CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 novembre 2019
273.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 13 novembre 2019. — Presidenza della vicepresidente Paola FRASSINETTI. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Lucia Azzolina e la sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali Anna Laura Orrico.

  La seduta comincia alle 9.20.

In memoria dell'on. Maria Coscia.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) esprime il cordoglio suo e del suo gruppo per la morte della collega Maria Coscia. Ricordando che nella precedente legislatura la deputata Coscia è stata rappresentante del gruppo del Partito democratico nella Commissione Cultura, sottolinea la passione, l'impegno e la determinazione che ella ha sempre profuso nello svolgimento del suo incarico.

  Paola FRASSINETTI, presidente, si unisce, a nome proprio e di tutti i componenti della Commissione, al cordoglio per la morte della deputata Maria Coscia.

Sull'acqua alta a Venezia.

  Ketty FOGLIANI (LEGA) interviene per portare all'attenzione della Commissione la drammatica situazione che il maltempo sta provocando a Venezia: riferisce che l'acqua ha raggiunto ormai un'altezza paragonabile solo a quella dell'alluvione del 1966. Dopo aver ricordato le vittime provocate dalle piogge di questi giorni, invita il Governo a sostenere il comune di Venezia con ogni mezzo possibile.

  Paola FRASSINETTI, presidente, si associa, a nome della Commissione, all'appello della deputata Fogliani.

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D.L. 123/2019: Disposizioni urgenti per l'accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici.
C. 2211 Governo.
(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Gianluca VACCA (M5S), relatore, esprime anch'egli il proprio cordoglio per la scomparsa di Maria Coscia, di cui ricorda in particolare la correttezza e l'impegno politico.
  Passando quindi al decreto-legge in titolo, introduce l'esame ricordando che esso introduce misure urgenti per garantire la continuità e l'efficacia delle attività di ricostruzione già in corso nei territori colpiti da eventi sismici. In particolare, si introducono misure per garantire il superamento della situazione emergenziale e il conseguente ripristino di condizioni di normalità, nonché misure finalizzate ad accelerare la realizzazione degli interventi funzionali a garantire condizioni socio-abitative adeguate alle popolazioni interessate nonché riparazione e la ricostruzione degli edifici pubblici e privati. È certo che tutti ricordano l'evento sismico che ha interessato i comuni ubicati in quattro regioni del Centro Italia nel 2016 (Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo), con effetti distruttivi per intere comunità locali ed un bilancio pesantissimo in termini di vite umane e di economia del territorio, che ha subito la perdita di centinaia di migliaia di case, scuole, edifici pubblici, anche con inestimabile pregiudizio al patrimonio culturale.
  Riferisce che il decreto in esame, composto di 10 articoli, riformula diverse disposizioni del decreto-legge n. 189 del 2016, in cui sono progressivamente confluite la massima parte delle disposizioni riferite alle zone colpite dagli eventi sismici del 2016.
  In particolare, l'articolo 2, comma 2, sul quale si concentrerà l'esame della Commissione, concerne la ricostruzione degli edifici pubblici. Esso interviene sulla disciplina della ricostruzione pubblica, tramite l'aggiunta all'articolo 14 del decreto-legge n. 189 del 2016 di un comma 3.1, che precisa che tra gli interventi sul patrimonio pubblico disposti dal Commissario straordinario del Governo è data priorità a quelli per la ricostruzione di edifici scolastici e che, qualora detti edifici siano ubicati nei centri storici, gli stessi devono essere ripristinati o ricostruiti nel medesimo sito, salvo che per ragioni oggettive la ricostruzione in situ non sia possibile. In ogni caso, la destinazione urbanistica delle aree non può essere mutata.
  Ricorda che – a parte questa integrazione – il suddetto articolo 14 ha previsto la concessione di finanziamenti per la ricostruzione, la riparazione e il ripristino degli edifici pubblici, tra i quali immobili adibiti ad uso scolastico o educativo per la prima infanzia, ad eccezione di quelli paritari, nonché delle strutture edilizie universitarie. A seguito delle modifiche apportate dal decreto-legge n. 8 del 2017, ha, altresì, previsto la predisposizione e l'approvazione di piani finalizzati ad assicurare il ripristino, per il regolare svolgimento dell'anno scolastico 2017/2018, delle condizioni necessarie per la ripresa o lo svolgimento della normale attività scolastica, educativa o didattica, nei comuni indicati negli allegati 1, 2 e 2-bis dello stesso decreto-legge n. 189, nonché in altri comuni delle quattro regioni, limitatamente a quelli nei quali risultavano edifici scolastici distrutti o danneggiati a causa degli eventi sismici. I piani dovevano essere comunicati al MIUR. Infine, ha previsto che, qualora la programmazione della rete scolastica o la riprogrammazione negli anni 2016, 2017 e 2018, prevedesse la costruzione di edifici scolastici in sedi nuove o diverse, le risorse per il ripristino degli edifici scolastici danneggiati erano comunque destinabili a tale scopo.
  Per completezza ricorda che, con DM 427 del 21 maggio 2019, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Pag. 439ha destinato 120 milioni di euro relativi all'annualità 2020, provenienti dal Fondo unico per l'edilizia scolastica a interventi di messa in sicurezza, adeguamento sismico e/o nuova costruzione di edifici scolastici ricadenti in zone sismiche 1 e 2 delle quattro regioni, non già inseriti in piani di ricostruzione del Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione.
  L'articolo 3 interviene, invece, in materia di semplificazione e accelerazione della ricostruzione privata, introducendo un nuovo articolo 12-bis nel decreto-legge n. 189 del 2016. In particolare, si introduce una procedura semplificata per la concessione del contributo per gli interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione degli immobili privati che rientrino nei limiti di importo definiti con ordinanze commissariali, sulla base della certificazione redatta dal professionista. Nel caso in cui gli interventi necessitino di pareri ambientali, paesaggistici, di tutela dei beni culturali o ricompresi in aree dei parchi nazionali o delle aree protette regionali, il professionista, nella domanda di contributo, chiede la convocazione della Conferenza regionale di cui all'articolo 16, commi 4 e 5, del decreto-legge n. 189 del 2016. Ricorda che tali articoli prevedono, per gli interventi privati che necessitano di pareri ambientali, paesaggistici, di tutela dei beni culturali o ricompresi in aree dei parchi nazionali o delle aree protette regionali, la costituzione di apposite Conferenze regionali, le quali esprimono il parere obbligatorio entro trenta giorni dal ricevimento della documentazione per tutti i progetti di fattibilità relativi ai beni culturali sottoposti alla tutela del codice dei beni culturali e del paesaggio. In buona sostanza, segnala che la norma non appare chiarire l’iter procedurale in caso di mancata indicazione da parte del professionista della necessaria convocazione della Conferenza regionale nella propria domanda di contributo, pur in presenza dei presupposti di legge. In particolare, non è chiaro se sussista o meno un autonomo potere di convocazione d'ufficio della Conferenza regionale da parte dell'Ufficio speciale per la ricostruzione nei casi in cui risultino necessari pareri ambientali, paesaggistici, di tutela dei beni culturali o di quelli ricompresi nelle aree dei parchi nazionali o delle aree protette regionali. Chiede quindi una breve sospensione dei lavori per completare la predisposizione della sua proposta di parere.

  Paola FRASSINETTI, presidente, non essendovi obiezioni, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 9.40, riprende alle 9.45.

  Gianluca VACCA (M5S), relatore, formula una proposta di parere favorevole con due osservazioni (vedi allegato). Si sofferma quindi sul tema della prevenzione del rischio di crolli riguardanti edifici scolastici, ricordando che esso era stato affrontato nel corso dell'esame del progetto di legge che sarebbe diventato la legge n. 107, la cosiddetta «buona scuola». Vennero in seguito stanziate risorse per lo svolgimento di specifiche indagini diagnostiche sugli edifici scolastici, volte ad accertare le situazioni di rischio, che tuttavia sono risultate insufficienti per una ricognizione completa. Premesso che ritiene necessario reperire altre risorse per il programma di monitoraggio, chiede al Governo di far conoscere alla Commissione lo stato di avanzamento della ricognizione e i suoi risultati, in modo che si possa avere un quadro delle priorità di intervento.

  Giorgia LATINI (LEGA) ritiene che le misure disposte dal provvedimento siano alquanto povere e insufficienti a garantire risposte efficaci alle esigenze delle comunità dei territori colpiti dai terremoti. Si tratta di un decreto redatto frettolosamente nel corso della campagna elettorale per le elezioni regionali in Umbria e dopo lo scandalo, reso noto dai mezzi di stampa, della destinazione di 6 milioni di euro, pari a circa l'80 per cento dei fondi della ricostruzione post-terremoto del 2016, ad aziende appartenenti alla famiglia del candidato presidente delle forze di Pag. 440maggioranza. La scarsa qualità del provvedimento è dimostrata, a suo giudizio, anche dal fatto che sono stati presentati oltre 1.000 emendamenti al testo, di cui 100 del gruppo della Lega, dei quali auspica l'approvazione. Ricorda che, su proposta della Lega, proposta condivisa anche da altri gruppi, l'ambito di applicazione del decreto è stato esteso anche alle zone interessate da altri eventi sismici.
  Soffermandosi, quindi, in particolare, sui contenuti dell'articolo 2, comma 2, che è di specifico interesse della Commissione cultura, rileva il forte ritardo con cui si sta procedendo alla rimozione delle macerie e alla messa in sicurezza degli edifici scolastici. In proposito osserva, inoltre, che è ancora molto alto il numero dei ragazzi costretti a fare lezione in scuole non sicure, anche a causa della difficoltà, specialmente per i comuni più grandi, di individuare edifici in cui collocarli per il tempo necessario ad eseguire gli interventi necessari. Segnala, a tale proposito, che una soluzione a questo problema è prospettata da un suo emendamento, che ha lo scopo di facilitare il parteneriato pubblico-privato per gli interventi di ricostruzione, permettendo ai privati di partecipare con soglie più alte di quelle attualmente previste in Italia, dove per il project financing la parte privata non può partecipare per oltre il 49 per cento del lavoro, a differenza di quanto avviene all'estero.
  Manifesta quindi apprezzamento per l'estensione delle agevolazioni per gli imprenditori anche al Mezzogiorno.
  Conclude annunciando che il suo gruppo voterà a favore della proposta di parere e del decreto-legge in esame, ancorché povero nei contenuti, perché comunque contiene semplificazioni procedurali e proroghe utili. Auspica ad ogni modo che l'intervento del decreto-legge sia solo il primo passo verso una più completa risposta alle esigenze dei territori coinvolti dai terremoti.

  Luigi CASCIELLO (FI), dopo aver sottolineato gli evidenti ritardi nella ricostruzione e l'insufficienza delle misure recate dai decreti-legge emanati in passato a sostegno dei territori colpiti da eventi sismici, dichiara il giudizio complessivamente favorevole di Forza Italia sul decreto-legge. Auspica, tuttavia, che gli emendamenti presentati dalla sua parte politica vengano approvati, in vista di un miglioramento dell'intervento, soprattutto con riferimento al sostegno delle imprese e alla tutela dei beni culturali, largamente diffusi nelle zone interessate. In merito alle osservazioni contenute nella proposta di parere del relatore, osserva che la previsione auspicata nell'osservazione di cui alla lettera a) potrebbe determinare un appesantimento burocratico delle procedure, a suo avviso già troppo farraginose.

  Nicola FRATOIANNI (LEU) preannuncia il voto favorevole di Liberi e uguali.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) preannuncia il voto favorevole del Partito democratico.

  Michele ANZALDI (IV) preannuncia il voto favorevole di Italia viva.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 10.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 13 novembre 2019. — Presidenza della vicepresidente Paola FRASSINETTI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Lucia Azzolina.

  La seduta comincia alle 10.

Soppressione del divieto di contemporanea iscrizione a più università o corsi di studio universitari.
C. 43 Schullian, C. 1350 Ascani, C. 1573 Minardo, C. 1649 Sasso, C. 1924 CNEL e C. 2069 Lattanzio.
(Esame e rinvio).

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  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Alessandro FUSACCHIA (MISTO-+E-CD), relatore, riferisce che le proposte di legge di cui la Commissione avvia oggi l'esame – una d'iniziativa del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL) e le altre di iniziativa parlamentare – prevedono l'abrogazione del divieto di iscrizione contemporanea a più corsi di istruzione terziaria. Rammenta a tutti che si tratta di un divieto che risale addirittura a quasi un secolo fa, visto che fu disposto dal secondo comma dell'articolo 142 del regio decreto n. 1592 del 1933.
  Ritiene utile ricordare, preliminarmente, quali novità sono intervenute negli ultimi anni rispetto a questo divieto. Anzitutto, nel 2009, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha precisato che è ammessa (esclusivamente) la frequenza contemporanea di un corso di studi universitario e di un corso di perfezionamento di impegno inferiore a 1.500 ore per complessivi 60 crediti. Si tratta comunque di una eccezione al divieto, che rimane in generale vigente. Inoltre, il legislatore è intervenuto nel 2010, con l'articolo 29, comma 21, della legge n. 240 del 2010, per consentire – anche stavolta in deroga al divieto – l'iscrizione contemporanea a corsi di studio universitari e a corsi di studio presso istituzioni dell'AFAM: Conservatori di musica, istituti musicali pareggiati e Accademia nazionale di danza. Per disciplinare l'attuazione della norma è stato adottato il decreto ministeriale 28 settembre 2011, che ha stabilito che lo studente deve presentare, al momento dell'iscrizione, i piani di studio previsti dai due ordinamenti, per la verifica della compatibilità con la contestuale frequenza e con l'impegno richiesto per ciascun anno di corso, e la conseguente approvazione da parte dei competenti organi delle strutture didattiche. Queste ultime strutture sono chiamate inoltre a concordare le modalità per la verifica di vari aspetti, fra i quali il rispetto dei piani di studio, le attività formative svolte e l'acquisizione dei crediti formativi, che comunque non possono essere più di 90 per anno, fatti salvi quelli conseguiti per le discipline valutabili in entrambi gli ordinamenti. Sottolinea che questo delle attività amministrative di verifica e controllo è un punto importante, su cui tornerà alla fine del suo intervento.
  Per completezza, ricorda pure che sempre la legge n. 240 del 2010 (articolo 22, comma 3) prevede che la titolarità dell'assegno di ricerca non sia compatibile con la partecipazione a corsi di laurea, laurea specialistica o magistrale, dottorato di ricerca con borsa o specializzazione medica, in Italia o all'estero.
  Ciò premesso per quanto riguarda il quadro normativo vigente, evidenzia che le proposte di legge in esame si prefiggono non di aggiungere ulteriori deroghe al divieto generale di iscrizione contemporanea a più corsi di istruzione terziaria, ma di abolire tale divieto.
  Le ragioni della proposta di abolizione del divieto sono bene evidenziate nelle relazioni illustrative dei progetti di legge. Alcuni degli argomenti ricorrono in più relazioni: innanzitutto c’è un'esigenza di adeguare la normativa italiana a quella della maggior parte degli ordinamenti degli altri Paesi europei, che – a quanto sembra – riconoscono agli studenti la facoltà di iscriversi contemporaneamente a più di un corso di studio; poi c’è il fatto che il divieto di iscrizione contemporanea impedisce gli accordi tra Atenei italiani in materia di «titoli congiunti», lasciando agli studenti italiani la possibilità di conseguire un «double degree» solo sulla base di accordi stipulati tra università italiane e atenei stranieri; inoltre la rimozione del divieto favorirebbe l'interdisciplinarietà del sapere e quindi può contribuire a far nascere quelle figure professionali ibride che prevedibilmente saranno sempre più richieste dal mercato del lavoro.
  Fa presente che, se si guarda ai firmatari delle proposte di legge parlamentari abbinate – che sono deputati di più gruppi, anche di opposizione, e anzi l'esame dei provvedimenti su questa materia è stato chiesto dalla Lega, – sembra esserci un consenso ampio, è da vedere se Pag. 442unanime, sull'intento centrale della proposta, cioè l'abolizione del divieto di iscrizione contemporanea a più corsi di istruzione terziaria. A parte l'obiettivo centrale, però, le proposte di legge abbinate si distinguono perché alcune di esse contengono anche disposizioni per regolare le conseguenze dell'abolizione del divieto, prevedendo ad esempio che resti fermo quanto disposto dal decreto ministeriale n. 270 del 2004 in materia di criteri generali per l'ordinamento degli studi universitari e per la determinazione della tipologia dei titoli di studio rilasciati dalle università e che sia emanato un decreto ministeriale per disciplinare nel dettaglio le implicazioni della rimozione dei divieto.
  È innegabile infatti che l'abolizione del divieto porti con sé alcune questioni, sulle quali è necessario avviare una riflessione in Commissione, in vista della decisione. Tra le principali questioni segnala, riprendendole in parte dalle proposte di legge abbinate, le seguenti: quale deve essere l'ampiezza della «liberalizzazione», che può arrivare fino a consentire l'iscrizione contemporanea a diverse università o istituti di formazione terziaria sia italiani sia esteri, e a diverse facoltà dello stesso ateneo, nonché a più di un master universitario; se si deve permettere – o invece continuare a vietare – anche l'iscrizione contemporanea a uno stesso corso di laurea in due università diverse; se si deve permettere anche l'iscrizione a più di due corsi di laurea o master universitari, afferenti alla stessa o a diverse università o a diversi altri istituti di istruzione superiore, in Italia e all'estero, o se si debba invece permettere l'iscrizione contemporanea a non più di due corsi; se si deve stabilire il vincolo che una delle due o più iscrizioni debba avvenire presso un'università statale; quali devono essere le implicazioni sul diritto allo studio, nel senso che va stabilito se chi si iscrive a più di un corso di laurea o master universitario può o meno fruire, in presenza dei requisiti ordinari, di più di una borsa di studio; se deve essere mantenuto il divieto di doppia iscrizione nel caso di corsi di laurea o di diploma ad accesso programmato; segnala che l'introduzione di quest'ultimo limite è stata auspicata dal Consiglio nazionale degli studenti universitari, in considerazione evidentemente del fatto che tali corsi di studio comportano esigenze speciali di frequenza delle sedi universitarie; e se si deve consentire anche l'iscrizione contemporanea a più di un corso di dottorato di ricerca.
  A suo avviso, si tratta di questioni che senza dubbio devono essere esaminate, in vista di una riforma attenta. Ritiene, tuttavia, che la Commissione dovrebbe resistere alla tentazione di burocratizzare eccessivamente il passaggio ad un regime di maggiore liberalità, evitando di prevedere, ad esempio, gravose verifiche di compatibilità tra programmi di studio o partecipazione ai corsi. In definitiva, si dovrebbe evitare di formulare giudizi sulla effettiva capacità dei singoli studenti di portare avanti due corsi di studio contemporaneamente e dare invece loro fiducia, avere fiducia cioè nella loro capacità di valutare in modo maturo le proprie capacità, valorizzando la loro libertà e responsabilità; anche perché non si intende certo prevedere facilitazioni, in termini di preparazione e percorsi di studio, per chi si iscriverà a più corsi contemporaneamente.
  Segnala infine, per completezza, che disposizioni di singole proposte di legge prevedono l'istituzione del Fascicolo universitario personale digitale – di cui, per inciso, le università avrebbero dovuto già dotarsi a partire dall'anno accademico 2013/2014 – e chiamano le università a predisporre annualmente un programma che promuova ed estenda la partecipazione degli studenti lavoratori a corsi di laurea e ad attività formative post laurea. Tutte le proposte di legge prevedono la clausola di invarianza finanziaria.
  In conclusione, evidenzia che il lavoro che si avvia oggi dovrebbe portare alla redazione di un testo unificato che chiaramente abbia al centro la rimozione del divieto di iscrizione contemporanea, ma che contestualmente disciplini alcuni casi particolari o comunque contenga correttivi Pag. 443per assicurare un passaggio ponderato ad un regime di liberalizzazione delle iscrizioni universitarie.

  Rossano SASSO (LEGA) apprezza i contenuti della relazione del deputato Fusacchia, molto precisa nel dettagliare i contenuti delle diverse proposte di legge presentate, le quali hanno lo scopo di offrire le giuste opportunità ai giovani che hanno voglia di studiare e, soprattutto, che intendono farlo in Italia. Si tratta, a suo avviso, di proposte di buon senso, che puntano a valorizzare le eccellenze. Condivide le perplessità evidenziate dal relatore in merito alla necessità di approfondire le implicazioni connesse con il diritto allo studio, come pure l'idea che non debbano essere previste limitazioni troppo penalizzanti per gli studenti. È favorevole, altresì, all'ipotesi di consentire l'iscrizione contemporanea anche a più corsi di studio diversi dalla laurea, come i master. Conclude auspicando un esame rapido in Commissione.

  Valentina APREA (FI) dichiara che il suo gruppo condivide le finalità delle proposte di legge presentante, anche perché crede che il desiderio di studiare e l'esuberanza dei ragazzi di talento non debbano mai essere compresse o sacrificate. Tuttavia, invita i colleghi a riflettere tutti insieme sulle implicazioni dell'abolizione del divieto, richiamando l'attenzione sul delicato aspetto degli studenti fuori corso e sul possibile impatto che l'abolizione del divieto potrebbe avere sul loro numero. È dell'opinione, infatti, che sia sempre positivo premiare le menti brillanti e le eccellenze, ma che occorra anche evitare di fornire alibi a chi intraprende troppe strade senza giungere alla fine di nessuna. Conclude chiedendo di conoscere l'opinione della rappresentante del Governo.

  Rosa Maria DI GIORGI (PD) rappresenta la posizione favorevole del Partito democratico rispetto alle proposte di legge in esame, che ritiene possano andare incontro alle esigenze di molti giovani, offrendo loro nuove opportunità per meglio incanalare le loro giuste aspirazioni e capacità. Dichiara di apprezzare le riflessioni del relatore e di condividere i temi sollevati dalla deputata Aprea. Concorda sul fatto che serve una riflessione che preveda e affronti la varietà delle questioni che l'abolizione del divieto può far emergere. Nel ricordare poi il problema del numero dei laureati in Italia, che è decisamente inferiore a quello degli altri Paesi europei, commenta che servono interventi che favoriscano il più possibile lo studio universitario. Chiede infine al relatore se abbia riflettuto sulla possibilità di contemporanea iscrizione non soli ai a corsi di laurea, ma anche a master e dottorati.

  Alessandro MELICCHIO (M5S) premette che, a suo avviso, apportare modifiche ad un regio decreto del 1933, che pretende ancora nel terzo millennio di regolare le modalità di iscrizione alle università, è non solo opportuno, ma necessario. Suggerisce tuttavia di valutare se non sia il caso, nel momento in cui si consente l'iscrizione a più corsi di studio, di limitare questa facoltà a corsi di studio collegati tra loro. In altre parole, ritiene che andrebbe scelto se limitare la possibilità a corsi di studio omogenei o complementari ovvero consentire anche l'iscrizione contemporanea a corsi di studio in materie diametralmente opposte. Parimenti, andrebbe chiarito se la doppia iscrizione possa essere consentita per tutti i corsi di laurea, sia triennale che magistrale, o solo per le specialistiche. Infine, invita a tenere conto dei numerosi corsi offerti dalle università telematiche, non contemplati dalle proposte in esame, per stabilire se considerarli inclusi o meno dall'ambito di applicazione delle disposizioni.

  Gianluca VACCA (M5S) trova l'argomento interessante e stimolante, soprattutto perché offre un'importante occasione di riflessione sui temi legati all'università. Tuttavia, a suo avviso, ci sono risvolti che vanno considerati con attenzione e valutati nella loro portata. Si riferisce, in primo Pag. 444luogo, al principale problema delle università italiane, ovvero quello del basso numero di laureati, in rapporto ai paesi OCSE. Rispetto a ciò, ritiene necessario porsi le giuste domande in merito alle finalità delle proposte di legge in esame, per verificare se sono in linea con quella che dovrebbe essere la priorità delle scelte politiche in questo settore: l'innalzamento del numero di laureati. In merito, invece, all'aspetto del diritto allo studio, osserva che si tratta di un tema delicato, che va affrontato in tutti i suoi risvolti, primo tra tutti quello dell'esiguità delle risorse, che potrebbero divenire decisamente insufficienti se a qualcuno, pur meritevole, fosse concesso di usufruire di più borse di studio in connessione con l'iscrizione a più di un corso universitario, essendo evidente che ciò deprimerebbe l'ammontare di quelle disponibili per gli altri studenti meritevoli. Concorda, invece, sulla possibilità di iscriversi contemporaneamente ad un'università italiana e a un'università straniera, sulla scia di quanto è già possibile fare in alcuni percorsi liceali che conducono al conseguimento di un doppio diploma. Ritiene necessario avviare un ciclo di audizioni delle diverse componenti del mondo universitario, al fine di avere un quadro più chiaro sia dei problemi legati all'abolizione del divieto sia delle aspettative del settore rispetto a questo punto. Conclude invitando la Commissione a ragionare per priorità, perché le proposte in esame, certamente lodevoli nei loro intenti, rischiano però di andare in senso contrario rispetto alle scelte politiche finora operate in materia universitaria.

  Alessandro FUSACCHIA (MISTO-+E-CD), relatore, quanto all'impatto delle proposte di legge sul diritto allo studio, ribadisce che, come ha già detto in fase di relazione, è necessaria una riflessione per verificare quali sarebbero le conseguenze dell'abolizione del divieto di doppia iscrizione e come debbano essere regolate.
  Quanto agli studenti fuori corso, ritiene che sia un punto dolente: i fuori corso sono un problema dell'università italiana e certamente serve una riflessione per evitare di introdurre misure che aggravino il problema, anche se non ritiene, a tutta prima, che il provvedimento di cui si discute potrebbe andare in questa direzione.
  Sui dottorati di ricerca, la sua posizione, almeno in questo momento e salvo ulteriore riflessione, è che si dovrebbe consentire a chi frequenta un corso di dottorato soltanto di iscriversi a un altro corso di laurea, e non di più. Rispetto poi all'ipotesi di stabilire limiti di contiguità tra corsi di studio – nel senso di permettere la doppia iscrizione solo a corsi contigui o complementari per materia – ritiene che sarebbe meglio non avventurarsi in decisioni di questo tipo: non spetta al legislatore né al Governo decidere di quali cognizioni aggiuntive può avere bisogno uno studioso; nulla esclude, a titolo di esempio, che un archeologo possa volere acquisire competenze altamente tecniche per utilizzare o sviluppare tecnologie di ausilio alla ricerca archeologica. Sicuramente significativo è, a suo giudizio, il tema dei corsi di studio erogati dalle università telematiche, atteso che certamente la Commissione deve prefiggersi di evitare di produrre come effetto collaterale delle sue scelte la nascita di un «mercato» delle doppie lauree contemporanee. In generale, si tratta di riflettere attentamente sull'impatto che la rimozione del divieto avrebbe sul mondo universitario, con riferimento ai diversi aspetti problematici fin qui richiamati e agli altri che dovessero emergere. A tal fine, ritiene che potrebbe essere utile un ciclo mirato di audizioni che permettano alla Commissione di acquisire piena consapevolezza delle implicazioni che l'approvazione della legge avrebbe. Infine, è stata posta la questione se l'abolizione del divieto di iscrizione contemporanea sia collegata alle priorità di intervento nel settore universitario. A questa domanda potrebbero rispondere le audizioni, nel senso che esse aiuterebbero a capire quanto sia diffusa e sentita l'esigenza di abolire il divieto. A parte questo, rileva che la priorità principale, quando si parla di accesso all'università, è quella di stimolare gli studi Pag. 445universitari e di aumentare il numero dei laureati, che in Italia è basso. Probabilmente l'abolizione del divieto non è di aiuto in questo senso. È però vero anche che darebbe a una porzione certo minoritaria ma forse non trascurabile di studenti italiani la possibilità di competere su un piede di parità con studenti di altri Paesi nei quali il divieto di cui si parla non è in vigore. Ritiene quindi anche utile accertare in quanti e quali Paesi è consentito e in che termini iscriversi a più corsi di istruzione terziaria contemporaneamente.

  La sottosegretaria Lucia AZZOLINA, dopo essersi associata alle espressioni di cordoglio in memoria della deputata Maria Coscia, dichiara che il Governo prende atto delle numerose sollecitazioni emerse nel dibattito testé avvenuto, che ha offerto spunti di riflessione utili per l'individuazione delle migliori misure in favore degli studenti. Apprezzando soprattutto la convergenza di intenti da parte delle diverse forze politiche, assicura che il Governo provvederà ai necessari approfondimenti per fornire tutti gli elementi e i dati utili al prosieguo dell'esame.

  Paola FRASSINETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.40.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO RISTRETTO

Reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca.
C. 783 Torto e C. 1608 Melicchio.

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