CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 febbraio 2019
148.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 42

COMITATO PERMANENTE SUGLI ITALIANI NEL MONDO E LA PROMOZIONE DEL SISTEMA PAESE

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Mercoledì 27 febbraio 2019. — Presidenza del presidente Simone BILLI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ricardo Antonio Merlo.

  La seduta comincia alle 9.35.

Relazione sull'attività svolta per la riforma degli istituti italiani di cultura e gli interventi per la promozione della cultura e della lingua italiane all'estero (Anno 2017).
Doc. LXXX, n. 1.

(Esame istruttorio, ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del Regolamento, e rinvio).

  Il Comitato inizia l'esame istruttorio della Relazione in titolo.

  Mirella EMILIOZZI, relatrice, ricorda che l'articolo 3 della legge 22 dicembre 1990, n. 401, che disciplina la promozione della cultura e della lingua italiane all'estero, dispone che il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale presenti al Parlamento, con cadenza annuale, una relazione che illustri le attività poste in essere nel corso dell'anno di riferimento in materia di diffusione all'estero della lingua e della cultura italiana dalla rete della promozione culturale di cui sono parte gli istituti italiani di cultura, le scuole italiane all'estero, i lettorati, gli addetti scientifici, i corsi di lingua e cultura italiana realizzati dagli Enti gestori ai sensi della legge n. 153 del 1971 e del decreto legislativo n. 297 del 1994.
  In premessa, sottolinea che l'internazionalizzazione del nostro Paese nelle sue diverse componenti – economico-imprenditoriale, culturale-linguistica e scientifico-tecnologica – in un unico quadro coerente deve diventare sempre più l'obiettivo strategico della «promozione integrata», cui il Pag. 43Comitato può fornire un contributo qualificato e coerente.
  Rileva che la rete diplomatico-consolare dipendente dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di cui sono parte gli istituti italiani di cultura, svolge un ruolo cruciale in tal senso, in stretto raccordo con tutti gli attori della promozione culturale e linguistica all'estero e a fianco del settore privato.
  Osserva che il nostro Paese è tra le maggiori potenze culturali al mondo, come conferma la forte «domanda d'Italia» che si registra al di fuori dei nostri confini: al riguardo, segnala che è di questi giorni la notizia che l'italiano avrebbe superato il francese divenendo la quarta lingua più studiata nel mondo. Rileva che si tratta di una tendenza consolidata fin dal biennio 2014-2015, quando lo studio dell'italiano registrò un boom, passando da 1,7 milioni di studenti a più di 2 milioni. Sottolinea che l'italiano resta al quarto posto per l'anno accademico 2016/17, con 2.145.093 studenti raggiunti in 115 Paesi tramite gli istituti italiani di cultura.
  Evidenzia che promuovere la cultura italiana all'estero non è solo una componente strategica della proiezione internazionale del nostro Paese – impegnato a favorire il dialogo, l'innovazione e la crescita – ma costituisce un volano per la nostra economia. Sottolinea che è un'attività che riflette l'interesse nazionale ed un investimento in grado di garantire un ritorno economico nel medio periodo. A suo avviso, occorre quindi mobilitare tutte le risorse necessarie a valorizzare al meglio questo capitale, fatto di beni culturali, di territori, di saper fare, d'idee, innovazione e fattori immateriali, legati alla nostra storia e al nostro stile di vita.
  Segnala che secondo uno studio realizzato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere, in collaborazione con la Regione Marche, è stato rilevato che, in termini puramente economici, il sistema produttivo culturale e creativo produce un reddito di circa 92 miliardi di euro l'anno, pari al 6 per cento del PIL, che dà lavoro a 1,5 milioni di persone. Sottolinea che aggiungendo a questi dati l'effetto indotto negli altri settori dell'economia si arriva a 255 miliardi, il 16,6 per cento della ricchezza nazionale. Rileva, peraltro, che più di un terzo del fatturato del settore turistico in Italia sia attivato dalla cultura.
  Fatte queste premesse, quanto alla struttura della rete, segnala che la Relazione in esame, riferita al 2017, delinea un quadro dei nostri istituti italiani di cultura così articolato: 33 operanti negli Stati membri dell'Unione europea, 8 nei Paesi europei non membri all'UE, 18 nelle Americhe, 12 in Asia ed Oceania, 10 nei Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, 3 in Africa sub-sahariana.
  Ricorda che la missione istituzionale degli istituti italiani di cultura consiste nella promozione e diffusione della cultura e della lingua italiana attraverso la predisposizione di una programmazione culturale annuale nonché intrattenendo rapporti con le istituzioni dei Paesi ospitanti, proponendosi come centri propulsori di attività e di iniziative di cooperazione culturale e contribuendo, in particolare, alla creazione di condizioni favorevoli all'integrazione degli operatori italiani nei contesti culturali internazionali. Evidenzia che la rete degli istituti italiani di cultura rappresenta una risorsa preziosissima al servizio del Sistema- Paese per la promozione della cultura e il dialogo fra culture nel mondo che occorre sempre più potenziare e valorizzare.
  Quanto alle risorse umane, segnala che l'organico si attesta a 101 funzionari e 7 dirigenti in servizio, con una riduzione rispetto alle previsioni legislative pari a, rispettivamente, 141 e 8. Rileva che negli istituti italiani di cultura presta servizio, oltre al personale inviato dall'Italia, anche personale con contratto di diritto locale e assunto a tempo indeterminato (317 unità al 31 dicembre 2017).
  Ricorda che ogni istituto è guidato da un direttore, nominato dalla Farnesina fra il personale del Ministero appartenente all'area della promozione culturale: la legge del 1990, all'articolo 14, prevede anche la possibilità che la direzione sia assegnata a «personalità di prestigio culturale Pag. 44ed elevata competenza» (i direttori di chiara fama) entro il limite massimo di dieci unità per un periodo di due anni rinnovabile una sola volta.
  Sottolinea che il coinvolgimento degli istituti italiani di cultura nella promozione del Sistema Paese è attuato anche attraverso la partecipazione dei direttori alle riunioni di sistema presiedute dal capo della missione diplomatica, alle quali partecipano gli addetti scientifici, gli addetti alla difesa, i direttori degli uffici dell'ICE-Agenzia e dell'ENIT, i responsabili delle istituzioni scolastiche all'estero, i presidenti delle camere di commercio italiane all'estero e gli uffici di promozione delle regioni.
  Rileva che, sul piano finanziario, ogni istituto italiano di cultura dispone di un proprio bilancio ove confluiscono varie entrate, derivanti dalle seguenti possibili fonti di finanziamento: trasferimenti dello Stato al fine di garantire il funzionamento e l'operatività della struttura; trasferimenti da enti, istituzioni e privati; proventi derivanti dall'erogazione di servizi, quali in particolare i corsi di lingua italiana, le certificazioni, le quote associative, la vendita di pubblicazioni, le traduzioni.
  Evidenzia che, quanto alla dotazione finanziaria ministeriale, se la legge di bilancio per il 2017 ha previsto una dotazione complessiva di 16,82 milioni di euro, il capitolo 2761 nella legge di bilancio per il 2019 presenta una dotazione pari a 20,79 milioni di euro. Rileva che un allegato alla relazione in esame riporta le principali voci di bilancio di ciascun istituto italiano di cultura all'estero. Osserva, inoltre, che sono state stanziate risorse straordinarie a sostegno del Piano di promozione integrata (150 milioni di euro per il quadriennio 2017-2020) al fine di incrementare le iniziative promozionali organizzate dalla rete e di aumentare gli studenti di italiano all'estero e gli studenti stranieri presso le università italiane.
  Segnala che, quanto alla gestione amministrativo-contabile, a partire dall'esercizio finanziario 2015 è attivo il «Sistema informativo gestionale degli istituti italiani di cultura», il programma informatico per la gestione telematica di tutte le fasi dei bilanci degli istituti e di varie procedure amministrativo-contabili.
  Venendo agli altri attori della promozione culturale italiana all'estero, rileva che un ruolo peculiare è svolto dalle istituzioni scolastiche italiane all'estero, che comprendono sia scuole statali con personale in prevalenza di ruolo ed assegnato dall'Italia, sia scuole private, paritarie e non paritarie.
  Illustra, quindi, la rete delle scuole italiane all'estero, che nel 2017 risultava così articolata: 8 istituti statali onnicomprensivi (Addis Abeba, Asmara, Atene, Barcellona, Istanbul, Madrid, Parigi e Zurigo); 42 scuole italiane paritarie; 2 scuole italiane non paritarie (Basilea e Smirne).
  Evidenzia che a tale rete si affiancano le sezioni italiane presso le scuole straniere: 79 sezioni italiane presso scuole straniere, bilingui o internazionali (di cui 63 nell'Unione Europea, 13 in paesi europei non UE, una in Asia, una nelle Americhe e una in Oceania); 7 sezioni italiane presso le scuole europee (3 a Bruxelles e una rispettivamente a Lussemburgo, Francoforte, Monaco di Baviera e Varese).
  Quanto al numero di studenti, segnala che per le scuole statali, nell'anno scolastico 2016/2017, gli alunni sono stati 4.208, di cui 1.361 italiani e 2.847 stranieri. Per quanto riguarda le scuole paritarie, cui il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale eroga contributi e che in molti Paesi costituiscono l'unica forma di presenza scolastica italiana, rileva che hanno avuto, sempre nell'anno scolastico 2016/2017, 16.224 alunni, di cui 1.938 italiani e 14.286 stranieri.
  Osserva che gli alunni che hanno frequentato le sezioni italiane presso scuole straniere, bilingui e internazionali sono stati 8.644, di cui 2.152 italiani e 6.492 stranieri; quelli che hanno frequentato, nel medesimo anno scolastico, le sette sezioni italiane presenti nelle scuole europee sono stati 2.039.
  Quanto al contingente del personale scolastico di ruolo, sottolinea che esso ammonta a 624 unità, così distribuiti: 195 docenti nelle 8 scuole statali; 8 dirigenti Pag. 45scolastici presso le scuole statali; 34 dirigenti scolastici presso ambasciate e consolati; 19 unità di personale amministrativo; 26 docenti in scuole paritarie; 83 docenti in sezioni italiane presso scuole straniere, bilingui o internazionali; 110 lettori; 149 unità di personale scolastico presso gli Enti Gestori. Ulteriori 110 unità sono distaccate presso le scuole europee.
  Segnala che la relazione riporta un'analitica ricognizione dei finanziamenti e dei contributi erogati nel 2017 alle scuole italiane all'estero, che ammontano complessivamente a 2,92 milioni di euro, cui si aggiungono 520 mila euro per l'innovazione digitale nelle scuole statali all'estero, interamente spesi.
  Quanto alle spese per il personale, che rappresentano la componente maggiore della spesa per le istituzioni scolastiche e dell'intero bilancio della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese, sottolinea che per il 2017 ammontano a 50 milioni di euro.
  Passando ai lettori d'italiano, osserva che essi costituiscono figure fondamentali per la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo in quanto interagiscono con l'utenza universitaria, operando nei dipartimenti d'italiano in atenei stranieri. Possono essere docenti di ruolo inviati dall'Italia o direttamente assunti dalle università straniere. Per questi ultimi sono previsti contributi per la creazione e il funzionamento di cattedre di lingua italiana.
  Evidenzia che i lettori d'italiano di ruolo in servizio presso istituzioni universitarie straniere per l'anno accademico 2016-2017 sono stati 110, di cui 34 con incarichi extra-accademici. Gli studenti iscritti ai corsi ammontano a 23.734. Rileva che, in assenza di lettorati di ruolo, viene in rilievo la funzione delle cattedre universitarie di italianistica, che si avvalgono di contributi finanziari del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale finalizzati alla copertura parziale o totale del costo per l'assunzione di lettori di italiano direttamente da parte degli atenei stranieri.
  Osserva che nel 2017 tale azione, fondamentale in quanto stimolo all'attivazione di iniziative locali nel settore dell'insegnamento dell'italiano, si è rivolta, in particolare alle aree del Nord Africa e Medio Oriente (Marocco, Egitto, Israele) dei Balcani occidentali, della Cina e del Brasile.
  Sottolinea che il numero complessivo degli studenti iscritti a corsi universitari di lingua italiana per l'anno accademico 2016/17 è stato 234.082, inclusi gli studenti dei lettori di ruolo del Ministero e delle cattedre che ricevono contributi da parte del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  Segnala che all'insegnamento della lingua italiana nelle istituzioni universitarie straniere sono state destinate, nel 2017, risorse per 2,07 milioni di euro.
  Rileva che ulteriore elemento della rete della promozione culturale è rappresentato dagli addetti scientifici, per la quasi totalità ricercatori o docenti provenienti dai ruoli dello Stato o di enti pubblici, che prestano servizio in diverse sedi diplomatiche. Il loro compito è valorizzare i settori prioritari della ricerca scientifica e tecnologica italiana e di facilitare la penetrazione nei mercati stranieri di imprese italiane attive nei settori ad alta tecnologia; essi, inoltre, svolgono attività di raccordo tra la comunità scientifica italiana e quella dei paesi di accreditamento.
  Evidenzia che al 31 dicembre 2017 la rete degli addetti scientifici presso le sedi diplomatiche o gli uffici consolari era così articolata: sei in Europa (Belgrado, Berlino, sede ONU di Ginevra, Londra, Mosca, organizzazioni internazionali a Parigi; uno in Africa sub-sahariana (Pretoria); due in Medio Oriente (Tel Aviv e Il Cairo), otto nelle Americhe (Ottawa, tre a Washington, San Francisco, Città del Messico, Brasilia, Buenos Aires); otto in Asia ed Oceania (Canberra, Nuova Delhi, Seoul, Tokyo, Hanoi, Pechino, Shanghai e Chongqing).
  A completamento del quadro ricorda i corsi di lingua e cultura italiana rivolti sia ai connazionali residenti all'estero sia a un'utenza straniera in quanto corsi inseriti nelle scuole straniere e finanziati dal Ministero Pag. 46degli affari esteri e della cooperazione internazionale attraverso la rete degli enti gestori. Rileva che tali corsi comprendono quelli tenuti dai 149 docenti inviati all'estero nell'ambito del contingente Ministero degli affari esteri-Ministero dell'istruzione ed i corsi realizzati dai 95 enti gestori destinatari di contributi ministeriali: per entrambe le tipologie si contano 16.506 corsi circa per 299.994 alunni. Quanto ai finanziamenti, segnala che lo stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per il 2017 presentava uno stanziamento definitivo di 11,99 milioni di euro.
  Passando a descrivere sommariamente le attività di promozione della lingua e della cultura italiane all'estero individuate nella relazione in esame, elenca: la diffusione della lingua italiana, attraverso la letteratura e l'editoria; lo spettacolo dal vivo e il cinema; la promozione delle arti visive e dell'arte contemporanea italiana; le mostre di design, scienza e tecnologia e patrimonio culturale; le borse di studio e gli scambi giovanili, il programma Invest Your Talent In Italy e l'internazionalizzazione del sistema universitario italiano; la valorizzazione del patrimonio culturale e le missioni archeologiche all'estero; l'attività d'internazionalizzazione della ricerca scientifica e tecnologica e dell'innovazione; la promozione del turismo e dei territori; la promozione del design italiano; la promozione della cucina italiana.
  Tra gli eventi culturali di maggiore rilievo menziona gli Stati generali della lingua italiana nel mondo, un'iniziativa avviata nel 2014 alla quale si è deciso di dare cadenza biennale. Sottolinea che gli Stati Generali, e gli eventi collaterali a essi collegati, hanno messo in luce il ruolo strategico svolto dalla promozione della nostra lingua all'estero, che genera ritorni concreti e crescita economica. Ricorda che i dati raccolti in occasione di tale evento sono confluiti nel Libro bianco sulla situazione dell'italiano nel mondo, contenente la situazione aggiornata delle azioni di promozione e di insegnamento della nostra lingua e i dati più aggiornati sull'insegnamento dell'italiano nel mondo.
  Segnala che le risultanze dell'esercizio 2017 hanno condotto a censire complessivamente oltre 2 milioni di studenti di italiano nel mondo.
  Sottolinea che la Relazione presenta una ricognizione delle relazioni culturali e scientifiche in ambito multilaterale che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale cura attraverso la Direzione generale per la promozione del Sistema Paese. In tale contesto evidenzia l'impegno del nostro Paese in sede UNESCO per la realizzazione del mandato istituzionale dell'Organizzazione alla luce dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Segnala che, oltre ad essere membro di 10 dei 27 comitati intergovernativi attraverso i quali l'UNESCO opera, l'Italia è dal 2015 (e fino al 2019) per il quinto mandato consecutivo membro nel Consiglio Esecutivo, principale organo di governo dell'UNESCO, ed è stata eletta alla Presidenza della Commissione cultura per il biennio 2017-2019.
  Ricorda, a tale riguardo, la Commissione nazionale italiana per l'UNESCO, istituita nel 1950, con sede a Roma, allo scopo di favorire la promozione, il collegamento, l'informazione, la consultazione e l'esecuzione dei programmi UNESCO in Italia; le attività dell'Ufficio regionale UNESCO per la Scienza e la cultura di Venezia – BRESCE; le attività svolte in seno all'ICCROM, organizzazione internazionale, basata a Roma e alla quale aderiscono 136 Stati, incaricata di contribuire alla diffusione delle conoscenze tecnico-scientifiche nel campo della conservazione e del restauro dei beni artistici e culturali, con particolare attenzione verso quei paesi che non hanno ancora raggiunto livelli soddisfacenti in quest'ambito; le attività in ambito EUNIC (European Union National Institutes for Culture) associazione non profit con sede a Bruxelles che promuove il coordinamento tra gli Istituti di cultura dei Paesi membri dell'Unione Europea e, infine, l'Istituto universitario europeo Pag. 47(IUE), con sede a Firenze, dedicato alla formazione accademica nel settore delle politiche pubbliche transnazionali.
  Con riferimento alle politiche e attività multilaterali in materia di ricerca, scienza e spazio, sottolinea che la Relazione evidenzia le attività ed i finanziamenti erogati a favore del CERN (Consiglio europeo per la ricerca nucleare), dell'ESO (European Organization for Astronomical Research in the Southern Hemisphere), dell'ICRAnet (International Center for Relativistic Astrophysics Network), nonché dei centri afferenti al Polo Scientifico di Trieste.
  Osserva che nell'ultima sezione della Relazione, dedicata alle attività di formazione e coordinamento, si segnala, in particolare, l'attività del Gruppo di lavoro consultivo per la promozione della lingua e della cultura italiana, organismo che ha sostituito la preesistente Commissione nazionale per la Promozione della cultura italiana all'estero.
  Segnala, altresì, la rilevanza della Società Dante Alighieri, tra i principali partner del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per la diffusione della lingua e della cultura italiane all'estero: forte di 400 comitati – che svolgono anche svolgono anche attività di certificazione della lingua italiana – la «Dante» collabora con ambasciate, consolati ed istituti italiani di cultura e ha organizzato nell'anno scolastico 2016-2017 corsi di lingua per 63.812 studenti (i dati sono limitati ai 270 comitati di cui la Società ha fornito notizia). Evidenzia che il contributo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale alla Società per l'esercizio finanziario 2017 è stato di 3,27 milioni di euro.
  Tutto ciò premesso, segnala che la Commissione affari esteri e comunitari ha affrontato la tematica da ultimo nel corso della XVI legislatura svolgendo un'indagine conoscitiva in congiunta con la Commissione cultura anche alla luce del fatto che la ristrutturazione della Farnesina aveva valorizzato il nesso stretto tra promozione culturale e internazionalizzazione del Sistema Paese.
  Dichiara che l'esame istruttorio di questa Relazione in sede di Comitato permanente sugli italiani all'estero potrà rilanciare una doverosa riflessione sul ruolo chiave del comparto «lingua e cultura italiana nel mondo» per tutte le ricadute significative: per il nostro sistema economico, per l'attrazione degli investimenti esteri, per l'incremento dei flussi turistici e per l'internazionalizzazione del sistema universitario nazionale.

  Angela SCHIRÒ (PD), ringraziando la relatrice Emiliozzi per il lavoro svolto, segnala l'opportunità, soprattutto in considerazione dei recenti flussi migratori italiani, di discutere delle prospettive future di alcune specifiche questioni illustrate nella Relazione. A titolo di esempio, cita quelle relative alle borse di studio e agli scambi giovanili, al programma Invest your talent in Italy; all'internazionalizzazione del sistema universitario italiano, della ricerca scientifica; alla promozione del turismo e dei territori; alle politiche e attività multilaterali in materia di ricerca, scienza e spazio.
  Sollecita i colleghi a valutare con attenzione il tema delle risorse che, a suo avviso, costituisce la principale preoccupazione per il futuro di questo settore, considerato che la promozione della cultura e della lingua all'estero è ormai considerata da tutti una componente strategica della proiezione internazionale del Paese e rappresenta di per sé un investimento in grado di garantire un ritorno economico nel medio periodo.
  Rileva che la promozione della lingua e della cultura italiana va tuttavia calata nella realtà quotidiana delle nostre comunità: come italiana di seconda generazione in Germania e come docente, ribadisce che l'apprendimento della lingua d'origine fin dalla più tenera età costituisce un importante strumento di accompagnamento all'integrazione nella società locale. Per questo motivo, si sofferma sulle risorse destinate a questo settore rilevando che nella Relazione il Ministro Moavero Milanesi riconosce che, con l'esercizio finanziario 2017, «l'azione per la «Promozione della Pag. 48lingua e della cultura italiana all'estero ha beneficiato di significativi finanziamenti».
  Tali fondi sono stati il risultato dell'applicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 luglio 2017, con il quale il Governo Gentiloni ha allocato per il quadriennio 2017-2020 risorse aggiuntive, in misura rilevante proprio sui principali capitoli della promozione della lingua e cultura italiana.
  Sottolinea che si tratta del Fondo quadriennale per il potenziamento della promozione della lingua e della cultura italiane nel mondo, istituito nella legge di bilancio per il 2017, dotato complessivamente di 150 milioni di euro (di cui 20 milioni nel 2017, 30 nel 2018 e 50 per ciascuno degli anni 2019 e 2020), che ha rigenerato una serie di interventi di natura linguistico-culturale all'estero e ha rafforzato la seconda leva, quella culturale, della promozione integrata del Sistema Paese all'estero, che la Direzione Generale per la promozione del Sistema Paese del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale persegue con determinazione da alcuni anni.
  Osserva che, in virtù di questo apporto straordinario di risorse, sono stati in parte compensati i tagli degli anni passati e potenziati gli interventi per i corsi di italiano di diverse tipologie, per le iniziative della Dante Alighieri, per l'attività degli istituti di cultura, per l'istituzione e il funzionamento delle cattedre di italianistica in università straniere, per le borse di studio, per la promozione del nostro patrimonio artistico e culturale all'estero, nonché per il sostegno delle arti creative.
  Rileva che, a partire dall'esercizio finanziario 2018 e fino al 2020, le risorse aggiuntive di natura straordinaria derivanti dall'applicazione del citato decreto del 2017, saranno iscritte in bilancio e quindi disponibili per una programmazione annuale, coerente e rafforzata.
  Evidenzia che, salvo tagli degli stanziamenti, fino al 2020 si può quindi prevedere una rilevante inversione di tendenza sui fondi allocati per gli interventi di promozione della lingua e cultura italiana all'estero e, più in generale, per la promozione del Sistema Paese.
  Sottolinea, tuttavia, che nel bilancio triennale dell'attuale Governo resistono solo gli stanziamenti su base triennale dai governi di centro sinistra e che per il 2021 non compare il rifinanziamento del Fondo, il che comporterà una regressione della presenza culturale dell'Italia all'estero.
  Osserva con rammarico che, nonostante l'impegno delle forze di opposizione in sede di dibattito parlamentare sulla legge di bilancio per il 2019, l'attuale maggioranza ha respinto, sia al Senato sia alla Camera, gli emendamenti presentati dagli eletti all'estero del Partito democratico volti ad ottenere il rifinanziamento del Fondo che avrebbe assicurato una prospettiva di lungo termine alla progettazione degli interventi. Al riguardo, ricorda l'emendamento a propria firma, approvato anche in questa Commissione, e poi respinto dalla maggioranza in Commissione bilancio.
  Chiede, quindi, come si possa affrontare il quadro di riferimento futuro e rispondere alle indicazioni del Ministro quando si augura che prima del 2020 la consistenza degli stanziamenti possa assumere natura ordinaria (e non più straordinaria), così da consentire «la prosecuzione di un efficace piano di valorizzazione dell'immagine del nostro Paese all'estero in un'ottica di medio-lungo periodo, attraverso il soft power della diplomazia culturale, scientifica ed economica».
  A suo avviso, interrompere traumaticamente questi processi di potenziamento iniziati con la legge di bilancio 2017 comporterebbe una grave regressione in attività qualificanti ed esposte ad una forte concorrenza da parte di altri Paesi, con grave nocumento alla promozione integrata del Sistema Italia all'estero.
  Ribadisce che il primo obiettivo, quindi, deve essere quello di assicurare la vita, oltre la scadenza fissata nel 2020, del Fondo per il sostegno della lingua e della Pag. 49cultura italiane nel mondo, che è diventato l'asse di rotazione dell'intero sistema di promozione culturale all'estero.
  A margine, seppure non di stretta rilevanza con i temi in esame, evidenzia che, conseguentemente all'entrata in vigore della legge 1 dicembre 2018, n. 132, la concessione della cittadinanza italiana è subordinata al possesso, da parte dell'interessato, di un'adeguata conoscenza della lingua italiana, non inferiore al livello B1 del quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER). Rileva che tale requisito farà aumentare le richieste di certificazioni all'estero con la conseguente necessità di dover prevedere un rafforzamento ed adeguamento dei servizi necessari e le relative risorse.
  Alla luce di tali considerazioni auspica un confronto positivo e proficuo tra i gruppi di maggioranza e di opposizione.

  Laura BOLDRINI (LeU), associandosi agli apprezzamenti per il lavoro svolto dalla collega Emiliozzi, sottolinea che la Relazione in titolo è incentrata sul valore della cultura come strumento di investimento, superando la logica – a suo tempo sintetizzata dalla frase «con la cultura non si mangia», attribuita all'allora Ministro dell'economia Giulio Tremonti – secondo cui essa non avrebbe alcun impatto economico. Sulla base della sua esperienza di vita e di lavoro all'estero, evidenzia che occorrerebbe sfruttare meglio il potenziale della cultura italiana e si associa ai rilievi critici sollevati dalla collega Schirò circa la programmazione degli stanziamenti. Tale scelta appare peraltro in contraddizione con l'esigenza di valorizzare il tratto identitario nazionale, più volte ribadita da esponenti della maggioranza e del Governo. Richiamando l'esperienza positiva e purtroppo conclusa delle trasmissioni radiofoniche rivolte alle comunità di italiani all'estero, invita, pertanto, la relatrice Emiliozzi a fornire ulteriori elementi di riflessione, attraverso un supplemento d'istruttoria che preveda il confronto con le strategie di altri partner europei, non a caso assai presenti a livello internazionale anche per il tramite di importanti reti televisive e radiofoniche, e per valutare comparativamente gli investimenti che vengono effettuati nella diffusione della cultura e delle lingue nazionali. Tale comparazione dovrebbe consentire di inquadrare il tema in una prospettiva di investimento a medio termine, esercitando una sorta di moral suasion sulle forze di maggioranza e sull'Esecutivo, finalizzata ad aumentare le risorse finanziare destinate a questo settore di stretta pertinenza del nostro interesse nazionale.

  Simone BILLI, presidente, esprimendo apprezzamento per la proposta della collega Boldrini, ricorda che nella XVI legislatura, nell'ambito di un percorso istruttorio ad hoc, sono stati auditi rappresentanti degli istituti di cultura esteri presenti in Italia: si potrebbe dunque prevedere lo svolgimento di audizioni analoghe, da sottoporre all'attenzione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione, successive a quella del rappresentante del Governo titolare di delega sull'oggetto della Relazione in esame.

  Luis Roberto DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA (Lega), in continuità con interventi precedenti, conferma che la normativa che disciplina l'acquisizione della cittadinanza iure matrimonii ha incrementato la richiesta di corsi di lingua italiana all'estero. Inoltre, la lingua italiana è anche la lingua ufficiale della Chiesa cattolica e ciò costituisce un ulteriore volano di diffusione della nostra lingua e cultura, che va considerata un prodotto rientrante a tutti gli effetti nella filiera del made in Italy. Sarebbe a suo avviso praticabile, nell'ottica di una gestione oculata delle risorse, attivare dei corsi online, che hanno in vantaggio di raggiungere un gran numero di utenti senza necessità di impiegare fondi ingenti.

  Elisa SIRAGUSA (M5S), condividendo l'esigenza di promuovere la lingua e cultura italiane nel mondo, rispetto alla proposta di approfondimenti istruttori, ritiene che la comparazione con le misure adottate Pag. 50da altri Paesi potrebbe risultare fuorviante, dal momento che ciascuno Stato adotta strategie non replicabili in quanto parametrate alla propria identità e storia. Riguardo alla consistenza dei fondi, segnala che la legge di bilancio per il 2019 prevede una programmazione triennale, che può essere soggetta ad aggiustamenti di anno in anno: pertanto, allo stato attuale è a suo avviso prematuro esprimere riserve sul rifinanziamento per l'anno 2021 del fondo menzionato dalla collega Schirò. Infine, sottolinea che il tema dell'ammontare degli stanziamenti deve essere necessariamente valutato unitamente al tema dell'efficacia della gestione: al riguardo, ricorda che diversi enti gestori (segnatamente in Canada, a Londra e a Friburgo) hanno evidenziato carenze e criticità amministrative al punto da determinare la presentazione di specifici atti di sindacato ispettivo che sono stati anche oggetto di attenzione da parte della Commissione.

  Laura BOLDRINI (LeU), commentando l'ultimo richiamo della collega Siragusa, rileva che eventuali episodi di malversazione e uso illegale dei fondi pubblici devono essere denunciati e perseguiti, ma non possono giustificare il ridimensionamento degli impegni finanziari a sostegno della promozione dell'insegnamento della lingua italiana all'estero.

  Angela SCHIRÒ (PD) si associa all'osservazione della collega Boldrini e, ribadendo l'importanza dei corsi di lingua italiana per preservare l'identità dei nostri connazionali di seconda generazione, senza alcun intento polemico sollecita nuovamente il rappresentante del Governo a fornire rassicurazioni sul rifinanziamento del Fondo quadriennale per il potenziamento della promozione della lingua e della cultura italiane nel mondo, tanto più alla luce delle frequenti richieste e segnalazioni che riceve da coloro che sono interessati ad apprendere l'italiano anche in relazione all'acquisto della cittadinanza.

  Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO, esprimendo apprezzamento per gli interventi svolti e in particolare per le osservazioni dell'onorevole Boldrini sul valore della cultura come strumento di investimento e non come centro di costo, assicura il massimo impegno del Governo ad accogliere le sollecitazioni pervenute, rinviando ad altra seduta i chiarimenti richiesti sul piano delle risorse finanziarie.

  Massimo UNGARO (PD), associandosi alla richiesta della collega Schirò, ribadisce la richiesta al rappresentante del Governo di indicare fin da questa sede se intende rifinanziare il Fondo citato.

  Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO si riserva di rispondere in una seduta successiva.

  Laura BOLDRINI (LeU) ribadisce l'opportunità di un approfondimento incentrato sulla comparazione con i principali partner europei.

  Massimo UNGARO (PD) stigmatizza la scelta del rappresentante del Governo di non fornire indicazioni immediate sulla questione del mancato rifinanziamento nell'ultima manovra finanziaria del Fondo per la promozione della lingua e della cultura italiane nel mondo, anche alla luce della valutazione, ampiamente condivisa, della cultura come strumento di investimento e non come voce di spesa.

  Mirella EMILIOZZI (M5S), relatrice, precisa che il rappresentante del Governo si è impegnato a fornire chiarimenti in una seduta successiva.

  Simone BILLI, presidente, auspicando una proficua collaborazione tra maggioranza e opposizione su un tema che deve essere considerato per sua natura bipartisan, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.30.

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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 27 febbraio 2019. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Guglielmo Picchi.

  La seduta comincia alle 15.05.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni.
Doc. XXII, n. 17 Palazzotto e altri.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Marta GRANDE, presidente, ricordando che il provvedimento è inserito nel programma dei lavori dell'Aula per il prossimo mese di marzo, segnala che il 25 febbraio è stata annunciata sulla medesima materia la presentazione di una proposta di inchiesta parlamentare d'iniziativa dei deputati De Carlo ed altri, che potrà essere oggetto di abbinamento non appena assegnata.

  Sabrina DE CARLO, relatrice, ricorda che il 3 febbraio 2019 sono trascorsi tre anni da quando il corpo di Giulio Regeni venne ritrovato, martoriato, in una strada di periferia nei pressi del Cairo.
  Sottolinea che, da allora, è iniziata una lunga e complessa indagine tra Egitto e Italia, sostenuta dalle tante manifestazioni di solidarietà verso la coraggiosa famiglia del giovane ricercatore friulano, espresse, nelle piazze o tramite i social, al fine di chiedere verità e giustizia sulla sua morte.
  Rileva che negli ultimi due anni sono pervenute da parte del Governo, degli investigatori e dei media egiziani versioni controverse su cosa sia successo realmente a Giulio ma, soprattutto, tali versioni non hanno ancora fatto piena luce su nessuno dei punti fondamentali, ovvero su chi lo ha torturato, chi lo ha ucciso, chi lo ha tradito e chi protegge i suoi assassini.
  La Camera dei deputati, per impulso del Presidente Roberto Fico, si è coraggiosamente attestata su una linea di ricerca assoluta della verità, nella consapevolezza che questa battaglia per la verità vale sempre più di qualsiasi altra riflessione di convenienza politica. Questa di campo si è concretizzata nella decisione, adottata con l'assenso di tutti i gruppi rappresentati alla Camera dei deputati, di sospendere le relazioni dell'Assemblea con il Parlamento egiziano a causa di mancati i progressi delle indagini sulla morte di Giulio Regeni.
  Ricorda che l'appello per accertare le responsabilità sull'assassinio è stato raccolto anche dal Parlamento europeo che il 13 dicembre scorso ha adottato una risoluzione nella quale si riafferma l'impegno dell'Assemblea a esercitare pressioni sulle autorità dell'UE affinché si attivino con le loro controparti egiziane a accertare la verità sulla morte del giovane studioso. Gli eurodeputati ricordano anche che l'Egitto ha nuovamente respinto la richiesta della Procura italiana di identificare gli agenti coinvolti nella scomparsa e morte.
  Il Presidente Fico, con una lettera indirizzata ai suoi omologhi dei Parlamenti degli Stati dell'UE il 23 gennaio scorso, ha quindi sollecitato «concreti gesti di solidarietà da parte delle Assemblee parlamentari dei Paesi europei» per contribuire al percorso di ricerca della verità e giustizia per questa tragica vicenda.
  Facendo seguito a quanto già segnalato dalla presidente Grande, fa presente di essere prima firmataria di una proposta di inchiesta parlamentare vertente sulla medesima materia che auspica possa essere quanto prima assegnata alla Commissione e abbinata, al fine di testimoniare l'impegno e la sensibilità del gruppo M5S su una vicenda lacerante e irrisolta per il nostro Paese.
  Quanto alla proposta in esame – già presentata nel corso della XVII legislatura – essa si colloca coerentemente all'interno di questo sforzo, italiano ed europeo, di ricerca della verità e della giustizia per Pag. 52Giulio: essa non intende sovrapporsi al lavoro attento e scrupoloso della magistratura italiana, che con sforzo enorme sta cercando di ricostruire le dinamiche e le responsabilità dell'assassinio malgrado la carente collaborazione da parte degli interlocutori egiziani, i depistaggi e gli ostacoli incontrati, ma intende ricostruire la verità storica e politica di quei tragici avvenimenti, riaffermando il primato dei princìpi di libertà e di giustizia su cui si fonda la nostra democrazia.
  Venendo ai contenuti della proposta, rileva che l'articolo 1 prevede l'istituzione di una commissione monocamerale d'inchiesta, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, di durata annuale, con il compito di accertare le responsabilità relative alla morte di Giulio Regeni e le motivazioni che hanno portato a tale omicidio, nonché di ricostruire in maniera puntuale le circostanze che hanno portato al suo assassinio. La Commissione, al termine dei propri lavori, presenta una relazione alla Camera dei deputati sul risultato dell'inchiesta.
  L'articolo 2 stabilisce che la Commissione sia composta da 20 deputati, nominati dal Presidente della Camera in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari e assicurando comunque la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare. Si definiscono, inoltre, i criteri per l'elezione dei membri dell'ufficio di presidenza della Commissione.
  L'articolo 3 definisce i poteri e i limiti della Commissione, che procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria, ha facoltà di acquisire copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti o relativi a indagini e inchieste parlamentari, anche se coperti da segreto. Per il segreto di Stato e per i segreti d'ufficio, professionale e bancario trovano applicazione le norme vigenti. La Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza e stabilisce quali atti o documenti non devono essere divulgati.
  L'articolo 4 obbliga i componenti la Commissione, il personale addetto alla stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione e chi compie o concorre a compiere atti di inchiesta, oppure ne viene a conoscenza per ragioni d'ufficio o di servizio, al segreto per tutto quanto riguarda gli atti e i documenti di cui all'articolo 3, commi 3 e 6. La violazione dell'obbligo, nonché la diffusione, in tutto o in parte, anche per riassunto o informazione, di atti o documenti del procedimento d'inchiesta dei quali è stata vietata la divulgazione sono punite ai sensi della legislazione vigente.
  Infine, l'articolo 5, comma 1, prevede che l'attività e il funzionamento della Commissione siano disciplinati da un regolamento interno approvato dalla medesima Commissione. Le sedute sono pubbliche, tuttavia la Commissione può deliberare di riunirsi in seduta segreta. Il comma 2 prevede che la Commissione possa avvalersi di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie, di soggetti interni o esterni all'Amministrazione dello Stato autorizzati, ove occorra e con il loro consenso, dagli organi a ciò deputati e dai ministeri competenti. Il numero massimo di collaborazioni di cui può avvalersi la Commissione è stabilito dal regolamento interno della Commissione.
  Osserva che per lo svolgimento delle sue funzioni, la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dal Presidente della Camera dei deputati. Il comma 4 prevede, per il funzionamento della Commissione, una spesa massima di 100 mila euro, posta a carico del bilancio interno della Camera dei deputati.
  Nell'auspicare pertanto un rapido iter di esame del provvedimento, si appella alla sensibilità dei gruppi di maggioranza e di opposizione, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del presidente Al Sisi, affinché l'esame del provvedimento possa svolgersi in un clima di pacata collaborazione nell'esigenza di tutelare l'impegno e la sicurezza dei difensori dei diritti umani che si sono spesi e si spendono senza sosta Pag. 53perché la verità possa emergere e innanzitutto per rispettare la memoria di Giulio e il dolore della sua famiglia.

  Paolo FORMENTINI (Lega), considerata la rilevanza della materia, sottolinea l'opportunità che la Commissione svolga approfondimenti conoscitivi mediante l'audizione di soggetti rilevanti, tra i quali cita il Procuratore della Repubblica di Roma, dottor Giuseppe Pignatone, e deliberando, se del caso, anche sedute segrete.

  Laura BOLDRINI (LeU) ringraziando la relatrice, sottolinea l'urgenza di approvare la proposta di esame, al fine di accertare le circostanze che hanno portato all'uccisione di Giulio Regeni, giovane ricercatore, appassionato e coraggioso. Evidenzia che in questa vicenda è in gioco la credibilità e la dignità del nostro Paese, dal momento che il nostro connazionale è stato torturato e ucciso non da una banda di criminali comuni, ma da esponenti degli apparati di sicurezza di un Paese – l'Egitto – che credevamo amico. Ancor più grave, a suo avviso, è il comportamento delle autorità egiziane successivo al delitto, segnato da depistaggi, omissioni, carenze di collaborazione, atti intimidatori anche nei confronti del legale della famiglia Regeni. Nei giorni scorsi si è peraltro celebrato a Il Cairo il vertice Unione europea-Lega araba, nel corso del quale il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha avuto un colloquio bilaterale con il Presidente egiziano Al Sisi che, a quanto si è appreso da fonti di stampa, si sarebbe focalizzato su temi di interesse comune, in particolare nel settore energetico e della politica degli armamenti, e solo a margine avrebbe trattato la vicenda Regeni. Rileva che, sulla base della propria esperienza istituzionale, questo approccio dimostra che la richiesta di verità sull'uccisione di Giulio non costituisce, per il Governo, una pre-condizione per articolare i rapporti con l'Egitto, riducendosi ad un rituale stanco e inefficace. Esprime apprezzamento, al contrario, per la decisione del Presidente Fico di sospendere le relazioni con il Parlamento egiziano, decisione che segna una presa di posizione netta e senza precedenti. Segnala, inoltre, che in Egitto è entrata in vigore una riforma costituzionale che garantisce ad Al Sisi la permanenza al vertice del Paese almeno fino al 2034, ulteriore conferma delle gravi criticità che caratterizzano il sistema politico egiziano, già evidenziate dall'inaccettabile numero oppositori del regime soggetti a detenzioni arbitrarie. Ribadendo che la tutela dei diritti umani non può mai e in alcun modo essere subordinata agli interessi economici e commerciali, esprime profondo dissenso per la proposta del collega Formentini di organizzare preliminarmente un ciclo audizioni: a suo avviso, si tratta di una tattica dilatoria volta a ritardare l'istituzione della commissione d'inchiesta, che potrà utilmente audire tutti i soggetti che si vorranno segnalare.

  Ivan SCALFAROTTO (PD), associandosi alle considerazioni della collega Boldrini, sottolinea che la commissione d'inchiesta è dotata dei poteri dell'autorità giudiziaria, e dunque potrà svolgere un'attività conoscitiva e di indagine molto più efficace e ficcante delle ordinarie audizioni in sede di Commissione. L'istituzione di tale commissione, peraltro, potrebbe dare nuovo impulso alla ricerca della verità sull'uccisione di Giulio Regeni, i cui ultimi momenti di vita devono essere stati terribili considerato lo stato penoso in cui è stato ritrovato il suo corpo. Dissente dalla collega Boldrini sulla valutazione della scelta del Presidente Fico di sospendere le relazioni parlamentari con l'Egitto, quale sintomo di una dicotomia interna al Movimento 5 Stelle che persegue l'obiettivo giusto con lo strumento sbagliato: riconoscendo che si tratta di un gesto forte ed inedito, sottolinea che la politica estera esula dalle competenze del Presidente della Camera e rischia di essere controproducente rispetto all'attività svolta dal Governo con gli interlocutori egiziani, tanto più considerato che l'altro ramo del Parlamento non ha assunto iniziative analoghe. In altri termini, si tratta, a suo avviso, di un gesto irresponsabile e propagandistico, da cui potrebbero derivare Pag. 54danni per il Paese. Il Movimento 5 Stelle, essendo parte della coalizione di maggioranza, non ha bisogno di simili manovre ma dovrebbe, se lo ritiene, indirizzare l'azione del Governo nella direzione di una rottura delle relazioni diplomatiche tra l'Italia e l'Egitto senza utilizzare in modo improprio la terza carica dello Stato. Ritiene che l'iniziativa assunta sia sintomatica di una mera volontà propagandistica cui non si accompagna la capacità di fare davvero leva sull'azione del Governo. Si dichiara, infine, contrario alla richiesta di audizioni avanzata dal collega Formentini, che denota una chiara tattica dilatoria volta a ritardare l'approvazione della proposta in esame.

  Erasmo PALAZZOTTO (LeU), nel riconoscere la serietà e la delicatezza della materia in questione, sottolinea che è dovere morale delle istituzioni adoperarsi per restituire alla famiglia Regeni verità e giustizia. Ricorda le recenti dichiarazioni del Procuratore Pignatone, che ha denunciato la scarsa collaborazione delle autorità egiziane nelle attività di indagine: l'istituenda commissione d'inchiesta potrebbe dunque promuovere azioni incisive, volte a riaffermare l'autorevolezza del nostro Paese rispetto alla controparte egiziana, sia pure nella consapevolezza degli importanti interessi geostrategici ed economici in gioco. Ricorda che la prima proposta di legge per l'istituzione di una commissione d'inchiesta sul caso Regeni è stata presentata nel giugno 2016 e che nella scorsa legislatura il tema è stato oggetto di un ampio e approfondito dibattito: pertanto, sottolinea la necessità di procedere rapidamente all'approvazione della proposta, evitando scelte strumentali e dilatorie quali la richiesta di audizioni preliminari. Ribadisce che, nelle relazioni bilaterali, la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali deve sempre prevalere sugli questioni di carattere economico: pertanto, a suo avviso non è accettabile che il Parlamento abbia a lungo dibattuto sulla situazione in Venezuela e non si sia interessato all'evoluzione del regime in Egitto che, tanto più all'indomani della riforma costituzionale citata dalla collega Boldrini, è assimilabile alle peggiori dittature del mondo, al pari della Corea del Nord e dell'Eritrea. Sottolinea che gli ultimi tre Governi si sono di fatto consegnati al presidente Al Sisi, senza mai chiedere un vertice bilaterale incentrato solo sul caso Regeni. Evidenzia che l'istituzione della commissione d'inchiesta costituirebbe il seguito naturale della scelta del Presidente Fico di sospendere le relazioni con il Parlamento egiziano e che la tattica dilatoria dell'onorevole Formentini è del tutto analoga a quella utilizzata oggi dalla Lega in sede di conferenza dei presidenti di gruppo. Conclusivamente, auspica un iter rapido di approvazione del provvedimento in esame, come gesto di concreta solidarietà e vicinanza alla famiglia Regeni, per restituire dignità al nostro Paese e non mortificare la memoria di Giulio.

  Marta GRANDE, presidente, avverte che le richieste di audizioni saranno valutate in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Laura BOLDRINI (LeU), pur concordando con il collega Scalfarotto circa il rischio che la scelta del Presidente Fico possa compromettere l'azione del Governo nei rapporti con l'Egitto, ribadisce il suo personale sostegno a tale scelta, che risulta essere stata accettata, sia pure tacitamente, da tutti i gruppi della Camera. Evidenzia la necessità di essere coerenti e conseguenti con tale decisione, garantendo tempi certi per l'esame della proposta di istituzione della commissione d'inchiesta.

  Yana Chiara EHM (M5S), ricordando di aver dedicato la sua prima pubblicazione da ricercatrice universitaria presso la prestigiosa università Saint Andrews proprio alla tragica vicenda di Giulio, sottolinea che a tre anni di distanza dalla sua uccisione non sono stati fatti i necessari progressi nell'accertamento della verità e che, pertanto, la proposta di una commissione d'inchiesta risulta quanto meno tardiva.

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  Ivan SCALFAROTTO (PD) sottolinea che le attuali forze di maggioranza devono assumersi la responsabilità dei mancati progressi in merito alla vicenda Regeni, evitando di scaricare le colpe sugli esecutivi precedenti, e devono impegnarsi per attivare tutti gli strumenti che possono essere utili a questo scopo, inclusa la commissione d'inchiesta. A suo avviso, ciò che manca è l'unità di intenti tra le forze di maggioranza, come dimostrato dal comportamento della Lega, che ha un chiaro intento dilatorio. Auspica quindi che possano ritrovare una linea coerente e coesa, sollecitando il Governo ad adottare azioni forti e determinate nei confronti dell'Egitto e non misure di tipo propagandistico come quella messa in atto dal Presidente Fico.

  Erasmo PALAZZOTTO (LeU) invitando i colleghi a preservare toni pacati su un tema così delicato, rileva che la diplomazia parlamentare può svolgere un ruolo importante, anche se segue una direttrice diversa da quella dell'Esecutivo, come nel caso del Presidente Fico. Ribadisce che la linea dell'attuale Governo non è dissimile da quella dei precedenti, che hanno sempre privilegiato la tutela dei rapporti economici e commerciali con l'Egitto alla ricerca della verità sull'uccisione di Giulio

  Cristian ROMANIELLO (M5S) esprime apprezzamento per gli interventi di tutti i colleghi, ad eccezione dell'onorevole Scalfarotto che, a suo avviso, strumentalizza la morte di un giovane ricercatore per attaccare la maggioranza e il Governo. Sottolinea, inoltre, che il gruppo del Movimento 5 Stelle ha sempre garantito massimo sostegno e piena solidarietà alla famiglia di Giulio.

  Ivan SCALFAROTTO (PD), intervenendo per fatto personale in risposta al collega Romaniello, evidenzia che l'obiettivo del suo agire politico come deputato di opposizione non è ingraziarsi la maggioranza, ma esercitare una doverosa azione di controllo e far emergere le eventuali incongruenze che possano emergere nella coalizione di governo. Sottolinea che, peraltro, tale approccio è lo stesso tenuto dal Movimento 5 Stelle nella scorsa legislatura.

  Maurizio LUPI (Misto-NcI-USEI), invitando a mettere da parte ogni polemica, si dichiara favorevole a procedere ad approfondimenti istruttori a patto che servano a valutare effettivamente l'opportunità di una commissione d'inchiesta e non abbiano una finalità dilatoria. In tal senso, si associa alla richiesta di garantire tempi certi per l'esame del provvedimento, tanto più in considerazione delle deliberazioni assunte dalla Conferenza di presidenti di gruppo.

  Paolo FORMENTINI (Lega) ribadisce l'opportunità di un approfondimento preliminare, avanzando la richiesta di audire, oltre al Procuratore Pignatone, anche l'Ambasciatore d'Egitto in Italia e l'Ambasciatore d'Italia in Egitto.

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.55 alle 16.05.