CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 2 luglio 2019
215.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 81

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 2 luglio 2019. — Presidenza del presidente Sergio BATTELLI.

  La seduta comincia alle 12.35.

DL 53/2019: Disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica.
C. 1913 Governo.

(Parere alle Commissioni I e II).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 27 giugno 2019.

  Sergio BATTELLI, presidente, ricorda che nella seduta del 27 giugno il relatore, Matteo Luigi Bianchi, ha illustrato i contenuti del disegno di legge ed è iniziato il dibattito e che, come convenuto in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, l'esame del decreto-legge si concluderà la prossima settimana, anche al fine di consentire ai deputati interessati di partecipare all'attività conoscitiva in corso presso le Commissioni di merito.

  Piero DE LUCA (PD) ritiene opportuno proporre talune riflessioni alla luce della relazione svolta dal relatore nel corso della seduta precedente. Ricorda in particolare che, con riferimento alle competenze della Commissione, il relatore ha osservato che le disposizioni del decreto-legge in esame appaiono in linea con l'articolo 79 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE). Tuttavia, a questo riguardo, rileva che il richiamato articolo 79 stabilisce che «l'Unione sviluppa una politica comune dell'immigrazione intesa ad assicurare, in ogni fase, la gestione efficace dei flussi migratori, l'equo trattamento dei cittadini dei Paesi terzi regolarmente soggiornanti negli Stati membri e la prevenzione e il contrasto rafforzato dell'immigrazione illegale e della tratta degli esseri umani». In base a quanto premesso ritiene quindi che quanto disposto dal Governo non sia affatto in linea con un concetto di «politica comune» e quindi con le finalità del medesimo articolo 79 del TFUE.
  Rileva, inoltre, che nella relazione non è presente alcun riferimento circa la missione navale Sophia che invece ritiene necessario tenere in considerazione anche in considerazione del fatto che il comportamento del Governo italiano riguardo ad essa crea non poche criticità ai suoi partner europei. Ricorda infatti che la partecipazione Pag. 82a questa missione da parte degli Stati membri è su base volontaria e che la condotta del Governo italiano ha, ad esempio, causato le recenti riserve della Germania che ha abbandonato la missione mentre l'Unione europea ne starebbe valutando la chiusura. Osserva che, a suo avviso, questo costituisce l'ennesimo disastro dell'azione politica del Governo, alla ricerca costante di un nemico all'interno dell'Unione europea, per finalità elettorali, che sta distruggendo ogni percorso di gestione solidale e responsabile del fenomeno migratorio, persino quello legittimo. È dell'avviso che creare continue tensioni ma senza trovare soluzioni, soprattutto a livello europeo, peraltro al fine di lucrare qualche voto elettorale in più, non solo non aiuti a risolvere i problemi nel medio e nel lungo periodo ma contrasti con le esigenze di lottare efficacemente contro i trafficanti umani e, infine, anche contro i pericoli del terrorismo internazionale. Su quest'ultimo argomento osserva, inoltre, che dovrebbe essere dato impulso politico, da parte del nostro Paese, ad una riforma delle competenze della Procura europea – per la quale peraltro l'Italia non ha ancora sviluppato gli strumenti normativi necessari – estendendo la sua azione, dall'antifrode, anche al contrasto al terrorismo internazionale.
  Osserva che un'ulteriore problematica assai rilevante sulla quale il comportamento dell'Esecutivo è, a suo avviso, dannoso agli interessi del Paese, e su cui ritiene opportuno sviluppare il dibattito in Commissione, è quella riferita all'Agenzia europea Frontex relativamente alla quale la Commissione europea ha proposto una riforma volta a potenziare il sistema della Guardia di frontiera e costiera europea, tra l'altro, prevedendo in seno alla medesima Agenzia, la costituzione di un corpo permanente di 10 mila unità operative. Precisa che la riforma proposta dalla Commissione europea è volta altresì a rafforzare il mandato dell'Agenzia prevedendo un suo maggior coinvolgimento nel sostegno alle procedure di rimpatrio effettuate dagli Stati membri e nella cooperazione con i Paesi terzi interessati. A tal proposito, ricorda che il Consiglio dell'Unione europea ha concordato la sua posizione negoziale sulla proposta della Commissione europea e che, sulla base di tale mandato, è stato raggiunto un accordo politico con il Parlamento europeo, confermato in sede di Consiglio il 1o aprile 2019 senza tuttavia il voto favorevole, oltre che della Spagna e della Slovenia, proprio dell'Italia che invece, a suo avviso, dovrebbe essere fortemente interessata a tale strumento. Ricorda altresì che sulla base dell'accordo citato, il 17 aprile 2019, il Parlamento europeo ha approvato la posizione in prima lettura sulla predetta riforma con il voto contrario dei rappresentanti del MoVimento 5 Stelle e della Lega, atteggiamento che crede debba essere stigmatizzato in quanto contrario agli interessi italiani. Ritenendo che sia indispensabile appoggiare l'idea che si debbano creare dei canali d'ingresso legali per i migranti, anche in funzione di lotta ai trafficanti di esseri umani, chiede quindi al Governo e alla maggioranza di dare spiegazione circa i loro ricordati comportamenti nelle sedi europee. In proposito evidenzia come sia più utile aumentare le risorse e rafforzare gli strumenti nell'ambito unionale anche per rendere chiaro che il pattugliamento dei confini marittimi italiani significa controllare il confine dell'Unione europea nel suo insieme. Osserva che una tale scelta sarebbe un'operazione seria e non una triste e demagogica parodia come quella che potrebbe essere rappresentata dal «muro» tra Italia e Slovenia, recentemente evocato da qualcuno. È dell'avviso che sulle problematiche testé evidenziate, che hanno un palese profilo europeo, la Commissione abbia il dovere di svolgere un approfondito dibattito nel suo seno e ritiene che il relatore dovrebbe integrare la sua relazione tenendone conto. Osserva che solo dopo che ciò sarà avvenuto sarà possibile esprimere valutazioni sul provvedimento in titolo, sul quale peraltro preannuncia che il suo gruppo presenterà un parere alternativo giacché ritiene che il testo, per come è stato presentato, vìoli, oltre che le richiamate norme europee, anche il diritto internazionale Pag. 83e le Convenzioni internazionali sottoscritte dall'Italia in materia di protezione internazionale e respingimenti. Auspica che il Governo e la maggioranza tengano in considerazione quanto già avvenuto in un non lontano passato ai danni del nostro Paese quando, per l'azione del Governo di centro-destra con la «politica dei respingimenti» della cosiddetta legge Bossi-Fini, l'Italia fu condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, nel caso Hirsi Jamaa e altri, per aver riportate in Libia, da dove erano partite, in conformità agli accordi bilaterali fra Italia e Libia, molte persone tratte in salvo in acque internazionali. Al proposito, deve registrare dunque che il MoVimento 5 Stelle si allinea alla politica estera tipicamente di destra dell'altra parte della maggioranza, rilevando come di tale nuovo indirizzo il MoVimento 5 Stelle dovrebbe rendere conto agli elettori e al Parlamento. Sottolineando l'opportunità di chiamare in audizione il Ministro dell'interno e Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Matteo Salvini, conclude ribadendo che è necessario abbandonare ogni demagogia e affrontare un serio e profondo dibattito in Commissione sui veri argomenti che sono l'approntamento di canali d'ingresso migratori legittimi, la loro condivisione con gli altri Stati membri e la redistribuzione solidale dei migranti.

  Emanuela ROSSINI (Misto-Min.Ling.) ritiene che sia assai importante controllare le coste e i nostri confini marittimi, anche al fine di prevenire il terrorismo internazionale, ma invita a fare attenzione a considerare di per sé pericolose le persone raccolte nelle acque internazionali da alcune navi di talune ONG, giacché queste ultime registrano gli estremi dei salvati e condividono le informazioni con gli organismi preposti al soccorso. Inoltre, crede che sia da ritenersi probabile che chi è animato da intenzioni terroristiche, in effetti, eviti di arrivare attraverso quei canali che sono, al momento, sotto particolare attenzione delle forze dell'ordine. È, invece, dell'avviso che il vero rischio sia rappresentato dai cosiddetti sbarchi fantasma nonché, in realtà, anche dagli arrivi che avvengono attraverso i traghetti provenienti da Tripoli. Conclude sottolineando che un Paese civile non può legiferare andando contro quei vincoli internazionali ed europei cui si è liberamente legato e che sono costituzionalmente legittimati.

  Matteo Luigi BIANCHI (Lega), relatore, replicando alla deputata Rossini osserva che non è pienamente convinto che le persone trasportate dalle navi di talune ONG siano pienamente e convincentemente identificabili, e ritiene che nessuno abbia la certezza della loro identità essendo chiaro soltanto chi procede alle operazioni di salvataggio.
  Replicando al deputato De Luca, che ha preannunciato la presentazione di una proposta di parere alternativa, fa presente che, come relatore, terrà in considerazione quanto emerso nel dibattito in Commissione, non escludendo a priori nessun argomento affrontato, nonché delle risultanze dell'attività conoscitiva attualmente in corso presso le Commissioni di merito.
  Ricorda inoltre che l'articolo 79 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea parla di contrasto rafforzato dell'immigrazione illegale e della tratta degli esseri umani: in tal senso ritiene che il decreto-legge all'esame rappresenta uno strumento per dare esecuzione a quanto previsto dalla citata norma del TFUE e quindi per contrastare l'immigrazione clandestina e i pericoli del terrorismo internazionale sia nell'interesse dell'Italia che dell'Unione europea nel suo complesso.
  Per quanto riguarda l'operazione Sophia e l'Agenzia Frontex, segnala che su di esse gravano dei contrasti tra gli Stati partecipanti. Ricorda che su quest'ultima alcuni Stati membri, Italia, Spagna e Slovenia, hanno assunto una posizione contraria perché ritengono esservi contrasto con l'interesse al controllo delle frontiere, nonché perché la proposta di riforma sottrarrebbe risorse nazionali necessarie agli Stati membri per la gestione delle rispettive frontiere e non risulterebbe efficace Pag. 84per quanto riguarda la politica di rimpatrio, depotenziando quindi il controllo dei confini.
  Replicando ulteriormente al deputato De Luca, osserva che quella relativa al muro con la Slovenia è una costruzione prettamente giornalistica ed esclude che sia in agenda l'adozione di misure del genere da parte del Governo. Evidenzia, tuttavia, che in considerazione di un possibile incremento dell'immigrazione attraverso la cosiddetta via balcanica, i Governi italiano e sloveno stanno valutando i modi per rafforzare misure di controllo al fine di assicurare la sicurezza dei confini, anche attraverso la collaborazione dei pattugliamenti. Osserva, infine, che la ritrovata centralità italiana in ambito europeo, come dimostrato dal ruolo significativo giocato dall'Italia in occasione delle trattative per il rinnovo delle cariche delle istituzioni dell'Unione europea, può validamente condizionare anche le azioni politico-amministrative europee, ad esempio relativamente all'Agenzia Frontex, valorizzando le ragioni di chi, come l'Italia, ritiene centrale considerare in particolar modo l'immigrazione che arriva dal sud.

  Giuseppina OCCHIONERO (LeU) segnala che nel corso delle audizioni svolte nelle Commissioni di merito è emersa con decisione una certa difficoltà da parte del nostro Paese ad assumere quei doveri internazionali che derivano dall'appartenenza a Organismi e Convenzioni internazionali. Ritiene quindi che il provvedimento all'esame sia palesemente incostituzionale. Ricorda che i soggetti coinvolti siano, in primo luogo, persone e solo in un secondo momento migranti e ritiene insultante che essi vengano definiti, nel dibattito politico e giornalistico, come «viaggiatori» o con altre espressioni. Conclude preannunciando che il suo gruppo presenterà una proposta di parere alternativo.

  Sergio BATTELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.