CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 12 giugno 2019
203.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e VI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 12 giugno 2019. — Presidenza del presidente della V Commissione, Claudio BORGHI. — Interviene la viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 15.15.

DL 34/2019: Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi.
C. 1807 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'11 giugno 2019.

  Claudio BORGHI, presidente, con riferimento alla convocazione odierna delle Commissioni riunite, precisa che costituisce prassi consolidata quella per cui, «pur in pendenza della votazione fiduciaria ed a prescindere dalla verifica del consenso unanime, è consentita la riunione delle Commissioni sia in sede referente sia in sede consultiva al fine di adempiere all'obbligo di riferire all'Assemblea sui provvedimenti d'urgenza, così da non pregiudicarne la programmazione. Ciò anche alla luce della natura di atto dovuto propria della deliberazione sui disegni di legge di conversione nei termini costituzionali» (così specificamente il Presidente della Camera nella seduta dell'Assemblea del 14 marzo 2012).
  Evidenzia che la prassi è stata successivamente confermata anche nelle sedute del 3 febbraio 2014 e del 28 aprile 2015.
  Fa presente che a questa prassi univoca si è rifatta dunque la Presidenza delle Commissioni riunite, anche considerando che, nel caso di specie, la doverosità dell'esame del decreto discende – oltre che dalla natura del provvedimento – anche dalla circostanza che esso è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea per lunedì prossimo, 17 giugno, e deve essere poi trasmesso al Senato, scadendo il 29 giugno prossimo.

  Roberto GIACHETTI (PD), nel ritenere che quelli richiamati dal Presidente Borghi siano casi che si configurano come eccezionali e non possono essere considerati affatto una prassi consolidata, contesta Pag. 6l'interpretazione della Presidenza delle Commissioni, facendo presente che nelle ventiquattro ore che seguono la posizione della questione di fiducia da parte del Governo l'Assemblea e le Commissioni non possono proseguire i loro lavori perché in quel lasso di tempo il rapporto fiduciario tra il Governo e il Parlamento deve considerarsi di fatto sospeso. In proposito, segnala che eccezioni a tale regola sono state previste solo quando vi era necessità di procedere alla conversione di decreti-legge in scadenza. Sottolinea invece che il provvedimento all'esame scade il prossimo 29 giugno prossimo e che, essendo l'inizio dell'esame in Assemblea previsto per il 17 giugno, le Commissioni hanno ancora diversi giorni per concludere i propri lavori. Ricorda, inoltre, che i ritardi e le lunghe sospensioni che hanno caratterizzato finora i lavori delle Commissioni sul provvedimento in esame sono imputabili alla maggioranza e al Governo e non certo ad un atteggiamento ostruzionistico delle opposizioni.

  Claudio BORGHI, presidente, replicando all'onorevole Giachetti, fa presente che la possibilità di procedere con i lavori in pendenza della questione di fiducia non può essere connessa all'imminente scadenza di un decreto-legge, ma dalla natura d'urgenza del provvedimento. In proposito, segnala che nella seduta del 28 aprile 2015 dell'Assemblea lo stesso onorevole Giachetti, nella sua veste di Vicepresidente della Camera, ha chiarito che «circa l'attività delle Commissioni in pendenza di fiducia, secondo la prassi consolidata, sono consentite: audizioni, attività conoscitive ed informative, riunioni degli uffici di presidenza e riunioni per l'esame dei decreti-legge pendenti».

  Roberto GIACHETTI (PD) precisa che per decreti-legge «pendenti» si debbano intendere quelli la cui scadenza è prossima. Evidenzia come non sia ammissibile un'interpretazione che comporti una sostanziale lesione dei diritti delle opposizioni.

  Claudio BORGHI, presidente, fa presente che devono intendersi per decreti-legge «pendenti» tutti i decreti-legge in attesa di conversione.

  Maria Elena BOSCHI (PD), in base alla sua esperienza di Ministro per i rapporti con il Parlamento durante la scorsa legislatura, si dice certa di ricordare precedenti di senso opposto rispetto a quelli citati dal Presidente, poiché, a ruoli invertiti, i gruppi del MoVimento 5 Stelle e della Lega hanno sempre sostenuto che, in mancanza di unanimità, i lavori parlamentari dovessero essere sospesi in pendenza della questione di fiducia. Condividendo questa posizione, evidenzia che, a seguito della posizione della questione di fiducia, il Governo si considera sospeso e non ha l'autorevolezza necessaria per esprimere i pareri sulle proposte emendative o per assumere decisioni di carattere politico. Concorda anche con la necessità di derogare alla sospensione dei lavori parlamentari quando sia necessario convertire un decreto-legge in scadenza, ma non ritiene sia questo il caso. Chiede, pertanto, alla Presidenza delle Commissioni riunite di verificare l'esistenza di precedenti di senso opposto a quelli testé richiamati, in modo da evitare di creare un precedente che può risultare limitante anche per coloro che, sebbene oggi in maggioranza, in futuro potrebbero di nuovo trovarsi all'opposizione. Segnala, infine, che durante l'esame del provvedimento le opposizioni hanno tenuto un atteggiamento corretto e costruttivo, ma che i tempi dei lavori si sono protratti a causa della confusione delle forze di maggioranza e del Governo, dovuta anche, a suo avviso, ad una situazione politica estremamente delicata. Ritiene, però, che l'inettitudine di maggioranza e Governo non possa ricadere sulle opposizioni, forzando le procedure previste a tutela delle minoranze.

  Claudio BORGHI, presidente, riconoscendo alle opposizioni di aver avuto un atteggiamento corretto e costruttivo, ribadisce che da parte della Presidenza delle Commissioni non vi è alcuna volontà di Pag. 7forzare le regole. Ritiene, anzi, che poiché i precedenti richiamati sono chiari, costituirebbe una forzatura procedere in modo difforme dagli stessi, anche alla luce della natura di atto dovuto propria della deliberazione sui disegni di legge di conversione nei termini costituzionali. In proposito, richiamando quanto affermato dal Vicepresidente nella seduta dell'Assemblea del 14 marzo 2012, fa presente che «il Regolamento non contiene alcuna norma che imponga tale sospensione, né, conseguentemente, la possibilità di derogarvi con il consenso unanime. Si tratta, infatti, di limitazione all'attività della Camera e dei suoi organi, affermatasi esclusivamente in via di prassi». Ribadisce, infine, che nella richiamata seduta il Vicepresidente ha affermato che «la prassi è nel senso che, pur in pendenza della votazione fiduciaria ed a prescindere dalla verifica del consenso unanime, è consentita la riunione delle Commissioni sia in sede referente, sia in sede consultiva, al fine di adempiere all'obbligo di riferire all'Assemblea sui provvedimenti d'urgenza, così da non pregiudicare la programmazione».

  Maria Elena BOSCHI (PD), pur non dubitando della buona fede del Presidente, ribadisce la richiesta di poter disporre dei precedenti nei quali, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, si è ritenuto, in assenza di consenso unanime, di non procedere all'esame dei disegni di legge di conversione dei decreti-legge in pendenza della votazione fiduciaria. Ritiene che i precedenti citati dal Presidente Borghi non possano costituire una prassi consolidata, in quanto, come rilevato dal Presidente medesimo, in altre circostanze si è deciso diversamente, non procedendosi all'esame dei disegni di legge di conversione in pendenza di fiducia. Precisa che la posizione del proprio gruppo non è dettata da intenti dilatori, bensì dalla preoccupazione che si venga a creare, con la decisione di proseguire i lavori in pendenza di fiducia, un precedente grave, suscettibile di compromettere, anche per il futuro, le prerogative delle opposizioni.

  Claudio BORGHI, presidente, rileva come il quadro dei precedenti da lui riferiti sia da considerarsi esaustivo e osserva come, laddove in passato si sia ritenuto di non procedere all'esame dei disegni di legge di conversione in pendenza di fiducia, ciò sia accaduto non certo per mancanza di consenso unanime sulla prosecuzione dei lavori, bensì in virtù di un accordo politico, che in quanto tale non può rappresentare una prassi. Sottolinea, quindi, che, in tutte le circostanze in cui non vi sia stato un accordo, l'esito dal punto di vista procedurale sia sempre stato univocamente nel senso di procedere all'esame del disegno di legge di conversione in pendenza di fiducia.

  Roberto GIACHETTI (PD) osserva come i precedenti citati dal Presidente Borghi riguardino precisazioni rese dal Presidente della Camera nel corso delle sedute dell'Assemblea, e dunque evidentemente all'esito di contestazioni, e non possano riguardare tutti i casi in cui, invece, i presidenti delle Commissioni non abbiano ritenuto di procedere all'esame nel caso di mancanza di consenso unanime sulla prosecuzione dei lavori. Fa notare, infatti, che in tali circostanze la decisione non è stata contestata e dunque la questione non è stata oggetto di discussione in Assemblea.

  Claudio BORGHI, presidente, rileva come le decisioni assunte nel caso di contestazione, e dunque in mancanza di un accordo politico, costituiscano indiscutibilmente una prassi. Propone, quindi, di proseguire nello svolgimento dei lavori, a partire dalla comunicazione delle inammissibilità di proposte emendative.

  Andrea MANDELLI (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede chiarimenti sull'emendamento 38.39 dei relatori. Rileva come il commissario straordinario per la gestione del piano di rientro del debito pregresso del comune di Roma abbia informato la Commissione circa l'impatto dei commi 1-bis e 1-sexies della predetta proposta emendativa, mentre non è chiaro l'impatto dei commi aggiuntivi, in Pag. 8particolare per quanto riguarda l'aliquota IRPEF a carico dei residenti nel comune di Roma. Chiede, pertanto, se sia possibile prevedere nella serata odierna un'ulteriore audizione del commissario straordinario affinché fornisca chiarimenti al riguardo.

  Claudio BORGHI, presidente, ritiene che non vi siano le condizioni per un'ulteriore audizione del commissario straordinario, in quanto le Commissioni nella giornata odierna debbono concludere i lavori entro le 18.30.

  Silvia FREGOLENT (PD) manifesta, a nome del gruppo del Partito Democratico della VI Commissione, netta contrarietà all'eventuale decisione di proseguire i lavori in pendenza di fiducia, anche in considerazione del fatto che la scadenza del termine per la conversione del decreto-legge non è imminente. Rileva come tale decisione comporterà inevitabilmente un mutamento dell'atteggiamento del Partito Democratico, che fino a questo momento è stato collaborativo, e giudica grave che a tale decisione si addivenga nonostante la contrarietà del principale gruppo di opposizione. Ritiene che il mancato rispetto del termine regolamentare di ventiquattro ore costituisca una decisione politica di cui il Presidente della Camera si assume la responsabilità.

  Claudio BORGHI, presidente, assicura di nutrire il massimo rispetto nei confronti di tutti i gruppi di opposizione, ma ribadisce come nel caso di specie la questione posta non sia fondata dal punto di vista regolamentare.

  Silvia FREGOLENT (PD) osserva come si stia creando un grave precedente e come la fondatezza della posizione espressa dal proprio gruppo si evinca anche dalle proposte di riforma regolamentare riferite all'articolo 116 del Regolamento avanzate in sede di Giunta per il Regolamento nella scorsa legislatura, che erano proprio riferite alla possibilità di un superamento dell'obbligo di sospensione dei lavori delle Commissioni parlamentari in pendenza di fiducia.

  Claudio BORGHI, presidente, propone di procedere dando conto delle decisioni relative alle inammissibilità di proposte emendative e di sospendere quindi la seduta, al fine di promuovere una consultazione informale con i capigruppo.

  Michele GUBITOSA (M5S) si dichiara favorevole alla proposta del presidente.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD), con riferimento ai precedenti citati dal Presidente, rileva, in primo luogo, come occorra chiarire il significato del termine «pendenti» riferito ai decreti-legge in corso di conversione, e osserva inoltre come le decisioni assunte, sulla base di un accordo fra i gruppi, di non procedere all'esame dei disegni di legge di conversione in pendenza di fiducia costituiscano comunque precedenti. Rileva come il termine di ventiquattro ore costituisca una garanzia per i deputati, i quali nutrono l'aspettativa che durante il decorso di tale termine non proseguano i lavori delle Commissioni. Osserva come sarebbe opportuno verificare se in occasione dei precedenti in cui si è proceduto all'esame dei disegni di legge di conversione, nonché di quelli in cui si è convenuto diversamente, la scadenza del termine per la conversione fosse imminente o meno.

  Claudio BORGHI, presidente, rileva come il significato del termine «pendenti» sia univoco e vada inteso quale riferito ai decreti-legge comunque in corso di conversione. Rileva, peraltro, come in alcuni precedenti richiamati non si faccia riferimento al fatto che i decreti-legge siano o meno pendenti, considerando rilevante unicamente la natura di provvedimento di urgenza in attesa di conversione da parte delle Camere.
  Comunica che sono stati presentati subemendamenti agli emendamenti 5.15, 5.07, 12.029, 13.022, 19.012 e 36.20 dei relatori, 36.012 del Governo, 38.39, 39.014, 41.010 e 47.9 dei relatori e 49.044 del Governo (vedi allegato).Pag. 9
  Avverte, quindi, che sono inammissibili per estraneità di materia i seguenti subemendamenti:
   Epifani 0.5.07.1, che delega il Governo a regolamentare i diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali impegnati nelle attività di consegna di pasti a domicilio in ambito urbano;
   Del Barba 0.36.20.4, in quanto incide sulla disciplina del FIR contenuta nell'articolo 36 del provvedimento, più precisamente sulle lettere b) e c), non modificate dall'emendamento dei Relatori 36.20;
   Marattin 0.36.20.3, in quanto introduce una norma aggiuntiva – nuovo comma 502-quater – alla legge di bilancio 2019, così incidendo sulla disciplina del FIR per la parte non modificata dall'emendamento dei Relatori 36.20;
   Pastorino 0.36.20.9, 0.36.20.10 e 0.36.20.11, in quanto introducono norme aggiuntive volte a incidere sulla disciplina del FIR contenuta nella legge di bilancio 2019, per la parte non modificata dall'emendamento dei Relatori 36.20;
   Marattin 0.36.20.7 e Pastorino 0.36.20.8 i quali introducono disposizioni aggiuntive volte a incidere sulla disciplina del FIR contenuta nella legge di bilancio 2019, per la parte non modificata dall'emendamento dei Relatori 36.20;
   Giachetti 0.38.39.1, limitatamente alla lettera a) e alla lettera c), in quanto non appaiono riferibili all'emendamento dei Relatori ma al solo testo del decreto-legge;
   Prestigiacomo 0.38.39.7 e Bellachioma 0.38.39.8, limitatamente alla lettera b), in quanto introducono disposizioni relative al finanziamento di specifici obiettivi connessi all'attività di ricerca, assistenza e cura relativi al miglioramento dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, contenute nel decreto-legge n. 148 del 2017;
   Occhiuto 0.38.39.9, 0.38.39.10 e 0.38.39.11, Fassina 0.38.39.12, Pastorino 0.38.39.13 e 0.38.39.14, che prevedono la facoltà di rimodulazione dei piani di riequilibrio pluriennali degli enti locali;
   Pastorino 0.41.010.1, che disciplina i requisiti per l'accesso al trattamento pensionistico per i dipendenti di imprese del settore editoriale e stampatrici di periodici.

  Avverte, inoltre, che è confermato il giudizio di inammissibilità per i seguenti emendamenti:
   25.5 dei relatori, in quanto l'emendamento, di carattere meramente ordinamentale e recante un adempimento di natura strumentale, non appare riconducibile alle finalità del provvedimento, ed in particolare alle finalità dell'articolo 25 sulle dismissioni immobiliari degli enti territoriali, limitandosi a prevedere che anche le aziende per l'edilizia residenziale pubblica (IACP) siano tenute a trasmettere al Ministero dell'economia e delle finanze l'elenco identificativo degli immobili di proprietà dello Stato o di altri soggetti pubblici che detengono o utilizzano a qualsiasi titolo (obbligo già previsto per gli enti inseriti nel conto economico della pubblica amministrazione dall'articolo 2, comma 222, della legge 23 dicembre 2009, n. 191);
   49.046 dei relatori, in quanto l'emendamento, che prevede la nomina di un Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi inerenti al campionato europeo di calcio UEFA Euro 2020 e ne disciplina funzioni e facoltà, non appare riconducibile alle complessive finalità del provvedimento volte a sostenere la crescita.

  Comunica invece che, alla luce del nuovo esame svolto, condividendosi le argomentazioni contenute nel relativo ricorso, Pag. 10è riammesso l'emendamento 26.29 dei relatori. Sospende, quindi, la seduta, per consentire lo svolgimento di una riunione informale dei rappresentanti di gruppo delle Commissioni in ordine alle modalità di prosecuzione dei lavori.

  La seduta, sospesa alle 15.50, riprende alle 17.40.

  Claudio BORGHI, presidente, all'esito della riunione informale dei rappresentanti di gruppo delle Commissioni in ordine alle modalità di prosecuzione dei lavori, non essendovi obiezioni, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.45.

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