CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 settembre 2019
240.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 18 settembre 2019. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Lucia Azzolina e la sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali Anna Laura Orrico.

  La seduta comincia alle 9.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Luigi GALLO, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante la trasmissione sul circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Variazioni nella composizione della Commissione.

  Luigi GALLO, presidente, avverte che i deputati Vacca e Valente sono tornati a far parte della Commissione, essendo terminato il loro incarico nel Governo, e che conseguentemente le deputate Torto e Villani, che li sostituivano, hanno cessato di farne parte. Parimenti ha cessato di far parte della Commissione il deputato Sorte.
  Saluta le sottosegretarie Azzolina e Orrico, che per i rispettivi dicasteri seguono i lavori odierni, e, a nome di tutti, rivolge loro i migliori auguri di buon lavoro.

  Paolo LATTANZIO (M5S), nel formulare i propri auguri di buon lavoro alle sottosegretarie Azzolina e Orrico, assicura la massima collaborazione con il Governo, da parte del suo gruppo, nello svolgimento del futuro lavoro, nello spirito costruttivo che ha sempre caratterizzato l'attività della Commissione cultura e che rispecchia l'idea che le Commissioni parlamentari, al di là delle singole appartenenze partitiche, debbano costituire la sede privilegiata del lavoro parlamentare.

  Daniele BELOTTI (LEGA), pur rivolgendo alle nuove sottosegretarie, in considerazione dei rapporti personali, anche i propri auguri di buon lavoro, chiarisce che il suo gruppo ritiene letteralmente inqualificabile quanto accaduto nelle scorse settimane nella scena politica. Dopo aver quindi ricordato le tante buone iniziative portate avanti nei mesi precedenti dalla Lega, che non rinnega nulla di quanto fatto, assicura che il suo gruppo non condurrà un'opposizione preconcetta, ma eserciterà tuttavia il massimo rigore nella valutazione delle scelte della nuova maggioranza e si opporrà fermamente a quelle che dovessero essere contrarie agli interessi degli italiani.

  Valentina APREA (FI), dopo aver ricordato che il suo gruppo era e resta convintamente all'opposizione, si dice lieta del fatto che sono entrati a far parte del nuovo Governo ben quattro deputati che conoscono bene l'attività della Commissione cultura, per averne fatto parte (e si riferisce al ministro Franceschini, alla viceministra Ascani e alla sottosegretaria Azzolina) o per averne già seguito i lavori dai banchi del Governo (e si riferisce al ministro Fioramonti). A tutti loro rivolge i suoi auguri di buon lavoro. Ciò premesso, esprime soddisfazione per la ritrovata unità del centrodestra, pur se per il momento ancora in minoranza nel Parlamento, e assicura nel prosieguo dei lavori un contributo costruttivo ed un apporto leale da parte del suo gruppo.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), dopo aver ricordato che la Commissione cultura ha sempre lavorato con rigore e dignità, si dichiara certa che si continuerà nello stesso spirito di collaborazione costruttiva, pur nella diversità delle vedute.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018 (C. 2017 Governo, approvato dal Senato).
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019 (C. 2018 Governo, approvato dal Senato).

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Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2019 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2019 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, università e ricerca per l'anno finanziario 2019.
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2019.
(Relazioni alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

  Luigi GALLO, presidente, ricorda che la Commissione è chiamata ad esaminare congiuntamente il disegno di legge di rendiconto ed il disegno di legge di assestamento, con riferimento agli stati di previsione del Ministero dell'istruzione, università e ricerca e del Ministero per i beni e le attività culturali (tabelle n. 7 e n. 13), nonché, limitatamente alle parti di propria competenza, agli stati di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero dello sviluppo economico (tabelle n. 2 e n. 3). I due disegni di legge sono stati esaminati dal Senato, che non ha apportato modificazioni.
  Ricorda inoltre che dopo l'esame preliminare – che si svolge questa mattina – la Commissione procederà all'esame delle proposte emendative eventualmente presentate e quindi delle proposte di relazione presentate dal relatore.
  Per quanto concerne il regime di ammissibilità delle proposte emendative, avverte che il disegno di legge di approvazione del rendiconto è sostanzialmente inemendabile. Per quanto riguarda invece il disegno di legge di assestamento, le proposte emendative devono essere riferite alle unità di voto parlamentare (cioè a programmi di spesa) e possono avere ad oggetto tanto le previsioni di competenza quanto quelle di cassa. Non possono invece avere ad oggetto l'ammontare dei residui iscritti nelle predette unità di voto.
  In ogni caso le proposte emendative non possono comportare un peggioramento dei saldi di finanza pubblica e pertanto, ove risultino onerose, devono essere compensate mediante l'utilizzo di risorse iscritte in altre unità di voto parlamentare, anche se facenti parte di altra missione o di altro stato di previsione.
  È considerata emendabile l'intera dotazione dei programmi di spesa, ivi compresa quindi l'eventuale quota potenzialmente riferibile agli oneri inderogabili in mancanza di puntuali indicazioni nel testo del disegno di legge di assestamento circa l'ammontare dei predetti oneri in relazione a ciascun programma di spesa.
  È comunque esclusa la possibilità di compensare l'incremento di stanziamenti di spesa di parte corrente mediante riduzione di stanziamenti di spesa di conto capitale.
  Per quanto riguarda gli stanziamenti di cassa deve tenersi conto di un ulteriore criterio di ammissibilità. In particolare, essi sono emendabili a condizione che, nel caso di emendamenti volti ad incrementare l'autorizzazione di cassa, lo stanziamento derivante dall'emendamento non superi la cosiddetta «massa spendibile», costituita dalla somma dello stanziamento di competenza e dei relativi residui passivi.
  Per quanto concerne il regime di presentazione degli emendamenti riferiti al disegno di legge di assestamento, ricorda che, in sede consultiva, possono essere presentati emendamenti riferiti alle rispettive parti di competenza di ciascuna Commissione con compensazioni a valere sulle medesime parti di competenza ovvero su parti di competenza di altre Commissioni, nonché emendamenti migliorativi dei saldi riferiti alle predette parti di competenza.
  Tutte le citate tipologie di emendamenti possono essere presentate anche direttamente in Commissione bilancio.
  Gli emendamenti approvati durante l'esame in sede consultiva sono trasmessi alla Commissione bilancio come emendamenti Pag. 153di iniziativa della Commissione che li ha approvati; quelli respinti devono essere presentati nuovamente in Commissione bilancio, anche al solo fine di permetterne la successiva ripresentazione in Assemblea.
  Sia gli emendamenti approvati, sia quelli respinti in sede consultiva e ripresentati in Commissione bilancio, sia quelli presentati per la prima volta presso la V Commissione sono da quest'ultima esaminati in sede referente. Solo gli emendamenti approvati dalla Commissione bilancio entrano a far parte del testo elaborato in sede referente ai fini dell'esame in Assemblea.
  L'esame in sede consultiva si conclude con l'approvazione di una relazione per ciascun disegno di legge. Nel caso del disegno di legge di assestamento, l'esame può anche concludersi con l'approvazione di una relazione per ciascuno stato di previsione di competenza della Commissione. Possono essere presentate relazioni di minoranza.
  Le relazioni approvate, unitamente alle relazioni di minoranza e agli emendamenti approvati, sono trasmessi alla Commissione bilancio.
  Ricorda, infine, che il termine per la presentazione di emendamenti è fissato alle ore 11 di oggi. Gli eventuali emendamenti saranno discussi nella stessa seduta di oggi. Al termine la Commissione passerà alla votazione delle proposte di relazione che saranno formulate dalla relatrice. L'esame dovrà infatti concludersi oggi stesso in quanto la Commissione bilancio attende le relazioni delle altre Commissioni per concludere l'esame in sede referente nella giornata di oggi.

  Alessandra CARBONARO (M5S), relatrice, ricorda che entrambi i provvedimenti in titolo sono stati già esaminati dal Senato. Con riferimento al rendiconto 2018 del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ricorda che la legge di bilancio 2018 recava previsioni iniziali pari a euro 57.266,1 milioni in conto competenza e 57.555,1 milioni in conto cassa. A consuntivo si registrano spese per euro 60.022,3 milioni in termini di competenza (con un incremento di euro 2.756,2 milioni) e per euro 59.442,9 milioni in termini di cassa (con un incremento di euro 1.887,8 milioni).
  L'incidenza percentuale della spesa finale per istruzione, università e ricerca sul bilancio dello Stato 2018 è pari al 9,8 per cento, a fronte del 9,3 per cento registrato con riferimento al rendiconto 2017.
  Le spese del Ministero riguardano principalmente la parte corrente (che, in conto competenza, rappresenta il 94,6 per cento del totale). Si tratta di circa 56,8 miliardi a fronte di poco più di 3 miliardi di spese in conto capitale.
  Più nello specifico, il 76,1 per cento della dotazione complessiva di parte corrente riguarda le spese per redditi da lavoro dipendente. Osservando l'andamento delle spese in conto competenza nel corso del triennio 2016-2018, nel 2018 si nota un aumento del 5,5 per cento rispetto al 2017, a fronte dell'incremento del 3,7 per cento registrato nel 2017 rispetto al 2016. In particolare, rispetto al 2017, nel 2018 si è registrato un incremento delle spese di parte corrente (+5,1 per cento) e delle spese in conto capitale (+12,3 per cento), mentre si è registrato una diminuzione delle spese relative al rimborso delle passività finanziarie (-23,6 per cento).
  Ricorda che nel bilancio dello stato i capitoli di spesa sono aggregati per Ministeri (stati di previsione) e, nell'ambito di ciascun Ministero, per «missioni». Il bilancio del MIUR è articolato in 4 missioni: Istruzione scolastica, Istruzione universitaria e formazione post-universitaria, Ricerca e innovazione, Servizi istituzionali e generali, cui si aggiungono i Fondi da ripartire. Venendo quindi all'analisi delle singole missioni del MIUR, si riscontra che la missione Istruzione scolastica segna a rendiconto un incremento di competenza del 5,9 per cento rispetto al 2017; la missione Istruzione universitaria e formazione post-universitaria segna un incremento del 4,2 per cento; la missione Ricerca e innovazione segna un incremento Pag. 154dell'1,5 per cento; e la missione Servizi istituzionali e generali segna un incremento del 5,2 per cento.
  In particolare, nel 2018, nell'ambito della missione «Istruzione scolastica» – che costituisce l'82,0 per cento delle spese del Ministero –, le spese afferenti al programma «Istruzione del primo ciclo» sono pari al 61,4 per cento del totale della missione. Quelle relative al programma «Istruzione del secondo ciclo» costituiscono invece il 32,6 per cento. Al programma «Programmazione e coordinamento dell'istruzione scolastica» e al programma «Istituzioni scolastiche non statali» sono destinati, rispettivamente, il 2,6 per cento e l'1,1 per cento della spesa. La somma delle spese relative ai rimanenti programmi («Iniziative per lo sviluppo del sistema istruzione scolastica e per il diritto allo studio», «Istruzione post-secondaria, degli adulti e livelli essenziali per l'istruzione e formazione professionale», «Realizzazione degli indirizzi e delle politiche in ambito territoriale in materia di istruzione» e «Reclutamento e aggiornamento dei dirigenti scolastici e del personale scolastico per l'istruzione») costituisce il 2,3 per cento del totale della missione. La consistenza dei residui alla fine dell'esercizio è pari a euro 3.679,1 milioni (rispetto a euro 3.274,1 milioni del 2017).
  Riferisce alcune valutazioni della Corte dei Conti contenute nella relazione sul rendiconto generale dello Stato che per legge viene presentata ogni anno al Parlamento.
  La corte ritiene che le politiche in materia di istruzione e ricerca, delineate nel DEF 2018, hanno risposto all'obiettivo, sollecitato anche dalla Commissione europea, di attenuare la discrasia, particolarmente accentuata nel nostro Paese, tra domanda e offerta di professionalità, attraverso l'attuazione di interventi significativi in tutte le aree di competenza. In particolare, l'attuazione delle priorità politiche e delle specifiche misure previste per il 2018 ha trovato rispondenza nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Nel confronto con il precedente esercizio, la Corte riscontra un incremento di circa il 5 per cento degli stanziamenti definitivi di competenza, confermando che essi risultano assorbiti, quasi interamente, dalla missione «Istruzione scolastica» e, in particolare, dai programmi destinati al funzionamento del sistema scolastico. Una più modesta crescita, rispetto al 2017, hanno registrato gli stanziamenti della missione «Istruzione universitaria e formazione post-universitaria», in relazione all'incremento delle risorse del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) destinate al finanziamento dei dipartimenti di eccellenza, e gli stanziamenti della missione «Ricerca e innovazione», riconducibili al Fondo ordinario per gli enti di ricerca e al Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica.
  L'analisi dei principali risultati del 2018 per missioni e programmi effettuata dalla Corte ha preso le mosse dalle misure poste in essere in attuazione della legge n. 107 del 2015 (c.d. Buona scuola) nel cui ambito la nuova articolazione dell'organico dell'autonomia e gli interventi per il riassorbimento del precariato storico hanno prodotto risultati in linea con le esigenze didattiche e organizzative delle istituzioni scolastiche, ma meno incisivi in ordine alla consistenza delle graduatorie ad esaurimento e al ricorso al personale a tempo determinato.
  La Corte segnala quindi il risultato positivo dello stato di attuazione degli interventi aventi ad oggetto l'ammodernamento dell'intero sistema scolastico, incentrati sul completamento delle opere di edilizia scolastica e sull'attuazione del Piano nazionale scuola digitale. Rileva il proseguimento delle azioni previste a favore degli studenti, a partire dagli interventi volti al rafforzamento del collegamento tra scuola e lavoro, e quelle a favore degli insegnanti, tra cui l'avvio del Piano nazionale per la formazione.
  Nell'area dell'istruzione terziaria, a fronte del completamento e dell'entrata a regime della legge di riforma dell'università (legge n. 240 del 2010), di rilievo – a giudizio della Corte – sono risultate, nel 2018, l'attuazione delle disposizioni indirizzate Pag. 155al sostegno dell'attività di ricerca universitaria (finanziamento dei dipartimenti di eccellenza) e l'entrata in vigore della «no tax area» per gli studenti meritevoli, che ha prodotto tensioni sulla tenuta degli equilibri di bilancio degli atenei attesa l'insufficienza delle risorse statali stanziate per compensare la flessione delle risorse proprie. L'analisi delle politiche del personale ha messo in luce il progressivo avvio del nuovo sistema nel cui ambito, pur a fronte della più ampia quota degli studiosi esterni in possesso dell'abilitazione scientifica, continua ad essere preponderante la chiamata dei professori e dei ricercatori a tempo indeterminato, in particolare, di quelli in servizio nella stessa università che bandisce il posto; modalità, quest'ultima, destinata ad esaurirsi nel 2017 ma più volte prorogata anche, da ultimo, dalla legge n. 145 del 2018, fino al 2021.
  Quanto al reclutamento dei ricercatori a tempo determinato, le misure adottate hanno consentito una consistente crescita dei contratti di tipologia b), offrendo nuovi sbocchi professionali al personale impegnato nella ricerca.
  Ancora in ritardo risulta, infine, lo stato di attuazione del d.lgs. n. 68/2012 (Revisione della normativa di principio in materia di diritto allo studio e valorizzazione dei collegi universitari legalmente riconosciuti), malgrado l'incremento del Fondo integrativo speciale per il finanziamento delle borse di studio.
  Nell'ambito della missione «Ricerca e innovazione», la Corte rileva la centralità del nuovo Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) il cui stato di attuazione ha evidenziato l'avvio di parte degli interventi previsti per il primo triennio (per un ammontare di risorse pari a 1,8 miliardi), a partire dalle linee di azione finanziate con le risorse europee e con quelle derivanti dal Fondo di sviluppo e coesione, attesa la contrazione delle risorse assegnate al Fondo per gli Investimenti nella Ricerca Scientifica e Tecnologia (FIRST).
  La legge di bilancio per il 2019, nel confermare gran parte delle misure già avviate, ha previsto nuovi interventi solo in alcuni casi in linea con gli obiettivi più ampi indicati nella Nota di aggiornamento del DEF 2018. Le nuove disposizioni non si collocano, inoltre, nella cornice di una nuova politica dell'istruzione e della ricerca, ma dettano norme volte, da un lato, ad integrare e modificare singoli istituti in un'ottica di semplificazione e razionalizzazione delle risorse, dall'altro, a sostenere alcune misure a favore del diritto allo studio.
  Nell'ambito delle misure di razionalizzazione della spesa sono, invece, previsti due interventi destinati a ridimensionare alcuni istituti della legge di riforma della scuola quali: la riduzione dell'orario complessivo da destinare obbligatoriamente ai percorsi per le competenze trasversali e la revisione del sistema di reclutamento dei docenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado.
  Anche la crescita degli stanziamenti della missione «Istruzione universitaria e formazione post-universitaria» risponde solo in parte agli obiettivi definiti nella Nota di aggiornamento al DEF 2018 e confermati nel recente DEF 2019.
  In relazione, infine, alla missione «Ricerca e innovazione», a fronte degli obiettivi diretti a rafforzare gli investimenti pubblici, ad incentivare lo strumento del partenariato pubblico-privato e a proseguire la partecipazione del sistema di ricerca italiano alle iniziative finanziate dalla Commissione europea, la legge di bilancio si limita ad incrementare la dotazione del Fondo per il finanziamento degli enti di ricerca e riconoscere un contributo straordinario al CNR.
  Passando al rendiconto di bilancio del Ministero dei beni e delle attività culturali, sottolinea che la legge di bilancio 2018 recava previsioni iniziali pari a euro 2.442,1 milioni in conto competenza e pari a euro 2.759,0 milioni in conto cassa. A consuntivo si registrano, per il 2018, spese per euro 2.652,4 milioni in termini di competenza (con un incremento di euro 210,3 milioni rispetto alle previsioni iniziali) e per euro 2.454,8 milioni in termini di cassa (con un decremento di euro 304,2 milioni rispetto alle previsioni iniziali).Pag. 156
  Il raffronto tra stanziamenti iniziali e a consuntivo (conto competenza) nel triennio 2017-2018 evidenzia il seguente andamento: 2.200,2 milioni di euro nel 2016; 2.428,3 milioni di euro nel 2017 e 2.652,4 milioni di euro nel 2018.
  L'incidenza percentuale della spesa finale per i beni e le attività culturali e il turismo sul bilancio dello Stato nel rendiconto 2018 è pari allo 0,4 per cento, rimanendo invariata rispetto al rendiconto 2017.
  Le spese del Ministero sono principalmente di parte corrente (65,1 per cento in conto competenza): 1.590 milioni a fronte di 817,4 milioni in conto capitale. Il 39,4 per cento della dotazione complessiva di parte corrente riguarda le spese per redditi da lavoro dipendente (pari, in assoluto, a euro 680,3 milioni). In generale, nel triennio 2016-2018, si riscontra un aumento pari a 9,2 per cento rispetto al 2017, a fronte dell'incremento del 10,4 per cento registrato nel 2017 rispetto al 2016. In particolare, rispetto al 2017, nel 2018 si è registrato un incremento delle spese di parte corrente (4,0 per cento), delle spese in conto capitale (21,7 per cento) e delle spese relative al rimborso delle passività finanziarie (3,8 per cento).
  Le missioni del Ministero sono 4: Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali e paesaggistici; Ricerca e innovazione; Turismo; e Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche, cui si aggiungono i Fondi da ripartire. In particolare, nel 2018, nell'ambito della missione Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici – che costituisce il 95,2 per cento delle spese del Ministero –, le spese afferenti al programma per la tutela del patrimonio culturale sono pari al 31,7 per cento del totale, seguite da quelle dei programmi relativi al settore dello spettacolo dal vivo (15,9 per cento), alla valorizzazione del patrimonio culturale e al coordinamento del sistema museale (13,9 per cento), al settore del cinema e dell'audiovisivo (10,6 per cento), alla tutela e valorizzazione dei beni librari e alla promozione e il sostegno del libro e dell'editoria (6,1 per cento), ai beni archeologici (5,7 per cento) e ai beni archivistici (5,4 per cento). Le spese afferenti alla tutela delle belle arti e alla tutela e valorizzazione del paesaggio rappresentano il 4,6 per cento, mentre il resto dei programmi («Tutela e promozione dell'arte e dell'architettura contemporanee e delle periferie urbane», «Coordinamento e indirizzo per la salvaguardia del patrimonio culturale», «Vigilanza, prevenzione e repressione in materia di patrimonio culturale») rappresenta complessivamente il 6,0 per cento del totale della missione. La consistenza dei residui alla fine dell'esercizio è pari a euro 938,5 milioni (rispetto a euro 806,9 milioni del 2017).
  Nella relazione della Corte dei conti sul rendiconto del Ministero per i beni e le attività culturali, si rileva che gli obiettivi definiti negli strumenti di programmazione del Ministero per il 2018 hanno confermato il ruolo riconosciuto al patrimonio culturale nell'Agenda 2030 delle Nazioni unite per lo sviluppo sostenibile e si sono inquadrati nell'ambito delle finalità sottese alla Decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 maggio 2017 relative al 2018 quale Anno europeo del patrimonio culturale. In tale ambito, le priorità politiche definite nel DEF 2018 e nella Direttiva generale sull'attività amministrativa si sono indirizzate, in continuità con il precedente esercizio, a valorizzare il patrimonio culturale, a tutelare il territorio e salvaguardare e recuperare i beni culturali e a contribuire alla modernizzazione del Paese attraverso progetti di digitalizzazione dei processi amministrativi e dell'offerta culturale. La Corte è dell'avviso che l'attuazione delle priorità politiche e delle specifiche misure previste per il 2018 abbia trovato rispondenza nello stato di previsione del Ministero che, in termini di spesa finale, ha evidenziato una dotazione finanziaria di competenza, in ulteriore crescita rispetto al 2017, pari a 2,7 miliardi. L'incremento delle risorse si è registrato nell'ambito delle attività di «Tutela del patrimonio culturale» ed, in particolare, nei capitoli compresi nel programma annuale dei lavori pubblici e destinati al restauro, conservazione e valorizzazione Pag. 157del patrimonio architettonico, artistico e storico; una contenuta crescita si è evidenziata anche nel programma «Tutela e valorizzazione dei beni librari, promozione e sostegno del libro e dell'editoria» in relazione ai Fondi destinati alla promozione del libro e della lettura e alla conferma delle risorse destinate ad enti, istituti, associazioni, fondazioni, altri organismi ed istituti culturali. Sotto il profilo gestionale, a fronte della crescita degli stanziamenti, sono aumentati, rispetto al precedente esercizio, anche gli impegni nel cui ambito, alla contenuta crescita delle spese correnti, si è affiancata la più dinamica evoluzione degli impegni in conto capitale. L'andamento della spesa per redditi da lavoro dipendente ha segnato, comunque, un incremento in tutti i programmi in relazione alla ripresa delle politiche assunzionali e al consistente numero dei contratti di lavoro autonomo, di natura occasionale o coordinata e continuativa.
  L'analisi dei principali risultati per missioni e programmi ha evidenziato, nell'ambito della «Tutela del patrimonio culturale», la rilevanza delle risorse stanziate per l'attuazione del c.d. «Bonus cultura» (previsto dalla legge n. 208 del 2015 per il 2016 ed esteso anche al 2017 e al 2018). Al netto di tali risorse, che hanno assorbito più di un terzo dello stanziamento assegnato al programma, numerosi sono stati gli interventi diretti a rafforzare l'infrastruttura culturale del Paese, alcuni già avviati nei precedenti esercizi. Anche sotto il profilo della valorizzazione dei beni culturali – che fruisce delle risorse imputate al programma «Valorizzazione del patrimonio culturale e coordinamento del sistema museale» – rilevanti sono risultate le misure dedicate agli istituti e dei luoghi della cultura attraverso il trasferimento di ulteriori risorse per il funzionamento; l'avvio del Sistema Museale Nazionale e delle attività dei Poli museali regionali; l'avvio dei nuovi bandi di gara per i servizi aggiuntivi di alcuni fra i più importanti musei italiani.
  In relazione alle misure dirette a sostenere il settore delle attività culturali e dello spettacolo, si sottolineano gli interventi a favore del cinema e dell'audiovisivo e quelli a favore dello spettacolo dal vivo, nel cui ambito l'utilizzo delle risorse del Fondo unico per lo spettacolo ha risentito dei nuovi criteri fondati sulla capacità progettuale e gestionale e sui risultati raggiunti. La Corte ritiene che resti, peraltro, ancora difficile, seppur in miglioramento, la situazione complessiva delle fondazioni lirico-sinfoniche ove, a fronte del conseguimento del riequilibrio economico, resta una pesante esposizione debitoria residua che, accompagnata da una strutturale e diffusa debolezza patrimoniale degli enti, rende non agevole nel breve periodo il raggiungimento degli obiettivi dei piani di risanamento. L'analisi del rendiconto 2018 ha rappresentato anche l'occasione per evidenziare, sulla base delle principali modifiche nell'assegnazione delle risorse dal bilancio di previsione 2019, gli orientamenti e le scelte che hanno caratterizzato l'avvio della nuova legislatura. I principali documenti programmatici hanno confermato, il percorso intrapreso dagli ultimi esercizi nel settore della cultura e dei beni culturali. Numerosi risultano gli obiettivi di miglioramento: la mappatura dei beni culturali abbandonati e non utilizzati, la prevenzione del rischio per i siti archeologici, il Catalogo Unico Nazionale Digitale del patrimonio culturale, il monitoraggio dei siti Unesco italiani, lo sviluppo delle reti museali, la sperimentazione di card digitali, la valorizzazione della moda e del design. Valenza strategica assume anche il tema della sicurezza del patrimonio culturale, quello della promozione della cultura tra i giovani e della progettazione di nuove iniziative nei settori relativi a: arte contemporanea, archeologia, architettura e riqualificazione delle periferie urbane. Centrale, infine, si presenta l'obiettivo destinato ad incrementare nei prossimi anni l'organico del personale attraverso un piano straordinario di assunzioni. Coerente con tali obiettivi appare la struttura del bilancio 2019 che non evidenzia significativi scostamenti rispetto al precedente esercizio. Una flessione si osserva nella Pag. 158missione «Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali e paesaggistici», relativamente al definanziamento della «card cultura» per i diciottenni e alla riduzione dello stanziamento per spese di funzionamento degli istituti, mentre si registra una crescita delle risorse per l'attuazione degli interventi del piano strategico «Grandi progetti beni culturali».
  Per quanto riguarda gli altri stanziamenti di interesse della Commissione cultura, collocati in stati di previsione diversi da quelli dei due principali ministeri di riferimento (e precisamente in quelli del Ministero dell'economia e delle finanze e Ministero dello sviluppo economico), ricordo che gli stanziamenti iniziali dei capitoli relativi al programma «sostegno all'editoria» erano pari, sia in conto competenza che in conto cassa, a 155,2 milioni di euro. A consuntivo si registrano, per il 2018, spese per euro 106,7 milioni in termini di competenza (con un decremento di euro 48,6 milioni rispetto alle previsioni iniziali) e per euro 129,4 milioni in termini di cassa (con un decremento di euro 25,8 milioni rispetto alle previsioni iniziali).
  Per il programma «Ricerca di base e applicata», la somma degli stanziamenti iniziali riportati nella legge di bilancio per il 2018 era pari, sia in conto competenza che in conto cassa, ad euro 207,9 milioni. A consuntivo si registrano, per il 2018, spese per euro 207,9 milioni in termini di competenza (invariate rispetto alle previsioni iniziali) e per euro 100,1 milioni in termini di cassa (con un decremento di euro 107,8 milioni rispetto alle previsioni iniziali).
  Per quanto riguarda il programma «Attività ricreative e sport», il totale degli stanziamenti iniziali nel 2018 era pari a euro 613,1 milioni in conto competenza e a euro 623,1 milioni in conto cassa. A consuntivo si registrano, per il 2018, spese per euro 655,7 milioni in termini di competenza (con un incremento di euro 42,6 milioni rispetto alle previsioni iniziali) e per euro 641,1 milioni in termini di cassa (con un incremento di euro 17,9 milioni in termini di cassa).
  Con riferimento al programma «Servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali», nella legge di bilancio 2018 erano allocate complessivamente risorse per euro 13,6 milioni in conto competenza e euro 61,7 milioni in conto cassa. A consuntivo si registrano, per il 2018, spese per euro 80,3 milioni in conto competenza (con un incremento di euro 66,8 milioni rispetto alle previsioni iniziali) e per euro 72,1 milioni in conto cassa (con un incremento di euro 10,4 milioni rispetto alle previsioni iniziali).
  Prima di passare ad analizzare il disegno di legge di assestamento 2019 per i dicasteri di competenza della Commissione cultura, premette che il disegno di legge di assestamento non tiene conto dei risparmi di spesa stabiliti con il decreto-legge n. 61 del 2019, che completa l'insieme delle misure adottate nell'ambito della negoziazione avviata dal Governo italiano con la Commissione europea in merito al rispetto della regola del debito pubblico del Patto di stabilità e crescita per l'anno 2018. Più nello specifico, l'articolo 1 del decreto-legge ha stabilito, al fine di conseguire il miglioramento dei saldi di finanza pubblica rispetto alle previsioni tendenziali, almeno nella misura di euro 1.500 milioni per l'anno 2019, che le dotazioni del bilancio dello Stato, in termini di competenza e cassa, sono accantonate e rese indisponibili per la gestione secondo quanto indicato nell'Allegato 1. In particolare, per quanto qui interessa, l'Allegato 1 ha disposto l'accantonamento dei seguenti importi: Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca: – 0,55 milioni; Ministero per i beni e le attività’ culturali: – 0,80 milioni.
  Passando al Ministero dell'istruzione, l'università e la ricerca, il relativo stato di previsione per l'esercizio 2019, approvato con la legge di bilancio n. 145 del 2018, recava previsioni iniziali di spesa pari a euro 59.523,7 milioni in conto competenza (di cui, euro 56.112,4 milioni di parte corrente, euro 3.393,3 milioni in conto capitale e euro 18,0 milioni per il rimborso di passività finanziarie) e a euro 60.427,8 milioni in conto cassa (di cui, Pag. 159euro 56.385,8 milioni di parte corrente, euro 4.024,1 milioni in conto capitale e euro 18,0 milioni per il rimborso di passività finanziarie).
  Analizzando il dettaglio delle missioni del Ministero, le previsioni di competenza erano così suddivise: missione «Istruzione scolastica» 48.376 milioni; missione «Istruzione universitaria e formazione post-universitaria» 8.369,2 milioni; missione «Ricerca e innovazione» 2.653,5 milioni; missione «Servizi istituzionali e generali delle P.A.» 124,9 milioni.
  A fronte di queste previsioni iniziali, le previsioni assestate per il 2019 – come esposte dal disegno di legge in esame – risentono delle modifiche già introdotte, nel periodo gennaio-maggio 2019, in forza di atti amministrativi. In particolare, si è registrato un aumento delle dotazioni di competenza pari a euro 218,0 milioni, e delle dotazioni di cassa, pari a euro 575,2 milioni.
  Alle suddette variazioni si aggiungono quelle proposte con il disegno di legge in esame – che nel corso della prima lettura al Senato non ha registrato modifiche –, le quali comportano una diminuzione di euro 28,7 milioni delle previsioni di competenza (di cui euro 27,7 milioni per spese di parte corrente e euro 1,0 milioni per spese in conto capitale) e un aumento di euro 131,3 milioni delle autorizzazioni di cassa (di cui euro 59,1 milioni per spese di parte corrente e euro 72,2 milioni per spese in conto capitale).
  Per quanto riguarda i residui, le variazioni proposte comportano, all'esito di variazioni di segno opposto, un incremento di euro 1.054,8 milioni (di cui euro 445,4 milioni di parte corrente, euro 610,9 milioni per spese in conto capitale, e – euro 1,5 milioni per rimborso passività finanziarie).
  In particolare, le variazioni di competenza e cassa proposte con il disegno di legge di assestamento prevedono per la missione «Istruzione scolastica» una diminuzione in termini di competenza pari a –28,9 milioni e un aumento di cassa pari a 42,3 milioni; la missione «Istruzione universitaria e formazione post-universitaria» subisce una riduzione sia in termini di competenza che di cassa pari, rispettivamente, a – 16,6 milioni e –14,6 milioni; la missione «Ricerca e innovazione» risulta invariata in termini di competenza e vede un aumento di cassa di 86,8 milioni; la missione «Servizi istituzionali e generali delle P.A.» viene aumentata di 16,7 milioni in termini sia di cassa, sia di competenza.
  In definitiva, sommando le variazioni già intervenute per atto amministrativo e quelle proposte con il disegno di legge di assestamento, le previsioni di bilancio per l'esercizio 2019 – articolate per Missioni – risultano assestate come segue: Istruzione scolastica passa a 48.481, 6 milioni di competenza e a 49.572,4 milioni di cassa; Istruzione universitaria e formazione post-universitaria passa a 8.365,6 milioni di competenza e a 8.467,8 milioni di cassa; Ricerca e innovazione passa a 2.724,1 milioni di competenza e a 2.949,8 milioni di cassa; infine Servizi istituzionali e generali passa a 141,7 milioni di competenza e a 144,4 milioni di cassa.
  Per un confronto tra previsioni iniziali e previsioni assestate riferite ai singoli programmi delle quattro missioni del Ministero, rinvio alla documentazione predisposta dal Servizio studi. Mi limito a dire che la principale variazione in conto competenza riguarda il programma 1.1 (Programmazione e coordinamento dell'istruzione scolastica) della Missione 1 (Istruzione scolastica) che registra un aumento di 135,1 milioni. Variazioni positive interessano anche le missioni 3 e 4 («Ricerca e Innovazione» e «Servizi istituzionali e generali delle P.A.») mentre variazioni negative si registrano per la missione 2 («Istruzione universitaria e formazione post-universitaria»). Quanto alle variazioni in conto cassa, alla missione Istruzione scolastica fanno capo le principali variazioni positive (con un incremento di 467,2 milioni). Variazioni positive intervengono anche per le missioni 3 e 4, mentre variazioni negative, anche in conto cassa, si registrano per la Missione 2.
  Ancor più in dettaglio, nell'ambito della Missione Istruzione scolastica, si evidenzia Pag. 160che gli stanziamenti relativi al Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche subiscono un decremento di – 17,3 milioni in conto competenza e un incremento di euro 2,0 milioni in conto cassa, risultando complessivamente pari a euro 918,9 milioni in conto competenza e a euro 955,6 in conto cassa.
  Con riguardo alla Missione Istruzione universitaria e formazione post-universitaria, in particolare, la dotazione del Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO) subisce un decremento di – euro 16,0 milioni sia in conto competenza sia in conto cassa, risultando pari a euro 7.434,8 milioni in conto competenza e a euro 7.534,8 milioni in conto cassa. Le risorse del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio universitarie non subiscono, invece, variazioni, risultando dunque pari a euro 246,8 milioni sia in conto competenza sia in conto cassa.
  Nell'ambito della Missione Ricerca e innovazione, il Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca (FOE) subisce un incremento di euro 25,0 milioni sia in conto competenza sia in conto cassa (attribuiti al CNR con DM 4 giugno 2019, n. 450, di ripartizione delle risorse del Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del paese di cui all'articolo 1, comma 1072, lett. d), della legge n. 205 del 2017), risultando dunque pari a euro 1.828,5 milioni in conto competenza e a euro 1.878,5 milioni in conto cassa.
  Le risorse destinate al Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST) registrano variazioni in aumento per euro 24,0 milioni sia in conto competenza sia in conto cassa, risultando pari a euro 107,8 milioni in conto competenza e a euro 122,8 milioni in conto cassa.
  Passando al Ministero per i beni e le attività culturali, precisa che lo stato di previsione del MIBAC per l'esercizio 2019 recava previsioni iniziali di spesa in conto competenza per complessivi euro 2.766,9 milioni (di cui euro 1.618,1 milioni di parte corrente, euro 1.107,0 milioni di parte capitale e euro 41,8 milioni di rimborso passività finanziarie) e in conto cassa per complessivi euro 3.035,6 milioni (di cui euro 1.776,4 milioni di parte corrente, euro 1.217,4 milioni di parte capitale e euro 41,8 milioni di rimborso passività finanziarie). Le dotazioni erano così suddivise tra le missioni: «Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici» 2.645,7 milioni di competenza e 2.902, milioni di cassa; «Ricerca e innovazione» 30,5 milioni di competenza e 30,6 milioni di cassa; «Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche» 90,7 milioni di competenza e 103,0 milioni di cassa.
  La consistenza dei residui presunti al 1o gennaio 2019, quale risultante nel progetto di bilancio presentato al Parlamento, era pari a euro 526,5 milioni (di cui euro 378,8 milioni per la parte corrente e euro 147,8 milioni in conto capitale).
  Venendo alle previsioni assestate di metà esercizio, sottolinea che anche in questo caso occorre innanzitutto considerare le variazioni introdotte in forza di atti amministrativi nel periodo gennaio-maggio 2019, le quali hanno comportato un incremento delle dotazioni di competenza pari a 1,7 milioni e un incremento di quelle di cassa pari a 3,4 milioni.
  Quanto alle variazioni proposte dal Governo con il disegno di legge di assestamento – che nel corso dell'esame al Senato non ha registrato modifiche – queste comportano un incremento di 60,7 milioni delle previsioni di competenza (principalmente alle spese di parte corrente) e un incremento di 191,8 milioni delle autorizzazioni di cassa (anch'esso attribuibile principalmente alle spese di parte corrente). Per quanto riguarda i residui, le variazioni proposte comportano un incremento di 402,8 milioni (di cui 171,1 milioni di parte corrente e 231,7 milioni per spese in conto capitale).
  Venendo ad un'analisi per missioni, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento sono le seguenti: Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici aumenta di 67,1 milioni di competenza e 204 milioni di cassa; Ricerca e innovazione non subisce variazioni in termini di competenza e un leggero incremento, Pag. 161pari 0,4 milioni, in termini di cassa; Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche subisce un decremento sia di competenza sia di cassa pari, rispettivamente, a -6,5 milioni e -12,6 milioni.
  In definitiva, risulta che, per effetto delle variazioni già intervenute con atti amministrativi e di quelle proposte con il disegno di legge di assestamento, le previsioni di bilancio per l'esercizio 2019 – articolate per missioni – sono le seguenti: Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici, 2.716,2 milioni di competenza e 3.111,5 milioni di cassa; Ricerca e innovazione, 30,5 milioni di competenza e 31 milioni di cassa; Servizi istituzionali e generali, 82,7 milioni di competenza e 88,3 milioni di cassa.
  Limitandosi ad evidenziare che le principali variazioni positive in conto competenza riguardano la Missione 1. (Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici), che vede un aumento di 70,4 milioni, sottolinea che si registra un incremento relativamente ai programmi: 1.11 Sostegno, valorizzazione e tutela del settore cinema e audiovisivo (+35,0 milioni) e 1.9 Tutela del patrimonio culturale (+31,1 milioni). Per il programma 1.1 Sostegno, valorizzazione e tutela del settore dello spettacolo dal vivo si registra invece una diminuzione degli stanziamenti (-0,7 milioni).
  Più in particolare, le previsioni assestate relative al Fondo unico dello spettacolo (FUS) registrano variazioni rispetto alle previsioni iniziali solo in conto cassa (-4,1 milioni). In base alle previsioni assestate, pertanto, la consistenza del Fondo è pari a 366,4 milioni in conto competenza e a 390,8 milioni in conto cassa.
  Le risorse del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo subiscono un incremento di 35 milioni in conto competenza e di 37,2 milioni in conto cassa, risultando pari complessivamente a 272,6 milioni in conto competenza e a 301,9 milioni in conto cassa. La Missione 2. Ricerca e innovazione non registra variazioni, mentre variazioni negative sono riscontrabili per la Missione 4. Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche (-8,1 milioni).
  Per quanto riguarda le variazioni in conto cassa, anche in questo caso la principale variazione positiva è attribuibile alla Missione 1. Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici (+209,5 milioni) dovuta principalmente all'incremento sui seguenti programmi: 1.9 Tutela del patrimonio culturale (+ euro 92,7 milioni); 1.8 Coordinamento ed indirizzo per la salvaguardia del patrimonio culturale (+ euro 57,6 milioni); 1.11 Sostegno, valorizzazione e tutela del settore cinema e audiovisivo (+ euro 38,5 milioni). Diminuzioni degli stanziamenti riguardano, invece, principalmente, il programma 1.10 Tutela e promozione dell'arte e dell'architettura contemporanea e delle periferie urbane (- euro 1,4 milioni).
  Variazioni positive intervengono anche nell'ambito della Missione 2. Ricerca e innovazione (+ euro 0,4 milioni). Variazioni negative sono riscontrabili, invece, per la Missione 4. Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche (- euro 14,6 milioni).
  Per quanto riguarda, infine, gli altri stanziamenti di interesse della Commissione cultura, collocati in stati di previsione della spesa diversi da quelli dei due principali Ministeri di riferimento, rinvio alla documentazione predisposta dagli uffici, che espone i raffronti tra previsioni iniziali e previsioni assestate.

  Valentina APREA (FI) sottolinea che la manovra di assestamento di quest'anno contiene le correzioni che hanno contribuito a scongiurare la procedura d'infrazione europea nei confronti dell'Italia, comportando una riduzione del deficit per il 2019 rispetto a quanto inizialmente programmato dal precedente Governo. Ricorda, in proposito, che da più parti era stato chiesto al Governo un cambiamento di rotta affinché i conti pubblici dell'Italia non dovessero portare il Paese a quel «commissariamento» che la procedura d'infrazione europea avrebbe comportato, e che avrebbe portato con sé, oltre agli Pag. 162oneri finanziari della procedura, anche interventi sulla politica economica italiana nel segno di una nuova austerità. Si tratta di un rischio che il suo gruppo aveva evidenziato fin dallo scorso dicembre, al momento dell'esame del disegno di legge di bilancio, criticando le previsioni troppo generose dal lato della spesa corrente e la scarsa attenzione agli investimenti. Ciò considerato, va oggi apprezzata la riduzione della spesa corrente, con particolare riferimento a quella per il reddito di cittadinanza.
  Rileva tuttavia che i problemi dei conti pubblici del Paese sono tutt'altro che risolti e lasciano presagire la necessità, per il nuovo Governo, di varare per il prossimo anno una manovra restrittiva.
  Con riferimento ai due disegni di legge in esame, osserva che sono stati elaborati da un Esecutivo che non c’è più e che vengono discussi alla Camera in un contesto politico mutato anche a livello europeo, dal momento che il Paese vede ora un italiano, Paolo Gentiloni, rivestire la carica di commissario per gli affari economici.
  Non intende perdere tempo a ricordare, come pure potrebbe, quello che il Partito democratico rinfacciava al Governo precedente, quand'era all'opposizione, in materia di conti pubblici e di insufficienza della spesa per l'istruzione, la ricerca e la cultura. Si augura soltanto che il Partito democratico non si sia dimenticato di quel che diceva ieri e che, quindi, alle parole faccia ora seguire i fatti. Si augura, più in generale, che gli esponenti della nuova maggioranza indulgano meno agli annunci e si dedichino di più ai fatti concreti, riducendo la demagogia a favore di scelte di comportamento più efficaci anche a livello europeo.
  In conclusione, pur rilevando che i provvedimenti all'esame della Commissione sono sostanzialmente atti necessari ed elaborati in un contesto politico ormai passato, constata che non contribuiscono in alcun modo a mutare lo scenario disastroso in cui versano le scuole italiane e le condizioni difficili in cui lavorano i docenti. Preannuncia pertanto il voto contrario del suo gruppo, rimarcando che non basta cambiare il Governo se non cambiano le soluzioni.

  La seduta termina alle 10.10.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 18 settembre 2019. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Lucia Azzolina e la sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali Anna Laura Orrico.

  La seduta comincia alle 13.55.

Su alcune dichiarazioni di componenti del nuovo Governo.

  Rossano SASSO (LEGA), dopo aver chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, annuncia di voler segnalare alla Commissione due atti a suo avviso censurabili compiuti da esponenti del nuovo Governo. Precisa che si tratta di un intervento del sottosegretario De Cristofaro, che ha condannato con toni inaccettabili una dirigente scolastica di Scampia che ha vietato l'ingresso a scuola ad uno studente che si è presentato con un taglio di capelli e un'acconciatura non consoni alla dignità della scuola, e di una nota della viceministra Ascani, che ha chiesto di chiudere il caso dell'insegnante di Palermo, sospesa dalla docenza per un dibattito sulle leggi razziali avvenuto in una sua classe.

  Luigi GALLO, presidente, interrompendo il deputato Sasso, osserva che il suo intervento non concerne l'ordine dei lavori e non è attinente ai provvedimenti all'ordine del giorno della Commissione. Dopo aver ricordato che la sede appropriata per chiedere ragione di atti o dichiarazioni di membri del Governo è quella del sindacato ispettivo, invita il deputato Sasso a presentare interrogazioni aventi ad oggetto gli episodi da lui censurati.

Pag. 163

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018 (C. 2017 Governo, approvato dal Senato).
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019 (C. 2018 Governo, approvato dal Senato).
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2019 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2019 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, università e ricerca per l'anno finanziario 2019.
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2019.
(Relazioni alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione – Relazione favorevole su C. 2017 – Relazione favorevole su C. 2018).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato nella seduta antimeridiana.

  Luigi GALLO, presidente, comunica che non sono stati presentati emendamenti.

  Alessandra CARBONARO (M5S), relatrice, propone di riferire in senso favorevole su entrambi i disegni di legge.

  Nicola FRATOIANNI (LEU) preannuncia il suo voto favorevole sulle proposte di relazione.

  Federico MOLLICONE (FDI) esprime la propria contrarietà sui disegni di legge e preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulle proposte di relazione.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) preannuncia il voto favorevole del Partito democratico.

  Giorgia LATINI (LEGA) dichiara che il suo gruppo voterà a favore, per coerenza rispetto al percorso svolto con il precedente Governo, al quale si imputano i due provvedimenti in titolo, preannunciando tuttavia che l'atteggiamento della sua parte politica sarà diverso quando si tratterà di esaminare provvedimenti del nuovo Governo.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazioni, delibera di riferire favorevolmente tanto sul disegno di legge di rendiconto, quanto sul disegno di legge di assestamento; nomina inoltre la deputata Carbonaro relatrice, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, affinché possa partecipare, per riferirvi, alle sedute della Commissione Bilancio.

  La seduta termina alle 14.05.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 18 settembre 2019. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Lucia Azzolina e la sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali Anna Laura Orrico.

  La seduta comincia alle 14.05.

Schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2019.
Atto n. 100.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole con condizioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 31 luglio 2019.

  Luigi GALLO, presidente, ricorda che il relatore ha svolto la sua relazione introduttiva il 31 luglio. Precisa che il termine per l'espressione del parere parlamentare Pag. 164è scaduto il 22 agosto scorso, ma il rappresentante del Governo, nella seduta della 7a Commissione del Senato del 24 luglio, ha dichiarato la disponibilità dell'Esecutivo ad attendere il parere anche oltre il termine.

  Marco BELLA (M5S), relatore, formula una proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato).

  Rosa Maria DI GIORGI (PD) ritiene opportuno fare alcune precisazioni che rendano più chiaro il senso dei suoi interventi della seduta del 31 luglio scorso. A tal fine, precisa che nel primo di essi la richiesta di chiarimenti al Governo non riguardava nel merito l'ammontare del finanziamento stabilito nello schema di decreto ai singoli enti, ma il metodo, ossia il criterio utilizzato nella valutazione dei piani triennali di attività aggiornati dagli enti e approvati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per determinare le assegnazioni. Il riparto, secondo quanto stabilito dalla legge (articolo 5 del decreto legislativo n. 213 del 2009 e articoli 5 e 7 del decreto legislativo n. 218 del 2016), si dovrebbe basare su considerazioni strategiche, non apprezzabili nell'atto presentato. Fa notare, peraltro, che il CNR, Ente che per dimensioni da sempre accede alla quota maggiore del fondo, non risulta abbia nemmeno approvato il Piano di attività 2019-2021. Con riferimento al suo secondo intervento, senza entrare nel merito scientifico delle scelte allocative, precisa che, poiché nella quota di finanziamento destinato al CNR risulta un finanziamento di 3 milioni e 700 mila euro per una Società consortile a responsabilità limitata, soggetto giuridico distinto dal CNR, a partecipazione mista con il 70 per cento in mano privata, chiede di chiarire i termini in base ai quali le risorse in questione sono destinate a soggetti non menzionati dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 204 del 1998, con queste specifiche caratteristiche. Sottolinea di voler cogliere l'occasione per ribadire che il lavoro svolto negli ultimi anni dalle Commissioni parlamentari ha consentito di creare migliori condizioni per l'autonomia responsabile degli Enti e per favorire l'attività di indirizzo e coordinamento del MIUR. In questo quadro i Piani di attività costituiscono un elemento centrale nella politica nazionale della ricerca anche perché nei piani sono definite e approvate le variazioni di organico e il fabbisogno di personale, ossia la principale risorsa coperta dal Finanziamento ordinario. Tale contesto legislativo, per realizzare gli effetti voluti, richiede un impegno del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nella fase istruttoria in modo da consentire alle Commissioni parlamentari di svolgere un ruolo di indirizzo e controllo parlamentare sulle scelte strategiche.

  Alessandro FUSACCHIA (MISTO-+E-CD) ricorda che nella seduta precedente erano state sollevate alcune precise questioni, relative, in primo luogo, alla diminuzione, rispetto all'anno precedente, dei finanziamenti previsti per alcuni enti, tra cui l'INVALSI, a fronte di un aumento del complesso dei contributi erogati; e, in secondo luogo, al ruolo dell'INVALSI, sul quale le diverse parti politiche hanno posizioni differenti. Premesso che tutte le valutazioni sono naturalmente legittime e che la discussione resta aperta, esprime preoccupazione per la decisione di ridurre i contributi per alcuni enti, tra cui certamente l'INVALSI, considerato che si è ormai a settembre e che gli enti hanno prevedibilmente fatto affidamento per l'anno in corso su importi paragonabili a quelli previsti per l'anno precedente, il che ha certamente condizionato l'assunzione di impegni da parte loro: impegni che ora risultano difficilmente realizzabili. Ritiene, tuttavia, che la prima delle due condizioni poste nella proposta di parere del relatore – facendo riferimento all'esigenza di garantire il funzionamento degli enti e le attività di ricerca in corso – chieda in sostanza al Governo di porre rimedio a questo problema, sia pure collegando gli incrementi di finanziamento alla stabilizzazione di figure professionali. Chiede alla rappresentante del Governo conferma della correttezza della sua interpretazione.

Pag. 165

  Valentina APREA (FI), apprezzando la proposta di parere del relatore, che pone come condizione l'incremento delle assegnazioni, annuncia che il suo gruppo si asterrà dal voto, anziché votare in senso contrario.

  Federico MOLLICONE (FDI) si associa al giudizio positivo per la condizione che chiede gli incrementi delle assegnazioni ordinarie. Si sofferma poi sulla riduzione dei contributi per l'ASI, che reputa ingiustificati, ritenendo che la ricerca in campo spaziale debba essere invece incentivata. Non concorda, per contro, con il collega Fusacchia in merito all'INVALSI, sulla cui attività, come ha più volte detto, esprime un giudizio negativo. Condivide, invece, il tema sollevato dalla deputata Di Giorgi in relazione al trasferimento di fondi pubblici a società consortili di natura privatistica.
  Approva il contenuto delle condizioni poste nella proposta di parere, ma non le considera sufficienti per motivare un voto favorevole su di essa. Permangono infatti, a suo avviso, molti dubbi sui criteri con cui le risorse vengono distribuite. Ritiene, in particolare, che l'eccessiva frammentazione dello stanziamento, ripartito tra così tanti enti, non consenta il raggiungimento di obiettivi rilevanti e dia l'idea piuttosto di un'elargizione di stampo clientelare che non di una contribuzione statale per scopi di pubblico interesse. Conclude invitando il Governo a non sprecare le poche risorse riservate alla ricerca e inoltre a vigilare sul loro effettivo utilizzo, dicendosi convinto che per questo fine potrebbero essere utili anche apposite audizioni tese a fare chiarezza sui risultati conseguiti dagli enti di ricerca con i finanziamenti pubblici.

  Alessandro MELICCHIO (M5S) accoglie con favore la proposta di parere del relatore, che apprezza in modo particolare per la condizione di cui alla lettera b), la quale risponde alle sollecitazioni da lui avanzate in favore della stabilizzazione del personale e va nella direzione del cammino da tempo intrapreso in tal senso dalla Commissione. Dopo aver informato la Commissione di aver presentato una proposta di legge in materia di coordinamento degli investimenti nella ricerca, conclude preannunciando il voto favorevole del suo gruppo.

  La sottosegretaria Lucia AZZOLINA, rivolgendosi al deputato Fusacchia, conferma che la sua interpretazione è corretta.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 18 settembre 2019.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.30 alle 14.45.

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