CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 maggio 2019
192.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 62

COMITATO RISTRETTO

  Martedì 28 maggio 2019.

Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura.
Esame C. 478 Piccoli Nardelli, C. 1410 Belotti, C. 1516 Mollicone, C. 1614 Frassinetti e C. 1686 Casciello.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 13 alle 14.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 28 maggio 2019. — Presidenza della vicepresidente Giorgia LATINI. — Intervengono il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Salvatore Giuliano e il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Gianluca Vacca.

  La seduta comincia alle 14.15.

Pag. 63

Sulla pubblicità dei lavori.

  Giorgia LATINI, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante ripartizione delle risorse del Fondo per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e lo sviluppo del Paese.
Atto n. 81.

(Rilievi alla V Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e conclusione – Rilievi favorevoli).

  La Commissione prosegue l'esame, rinviato nella seduta del 15 maggio 2019.

  Giorgia LATINI, presidente e relatrice, ricorda che nella precedente seduta sono stati chiesti al rappresentante del Governo chiarimenti in merito ai programmi settoriali per i quali il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministero per i beni e le attività culturali hanno chiesto e ottenuto finanziamenti a valere sul Fondo in questione.

  Il sottosegretario Salvatore GIULIANO, dopo aver riferito che il Ministero dell'economia e delle finanze, il 2 aprile scorso ha comunicato la dotazione complessiva di risorse attribuita al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per gli anni 2019-2033, a valere sul fondo per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e lo sviluppo del Paese, precisa che, a fronte di un finanziamento complessivo richiesto dal dicastero per 4.565,51 milioni di euro, la dotazione attribuita è stata di 4.000 milioni di euro. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha quindi provveduto a una ridefinizione delle proprie richieste di finanziamento, mediante l'individuazione di quelle prioritarie, immediatamente cantierabili ovvero urgenti nonché a una rimodulazione delle stesse, tenendo conto che la dotazione annuale del Fondo risulta inferiore negli anni 2019-2021 e aumenta progressivamente sino al 2033.
  Ciò premesso, precisa che sono state formulate richieste di finanziamento con riferimento a quattro distinti settori: edilizia scolastica, ricerca, edilizia universitaria e AFAM, residenze universitarie.
  Per quanto attiene all'edilizia scolastica, è stato richiesto un finanziamento pari a 2.500 milioni di euro, al fine di realizzare due principali tipologie di interventi: messa in sicurezza degli edifici scolastici; e adeguamento alla normativa antisismica. La necessità e l'urgenza di finanziare interventi di edilizia scolastica deriva dall'esigenza di garantire a tutte le istituzioni scolastiche un adeguato livello di prevenzione del rischio sismico. Viene anche finanziato un piano di laboratori didattici innovativi per le istituzioni scolastiche, al fine di favorire la didattica laboratoriale e la digitalizzazione delle scuole, assicurando alle scuole spazi laboratoriali adeguati per garantire agli studenti un'offerta formativa completa e di qualità.
  Nel settore «ricerca» (917 milioni di euro) gli interventi individuati sono numerosi: vengono finanziati 8 distinti interventi, finalizzati a realizzare diversi progetti di ricerca. In particolare, si è tenuto conto dei settori in cui incidono i predetti interventi. Ad esempio, l'intervento «Pianeta dinamico: geoscienze» finanzia un programma di ricerca nell'ambito dei rischi naturali in Italia, che spaziano dalla ricostruzione tomografico-sismica della crosta e del mantello terrestre, alla ricostruzione dei meccanismi della nucleazione dei terremoti, alla generazione di magma e l'osservazione e modellazione dei fenomeni associati alla sua risalita. Si è tenuto inoltre conto di obblighi già assunti dall'amministrazione, anche in sede europea. Ad esempio, viene proposto il finanziamento dell’European Spallation Source (ESS), progetto del Consorzio Europeo per le Infrastrutture di Ricerca volto alla realizzazione Pag. 64di un impianto di ricerca, che sarà in grado di produrre impulsi lunghi di radiazioni neutroniche di intensità molto elevata. Infine, si è tenuto conto della necessità di determinati interventi, come il finanziamento finalizzato al consolidamento dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS).
  Nel settore «edilizia universitaria e AFAM» (403 milioni di euro), la richiesta di investimento in materia di edilizia universitaria (400 milioni di euro) e AFAM (3 milioni di euro) è finalizzata a garantire adeguatezza delle strutture in relazione alla popolazione studentesca; messa a norma, efficientamento energetico e adeguamento antisismico degli immobili di proprietà pubblica adibiti ad attività di didattica e di ricerca; piano nazionale per l'Università digitale, attraverso grandi attrezzature scientifiche e ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche.
  Infine, nel settore «residenze universitarie» (180 milioni di euro) è stato richiesto un finanziamento costante nel tempo, pari a 10 milioni di euro per gli anni da 2019 a 2030 e pari a 15, 20 e 25 milioni di euro rispettivamente per gli anni 2031, 2032, 2033.
  Conclude sottolineando che la quasi totalità degli interventi programmati sulle residenze universitarie di cui alla legge n. 338 del 2000 è caratterizzata dalla immediata avviabilità.

  Il sottosegretario Gianluca VACCA, riferendo in merito alle proposte di intervento di interesse del Ministero per i beni e le attività culturali, dopo aver premesso che il dicastero è destinatario, a valere sul Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, di un finanziamento complessivo di 1.620 milioni di euro, specifica che tali somme sono finalizzate alle seguenti destinazioni con i seguenti importi: interventi di tutela del patrimonio culturale archeologico, architettonico e storico artistico, 542,22 milioni di euro per gli anni dal 2019 al 2033; interventi di tutela del patrimonio culturale museale, 516,40 milioni di euro per gli anni dal 2019 al 2033; interventi di tutela del patrimonio culturale bibliografico, 90,37 milioni di euro per gli anni dal 2019 al 2033; interventi di tutela del patrimonio culturale archivistico, 90,37 milioni di euro per gli anni dal 2019 al 2033; e interventi di tutela del patrimonio culturale relativo all'arte e architettura contemporanee e periferie urbane, 51,64 milioni di euro per gli anni dal 2019 al 2033. Con riferimento ai Grandi progetti dei Beni culturali, precisa che i finanziamenti – nell'intero periodo di riferimento, dal 2024 al 2033 – riguardano complessivi 16,45 milioni di euro per la progettazione e 312,55 milioni di euro per l'esecuzione delle opere.

  Giorgia LATINI, presidente e relatrice, anche alla luce dei chiarimenti forniti dal Governo, propone di deliberare a favore dell'atto in esame, senza rilievi.

  Federico MOLLICONE (FdI), dopo aver ringraziato i rappresentanti del Governo per aver accolto la richiesta di chiarimenti da lui formulata nella precedente seduta in merito ai programmi destinatari dei finanziamenti settoriali di cui al fondo, sottolinea che il gruppo Fratelli d'Italia non può valutare favorevolmente l'atto in esame in quanto, contrariamente a quanto preannunciato dal ministro Bonisoli, gli stanziamenti in favore dei progetti del Ministero per i beni e le attività culturali risultano essere stati ridotti e sono insufficienti, soprattutto nei primi anni: diventano infatti crescenti solo negli anni a venire, per i quali non c’è però nessuna certezza. Preannuncia, pertanto, l'astensione del suo gruppo dalla votazione sulla proposta di deliberazione della relatrice.

  Valentina APREA (FI), dopo aver premesso di apprezzare che finalmente i rappresentanti del Governo hanno abbandonato l'atteggiamento di presenza muta che quasi sempre li ha caratterizzati nei lavori di questa Commissione e hanno preso la parola per fornire i chiarimenti che erano stati chiesti, esprime l'auspicio che la novità di oggi inauguri un nuovo corso dei rapporti tra il Parlamento e Pag. 65questo Governo, auspicabilmente caratterizzato da maggiore dialogo e da lavoro comune. Quanto al merito, rileva che i finanziamenti sono certamente destinati a finalità importanti, a cominciare dall'edilizia scolastica, ma agli interventi programmati non è attribuito il carattere di urgenza che sarebbe invece necessario. Si riferisce, in particolare, ai progetti in materia di edilizia scolastica innovativa e di digitalizzazione, ai quali, a suo parere, bisognerebbe mettere mano quanto prima. Pur prendendo atto delle numerose priorità esistenti, e apprezzando la finalizzazione degli stanziamenti, si dichiara non convinta rispetto alla tempistica prevista per gli interventi. Preannuncia, pertanto, l'astensione del suo gruppo dalla votazione sulla proposta di deliberazione della relatrice.

  Anna ASCANI (PD), pur apprezzando l'appostamento delle risorse rispetto alle finalità indicate, e in particolare rispetto all'edilizia scolastica, rileva l'esistenza di alcune criticità, tra le quali il lungo arco di tempo di sviluppo degli interventi programmati, che non appare compatibile con la necessità di fronteggiare le situazioni di emergenza. Preannuncia, pertanto, l'astensione del suo gruppo dalla votazione sulla proposta di deliberazione della relatrice.

  Il sottosegretario Gianluca VACCA, con riferimento all'intervento del deputato Mollicone, precisa che i finanziamenti del Ministero per i beni e le attività culturali non sono stati ridotti, in quanto le somme assegnate con l'atto in esame sono aggiuntive rispetto alle dotazioni di bilancio del Ministero.

  Federico MOLLICONE (FdI), rilevando che sussiste comunque il problema che i finanziamenti sono ridotti per i primi anni e crescenti solo per gli anni futuri, e in quanto tali appaiono finanziamenti del tutto «virtuali», conferma l'astensione del gruppo di Fratelli d'Italia dalla votazione sulla proposta di deliberazione della relatrice.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di deliberazione della relatrice.

  La seduta termina alle 14.35.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 28 maggio 2019. — Presidenza della vicepresidente Giorgia LATINI. — Intervengono il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Salvatore Giuliano e il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Gianluca Vacca.

  La seduta comincia alle 14.35.

Schema di decreto ministeriale recante approvazione del programma per l'utilizzazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale, per gli anni 2019 e 2020.
Atto n. 85.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame dello schema ministeriale in oggetto.

  Alessandra CARBONARO (M5S), relatrice, riferisce che si avvia oggi l'esame dello schema di decreto ministeriale riguardante il programma 2019-2020 relativo al Fondo per la tutela del patrimonio culturale. Al riguardo ricorda, preliminarmente, che il Fondo è stato istituito nello stato di previsione dell'allora Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo dalla legge di stabilità 2015 (legge n. 190 del 2014), con una dotazione iniziale di euro 100 milioni per ciascuno degli anni dal 2016 al 2020. La stessa legge ha stabilito che le risorse sono utilizzate per la realizzazione degli interventi inclusi in un programma triennale che il Ministro trasmette, previo parere delle Commissioni parlamentari, al CIPE. In particolare, il programma individua gli interventi prioritari Pag. 66da realizzare, le risorse da destinare a ciascuno di essi, il relativo cronoprogramma e le modalità di definanziamento in caso di mancata attuazione degli interventi programmati. Il programma deve essere attuato in coerenza con i decreti legislativi n. 228 del 2011 e n. 229 del 2011 che contengono, rispettivamente, disposizioni in materia di valutazione degli investimenti relativi alle opere pubbliche e procedure di monitoraggio sullo stato di attuazione delle opere pubbliche. Entro il 31 gennaio di ciascun anno, il programma aggiornato, corredato dell'indicazione dello stato di attuazione degli interventi, deve essere trasmesso al CIPE.
  Successivamente, il decreto-legge n. 109 del 2018 (legge n. 130 del 2018) ha ridotto l'autorizzazione di spesa iniziale di euro 10 milioni per ciascuno degli anni 2018 e 2019 per finanziare le attività relative all'adozione di un piano straordinario nazionale di monitoraggio e conservazione dei beni culturali immobili. Al riguardo, segnala che il riferimento al decreto-legge n. 109 del 2018 non è presente nella premessa dello schema di decreto.
  Precisa che le risorse del Fondo sono allocate sul capitolo 8099 dello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali che, in base al decreto ministeriale 31 dicembre 2018, di riparto in capitoli, dispone di euro 193 milioni per il 2019 e euro 163,3 milioni per il 2020. Non dispone di risorse per il 2021. Al riguardo, la nota al capitolo presente nel relativo disegno di legge evidenziava che dette risorse includevano euro 100 milioni per il 2019 ed euro 73,3 milioni per il 2020 – allocati sul piano di gestione 1 (come le risorse stanziate dalla legge n. 190 del 2014 e ridotte dal decreto-legge n. 109 del 2018, pari a euro 90 milioni per ciascuno degli anni 2019 e 2020) – derivanti dalla riconduzione in bilancio in regime di contabilità ordinaria delle somme giacenti sulle contabilità speciali del Ministero per i beni e le attività culturali, e euro 3 milioni per il 2019 allocati sul piano di gestione 2, di nuova istituzione, finalizzato a consentire il pagamento di obbligazioni giuridicamente perfezionate, a fronte di risorse pignorate. Pertanto, in base alla legge di bilancio 2019, lo stanziamento del capitolo 8099, piano di gestione 1 – Fondo per la tutela del patrimonio culturale, è pari a euro 190 milioni per il 2019 e ad euro 163,3 milioni per il 2020.
  Rispetto allo stanziamento appena indicato, lo schema di decreto ripartisce euro 180 milioni, di cui euro 90 milioni per ciascun anno. Al riguardo, segnala che occorrerebbe dare evidenza, nella premessa del decreto, della ragione per cui le ulteriori risorse disponibili, in base alla legge di bilancio 2019, sul piano di gestione 1 del cap. 8099 non siano da ripartire con il medesimo atto.
  La relazione illustrativa fa presente, anzitutto, che, con circolare della Direzione generale bilancio del Ministero per i beni e le attività culturali n. 109 del 15 novembre 2018 sono state fornite indicazioni ai competenti uffici ministeriali circa le modalità e la tempistica per la presentazione, da parte degli uffici periferici, delle proposte di intervento da finanziare, fornendo anche i criteri per la selezione degli interventi. In particolare, le priorità sono state così indicate: lavori per opere avviate sulla base di programmazioni precedenti e non completate; lavori relativi ad opere con progetti esecutivi già approvati; lavori di manutenzione e recupero del patrimonio esistente; interventi suscettibili di essere realizzati attraverso contratti di concessione o di partenariato pubblico-privato. Ulteriori priorità indicate, non in ordine di importanza, sono state: conservazione e restauro dei beni culturali, con particolare riguardo a quelli colpiti da calamità naturali; incentivazione delle azioni di tutela del paesaggio, in particolare per il recupero delle aree degradate; interventi di archeologia preventiva; prevenzione del rischio sismico e del rischio incendi e potenziamento della messa in sicurezza; valorizzazione, anche attraverso il miglioramento dei servizi e della qualità dell'offerta, dei luoghi della cultura, compresi quelli poco conosciuti; fruizione, anche on line, del patrimonio culturale; fruizione del patrimonio culturale da parte Pag. 67dei soggetti con disabilità; inclusione sociale e partecipazione; risparmio energetico e riduzione dei costi di gestione.
  Sempre la relazione illustrativa, evidenzia che le proposte di intervento sono state valutate, anzitutto, dai Segretariati regionali e dai Poli museali regionali, anche in sede di Commissioni regionali per il patrimonio culturale, che hanno individuato un ordine di priorità a livello regionale. Successivamente, le proposte sono state vagliate dalle Direzioni generali competenti. Sulla base di ciò, nonché delle risorse disponibili, la Direzione generale bilancio ha elaborato un programma sul quale – come indicato nella premessa dello schema – il Segretario generale ha richiesto alle Direzioni generali competenti «l'invio del parere previsto dall'articolo 12, comma 20, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95». Le Direzioni generali hanno espresso tutte parere favorevole tra il 9 e il 15 aprile 2019.
  Evidenzia che, a quanto le risulta, il parere delle Direzioni generali competenti ai sensi del citato articolo 12, comma 20, del decreto-legge n. 95 del 2012 è stato richiesto alla luce della mancata ricostituzione del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici, che – lo ricorda – in base all'articolo 25 del regolamento organizzativo del Ministero per i beni e le attività culturali esprime pareri, obbligatoriamente, sui programmi nazionali per i beni culturali e paesaggistici e sui relativi piani di spesa annuali e pluriennali. Ricorda, altresì, che il procedimento volto alla ricostituzione dell'organismo, dopo la scadenza dello stesso nel giugno 2018, al termine dei previsti tre anni, non si è ancora concluso. Purtuttavia, sottolinea che, a seguito dell'articolo 13, comma 1, del decreto-legge n. 91 del 2013, l'articolo 12, comma 20, del decreto-legge n. 95 del 2012 – relativo ad organismi collegiali destinati a scomparire in virtù della normativa materia di riduzione degli stessi – non si applica agli organismi operanti nei settori della tutela e della valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici e delle attività culturali.
  Ritiene che occorra dunque valutare se non si debba ottemperare all'espressione del parere obbligatorio del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici – il completamento della cui ricostituzione è ormai prossimo – sullo schema in esame.
  Con riferimento alla ripartizione territoriale degli interventi programmati dallo schema, il 90,22 per cento delle risorse (euro 162.390.194,75) è distribuito tra 18 regioni (esclusa, come nel caso del programma 2016-2018, la Valle d'Aosta ed escluso, ora, anche il Trentino Alto Adige); il 9,78 per cento (euro 17.609.805,25) non è attribuito a specifiche regioni, ma indicato come «Varie».
  Con riferimento alla ripartizione per settori, il 93,58 per cento delle risorse (euro 168.441.104,38) è distribuito tra 8 settori (Archeologia, Archeologia-Belle Arti-Paesaggio, Biblioteche, Archivi, Poli museali, Musei autonomi, Educazione e ricerca, Art Bonus); il 6,42 per cento (euro 11.558.895,62) non è attribuito a specifici settori, ma indicato come «Varie».
  La ripartizione percentuale delle risorse tra le regioni oscilla fra un massimo del 21,63 per cento (Lazio) e un minimo dello 0,71 per cento (Sicilia).
  Complessivamente, alle regioni del nord (Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Veneto) è attribuito il 27,83 per cento delle risorse; alle regioni del centro (Lazio, Abruzzo, Molise, Marche, Umbria, Toscana) è attribuito il 40,67 per cento; alle regioni del sud e alle isole (Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) è attribuito il 21,72 per cento.
  La ripartizione percentuale delle risorse fra gli 8 settori oscilla da un minimo dell'1,67 per cento (Art-Bonus) a un massimo del 26,67 per cento (Archeologia-Belle Arti-Paesaggio).
  Tra gli interventi, la relazione illustrativa segnala, in particolare: restauro e messa in sicurezza di Castel S. Elmo a Napoli, per complessivi euro 3 milioni; realizzazione di un percorso di visita unitario presso il monumento a Vittorio Emanuele II a Roma, per complessivi euro 3,9 Pag. 68milioni; messa in sicurezza, recupero e restauro della Crypta Balbi a Roma, per complessivi euro 3,5 milioni; messa in sicurezza e restauro del tratto urbano dell'acquedotto mediceo di San Giuliano (Pisa) per complessivi euro 3,2 milioni; consolidamento, restauro, adeguamento funzionale e sismico per la realizzazione dei nuovi uffici Ministero per i beni e le attività culturali dell'ex Convento dell'Annunziata a Bologna, per complessivi euro 2,1 milioni; manutenzione e recupero delle facciate del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per complessivi euro 3 milioni.
  Segnala, infine, che, rispetto alle previsioni normative primarie, lo schema di decreto e il relativo allegato non sono corredati del cronoprogramma, né recano le modalità di definanziamento nel caso di mancata realizzazione degli interventi. Al riguardo, ricorda che, in occasione dell'esame dello schema di decreto relativo al triennio 2016-2018, il rappresentante del Governo si era riservato di fornire alle Commissioni il cronoprogramma dopo il previsto passaggio del provvedimento al CIPE. La necessità di conoscere il cronoprogramma era stata, dunque, sottolineata dalla Commissione nella premessa del parere favorevole sullo schema di decreto. Il crono programma non è stato tuttavia trasmesso. Conclude, evidenziando che l'assenza, nello schema in esame, del cronoprogramma e delle modalità di finanziamento dovrebbe ora essere oggetto di una valutazione della Commissione.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) esprime perplessità in merito alla mancata acquisizione del parere del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici e all'acquisizione, in sua vece, del parere delle Direzioni generali. Sottolinea che il 14 marzo scorso il ministro Bonisoli ha dichiarato di aver nominato i quattro componenti ministeriali, tra cui il presidente, del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici. Non si comprende quindi perché l'organo non sia ancora costituito. Fa inoltre presente che il Consiglio di Stato – nel parere reso al Ministero per i beni e le attività culturali in merito alla legittimità della composizione del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, ancorché priva della componente rappresentata dai presidenti dei Comitati tecnico scientifici, che non erano stati rinnovati – ha evidenziato che le attività di questi ultimi avrebbero dovuto essere trasferite piuttosto al Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici che ad uffici dirigenziali, considerato che altrimenti in capo a questi ultimi si sarebbe assommato l'esercizio della discrezionalità tecnica e quello della discrezionalità amministrativa. Peraltro, nonostante questo vulnus di carattere procedurale, che a suo avviso deve essere sottolineato, ritiene che l'impianto del provvedimento sia condivisibile e possa essere giudicato favorevolmente.

  Federico MOLLICONE (FdI) dichiara che, proprio in considerazione del problema cui ha già fatto riferimento la deputata Piccoli Nardelli, il suo gruppo si asterrà dalla votazione sull'atto, ritenendo inopportuna la sovrapposizione di competenze tra chi decide quali interventi realizzare e chi decide in merito ai relativi finanziamenti. Il mancato recepimento dell'indicazione data dal Consiglio di Stato in merito alle procedure decisionali interne al Ministero non può che suscitare dubbi: dubbi non tanto sul contenuto del provvedimento, quanto sul metodo con cui si è giunti alla sua definizione.

  Valentina APREA (FI), pur apprezzando la chiarezza e la puntualità della relazione, preannuncia, per le stesse ragioni di perplessità manifestate dai deputati che l'hanno preceduta, l'astensione del gruppo Forza Italia dalla votazione sulla proposta di parere.

  Il sottosegretario Gianluca VACCA sottolinea che lo stanziamento di 90 milioni di euro fa parte di una programmazione quinquennale con decorrenza dal 2014. Dopo aver ricordato che il parere del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici è obbligatorio, ma non vincolante, precisa che, non essendosi ancora Pag. 69perfezionata la composizione di tale organo, si è preferito estendere alle Direzioni generali l'espressione dei pareri, secondo quanto previsto dall'articolo 12, comma 20, del decreto-legge n. 95 del 2012, in considerazione dell'urgenza di provvedere al finanziamento di interventi necessari a tutela del patrimonio culturale.

  Alessandra CARBONARO (M5S), relatrice, in considerazione delle precisazioni fornite dal rappresentante del Governo, formula una proposta di parere favorevole.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 14.50.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 28 maggio 2019. — Presidenza della vicepresidente Giorgia LATINI.

  La seduta comincia alle 14.50.

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, fatto a Trieste il 10 giugno 2011; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus sulla cooperazione culturale, fatto a Trieste il 10 giugno 2011.
C. 1678 sen. Petrocelli, approvato dal Senato.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame.

  Virginia VILLANI (M5S), relatrice, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere alla Commissione Affari esteri il parere sulla proposta di legge n. 1678, d'iniziativa del senatore Petrocelli, presidente della Commissione Affari esteri del Senato, già approvata dal Senato. La proposta si propone di autorizzare la ratifica e dare esecuzione a due Accordi, rispettivamente in materia di cooperazione scientifica e tecnologica e di cooperazione culturale, sottoscritti dall'Italia e dalla Bielorussia nel giugno 2011. Il testo ripropone, sia pure parzialmente e limitatamente ai soli due Accordi con la Bielorussia, il contenuto di un disegno di legge di ratifica proposto dal Governo in carica nel corso della XVII legislatura (Atto Senato n. 2812). Quel provvedimento prevedeva la ratifica di numerosi trattati internazionali bilaterali. Fu esaminato ed approvato dalla Commissione affari esteri del Senato l'11 ottobre 2017, ma non proseguì il suo iter di esame parlamentare per la chiusura della legislatura.
  Precisa che i due Accordi con la Bielorussia oggetto del provvedimento in esame – che, come detto, vertono rispettivamente in materia di cooperazione scientifica e tecnologica e di cooperazione culturale – definiscono un quadro giuridico funzionale a far crescere la collaborazione bilaterale.
  Il primo dei due Accordi è finalizzato a promuovere lo sviluppo della cooperazione nel campo della scienza e della tecnologia, su base paritaria e di reciproco vantaggio, nel rispetto degli obblighi internazionali dei due Paesi, in particolare nei settori della ricerca fondamentale e applicata, della tecnologia industriale e dell'innovazione (articolo 3). La cooperazione potrà essere attuata nelle forme dello scambio di documentazione e di informazioni scientifico-tecnologiche, di scienziati e specialisti, nonché per la realizzazione di progetti congiunti di ricerca e progettazione, per l'organizzazione di seminari e conferenze e per il sostegno alla commercializzazione di progetti congiunti (articolo 4). A una Commissione mista è affidato il compito di dare attuazione all'Accordo e di verificarne l'applicazione (articolo 7). È espressamente previsto che le disposizioni dell'Accordo non debbano pregiudicare i diritti e gli impegni delle Parti derivanti da Convenzioni internazionali o, nel caso del nostro Paese, dall'appartenenza all'Unione europea (articolo 8). Pag. 70
  L'Accordo sulla cooperazione culturale è, a sua volta, finalizzato alla realizzazione di programmi ed attività comuni per il rafforzamento della cooperazione bilaterale in ambito culturale. L'articolo 2 è dedicato alle principali forme della collaborazione bilaterale in campo culturale, che andranno dall'organizzazione di manifestazioni artistiche e culturali alla promozione di contatti diretti tra gli enti competenti in molteplici settori della cultura. In particolare, nel campo musicale, si darà luogo allo scambio di cantanti e di formazioni artistiche e alla partecipazione congiunta ai festival musicali internazionali; si promuoveranno inoltre i contatti diretti tra associazioni teatrali, liriche e coreutiche dell'Italia e della Bielorussia, anche mediante l'organizzazione di tournée. Vi sarà inoltre un rafforzamento della collaborazione bilaterale in campo cinematografico, incentivando la partecipazione congiunta ai festival di settore; come anche uno scambio di specialisti di folclore e di arte popolare. Completeranno il novero delle forme di collaborazione culturale bilaterale la traduzione di opere letterarie e saggistiche, come anche il rafforzamento della cooperazione tra gli enti statali e privati a carattere museale ed espositivo, con la realizzazione di mostre e di scambi di esperti. L'articolo 3 contiene l'impegno delle Parti alla cooperazione nella conservazione e restauro del patrimonio storico e culturale, che avverrà facilitando l'accesso dei ricercatori dell'altra Parte contraente agli enti culturali e scientifici, agli archivi, ai musei, alle biblioteche. Vi sarà inoltre uno scambio di informazioni ed esperienze, anche mediante convegni e seminari, nel campo dell'archeologia. Di rilievo è anche il richiamo alla tutela del patrimonio culturale immateriale e nei confronti delle espressioni più vulnerabili delle differenti identità culturali, come richiesto dalle Convenzioni UNESCO del 1972, del 2003 e del 2005 (articoli 3 e 4). Il compito di coordinare e monitorare l'applicazione dell'Accordo è affidato ad una Commissione mista culturale (articolo 8).
  Questo è il contenuto dei due Accordi internazionali. Il progetto di legge in esame, oltre a disporre l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dei due Accordi, detta disposizioni per la copertura finanziaria.
  Conclude formulando una proposta di parere favorevole.

  Alessandro FUSACCHIA (Misto-+E-CD), rilevato il sistematico forte ritardo con cui sono sottoposti all'esame del Parlamento i progetti di legge di autorizzazione alla ratifica di accordi stipulati diversi anni prima, invita i deputati della maggioranza a farsi parte diligente, nella Commissione di merito, per chiedere al Ministero degli affari esteri una maggiore sollecitudine nell'espletazione dei passaggi successivi alla stipula di accordi o quantomeno di accompagnare i disegni di legge di ratifica con una nota di aggiornamento che chiarisca se e per quali ragioni gli accordi stipulati continuano ad essere opportuni a distanza di anni, specialmente nei casi in cui essi siano stati firmati con Paesi la cui situazione politica sia nel frattempo completamente cambiata.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo in materia di cooperazione culturale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, fatto a Roma il 21 ottobre 2005; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, con Annesso, fatto a Roma il 16 febbraio 2007.
C. 1679 sen. Petrocelli, approvato dal Senato.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame.

  Marco BELLA (M5S), relatore, riferisce che la Commissione è chiamata ad esprimere alla Commissione Affari esteri il Pag. 71parere sulla proposta di legge n. 1679, d'iniziativa del senatore Petrocelli, presidente della Commissione Affari esteri del Senato, già approvata dal Senato. La proposta prevede la ratifica di due accordi sottoscritti dall'Italia con la Repubblica di Corea (comunemente detta Corea del Sud) nel 2005 e nel 2007 in materia, rispettivamente, di cooperazione culturale e di cooperazione scientifica e tecnologica. Il testo è analogo a quello di precedenti progetti di legge più volte presentati alle Camere nelle scorse legislature, d'iniziativa sia parlamentare, sia governativa, il cui iter non è mai giunto a compimento.
  Il testo dell'Accordo di cooperazione culturale italo-coreano del 21 ottobre 2005 è composto da un breve preambolo e da 22 articoli. Gli articoli 1 e 2 contengono l'impegno delle Parti a intraprendere una cooperazione su base paritaria nel settore culturale. L'articolo 3 è dedicato alla diffusione delle rispettive lingue e culture nel territorio dell'altra Parte contraente, con particolare riguardo alle attività di università e istituti d'istruzione superiore, nei quali si cercherà di incrementare docenze e lettorati specificamente dedicati. Per quanto concerne l'istruzione (articolo 4) la cooperazione bilaterale si attuerà con scambi di documenti e visite di esperti, con l'obiettivo di giungere a un Accordo sul reciproco riconoscimento dei certificati di istruzione dei due Paesi, previa comparazione dei rispettivi sistemi e piani di studio. Sarà altresì promossa la collaborazione diretta tra le università e altri istituti superiori o specializzati, con particolare riguardo agli scambi di lettori, ricercatori ed esperti e la partecipazione a conferenze, convegni e seminari (articolo 6). In base all'articolo 7 le Parti promuoveranno collaborazioni dirette nel campo delle arti visive, dello spettacolo, della letteratura e dell'architettura, anche con la partecipazione a festival ed esposizioni. Per quanto concerne la traduzione e pubblicazione di opere letterarie, queste verranno incoraggiate dalle Parti con l'istituzione di premi o altri incentivi, assicurando la protezione della proprietà intellettuale (articoli 9 e 10).
  Gli articoli 11 e 12 riguardano la cooperazione diretta tra le istituzioni archeologiche e di tutela del patrimonio culturale, nonché tra le biblioteche, e attraverso ricerche congiunte e scambi di informazioni. In base all'articolo 13, nei limiti dei fondi disponibili e con il criterio della reciprocità, verranno assegnate dalle Parti contraenti borse di studio a studenti, insegnanti e lettori dell'altro Paese. L'articolo 14 prevede la collaborazione tra le rispettive amministrazioni per combattere il traffico illegale di opere d'arte, di beni culturali, di audiovisivi, di documenti ed altri oggetti di valore – sempre nel quadro delle rispettive normative. Altresì incoraggiata sarà la cooperazione nei settori delle attività giovanili e dello sport, da perseguire con qualunque iniziativa opportuna. L'articolo 18 prevede la possibilità che paesi terzi partecipino ai progetti di cooperazione culturale tra istituzioni e organizzazioni delle due Parti contraenti. L'articolo 19 istituisce una Commissione mista italo-coreana per la cooperazione culturale, composta da rappresentanti delle due Parti contraenti: compito essenziale di tale Commissione sarà la supervisione sull'attuazione dell'Accordo, nonché l'approvazione di eventuali programmi e accordi successivi. A partire dall'entrata in vigore l'Accordo in esame sostituirà il precedente Accordo culturale italo-coreano in vigore dal 1970.
  L'Accordo di cooperazione bilaterale nei settori della scienza e della tecnologia del 16 febbraio 2007 sostituisce il precedente Accordo in materia, firmato a Roma il 2 marzo 1984. Esso si compone di un breve preambolo, di 11 articoli e di un Allegato, che è parte integrante dell'Accordo.
  Premesso che si soffermerà solo su alcuni articoli dell'Accordo, segnala che l'articolo 1 impegna le Parti a favorire la cooperazione paritaria nei settori della scienza e della tecnologia di comune interesse e beneficio, in conformità con le rispettive legislazioni nazionali. In particolare, l'articolo 4 stabilisce che tale cooperazione avverrà specialmente in alcune individuate aree, fra le quali: agricoltura e Pag. 72industria alimentare; scienze di base; tecnologie dell'informazione; energia e ambiente; aerospazio; sanità e biotecnologie; ingegneria e telecomunicazioni; micro- e nanotecnologie. In base all'articolo 2, le Parti vengono impegnate a promuovere specifici Accordi di collaborazione fra Ministeri, Università, istituzioni scientifiche e di ricerca, nonché altri enti dei rispettivi Paesi. L'articolo 5 elenca le forme di cooperazione scientifica e tecnologica, che si attueranno, tra l'altro, attraverso lo scambio di esperti, di informazioni e di conoscenze, lo sviluppo di progetti di ricerca, lo stabilimento di centri e laboratori, l'organizzazione di seminari e di corsi di formazione, la concessione di borse di studio a docenti e ricercatori. In base all'Annesso sulla proprietà intellettuale, le Parti si impegnano affinché venga assicurata un'adeguata protezione della proprietà intellettuale. Viene istituita, dall'articolo 8, una Commissione Mista sulla cooperazione scientifica e tecnologica.
  Il progetto di legge in esame, oltre a disporre l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dei due Accordi, detta disposizioni per la copertura finanziaria.
  Conclude formulando una proposta di parere favorevole.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 15.