CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 2 aprile 2019
168.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
COMUNICATO
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  Martedì 2 aprile 2019. — Presidenza del presidente Alberto BARACHINI.

  La seduta comincia alle 21.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Il PRESIDENTE comunica che, ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, verrà attivata la trasmissione audiovisiva a circuito chiuso della presente seduta.

ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E VIGILANZA

Seguito dell'esame delle disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, fissata per il 26 maggio 2019.

  Il PRESIDENTE ricorda che nella seduta del 27 marzo scorso è iniziato, con la relazione e la discussione generale, l'esame dello schema di delibera relativo alla disciplina in tema di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione in vista delle elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, fissate per il giorno 26 maggio 2019.
  Comunica che alla scadenza del termine, fissato per venerdì alle ore 12, sono stati presentati 4 emendamenti al testo della delibera. (Pubblicato in allegato).Pag. 74
  Informa altresì che, nella giornata odierna, in qualità di relatore, ha presentato l'emendamento 9.100 pubblicato in allegato, con un duplice obiettivo: da una parte, si conferma la proposta iniziale di prevedere, con modalità innovative, veri e propri confronti elettorali tra più rappresentanti nazionali di lista o altri candidati da essi delegati in modo da garantire un contraddittorio autentico tra le forze politiche in campo; dall'altra, anche per rassicurare coloro che in questa sede hanno paventato che con la delibera in esame la Commissione possa intromettersi ed interferire nella gestione di scelte editoriali che devono essere lasciate nella titolarità dei giornalisti, ha ritenuto di recepire l'indicazione secondo la quale le modalità di svolgimento e l'organizzazione dei confronti elettorali sono individuati dalla Rai, lasciando così la più ampia libertà organizzativa al servizio pubblico e alle testate e mantenendo nel contempo la filosofia del confronto e del contraddittorio che è il fulcro della proposta.
  Informa, infine, che sono stati presentati all'emendamento 9.100 i subemendamenti 9.100/1, 9.100/2 e 9.100/3. (Pubblicato in allegato).

  Interviene per illustrare gli emendamenti a propria firma il deputato Federico MOLLICONE (FDI).
  La proposta 2.1 intende definire e ampliare l'elenco di tipologie di invitati alle trasmissioni televisive da sottoporre, in campagna elettorale, alle norme sulla par condicio: spesso, infatti, accade che ospiti pur non qualificabili formalmente come politici utilizzino il palcoscenico televisivo per inserirsi nella competizione elettorale. Preannuncia anche la presentazione di un quesito alla Rai in materia.
  L'emendamento 7.1 ha natura tecnica e intende favorire l'ordinata presentazione di richieste di trasmissione di messaggi autogestiti da parte delle forze politiche.
  Con il subemendamento 9.100/3, il proprio Gruppo intende, invece, rendere più efficaci, se non altro sul piano simbolico, le sanzioni per la violazione delle norme sulla parità di accesso, attraverso la previsione di una sospensione della trasmissione.

  Poiché nessun altro chiede di intervenire in sede di illustrazione degli emendamenti, il PRESIDENTE dichiara conclusa tale fase ed esprime, in qualità di relatore, i pareri sulle proposte presentate.
  Sull'emendamento 2.1 si rimette alla Commissione.
  Esprime parere favorevole sull'emendamento 7.1.
  Formula un parere favorevole sul subemendamento 9.100/1, a condizione che sia riformulato sostituendo la parola «quattro» con la parola «tre», ed esprime contestualmente parere favorevole sul subemendamento 9.100/2.
  Sul subemendamento 9.100/3 formula un invito al ritiro.
  Invita infine i presentatori a ritirare gli emendamenti 9.1 e 9.2, atteso che l'emendamento 9.100 del relatore ne assorbe sostanzialmente i contenuti.

  Si apre un dibattito.

  Il senatore Primo DI NICOLA (M5S), precisando che il proprio Gruppo non è contrario allo svolgimento di confronti, come riportato infondatamente in questi giorni da alcuni organi di stampa, ribadisce la necessità di lasciare libertà alla Rai circa la definizione del formato e si dichiara perciò contrario al ritiro dell'emendamento 9.2.

  Il senatore Davide FARAONE (PD), ricordando come il Movimento 5 Stelle si sia ripetutamente sottratto al confronto televisivo, dissente circa l'asserita infondatezza delle notizie di stampa citate dal senatore Di Nicola e si associa alla richiesta del relatore di ritiro dell'emendamento 9.2.

  Il deputato Giorgio MULÈ (FI) ricorda come la regolamentazione degli spazi nella campagna elettorale sia assolutamente necessaria per porre un argine una situazione di forte squilibrio, da lui già denunciata sulla base di dati dell'osservatorio di Pavia e ora confermata anche dall'Eurispes a proprio Pag. 75avviso, una vera e propria dittatura informativa della maggioranza, in danno soprattutto di Forza Italia. Conclude evidenziando la necessità di svolgere i confronti.

  Il deputato Michele ANZALDI (PD) respinge ogni ipotesi di mistificazione, dal momento che le notizie riportate dalla stampa si basano sugli atti pubblicati e sulle dichiarazioni rese dalle parti politiche. Dà merito al Presidente nel tentativo di rendere più attraenti le tribune elettorali, anche se teme che non sarà coronato da successo. Quanto al rischio di ledere l'autonomia dei direttori di testata, ricorda che la par condicio si applica a un periodo di tempo molto limitato.

  Il deputato Federico FORNARO (LEU) esprime apprezzamento per lo sforzo svolto dal Presidente, in qualità di relatore, con l'emendamento 9.100, di cui condivide la finalità di rivitalizzazione di un formato in crisi, così come condivide la fissazione a tre del numero minimo di partecipanti al confronto, proposta oggetto del proprio subemendamento 9.100/2. Non comprende le ragioni della contrarietà del Movimento 5 Stelle al ritiro dell'emendamento 9.2, il cui contenuto è ricompreso nel citato emendamento del relatore.

  Il senatore Maurizio GASPARRI (FI-BP) ammette di non comprendere i termini della questione, dal momento che, con la delibera in esame, non si sta limitando la libertà di nessuno ma semplicemente ponendo delle regole nel rispetto della legge. Peraltro, denuncia una situazione complessiva, come dimostrato dai dati riportati dal deputato Mulè, in cui il pluralismo è sotto forte attacco e molti conduttori si vedono imporre dall'esterno la scaletta da seguire, cedendo anche in alcuni casi a queste indebite pressioni. Posto che quanto si sta stabilendo per la campagna elettorale dovrebbe essere la norma, ribadisce sia la necessità di una regolamentazione, sia la bontà della logica del confronto.

  Il senatore Gianluigi PARAGONE (M5S) lamenta la mancata convocazione di un Ufficio di Presidenza preliminarmente alla presentazione dello schema di delibera – anche per evitare che possano svolgersi trattative informali tra alcune forze politiche – e auspica che tale modalità operativa non si ripeta. Precisa che, a proprio avviso, regolamentare non significa definire nuovi format, la cui scrittura avrebbe preferito fosse lasciata alla Rai.

  Il deputato Massimiliano CAPITANIO (Lega), notando incidentalmente come in passato la televisione pubblica sia stato oggetto di forme di occupazione ben più gravi di quelle che vengono lamentate oggi, acconsente alla riformulazione proposta dal relatore e presenta il subemendamento 9.100/2 (testo 2).

  Il senatore Alberto AIROLA (M5S) nota come il riequilibrio delle presenze televisive andrebbe sì effettuato, ma in favore della propria parte politica: mentre Matteo Salvini totalizza infatti un 20 per cento e Silvio Berlusconi addirittura supera tale soglia sulle reti Mediaset, il Presidente del Consiglio e Luigi Di Maio raggiungono rispettivamente il 9 e il 6 per cento. Più che altro il problema è che le procedure per il ripristino della par condicio di cui all'articolo 4 del testo in esame si sono rivelate spesso inefficaci e intempestive rispetto al termine della campagna elettorale.
  Chiede infine incidentalmente chiarimenti sulla posizione rispetto agli obblighi di par condicio di Bruno Vespa, che pur svolgendo un programma di informazione è inquadrato come consulente in ambito artistico, al fine di non applicare il limite alle retribuzioni. Estende analoghe considerazioni a Fabio Fazio.

  Il PRESIDENTE ricorda che «Porta a Porta» rientra nella lista di trasmissioni che, come comunicato dalla Rai, nel corso della campagna elettorale sono poste sotto la responsabilità di testate giornalistiche, in questo caso il TG1.

  Il senatore Francesco VERDUCCI (PD) ricorda il dovere di adottare una regolamentazione per la comunicazione politica, notando tra Pag. 76l'altro come lo squilibrio a sfavore delle opposizioni abbia ormai superato la soglia di guardia: una circostanza rilevata dalla stessa Agcom. Auspica un voto unanime sul testo, in particolare per quanto riguarda il tema dei confronti, in un contesto in cui purtroppo alcune forze politiche impediscono agli stessi conduttori di promuovere il contraddittorio.

  La senatrice Daniela GARNERO SANTANCHÈ (FdI) ritiene sia stato un errore non tenere preliminarmente un Ufficio di Presidenza, favorendo così un dibattito non particolarmente costruttivo in sede plenaria, e chiede perciò, per il futuro, di seguire tale modalità. Nel merito, la propria parte politica continuerà a enfatizzare il tema del rispetto del pluralismo.

  Il PRESIDENTE, pur acconsentendo alla richiesta, per il futuro, di fare precedere l'adozione di provvedimenti in materia di par condicio da un Ufficio di Presidenza, si dichiara tuttavia stupito del fatto che, sebbene i membri della Commissione avessero ricevuto con ampio anticipo la bozza del testo, in sede di discussione generale, la scorsa settimana, non siano emersi i rilievi effettuati oggi.
  Non comprende perciò le ragioni per le quali il Movimento 5 Stelle non intenda votare a favore dell'emendamento 9.100, che contiene quanto proposto dall'emendamento 9.2.

  Il senatore Davide FARAONE (PD) interviene per notare incidentalmente come il comportamento del Presidente sia stato assolutamente corretto e come il suo emendamento raccolga le modifiche proposte dalla maggioranza: ritiene perciò che il testo possa essere oggetto di un voto unanime. Non comprende, invece, l'atteggiamento del Gruppo del Movimento 5 Stelle, che invita ad esprimersi favorevolmente.

  Anche il deputato Federico FORNARO (LEU) non comprende i rilievi mossi nei riguardi del Presidente, non risultandogli peraltro precedenti recenti di adozione di delibere sulla comunicazione politica preceduti da Uffici di Presidenza, ritenendo la plenaria la sede corretta, anche per rispetto ai colleghi che non fanno parte dell'Ufficio di Presidenza. Ricorda anche che l'unica modifica sostanziale rispetto al passato concerne l'articolo 9 sui confronti elettorali: il testo, trasmesso con il dovuto anticipo, non stravolge perciò l'impostazione consolidata.

  Il senatore Gianluigi PARAGONE (M5S), pur dichiarandosi disponibile a votare la proposta sul confronto a tre, ribadisce di non voler sottrarre la definizione del formato all'autonomia delle testate.

  Il senatore Renato SCHIFANI (FI-BP), auspicando un voto unanime, ritiene che l'emendamento 9.2 preso da solo sia una delega in bianco alla Rai che sottrae competenze alla Commissione, con il rischio, peraltro, che le singole testate si regolino in maniera non omogenea tra di loro.

  Il senatore Primo DI NICOLA (M5S) ribadisce che il proprio emendamento, fatta salva la potestà di indirizzo della Commissione, riafferma il diritto della Rai di scegliere il formato delle proprie trasmissioni: in caso contrario, intravede rischi per la stessa democrazia e si stupisce di come il deputato Mulè, già direttore di giornale, possa sostenere una tale tesi.

  La senatrice Maria Alessandra GALLONE (FI-BP) ricorda che le disposizioni che ci si appresta ad approvare valgono solo per la campagna elettorale: in tempi normali vigono i principi ricordati dal senatore Di Nicola e da lei condivisi.

  Il deputato Andrea RUGGIERI (FI) evidenzia come il presidente e relatore abbia messo tutti nella condizione di votare a favore del provvedimento, che istituisce una modalità per recuperare gli spazi di confronto perduti altrove: con l'emendamento 9.100, peraltro, ha fatto proprio quanto proposto dal Movimento 5 Stelle con l'emendamento 9.2.

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  Su richiesta del senatore Primo DI NICOLA (M5S), il PRESIDENTE acconsente a concedere una breve sospensione, al termine della quale avverte che si procederà immediatamente con le votazioni.

  La seduta, sospesa alle 22.15, riprende alle 22.20.

  Si passa al voto degli emendamenti.

  Previa verifica del numero legale, il PRESIDENTE pone in votazione l'emendamento 2.1, che è respinto dalla Commissione.

  La Commissione approva l'emendamento 7.1.

  Posti ai voti, i subemendamenti identici 9.100/1 (testo 2) e 9.100/2 sono approvati.

  La Commissione respinge il subemendamento 9.100/3.

  Il PRESIDENTE pone in votazione l'emendamento 9.100, come subemendato dagli identici 9.100/1 (testo 2) e 9.100/2, che è approvato.

  Il deputato Massimiliano CAPITANIO ritira l'emendamento 9.1.

  L'emendamento 9.2 è dichiarato assorbito dall'approvazione dell'emendamento del relatore 9.100.
  Si passa alla votazione finale del provvedimento.

  Constatato che nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, il PRESIDENTE pone ai voti il testo, che è approvato all'unanimità.

Esame delle disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per l'elezione diretta dei sindaci e dei consigli comunali, nonché dei consigli circoscrizionali, del 26 maggio 2019.

  Il PRESIDENTE dà conto dello schema di delibera predisposto in vista dell'elezione diretta dei sindaci e dei consigli comunali e dei consigli circoscrizionali, indette per il giorno 26 maggio 2019, già stato trasmesso ai componenti della Commissione, relativo alla disciplina in tema di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione.
  Il testo è stato predisposto, considerata la prassi pregressa della Commissione e i precedenti di deliberazioni riferite alla disciplina di analoghi periodi elettorali, nonché l'esperienza applicativa di tali disposizioni.
  Fa presente che, per quanto riguarda la Sardegna, regione a statuto speciale, non è ancora stato adottato il provvedimento di indizione delle elezioni comunali: il testo della delibera sarà integrato d'ufficio con i relativi estremi, non appena disponibili, e pubblicato completo sulla Gazzetta ufficiale.
  Poiché nessuno chiede di intervenire in discussione generale, né di fissare un termine per la presentazione degli emendamenti, si passa alla votazione finale del provvedimento.
  Constatato che nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, il PRESIDENTE pone ai voti il testo, che è approvato all'unanimità.

Esame delle disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale della regione Piemonte indette per il giorno 26 maggio 2019.

  Il PRESIDENTE dà conto dello schema di delibera predisposto in vista delle elezioni del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale della regione Piemonte, indette per il giorno 26 maggio 2019, già trasmesso ai componenti della Commissione, relativo alla disciplina in Pag. 78tema di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione.
  Il testo è stato predisposto considerata la prassi pregressa della Commissione e i precedenti di deliberazioni riferite alla disciplina di analoghi periodi elettorali, nonché l'esperienza applicativa di tali disposizioni.
  Poiché nessuno chiede di intervenire in discussione generale, né di fissare un termine per la presentazione degli emendamenti, si passa alla votazione finale del provvedimento.

  Constatato che nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, il PRESIDENTE passa ai voti il testo, che è approvato all'unanimità.

  La seduta termina alle 22.25.

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