CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 novembre 2018
101.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 63

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 28 novembre 2018. — Presidenza del presidente Claudio BORGHI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Massimo Garavaglia.

  La seduta comincia alle 14.40.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.
C. 1334 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 27 novembre 2018.

  Claudio BORGHI, presidente, comunica che la deputata Masi sottoscrive la proposta emendativa Liuzzi 13.03; il deputato Cannizzaro sottoscrive le proposte emendative Martino 3.1 e 14.15, Mandelli 8.11, 10.6, 21.56 e 36.018, Sandra Savino 9.10 e 10.8, Gelmini 10.18 e 10.19, Porchietto 10.17 e 13.10, Paolo Russo 10.2, Fiorini 10.13, Barelli 11.31, Sozzani 11.30, Cattaneo 12.01, Bond 13.5, Fiorini 13.3, Zanella 14.11 e 14.12, D'Attis 14.8, 14.20, 15.19, 19.067 e 28.48, Brunetta 14.058, Brambilla 14.012, Paolo Russo 15.18, 17.23, 21.053, 36.015, 36.022 e 40.45, Pella 17.7 e 18.2, Silli 19.50, Polverini 19.071, Calabria 19.036, Palmieri 021.02, Polverini 2.41, Polverini 21.44, Zangrillo 21.45, Germanà 21.59, Fatuzzo 21.067, Carfagna 21.0127, Bignami 21.096, Bartolozzi 28.46, D'Ettore 38.14, Fiorini 40.8, Polverini 40.35, Pentangelo 40.56 e 55.032, Saccani 41.07, Bond 42.9, Carfagna 43.015, Prestigiacomo 43.02, Sozzani 44.05, Occhiuto 44.011, Carfagna 45.06, Prestigiacomo 45.08, Paolo Russo 46.012, Marin 48.4, Barelli 48.3, Anna Lisa Baroni 49.85, Paolo Russo e 49.046, Spena 49.0103, Zanettin 51.17, Sozzani 51.20, Ferraioli 54.04, D'Attis Pag. 6454.040, Sozzani 54.045, Bignami 57.10, 79.184, 79.193, 79.195, 79.211 e 79.212 e 79.219, D'Attis 58.23, Paolo Russo 58.16, Prestigiacomo 62.05, D'Attis 64.05, D'Ettore 64.025, Pentangelo 66.01, Nevi 69.015, Prestigiacomo 75.4, Fiorini 79.70, 79.72, 79.73, 79.75, 79.76 e 79.77, Mulè 79.64, Biancofiore 79.57, Carfagna 79.060, Baldelli 79.143, Prestigiacomo 80.3 e 80.4; il deputato Alessandro Pagano sottoscrive le proposte emendative 40.80 e 73.02; la deputata Murelli sottoscrive le proposte emendative Saltamartini 3.011, Grimoldi 7.07, Gusmeroli 10.57, Cestari 15.4 e 15.5, Ziello 16.5, Cestari 31.2, Bellachioma 32.05, Panizzut 37.033 e 37.037, Boldi 41.018, Saltamartini 44.07, Centemero 51.03, 51.04, 51.017, 51.019, Capitanio 55.061, Maccanti 55.063, Benvenuto 55.067, Cestari 62.1, Lucchini 64.3, Cestari 64.050, Caparvi 66.011, Parolo 68.014, Gusmeroli 75.03 e 79.044; le deputate Murelli e Maccanti sottoscrivono la proposta emendativa De Lorenzis 15.08; la deputata Bruno Bossio sottoscrive l'emendamento Caiata 28.69; i deputati Lorenzoni, Flati, Adelizzi, Angiola, Buompane, D'Incà, Donno, Faro, Gubitosa, Lovecchio, Manzo, Misiti, Sodano, Trizzino e Zennaro sottoscrivono l'emendamento Grimoldi 42.3; le deputate Latini e Gerardi sottoscrivono l'emendamento Cataldi 19.059. Comunica altresì che la deputata Zanotelli ritira la sottoscrizione alle proposte emendative a sua prima firma 27.08, 49.074, 49.079 e 49.214 nonché la sottoscrizione alle proposte emendative Liuni 4.020, 49.090 e 49.083, Viviani 49.39, 49.40, 49.069, 49.089, 49.082 e 49.084, Sasso 49.073, Golinelli 49.071 e 49.072, Lolini 49.076, 49.080 e 49.092, Vallotto 49.093, Gastaldi 49.075, 49.088 e 49.094, Coin 49.068, Lo Monte 49.067 e Saltamartini 49.078; la deputata Sportiello ritira la sottoscrizione alla proposta emendativa Macina 78.046.
  Ricorda quindi che nella seduta di ieri la Commissione, da ultimo, ha respinto gli identici emendamenti Braga 18.11 e Foti 18.8.

  Roberto OCCHIUTO (FI), nell'illustrare l'emendamento Pella 18.2, chiede che esso sia accantonato per consentire una ulteriore riflessione da parte del Governo e dei relatori. Infatti, segnala che tale emendamento non produce maggiori spese e ha lo scopo di assicurare un assetto più efficiente della struttura di missione istituita con l'articolo 18 del disegno di legge di bilancio.

  Silvana Andreina COMAROLI (Lega), relatrice, conferma il parere contrario sull'emendamento Pella 18.2.

  La Commissione respinge l'emendamento Pella 18.2.

  Mauro DEL BARBA (PD), nell'illustrare l'articolo aggiuntivo 18.01 a sua prima firma, segnala che questo non ha il mero scopo di modificare il nome del CIPE, piuttosto mira a una vera e propria ristrutturazione di tale organismo, mettendo al centro delle sue funzioni non solo la programmazione economica, ma anche quella sociale, nell'ottica della valorizzazione dello sviluppo sostenibile. Pertanto, ritiene che l'approvazione dell'articolo aggiuntivo 18.01 a sua prima firma contribuirebbe a tradurre in atti concreti le dichiarazioni di principio di molti rappresentanti della maggioranza e del Governo.

  Maria Anna MADIA (PD) chiede che l'articolo aggiuntivo Del Barba 18.01 sia accantonato per consentire su di esso una riflessione ulteriore da parte dei relatori e del Governo. Sottolinea, infatti, che si tratta di una proposta emendativa di grande sostanza, in quanto lo sviluppo sostenibile è al centro di tutte le politiche degli organismi internazionali, come Unione europea e Nazioni Unite, che mirano a garantire alle generazioni future una crescita sostenibile. Ritiene, dunque, che l'accantonamento di questa proposta emendativa consentirebbe di capire le ragioni per cui il Governo e i relatori hanno formulato un invito al ritiro rispetto a un tema che è, giustamente, da sempre al centro delle campagne elettorali e che poi, Pag. 65però, richiede che siano intraprese azioni concrete.

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore, accogliendo la richiesta dei deputati Del Barba e Madia, propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Del Barba 18.01.

  Claudio BORGHI, presidente, dispone quindi l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Del Barba 18.01.

  Rosa Maria DI GIORGI (PD), nell'illustrare l'articolo aggiuntivo 18.04 a sua prima firma, segnala che esso ha lo scopo di istituire una struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri allo scopo di migliorare ed unificare il coordinamento e la programmazione della politica nazionale della ricerca e dell'innovazione, che attualmente sono di competenza di sei Ministeri diversi. Chiede, quindi, che i relatori possano valutare positivamente la proposta emendativa, che ha lo scopo di ottimizzare il variegato quadro del controllo e del coordinamento della ricerca scientifica nel nostro Paese.

  Anna ASCANI (PD) sottolinea che nel disegno di legge di bilancio non sono previsti investimenti in materia di ricerca scientifica e che in Commissione Cultura gli enti di ricerca sono stati definiti un «poltronificio» da esponenti della maggioranza. Osserva che si tratta di un approccio errato. Segnala che l'articolo aggiuntivo Di Giorgi 18.04 ha lo scopo di fare ordine tra le varie competenze dei Ministeri in materia di ricerca scientifica, in modo che le risorse investite siano utilizzate efficientemente. Nel ricordare che il Governo ha annunciato di voler modificare la manovra trasferendo risorse dalla spesa corrente agli investimenti, ritiene che destinare maggiori risorse per gli investimenti in ambito scientifico potrebbe rappresentare una buona soluzione. Pertanto, chiede che l'articolo aggiuntivo Di Giorgi 18.04 sia accantonato per permettere una ulteriore riflessione da parte dei relatori e del Governo.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Di Giorgi 18.04.

  Claudio BORGHI, presidente, ricorda che gli emendamenti ed articolo aggiuntivi riferiti all'articolo 19 sono stati accantonati.

  Ylenja LUCASELLI (FdI), nell'illustrare l'emendamento Bucalo 20.14, segnala che esso reca una norma di interpretazione autentica in base alla quale la decadenza dai benefici normativi e contributivi previsti dalla normativa in materia di lavoro e legislazione sociale, in seguito ad eventuali accertate irregolarità nel possesso del documento unico di regolarità contributiva (DURC), opera a decorrere dall'anno di imposta in corso alla data di accertamento. Sottolineando che la proposta emendativa non determina effetti finanziari, chiede che essa sia accantonata.

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore, conferma il parere contrario sull'emendamento Bucalo 20.14.

  Emanuele PRISCO (FdI) non comprende l'atteggiamento ostile dei relatori e del Governo rispetto all'emendamento Bucalo 20.14, che ha lo scopo di dare risposta alla richiesta di maggiore chiarezza che proviene dal mondo imprenditoriale, il quale, invece, non condivide interventi di tipo assistenziale come quelli proposti dal Governo. Auspica, pertanto, un sussulto di dignità, soprattutto da parte dei rappresentanti della Lega, rispetto alla richiesta delle imprese di essere messe nelle condizioni di poter lavorare.

  La Commissione respinge l'emendamento Bucalo 20.14.

  Maria Elena BOSCHI (PD), nell'illustrare l'articolo aggiuntivo Delrio 20.07, sottolinea che tale proposta emendativa è stata presentata con la prima firma del presidente del gruppo Partito Democratico proprio per segnalare la grande rilevanza che esso ha per il gruppo stesso. Evidenzia che l'articolo aggiuntivo Delrio 20.07 ha lo Pag. 66scopo di rendere strutturale l'APE sociale. Ricorda, infatti, che la fase sperimentale di tale misura si chiuderà il prossimo 31 dicembre e che essa ha portato risultati positivi, poiché ha dato risposta a chi chiede di lasciare anticipatamente il mondo del lavoro. Oltretutto, osserva che la stabilizzazione dell'APE sociale è una misura che, a differenza delle proposte del Governo in materia pensionistica, che hanno ricevuto critiche da parte dell'Unione europea, dell'INPS e dell'Ufficio parlamentare di bilancio, non ha costi eccessivi. Insiste, pertanto, nel chiedere che l'articolo aggiuntivo Delrio 20.07 sia accolto.

  Il sottosegretario Massimo GARAVAGLIA conferma l'invito al ritiro della proposta emendativa. Annuncia, infatti, che il Governo svolgerà un'analisi organica delle misure in materia pensionistica, prefigurando il rischio che la misura dell'APE sociale possa sovrapporsi a quella di «quota 100», il che comporterebbe uno spreco di risorse.

  Luigi MARATTIN (PD), preso atto dei chiarimenti del rappresentante del Governo, ritiene che la Commissione sia la sede in cui il Governo dovrebbe dettagliare maggiormente la proposta che intende formulare in materia pensionistica. A suo avviso, la stabilizzazione dell'APE sociale e l'introduzione di «quota 100» sono due misure alternative e, quindi, non vi è il rischio che possano sovrapporsi. Ritiene, infatti, che non tutti i lavori possano essere considerati allo stesso modo e che non tutti i lavoratori possano accedere alla pensione a 62 anni, viste le conseguenze che la possibilità di pensionamento anticipato prevista nel passato ha avuto per il sistema previdenziale e visto l'aumento della speranza di vita. Ricorda che l'APE sociale prevede che per 15 categorie di lavori usuranti sia consentito il pensionamento anticipato, mentre «quota 100» consente a tutti i lavoratori di richiedere il pensionamento anticipato con 62 anni di età e 38 anni contributivi. Auspica, pertanto, che su tale argomento si apra uno spazio di discussione in Commissione.

  Claudio BORGHI, presidente, esprime perplessità sul fatto che un tema tanto vasto, quale quello della riforma pensionistica, possa essere dibattuto nel dettaglio presso la Commissione bilancio, ritenendo che la Commissione lavoro sia la sede più adatta. Ricorda che nel disegno di legge di bilancio, per ora, sono previsti solamente stanziamenti finanziari destinati ad una misura che ancora non è stata definita nel dettaglio dal Governo.

  Maria Anna MADIA (PD), nel ricordare che l'APE sociale è una misura nata in seguito ad anni di confronti con le parti sociali, esprime preoccupazione rispetto al fatto che rinunciando a rendere strutturale l'APE sociale si rischia di non garantire più quei lavoratori che meritano di poter contare su un'età pensionabile diversa, come coloro che svolgono lavori usuranti e gravosi, donne e lavoratori precoci. Si tratta di categorie che meritano un'età pensionabile diversa dalle altre.

  Il sottosegretario Massimo GARAVAGLIA, nell'assicurare che non è nelle intenzioni del Governo eliminare tutele già previste, invita i presentatori dell'articolo aggiuntivo Delrio 20.07 a presentare un ordine del giorno in Assemblea di analogo tenore, segnalando che il Governo potrebbe dettagliare la disciplina di «quota 100» anche tramite la presentazione di una proposta emendativa al disegno di legge di bilancio.

  Maria Elena BOSCHI (PD) chiede che l'articolo aggiuntivo Delrio 20.07 sia accantonato poiché il sottosegretario ha dichiarato che potrebbe essere presentata una proposta emendativa del Governo sulla stessa materia.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Delrio 20.07.

  Luigi MARATTIN (PD) evidenzia che l'articolo aggiuntivo Delrio 20.06, che prevede il potenziamento e l'estensione del Pag. 67reddito di inclusione, rappresenta una pietra miliare dell'approccio alternativo del gruppo Partito Democratico al reddito di cittadinanza.
  Osserva che lo stanziamento per il reddito di cittadinanza, pari a 5,8 miliardi di euro, al netto di quanto destinato al potenziamento dei centri per l'impiego e all'attuale reddito di inclusione – ReI, rappresenta poco più di un terzo dei 17 miliardi della spesa annunciata nel corso della campagna elettorale e sette volte in meno del costo stimato dagli esperti, sulla base delle prestazioni previste per ciascun avente diritto.
  Segnala che dal 1o gennaio 2018, a livello sperimentale, e dal 1o luglio 2018, a livello operativo, esiste in Italia, analogamente a quanto accade in altri Paesi, uno strumento di lotta universale alla povertà. Si tratta di una misura che funziona e che casomai andrebbe estesa. Attualmente ne beneficia solo un milione circa di persone, con un importo medio di 310 euro mensili. Poiché si tratta di uno strumento rodato, basato su incroci di banche dati e sinergie con INPS ed enti locali, ritiene irragionevole la proposta di sostituirlo con un altro strumento, da attuare partendo da zero. Tra l'altro, prosegue, si prevede di sostituire, alla collaborazione dei comuni, quella dei centri per l'impiego, che sono notoriamente inefficienti, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno.
  Invita pertanto i colleghi della maggioranza a recepire quanto previsto dall'articolo aggiuntivo Delrio 20.06, ovvero l'incremento di 3 miliardi di euro annui delle risorse destinate al ReI, misura già operativa che potrebbe essere estesa a una più ampia platea e il cui importo potrebbe essere immediatamente elevato.
  Riconosce infine che il precedente Governo avrebbe fatto bene ad attribuire maggior risorse al ReI e propone al gruppo MoVimento 5 Stelle di cambiare il nome dell'attuale istituto da ReI a reddito di cittadinanza, senza sopprimere uno strumento di lotta alla povertà già ben funzionante.

  Cosimo ADELIZZI (M5S) evidenzia che da anni il MoVimento 5 Stelle viene attaccato a causa del reddito di cittadinanza, che viene considerato una misura assistenziale. Al riguardo osserva che il reddito di cittadinanza sarà volto principalmente a far incontrare domanda e offerta di lavoro e non si limiterà a sostenere le necessità materiali dei cittadini svantaggiati, come fa il ReI.
  Sottolinea quindi che il reddito di cittadinanza servirà a formare le persone che lo percepiscono, allo scopo di consentirne l'inserimento o il reinserimento in un mondo del lavoro che cambia rapidamente.

  Vincenza BRUNO BOSSIO (PD) si dichiara soddisfatta di aver finalmente appreso le finalità del reddito di cittadinanza, che non sono indicate nel disegno di legge in esame.
  Riconosce poi la scarsità di risorse destinate dal precedente Governo alla realizzazione del ReI, misura universale di contrasto alla povertà, e invita l'attuale Esecutivo a incrementare le risorse destinate a questo istituto, anziché sopprimerlo e rischiare così di danneggiare coloro che attualmente lo ricevono.

  Debora SERRACCHIANI (PD) segnala che il ReI serve anche per migliorare le condizioni di vita di coloro che non sono in grado di lavorare, fermo restando che anche il ReI prevede la stipula di un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, predisposto sotto la regia dei servizi sociali del Comune.
  Sottolinea infine, come evidenziato anche dai precedenti intervenuti, il rischio di eliminare una misura, il ReI, che allo stato funziona.

  Claudio BORGHI, presidente, invita i deputati che non sono componenti, né sostituiscono componenti della Commissione bilancio a limitare i propri interventi.

  Vincenza BRUNO BOSSIO (PD) segnala di essere intervenuta in qualità di cofirmataria Pag. 68dell'articolo aggiuntivo Delrio 20.06.

  Maria Anna MADIA (PD) ricorda che inizialmente il ReI, in base a una proposta di legge del 2013, avrebbe dovuto chiamarsi reddito di solidarietà attiva. Su tale proposta si è aperto un ampio confronto con l'Alleanza contro la povertà e la Caritas e la misura è stata modificata utilizzando l'esperienza di chi opera sul campo. La politica dovrebbe dimostrare la propria umiltà quando si confronta con i bisogni delle persone più fragili della società e ascoltare i suggerimenti delle istituzioni che quotidianamente se ne prendono cura.
  Segnala come l'attuale Esecutivo, probabilmente proprio in considerazione della delicatezza del problema, non sia riuscito a presentare una proposta dettagliata da inserire nel provvedimento in discussione. Evidenzia che una parte di misure di natura assistenziale dovrà comunque essere prevista, in quanto non tutti i cittadini in condizioni di bisogno hanno possibilità di accedere al mercato del lavoro.
  Riconosce quindi che il ReI avrebbe dovuto essere introdotto prima di quanto non sia avvenuto e con maggiore disponibilità di risorse. Invita infine a salvare quanto sinora costruito e a non ricominciare tutto da zero.

  Mauro D'ATTIS (FI) si chiede che fine abbiano fatto le dichiarazioni elettorali relative alle coperture definite «certificate» da utilizzare per l'introduzione del reddito di cittadinanza: allora si parlava infatti di una serie di tasse a carico di banche, assicurazioni e giochi, di un taglio delle spese e della soppressione del CNEL, di revisione delle deduzioni fiscali e di interventi sulla «casta», mentre oggi si prevede un finanziamento dello strumento mediante l'incremento del debito pubblico.
  Invita i rappresentanti del MoVimento 5 Stelle ad ammettere di aver fatto previsioni errate e di non riuscire a realizzare quanto promesso, in particolare per quanto riguarda l'entità della misura, che non raggiungerà certo i prospettati 780 euro al mese.

  Giuseppe BUOMPANE (M5S) evidenzia che il giudizio negativo del gruppo del MoVimento 5 Stelle sul ReI non è fondato sulla circostanza che esso è stato introdotto dal Partito Democratico e dai suoi alleati, ma sull'essere questo una misura esclusivamente assistenziale, come può testimoniare chiunque ne abbia visto l'applicazione, in particolare nei piccoli comuni dove è presente un assistente sociale ogni quattro comuni circa.
  Inoltre, segnala che il ReI verrà soppresso solo nel momento in cui sarà avviato il reddito di cittadinanza, il quale garantirà comunque assistenza nel caso in cui non si riesca a far incontrate domanda e offerta di lavoro.
  Per quanto riguarda la copertura a valere sul maggior deficit, sottolinea come tale modalità di copertura sia stata adottata anche nelle precedenti legislature.

  Maria Elena BOSCHI (PD), nel ringraziare l'onorevole Buompane per i toni costruttivi del suo intervento e la partecipazione al dibattito a nome di una maggioranza parlamentare sin qui fin troppo silente, non ritiene tuttavia possibile concordare con le conclusioni cui lo stesso è giunto. Come già evidenziato da taluni dei colleghi del Partito Democratico in precedenza intervenuti, il reddito di inclusione rappresenta una misura che è stata perfezionata all'esito di un lavoro istruttorio assai complesso che ha richiesto in particolare un notevole impegno nella successiva fase attuativa, come dimostra il fatto che, pur costituendo la predetta misura una delle principali priorità dei Governi della passata legislatura, la concreta erogazione del beneficio economico ai soggetti interessati ha avuto luogo oltre un anno dopo l'introduzione normativa della misura stessa. Fa presente che tale ritardo è stato prevalentemente dovuto alla complessità della materia oltre che alla necessità di interloquire attivamente nel corso dei lavori preliminari con gli enti territoriali Pag. 69e le organizzazioni sociali a vario titolo coinvolti. In tale quadro, ritiene che le recenti dichiarazioni pubbliche del Vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio sul tema non corrispondono a verità, dal momento che la possibilità di corrispondere il reddito di cittadinanza già a partire dai primi mesi del 2019 appare una ipotesi del tutto irrealistica, tanto più in considerazione del fatto che la misura non risulta ancora puntualmente definita nei suoi aspetti tecnici e nella sua dotazione finanziaria. In proposito, rileva infatti che una parte significativa delle risorse stanziate dall'articolo 21, comma 1, del presente disegno di legge per l'attuazione del reddito di cittadinanza saranno con molta probabilità utilizzate ad altri fini, vale a dire per provvedere alla correzione in senso restrittivo dei saldi di finanza pubblica attualmente programmati, ciò in ossequio alle richieste in tal senso formulate dalla Commissione europea.
  A suo avviso, appare dunque ragionevole – anziché avventurarsi nella predisposizione di nuovi strumenti di contrasto alla povertà di dubbia efficacia – confermare medio tempore la misura del reddito di inclusione, piuttosto potenziandola ed estendendo l'ambito di applicazione dell'attuale strumento, come peraltro indicato dall'articolo aggiuntivo Delrio 20.06.
  Osserva tra l'altro che il reddito di inclusione, a differenza di quanto previsto dal presente disegno di legge in relazione al reddito di cittadinanza, rappresenta a tutti gli effetti uno strumento finalizzato all'inserimento nel mondo del lavoro del soggetto beneficiario, nonché all'attivazione di percorsi di formazione professionale e all'assunzione di impegni di carattere sociale, con particolare riguardo alla cura degli obblighi familiari.
  Rileva altresì che il reddito di cittadinanza, per come allo stato configurato, appare suscettibile di incoraggiare il ricorso al lavoro nero, soprattutto con riferimento ai soggetti meno tutelati.
  Contesta inoltre la scelta compiuta dal Governo con il disegno di legge in esame di ridurre le risorse complessivamente destinate al riconoscimento del credito d'imposta per la formazione professionale continua dei dipendenti, sottolineando altresì che lo stanziamento di un miliardo di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020 per il potenziamento dei centri per l'impiego appare del tutto inadeguato.
  Tutto ciò considerato, si domanda a quale titolo il Vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio abbia potuto pubblicamente dichiarare che è già in corso la stampa di circa di 6 milioni di tessere per la concessione del reddito di cittadinanza, evidenziando come una simile affermazione possa al limite configurare una sorta di abuso d'ufficio, se non addirittura creare i presupposti per l'eventuale contestazione di un danno erariale. A suo giudizio, occorre piuttosto che le forze politiche ed i loro rappresentanti assumano un atteggiamento quanto più responsabile e corretto, altrimenti si rischiano di tradire le tante aspettative di tutti coloro che in campagna elettorale hanno riposto fiducia nella promessa del MoVimento 5 Stelle di riconoscere il reddito di cittadinanza già a partire dall'inizio del 2019.

  Claudio BORGHI, presidente, ricorda che l'articolo 21, comma 1, del disegno di legge in esame stabilisce comunque che fino alla data di entrata in vigore delle misure concernenti il reddito di cittadinanza continuano ad essere riconosciute le prestazioni relative al beneficio economico del reddito di inclusione.
  Considerata quindi l'imminente ripresa dei lavori dell'Assemblea e tenuto conto del fatto che sull'articolo aggiuntivo Delrio 20.06 risultano ancora iscritti a parlare i deputati Fassina e Carnevali, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.50.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 28 novembre 2018. — Presidenza del presidente Claudio BORGHI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Massimo Garavaglia.

  La seduta comincia alle 15.50.

Pag. 70

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante ripartizione delle risorse del Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2017, n. 205.
Atto n. 51.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole con condizione e osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato, da ultimo, nella seduta del 21 novembre 2018.

  Claudio BORGHI, presidente, avverte che sullo schema di decreto in esame sono pervenuti i rilievi delle competenti Commissioni parlamentari espressi ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del Regolamento, che devono considerarsi parte integrante della proposta di parere che il relatore si accinge a formulare.

  Michele GUBITOSA (M5S), relatore, formula quindi la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,
   esaminato lo Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante ripartizione delle risorse del Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Atto n. 51),
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio per il 2018) ha rifinanziato il Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, istituito dall'articolo 1, comma 140, della legge n. 232 del 2016 (legge di bilancio per il 2017), per un totale di 36,115 miliardi di euro, relativamente al periodo 2018-2033;
    le risorse devono essere ripartite tra i settori di spesa relativi a trasporti e viabilità, mobilità sostenibile e sicurezza stradale, infrastrutture, anche relative alla rete idrica e alle opere di collettamento, fognatura e depurazione, ricerca, difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche, edilizia pubblica, compresa quella scolastica e sanitaria, attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni, digitalizzazione delle amministrazioni statali, prevenzione del rischio sismico, investimenti in riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie, potenziamento infrastrutture e mezzi per l'ordine pubblico, la sicurezza e il soccorso e eliminazione delle barriere architettoniche;
    le menzionate risorse sono state in parte utilizzate a copertura degli oneri derivanti da diversi articoli del decreto-legge n. 109 del 2018 (cosiddetto decreto-legge Genova), per un importo complessivamente pari a 585 milioni di euro, compreso nel periodo 2018-2029;
    la quota residua del Fondo viene ripartita dall'articolo 1, comma 1, dello schema di decreto del Presidente del Consiglio in titolo, con l'indicazione, nell'ambito di ciascun settore di spesa, della quota parte assegnata a ciascun Ministero;
    l'articolo 1, comma 2, dello schema di decreto in titolo dispone l'individuazione degli interventi nell'ambito dei diversi settori di spesa secondo le procedure previste a legislazione vigente, anche, ove necessario, nel caso di interventi rientranti nelle materie di competenza regionale o delle province autonome, e limitatamente agli stessi, attraverso l'intesa con i livelli di governo decentrati e il sistema delle autonomie;
    nella relazione illustrativa si precisa che la proposta di riparto del Fondo è stata definita anche tenendo conto delle richieste formulate dai Ministeri e dei Pag. 71successivi approfondimenti condotti con ciascuna Amministrazione, in coerenza con i vincoli finanziari del Fondo, dando priorità ai settori della cultura, dell'istruzione (scuola e università), della ricerca e dell'alta tecnologia, nonché della sicurezza e ordine pubblico;
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:
    per un refuso, nel settore di spesa «trasporti e viabilità», interamente assegnato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per gli anni dal 2026 al 2029 gli importi riferiti allo stesso Ministero eccedono di 30 milioni di euro annui il totale del citato settore di spesa (seconda riga della tabella);
    pertanto i valori della seconda riga della tabella in Allegato 1 saranno allineati a quelli della prima riga riferita al settore “a) trasporti e viabilità”;
    in relazione al processo di monitoraggio e al controllo dei programmi finanziati, il riferimento al “citato Programma” va inteso come riferimento ai “programmi finanziati” indicati nel primo periodo dello stesso comma 3;
    la relazione annuale di cui all'articolo 1, comma 1075, della legge di bilancio 2018, non è stata presentata in quanto, in conseguenza della sentenza della Corte Costituzionale n. 74 del 2018, la realizzazione di alcuni interventi finanziati con il fondo investimenti istituito con la legge di bilancio 2017 ha necessariamente subito dei rallentamenti; inoltre non sono ancora state ripartite le risorse aggiuntive previste con la legge di bilancio 2018,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente condizione:
   1) all'allegato 1, con riferimento al settore di spesa “trasporti e viabilità”, allineare i valori della seconda riga a quelli della prima riga;

  e con le seguenti osservazioni:
   a) alla luce degli eventi calamitosi verificatisi nelle ultime settimane, si valuti l'opportunità di incrementare le risorse destinate ad interventi a difesa del suolo e per il contrasto del dissesto idrogeologico, di cui alla lettera a) dell'allegato 1, tenuto conto della previsione di cui all'articolo 1, commi 1073 e 1074, della legge n. 205 del 2017, che prevede una riserva eventuale di una quota annua pari a 70 milioni di euro per interventi riguardanti il rischio idrogeologico, nel rispetto dei vincoli finanziari derivanti dal Fondo in oggetto;
   b) si valuti l'opportunità di incrementare le risorse destinate ad interventi per la ricerca, di cui alla lettera d) dell'allegato 1, nel rispetto dei vincoli finanziari derivanti dal Fondo in oggetto».

  Il sottosegretario Massimo GARAVAGLIA concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 15.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.55 alle 16.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 100 del 27 novembre 2018, a pagina 8, prima colonna, quarantanovesima riga, la parola: «12.03» è sostituita dalla seguente: «12.013».