CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 dicembre 2018
119.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 166

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 27 dicembre 2018. — Presidenza del presidente Sergio BATTELLI.

  La seduta comincia alle 14.05.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 e relativa nota di variazioni.
C. 1334-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato e C. 1334/II Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Relazione favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Sergio BATTELLI, presidente, avverte che la Commissione è chiamata ad esaminare il disegno di legge recante «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 con la relativa nota di variazioni», approvato dalla Camera e modificato dal Senato. Ricorda che, nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 19 dicembre scorso, si è convenuto di svolgere l'esame in un'unica seduta, e che tutti i gruppi hanno rinunziato alla fissazione del termine per la presentazione degli emendamenti presso la XIV Commissione, conformemente ai precedenti di esame in Commissione della legge di bilancio in terza lettura. Segnala, inoltre, che l'inizio della discussione in Assemblea del provvedimento è previsto per domani, 28 dicembre, alle ore 9.30 e che, pertanto, le Commissioni competenti in sede consultiva dovranno riferire alla Commissione bilancio in tempo utile da consentire a quest'ultima di conferire il mandato ai relatori entro la giornata odierna. Ricorda altresì che, in occasione dell'entrata in vigore della riforma della legge di contabilità e finanza pubblica, la Presidenza della Camera, ha trasmesso ai Presidenti delle Commissioni permanenti, con lettera del 25 ottobre 2016, un documento in cui sono state individuate alcune linee guida di carattere procedurale, che costituiscono Pag. 167un valido ausilio nell'applicazione delle disposizioni del Regolamento della Camera dei deputati, come interpretate nel parere della Giunta per il Regolamento del 14 luglio 2010, soprattutto per quanto riguarda le modalità di esame del disegno di legge di bilancio nelle Commissioni nonché i criteri sulla emendabilità dello stesso alla luce della mutata disciplina contabile. In particolare, come chiarito dalle citate linee guida, tutte le disposizioni regolamentari aventi ad oggetto l'esame del disegno di legge finanziaria e del disegno di legge di bilancio devono intendersi riferite, rispettivamente, alla prima e alla seconda sezione del disegno di legge di bilancio. Per quanto riguarda le parti di competenza della Commissione, contenute nella seconda sezione, evidenzia che saranno esaminate, in particolare, le parti, modificate dal Senato della Repubblica, della Tabella 2 relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze di competenza della Commissione (Missione 3 – L'Italia in Europa e nel Mondo, Programma 3.1 – Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE). Fa presente che l'esame si concluderà con l'approvazione di una relazione sulle parti di competenza del disegno di legge di bilancio e con la nomina di un relatore e che potranno essere presentate relazioni di minoranza. Ricorda che la relazione approvata dalla Commissione e le eventuali relazioni di minoranza saranno trasmesse alla Commissione bilancio e che i relatori per la maggioranza e, eventualmente, di minoranza potranno partecipare ai lavori della Commissione bilancio per riferire circa i lavori svolti presso la Commissione di settore. Dà quindi la parola alla relatrice, deputata Conny Giordano, per l'illustrazione della sua relazione.

  Conny GIORDANO (M5S), relatrice, ricorda che, come ha già avuto modo di precisare nel corso della relazione sul testo del disegno di legge di bilancio esaminato in prima lettura, i profili di competenza della Commissione sono contenuti principalmente nella seconda sezione e in particolare nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze che ricomprende la Missione 3 – L'Italia nell'Europa e nel mondo con l'annesso programma 3.1 – Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE. Segnala che tale programma, risulta modificato, a seguito della rimodulazione effettuata nel corso dell'esame presso il Senato con particolare riferimento al finanziamento del Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie, in termini di competenza e cassa, con una riprogrammazione delle risorse che porta ad una riduzione di 850 milioni di euro per l'anno 2019, che trova compensazione con un successivo incremento di 150 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024 e di 100 milioni di euro per l'anno 2025. Evidenzia che, a seguito di tali modifiche, lo stanziamento complessivo del predetto fondo risulta pari a 1.750 milioni nel 2019, 2.150 milioni nel 2020 e 4.150 milioni nel 2021.
  Con riferimento alle norme contenute nella prima sezione, svolge alcune considerazioni di carattere generale, non rientrando le medesime nelle competenze dirette della XIV Commissione. Sottolinea che, com’è noto, il Senato ha approvato significative modifiche al testo della manovra, alla luce dell'interlocuzione che il Governo ha avuto con la Commissione europea. In proposito, richiama le norme che regolano tali fasi a livello europeo. In tal senso, ricorda che l'articolo 119 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) stabilisce che la politica economica dell'Unione europea e degli Stati membri è fondata sullo stretto coordinamento, sul mercato interno e sulla definizione di obiettivi comuni e che l'articolo 121 TFUE, conseguentemente, statuisce che le politiche economiche dei singoli Paesi membri sono materie di comune interesse. In tale contesto, il Consiglio dell'Unione europea – sulla base di relazioni predisposte dalla Commissione europea – ha il compito di osservare e di sorvegliare che le diverse politiche economiche dei singoli Paesi membri convergano verso gli obiettivi comuni. A tal fine, gli Stati membri trasmettono alla Commissione Pag. 168europea le informazioni relative alle misure di rilievo adottate nell'ambito della loro politica economica. Rammenta altresì che l'articolo 121, paragrafo 4, prevede le procedure applicabili quando la Commissione ravvisi nelle decisioni nazionali di politica economica elementi e finalità non coerenti con gli obiettivi comuni o che rischino di compromettere il buon funzionamento dell'unione economica e monetaria. Ricorda inoltre che l'articolo 126 TFUE concerne uno specifico elemento che nei Trattati è ritenuto foriero di instabilità: i disavanzi di bilancio eccessivi, i quali sono pertanto vietati. Per disavanzo eccessivo d'intende uno scostamento rilevante da valori di riferimento su due indici, il deficit annuale e lo stock di debito. Il Protocollo 12 fissa i valori massimi consentiti di questi indici, rispettivamente, nel 3 per cento sul PIL per il deficit; e nel 60 per cento sul PIL per il debito. Osserva che disposizioni di attuazione dell'articolo 121 sono contenute nei regolamenti UE 1176 del 2011 e 473 del 2013. In particolare, nell'articolo 7 del regolamento 473 del 2013 è prescritto che entro il 15 ottobre di ogni anno i Paesi membri inviino alla Commissione europea il progetto di bilancio che rende su di esso un parere, al massimo entro il 30 novembre. A seguito della trasmissione del nuovo progetto di bilancio la Commissione europea rende un nuovo parere. In esito a questa procedura, precisa che, se la Commissione europea perviene alla conclusione che vi sia stata violazione di questi parametri, può essere intrapresa la procedura di infrazione. Segnala che al termine di un'intensa interlocuzione tra il Governo e la Commissione europea è stato raggiunto un accordo per il 2019. Ricorda infatti che il 18 dicembre 2018 il Governo ha comunicato alla Commissione europea le misure emendative al progetto di legge di bilancio 2019 che aveva intenzione di sottoporre al Parlamento al fine di venire incontro ai rilievi formulati dalla Commissione medesima con il parere del 21 novembre. Evidenzia, in particolare, che il Governo rivede le stime per la crescita del PIL per il 2019 dall'1,5 per cento all'1 per cento. Inoltre, il deficit nominale in rapporto al PIL per il 2019 è ridotto dal 2,4 per cento al 2,04 per cento, con la previsione dell'1,8 per cento nel 2020 e dell'1,5 per cento nel 2021. Ciò significa che il peggioramento del deficit strutturale per il 2019 è ridotto dallo 0,8 per cento originario a zero. Descrive, quindi, le principali misure che hanno consentito di conseguire tali nuovi obiettivi di finanza pubblica. Segnala, più specificamente, che grazie ad un'attività di affinamento delle misure finanziate con la legge di bilancio, al fine di prevederne l'esatta portata, è stato possibile rivedere l'onere annuo delle misure di cui al Fondo per il reddito di cittadinanza e a quello per gli interventi pensionistici, la cosiddetta «quota 100». Aggiunge, inoltre, che sono state introdotte misure di contenimento della spesa pensionistica, che consistono nel raffreddamento dell'indicizzazione dei trattamenti pensionistici di più cospicuo importo e che accanto a questo raffreddamento è previsto un intervento sulle cosiddette pensioni d'oro che comportano una diminuzione dei trattamenti più elevati attraverso la previsione di un contributo di solidarietà temporaneo e progressivo per scaglioni di reddito. Evidenzia, inoltre, che sono stati quantificati gli effetti dell'utilizzo da parte delle regioni delle risorse già stanziate nei programmi cofinanziati dall'Unione europea nell'ambito dei fondi strutturali. Segnala, quindi, che sono previste dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico e che, ancora sul lato dell'entrata, è prevista la revisione delle clausole di salvaguardia IVA per gli anni 2020 e 2021, l'istituzione di un'imposta sui servizi digitali, l'abrogazione del credito di imposta per le deduzioni forfettarie IRAP, e che, inoltre, si prevedono l'abrogazione del credito di imposta per coloro che compiono investimenti in nuovi beni strumentali, l'aumento del PREU e la riduzione delle percentuali minime di pay-out. Osserva che sul versante di ulteriori risparmi di spesa vengono rinviate le assunzioni di quanti attendevano la presa di servizio, per concorsi già vinti, al 15 novembre 2019 e, peraltro, che esse vengono limitate al Pag. 169solo turn-over ordinario rispetto all'anno precedente. Sottolinea, quindi, che considerate tali misure, il Governo ha chiesto alla Commissione europea una nuova valutazione sul progetto di legge di bilancio italiano e che, in conseguenza di ciò, il 19 dicembre 2018 la Commissione europea ha risposto al Governo evidenziando come l'adozione delle suddette misure permetterebbe, almeno in questa fase, di non raccomandare l'avvio di una procedura per disavanzo eccessivo. Per tali ragioni, si riserva fin d'ora di proporre alla Commissione di approvare una relazione favorevole per la Commissione bilancio.

  Augusta MONTARULI (FdI) segnala che in V Commissione bilancio è stato richiesto lo svolgimento dell'audizione del Ministro Tria e che in un primo momento è stato assicurato che sarebbe stato possibile svolgerla. Successivamente, da notizie di stampa, si è appreso che l'audizione non avrà luogo. Considerati i tempi ristretti dedicati all'esame del provvedimento, che è stato profondamente modificato al Senato e che contiene importanti disposizioni in tema di dismissione di parte del patrimonio pubblico, ritiene che senza la predetta audizione, i commissari non siano posti in condizione di rendere il parere.

  Piero DE LUCA (PD) si associa alle valutazioni della deputata Montaruli sul metodo seguito, ricordando altresì che anche il gruppo PD in Commissione bilancio ha avanzato la proposta di svolgere l'audizione del Ministro Tria e ha chiesto che la pubblicità dei suoi lavori fosse assicurata attraverso la trasmissione sul Web TV della Camera, ma che tale proposta non è stata accolta. Osserva che, a suo avviso, la Commissione è chiamata ad esaminare una nuova legge di bilancio, rispetto al testo esaminato in prima lettura, e che non ci sono le condizioni per rendere il parere in quanto la tempistica seguita non ha reso possibile un serio esame del provvedimento. Preannuncia quindi l'intenzione di presentare una relazione di minoranza. Sottolinea in particolare che ciò che è accaduto nelle ultime settimane e sta accadendo in queste ore è qualcosa di estremamente grave e inedito. Infatti, a sua memoria, mai era successo, nella storia dell'Italia repubblicana, che le istituzioni parlamentari fossero spogliate in modo così plateale del loro ruolo considerato che quello all'esame è un disegno di legge di bilancio il cui testo è stato stravolto, rispetto a quello che aveva ottenuto la fiducia della Camera dei deputati. In tal senso, ricorda che i saldi sono stati cambiati dopo una tormentata trattativa con l'Unione europea che ha smascherato, a suo avviso, l'improvvisazione e l'irresponsabilità con cui si è giocato con i numeri pur di portare avanti un'operazione di pura propaganda attorno a misure tuttora aleatorie come il reddito di cittadinanza e la «Quota 100» in materia di pensioni. Sottolinea che l'attuale testo non è stato, di fatto, esaminato dal Senato, considerando che il testo è stato votato direttamente dall'Assemblea del Senato senza che sia stato esercitato il dovuto e consapevole controllo sui contenuti e sul nuovo quadro programmatico di finanza pubblica in sede di Commissione. Stigmatizza che si voglia ripetere la stessa procedura anche alla Camera, calpestando le prerogative dei deputati e senza, a suo avviso, il minimo rispetto delle istituzioni democratiche con una marcia a tappe forzate che ritiene serva soltanto a nascondere la confusione e i ritardi con cui il Governo si è mosso in tutti questi mesi. Rileva, inoltre, che si sceglie di procedere in tal modo a pochissimi giorni dalle parole del Presidente della Repubblica che del Parlamento ha ribadito la centralità del ruolo che va rispettato e preservato. Ritiene che ciò rappresenti una procedura inaccettabile che ferisce la democrazia.
  Per quanto attiene le questioni di merito, sottolineate le competenze proprie della Commissione in termini di compatibilità con i profili della normativa europea, rileva che il provvedimento all'esame opera di tagli rilevanti al fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie: ricorda infatti che il Senato ha tagliato tale fondo per 850 milioni di euro Pag. 170nel 2019. Rileva che tali risorse rappresentavano la quota di cofinanziamento per le spese collegate ai fondi strutturali, i quali ultimi quindi non potranno essere utilizzati pienamente in assenza del predetto cofinanziamento. Ritiene che tale taglio sia inaccettabile, illogico, e che, di fatto, blocchi l'utilizzo dei fondi strutturali per opere che riguardano soprattutto il Mezzogiorno d'Italia. Osserva che aggiunti ai pesanti tagli relativi al fondo di coesione si genera un vero e proprio disastro per il sud del Paese in quanto viene a mancare un sostenuto investimento virtuoso in termini di occupazione. Ricordando che in caso di procedura di infrazione l'Italia dovrebbe accantonare a titolo di garanzia una somma pari allo 0,2 per cento del PIL – procedura che per il momento non è partita –, rileva inoltre che il disegno di legge all'esame stanzia 2 miliardi di euro a titolo di deposito cauzionale, e che quindi nella sostanza è come se la procedura non risultasse scongiurata. Sempre relativamente al merito, segnala che viene previsto un aumento dell'IVA sostanzioso, pari al 25,2 per cento per il prossimo anno, per scongiurare il quale servirebbero 23 miliardi, con un incremento di oltre 9 miliardi rispetto alle clausole di salvaguardia già vigenti il che significa, a suo avviso, incidere negativamente sull'economia delle imprese, anche soprattutto sulle piccole imprese del Nord Italia. Sottolinea che le cifre che ha appena citato sono scritte nella manovra di bilancio all'esame invita la maggioranza a smentirlo sulla loro veridicità.

  Igor Giancarlo IEZZI (Lega) interrompendo il deputato De Luca stigmatizza vigorosamente quanto da lui affermato ritenendo le sue dichiarazioni puramente strumentali.

  Sergio BATTELLI, presidente, prendendo atto che non sussistono le condizioni per proseguire ordinatamente la discussione, concorde la Commissione, sospende brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 14.25, è ripresa alle 14.30.

  Piero DE LUCA (PD) riprendendo il suo intervento con riguardo alle clausole di salvaguardia recanti l'aumento dell'IVA, ricorda che oneri ancora maggiori sono previsti per il 2021 quando l'imposta sul valore aggiunto potrebbe aumentare fino all'aliquota del 26,5 per cento, sottolineando quindi che nel presente provvedimento sono previsti conseguenti coperture che complessivamente impegnano 28 miliardi nel triennio. Ricorda, inoltre, che sono altresì previsti tagli ad altri fondi e che tutte queste misure vanno a detrimento dei cittadini e delle imprese. Assicurando che la battaglia del Partito democratico a favore di questi ultimi soggetti non si fermerà, preannuncia voto contrario sul provvedimento in titolo.

  Simona VIETINA (FI) osserva che le promesse fatte dalla maggioranza relative ad un ristoro economico a favore dei risparmiatori truffati dalle banche costituisce pura propaganda idonea a creare false speranze in quanto la normativa europea spingerà l'Unione europea a bloccare eventuali misure di tal genere. Formula richiesta di svolgere non solo l'audizione del Ministro Tria, come anche richiesto da altri gruppi, ma altresì quella del direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera.

  Sergio BATTELLI, presidente, prendendo atto delle richieste formulate, rileva che i tempi a disposizione della Commissione, fissati alla luce del calendario dei lavori deliberato dalla Conferenza dei Capigruppo e legati anche alle scadenze costituzionale relative all'approvazione del bilancio, non consentono lo svolgimento di audizioni.

  Emanuela ROSSINI (Misto-Min.Ling.) riferendosi a quanto ricordato dalla relatrice circa il ruolo delle istituzioni europee nel caso talune regole procedurali del patto di stabilità dovessero essere violate, e quindi circa l'obbligo della Commissione europea di intervenire a tutela dell'interesse comune degli Stati membri dell'Unione europea, sottolinea che ciò che si è Pag. 171alla fine prodotto non è frutto di recenti accadimenti ma di situazioni conosciute sin dal mese di maggio e che l'intervento della Commissione europea, a partire dal 13 luglio fino ad oggi, non può essere considerato estemporaneo. Se tutto quanto detto è da considerarsi noto, ma solo in questo momento preso in carico dalle forze di maggioranza, ritiene che quanto accaduto debba far riflettere il Governo e la maggioranza al fine di evitare ulteriori danni alla reputazione dell'Italia. Rileva che sarà necessaria un'accorta vigilanza sull'esecuzione delle misure adottate per rientrare nei parametri europei, al fine di assicurare al nostro Paese il ruolo che gli compete nell'Unione europea e coglie l'occasione per invitare tutte le istituzioni e le forze politiche a interrogarsi su che tipo di rapporto intende avere l'Italia con l'Europa. Sottolinea che in questa occasione è necessario ricordare che vi sono almeno due articoli della nostra Costituzione che bisogna rispettare e osservare. In tal senso ricorda quanto disposto dall'articolo 81 sul pareggio di bilancio, dovere imprescindibile del Governo e del Parlamento, e dall'articolo 72 sul procedimento legislativo, che ritiene sia stato in questo caso violato perché le Commissioni non hanno potuto, di fatto, svolgere un'opportuna istruttoria.
  Ribadisce che la manovra è il frutto del lavoro della maggioranza del Governo e non delle decisioni dell'Unione europea: se quest'ultima ha giocato un ruolo nel richiamare l'osservanza dei parametri di bilancio, i tagli e le altre misure previste nella manovra sono frutto delle scelte politiche di Governo e maggioranza, e non di altri. Ritiene peraltro che le scelte economiche effettuate siano esclusivamente passive e non siano idonee a promuovere leve di sviluppo sociale. In tal senso richiama l'attenzione delle forze politiche su talune misure della manovra in esame volte a colpire negativamente il volontariato e che tolgono forza al suo capitale umano. Stigmatizza infatti che sia colpito il terzo settore che invece, a suo avviso, andrebbe sempre appoggiato per la sua capacità di generare coesione sociale. Conclude augurandosi che questo esame di bilancio possa costituire l'occasione per fare un bilancio sui lavori della Commissione. Si augura infatti che dal prossimo gennaio vi sia un atteggiamento maggiormente costruttivo nei suoi lavori e nei confronti dell'Europa anche per condividere una visione di riforma su di essa.

  Giuseppina OCCHIONERO (LeU) si associa alle considerazioni espresse dai colleghi che l'hanno preceduta. Segnala inoltre che quanto stabilito in materia di IRES nei confronti degli enti senza scopo di profitto, di fatto, colpisce i soggetti più deboli. Osserva che le dichiarazioni di diverso tenore della Sottosegretaria Castelli smentiscono il Vicepresidente del Consiglio Di Maio, che ha annunciato di volere rivedere la norma. Osserva che vi sia un'incongruenza che mortifica anche il ruolo dei parlamentari e desta preoccupazione sotto diversi aspetti. Preannuncia quindi voto contrario sul provvedimento titolo.

  Conny GIORDANO (M5S), relatrice, formula una proposta di relazione favorevole (vedi allegato 1).

  Marco MAGGIONI (Lega) preannuncia voto favorevole da parte del suo gruppo alla proposta di relazione presentata dalla relatrice.
  Rileva tuttavia che le dichiarazioni del deputato De Luca costituiscano una specie di mistero. Ricorda infatti che solo poche settimane fa egli sosteneva che l'applicazione della procedura per disavanzi eccessivi di cui all'articolo 126 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea rappresentasse una certezza che avrebbe portato, in assenza dell'azione del Governo, il Paese al disastro. Osserva, invece, che ora che le interlocuzioni tra le istituzioni hanno portato un accordo, nel senso auspicato, sembra che tutto sia sbagliato. È dell'avviso che ciò sia in contraddizione con quanto all'epoca rilevato. Per quanto riguarda le critiche del deputato De Luca circa la previsione di accantonare 2 miliardi di euro da parte della manovra in Pag. 172discussione, rileva che ciò risponda semplicemente ad un principio di prudenza e che le predette somme saranno poi liberamente utilizzabili qualora non servano al predetto scopo precauzionale. Quanto alle clausole di salvaguardia connesse al rischio di un aumento delle aliquote IVA, rileva che fu proprio un Governo guidato dal Partito democratico a introdurle. Osserva inoltre che i parametri definiti dal patto di stabilità sembrano essere flessibili per alcuni ma non per altri, come ad esempio la Francia. Tuttavia segnala che una certa flessibilità è comunque assicurata e che il Governo si è attivato proprio per poterla utilizzare pienamente. Ribadisce quindi che anche se questa legge di bilancio sembra nascere tra i misteri, una certezza si profila all'orizzonte: ritiene infatti che questa Unione europea ha i giorni contati e che il prossimo maggio sorgerà una nuova Unione dove non si discrimineranno singoli Stati membri.

  Piero DE LUCA (PD) preannunciando voto contrario alla proposta della relatrice ricorda al deputato Maggioni che, relativamente alle clausole IVA, fu il Governo di centro-destra guidato da Berlusconi, con la Lega in maggioranza, il primo ad adottarle. Peraltro ricorda che i numeri presenti nella manovra attuale prevedono 9 miliardi di euro in più di IVA e una sua aliquota, se non stabilizzata, al 25,2 per cento per il 2020: in tal senso segnala che questo Governo ha fatto molto peggio anche del Governo Berlusconi. Circa la procedura d'infrazione si dice ben felice che per il momento sia stata evitata. Tuttavia si chiede a quale costo e a quali condizioni ciò sia avvenuto.
  Per quanto riguarda la tempistica seguita per l'approvazione della legge di bilancio, ivi compresi i tempi per le interlocuzioni con l'Europa, osserva che i ritardi non sono addebitabili alla Commissione europea visto che il complesso dell'iter è previsto da precise regole dell'Unione europea. In tal senso ricorda che il dialogo è andato avanti per mesi ma che la proposta di legge di bilancio ne esce stravolta solo ora. Ritiene che poteva essere fatto prima e con un maggiore approfondimento, mentre il risultato attuale è che la manovra attualmente all'esame risulta completamente differente da quella discussa e approvata dalla Camera dei deputati solo qualche settimana fa. Osserva, inoltre, che i 2 miliardi accantonati a titolo di cauzione sono fondi comunque bloccati e ottenuti attraverso tagli di bilancio. Ricorda altresì che, nelle more di queste interminabili interlocuzioni, l'economia del Paese ha subito i notevoli danni di uno spread in salita ed il clima di sfiducia dei mercati internazionali con tutte le conseguenze del caso. Sottolinea che il problema fondamentale è costituito dall'allocazione delle risorse. In tal senso ritiene che i circa 7 miliardi destinati al cosiddetto reddito di cittadinanza per il 2019 rappresentino essenzialmente una misura assistenziale che non produrrà un reale progresso economico e che in definitiva non darà effettive speranze di crescita soprattutto per i giovani meridionali. Richiamando quanto già detto durante i lavori relativi alla prima lettura del disegno di legge di bilancio alla Camera, ribadisce che quanto proposto non va incontro alle esigenze dei giovani, dei cittadini, delle famiglie e delle imprese in quanto dissipa le risorse mobilitate. Sottolinea inoltre che il nuovo disegno di legge di bilancio, come corretto, taglia risorse alle ferrovie, al terzo settore, all'occupazione nella pubblica amministrazione e, in definitiva, e più idoneo a produrre recessione che sviluppo.
  Segnala inoltre che se il Governo ha inteso modificare in modo sostanziale la proposta di legge di bilancio che aveva a suo tempo presentato, questa nuova manovra, che egli ritiene comunque dannosa, rappresenta la prova che la prima era errata persino per chi l'aveva presentata. Conclude riaffermando la sua valutazione contraria circa l'utilizzo delle risorse reperite che finisce per rappresentare una penalizzazione per il Paese.

  Emanuela ROSSINI (Misto-Min.Ling.) in replica alle osservazioni del deputato Maggioni rileva che esse offrono una ricostruzione Pag. 173distorta degli avvenimenti e auspica che tutti avvertano l'importanza di un richiamo al senso di responsabilità. Osserva che, per restare alla metafora dei misteri, è come se non si sappia dove si sta andando e che il Governo sembra essere una nave avvolta nella nebbia guidata da due nocchieri che la dirigono verso direzioni differenti. Conclude esprimendo soddisfazione per la rassicurante presenza da una parte dell'Unione europea, e della nostra appartenenza ad essa, e dall'altra del Presidente della Repubblica Mattarella e del suo incessante lavoro per la tutela degli interessi delle istituzioni e degli italiani.

  Filippo SCERRA (M5S) osserva che se la manovra fosse stata fatta con i numeri che avevano in mente il Partito democratico e il Governo Gentiloni sarebbe stata piatta e contenente misure non idonee a far risollevare il Paese. Ritiene che nella manovra presentata vi siano misure rivoluzionarie per l'Italia. Tra di esse il reddito di cittadinanza, che rappresenta una misura fondamentale e ad alto moltiplicatore di espansione economica, ricordando che, secondo dati dell'ISTAT, i 7 miliardi ad essa dedicati potranno avere un effetto moltiplicatore pari allo 0,6 per cento del PIL. Sottolinea inoltre che tale misura è volta anche ad affrontare una situazione disastrosa in relazione alla platea di cittadini sotto la soglia di povertà che, ricorda, dal 2010 ad oggi è passata da 2 a circa 5 milioni di persone.
  Altra misura rilevante, ritiene sia quella della cosiddetta «quota 100» volta a risolvere la problematica degli esodati e comunque a rispondere alle esigenze di un'equa età di pensionamento. Peraltro ritiene che quest'ultima misura potrà influire virtuosamente anche sul mercato occupazionale favorendo il ricambio generazionale sui luoghi di lavoro e permettendo ai giovani di prendere il posto di chi va in pensione.
  Sottolinea che nel disegno di legge di bilancio sono anche previsti importanti investimenti per il dissesto idrogeologico, per le assunzioni nella pubblica amministrazione e altri destinati ad altre attività disegnano un nuovo diverso modello di sviluppo. Ricorda in tal senso le risorse destinate all'industria 4.0, alla tecnologia blockchain, e comunque alle forme di innovazione volte al rilancio del Paese nel futuro. Si dice convinto che la manovra, per la quale esprime un sincero moto di orgoglio, costituisca un ragionevole punto di equilibrio tra equità sociale e sviluppo economico dell'Italia.

  Fausto RACITI (PD) replicando ai deputati che hanno voluto sottolineare il mistero dell'attuale situazione segnala che il principale mistero è costituito, a suo avviso, proprio da quando il Governo si sottrarrà dal rispettare le misure prese specialmente in materia di IVA.
  Rileva che è ben strano che il deputato Scerra richiami come misura qualificante della manovra quella relativa alle assunzioni nella pubblica amministrazione quando sono proprio queste ultime ad essere state bloccate per il 2019 e che essa tradisce le aspettative proprio sul punto del superamento del turn over.
  Osserva inoltre che le misure volte al superamento della povertà sono in realtà assai contraddittorie con l'auspicato fine. Ricorda infatti che si blocca l'indicizzazione delle pensioni penalizzando così la parte più debole della popolazione, senza considerare che si tratta di una misura che riduce i redditi. Si associa alle valutazioni espresse circa la non idoneità delle misure proposte a generare una vera crescita economica in quanto esse sono da considerarsi piuttosto assistenzialistiche: sottolinea, infatti, che l'assistenzialismo non genera crescita economica e non contribuisce a creare una stabile occupazione.
  Quanto alle misure relative all'IVA, ritiene che esse colpiscano le parti produttive del Paese, che è così più debole e più tassato, quando invece andrebbero colpite le rendite non i produttori di reddito. Ritiene peraltro che il cosiddetto reddito di cittadinanza costituisca una spesa meramente improduttiva che ricorda quella che in passato è stata destinata ai cosiddetti lavoratori socialmente utili, quasi a Pag. 174voler ricreare un simile fenomeno imprigionando a vita persone rendendole dipendenti dall'assistenza e allontanandole da misure che possano renderle capaci di affrancarsi da una situazione di povertà.

  La Commissione approva la proposta di relazione favorevole formulata dalla relatrice (vedi allegato 1), deliberando altresì di nominare, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, la deputata Giordano quale relatrice presso la Commissione Bilancio.

  Sergio BATTELLI, presidente, avverte che il gruppo del Partito Democratico ha presentato, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, una relazione di minoranza (vedi allegato 2), indicando l'onorevole De Luca quale relatore di minoranza presso la Commissione Bilancio.

  La seduta termina alle 15.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.05 alle 15.15.

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