CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 dicembre 2019
298.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 83

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 19 dicembre 2019. — Presidenza della Presidente Carla RUOCCO. – Interviene il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Antonio Misiani.

  La seduta comincia alle 9.10.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 e relativa Nota di variazioni.
C. 2305 Governo, approvato dal Senato e C. 2305/I Governo, approvato dal Senato.

(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Relazione favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 17 dicembre 2019.

  Carla RUOCCO, presidente, ricorda che nella seduta di ieri il relatore ha illustrato il contenuto dei provvedimenti. Avverte quindi che sul disegno di legge di Bilancio sono stati presentati n. 8 emendamenti, che sono a disposizione dei colleghi e che saranno allegati al resoconto della seduta odierna (vedi allegato).

  Laura CAVANDOLI (LEGA) intervenendo sull'ordine dei lavori, stigmatizza il fatto che – benché l'Ufficio di Presidenza della Commissione svoltosi ieri avesse confermato le ore 10 per la seduta odierna – questa è stata anticipata alle ore 9, con comunicazione trasmessa solo nel tardo Pag. 84pomeriggio della giornata di ieri. Si è trattato a suo avviso di un modo di procedere scorretto, che ha di fatto impedito a molti colleghi di essere presenti ai lavori della Commissione, anche in considerazione della difficile situazione dei trasporti che caratterizza il periodo delle festività natalizie.
  Evidenzia inoltre come, in ogni caso, poiché il disegno di legge di bilancio è arrivato alla Camera blindato, e su di esso il Governo porrà la questione di fiducia, si sarebbe almeno dovuto consentire alle Commissioni di svolgere una adeguata istruttoria legislativa, garantendo alle opposizioni opportunità di approfondimento e di dibattito. Ciò almeno avrebbe consentito di mettere in luce le principali criticità del provvedimento, che avranno pesanti ricadute sui cittadini italiani nel prossimo futuro.

  Carla RUOCCO, presidente, precisa, a rettifica di quanto testé affermato dalla collega Cavandoli, che la decisione di anticipare di un'ora la seduta odierna è stata assunta nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza svoltasi ieri. In considerazione del fatto che alcuni gruppi hanno in quella sede preannunciato la presentazione di proposte emendative, si è ritenuto opportuno fissare alle 9 la seduta della Commissione, onde consentire che gli emendamenti eventualmente respinti possano essere ripresentati presso la Commissione Bilancio entro la scadenza del termine da questa fissato per le ore 9.30.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA) stigmatizzando il fatto che la Camera non avrà la possibilità di apportare alcuna modifica al testo del disegno di legge di Bilancio, rileva che il maxiemendamento presentato dal Governo al Senato e sul quale è stata posta la questione di fiducia, ha radicalmente modificato le disposizioni in materia di superammortamento e iperammortamento in favore delle imprese, nonché ogni altro incentivo per ricerca e sviluppo, trasformando tali agevolazioni in crediti d'imposta assai meno vantaggiosi per le imprese. Si tratta di un ulteriore incremento della pressione tributaria a carico del sistema imprenditoriale italiano e soprattutto delle piccole e medie imprese che, in una situazione di bassa crescita avrebbero piuttosto bisogno di politiche incentivanti. Ricorda che il Partito Democratico e Italia Viva si sono vantati a lungo dei risultati raggiunti con il Piano Industria 4.0, mentre ora con queste misure – che giudica gravissime – si assesta un duro colpo al Piano stesso e ad imprese, artigiani e commercianti, senza che le opposizioni possano fare nulla.
  Si appella al clima di collaborazione che ha sempre caratterizzato i lavori della Commissione, in particolare sui temi legati alla semplificazione fiscale. Deve purtroppo invece prendere atto del fatto che le misure introdotte complicheranno sempre più la vita dei contribuenti, obbligando in particolare le imprese a presentare ogni anno al MISE la lista degli investimenti fatti per ottenere i crediti d'imposta. Sul punto il suo gruppo si riserva di presentare un ordine del giorno in Assemblea.
  Sottolinea come in passato questa maggioranza si sia spesso vantata di condurre una efficace lotta all'evasione mentre nel provvedimento non ravvisa alcuna misura in tal senso, se non un esponenziale aumento della tassazione a danno dei cittadini, come accadrà a dipendenti e pensionati che, ove abbiano un reddito netto superiore a 1500 euro mensili, saranno esclusi dalla mini flat tax, così come gli oltre 5 milioni di micro e piccole imprese italiane.
  Ribadisce l'assurdità di una situazione in cui il Parlamento non ha alcuna possibilità di intervenire nel merito sul disegno di legge di Bilancio, che avrebbe almeno dovuto essere discusso e condiviso con le associazioni di categoria interessate.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) giudica paradossale l'intervento del gruppo della Lega a difesa del Piano Industria 4.0, considerando che il Governo precedente, del quale la Lega faceva parte, ha smantellato puntualmente tutte le misure ivi previste. Si è infatti eliminato il superammortamento, Pag. 85per poi recuperarlo, e ridotto tutti i crediti di imposta previsti per ricerca e sviluppo. Sottolinea quindi che il credito di imposta introdotto interessa una platea assai più amplia di soggetti e si pone pertanto come una misura volta a potenziare il sistema agevolativo per le imprese. Si stimano in circa 7 miliardi di euro le risorse che il Piano Industria 4.0 metterà a disposizione delle imprese, a dimostrazione del forte rilancio degli incentivi alle aziende messo in piedi dal Governo.
  Quanto, più in generale, alle misure recate dalla manovra intende richiamare innanzitutto le disposizioni in materia di cuneo fiscale, che estendendosi ai redditi sino a 35 mila euro annui amplieranno sensibilmente la platea dei beneficiari, con incrementi di reddito che non possono essere sottovalutati, anche in considerazione del rispetto che si deve alle persone che lavorano e che percepiscono redditi non elevati.
  È evidente che l'attuale Governo, insediatosi da pochi mesi, ha dovuto costruire una manovra economica su dati e numeri lasciati in eredità dal precedente Governo e che i risultati positivi non potranno essere immediati, ma si percepiranno con maggiore chiarezza a partire dai prossimi anni.
  Si è puntato, in particolare, su forti investimenti per la digitalizzazione del Paese, sul rilancio del Piano Industria 4.0, sul cuneo fiscale e sul rilancio delle politiche educative. Cita, a titolo di esempio, il bonus per gli asili nido e le risorse destinate al finanziamento di interventi di messa in sicurezza, ristrutturazione, riqualificazione o costruzione di edifici destinati ad asili nido e scuole dell'infanzia, tema sul quale la maggioranza avrebbe voluto fare anche di più, al fine di colmare i divari esistenti tra le regioni del Paese.
  Ritiene quindi, in conclusione, che la manovra vada nella giusta direzione, e ne rivendica i contenuti, rinviando il confronto con i colleghi della Lega ai prossimi mesi, quando si vedrà se gli interventi adottati avranno prodotto gli effetti positivi attesi sulla crescita e avranno contribuito a far ripartire gli investimenti nel Paese.

  Il Sottosegretario Antonio MISIANI, ad integrazione di quanto già detto dal collega Fragomeli, precisa che la riforma del piano Industria 4.0 è stata lungamente discussa con le associazioni delle imprese e che le modifiche sul tema introdotte nel corso dell'esame presso il Senato sono il frutto di un lungo e proficuo confronto con le categorie interessate.
  Con riferimento all'esclusione dal regime forfetario per i redditi di lavoro dipendente eccedenti l'importo di 30.000 euro, precisa che tale misura non riguarda i pensionati, che continueranno ad usufruire del regime agevolato vigente.

  Marco OSNATO (FdI) denuncia le modalità di lavoro sul disegno di legge di Bilancio imposte alla Commissione, e più in generale alla Camera, che non consentono di svolgere una discussione approfondita e di modificarne i contenuti.
  Quanto al merito delle misure introdotte, la cosiddetta «manovra per lo sviluppo» reca di positivo unicamente la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia ma appare del tutto priva di una visione d'insieme, senza individuare le effettive priorità per il Paese. Ciò che invece appare con chiarezza è la volontà del Governo di ribaltare su cittadini e contribuenti una serie di adempimenti, come già emerso in sede di esame del recente decreto fiscale, che – richiama sul punto i contenuti dell'articolo 39 – ha chiamato in causa specifiche categorie di cittadini, quali ad esempio i commercianti, indicati come soggetti maggiormente inclini all'evasione fiscale, contribuendo a diffondere un clima di terrore fiscale nel nostro Paese. Anche l'etica della sugar tax e della plastic tax è in realtà solo finalizzata a mettere le mani nelle tasche dei cittadini, per reperire risorse. Analogamente, in tema di auto aziendali si tenta di far passare il messaggio per cui queste rappresentano un benefit per qualche ricco manager, quando invece per molti cittadini Pag. 86sono l'unico strumento di lavoro. Per quanto riguarda l'unificazione di IMU e TASI, osserva che non è affatto chiaro il regime fiscale cui saranno assoggettati gli istituti autonomi per le case popolari (IACP) o gli enti di edilizia residenziale pubblica, ricordando che nel Paese un vero e proprio piano edilizio, dopo il piano Fanfani del 1949, non è stato più realizzato. Chiede sul punto, assai caro alla sua parte politica, rassicurazioni al Governo, poiché un aumento della imposizione in tale ambito determinerebbe gravissimi problemi per migliaia di cittadini.
  Ricorda infine che il gruppo di Fratelli d'Italia ha presentato in Commissione Finanze alcuni emendamenti al disegno di legge di bilancio, pur sapendo che certamente saranno respinti, e auspica che la maggioranza, sin dai primi giorni del prossimo anno si adoperi per introdurre misure correttive volte a rimediare ai danni provocati dalla manovra.

  Massimo UNGARO (IV) ritiene di dover difendere la manovra, ricordando alle opposizioni che 23 miliardi di euro serviranno a scongiurare l'aumento delle clausole Iva – tassa che colpisce i redditi medio-bassi e che contribuisce, con particolare incidenza nel centro e nel meridione del Paese, al rallentamento dei consumi, già assai deboli – evitando una dura recessione. Altri 6 miliardi di euro verranno invece impiegati per abbattere il cuneo fiscale che, secondo quando riferisce l'ISTAT, non è mai diminuito negli ultimi 20 anni.
  Invita infine il Governo a porre attenzione al tema dell'IMU che grava sui cittadini italiani residenti all'estero e proprietari di immobili ubicati sul territorio italiano, e ad individuare nel prossimo futuro una soluzione ragionevole.

  Il Sottosegretario Antonio MISIANI con riferimento alla questione del regime fiscale delle case popolari sollevata dal deputato Osnato, si riserva di compiere ulteriori approfondimenti, ma sin d'ora ricorda che la manovra conferma la vigente detrazione di 200 euro, applicabile anche agli alloggi regolarmente assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari (IACP) o dagli enti di edilizia residenziale pubblica, in piena continuità con il regime precedente.

  Marco OSNATO (FdI) ringrazia il rappresentante del Governo per il chiarimento fornito, tuttavia riterrebbe opportuno che la Commissione approfondisse il tema della fiscalità degli alloggi popolari, magari attraverso un breve ciclo di audizioni, sottolineando la complessità dell'argomento in oggetto, anche in considerazione del timore diffuso che l'Imu sugli alloggi sociali possa essere reintrodotta, anche richiedendo il pagamento degli arretrati.

  Il Sottosegretario Antonio MISIANI precisa che, in ogni caso, l'orientamento politico del Governo è senza dubbio alcuno quello di non rendere più gravoso il regime vigente.

  Carla RUOCCO, presidente, segnala, con riferimento alla richiesta di audizioni avanzata dal collega Osnato, che l'argomento potrà essere affrontato nella prossima riunione dell'Ufficio di presidenza della Commissione.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, invita quindi il relatore ad esprimere il proprio parere sugli emendamenti presentati.

  Davide ZANICHELLI (M5S), relatore, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati al disegno di legge di bilancio.

  Il Sottosegretario Antonio MISIANI esprime parere conforme a quello del relatore.

  Marco OSNATO (FdI) illustra l'emendamento Bignami 2305/VI/1.1 di cui è cofirmatario, volto a stabilire la possibilità per il contribuente di detrarre dall'IRPEF il 50 per cento del compenso pagato a soggetti di intermediazione immobiliare. Si tratta di una misura volta a sostenere e incentivare le transazioni immobiliari.

Pag. 87

  La Commissione respinge l'emendamento Bignami 2305/VI/1.1.

  Marco OSNATO (FdI) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Bignami 2305/VI/1.2, di cui è cofirmatario, che prevede agevolazioni fiscali in favore di coloro che acquistano dispositivi di sicurezza volti a garantire l'inaccessibilità della proprietà privata.

  La Commissione respinge l'emendamento Bignami 2305/VI/1.2.

  Marco OSNATO (FdI) dichiara di non comprendere la contrarietà espressa dal relatore e dal Governo sull'emendamento Bignami 2305/VI/1.3, di cui è cofirmatario, posto che esso stabilisce l'obbligo, per chiunque entri nel territorio nazionale o ne esca trasportando denaro contante, tra i 5.000 e i 10.000 euro, di dichiarare tale somma all'Agenzia delle dogane.

  La Commissione respinge l'emendamento Bignami 2305/VI/1.3.

  Marco OSNATO (FdI) interviene sull'emendamento Bignami 2305/VI/1.4, di cui è cofirmatario, volto ad esentare dagli obblighi di fatturazione elettronica le micro, piccole e medie imprese e i titolari di partita Iva operanti nei comuni montani.

  La Commissione respinge l'emendamento Bignami 2305/VI/1.4.

  Marco OSNATO (FdI) illustra l'emendamento Bignami 2305/VI/1.5, di cui è cofirmatario, volto a prevedere misure a sostegno delle aree montane, al fine di contrastare i fenomeni di rarefazione commerciale e favorirne il ripopolamento. Si tratta di una questione assai grave, come si evince anche dalla classifica della qualità della vita pubblicata recentemente dal Sole 24 ore, in cui Belluno – provincia veneta interamente montana dalla quale egli proviene – subisce un vistoso arretramento (dal 4o posto dell'anno scorso al 51o), a causa dello spopolamento e della marginalità cui è condannata per la inadeguata dotazione infrastrutturale.

  Umberto BURATTI (PD) concordando con il collega Osnato circa l'importanza di recuperare le aree più interne del Paese, ricorda che il Testo unico in materia di foreste, approvato nel 2018 durante il Governo Gentiloni – i cui decreti attuativi sono attesi a breve – reca agevolazioni per interventi nelle aree forestali.

  La Commissione respinge l'emendamento Bignami 2305/VI/1.5.

  Marco OSNATO (FdI) interviene sull'emendamento Bignami 2305/VI/1.6, di cui è cofirmatario, volto a ripristinare la disciplina del regime forfettario introdotta dalla legge di bilancio 2019.

  La Commissione respinge l'emendamento Bignami 2305/VI/1.6.

  Marco OSNATO (FdI) interviene sull'emendamento Bignami 2305/VI/1.7, di cui è cofirmatario, volto a prevedere l'esclusione dal regime forfettario dei soggetti che nell'anno precedente hanno percepito redditi eccedenti l'importo di 40.000 euro invece di 30.000.

  La Commissione respinge l'emendamento Bignami 2305/VI/1.7.

  Marco OSNATO (FdI) interviene sull'emendamento Bignami 2305/VI/1.8, di cui è cofirmatario, che esonera dall'obbligo di fatturazione elettronica i contribuenti persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni cui si applica il regime forfetario.

  La Commissione respinge l'emendamento Bignami 2305/VI/1.8.

  Marco OSNATO (FdI) preannuncia l'intenzione del gruppo di Fratelli d'Italia di abbandonare i lavori della Commissione, denunciando anche in questa sede le ripetute e gravi violazioni delle prerogative Pag. 88del Parlamento, che si stanno verificando in occasione dell'esame in corso del bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e pluriennale 2020 – 2022. Sul tema il suo gruppo ha scritto ai Presidenti di Camera e Senato, così come al Presidente della Repubblica.
  Evidenzia il mancato rispetto del ruolo riservato dalla Costituzione al Parlamento nel procedimento di formazione delle leggi, in particolare dell'articolo 70 della Costituzione, che affida la funzione legislativa alle due Camere, e del successivo articolo 72, che configura le modalità di esame dei provvedimenti. Denuncia altresì la violazione del comma 2 dell'articolo 119 del Regolamento della Camera, che indica le tempistiche di esame dei documenti di bilancio. I tempi previsti dalla maggioranza per l'esame della legge di bilancio, in questo caso sono stati compressi in appena una settimana, e la violazione regolamentare appare evidente.
  Rileva come con la presentazione da parte del Governo del maxi emendamento alla legge di bilancio, abbia di fatto reso impossibile ogni contributo emendativo al testo. Si tratta di un evidente caso di conflitto di competenze tra i poteri dello Stato, dal momento che il Governo così facendo limita od esclude prerogative che la Costituzione riserva esplicitamente al Parlamento.
  Lamenta quindi la mancata costituzione delle Commissioni di inchiesta sul sistema bancario e finanziario e sui fatti del Forteto. Non è più tollerabile che per problemi interni alla maggioranza in un caso, e per evidenti pregiudizi ideologici dall'altro, si impedisca di costituire e far lavorare due commissioni che sarebbero di estrema utilità sul fronte della tutela dei diritti dei risparmiatori, anche relativamente alle recentissime vicende che coinvolgono la Banca popolare di Bari e gli obblighi di vigilanza di Consob e Bankitalia, e sulla difesa dell'infanzia e dei soggetti più deboli, scoperchiando una volta per tutte il vaso di Pandora sulle nefandezze, le impunità e le protezioni politiche che hanno contraddistinto la gestione della comunità di Vicchio in Mugello in tutti questi anni.
  Stigmatizza inoltre il mancato rinnovo dei vertici dell'Agenzia per le garanzie nelle comunicazioni e del Garante per la protezione dei dati personali. In due settori delicati e sensibili come quello della tutela della privacy e della garanzia dei dati personali, e delle garanzie nelle comunicazioni, non può non denunciare il fatto che il rinnovo delle cariche dei Presidenti e dei componenti dei rispettivi Consigli, scaduti durante l'estate e già prorogati due volte per lo svolgimento delle sole funzioni ordinarie, slitterà ancora, esponendo il Paese a possibili contestazioni da parte dell'Unione Europea.
  Per questo, non ravvisando i requisiti minimi per un ordinato confronto democratico tra le diverse forze politiche, e non volendo avallare con la presenza del suo gruppo comportamenti politicamente gravissimi e potenzialmente illegittimi, annuncia l'abbandono dei lavori della Commissione.

  Leonardo TARANTINO (LEGA) preannuncia il voto fortemente contrario del gruppo della Lega sul disegno di legge di bilancio, i cui contenuti non appaiono condivisibili e che non ha potuto essere esaminato con la dovuta attenzione da parte delle Camere. Le difficoltà di trovare accordi all'interno della maggioranza hanno finito per dilatare i tempi di decisione, con conseguente compressione degli spazi per il dibattito parlamentare, che si è ridotto ad un mero esercizio scolastico. Si tratta di una grave colpa politica, della quale la maggioranza dovrà farsi carico dinnanzi ai cittadini.

  Carla RUOCCO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, invita il relatore Zanichelli a formulare una proposta di relazione sul disegno di legge di Bilancio.

  Davide ZANICHELLI (M5S), relatore, formula una proposta di relazione favorevole.

Pag. 89

  La Commissione approva la proposta di relazione favorevole formulata dal relatore. Delibera altresì di nominare il deputato Mancini quale relatore presso la V Commissione.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sulla promozione e protezione degli investimenti.
C. 1956 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 17 dicembre scorso.

  Nicola GRIMALDI (M5S), relatore, esprime sul provvedimento una proposta di parere favorevole.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Colombia per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo.
C. 1769 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Nicola GRIMALDI (M5S), relatore, ricorda che la VI Commissione Finanze è chiamata ad esaminare – ai fini del parere da rendere alla III Commissione Affari esteri – il disegno di legge C. 1769, recante ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Colombia per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Roma il 26 gennaio 2018.
  L'Accordo in esame s'inserisce nel contesto generale di ampliamento della rete di convenzioni per evitare le doppie imposizioni stipulate dall'Italia, volte a realizzare un'equilibrata ripartizione della materia imponibile fra i due Stati contraenti e di costituire un quadro giuridico stabile di riferimento che consenta alle imprese italiane di operare in Colombia in condizioni pienamente concorrenziali e di intrattenere rapporti economici e finanziari con soggetti di tale Paese in condizioni paritarie rispetto agli altri investitori esteri.
  La struttura dell'Accordo si conforma agli standard più recenti del modello elaborato dall'OCSE, nonché a quelli derivanti dalle raccomandazioni del progetto dell'OCSE-G20 in materia di contrasto dei fenomeni di elusione e spostamento artificioso delle basi imponibili, comunemente detto «BEPS» (Base Erosion and Profit Shifting).
  L'Accordo si compone di 31 articoli e un Protocollo.
  Per una illustrazione dettagliata dei contenuti rinvia alla documentazione predisposta dagli uffici, limitandosi in questa sede a richiamare sinteticamente le disposizioni in esso contenute.
  L'articolo 1 delimita la sfera soggettiva di applicazione della Convenzione.
  L'articolo 2 individua le imposte considerate; per l'Italia figurano l'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), l'imposta sul reddito delle società (IRES) e l'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP).
  L'articolo 3 riguarda le definizioni generali relative alle espressioni utilizzate nel testo della Convenzione.
  L'articolo 4, oltre a definire lo status di «residente» ai fini della Convenzione, individua i criteri dirimenti finalizzati a risolvere i casi di doppia residenza delle persone fisiche.
  L'articolo 5 definisce l'espressione «stabile organizzazione», enumerandone le diverse tipologie.Pag. 90
  L'articolo 6 stabilisce che i redditi immobiliari sono imponibili – anche se non in maniera esclusiva – nel Paese in cui sono situati i beni immobili da cui derivano tali redditi.
  L'articolo 7 attribuisce il diritto esclusivo di tassazione degli utili delle imprese allo Stato di residenza dell'impresa stessa, salvo precise eccezioni.
  L'articolo 8 prevede che gli utili derivanti dall'esercizio, in traffico internazionale, della navigazione marittima ed aerea sono tassati esclusivamente nel Paese dove è situata la sede di direzione effettiva dell'impresa di navigazione.
  L'articolo 9 in materia di imprese associate, consente agli Stati contraenti di effettuare rettifiche in aumento o in diminuzione dei redditi accertati dalle rispettive amministrazioni fiscali e di procedere ai conseguenti aggiustamenti.
  L'articolo 10 reca la disciplina relativa ai dividendi.
  L'articolo 11 in materia di interessi, stabilisce, in via generale, un criterio impositivo concorrente tra lo Stato di residenza del percettore degli interessi e lo Stato della fonte.
  L'articolo 12 prevede per i pagamenti relativi ai canoni (royalties) un criterio impositivo concorrente tra lo Stato di residenza del percettore e lo Stato della fonte.
  L'articolo 13 riguarda la tassazione degli utili.
  L'articolo 14 prevede che i redditi derivanti dall'esercizio di una professione indipendente sono imponibili nel Paese di residenza; per aversi la tassabilità degli stessi redditi nel Paese di prestazione dell'attività, viene considerato il criterio della base fissa oppure il criterio dei 183 giorni.
  L'articolo 15 regola il trattamento fiscale dei redditi derivanti da remunerazioni per lavoro subordinato (diverse dalle pensioni), che sono tassate nel Paese presso il quale viene prestata l'opera.
  L'articolo 16 stabilisce che i compensi degli amministratori e retribuzioni analoghe che un residente di uno Stato contraente percepisce in qualità di membro del Consiglio di amministrazione di una società residente dell'altro Stato contraente sono imponibili in detto altro Stato.
  L'articolo 17 prevede che i redditi di artisti e sportivi residenti nell'altro Stato contraente sono imponibili nel Paese di prestazione dell'attività.
  L'articolo 18 in materia di pensioni, stabilisce il criterio della tassazione esclusiva nel Paese di residenza del soggetto al quale sono corrisposte.
  L'articolo 19 stabilisce che i redditi derivanti da funzioni pubbliche diversi dalle pensioni sono imponibili soltanto nello Stato pagatore.
  L'articolo 20 per le somme ricevute da studenti per le spese relative al proprio mantenimento ed istruzione a condizione che esse provengano da fonti situate fuori della Parte contraente di soggiorno, è prevista l'esenzione da imposta in quest'ultima Parte contraente.
  L'articolo 21 in ordine ai redditi non trattati esplicitamente negli articoli precedenti, stabilisce, quale regola generale, l'imposizione esclusiva nello Stato di residenza del percepente.
  L'articolo 22 prevede che, al fine di eliminare la doppia imposizione, entrambi gli Stati adottano il metodo dell'imputazione ordinaria (metodo del credito d'imposta).
  L'articolo 23 stabilisce il principio di non discriminazione, in conformità con il modello convenzionale dell'OSCE e con la prassi negoziale italiana.
  L'articolo 24 prevede il meccanismo della procedura amichevole volto a dirimere le controversie di tipo interpretativo o applicativo dell'Accordo.
  L'articolo 25 in materia di scambio di informazioni prevede il superamento del criterio dell'interesse delle informazioni per l'amministrazione finanziaria dello Stato richiesto nonché del segreto bancario.
  L'articolo 26 prevede un ulteriore istituto di cooperazione amministrativa che si sostanzia nell'assistenza alla riscossione delle imposte che uno Stato vanta nei confronti di residenti dell'altro.
  L'articolo 27 regola i rapporti con altre fonti del diritto al fine di non intaccare lo Pag. 91speciale trattamento previsto per i membri delle missioni diplomatiche e consolari.
  L'articolo 28 disciplina l'applicazione delle ritenute ridotte previste dalla Convenzione, attraverso la richiesta di rimborsi della maggiore imposta trattenuta in eccedenza, laddove il sostituto d'imposta non eserciti la propria facoltà di operare direttamente le minori ritenute convenzionali.
  L'articolo 29, in materia di disposizioni antiabuso, stabilisce che il diritto ai benefici previsti dalla Convenzione non sarà concesso in relazione a un elemento di reddito se è ragionevole valutare che l'ottenimento di tale beneficio costituisce uno degli scopi principali della transazione o dell'accordo.
  L'articolo 30 regola l'entrata in vigore della Convenzione, mentre l'articolo 31 disciplina le modalità della denuncia della Convenzione.
  Il disegno di legge di ratifica si compone di tre articoli: gli articoli 1 e 2 contengono, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione della Convenzione, mentre l'articolo 3 stabilisce che la legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
  La relazione tecnica a corredo del disegno di legge precisa che l'attuazione dell'accordo non produce effetti finanziari sul gettito fiscale.
  Formula quindi una proposta di parere favorevole.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 10.10.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 19 dicembre 2019. — Presidenza della Presidente Carla RUOCCO. — Interviene il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Antonio Misiani.

  La seduta comincia alle 10.10.

DL 142/2019: Misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento.
C. 2302 Governo.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Carla RUOCCO, presidente, ricorda che nella riunione di ieri dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è convenuto di procedere all'avvio dell'esame del provvedimento nella seduta odierna e di fissare il termine per la presentazione di emendamenti alle ore 11 di lunedì 13 gennaio prossimo. Si è inoltre convenuto di procedere, alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la sospensione per la pausa natalizia, ad un ciclo di audizioni ai fini dell'istruttoria legislativa sul provvedimento, che dovrebbero aver luogo nella settimana dal 7 gennaio 2020.

  Claudio MANCINI (PD), relatore, rammenta che la Commissione Finanze è chiamata ad esaminare, in sede referente, il decreto-legge recante Misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento, che disciplina una complessa operazione finanziaria, ai sensi della quale: sono attribuiti a Invitalia uno o più contributi in conto capitale, fino a 900 milioni di euro nel 2020, interamente finalizzati al rafforzamento patrimoniale della società Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale – MCC; si consente a MCC la promozione di attività finanziarie e di investimento, anche a sostegno delle imprese nel Mezzogiorno, anche mediante l'acquisizione di partecipazioni al capitale di banche e società finanziarie; a seguito di tali operazioni realizzate da MCC, viene prevista la possibilità di scindere MCC e costituire una nuova società, a cui sono assegnate le menzionate attività e partecipazioni acquisite da banche e società finanziarie. Le azioni rappresentative dell'intero capitale sociale della società così Pag. 92costituita sono attribuite, senza corrispettivo, al Ministero dell'Economia e delle Finanze.
  Come evidenziato dal Governo nel comunicato stampa del 13 dicembre 2019, le misure del provvedimento in esame si inseriscono nell'azione di rilancio della Banca Popolare di Bari (BPB).
  Più in dettaglio l'articolo 1, comma 1 dispone che, con uno o più decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, siano assegnati in favore di Invitalia (Agenzia Nazionale per l'attrazione investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A.) uno o più contributi in conto capitale, fino all'importo complessivo massimo di 900 milioni di euro per l'anno 2020, interamente finalizzati al rafforzamento patrimoniale, mediante versamenti in conto capitale, a favore della società Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale S.p.A. (MCC).
  Lo scopo dell'operazione è che Banca del Mezzogiorno – MCC promuova, secondo logiche, criteri e condizioni di mercato, lo sviluppo di attività finanziarie e di investimento, anche a sostegno delle imprese nel Mezzogiorno, da realizzarsi con operazioni finanziarie, anche mediante il ricorso all'acquisizione di partecipazioni al capitale di banche e società finanziarie, di norma società per azioni, e nella prospettiva di ulteriori possibili operazioni di razionalizzazione di tali partecipazioni.
  Il comma 2 dell'articolo 1 prevede che, a seguito delle operazioni realizzate dalla MCC in attuazione delle predette norme, con decreto del Ministro dell'economia delle finanze, di concerto con il Ministro dello Sviluppo economico, possa essere disposta la scissione di Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale S.p.A. e la costituzione di una nuova società, alla quale sono assegnate le attività e partecipazioni acquisite da banche e società finanziarie ai sensi del comma 1. Le azioni rappresentative dell'intero capitale sociale della società così costituita sono attribuite, senza corrispettivo, al Ministero dell'Economia e delle Finanze.
  Il comma 3 esclude l'applicazione a tale nuova società del Testo Unico sulle società a partecipazione pubblica, di cui al D.Lgs. n. 175 del 2016; prevede inoltre che la nomina del relativo consiglio di amministrazione sia affidata al Ministro dell'economia delle finanze, di concerto con il Ministro dello Sviluppo economico.
  Il comma 4 esenta da ogni imposta tutti gli atti e le operazioni poste in essere per l'operazione disciplinata dall'articolo in esame.
  Il comma 5 consente di riversare, previa quantificazione da parte del MEF, le risorse stanziate per l'intervento e non effettivamente utilizzate al bilancio dello Stato, con successiva riassegnazione al capitolo di spesa di provenienza.
  La relazione illustrativa del Governo, in ragione dell'ampliamento del divario tra le regioni del Mezzogiorno e il resto d'Italia, a seguito della crisi economico-finanziaria, nonché delle relative ripercussioni sull'economia reale e sul tessuto imprenditoriale (prevalentemente finanziato dal canale bancario), afferma che l'intervento in esame intende contribuire al superamento degli ostacoli strutturali del Mezzogiorno e a ridurre il predetto divario di sviluppo economico. Si afferma inoltre che l'urgenza dell'intervento è giustificata dalle recenti evoluzioni e situazioni di crisi.
  Al riguardo, il comunicato stampa relativo al consiglio dei Ministri del 13 dicembre 2019, nel corso quale è stato varato il provvedimento in esame, ha annunciato che, in base al decreto, verrà disposto un aumento di capitale che consentirà a MCC, insieme con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e ad eventuali altri investitori, di partecipare al rilancio della Banca Popolare di Bari (BPB), che venerdì 13 dicembre è stato sottoposto alla procedura di Amministrazione Straordinaria da parte della Banca d'Italia.
  Il Governo riferisce inoltre che gli amministratori straordinari della BPB stanno proseguendo le negoziazioni già avviate con il MCC e il FITD – Fondi Interbancario di Tutela dei Depositanti, per la stipula di un Accordo Quadro contenente, tra l'altro, le linee strategiche del piano industriale per il rilancio della banca, il Pag. 93recupero del suo equilibrio economico e patrimoniale, e l'assunzione da parte della stessa di un ruolo centrale nel finanziamento dell'economia del Mezzogiorno.
  Al riguardo si ricorda che la Banca Popolare di Bari risulta nella lista delle cd. less significant institutions della BCE e dunque, per le sue caratteristiche dimensionali e strutturali, non è direttamente vigilata dalla Banca Centrale Europea ma dall'Autorità Nazionale, ovvero dalla Banca d'Italia.
  La non significatività ai fini della vigilanza, tuttavia, non esclude la rilevanza dell'operazione in esame ai fini della disciplina comunitaria; nel corso degli ultimi anni, infatti, sono stati numerosi gli interventi pubblici a sostegno di singoli istituti bancari, nel più generale quadro degli interventi volti a fronteggiare la crisi economico-finanziaria e a tutelare il sistema creditizio nazionale.
  Si rammenta in questa sede che gli interventi pubblici di sostegno a singoli istituti bancari si sono svolti previa interlocuzione e autorizzazione, dell'Unione Europea ai sensi della disciplina degli aiuti di stato al settore bancario.
  L'articolo 2, comma 1, prevede che all'onere derivante dall'operazione di cui all'articolo 1, pari – come si è visto – a 900 milioni di euro per l'anno 2020, si provvede mediante corrispondente utilizzo delle risorse, iscritte sul capitolo 7175 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, destinate alla partecipazione al capitale di banche e fondi internazionali, come rifinanziate per il medesimo anno da ultimo con la Sezione II della legge di bilancio per il 2019 (legge 30 dicembre 2018, n. 145).
  La citata legge di bilancio per il 2019 ha rifinanziato le risorse destinate agli oneri derivanti dalla partecipazione a banche e fondi internazionali, iscritte sul cap. 7175/MEF, di 1 miliardo di euro sia per il 2019 che per il 2020, con riferimento all'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 170, della legge n. 228/2012 (legge di stabilità 2013).
  Il comma in esame pone dunque a carico del rifinanziamento di 1 miliardo per il 2020 disposto dalla legge di bilancio per il 2019 la copertura degli oneri derivanti dal contributo, autorizzato dall'articolo 1 nell'importo massimo di 900 milioni di euro per l'anno 2020, finalizzato al rafforzamento patrimoniale a favore della società Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale S.p.A. (MCC).
  Il comma 2 autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare le occorrenti variazioni di bilancio.
  L'articolo 3 dispone che il decreto-legge entri in vigore il 17 dicembre 2019, giorno successivo alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (avvenuta nella G.U. Serie Generale n. 294 del 16 dicembre 2019).

  Massimo UNGARO (IV) evidenzia che, come è noto a tutti, l'obiettivo del provvedimento – che potrebbe anche porre le basi per la creazione di una banca di investimenti per il Sud del Paese – è il salvataggio della Banca popolare di Bari. Si tratta di un intervento giusto e necessario, anche al fine di evitare focolai di panico che possano contagiare istituti sani. Si tratta infatti di un istituto di credito che riveste grande importanza per tutto il meridione, con oltre 6 mila dipendenti e una clientela molto vasta. Sottolinea inoltre la necessità di fare chiarezza su eventuali casi di misselling, poiché è giusto che chi ha compiuto errori sia chiamato a risponderne. Ritiene in ogni caso opportuno che il provvedimento rappresenti l'occasione per avviare una riflessione più ampia e complessiva sul sistema bancario italiano.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD), con riferimento all'organizzazione dei lavori della Commissione sul provvedimento, riterrebbe opportuno un ampliamento dei tempi e del numero delle audizioni, anche prevedendo un breve slittamento in avanti del termine per la presentazione degli emendamenti.

  Carla RUOCCO, presidente, invita i colleghi a far pervenire quanto prima alla Pag. 94Commissione l'elenco dei soggetti che si intendono audire. Alla ripresa dei lavori dopo la sospensione per le festività natalizie, l'Ufficio di Presidenza della Commissione potrà individuare, anche in considerazione del calendario delle audizioni e della programmazione dei lavori dell'Assemblea, un diverso termine per la presentazione delle proposte emendative.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.25.

Pag. 95