CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 marzo 2019
153.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza
COMUNICATO
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  Giovedì 7 marzo 2019. — Presidenza del vicepresidente Simone PILLON. — Intervengono, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, la dottoressa Elena Bozzola, Consigliere-Segretario SIP (Società Italiana di Pediatria), la dottoressa Annamaria Nicolò, presidente della Società italiana di Psicanalisi (SPI), del prof. Giuseppe Bersani, associato di psichiatria dell'Università La Sapienza di Roma, del prof. Alberto Maria Gambino, presidente dell'associazione Scienza & vita, accompagnato dalla dottoressa Francesca Piergentili, ricercatrice della stessa associazione.

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Il PRESIDENTE avverte che della seduta odierna verrà redatto il resoconto sommario e che, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato, è stata richiesta l'attivazione dell'impianto audiovisivo, con contestuale registrazione audio, e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.
  I lavori della Commissione, che saranno oggetto di registrazione, potranno essere quindi seguiti – dall'esterno – sia sulla web TV Camera che su quella del Senato.
  Se non vi sono osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.

PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'indagine conoscitiva su bullismo e cyberbullismo.
Audizione della dott.ssa Annamaria Nicolò, presidente della Società italiana di Psicanalisi (SPI), del prof. Giuseppe Bersani, associato di psichiatria dell'Università La Sapienza di Roma, del prof. Alberto Maria Gambino, presidente dell'associazione Scienza & vita e della dottoressa Elena Bozzola, Consigliere-Segretario SIP (Società Italiana di Pediatria).

  Il PRESIDENTE, dopo aver ringraziato gli auditi per la disponibilità a partecipare Pag. 77ai lavori della Commissione, comunica che per la Società italiana di pediatria interverrà – al posto del presidente prof. Alberto Villani – il Consigliere segretario, dottoressa Elena Bozzola, alla quale dà la parola.

  La dottoressa BOZZOLA, nel dare conto di alcuni dati statistici relativi alla diffusione del fenomeno del bullismo all'interno delle scuole italiane, sottolinea come da tale analisi emerga un dato positivo: i minori sono sempre più consapevoli dell'ingiustizia delle condotte vessatorie e violente e della necessità di reagire denunciando gli episodi agli adulti.
  Rileva quindi come la diffusione della rete abbia profondamente inciso sia sulla pericolosità che sulla dimensione del tradizionale bullismo. A ben vedere infatti il «nuovo» bullismo interessa non solo gli adolescenti ma anche i bambini della scuola primaria. Tale ampliamento dell'ambito soggettivo è da ricondursi in parte anche al precoce utilizzo da parte dei minori di smartphone e tablet. L'accesso incontrollato alla rete rende difficile soprattutto per i più piccoli discernere il limite fra realtà e finzione. Per tale ragione la Società italiana di pediatria ritiene assolutamente necessario che tali supporti siano utilizzati dai bambini sempre sotto la supervisione dei genitori.
  Per quanto concerne poi il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo fra gli adolescenti osserva come esso sia amplificato soprattutto dall'utilizzo di social networks. I social, oltre a garantire l'illusione dell'anonimato, tendono a spersonalizzare i rapporti, riducendo ogni possibile empatia fra vittima e carnefice.
   Rileva infine come il disagio affettivo e relazionale che può derivare da episodi di bullismo e soprattutto di cyberbullismo, rischia di ripercuotersi anche sullo sviluppo dei bambini e degli adolescenti, determinando negli adulti stati di ansia e comportamenti antisociali.
  Per contrastare il fenomeno ritiene assolutamente essenziale un rafforzamento del ruolo educativo dei genitori, i quali costituiscono con i loro comportamenti un modello per i figli.

  La dottoressa NICOLÒ osserva preliminarmente come l'adolescenza costituisca una fase importante nello sviluppo umano, in quanto proprio in questa fase ha luogo una vera e propria ristrutturazione della identità dell'individuo non solo sul piano fisico ma anche su quello neuropsicologico.
  Si sofferma quindi sulla diffusione del fenomeno del bullismo fra gli adolescenti osservando come le vittime mostrino tutti i segni ricorrenti nella vittimologia da trauma. A ben vedere infatti gli episodi di bullismo subìti possono comportare oltre a disturbi del sonno e ad altre forme di somatizzazione del trauma, anche imperiture modifiche della personalità, che finiscono per condizionare la vita delle vittime anche da adulti. Peraltro non è infrequente notare l'insorgenza nelle vittime di comportamenti aggressivi e vessatori. Per quanto concerne in particolare il fenomeno del cyberbullismo l'audita ritiene che la mutazione antropologica determinata dallo sviluppo delle nuove tecnologie sia irreversibile e che pertanto la soluzione al problema non possa essere ravvisata nell'assoluto divieto di accesso alla rete.
  Nel riferire poi alla Commissione di un grave episodio di bullismo verificatosi ai danni di un docente in un liceo romano e che ha visto il coinvolgimento non solo di un adolescente bullo ma anche di genitori che hanno avallato tali comportamenti, osserva l'importanza di formare ed educare le stesse famiglie. L'utilizzo di chat da parte dei genitori, e l'effetto folla che ad esse si ricollega finiscono alimentare il fenomeno.
  La rete ha profondamente mutato il tradizionale bullismo, amplificandone la portata sia nel tempo che nello spazio. Inoltre proprio nel cyberbullismo si riscontra con maggiore frequenza il processo identificativo tra vittima e carnefice, con la conseguenza che ai comportamenti vessatori subìti il minore reagisce ponendo in essere analoghe condotte. Pag. 78
  Conclude sottolineando l'importanza di prevedere all'interno di ogni scuola la figura dello psicologo, il quale dovrebbe svolgere la propria attività non solo a favore dei minori, ma anche delle famiglie e dei docenti. È importante favorire una riflessione su questi temi proprio all'interno della scuola, in quanto luogo di primaria aggregazione degli adolescenti. Sarebbe altresì opportuno prevedere, similmente a quanto avviene per gli episodi di violenza ai danni di donne e di bambini l'istituzione di un «telefono antibullo».

  Il professor BERSANI rileva come il bullismo non sia un fenomeno unicamente collegato all'adolescenza, in quanto gli effetti che esso determina si ripercuotono nell'età adulta. Analogamente alle altre forme di abuso infantile l'adulto, vittima da piccolo di episodi di bullismo, ha scarsa consapevolezza dell'origine del proprio trauma. A ciò si aggiunga che non è infrequente rilevare un processo di identificazione fra il bullizzato e il suo persecutore, per il quale la vittima diventa carnefice, perseguitando a sua volta.
  Condivide l'opinione di coloro che ritengono che il cyberbullismo sia un fenomeno più pericoloso del bullismo tradizionale, nella parte in cui l'anonimato e l'assenza di una relazione rendono più aggressiva la condotta vessatoria. Peraltro nel cyberbullismo si rileva un forte sentimento di ineludibilità da parte del bullizzato il quale non riesce a trovare riparo in nessun luogo.
  Un ulteriore aspetto particolarmente grave è rappresentato dal processo di esclusione che il bullismo comporta per le vittime. All'esclusione dal gruppo sociale si associa poi un forte sentimento di vergogna nella vittima che spesso non riesce a condividere quanto accade neppure con le famiglie.

  Il professor GAMBINO sottolinea come la legge n. 71 del 2017 costituisca un importante strumento per il contrasto del fenomeno. Si tratta tuttavia solo di un primo passo, in quanto la legge presenta un intrinseco limite: essa infatti trova applicazione solo con riguardo al fenomeno del cyberbullismo e non anche in relazione al bullismo tradizionale. A suo parere, come correttamente sta facendo la Commissione con l'indagine conoscitiva in esame, i due fenomeni devono essere affrontati unitariamente.
  Si sofferma quindi sulla questione dell'anonimato ritenendo che si tratti di un totem da abbattere, in quanto da un punto di vista tecnico l'accesso alla rete non è mai anonimo. Ogni operazione infatti è tracciata e colui che la pone in essere è potenzialmente rintracciabile. È quindi importante mutare la percezione della presunzione di anonimato che hanno adolescenti e bambini. Al fine poi di garantire una maggiore sensibilizzazione delle famiglie si potrebbe valutare la previsione di sanzioni di carattere economico in capo a coloro che violano le regole della corretta navigazione in rete. Ciò è possibile in quanto per utilizzo di gran parte dei social, l'utente è tenuto ad indicare – già adesso – gli estremi di una carta di credito. È indubbio che le famiglie debbano essere chiamate a controllare il flusso informativo dei figli, già al momento dell'acquisto dello smartphone o del tablet. Conclude osservando come ogni proposta non possa prescindere comunque dal coinvolgimento diretto dei titolari delle piattaforme on line le quali per prime si devono impegnare nell'adozione di un codice deontologico della navigazione in rete.

  Il PRESIDENTE dichiara aperto il dibattito.

  La senatrice BINETTI (FI-BP) rileva come il dato preoccupante che emerge dagli interventi testé svolti è costituito proprio dall'impatto che il bullismo determina nello sviluppo dei minori coinvolti. In merito alla questione della necessità di un maggiore coinvolgimento dei genitori, chiede in che modo ciò sia possibile nella società moderna, nella quale i minori vivono troppo spesso in una condizione di sostanziale abbandono domestico.

  L'onorevole SPORTIELLO (M5S), dopo aver posto quesiti con riguardo al ruolo Pag. 79delle scuole nella prevenzione dei fenomeni di bullismo, si sofferma sul tema del cyberbullismo e dei limiti all'utilizzo della rete.

  L'onorevole SIANI (PD) condivide le proposte formulate dagli auditi con riguardo al sostegno psicologico nelle scuole e alla necessità di smantellare – nonostante le obiettive difficoltà – il totem dell'anonimato. In una prospettiva di prevenzione si domanda se sia possibile individuare precocemente i segnali di futuri comportamenti «da bullo».

  L'onorevole SPENA (FI) si sofferma sulla questione relativa al ruolo della famiglia e della scuola nella prevenzione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Nel sottolineare l'esigenza di prevedere più incisivi investimenti a sostegno di tali iniziative a livello scolastico, chiede se sia possibile ipotizzare un coinvolgimento dei soggetti operanti nell'ambito del volontariato sociale. Domanda infine in che modo si possano precocemente individuare possibili episodi di bullismo.

  Il PRESIDENTE, tenuto conto dell'imminente inizio dei lavori dell'Assemblea del Senato invita gli auditi a far pervenire per iscritto le risposte ai quesiti posti.
  Dichiara quindi conclusa l'audizione e rinvia il seguito dell'indagine conoscitiva.

Sulla visita di un parlamentare rumeno.

  Il PRESIDENTE comunica alla Commissione che nelle giornate dell'11 e 12 marzo il parlamentare rumeno, on. Viorel Badea, sarà in Italia per una visita. L'on. Badea, componente della Commissione Affari sociali dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, è relatore di un rapporto sul tema «Le conseguenze della migrazione dei lavoratori sui loro figli rimasti nel paese d'origine». Data la tematica oggetto del report l'on. Badea vorrebbe incontrare alcuni rappresentanti della Commissione. In vista di tale incontro – che dovrebbe avere luogo il 12 marzo alle ore 15 – l'on. Badea ha inviato un puntuale questionario. Invita quindi i componenti della Commissione a comunicare quanto prima la loro disponibilità a partecipare a tale incontro.

  La seduta termina alle 9.30.