CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 dicembre 2018
117.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e III)
COMUNICATO
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RISOLUZIONI

  Mercoledì 19 dicembre 2018. — Presidenza del presidente della I Commissione Giuseppe BRESCIA. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale Guglielmo Picchi.

  La seduta comincia alle 15.25.

7-00091 Quartapelle Procopio: Sulla promozione e tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Eritrea.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) illustra la risoluzione in titolo, di cui è prima firmataria, sottolineando come essa sia il frutto di un proficuo lavoro svolto dalla III Commissione nella scorsa legislatura. Rileva che, a fronte del processo di pace tra Eritrea ed Etiopia avviato nel luglio scorso, che occorre sostenere con convinzione, il regime eritreo continua a segnalarsi per le gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali, tanto da meritare l'appellativo di «Corea del Nord dell'Africa».
  Pertanto, la sua risoluzione mira: ad impegnare il Governo italiano a seguire con attenzione la situazione dei diritti umani in Eritrea, anche a livello multilaterale; ad attivarsi, anche in sede di rapporti bilaterali, per favorire la promozione e la tutela dei diritti umani; a sostenere, attraverso gli strumenti della cooperazione, progetti che aiutino le comunità civili eritree nei Paesi confinanti e in Eritrea stessa.
  Ricordando che gli eritrei numericamente rappresentano il secondo gruppo di richiedenti asilo in Italia, sottolinea quindi l'esigenza di assicurare loro la protezione umanitaria fintanto che non vengano garantite le libertà civili e, soprattutto, non venga abolita la coscrizione militare obbligatoria nel loro Paese.

  Laura BOLDRINI (LeU), associandosi all'auspicio della collega Quartapelle Procopio affinché l'Italia supporti il processo di pace in atto, anche in ragione dei legami storici del nostro Paese con il Corno d'Africa, osserva che, mentre in Etiopia è in atto un concreto processo di democratizzazione, che ha portato alla revoca dello stato di emergenza e alla legalizzazione dei gruppi di opposizione, in Pag. 6Eritrea persiste un regime oppressivo, che conculca i diritti fondamentali, impone detenzioni arbitrarie e la coscrizione obbligatoria. Auspica quindi che le commissioni territoriali che istruiscono le pratiche dei richiedenti asilo valutino con attenzione, e caso per caso, le richieste dei cittadini eritrei, garantendo loro la protezione sulla base della Convenzione di Ginevra o, in alternativa, assicurando forme di protezione sussidiaria, alla luce delle disposizioni introdotte dal cosiddetto «decreto Salvini».
  Concordando con l'esigenza che l'Italia si impegni nell'azione di supporto al processo di democratizzazione e di institution building, ribadisce come la situazione in Eritrea in materia di diritti umani sia ancora estremamente critica, nonostante la revoca del regime di sanzioni.

  Mirella EMILIOZZI (M5S), preannunciando la presentazione di una risoluzione da parte del suo gruppo sullo stesso tema, si associa all'auspicio che il Governo italiano continui a seguire da vicino il processo di pace nella regione, nonché il percorso di democratizzazione dell'Eritrea, promuovendo forme di cooperazione politica ed economica.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), esprimendo apprezzamento per la disponibilità manifestata dalla deputata Emiliozzi, auspica si giunga a definire un testo condiviso che preveda anche l'impegno a promuovere l'attività delle organizzazioni multilaterali operanti in Eritrea.
  Nel sottolineare come, allo stato attuale, il regime eritreo sia sostanzialmente una dittatura, che non prevede una costituzione, un parlamento e una magistratura o autorità indipendenti, ribadisce la richiesta che le autorità italiane garantiscano la protezione internazionale ai richiedenti asilo di cittadinanza eritrea, tanto più in considerazione del fatto che l'Italia è stata eletta, lo scorso ottobre, nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

  Paolo FORMENTINI (Lega), esprimendo la convinzione che il Governo italiano sarà rigoroso nel chiedere alle autorità eritree il rispetto dei diritti umani, ritiene che l'Esecutivo intenda seguire con grande attenzione l'evoluzione degli eventi nella regione, anche in considerazione dei significativi flussi di migranti proveniente dai Paesi interessati e che, auspicabilmente, dovrebbero essere messi in condizione di tornare a vivere e prosperare nella loro terra di origine.

  Gennaro MIGLIORE (PD) rileva preliminarmente come il problema delle migrazioni determinate da situazioni di violazione dei diritti umani non possa certo essere risolto ignorando tali situazioni. Osserva come la dittatura di Afewerki non possa essere contrastata se non a livello internazionale, in quanto non vi sono le condizioni per una efficace opposizione interna, e ricorda il coinvolgimento di esponenti del regime nel traffico di esseri umani. Sottolinea la gravità, sotto il profilo della violazione dei diritti umani, della coscrizione obbligatoria a tempo indeterminato, che viene utilizzata non soltanto a fini militari, ma anche quale mezzo di reclutamento di manodopera a basso costo per la realizzazione di infrastrutture, rilevando come il regime dell'Eritrea, per il suo carattere illiberale, possa essere considerato secondo soltanto a quello della Corea del Nord.
  Considera pertanto grave l'ipotesi di un disimpegno dell'Italia e di un mutamento degli orientamenti finora seguiti per quanto concerne il riconoscimento del diritto di asilo, anche in considerazione delle responsabilità storiche del nostro Paese nei confronti dell'Eritrea. Esprime perplessità sulla reale possibilità di un'evoluzione della situazione in senso democratico e ritiene opportuno al riguardo acquisire, anche attraverso audizioni, elementi di informazione, dai rappresentanti degli eritrei che hanno lasciato il Paese. Richiama conclusivamente l'attenzione sulla delicatezza del tema, in quanto le decisioni che verranno assunte produrranno effetti concreti e immediati nei confronti degli oppositori al regime.

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  Giuseppe BRESCIA (M5S), presidente, nel rilevare come la proposta di procedere ad audizioni avanzata dal deputato Migliore potrà essere valutata dagli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.50.