CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 14 maggio 2019
188.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 14 maggio 2019.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.40 alle 9.50.

ESAME DI DELIBERAZIONI DEL GOVERNO AI SENSI DEGLI ARTICOLI 2 E 3 DELLA LEGGE 21 LUGLIO 2016, N. 145

  Martedì 14 maggio 2019. — Presidenza della presidente della III Commissione, Marta GRANDE. – Intervengono la viceministra per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re, e il sottosegretario alla difesa, Raffaele Volpi.

  La seduta comincia alle 9.50.

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019, adottata il 23 aprile 2019.
(Doc. XXV, n. 2).
Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1o ottobre-31 dicembre 2019, deliberata dal Consiglio dei ministri il 23 aprile 2019.
(Doc. XXVI, n. 2).
(Esame congiunto e rinvio).

  Le Commissioni iniziano l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Marta GRANDE, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata mediante l'attivazione di impianti audio Pag. 8visivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone pertanto l'attivazione.

  Paolo FORMENTINI (Lega), relatore per la III Commissione, ricorda che la presentazione della Deliberazione governativa circa la partecipazione italiana a missioni internazionali costituisce un importante momento di verifica e di approfondimento degli indirizzi della nostra politica estera, permettendo alla rappresentanza parlamentare di acquisire una visione più completa ed articolata dei nessi che legano sicurezza interna ed esterna a fronte di minacce sempre più multidimensionali e pervasive.
  Rileva che le missioni internazionali costituiscono il presupposto per il conseguimento di una maggiore centralità dell'Italia nelle relazioni internazionali, in considerazione della nostra proiezione di Paese cerniera tra Europa e Mediterraneo. Si tratta di un impegno, assai gravoso in termini di risorse umane e finanziarie, che deve confrontarsi con una situazione internazionale scossa dalla fine di consolidati paradigmi geopolitici, che sta riscrivendo gli assetti economici, sociali e demografici in prossimità dei confini nazionali e i cui effetti ricadono direttamente sul nostro Paese.
  Osserva che ciò rende necessario intervenire su un arco di crisi particolarmente ampio – il quale, estendendosi dall'Africa occidentale sino all'Afghanistan, attraversa l'intero Medio Oriente – nell'ambito di un approccio orientato a favorire i processi di dialogo e porsi, ove possibile, mediatore tra le parti in conflitto.
  Evidenzia che le sfide che ci circondano – terrorismo, traffico di esseri umani, proliferazione di armi di distruzioni di massa, instabilità regionali, criminalità organizzata – rendono necessario un approccio innovativo che consenta di unire le più tradizionali esigenze di sicurezza con il rafforzamento delle istituzioni locali, coniugando la stabilizzazione con lo sviluppo.
  Segnala la situazione in Libia, i flussi migratori dall'Africa, i massicci arrivi di rifugiati dalla Siria, la diffusione di Daesh, sono stati shock che le classi di governo europee hanno sottovalutato, alimentando la pericolosa illusione che il destino dell'Europa fosse separato da queste sfide e dal futuro del Mediterraneo.
  Sottolinea che ciò ha condotto le istituzioni statali e sovranazionali a inseguire gli eventi, a una rincorsa in cui è mancata un'iniziativa politica forte, adeguata rispetto all'enormità delle sfide da affrontare. La risposta italiana è nelle azioni della nostra diplomazia e dei nostri militari sul campo, che ci ha distinti per capacità d'intervento, prevenzione di attacchi terroristici, salvataggio di vite umane nelle acque del Mediterraneo, identificazione ed espulsione dal nostro territorio degli estremisti violenti e per azioni diplomatiche.
  Evidenzia che le missioni internazionali hanno un ruolo fondamentale in questa strategia, tesa, nel lungo periodo, a contribuire alla stabilizzazione dei Paesi che si affacciano sulle sponde sud ed est del Mediterraneo, rendendoli più sicuri.
  Con riferimento alla crisi libica, rileva che la fine del lungo periodo di transizione politica e la stabilizzazione sostenibile e duratura del Paese continuano a rappresentare una priorità strategica per l'Italia, elementi imprescindibili per la stabilità, lo sviluppo e prosperità dell'intera regione mediterranea e per il contrasto alla diffusione del terrorismo e delle reti criminali di trafficanti di esseri umani.
  Segnala che un ulteriore terreno d'impegno nell'area mediterranea è rappresentato dall'avvio di una nuova missione bilaterale italo-tunisina per la gestione delle attività di controllo del territorio che risponde alle intese intercorse con Tunisi nell'ambito delle attività di cooperazione bilaterale per la sicurezza.
  Osserva che l'Italia – come ha confermato il vertice intergovernativo bilaterale del 30 aprile scorso – considera la Tunisia un fattore di grande stabilità per il Mediterraneo e segue, quindi, con grande interesse il processo di transizione democratica in atto in quel Paese.
  Rileva che i recenti sviluppi in Libano, con la denuncia israeliana circa l'esistenza di tunnel che si estendono dal Libano sul proprio territorio, confermano l'importanza della missione UNIFIL quale elemento Pag. 9centrale per la stabilizzazione della regione e l'unanime apprezzamento per il ruolo guida svolto dall'Italia nell'ambito della missione stessa.
  Sottolinea che, nella convinzione del legame indissolubile tra pace e sicurezza, crescita, sviluppo e diritti umani e del carattere multidimensionale delle crisi e dei conflitti, l'Italia adotta un approccio onnicomprensivo e pone un'enfasi particolare sulla prevenzione dei conflitti, anche mediante un ricorso sistematico alla mediazione, e sulle attività di stabilizzazione post-conflitto, al fine di contrastare il riemergere delle crisi.
  Evidenzia che in tale quadro si inserisce l'azione dell'Italia a favore dell'incremento delle iniziative e delle capacità delle Nazioni Unite in tali settori, in particolare in aree geografiche di primario interesse per il nostro Paese (Mediterraneo, Libia, Siria e Sahel), mediante contribuiti al Fondo Fiduciario del Dipartimento per gli affari politici e il consolidamento della pace delle Nazioni Unite, al Fondo per il consolidamento della pace e all'Ufficio per la prevenzione del genocidio e delle altre atrocità di massa.
  Per quanto riguarda la cooperazione italiana, segnala che essa è strumento indispensabile della politica estera italiana. Terrorismo globale, conflitti etnico-religiosi, flussi migratori spesso disordinati e massicci sono le problematiche con le quali il nostro Paese deve confrontarsi, anche per i profili di sicurezza interna e internazionale che esse rivestono.
  Rileva che i Paesi del Medio Oriente in cui è attiva la cooperazione italiana si trovano al centro delle più importanti crisi geopolitiche internazionali. Sottolinea che la guerra civile in Siria, le devastazioni provocate dal Daesh a cavallo fra Siria e Iraq e gli spostamenti forzati della popolazione che questi eventi hanno determinato rappresentano attualmente le sfide più drammatiche alla pace e alla stabilità dell'intera regione, con riflessi importanti, per il tramite delle attività terroristiche e dei flussi di rifugiati e migranti, sugli stessi Paesi europei.
  Sul fronte umanitario, evidenzia che la cooperazione italiana intende continuare a fornire il proprio sostegno alla popolazione civile colpita dalla crisi, non solo in Siria, ma anche nei Paesi limitrofi, con iniziative di assistenza e protezione, a cominciare da quelle rivolte alle minoranze cristiane ed alle altre minoranze religiose.
  Ricorda che, nello specifico, si interviene con fondi per 115 milioni di euro a favore di iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (Scheda n. 45), soffermandosi in particolare sui Paesi in cui l'Italia interviene: Afghanistan, Eritrea, Etiopia, Iraq, Libia, Mali, Niger, Myanmar, Pakistan, Palestina, Siria, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Yemen e, in relazione all'assistenza dei rifugiati, i Paesi ad essi limitrofi, in particolare la Giordania, interessata dai flussi provenienti dalla Siria, ed altri Paesi destinatari di iniziative internazionali ed europee in materia di migrazione e sviluppo.
  Segnala che i progetti comprendono la ricostruzione civile in situazioni di conflitto o post-conflitto; la sicurezza alimentare; la prevenzione e contrasto alla violenza sessuale sulle donne e le bambine; lo sminamento umanitario.
  Sottolinea che il miglioramento delle opportunità lavorative in loco è fra gli obiettivi prioritari perché aiuta le persone a costruirsi una vita senza dover rinunciare a stare nel proprio Paese.
  Evidenzia che la Scheda n. 46 concerne il sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza in Nord Africa e Medio Oriente (in particolare Libia, Tunisia, Giordania, Yemen e Libano), Afghanistan, Africa sub-sahariana, Corno d'Africa e America latina e caraibica, compresi Argentina, Bolivia, Colombia, Guatemala, Messico, Honduras, Venezuela, Paraguay e Perù, Paesi della Comunità caraibica (CARICOM), Cuba e Repubblica Dominicana.
  Osserva che gli 8 milioni di euro stanziati serviranno a proseguire gli interventi a sostegno alla transizione democratica in Libia e ai processi di pace e stabilizzazione in Nord Africa e Medio Oriente, nonché al sostegno alla stabilità del Libano e a rafforzare il processo di pacificazione politica in Siria.
  Rileva che saranno, inoltre, oggetto di cooperazione: iniziative che coinvolgono la Pag. 10società civile nei vari Paesi, la salvaguardia del patrimonio archeologico, il sostegno alle iniziative di pace in Africa, l'assistenza ai Paesi latinoamericani per il contrasto al crimine organizzato e il sostegno al processo di pace e ricostruzione in Colombia. Segnala inoltre, l'impegno al contrasto alle violenze inter-confessionali.
  Sottolinea che la Scheda n. 47 riporta lo stanziamento di 18 milioni di euro per contributi a fondi e organizzazioni internazionali, tra cui anche l'Unione per il mediterraneo, l'Iniziativa Centro-europea e l'Iniziativa Adriatico Ionica, nonché per la partecipazione italiana alle iniziative UE in ambito PESC-PSDC e ad eventi organizzati dal SEAE, partecipazione di personale civile alle missioni NATO e sostegno dell'Italia alle iniziative di pace e sicurezza dell'OSCE.
  Ricorda che i fondi sono inoltre finalizzati, nell'anno della presidenza italiana dell'InCE, ad organizzare il Vertice dei Capi di Stato e di Governo ed il Vertice dei ministri degli esteri.
  Segnala che la Scheda n. 48 fa riferimento al contributo di 120 milioni di euro, che l'Italia si è impegnata a stanziare al Vertice NATO di Chicago nel 2012 e ha ribadito in occasione dei successivi vertici, al fine di sostenere la sicurezza e la stabilità dell'Afghanistan a sostegno delle forze di sicurezza afghane, comprese le forze di Polizia.
  Infine, rileva che per interventi operativi di emergenza e di sicurezza si stanziano 35 milioni di euro, di cui alla Scheda n. 49, al fine di rafforzare le misure di sicurezza delle sedi diplomatico-consolari, anche mediante l'utilizzo di militari dell'Arma dei Carabinieri, e il trasferimento del personale in edifici più sicuri, ove non vi sia il tempo per garantirne l'incolumità.
  Conclusivamente, evidenzia che la Deliberazione del Consiglio dei ministri – che fa riferimento a tutto l'arco temporale del 2019 – stima il fabbisogno complessivo finanziario per l'attuazione degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, di competenza del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in 296 milioni di euro per il 2019, con un aumento sostanziale di 10 milioni di euro rispetto ai 286 milioni di euro previsti nel 2018.

  Luigi IOVINO, relatore per la IV Commissione, con riferimento alle parti di competenza della Commissione difesa, segnala, innanzitutto, che per l'anno 2019 il Governo intende avviare una missione bilaterale di cooperazione in Tunisia, intesa a fornire supporto per la costituzione di tre comandi regionali (CCPCO), a guida dell'Esercito, per la gestione delle attività di controllo del territorio, concludendo, al contempo, la partecipazione italiana alla missione NATO di supporto in Tunisia (Doc. XXV, n. 2).
  I tre comandi regionali saranno posti alle dipendenze di un Comando centrale sovraordinato, a Tunisi, da realizzare in una fase successiva.
  Osserva, poi, che il contingente nazionale impiegato nella missione, la cui consistenza massima è di 15 unità di personale, è formato da personale istruttore, nonché da personale per il supporto alla realizzazione dell'infra/info-struttura del Comando regionale Nord che avrà sede a Jendouba. La durata prevista della missione è di 9 mesi, per il periodo dal 1o marzo al 31 dicembre 2019, e il relativo fabbisogno stimato è di 2.072.880 euro.
  Passando alle missioni che il Governo intende prorogare per il periodo dal 1o gennaio al 31 dicembre 2019, evidenzia che la consistenza massima annuale complessiva dei contingenti delle Forze armate impiegati nei teatri operativi relativamente a questo periodo sarà pari a 7.343 unità, con una riduzione rispetto al precedente periodo di 624 unità, mentre la consistenza media sarà pari a 6.290 unità, con una riduzione rispetto al precedente periodo di 19 unità, per un fabbisogno finanziario complessivo per la durata programmata di circa 1 miliardo e 130 milioni di euro.
  Rileva, quindi, che il maggior numero di missioni è presente nel continente africano, ma con riferimento alla consistenza numerica delle unità impiegate nei diversi teatri operativi il maggior numero di militari autorizzato è in Asia e, a seguire, in Europa e Africa.Pag. 11
  Entrando nel merito, sottolinea come nella Relazione analitica sia precisato che l'Italia intende mantenere un ruolo attivo e di primo piano fuori dal contesto nazionale e nelle operazioni per il ripristino della stabilità internazionale, definendo una missione complessiva per la difesa nei contesti di maggiore rilevanza per il Paese. I nostri contingenti verranno, pertanto, schierati nei teatri di quelle missioni che il Governo valuta rispondenti agli interessi vitali nazionali e che sono ritenute idonee a garantire anche la sicurezza nazionale.
  Per questi obiettivi rimane centrale il ruolo del nostro Paese nella regione euro-mediterranea, a partire dalle aree a noi più prossime, come quella dei Balcani occidentali, di rinnovata attualità strategica sia per monitorarne le criticità correlate ai flussi migratori che attraversano tale area, non ultima la minaccia terroristica, sia per consentire la completa integrazione euro-atlantica.
  Sempre nel quadro di sicurezza dell'area euro-mediterranea, passando all'area africana, risultano prorogate per tutto il 2019 le attività della missione dell'Unione europea EUNAVFOR MED operazione Sophia (scheda 9/2019).
  Fa presente, in particolare, che l'Italia partecipa a questa missione con un contingente di 520 unità, un mezzo navale e tre mezzi aerei e che, rispetto alla precedente deliberazione del 28 novembre 2018, l'operazione Sophia è stata potenziata per quanto concerne gli assetti aerei da inviare in quanto è stata aggiunta una unità aerea alle due già autorizzate.
  Tale incremento è da porre in relazione alle più recenti decisioni che a livello europeo sono state assunte in relazione a questa missione. In particolare il Consiglio dell'Unione europea del 29 marzo 2019 ha prorogato il mandato della missione fino al 30 settembre 2019. Contestualmente il Comitato politico e di sicurezza dell'Unione, che esercita il controllo e la direzione strategica della missione, ha dato mandato al suo Comandante di sospendere temporaneamente, per sei mesi, il dispiego degli assetti navali. La missione continuerà pertanto ad attuare il suo mandato rafforzando la sorveglianza aerea e proseguendo il sostegno alla Guardia costiera e alla Marina libica nelle attività di applicazione della legge in mare attraverso un monitoraggio rafforzato, anche a terra, e il proseguimento della formazione.
  Per quanto riguarda più direttamente la Libia, la stabilità di questo Paese resta una nostra priorità strategica, essendo necessario continuare a seguire l'evoluzione della situazione politica interna libica, anche alla luce del recente deterioramento generale del quadro della sicurezza, e sostenere le autorità locali nella pacificazione e stabilizzazione del Paese.
  La presenza italiana più consistente è nella missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda n. 22/2019) con 400 unità di personale militare, 130 mezzi terrestri e mezzi navali e aerei tratti dal dispositivo «Mare sicuro».
  L'obiettivo della missione è quello di assistere il Governo di Accordo nazionale libico attraverso lo svolgimento di una serie di compiti tra cui sono confluiti i compiti della precedente missione denominata operazione Ippocrate, terminata come missione autonoma il 31 dicembre 2017, il cui obiettivo era fornire supporto sanitario al Governo di Accordo nazionale libico, mediante l'installazione di un ospedale da campo presso l'aeroporto di Misurata.
  Per quanto attiene poi alla partecipazione italiana alla missione bilaterale in Niger (scheda 29/2019) il cui obiettivo è focalizzato sull'incremento di capacità volte al contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza, è previsto un impiego di personale massimo di 290 unità comprensive di 2 unità in Mauritania (consistenza media annuale pari a 250 unità), oltre all'impiego di 5 mezzi aerei e 160 mezzi terrestri.
  Anche in questo teatro i nostri militari si dedicheranno alle attività formative concordate a favore delle forze di sicurezza e delle istituzioni locali, al fine di accrescerne le capacità nell'ambito delle richiamate attività di contrasto.
  Sempre nell'area africana, con riferimento poi alla rilevanza strategica che il Corno d'Africa mantiene per gli interessi Pag. 12nazionali, l'Italia intende rinnovare il contributo alle varie iniziative europee nei settori del contrasto alla pirateria (missione ATALANTA – scheda 33/2019).
  Passando all'Asia, la Relazione analitica evidenzia che la sicurezza della regione medio-orientale non beneficia ancora di una risoluzione pacifica e definitiva del conflitto civile in Siria, ove continuano a operare sia formazioni dell'estremismo jihadista.
  Pertanto, in Iraq, nell'ambito della Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda 17/2019), proseguirà la rimodulazione sia capacitiva sia quantitativa del nostro contingente militare.
  Evidenzia, quindi, che è prevista, per il 2019, una partecipazione di 1.100 unità, 305 mezzi terrestri e 12 mezzi aerei con un decremento rispetto al precedente anno sia con riferimento alle unità sia con riferimento agli assetti.
  Sottolinea, poi, che la Relazione analitica evidenzia il nostro ruolo fondamentale in Libano nell'ambito della missione UNIFIL (scheda 11/2019) di cui abbiamo il comando, nonché nella missione bilaterale di assistenza e supporto in Libano (scheda 12/2019), con cui sviluppiamo, sulla base delle richieste pervenutici dalle autorità libanesi, programmi di formazione e addestramento a favore delle Forze armate e di sicurezza locali.
  L'Italia è il maggiore contributore di truppe di UNIFIL. Dall'inizio della seconda fase di questa missione (agosto 2006), per quattro volte è stato scelto quale Comandante della missione stessa un Generale italiano. Dal 7 agosto 2018 il nostro Paese ha assunto nuovamente l'incarico di Comandante con il generale di divisione Stefano Del Col.
  Il contributo italiano all'azione di contrasto al terrorismo svolta dalla Comunità internazionale prevede anche la prosecuzione della nostra partecipazione alla missione NATO in Afghanistan (Resolute Support).
  In relazione alla configurazione degli assetti per l'anno 2019 il Governo (scheda 10/2019) precisa che per il 2019 il contributo nazionale sarà progressivamente ridotto, comunque non prima della conclusione del processo elettorale per la nomina del nuovo Presidente, fino ad un numero massimo di personale in Teatro Operativo pari a 700 unità entro la fine del mese di luglio 2019.
  Più in generale, nella Relazione il Governo specifica che continuerà a seguire costantemente l'evoluzione della situazione in Afghanistan, sia in relazione agli sviluppi del processo di pace intra-afghano, sia con riferimento ad un possibile ritiro dal Paese di forze militari statunitensi e ai riflessi che tale ritiro potrebbe avere sulla postura generale della missione e sulla sicurezza dei nostri militari. In relazione a tali sviluppi, il Governo fa presente di essere pronto ad esaminare eventuali ulteriori rimodulazioni della nostra presenza in questa missione.
  Conclude ricordando anche la proroga del nostro contributo, sempre in chiave di solidarietà alleata, al potenziamento dei dispositivi della NATO nel quadro della rafforzata deterrenza e difesa. In particolare, prosegue la partecipazione alle attività di sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (Air Policing NATO – scheda 43/2019) e al rafforzamento della presenza alleata nell'ambito delle misure di rassicurazione sia lungo il suo confine orientale (Enhanced Forward Presence in Lettonia – scheda 42/2019), sia per la sorveglianza aerea a sud-est e navale a sud.
  Si riserva, quindi, di presentare, unitamente al collega Formentini, una proposta di relazione da sottoporre alle Commissioni che terrà conto anche di quanto emergerà nel corso del dibattito.
  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE ed il sottosegretario Raffaele VOLPI si riservano di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.10.