CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 18 aprile 2019
178.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 18 aprile 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. — Intervengono il viceministro per le infrastrutture e per i trasporti, Edoardo Rixi ed il sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Mattia Fantinati.

  La seduta comincia alle 9.30.

Documento di economia e finanza 2019.
Doc. LVII, 2 e allegati.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 17 aprile scorso.

  Alessio BUTTI (FdI), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede alla presidenza di quanto tempo la Commissione possa disporre per il dibattito. Ricorda infatti che nella seduta di ieri la discussione non ha potuto svolgersi, essendo i commissari impreparati, non certo per propria responsabilità, bensì per la mancata presentazione in tempi congrui da parte del Governo degli allegati al documento economia e finanza di diretto interesse della Commissione.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, fa presente che la Commissione è tenuta ad esprimere il parere di competenza in termini compatibili con l'obbligo della Commissione di merito di concluderne l'esame, in ogni caso, prima dell'inizio delle votazioni antimeridiane in Assemblea.
  Ritiene pertanto che la Commissione abbia circa un'ora a disposizione per i propri lavori.
  Nessuno chiedendo di intervenire in discussione generale, invita quindi il relatore a formulare la proposta di parere, ringraziando il Sottosegretario Fantinati e avvertendo che il Vice Ministro Rixi ha comunicato che sarà presente in corso di seduta.

  Ugo PAROLO (Lega), relatore, presenta una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Il sottosegretario Mattia FANTINATI concorda con la proposta del relatore.

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  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che è pervenuta una proposta alternativa di parere del gruppo del Partito democratico (vedi allegato 2). Chiede ai presentatori se intendano illustrarla.

  Chiara BRAGA (PD) prima di procedere all'illustrazione della proposta alternativa di parere presentata dal proprio gruppo, ritiene opportuno sottolineare preliminarmente alcuni aspetti del provvedimento all'esame che la Commissione è chiamata a valutare.
  In primo luogo, il Documento di economia e finanza all'esame della Commissione, il primo presentato dal Governo in carica, nel quale dovrebbero essere contenuti gli indirizzi strategici sul tema delle infrastrutture, viene esaminato oggi in modo a dir poco surreale, senza aver ascoltato, né dal relatore né da alcun esponente della maggioranza, alcuna valutazione di prospettiva e in presenza di un rappresentante del Governo che non appartiene a nessuno dei due ministeri di riferimento per la Commissione. Ciò denota, a suo avviso, l'indifferenza e la totale mancanza di attenzione da parte della maggioranza alla discussione doverosa che il Parlamento dovrebbe svolgere su un documento di tale rilievo.
  La proposta alternativa di parere, predisposta molto velocemente, essendo l'allegato infrastrutture e il rapporto sugli indicatori di benessere equo e sostenibile pervenuti solo nella tarda mattinata di ieri, sottolinea gli elementi di criticità e di debolezza del DEF all'esame.
  Senza voler insistere sulla paralisi economica del Paese, che vede una preoccupante previsione di decrescita del Pil, rileva con estrema sorpresa che il rilancio dell'economia è affidato, all'interno del documento, a due provvedimenti di urgenza – nello specifico i cosiddetti «decreto crescita» e «decreto sblocca cantieri» – di cui non si conoscono ancora i contenuti, pur essendo stati approvati dal Consiglio dei Ministri circa un mese fa. Per di più si apprende che alcuni di essi torneranno all'esame del Consiglio dei Ministri, il che sottolinea la difficoltà del Governo di sviluppare le iniziative più volte annunciate, ma che non riescono a trovare contenuti concreti.
  La mancanza di chiarezza e di visione sul tema fondamentale del rilancio degli investimenti pubblici è totale. L'annuncio della revisione normativa del codice dei contratti pubblici, al di là del merito delle misure in essa contenute, e sulle quali si potrà discutere una volta che il provvedimento sarà all'esame del parlamento, sta provocando l'effetto opposto rispetto all'obiettivo perseguito di rilancio degli investimenti, rivelandosi un fattore di blocco e paralisi di tutte le procedure a causa dell'incertezza, imputabile alle dichiarazioni dei rappresentanti del Governo.
  Non sono noti i contenuti neanche dei disegni di legge ordinari del Governo di interesse della Commissione, come ad esempio il cosiddetto «salva mare» approvato ormai da diverse settimane in Consiglio dei Ministri e ancora non trasmesso al Parlamento.
  Chiari segnali della divergenza all'interno della maggioranza su alcuni temi prioritari politica infrastrutturale sono rinvenibili anche attraverso alcune formule bizzarre contenute nel Documento di economia e finanza. Al riguardo, infatti, nella sezione dedicata all'alta velocità ferroviaria, nell'allegato infrastrutture si prefigura, come strategia, «l'estensione dell'alta velocità, anche con caratteristiche diverse». Si fa quindi riferimento alle mozioni approvate in Assemblea, sottolineando che il progetto dell'alta velocità sarà oggetto di una completa revisione. Ritiene che la formula utilizzata all'interno del Documento sia assolutamente poco chiara e denoti pertanto una posizione poco credibile del Governo su tale importante questione.
  Sul tema altrettanto importante delle concessioni autostradali, nel DEF è contenuta la negazione di quanto annunciato a suo tempo in Commissione dal ministro Toninelli, ossia la volontà di rivedere tutte le concessioni esistenti. Osserva, infatti, che il Documento fa riferimento all'obiettivo del MIT di «riequilibrare i rapporti Pag. 75tra interessi pubblici e privati e implementare le nuove regole con cui l'ART ha approvato il sistema tariffario di pedaggio basato sul price cap». In tal senso avrebbe auspicato la presenza di un rappresentante del Ministero delle infrastrutture, proprio per avere delucidazioni riguardo alle motivazioni che hanno determinato questo significativo cambio di direzione rispetto agli annunci fatti con forza dopo il crollo del ponte Morandi di Genova.
  In ordine alle politiche ambientali, rileva l'assenza nel DEF di alcuni temi strategici, come l'edilizia residenziale pubblica e le politiche urbanistiche. Il rapporto sugli indicatori di benessere equo e solidale, sulla cui trasmissione si era permessa di insistere quando era stato avviato l'esame da parte della Commissione del Documento di economia e finanza, conferma la propria preoccupazione. La proiezione contenuta nel Documento è relativa, infatti, come in passato, solo a quattro dei dodici indicatori previsti dalla legge, cui si è aggiunto in questa edizione anche quello della povertà assoluta, in ragione dell'approvazione della misura del reddito di cittadinanza. Esprime sorpresa e anche preoccupazione riguardo alla motivazione, indicate nel DEF, per le quali non si è potuto procedere a tale proiezione, ossia una difficoltà metodologica nella definizione di tali indicatori. A tale riguardo si chiede come mai il Ministero dell'economia e delle finanze non sia dotato di apposite risorse umane e strumentali volte a definire gli indicatori previsti dalla legge e come si intende risolvere tale difficoltà, non essendoci indicazioni al riguardo nel Documento.
  Denuncia la propria difficoltà a comprendere quali siano i settori strategici e le azioni prioritarie individuate dal Governo per sostenere una crescita nel settore delle infrastrutture e dell'ambiente. A quest'ultimo riguardo osserva che nulla viene detto sulla transizione che il Governo, nel corso della discussione avvenuta in Assemblea la scorsa settimana sulla lotta ai cambiamenti climatici, ha sostenuto di voler supportare verso modelli ambientalmente più sostenibili. Rileva con dispiacere che su temi così importanti non vi è la possibilità di discutere fattivamente con l'attuale maggioranza ed evidenzia la necessità che questa discussione venga invece svolta, e anche in modo tempestivo, registrandosi in tale ambito già un forte ritardo nella applicazione di misure virtuose.
  Preannuncia, in conclusione, il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere del relatore.

  Rossella MURONI (LeU) osserva che un Governo che si definisce del cambiamento deve necessariamente fare i conti con le forti aspettative che tale definizione suscita. Il documento all'esame della Commissione è in piena continuità con il passato, non registrandosi quel cambiamento necessario e non più rinviabile, almeno per quanto riguarda la politica ambientale.
  La prima cosa che emerge in ordine alle misure previste per le città è l'assenza di risorse adeguate. Avrebbe auspicato che una parte dei sussidi ambientalmente dannosi, pari a circa 14 miliardi di euro, con le quali il Ministro dell'ambiente finanzia attività che non tutelano l'ambiente fossero state investite per favorire la transizione verso un modello ambientalmente più sostenibile, che il Governo dichiara di voler realizzare nei prossimi anni. Senza risorse le idee rimangono tali, pertanto le misure andrebbero accompagnate dai necessari finanziamenti.
  Il Governo ritorna attraverso il DEF sulla vicenda della TAV, richiamando le mozioni votate in Assemblea. Osserva che le infrastrutture non possono considerarsi come monadi separate le une dalle altre, costituendo invece un sistema complessivo che non può essere paralizzato dalle analisi costi-benefici che il Governo intende fare su alcune di esse. Sarebbe necessaria una visione più generale e di lungo periodo, che manca nel Documento, una visione che, per banalizzare, spiegasse come un buco nella montagna per la realizzazione di una infrastruttura che vedrà la luce nel 2035 possa aiutare il porto di Gioia Tauro a non chiudere i battenti.Pag. 76
  Ancora, rileva che il Governo non ha inteso stanziare risorse sullo sviluppo delle ciclovie, tema in ordine al quale chiede al Sottosegretario precisazioni. Le ciclovie hanno costituito in passato uno degli approcci più interessanti di penetrazione leggera ma profonda del territorio, intersecandosi con le politiche volte a favorire il turismo e a valorizzare il territorio.
  Riguardo alla riduzione delle emissioni inquinanti, pur comprendendo che l'orizzonte temporale del Documento di economia e finanza traguarda solo tre anni e non può quindi recare una visione di più lunga durata, ritiene che in ogni caso avrebbero potuto essere messe in campo misure più forti sulla mobilità sostenibile e sulla sharing mobility, partendo dalla sostituzione delle flotte più consistenti che effettuano servizi di trasporto. Nel corso dell'esame della legge di bilancio è stato approvato un emendamento in tal senso, che recava una misura puntuale, cui avrebbe dovuto far seguito un piano complessivo che invece manca.
  Stigmatizza l'annuncio di numerosi decreti-legge approvati in Consiglio dei Ministri salvo intese, e quindi non ancora definiti, nonché l'annuncio dell'approvazione di alcuni disegni di legge, di cui non si conoscono ancora i contenuti, se non attraverso le indiscrezioni giornalistiche.
  Riguardo ai temi dell'efficientamento energetico e dell'edilizia, sottolinea che dal Documento non emerge la volontà di stabilizzare le misure esistenti, a differenza di quanto sarebbe necessario per il Paese ed evidenzia l'effetto dannoso sulle imprese di misure provvisorie, che non garantiscono una visione di lungo periodo.

  Alessio BUTTI (FdI) rileva che il silenzio serbato dalla maggioranza nella presente discussione lascia molto perplessi, trattandosi di un provvedimento che reca misure di forte interesse per la Commissione. Tale atteggiamento, se non è rassegnazione, si configura altrimenti come un'omissione politica di cui andrebbero approfondite le ragioni. Esprime inoltre perplessità sulla proposta di parere del relatore, che non contiene alcun elemento di valutazione politica rilevante.
  Il DEF cita provvedimenti di cui non si conoscono i contenuti, per alcuni dei quali è previsto un nuovo vaglio del Consiglio dei Ministri, ed è a suo avviso volutamente ambiguo per consentire alle forze di maggioranza di giocare la loro partita interna.
  Evidenzia che per la prima volta si assiste ad una relazione in due tempi, a causa del ritardo nella trasmissione di due fondamentali allegati, rispetto ai quali non è stato possibile svolgere un adeguato approfondimento. Utilizzando una metafora calcistica, ritiene che occorrerebbe il supporto del VAR, per evidenziare come il Governo, per le modalità di trasmissione degli atti, sia intervenuto a gamba tesa nei confronti del Parlamento.
  Sottolinea la profonda incertezza e confusione sul tema delle infrastrutture, rispetto al quale si sarebbe aspettato una più seria valutazione politica. Riguardo al tema della gestione delle risorse idriche, apprezza che il relatore faccia una assunzione di responsabilità politica, riconoscendo che il testo scelto dalla maggioranza per il prosieguo dell'esame sia quello a firma dei colleghi del Movimento 5 Stelle, ma stigmatizza la modalità di gestione dell'intera vicenda da parte della maggioranza che, per il modo di procedere nell'esame del provvedimento, ha generato un clima di pericolosa incertezza, mancando quella che sarebbe potuta essere una straordinaria occasione di crescita.
  Nulla è contenuto nel Documento riguardo alle politiche urbane e all'efficientamento energetico e quanto è stato più volte promesso nel corso delle interviste, nei salotti e nelle risposte agli atti di sindacato elettivo è rimasto del tutto lettera morta.
  Osserva che la maggioranza immagina di poter dare impulso al Paese istituendo nuovi organismi, quali ad esempio la centrale di progettazione Investitalia, peraltro non ancora istituita, o la cabina di regia ProgettItalia, aumentando invece in tal modo quella che già oggi è una pletora di Pag. 77soggetti autorizzati ad intervenire su qualunque opera, e ritardando ancor più tutti i procedimenti.
  In conclusione, intende sottolineare come nell'ultimo sessennio il Paese si è riuscito a spendere circa il 5 per cento dei Fondi europei destinati alle infrastrutture, dato che porta ad una riflessione sulla necessità di rivedere le relative procedure, evidentemente non ben congegnate. L'Unione europea ha messo a disposizione 750 milioni di euro da spendere entro il 2030 per i nove corridoi transeuropei di trasporto, di cui quattro interessano l'Italia, con l'obiettivo di velocizzare lo spostamento di merci e passeggeri. Si tratta di un'occasione da non perdere che confligge con quanto affermato dal Ministro delle infrastrutture rispetto ai tempi di realizzazione di un'opera medio grande, pari a circa 15 anni, dei quali più della metà sprecati a causa della inerzia burocratica.

  Piergiorgio CORTELAZZO (FI) nell'impossibilità di svolgere un intervento dettagliato sui contenuti degli allegati trasmessi al Parlamento da meno di 24 ore, richiama l'attenzione dei colleghi sul ruolo importante della Commissione, tenuta ad esaminare e valutare la programmazione che lo Stato intende fare sulle infrastrutture di interesse strategico per il Paese. Tale ruolo stride visibilmente con la proposta di parere presentata dal relatore che, utilizzando un termine ormai sdoganato dal vice ministro di Maio, sembra configurarsi come una «supercazzola».
  Come già evidenziato dai colleghi, i due decreti-legge al centro della discussione da mesi, rispetto ai cui contenuti sono in corso dibattiti e confronti da parte delle istituzioni, annunciati come imminenti già da alcuni mesi, non sono ancora stati presentati. Non vi è traccia nel Documento delle iniziative di carattere nazionale annunciate nei mesi scorsi dal ministro Toninelli, sparito dal dibattito sul questo documento programmatico, in attesa che il risultato elettorale del 26 maggio delinei i ruoli delle due forze di maggioranza, determinando chi al suo interno sarà il decisore.
  Esprime preoccupazioni per le dichiarazioni recenti del Ministro dell'economia riguardo alle clausole di salvaguardia, prefigurando un taglio dei servizi finalizzato ad impedire l'aumento dell'Iva.
  Il Documento in esame non merita a suo giudizio alcuna enfasi, trattandosi di una sorta di provvedimento di primavera predisposto in attesa di un successivo atto in autunno che davvero conterrà la linea di politica economica del Governo, ovvero il disegno di legge di bilancio.
  Stigmatizza, condividendo quanto espresso dai colleghi che l'hanno preceduto, il silenzio della maggioranza nell'ambito della discussione in corso, che auspica possa essere di pudore. Ritiene infine che nulla di quanto contenuto nel Documento all'esame della Commissione possa supportare quel cambiamento di cui il Governo si dichiara portatore sin dal suo insediamento.

  Tommaso FOTI (FdI) non ritiene che debba destare sorpresa il silenzio della maggioranza nell'ambito del dibattito sul DEF, dato che l'obiettivo da questa perseguito è quello di approvare un parere il prima possibile. Esprime stupore invece per il silenzio dei colleghi del Movimento 5 Stelle per la notizia, emersa in data odierna, di un Sottosegretario indagato per corruzione, in relazione alla quale in altre legislature sarebbero saltati sui banchi per l'indignazione.
  Evidenzia la grave assenza di risorse stanziate dal Governo nella programmazione economica, soprattutto infrastrutturale, mancando 519 miliardi di euro, ovvero il 40 per cento delle risorse, rispetto allo stanziamento complessivo preventivato. A suo giudizio il problema più rilevante è quello relativo alla partecipazione del capitale privato nelle opere pubbliche, disincentivata da un quadro normativo troppo complesso, come dimostrano i numerosi interventi della Corte dei conti o dell'Anac nei procedimenti in corso.
  Ritiene bizzarro che la questione delle concessioni autostradali venga liquidata in due righe, dopo due mesi di campagna mediatica, successivamente al crollo del Pag. 78ponte Morandi, durante i quali si evidenziava la sconcezza delle concessioni esistenti, in relazione alla quale ci si sarebbe aspettati un atteggiamento conseguente.
  La politica del Governo basata sull'effetto annuncio si rivela del tutto errata. La presunta riforma degli appalti si concluderà di fatto con una maxi delega per la cui attuazione occorrerà perlomeno un anno e mezzo e che esproprierà di fatto il Parlamento nel suo ruolo decisionale. Il decreto sblocca-cantieri sarà esaminato da una sola delle due Camere, trattandosi di un provvedimento con numerosissimi articoli che impegnerà il primo ramo del Parlamento per un tempo tale da impedire l'approvazione di eventuali modifiche da parte dell'altro ramo.
  Per quanto riguarda le modifiche normative necessarie per le politiche urbanistiche ed edilizie, sarebbe auspicabile pervenire ad un testo unico della legislazione nazionale, che fissi i principi generali nell'ambito dei quali le regioni possano operare omogeneamente.
  Non volendosi esprimere sulla tav per carità di patria, stigmatizza che le risorse allocate con il decreto «ProteggiItalia», secondo quanto riportato da alcune agenzie di stampa nella giornata di ieri, non possano essere utilizzate per un blocco dei software.
  Il Governo non ha poi speso una parola sull'esigenza di intervenire, a vent'anni dall'approvazione della legge Zagatti, sulle locazioni ad uso diverso, ancora soggette ad un regime ormai anacronistico.
  Fa riflettere il dato di 19,9 abitazioni abusive su 100 abitazioni legali riportato per il 2015 dal rapporto sugli indicatori di benessere equo e solidale. Rileva che il piano periferie è bloccato, per quanto i comuni siano stati obbligati a firmare una convenzione capestro, che recava un termine di due anni, in parte consumati dall'inerzia del Governo.
  In conclusione, per le ragioni sopra esposte, preannuncia il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere del relatore.

  Ugo PAROLO (Lega) ringrazia i colleghi intervenuti nel dibattito, di cui comprende il disagio causato dalla tardiva trasmissione degli allegati al documento di economia e finanza.
  Il parere assai stringato è dovuto alla stessa natura del DEF, che si configura come uno strumento programmatorio, che indica le azioni che il Governo, nel quale la maggioranza ha piena fiducia, intenderà perseguire per il rilancio dell'economia nel Paese. Non nutre alcun dubbio sulla tempestiva presentazione dei provvedimenti che sono stati richiamati nel Documento, che contengono le misure necessarie a cambiare la visione negativa emersa nel corso del dibattito, configurando un «bicchiere mezzo pieno» che costituirà il primo passo per migliorare in misura netta la situazione economica attuale.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, pone in votazione la proposta di parere favorevole presentata dal relatore, avvertendo che, in caso di approvazione, risulterebbe preclusa la proposta alternativa di parere presentata dal gruppo del partito democratico.

  La Commissione approva la proposta di parere presentata dal relatore (vedi allegato 1).

  La seduta termina alle 10.30.

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