dell'agricoltura, della sanità e della cultura.
  Rileva che l'Accordo, dopo aver sottolineato l'importanza di iniziative di cooperazione regionale finalizzate a ripristinare lo status dell'Afghanistan quale ponte continentale tra l'Asia centrale, l'Asia meridionale e il Medio Oriente (Titolo VII, articolo 48), definisce il proprio Quadro istituzionale (Titolo VIII, articolo 49), prevedendo un Comitato misto – composto da rappresentanti delle due Parti al massimo livello possibile – destinato a riunirsi in alternanza a Kabul e a Bruxelles, con il compito di fissare priorità, formulare proposte d'interesse comune, promuovere obiettivi e comporre eventuali controversie.
  Osserva, da ultimo, che il Titolo IX (articoli 50-60), relativo alle disposizioni finali, oltre a prevedere l'impegno delle Parti a lottare contro le frodi e la corruzione, ad accordare agli esperti che partecipino all'attuazione della cooperazione gli strumenti necessari allo svolgimento Pag. 39delle loro mansioni, a garantire protezione adeguata alle informazioni scambiate, definisce l'ambito territoriale dell'Accordo e reca le indicazioni circa la sua entrata in vigore, l'applicazione in via provvisoria, la durata e le modalità di denuncia.
  Segnala che il disegno di legge di ratifica, approvato all'unanimità dall'altro ramo del Parlamento il 30 ottobre scorso, si compone di quattro articoli. L'articolo 3, in particolare, pone una clausola di invarianza finanziaria, stabilendo che dall'attuazione della legge di ratifica non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
  Conclusivamente, auspica una pronta e definitiva adozione del progetto di legge poiché l'Accordo di cooperazione sul partenariato e lo sviluppo conferma l'impegno dell'Unione europea nei confronti del futuro sviluppo del Paese, chiamato a fronteggiare la difficile sfida della stabilizzazione durante il «decennio di trasformazione» (2014-2024).

  La viceministra Marina SERENI, sottolineando la rilevanza della ratifica in esame, si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Laura BOLDRINI (PD), associandosi alle riflessioni della viceministra Sereni sull'importanza del provvedimento in esame, ricorda che dal 2001 la comunità internazionale è impegnata per promuovere la rinascita dell'Afghanistan, non solo con la presenza di contingenti militari che assicurino la sicurezza nel Paese, ma anche con interventi umanitari, ad esempio l'iniziativa dell'UNHCR per consentire il rimpatrio di numerosi profughi afghani che si erano rifugiati in Pakistan e Iran. In questo quadro, sottolinea la necessità di mantenere un dialogo costruttivo con le autorità legittime dell'Afghanistan, ritenendo preoccupante la scelta degli Stati Uniti di avviare un negoziato parallelo con i rappresentanti dei talebani: a suo avviso, qualora il futuro assetto del Paese venisse deciso in esito a tale negoziato, si configurerebbe un totale fallimento della comunità internazionale.

  Paolo FORMENTINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è così concluso l'esame preliminare e che s'intende rinunciato il termine per la presentazione degli emendamenti. Il provvedimento sarà, pertanto, trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia di assistenza giudiziaria in materia penale, fatto a Roma il 16 dicembre 2016; c) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Colombia sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Roma il 16 dicembre 2016.
C. 1941 Governo.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 novembre 2019.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia. Comunica, inoltre, che la Commissione Bilancio ha nuovamente espresso il proprio parere, rispetto a quello già pronunciato nello scorso mese di ottobre e revocato a seguito della presentazione del disegno di legge di bilancio per l'anno 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022, in quanto provvedimenti comportanti nuove o maggiori spese o diminuzioni di entrate in anni successivi al 2019 e il cui iter non era ancora concluso. Nel nuovo parere la Commissione Bilancio si è espressa in senso favorevole con una condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione. Conseguentemente, la relatrice Di Stasio ha presentato l'emendamento 3.1 di recepimento di tale condizione (vedi allegato 1).

  Iolanda DI STASIO (M5S), relatrice, illustra l'emendamento 3.1.

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  La viceministra Marina SERENI esprime parere favorevole.

  La Commissione approva, all'unanimità, l'emendamento 3.1 della relatrice.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato alla relatrice, onorevole Di Stasio, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Montevideo il 1o marzo 2019.
C. 1962 Governo.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 novembre 2019.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Finanze e Politiche dell'Unione europea. Comunica, inoltre, che la Commissione Bilancio ha nuovamente espresso il proprio parere, rispetto a quello già pronunciato nello scorso mese di ottobre e revocato a seguito della presentazione del disegno di legge di bilancio per l'anno 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022, in quanto provvedimenti comportanti nuove o maggiori spese o diminuzioni di entrate in anni successivi al 2019 e il cui iter non era ancora concluso. Nel nuovo parere la Commissione Bilancio si è espressa in senso favorevole con una condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione. Conseguentemente, il relatore Cappellani ha presentato l'emendamento 3.1 di recepimento di tale condizione (vedi allegato 2).

  Santi CAPPELLANI (M5S), relatore, illustra l'emendamento 3.1.

  La viceministra Marina SERENI esprime parere favorevole.

  La Commissione approva, all'unanimità, l'emendamento 3.1 del relatore.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Cappellani, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi

  La seduta termina alle 14.40.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 15 gennaio 2020. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINI.

  La seduta comincia alle 14.40.

Sull'azione internazionale dell'Italia per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: l'efficacia del quadro normativo nazionale e del sistema italiano di cooperazione.
(Deliberazione di una proroga del termine).

  Paolo FORMENTINI, presidente, ricorda che nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi il 18 dicembre scorso, è stato convenuto di sottoporre al Presidente della Camera l'opportunità di prorogare Pag. 41il termine per la conclusione dell'indagine in titolo, inizialmente fissato al 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2020.
  Avverte, quindi, che è pervenuta l'intesa in tal senso della Presidenza della Camera ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera quindi, all'unanimità, la proroga del termine dell'indagine conoscitiva in titolo al 31 dicembre 2020.

Sulla politica estera dell'Italia per la pace e la stabilità nel Mediterraneo.
(Deliberazione di una proroga del termine).

  Paolo FORMENTINI, presidente, ricorda che nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi il 18 dicembre scorso, è stato convenuto di sottoporre al Presidente della Camera l'opportunità di prorogare il termine per la conclusione dell'indagine in titolo, inizialmente fissato al 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2020.
  Avverte, quindi, che è pervenuta l'intesa in tal senso della Presidenza della Camera ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera quindi, all'unanimità, la proroga del termine dell'indagine conoscitiva in titolo al 31 dicembre 2020.

Sull'impegno dell'Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni.
(Deliberazione di una proroga del termine).

  Paolo FORMENTINI, presidente, ricorda che nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi il 18 dicembre scorso, è stato convenuto di sottoporre al Presidente della Camera l'opportunità di prorogare il termine per la conclusione dell'indagine in titolo, inizialmente fissato al 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2020.
  Avverte, quindi, che è pervenuta l'intesa in tal senso della Presidenza della Camera ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera quindi, all'unanimità, la proroga del termine dell'indagine conoscitiva in titolo al 31 dicembre 2020.

Sulle dinamiche del commercio internazionale e interesse nazionale
(Deliberazione di una proroga del termine)

  Paolo FORMENTINI, presidente, ricorda che nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi il 18 dicembre scorso, è stato convenuto di sottoporre al Presidente della Camera l'opportunità di prorogare il termine per la conclusione dell'indagine in titolo, inizialmente fissato al 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2020.
  Avverte, quindi, che è pervenuta l'intesa in tal senso della Presidenza della Camera ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera quindi, all'unanimità, la proroga del termine dell'indagine conoscitiva in titolo al 31 dicembre 2020.

Sulla politica estera dell'energia dell'Italia tra crisi regionali e rotte transcontinentali.
(Deliberazione di una proroga del termine).

  Paolo FORMENTINI, presidente, ricorda che nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi il 18 dicembre scorso, è stato convenuto di sottoporre al Presidente della Camera l'opportunità di prorogare il termine per la conclusione dell'indagine in titolo, inizialmente fissato al 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2020.Pag. 42
  Avverte, quindi, che è pervenuta l'intesa in tal senso della Presidenza della Camera ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera quindi, all'unanimità, la proroga del termine dell'indagine conoscitiva in titolo al 31 dicembre 2020.

  La seduta termina alle 14.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 15 gennaio 2020.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.45 alle 14.50.

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 15 gennaio 2020.

Audizione del Professor Giuliano Volpe, ordinario di archeologia presso l'Università degli Studi di Bari, nell'ambito dell'esame, in sede referente, dei progetti di legge C. 476 Ascani e C. 2165, approvata in un testo unificato, dal Senato, recanti ratifica ed esecuzione della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro il 27 ottobre 2005.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 15 alle 16.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 15 gennaio 2020. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINI.

  La seduta comincia alle 18.10.

Sulla politica estera dell'Italia per la pace e la stabilità nel Mediterraneo.
Audizione di rappresentanti della società civile irachena.
(Svolgimento e conclusione).

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, quanto all'intervento del primo audito, il dottor Jeber, anche attraverso la trasmissione sul canale della web-tv della Camera dei deputati; quanto all'audizione del dott. Dawood, su richiesta dell'audito e come concordato in modo unanime in sede di Ufficio di presidenza, soltanto mediante resoconto stenografico.

  Faisal JEBER, geologo e archeologo di Mosul, e Ismaeel DAWOOD, segretario dell’Iraqi Civil Society Solidarity Initiative, svolgono una relazione sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

  Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, Laura BOLDRINI (PD), a più riprese, Yana Chiara EHM (M5S), a più riprese, e Vito COMENCINI (LEGA).

  Faisal JEBER, geologo e archeologo di Mosul, e Ismaeel DAWOOD, segretario dell’Iraqi Civil Society Solidarity Initiative, rispondono ai quesiti posti e forniscono ulteriori precisazioni.

  Paolo FORMENTINI, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 19.10.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

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