CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 ottobre 2019
251.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 22

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 9 ottobre 2019. — Presidenza del vicepresidente Franco VAZIO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Vittorio Ferraresi.

  La seduta comincia alle 9.05.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2019.
Doc. LVII, n. 2-bis, Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta di ieri.

  Franco VAZIO, presidente, fa presente che la votazione del prescritto parere alla V Commissione avrà luogo oggi, nella seduta in sede consultiva convocata alle ore 14. Ricorda, inoltre, che nella seduta di ieri la relatrice, on. Giuliano, ha svolto la relazione illustrativa del provvedimento. Chiede, quindi, se qualcuno intenda intervenire.

  Anna Rita TATEO (LEGA) sottolinea l'assenza del rappresentante del Governo e ritiene che sia necessario attendere il suo arrivo per iniziare la discussione.

  Manfredi POTENTI (LEGA), approfittando dell'attesa del rappresentante del Governo e scusandosi per l'estraneità dell'intervento che sta per svolgere, stigmatizza il grave episodio accaduto nella giornata di ieri in Aula, dove l'onorevole Basini, a seguito di tumulti, ha dovuto ricorrere alle cure mediche per tamponare una ferita sanguinante. Nel sottolineare con molto dispiacere come simili fatti non si verificassero dagli anni venti del secolo scorso, durante gli scontri tra esponenti dei partiti fascista e socialista, ritiene l'episodio – scaturito a seguito dell'annuncio Pag. 23da parte della presidenza del passaggio di un parlamentare da un gruppo ad un altro – particolarmente increscioso e invita i colleghi ad intervenire a titolo personale in Aula per esprimere la vicinanza al collega vittima dell'accaduto.

  Franco VAZIO, presidente, nel ringraziare il collega Potenti per aver evidenziato quanto accaduto in Aula nella giornata di ieri, osserva come fatti di tale natura rappresentino una sconfitta politica. Ritiene, pur astraendosi dall'episodio in discussione, che il Parlamento dovrebbe essere teatro di discussioni anche dure e non di risse verbali. A suo avviso è necessario che in Parlamento ci sia una appropriatezza di linguaggio e di gesti che invece sovente manca e sottolinea come troppo spesso, quando una persona ritiene di avere ragione, assuma atteggiamenti platealmente violenti. Rivolge quindi un invito a tutti a non dare una platealità stucchevole ai contrasti che fanno parte del dibattito politico.

  Ciro MASCHIO (FDI), nell'esprimere la propria solidarietà ed amicizia al collega Basini, precisa che la ferita non è stata causata da un contatto diretto, ma che lo stesso è caduto accidentalmente a seguito della concitazione. Stigmatizza, inoltre, il comportamento di quei deputati del Movimento Cinque Stelle che, urlando «venduto» al collega che aveva appena cambiato gruppo parlamentare, hanno innescato il parapiglia che ha determinato l'episodio. Ritiene, pertanto, che la responsabilità di quanto accaduto sia da imputare in primis al linguaggio assunto da tali colleghi.

  Devis DORI (M5S) concorda nel ritenere inquietante il dover assistere alla caduta di un collega in Aula a seguito di tumulti ed esprime la propria solidarietà all'onorevole Basini. Desidera tuttavia sottolineare che lo stesso non è caduto accidentalmente, bensì a seguito di movimenti determinati dalla folla e evidenzia come quando si fanno movimenti irruenti si corra il rischio di colpire qualcuno, anche non volendo.

  Franco VAZIO, presidente, nel constatare la presenza del rappresentante del Governo, invita i colleghi a dedicare il tempo a disposizione per intervenire sul provvedimento in discussione.

  Anna Rita TATEO (LEGA) rileva che dalla Nota in titolo si desumerebbe che la semplificazione costituisca la panacea per tutti i mali dei processi civili. A suo avviso, invece, per ridurre la durata dei processi è necessario, oltre semplificare i riti, prevedere dei termini perentori anche per i giudici. Evidenzia, inoltre, che nel documento in discussione non si parla di edilizia giudiziaria, ma soltanto di quella carceraria e sottolinea la fatiscenza di molti edifici adibiti a tribunale. Rileva, inoltre, come, fino a poco tempo fa, il Movimento Cinque Stelle avesse a cuore la riapertura delle sezioni distaccate e constata che, invece, tale argomento non è inserito nella Nota di aggiornamento in esame.

  Ingrid BISA (LEGA), nel concordare con la collega Tateo sulla necessità di individuare dei termini perentori entro i quali il giudice debba fissare le udienze, auspica che rapidamente il Ministro della Giustizia venga a riferire in Commissione sulle linee programmatiche del suo dicastero che ritiene essere indicate in maniera troppo generica all'interno della Nota in discussione. Sottolinea che il documento in esame non specifica in maniera dettagliata come il Governo intenda agire in materia di negoziazione assistita e di mediazione e ritiene che entrambi gli istituti non abbiano portato i risultati che si auspicava, bensì abbiano contribuito ad allungare ulteriormente i tempi dei procedimenti e del processo. Con riferimento all'ordinamento della magistratura, ritiene che il riferimento all'introduzione di modifiche relative all'accesso alla stessa, al sistema degli illeciti disciplinari e alle norme di incompatibilità dei magistrati, dovrebbe essere ulteriormente chiarito dal Pag. 24Ministro Bonafede nel corso della sua audizione, mentre relativamente al rafforzamento della digitalizzazione del processo civile e penale sottolinea la necessità che essa sia più efficiente, evidenziando che, sebbene la digitalizzazione del processo civile sia già avviata, sovente gli avvocati incontrano difficoltà ad accedere al fascicolo telematico.

  Giusi BARTOLOZZI (FI) rileva che il documento all'esame della Commissione sia composto da «trenta righe di assoluta genericità». Ritiene, inoltre, che il Ministro della Giustizia intenda perseguire l'efficacia e l'efficienza della giustizia attraverso l'adozione di modifiche settoriali prive di sistema, al punto da essere costretto a prevedere dei correttivi alle disposizioni proposte dallo stesso Esecutivo, e sottolinea come la mancanza totale di una visione di insieme costituisca, a suo avviso, una costante ricorrente sia dell'attuale Governo sia del precedente. Esaminando nel dettaglio il contenuto della Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza per l'anno 2019, osserva, relativamente alla riforma del sistema della giustizia civile, penale e tributaria, che il Governo intende perseguire tale obiettivo attraverso l'approvazione, entro il 1o gennaio 2020, di disegni di legge delega, tra l'altro non ancora presentati al Parlamento. Nel sottolineare che il breve tempo a disposizione non consentirà al Parlamento di esaminare con la dovuta attenzione tali disegni di legge, si domanda quando il Governo intenda presentare tali provvedimenti. Ritiene corrette le osservazioni della collega Tateo in merito all'inutilità della semplificazione dei riti se non accompagnata anche dalla previsione di preclusioni per i giudici, ed evidenzia che nella Nota in discussione non si fa alcun accenno a tali preclusioni. A suo avviso l'Esecutivo sta andando alla ricerca di un nuovo rito unico, forse rifacendosi a quello lavoristico, per stimolare il giudice ad essere più veloce, ma osserva che, se non si attribuisce al processo una soluzione di chiusura, se non si fissa un termine entro il quale il processo debba concludersi, l'adozione di tale nuovo rito unico non serve a nulla in quanto la gestione del processo rimarrebbe nelle facoltà del giudice. Per quanto concerne la riforma del processo penale, nel ricordare che negli ultimi quindici anni si sono succedute numerose Commissioni volte ad elaborare un progetto di riforma e che nessuna di essa ha prodotto risultati efficaci, osserva come il Ministro Bonafede abbia la presunzione di ritenere di poter adottare una riforma della materia in soli due mesi. A suo avviso è invece indispensabile affrontare tre punti fondamentali. In primo luogo è necessario modificare i criteri di accesso al Consiglio superiore della magistratura; è indispensabile quindi rivedere le disposizioni in materia di separazione delle carriere e da ultimo ripensare all'obbligatorietà dell'esercizio dell'azione penale. Per quanto concerne i criteri di accesso al Consiglio superiore della magistratura, sottolinea come questo sia l'unico dei tre punti da lei indicati preso in considerazione dalla Nota in esame. In proposito, evidenzia che la necessità di modificare la legge di accesso al CSM sia l'unico punto previsto dal provvedimento in discussione che considera favorevolmente, seppur evidenzia come non sia stata presa in considerazione la necessità di introdurre delle quote rosa per l'accesso all'organo di autogoverno della magistratura. Con riferimento alla revisione delle disposizioni in materia di separazione delle carriere, si stupisce che i colleghi del Partito democratico non lamentino la mancanza di tale previsione, mentre apprezza l'intenzione di adottare norme in materia di ricollocamento in ruolo dei magistrati in occasione di elezioni politiche. Sottolinea ancora che non è tramite gli aumenti di pena e l'introduzione di nuove fattispecie di reato che si rende il processo penale più giusto e più veloce. Ritiene, inoltre, che la maggioranza parli di «cose che non conosce» quando, con riferimento ai magistrati distrettuali prevede che questi possano girare per «tappare i buchi» senza considerare la mancanza di un ufficio del giudice distrettuale con il compito di coordinarli. In materia Pag. 25di spese di funzionamento della giustizia, ricorda le condizioni in cui versano i tribunali italiani e preannuncia la presentazione di due interpellanze aventi ad oggetto le condizioni dei tribunali siciliani. Sottolinea, inoltre, che i risultati che si stanno ottenendo nel campo della digitalizzazione del processo civile e penale non sono ascrivibili all'Esecutivo in carica ma derivano dagli impegni dei Governi precedenti. In materia di carenze strutturali delle carceri, evidenzia come sarebbe opportuno che il giudice fornisse una motivazione maggiore quando impone restrizioni in carcere rispetto ad altre misure cautelari e rammenta che in Spagna è imposto il braccialetto elettronico a spese del condannato senza il suo consenso. Con riferimento al tema della corruzione, rammenta le perplessità espresse dai colleghi del Partito democratico durante l'esame della legge n. 3 del 2019, cosiddetta legge «spazzacorrotti». A suo avviso la citata legge n. 3 del 2019 rappresenta una «sciagurata riforma dal principio buono» messa in pratica in modo pessimo. Nel sottolineare come il Ministro Bonafede abbia più volte affermato che la riforma della prescrizione non sia in discussione, osserva come molti studiosi del diritto abbiano rilevato che la giustizia lenta e ingiusta non si risolve abolendo la prescrizione. A suo avviso, infatti, abolire l'istituto della prescrizione non farà altro che allungare i tempi dei processi e sottolinea come le persone cambino con il passare del tempo e come una condanna che avvenga dopo trenta anni colpisca una persona che non è più la stessa che ha commesso il fatto.

  Flavio DI MURO (LEGA) precisa di essere componente anche del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione e sottolinea come, nel corso di un'audizione svoltasi presso tale Comitato il 2 ottobre scorso, abbia potuto incontrare e porre dei quesiti al Ministro Bonafede. Rileva come sia singolare che il Ministro della Giustizia non sia invece ancora venuto ad illustrare le linee programmatiche del suo dicastero in questa Commissione, nonostante la stessa sia oggi impegnata ad esaminare la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanze 2019. Auspica, pertanto che tale audizione si possa svolgere in tempi rapidi ritenendola ancor più necessaria, considerato che l'attuale maggioranza, preoccupata di raggiungere in tempi rapidissimi un'intesa, diversamente dalla precedente, non ha provveduto a stilare un preventivo contratto di governo in cui fossero indicate priorità e impegni e che fungesse da strumento di trasparenza verso i cittadini. Si augura pertanto che il metodo di lavoro del nuovo Governo non consista, come avvenuto ieri in Assemblea sul tema del taglio dei parlamentari, in rapide e ristrette riunioni di maggioranza convocate all'ultimo momento per raggiungere un accordo sul singolo aspetto contingente. Passando al contenuto della Nota di aggiornamento, nella quale si sarebbe aspettato di trovare indicati dati, previsioni e risorse spendibili, sottolinea la totale assenza di riferimenti alla riforma della geografia giudiziaria. Evidenzia come, non a caso, solo per la riforma del sistema penitenziario la Nota di aggiornamento provveda ad esplicitare le necessarie risorse finanziarie, che sono quelle destinate alla materia dal precedente Governo. Nel domandarsi come abbia votato all'epoca il Partito democratico, che oggi fa parte della maggioranza e che appare essere un «Giano bifronte», ritiene che edilizia penitenziaria e i tempi della giustizia richiedano risposte e risorse più adeguate sia in termini finanziari sia in termini di personale.

  Cosimo FERRI (IV), nel preannunciare che il suo gruppo parlamentare si esprimerà in senso favorevole sul provvedimento in titolo, tiene comunque a fare alcune precisazioni con riguardo al contenuto della Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2019. Esprime in primo luogo la propria soddisfazione per il fatto che il documento punti alla valorizzazione del processo civile Pag. 26telematico, su cui il Governo Renzi ha investito molto in termini di risorse finanziarie, ottenendo risultati tangibili nel miglioramento dell'efficienza e della rapidità del processo. Nel ritenere pertanto che la determinazione del Governo Renzi sia stata premiata, sottolinea la necessità di intervenire a migliorare il sistema delle notifiche, che rappresenta un tema ancor più delicato in caso di processo telematico, e a coniugare il sistema delle garanzie con una giustizia sempre più tecnologica. Nel lamentare che all'epoca non vi sia stata da parte delle forze politiche di opposizione la necessaria collaborazione, riconosce la necessità di interventi migliorativi con riguardo al processo penale telematico ed esprime soddisfazione per il fatto che nella Nota si sottolinei l'intenzione di porre mano ai giudizi presso il giudice di pace. Sottolinea inoltre la necessità di intervenire sull'edilizia giudiziaria, ricordando a tale proposito come il Governo Renzi sia intervenuto in materia, trasferendo dagli enti locali al Ministero della giustizia i costi per il mantenimento degli uffici giudiziari. Con riguardo invece all'edilizia penitenziaria, ritiene che, oltre a costruire nuove strutture, si debba procedere al recupero degli edifici pubblici non utilizzati, evidenziando la necessità di incrementare le risorse e il personale degli uffici tecnici del Ministero della Giustizia al fine di renderli autonomi rispetto al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in materia di progettazione degli edifici penitenziari. Per quanto riguardo giustizia e corruzione, nel ricordare che i componenti del gruppo Italia viva non hanno votato a favore del provvedimento cosiddetto «spazza corrotti», che sembra invece difeso nella Nota di aggiornamento, ritiene che l'argomento richieda un confronto tra le parti. Ricorda che è aperto un analogo confronto anche per quanto riguarda la riforma del processo penale, rilevando la necessità che il Ministro Bonafede riveda le linee programmatiche del suo dicastero alla luce della nuova maggioranza che sostiene il Governo. Pur ribadendo il proprio parere favorevole sulla nota nel suo complesso, lamenta inoltre che nella Nota di aggiornamento non si faccia alcun riferimento alla cosiddetta riforma Orlando che aveva già aumentato le pene per i reati di corruzione e ai risultati ottenuti dall'attuazione della stessa. Relativamente alla riforma del processo civile, il suo giudizio è positivo, per coerenza e continuità con i governi precedenti da lui sostenuti. Con riguardo alla decisione della CEDU relativa all'ergastolo ostativo, ritiene che sul tema si dovrà discutere in Parlamento ed esprime la preoccupazione che l'aver progressivamente esteso l'ambito di applicazione dell'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario rischi di indebolire la legislazione antimafia e antiterrorismo, che invece va difesa e sulla quale non è possibile arretrare, anche per rispetto delle tante vittime. Nel rinnovare la piena collaborazione con il Governo in tema di giustizia, ribadisce la necessità di un confronto su processo penale, giustizia civile e prescrizione.

  Maria Carolina VARCHI (FdI), nello svolgere alcune considerazioni sul contenuto della Nota di aggiornamento, con riguardo alla riforma del processo civile evidenzia il timore che le intenzioni di semplificazione manifestate dal Governo possano produrre come unico risultato l'indebolimento delle garanzie dei cittadini e delle imprese. Sottolinea a tale proposito come l'unico modo per raggiungere l'obiettivo di una ragionevole durata del processo sia quello di stabilire termini stringenti per la conclusione del procedimento, impedendo al giudice di fissare udienze a distanza di uno o due anni. Ritiene inoltre utile, che con il tanto decantato «piano assunzionale» del Ministro Bonafede, si provveda anche ad incrementare l'organico della magistratura. Con riguardo al processo penale, nel sottolineare come il Movimento 5 Stelle non intenda evidentemente pagare la cambiale in bianco firmata agli allora alleati di Governo con la modifica dell'istituto della prescrizione, ritiene che gli interventi profilati nella Nota siano assolutamente inadeguati. Nel chiedersi in particolare cosa Pag. 27intenda il Governo con «rimodulazione di meccanismi processuali deflattivi», considerato oltretutto che nel nostro ordinamento sono già stati introdotti diversi riti semplificati e alternativi, si domanda se paradossalmente non si voglia raggiungere l'obiettivo di una telefonata tra procura ed imputato per concordare la pena.
  Con riguardo invece al sistema penitenziario, nel rilevare come lo stesso Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria veda la soluzione al sovraffollamento delle carceri nella gestione dei detenuti stranieri, ricorda che presso la Commissione Affari esteri della Camera è stata approvata una risoluzione che impegna il Governo a stipulare gli accordi necessari affinché i detenuti stranieri possano scontare la pena inflitta dai giudici italiani nelle galere dei loro Stati d'origine. Con riguardo in particolare alle intenzioni del Governo di risolvere la questione ristrutturando gli immobili dell'amministrazione destinati a carceri, suggerisce, prima di fare simili osservazioni, di procedere ad una verifica delle condizioni reali in cui vivono i detenuti e operano gli agenti penitenziari, considerato che molte delle strutture utilizzate, a partire dall'Ucciardone di Palermo, sono irrecuperabili. Pertanto chiede al Governo, di cui conosce la sensibilità sull'argomento, cosa intenda fare per risolvere il problema, visto che molti degli atti di violenza commessi a danno degli agenti penitenziari sono determinati, oltre che dal sovraffollamento, anche dalle condizioni di vita nelle nostre strutture carcerarie. In tema di giustizia e corruzione, rilevando come i dati ufficiali dimostrino che la causa di tale fenomeno è nei gangli stessi della burocrazia, ritiene che si debba intervenire, oltre che sulla repressione, anche sulla semplificazione e sulla trasparenza dei procedimenti amministrativi.

  Marzia FERRAIOLI (FI), ad integrazione delle considerazioni svolte dalla collega Bartolozzi, nell'esprimere il proprio apprezzamento alla relatrice per aver sintetizzato un documento dal contenuto complesso e articolato, dichiara tuttavia di non essere riuscita a comprendere le reali intenzioni del Governo. Nel ritenere che l'azione del Governo in tema di giustizia appaia piuttosto fondata su «misteri e miti», che si smentiscono reciprocamente nel corso del documento, evidenzia come il primo mito sia quello della riduzione della durata del processo. A tale proposito ricorda come la prima condanna erogata dopo l'entrata in vigore della riforma del codice di procedura penale del 1988 sia stata salutata con entusiasmo come la prova del raggiungimento dell'obiettivo di abbreviare la durata del processo. Ritiene pertanto che tale equivoco rischi di essere ingenerato anche dagli esiti della «riforma esoterica» proposta dal nuovo Governo, ricordando a tutti come viga ancora nel nostro ordinamento il principio di non colpevolezza. Nel sottolineare inoltre come la tanto osannata abolizione della prescrizione renderà invece infinito il processo penale del quale si vorrebbe ridurre la durata, ritiene che si debba misurare l'efficienza del sistema giustizia, non in termini di condanne emesse, ma in termini di rispetto dei principi e delle garanzie costituzionali posti a tutela della vita e della libertà delle persone. Esprime inoltre la convinzione che, mentre non vi è alcuna necessità di porre mano rapidamente alla riforma dei codici di procedura penale e civile, fin troppo manipolati, la vera urgenza risieda piuttosto nello stato dell'edilizia carceraria in Italia. Sottolinea a tale proposito come le condizioni di vita nelle nostre carceri, oltre a determinare rilievi e condanne da parte dell'Unione europea nei confronti del nostro paese, impediscano di realizzare gli obiettivi di rieducazione e risocializzazione dei detenuti. Nel ritenere che altrettanto urgente sia intervenire in materia di crisi di impresa, anche considerati gli atti disperati che tali crisi possono comportare nei soggetti coinvolti, rileva come non vi sia invece alcuna necessità di semplificare ulteriormente i procedimenti, dal momento che, come efficacemente evidenziato dalla collega Varchi, esistono già riti semplificati e alternativi. A tale proposito fa notare che la «telefonata» tra pubblico ministero e imputato Pag. 28al fine di definire la pena da comminare, ventilata dalla collega Varchi, è già una realtà del nostro ordinamento e si chiama patteggiamento. In conclusione esprime il suo pieno dissenso sui contenuti della Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2019.

  Franco VAZIO, presidente, nel ringraziare i colleghi per il contributo fornito, pur con sensibilità diverse, alla valutazione dei contenuti della Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2019, fa presente che i singoli interventi normativi attraverso i quali verranno messe in pratica le linee generali dell'azione di Governo saranno comunque oggetto di esame da parte della Commissione Giustizia. Nel ritenere che sarà cura della relatrice valutare le considerazioni svolte dai colleghi, la invita a sottoporre tempestivamente la proposta di parere all'attenzione della Commissione al fine della sua votazione prevista per le ore 14.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.30.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 9 ottobre 2019. — Presidenza del vicepresidente Franco VAZIO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Vittorio Ferraresi.

  La seduta comincia alle 14.10.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2019.
Doc. LVII, n. 2-bis, Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta antimeridiana.

  Carla GIULIANO (M5S), relatrice, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato).

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole della relatrice.

Promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l'economia circolare («Legge Salvamare»).
C. 1939 Governo ed abb.
(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Elisa SCUTELLÀ (M5S), relatrice, ricorda che la Commissione è oggi chiamata ad esaminare, ai fini dell'espressione del prescritto parere, il disegno di legge (C. 1939) per la promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l'economia circolare, cosiddetta «Legge salvamare» (C. 1939), adottato come testo base dalla Commissione di merito per il prosieguo dell'esame degli abbinati progetti di legge in materia, come risultante dagli emendamenti approvati.
  Evidenzia preliminarmente, che in considerazione delle dimensioni del fenomeno relativo alla presenza di rifiuti in ambiente marino, il disegno di legge in esame, con l'obiettivo di contribuire al risanamento degli ecosistemi marini, si propone di favorire il recupero dei rifiuti accidentalmente pescati e incentivare campagne volontarie di pulizia del mare; promuovere l'economia circolare, mediante disposizioni volte a consentire la cessazione della qualifica di rifiuto con riferimento ai rifiuti accidentalmente pescati, ovvero raccolti nell'ambito delle campagne di pulizia del mare; incentivare campagne di sensibilizzazione.
  Con riguardo ai limitati profili di competenza della Commissione Giustizia, segnala che l'articolo 2 prevede, per il comandante della nave che approda in un porto, l'obbligo di conferimento dei rifiuti Pag. 29accidentalmente pescati in mare all'impianto portuale di raccolta o all'apposita struttura di raccolta. Il medesimo articolo demanda ad un apposito decreto ministeriale (emanato dal Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare) l'individuazione di misure premiali nei confronti del comandante soggetto al citato obbligo. A seguito dell'esame degli emendamenti, è stata soppressa la parte dell'articolo, incidente sulle competenze della Commissione Giustizia, che demandava al medesimo decreto ministeriale anche la definizione di modalità, termini e procedure per l'applicazione delle suddette misure premiali al sistema di punti per infrazioni gravi di cui al decreto legislativo 9 gennaio 2012, n. 4. L'articolo 14 del citato decreto legislativo, in attuazione di quanto previsto dalla normativa europea, ha infatti istituito un sistema di punti di penalità per infrazioni gravi commesse nell'esercizio della pesca da assegnare al titolare della licenza. Il medesimo decreto legislativo precisa quali contravvenzioni e illeciti amministrativi costituiscono infrazioni gravi e quanti punti di penalità corrispondono a ciascuno di essi.
  Pertanto, in assenza di profili di competenza della Commissione Giustizia nel testo come emendato, propone di esprimere sullo stesso nulla osta.

  Franco VAZIO, presidente, fa presente che il Governo ha chiesto di verificare alcuni profili del testo trasmesso per il parere. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.15 alle 14.30.

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